la Fiera Letteraria - XII - n. 11 - 17 marzo 1957
Pag. 4 J·L PASCAL di Guardini * Non un uomo che s1 e posto nei limiti di una polemica ma un « grande cristiano » che ha ricondotto il valore dell'amore nella conoscenza di Dio e nel rapporto con Lui * di l'ALEIUO JIQLl»ltlll LA FTERA TF-TTF.RARTA' GALl..1ER.IA DEGl.,I EDITORI * Domenica 17 marzo 1957 ITALIANI Intervista conBino llebellato • cli GIIJLIQ ALESSI ·GIORGIO UAPRONI preseiita • • Antonio Seccareccia indossa l'uniforme blu, con bande rosse oi cal.zoni, di Brigadiere dei Carnbimeri. ed è nato a Galluccio, in provincia di Caserta. nel ·20. In una Lettera da lui dimenticata tra i fogli d'1Ln fascicolo di versi lasciatoci e i.n esame>, di.ce : e Sono un militare e non conosco letterati. per– ciò mi presento da me. non importa co11 quale esito Leggo Seneca e cerco di sorridere sempre wecte quando le cose non mi vanno bene. Da civile lavoravo La thra •.quindi niente scuola dopo le ete• mentarì.. Adesso, dopo aver Letto molto, nei mo– mf'nli di libertà scrivo qualcosa, quello che mi viene; ma non lo faccio per professione. Se riesco riesco se non riesco P lo stesso•· Ha bel• viso aperto, anche se UTI poco velato di timidezza, e occhi intelligenti; e parla con trat– tenuto ent.usiasmo dei su.oi autori preferiti, che tra gli i tali ani vanno da Corrado Alvaro a Vincenzo Carriare/ti. [,a su.a uniforme non gli aggiunge rmlla d·i pittiJresco. e i su.oi versi (ha scritto anche u71 romanzo e una raccolta di novelle J ci piacciono per I.a sempLicitd e la pulizia con cui riescono a raccontare la vita del Loro autore. aderendo quasi * POESIE I) .I. A N 'I' O l\' I O SIJJ~CARIH.::CIA. sempre con schiettezza ai sentimenti e ai casi quali, di prima mano, gli si offrono. e che rli rfl(in. messi '-Ulla cnrta, diventano bugia GIORGIO CAPRONI Komo ndla pianura (' tln 111;,gl, muech10 di pietre. anche le ch1est:> rlove l'uomo prega. le cas" dove ama. ,!!li ,l~pedalì t.,1anch1 dove si spegne. Do..,·t- son,. stasera I grandi uomini che gridano e minacciano? L::i. lonlnnanza non c-onosce nomi Io bevo e rido. e guardo I~ IP\·,, Roma. dove sono pietre Il Uh. 1 mattini d'una volta! I compagni mi chiamavano con un fischio dalla strada /due dita fra le labbra). e via, µer la valle fresca di rugiada. Portavo un pezzo èli pane rosso nella carta e avevo gli abiti laceri - un ginocchio nudo -. ma ero io, il ragazzo dì paese senza sogni. Dopo mi presero a tradimento. mi gridarono: e Studia. diventa uomo>. Che ho imparato? Nulla. neanche a• soffrire. Neanche g supportare' un giorno di piog,e:1;, in un paese da villeggiatura [[! ll mio pane ha sapore d'aria rrepuscolare. ma è fresco come il mattino. La madia dove fu impastato e hev1t, e ora abbandonata sulla soglia di 11110 povera casa di campagna, e ancora odora, odora di miracolo. accanto aJ forno rustico dalla volta colore de"I tramonto IV La gente è partita per tempo per una giornata di baldoria in montagna, e .in città siamo rimasti noi soli, il soldato e la serva. Per questo, incontrandoci ci· siamo riconosciuti fratelli. ed a.bbiamo passeggiato come signori per le grandi vie· del centro, e riposato in un giardino con le gambe accavallate, • noi che abbiamo sempre dovuto girare come ladri per la periferia dopo i! tramonto V Sarà triste, domani, dopo la tua partenza. La sera non farò più viaggi in pullman ~'iu per le chiare strade dei Castelli Ne tu, là dove andrai ti mettcn1i in attesa alla fmestra. Non avrà più senso la nebbia che sale dal fiume la mattina. o pensare·· e Manca solo un'ora all"Ultimo pullman•· il desiderio d1 te e la tua voce, la mano aperta dietro , vetri opachi. ANTONIO SE.CCARECCIA '
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy