la Fiera Letteraria - XII - n. 8 - 24 febbraio 1957

Pag. 6 LA F 1E R A LE TT I~R A H I /\ Domenica 24 febbraio 1957 SOLTANTO lif\,A llllDICAZIOillE * CALENDARIO La mode dl valerv Larbaud (ma veder chiaro ne\ p:rnroso ~ 1 1 ~~a s~et!~ra;i~~g~!r:S~r; ~~tt~ s:lv~ttu!sgo~C:~~~ UONSIJETUDINE , ha 1 °'pcgnAti i criHc1 a scrt- 1 smog del 1920 non era Caci: clc nnza ~e cadenze dlalattall al di sopra d i 0 gn 1 passione ,cie ricorch cd e\c~i la !.Cl· Je 1) di uno spirito che u!l a ( g t ) 1 forane gergali e i nel giudica.re .. Bnmo pensa tnnana, pc.rtanto. è mu:ra per z.ione prcfemce 1 l!ltelligcnza, 11 ~~1~ ~Gmt e ptù arditi, e ohe scmJ: )l'e, nella sua lettera, di 1(11 scnttori italiam co:1tcmpo• alla posillvità d ell irrazion ale cu!~ nella scclt-a dell'ag• essere molto preci.so e di tro- sc R I PTA ranci Su Epoca del 17 f1::b- 1.1 dlalctUca del raziono.le ,. etUvo ricco e talvolta prezio- varc ne.Ila p recis1.Q ne la sua. braio, Grnse,ppe Ravegnani si ...Quanto poi n, 1 modi esp re~- !o di 'una sensuali là butta in• debolezza e il suo l:ian.ite Na– occupa delle Opinioni (Ed sivl del Facco d oggi,. - scn- t~a all'eVldenza del partico- scemo da questo attegglamcn- con Arturo * di GUGLIELMO PETRONl L • Longanesi) di Mario M1ssLroll ve Arnaldo Bocclli sul Monfo lnre del colore dell'intarsio to i compiaciuti ritratti che Or I a MAN ENT Dopo aver sottohneata l'attua- del 12 :febbraio recensendo e Ce Ìo Facc m~ve dalla real- Bruno oohlzza ora di un am.1- btà di .,queste opmioru• a 30 fighe inquiete (Ed Bom?ia- là\ '1avor1 sulla .realtà quo- co, ora di una ooppia di amici. anru d1 distanza, Ravegnam m) di Ugo Focco de ~a tidtana ma non basta questo o le verità genera.Il che egli ___ aggumge ..Accettiamo pure - « essi son ben dl";rsi a a farne WlO scrittore realista enuncia col tono solenne dl chi questo libro misslrollano un po' quelli del neorealismo. a co- neorealista· rchè quel suo è in possesso della verità: FRA BI - Firenze - Nel secondo il g1ud.izio coomme, e m:inciare da quella partecipa- ~more sardo~: e satirico lo "Ma oggi, voi donne, non sie- vedere la data che c'è scrtt· un po' perchè abbacinati dalle z1one v1va, dalla presenza del- • ad una defor- te p1ù fanetulli" .1»-. ta sulla sua Lettera, m1 veNeb- sue quahtà ,più esteriori, co- J•autoz:e nella pagina, da quel ~•n se ;on nso espresslom- NeJJ'utlmo nwnero della n- ;:nd~a~~:an~~~s~~f,,:';;:1:,e~ :e di~:~op=~: :~ ~~e n~ta~re~e:~;e~! ~ 00~ ae una ~vitaz.ione baroc- ~ U~didir~tta~!a M~! Non sono davvero d',accordo nel condannare, com'è d'uso troppo frequente, il disordine che oggi più del normale confonde il costume delle lettere italiane; non di rado penso che certo disordine, scomodo e do– loroso quanto sia, può essere più salutare di un ordine conform.lste; purtroppo, non sembri una contraddizio– ne, il disordine dì cui spesso Ci si lamenta, nasce ap– p.unto da un conformismo mascherato, piuttosto che da uno sman·imento giustificato, nel quale lo stesso dibattersi e sbagliare e reagire non può essere con– siderato negativo. Comunque quello che noì viviamo disordine è, e gli elementi positivi che vi si possono scorgere sono per ora oscuri e non individuati in nessuna delle demagogie che vogliono tarceio appa– rire come un vero e proprio rinnovamento delle e strutture». lui ed e.1 mondo che con tanti altri pur tutt'oggi rapP.,resente. degnamente. Si tratta di Arturo Lorla; sono convinto che anche il più ccronachista » degh scrittori nuovj, non ci rjmetterebbe affatto a cono– scere lo scrittore di « Scuola di ballo I), Non si tratta di una quantità che vorrei rammentare, le quantità sono una specialità dei cd.lici; ma di una' qualità che non può essere ignorata e che, se anche richiama alla necessità di una conoscenzs più vasta di un certo momento letterario italiano, di per sé pu ò basta re come nobilissima indicazione. Un ricordo crltj.co di Loria, ,anche su queste pagine, va lasciato a ch l è qualificato a farlo; a me basta l'indicazione perché, se pur cl viene dettata dall'episodio doloroso della sua morte, non è ·una indicazione puramente formale o di occasione. ch1edo sempfacemente scu.sa , un mondo moderno. oppure testimone, ora come narratore cheggiante di essa» u clrcostanz::iata • inchiesta sulla per averla tenuta per tallto come una confessione quotidia- o stonco, che risentono tut- Piero Dall~o Usi dace pa narrativa italiana contempora– tempo su.Ila corda, senza vo- na btlicata sul !ilo evventu- tavia di romanticismo e di d~lla ristam,pa , n ~orso n~a Dai titoli degli ar""Jcoh. lere roso d'una .ironia paradossale, Scapigliatura E quel suo far da.more (che e USCl.t~ t e dai loro autori, u lettore può Non so se constgbarle di la- ohe par Si goda a dir bianco cadere l'accento. m prevalen- ~lo Disamord ~~ .... \agfiuti- rendersi conto dell'importanza sciare un lavoro, che.forseavrd il nero e nero il bianco, a di- z.a, sulla donna, sulle we in- una secon a t'<U~e dell'iniziativa anche se ad es– dlglà mtTapreso, per mettersi spetto dalle nuove realtà sto• timità psicologiche e. fisiche, oero Bigi.aret;J e onnota: "'ai~ .sa si può ~uovcre il rilievo a fare lo scrlttore e basta. se Tiche economiche e sc1entifl- è ancor esso un residuo d4 conti ~tti, e nf, esce ~ru- della mancanza di troppe vocl lei seguisse il mio consiglio, eh e a difesa dm sacn pnn- quella religione ..demoniaca,. concio p.rop,no uomo, ohe a'W'C'bbe.ropotuto dire la ed anche le andasse bene, for• CJ.;i e delle idee eterne· tut- della donna, ti.pica appunto no Ques~ letterato comJ)l.a- loro e con pieno diritto Tra se un giorno maledirebbe le t..'lva.ameglio sarebbe se• 10 Sl dell'Ottocento romantico. c1uto di se, debolmente intro- 11 'filtri articoli segnaliamo mie ceneri Le darò un consi,- conSlder-asse come l'autentica E qUel suo gusto di una pro- sp<?tbvo, pronto alle analisi g elll di Aldo Camenno Go!– gl10 equ1voco faceta quatchc testimonian?ia di un tempo di sa non asciutta, antiletteraria, ~1colog1ohe deg)j altri, ai giu- t;.~ 0 Bellone\ Lwgi B~toli– altra cosa, e nel fratte11111)0 scrt- crisi vahda ien, valido oggi quasi da reterto cllmco o da d1zi, alle morahtà generali fhe nl Italo Calvi'llo Giovanni Co– va, ma non si lmttti a seri- elido una criSJ. m atto· te- registrazione d1 cronaca (quale tin.iscono col mascherare I at- j G li imo Pet.roni. vere Scrivere è un'attività im. ~unonianza dolente, appassio- la vagheggia certo neoreali- ti minuti e concreti della vit~ éri:batt:1.s~tt~ari Remo Ca.n– ~o;~~~!ita~h~ad'!io:oig ~r:,g~ nata, magari contraddittoria smo), ma elaborata, lette.rana; quotidiana, non regge al con tom •• Aldo Garoscl, Marcello il tempo deUa vita passa molto --------------------- g8a:ili~cc;;,elly~~lmtro OaJoll. Sappiamo bene qua.li sono gli elementi che emer– gono e s'Impongon o in s ituazioni del genere, e sap– piamo quanto sia duro e costoso liberarsene, q1;ando emersi orme.i lo sono, un loro modo di essere se lo sono costruito e, per difenderlo, non hanno bisogno di farsi insegnare da alcuno quali sono 1 mezzi. Comunque la si voglia vedere, esiste con la gene– razione di Loria una civiltà lett erarie. che, anche se oggi sarà possibile considere.re superata, non sarà possibile seppellirla. La civiltà dei pochi uomln che, come Loria, lavorarono in tempi difficili nei quali lo scrittore con la propria opera quasi si difendeva, creava il rifugio di pochi più consapevoli, invece dì creare le indicazioni per i più, oggi potrà essere situata in cento modi diversi; ma sarà difficile, quando il momento verrà, ignorarla e non trarre an– che da essa elementi positivi a quel rinnovamento di cui si parla h·oppo perché sia già in atto con tutte le sue carte in regola. presto. ·. _ 11.,r A..E.GUI. _ Ritrovo tra le ~ NE.TA - Trento - La poe- I suoi due· !'acc~mtim, a.nc ';)r- mj; carte un lungo dattilo- . si a ..Mal occhio"' è un interes- APOLLINARE chè imperfetti,. n_i,1 son~ P!ac 1u• scritto dal titolo ., Ca.nU Mo- ' sante ..pastiche,.. sul Pascoli ti: hanno t1:tti 1_re.qu1s1~tper demi .... Non era stato, in ve- . =·.=~,: (speciequellodei«Poemetnltf,..): E'morto Edoardo Firpo essere cons1~era~1 tdonei, ~n· rità, da lei indirizza!o a que- , quindi esercizi~ imitativo, en- che se non d1 prima categoria. sta rubrica: me lo hanno pas• ~~a~ostùd.i \!~!:a P? n~: . daf~ dtJ~na ~:~~:~ :t~~ 0 j~~= . PI. ME:, • Geno~a - Brav~, f!tope~e ~~~t:;~· inE·q=: difficilmente classificabile. Mi bra.io ultimo scorso, il poeta stgnore t! suo scritto non di- V E R B A dispiace: ma credo di doverle genove se Edoardo f'i.rpo. Ave- rò mi ha conquistato, ..Come lei :o r.:rl- sem~1J eh~- (e~ ~!e dire queste spiacevoli veriU va $essantott'anni, ed era uno mi suggerisee, ma ... mi ha in- \~ 1 se~~ Ja 1 ·~g,.iaggi; LI.TOR. - Russi - Mandi pu- di quei ..-dialettali,. la cui o,pe- ~e:::s;top0;~e s;i;~e;'~:~•tj~s:,~ ~~alch'-: ;~ 1 ~fteri!. 0 . ingenuità ~~ r~~!:-1'~~:e attenzione le ~rcoJd!o::d;~~i~o h~aa.%1:n 1::: le; e c'è, nell'insieme, un pi, espressivfl ree.) Cl siandi ne~e V o LANT MALI • Rom.a. • Sono per- do venir costretta nei llm1tì glio tale (di chi ha qualcosa sue po~ e trcmoose pr • · plesso nonostante l'llll'legabile d, un fenomeno locale Una delle necessità maggiori ella qua.le debbono !er fronte gli elementi che sorgono i n que sti fran– genti (parlando dì « elementi» parlo fino ed un certo punto di uomini, me. piuttosto di costumi a cui gli uomini soggiacciono) è certo quella di disfa-rsi, òi· tener~ lontani, di ignorare, non solo gli elementi isolati col quali sono a tu per tu, ma anche coloro che, prima del disordine, rappresentavano il più qualificato elemento intellettuale, l'estremo salva– mento di quanto necessariamente deve essere c;alvato dal passato 'à.tlfinché abbia senso un avvenire, qual– siasi esso sia, La letteratura italiana odierna infatti, dal dopo– guerra ip poi, anz.l da molto prima, ha certamente compresso, allontanato, ignorato un certo numero .tji persone, un certo numero di fatti e di opere ohe pur non possono essere estromessi prima di ,.; ... <.,.... ,, rono– scluti e valutati per l'apporto che essi, in un qU.l).1- -:asi modo, pur debbono dare a qu;i"t" •: '""?Ue. Le generazioni nuovissime sono meno responsabili in tut– to ciò: nel costume che hanno trovato non è stato fatto intendere a loro, e non a caso, che tra le .11ltrq necessità esiste anch.e quella di voltarsi ogni tanto Indietro prima di buttar via quanto sta alle 1 oro spalle. Eppure è un fatto introve1·t'h. " P~'-e '"lon troveranno modo di progredire seriamente, fintanto che non avranno sistemato questo passato nel quale, inconsapevolmente. ha pur qualche rpdice la loro possibilità di essere . Ebbi con Arturo Loria una consuetudine che si è protratta fino a poco tempo addietro; la sua riser– batezza, che negli ultimi anni era forse velata da un doloroso sentimento d'impossibilità ad accettare Il tipo di « competizione i> a cui i tempi odierni vorrebbero co:;h·ingere, era quella di un uomo completamente consapevole. armato di spregiudicata nobiltà intel– lettuale e di comprensibile scetticismo. La sua com– pagnia era adorabile e ricercata; piacevolissimo uomo di mondo, appariva però intimamente severo e aper– tamente anticonformista come pochi. Tra gli uomini della sua generazlone non sono molti quelli che, come lui, erano riusciti a passare integri ed indifferenti attraverso un'epoca in cui gli errori o i !acili cedi– menti avevan fatto vacillare anche la maggior parte degli ingegni più svegli. Questo, e quel tanto che ci lascia e che reclama una nuova lettura, era tutto ciò che, senza rancore e senza recriminazione, lo mante– neva tutt'oggi vivo e .sereno come uno che ha le coscienza a posto in quanto tra la sua arte e il suo costume di vita non vi fu mai dissonanza. da dire) ~he .non posso ~on banti r tat · suo sfamo di dire qualcosa, Lo sua vita cosi poco avere voqJia dt le_ggcre deU al- P~IOD. - B'?logn~ - ~: --- . ml sembra che I :-uoi versi ri- clamorosa che la stessa triste tro. Pereto, mandl pure. ohe il suo datt.i.loscritto nu ne sponsabilità: ma le due poesie manga:io estremamente vnghi. noti.zia della sua morte (un A LI . Roma - Anzitutto !~~toun«~~?t~b~~s~~Pi,~pi= che mi 1;3 mandato l~~- C'è ehi ha detto ohe la parola tutto per tutta la poesia ita.– leorÌa la· risp~sta a Fra. Bi, di gr~!c wilhmaniana e davver:o ~n~ ~a~~e:aw~ sono gli po;tica lascia, come il s~gno di ti.anaJ ci è giunta fi~ca e in Firenze, che m parte deve in- inadeguata (,per eccesso) n- eohl delle sue lethu-e e Inne- un unghiata i.ella scnsiblUtà dJ ritardo sorprendendoct mentre tendersi rivolta anche a lei. E spetto alla modesta sostanza gabili altresì certi aippesanti- chi legge: seg!l.o profondo ? andavamo in macchina. poi, vada anche a leggersi uno d elle su e FOGLIE. menti del discorso tpotrà .ri- Jeggero, a seco::1da dei cas1. La Fiera ricorderd QUe$t0 scrittarello del barone Gi.~seP:' TO.SE . _ Sassari _ Per le conoscerli da sè) e.redo che ~a ne.I suo caso,, purtr?ppo, caro poeta n;et. p:ossimo n.u– pe Manna, Un collegio d altri ri viste p asso darLe i seguenti si tratti in sostan~a di csp.res- rnnane soltanto, un e~ di pa- meTo con scrith d 1 Pier Paolo tempi, capitolo IV, • La fug~ indirizzi, non trovandone altri sioni sincere. Fo.tse non ori- role che non s1 definlSCOnO. P03olini Gio,rgio Caproni e notturna •: mentre leggevi? t! sotto mano: Officina (via ruz~ ginallssime (come atteggia- BOFFi\lANN altri. suo r~cconto pensavo, chissa zoli _ Bologna), Paragone (Pa- mento, come linguaggio), .ma per~:e a~sc~i:ee cte '!i'!:ra c~i lazzo St.rozz.i - e/o Ed.i~re speriamo prelud!io a qualco- r----------8-----------, !!:st/ :ella m~nte come pitl Sa,ns<?ni - Fire!12e) I StagtO'Tie sa di piò, s~o e di più com- e RED I T o . o MAGN o L o bianco, più splendente ~ pro- trn~s~~~~~!; 0 • ;lg~~ piuto. ~~n. N t' _ Lei è ~:n~;ftt~i ~t~~:i~ ~~~ sf :c::~ lo perplesso: sono ad uno sta- m~8"iov~~ e o.~cnte gio- ~;a~~::;,00:~d:~o naepge~~:~~:~ud~c~;, ~~ 7 1:~_ri:~ e~ ;~~! t~en°cicis 1 v~ 0 ~ fa~ da queU'associC12ione d'idee, con u n J)l.Ù approfondito eser- sottopone previsioni di sorta. che anche se più breve il ciz.io esp.res...<tlvo. lei possa fare Tutto q,uesto lo penso slnccra– Ma;no aveva saputo esseré più qualc he progresso. . n:l!nte, non è per con,olar!a effecace di lei, ed anche più . AG.RI .. - Va.rcs~ - I _suoo (,pot-:ebbe sospett:are qucll'in- :rf:e~:i~z:~ v~~:iar":ic::ft~rire~ ~~a~o n!~~ J1~~ o~~ }!ndf~n"~~~~::••tof;~e~hJ BANCA REGIONALE $. p. A _ 62° Esercizio 143 Dipendenze SEDE 'soCIALIE E DrREZIONE CENTRALE IN BOLOGNA Capitale sociale versato e riserve L. 860.059.%38 Sedi: BOLOGNA- FAENZA - FORLI' - RAVENNA - R[MU,,"'t Succursali: CESENA- Il\lOLA - LUGO - PORRETTA TERME 94 Ai;:en.zle.: 40 neca.pllt I nomi, i f.attl? Spetta al critico, quando ,wre:no il nuovo critico, forse più presto di quanto cre•li::-imo, di fare un eserqe impegnativo. Oggi un'occasione as– sai triste a me ne suggerisce uno che molti itovanis– simt forse non conoscono nemmeno. E' assai triste che. anche per noi sia la sua rnorte a riportarci a Oltre al ricordo di noi amici, ad Arturo Loris si deve un nuovo incontro sul piano di una revisione di valori e di rapporti che non sia quello della divisione delle epoche e degli ideali, perché l'ideale umano e letterario di Loria ere. quello di un artista, di un europeo, di una nobiltà intellettuale che sono validi sempre anche se i tempi e le esigenze cambiono. alla su.a persistenza. IastcllaLe, tre le qu.al.l f.a ca.po- negativo sui versi in que- Lei è un novizio, beninteso, lino qunlche barbaglio (mini- sti.one). . quindi non merita, anche se lo mo) di pagll~zza: per la sua AD.GIA~1.. - G1ta.rd1agr~le -: invoca, wn giudizio tTOppo se• lettera dovrei benevolmente Non cl siamo, non cl siamo. vero. Le dirò, che per essere rimpro v~nrla. P eI-?hè questa come scorgere un lampo di U suo primo scritto, è troppo vurutà d.1pensa.re, sia PW'e _,n:- poe~la ne.Ile sue ~elica te, ma leccato; inoltre è compla-ci.uto, bulosn mcnte, d.i e s~ere defun- purtroppo sclnlbc, ~consistenti esteti.zzante, vago. Vorrei che to .. grande poeta»? _E' un~ annota:z1oni ~n ve-rs1? Una buo- GesUonl dcUa Banca: i Ricevitorie e Casse Provinciali (Forll e Ravenna) - 42 Esattorie e Tesorerie Comunali - Servizi di Tesoreria di numerose Opero Pie, Consoni di bonifica ecc TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA CAPITALE AMMINISTRATO Lire 43 miliardi ASSEGNI CIRCOLARI DELLA BANCA emessi nel 195GL. 82 mUlonJ GUGLIELMO 'PETRONl .si provasse tn aualcosa di pitl maniera di non esserlo, mai. na sensib!Utu, ,sl, molto buone Gli assegni clrcoJarl del credito Romagnllo sono pagablli sincero. G.G. - Bologna - Non vor- fntenz.ioni: ma non molto d.i a vista e ç:ra.tultamente tn tutta Italia. l\llNOSSE rei prendermi eccessive re- plò... •._ ___________________ _ LA ''110CE,, LETTEHAHIA (co111lnua da 1mglna. l) Non diversamente, i1 nostro ipotetico ::;~u;~~~do~~~t~~:::~r1:::g~;o~~Wa e :i~ mica e non esiterebbe a ripetere: « Nella Voce non c'era arte e letteratura pura. Per qualcuno sarà il pregio di quella di .De Robertis che diventasse tale. A me non appare tale ... La prima Voce cercava di creare degli Italiani completi; la nuova si curò soltanto dei letteratiD, E, se non proprio questo. qualcosa ~ii molto simile Prezzolìni deve averla già detta. proprjo a •Firenze, in una conferenza tenuta alla « Leonardo » sul finire del '36. Noi non c'eravamo. Nè il testo fu dato alle stampe. Ma ne cogliemmo l'eco, ancora assai dJstinta, quando, nel '38, rivoltici a De Robertis per l'introduzione a un nostro Indice della «Voce» (5) che doveva dar la Stura a ta1;1te nuove indagini e contro. ~:~ìee, siftan~ti!:::I'n°ea~~spi°"n!~: d: ~~~t{t che collaborarono alle due annate del– l'ultima Voce, per dar la prova di quanto dì vitale essa rappresentò)). Li ricordate quei nomi? Agnoletti. An– gelini. Bacchelli, Baldini, Bastianelli, Campana, Cardarelli, Carrà, De Robertis, Govoni, Jahier, Linati, OnofTi. P8:lazze. schi, Pancrazi, Pupini, Pea, Pizzett~, Rè– bora, Savinio, Sbarbaro, Serra, Soffl~t, Un• garetti, Vigolo. Ma a che pro contmuare l'elenco? Una metà di quei nonti figurò soltantò nell'ultima Voce e parecchi sol• tanto allora ebbero fiducia ed agio di fl. gurarvi con più numerosi scritt~ d'inv~– tiva. Segno che Paria era cambiata, e 1D meglio, almeno per le faccende dell'arte e della letteratura. Tuttavia qualcuno osserverà che nella Voce di De Robertis non si verificò lo stesso effetto, lQ stesso entusiasmo, con 1~ 1 stessa partecipaz.ione dei let~ori che . s! verificò invece nella Voce dt Pre:zzolm1 Dato e non con~ssoi non potrebbe ~s; sere dipeso dalla d1vers1~ dell_e due ser~e. Ecletticamente ideologica e polemica runa· liberamente letteraria e critica l'altr~. E Garin hà ricordato che fu pro– prio Renato Serra, ." con ~a ~a. flne.zza », a rilevare, nella prima, ~ 11.l~~1t~ ~il una posizione che tendeva a 1rr1g1dirs1 m una protesta anarchica permanente ll, talchè della seconda può affermarsi che « fu altra cosa. legata al Serra, che per i ~oti in. composti e l'anarchia progra.mmat1ca e la eterna retorica rivoluzionaria non ebbe simpatia alcuna>) (6). « Era l'ide.ale - confessò Prezzolini stesso - di ~tto quello che io non ho. Sereno, u.T?an1sta, buon letterato, uomo di gusto, rad1ca~o al suo paese, avrei dovuto averlo a n01a ... n (7). E se non l'ebbe. a noia. certo se lo tenne discosto. _ .. Invero la scissione della Voce commc10 a manL!estarsi nel gennaio 191~.. quando Papini si allontanò da Prezzolm1 e. con Soffici e Palazzeschi. fondò LaceTba e spiegò che, « a poco a ~o, sotto l'in. fl.uenza i,ersonale del direttore», nella Voce si erano venute rafforzando ~ quelle correnti e quelle persone c~e ~ette1:7ano al di sopra di tutto le ques~1om prat1ch~, sociali, economiche, pedagogiche e morali. L'arte era sempre tollerata ma senza en. tusiasmo e non era ammessa altra teoria che non avesse colore o bollo idealistico. Perciò sul finire del 1912 noi tornammo a pensare sul serlo a una rivista più libera e artistica ... 1>.Erano le stesse ragioni che. più circoscritte, .più disciplinate e sottratte a ogni ulteriore correità futurista, avreb– bero, due anni appresso, finito coll'im. porre la spartizione e trasformazione della Voce. « Già nella Voce di Prezzolini rivi. sta culturale in largo senso, filosofica,so. ciale, politica, s'erano venute - come pre– cisò De Robertis - formando zone felici, che furono agli occhi di tanti lettori come tanti piccoli paradisi. E le tras.!ormaz.ioni che il Prezzolini stesso Vi operò, or ce. dendo ad altri la direzione, sebbene tem– poraneamente, ora creando un luogo a parte per rate pagine narrative o- liriche, furono il segno manifesto che egli non era sordo ai contrasti che. copertamente prima. apertamente poi, s'erano determi. nati nell'interno della sua rivista». (8) E dunque se sorse « un'altra Voce» fu realmente per causa di Prezzolini. Sorse e s'impose. Al punto che si rest.a in dubbio se la <( sinte,si vociana ll tra cultura e let· teratura non sia sia realizzata nei lette. rati meglio di quella tra verità e libertà negli ideologi. L'Una 11<>rtòinfatti ad un rinnovamento artisÌico cui non fece riscon– tro il rinnovamento civico auspicato dall'al. tra E chi sa che non sia proprio nel di– ve;so attuarsi di codèsta sintesi che debba accertarsi la più effettiva differenza tra le due Voci. Accompagnata da contrasti in. ternl e da pubblici dibattiti, sul terreno letterario e su.1 terreno ideologico, essa preesisteva alla scissione materiale cui si pervenne nel dicembre del '14, dopo che già dall'aprile all'ottobre del '12 s'era avuta, per i soliti « motivi di salute», la parentesi direttoriale di Papini. E, in con– seguenza della breccia aperta da quell~ parentesi all'insegna papiniana del Dacct , oggi la TlOStTapoesia quotidiana (9). Prez. zolinl, quando riprese la direzione, si trovò costretto ad instaurare un programma dove l'arte, la creazione artistica trova– rono maggior posto e più distinto rilievo. « La collaborazione dei puri artisti e della pura arte spesseggiò >):ha ricordato, più tardi, De Roberti~, senza eh~ ~a ~n. dizione d'esser parte tn causa d.immwsse in lui l'esigenza d'essere altresì buon giu. dice. E ha ricordato: I miei amici e La mia stTada di Papini; Elettra, La vita de. gli uomini, ImmagiTii popolari di Soffici; Monastero di Ma-ria Riparatrice di Palaz– zeschi. E ha precisato che, anche « se nel '14 Prezzolini parve far macchina indie. tro, in una brusca stretta di freni, con quella Voce non più in foglio, ma in for. ma di rivista, che fu la Voce "dell'ideali. smo militante ", e che altri senz'altro de– nominò e denomina la Voce gialla, dalla copertina>,: anche con tutto ciò, resta il fatto che « quello fu l'ultimo tentativo di tornare ai suoi personali gusti: un tenta– tivo che diè vita per undici mesi ancora alla sua Voce. Intanto che gli artisti della Voce a dirittura trionfavano con Lacerba, non solo, si badi, con gli articoli a scan. dalo di Papini, ma con un perfettissimo libro di stile vociano, il Gioniale di bordo, che Soffici vi era andato pubblicando a puntate. Ora - prosegue De Robertis -, togliete da Lacerba quegli articoli di Pa. pini, e le infiltrazioni, superficiali del re-– sto, ed extrartistiche, quali furono le in. filtrazioni .futuriste; scegliete dalla Voce dì Prezzolini, col Ringraziamento a. una ballata di Paul Fort, certi chiarissimi arti– coli di Prezzolini stesso su Lacerba., e altri dj critica e di cultura. e i puntualissimi CoMigli del Llb,.t'lio )): scegliete, riunite, ed avrete « l'anno ideale della Voce lette. rarta., anno ancora quieto della vita ita., liana e delle lettere, quando si sarebbe potuto dalle due parti già creare l'altra Voce, quella che cominciò il dicembre del '14 e durò fino al dicembre del '16. Questa coincidenz.n mancò, ma idealmente essa esiste; e noi metteremo lo stesso il principio della Voce letteraria in quel– l'anno». (10) • Nè, secondo noi. è da credere che « le vere scoperte» (11) della seconda Voce provenivano da Lacerba e da Lirica. Biso– gnerebbe ehe, di queste due rivìste, l'una non fosse una diramazione e l'altra una derivazione della prima Voce, nella loro parte artisticamente più originale e cri– ticamente più valida. Bastano le date a docwnentarlo: Li-rica uscì dal '12 al 13; Lace-rba dal '13 al '14; e mentre, dei quin. dici aùtori che collaborarono agli otto fascicoli di Lirica, almeno quattro (e pre– cisamente: Baldini, Cardarelli. Onofri, Vigolo) erano stati o stavano per diven. tare collaboratori anche della Voce, quelli di Ltice7ba, in assai maggior numero. lo eran tutti, ad eccez.ione di Marinetti e di qualche altro scalmanato futurista. (12) Che cosa fu dunque e che cosa rappre– sentò la seconda Voce? Qui la risposta spetta di diritto e con onore a Giuseppe De Robertis. La sua testimonianza è cosi essenz.iale nella niditezza della concisione e del pari cosl documentata e appassionata da non esiger glossa e giunta di sorta. Più che la difesa, essa è la rivendicazione della Voce lette-rarta, e, se non sembrasse soverchio, si vorrebbe dire: della lettera. tura stessa. « Il modo, il tono (della seconda Voce) fu soprattutto un modo e un tono serriano, con tutte le possibili varietà e diversifica– zioni, s'intende. Rivista eclettica quanto volete, chè vi collaborano scrittori che vanno da Soffici a Cardarelli, ma con una attenzione al fatto letterario dell'arte, alla tecnica, alla '' lettura ", che risaliva a Serra, e risaliva più lontano, a quei grandi critici che non sdegnarono di chia. marsi. appunto "lettori", e pur sì chia– mavano Sainte.Beuve e Carducci. « Saper leggeTe è un articolo apparso nella Voce del marzo 1915, ma '' saper leggere" potrebbe dirsi il motto di quella gente amante delle lettere, la loro ban. diera. Un motto e una bandiera ch'ebbero una certa fortuna. se oggi " saper vedere ,,. "saper sentire'' (o '' saper ascoltare"?) sono comandamenti che tornano e per le arti figurative e per la musica. Segno che s'era toccato allora un J1Unto vitale, direi il puntum maximum nella intelligenza dell'arte. E non .si ripeterà la scio~chezza che tutto si risolvette e ancora si risolve. per i Vociani, a '' saper leggere", e che la critica vociana è soltanto traseritta e, per giunta, autobiografica; mentre essa resta rigorosamente critica, anche se si tra– vesta di cadenze e trascrittive e autobio• grafiche ll, (13) Purtroppo, nonostante tutto quel che Soffici fece per la pittura, Bastianelll per la musica, Serra e poi De Robertis per la poesia, una simile « sciocchezz.a )) si è continuato a ripeterla. E anche ultima. mente è stato daffermato che « l'unica novità >1della 'seconda Voce fu « il nuovo metodo di lettura e di sensiblerie di Serra e di De Robertis )): « Serra si s.!oga ~ sì di– stende·nella Voce lettera-ria e trova in De Robertis l'anima gemella». (14) Ma De Robertis ha già risposto che in quel « saper leggere » non tanto si trattò di affermare una novità, quanto « di non generare nessuna retorica, dì non difen– dere nessun modo di scrittura, di non andare nè verso il classico nè verso il romantico )), Si trattò di fissare « qlit!ll'as. soluto categorico del "saper leggere''. valido sempre, che è, anzi, l'unica ... -osa valida per cominciare a capire qualcosa delJ'arte e della poesia; contro le filosofie, contro le drammatizzazioni, contro le stor. ditezze d'ogni scuola. Ciò che era rimasto d'acerbo o d'intemperante, maturò e fu corretto con gli anni da quegli scrittori, che tennero fede a se stessi e, che è più bello, badarono a non invecchiare ... ». (15) La « distinzione della Voce in due in. carnazioni)) (16) non « è stata più che altro occasionale »: è stata bensì fonda. mentale, ed è già criticamente riscon– trabile nella prima, quantunque solo nella seconda parte riusci ad affermarsi: e la seconda si distaccò dalla prima giustap– punto per affermarla. Bisognerebbe, altri. :u:":Jo i~e~n:~~a:o~~=~~~~t~~i ~f~ 1 f~: bertis, avessero smentito o corretto o ne– gato quel che avevano scritto e pubblicato in precedenza. E bisognerebbe che i nuovi collaboratori non si fossero trovati d'ac. cordo coi vecchi. Così, quando oggi c'è chi ·riadopera. contro la <(letteratura)) della seconda Voce, le accuSe di presunto indifferenti. smo e preziosismo per lodare invece la politica e la morale della prima Voce, si può star certi che costui o ignora o tra– scura che giusto alla prima è stato mosso addebito - per esempio, da Walter Binni (17), nel '38 - d'aver contribuito alla diffusione e valorizzazione delle « pre. messe ideologiche del fascismo », doço che « tale merito di precursore :i, era già stato documentato da Peter Riccio (18> nel '29. Ma Prezzolini è un curioso tipo d'innamo– rato-tradito, o d'innamorato-respinto: e. quando gli 11domandano dell'influenza che ebbe la Voce)), risponde « sempre che fu certamente inferiore 'a quella del Hol. lettino dell'0pe1'a di Sant' Antonio di Pa– dova>> (19). Ma non è così che si fa la storia; e neppure la cronaca. D'altronde. come non osservare che, pur al riguardo di certi addebiti extra– letterari, sopra uno stesso gruppo di autori vociani (quali Boine e Slataper, con la giunta di Michelstaedter) possono conver– gere giudlz.i oppostamente positivi? Sui tre citati autori non ha forse Pellizz.i adom. brato « l'idea di un prefasclsmo aristocra– ticamente morale)> e Capitini quella di un 1< antifascismo religioso )l? (20) All'apertura politica e . sociale della prima Voce fa riscontro con vantaggio la apertura letteraria e artistica della se– conda: per cui non tanto sarà da !ar dif. ferenza tra le due Voci, quanto tra i due cit.ati elementi costitutivi, che, pur ftgu. rando io ambedue, si trovarono a preva– lere l'uno più nella prima e l'altro più nella seconda, sen:za che i collaboratori di ambedue dovessero trasformarsi. E alla morte di Slataper !a riscontro la morte di Serra: nella stessa guerra e con la stessa dirittura. Al Mio Carso fa riscontro l'Esame di coscienza. Nè questo fu un «controsenso)> (21) per Serra, perchè, commista alla letterarietà, c'è anche una socialità di Serra (22). E l'Esame di CO· scienza non deve certo all'influsso della voce preuoliniana « la sua ansia (sia pur letterariamente) politica >1 (23). Nono– stante la complessa drammaticità del tem– peramento, i precipui interessi ?i Serra rimasero quelli critici e letterari; e non vennero mai meno alla loro naturale in. transigenza. Affermar questo non significa voler « arrivare » a celebtare una volta di più la bella pagina a danno delle idee». Si• gnifica contestare che l'« azione stori_ca » della voce abbia avuto termine con la di– rezione di Prezzolini, giust.o quando i Vociani letterati e artisti, per difendere la propria libertà. si sottrassero definiti. vament.e all' incessante problem.ismo JJOlitico.morale di Prezzolini. Senza la nuova direz.ione di De Robertis, non si sarebbe pervenuti « dalla inaugurata crisi .critica dei primi Vociani» alla elaborata affermaz.ione artistica dei secondi Vociani. E tanto poco questl, con la loro Ipotetica « presunzione di purezza, estesa a ogni ramo della cultura», tornarono ai « viz.i » dai quali i primi avevano cercato di stac• carli e liberarli, tanto poco che tipi come Bacchelli Baldini Cardarelli Cecchi, e Linati Savinio ed anche Soffci, si ritro. varano, dopo la guerra, a patrocinare nella Ronda quella stessa libertà. Con più ri– gore, con più coscienza, e tutt'altro che « dissocializzandosi )> per salvaguardare quella del resto immaginaria « presunz.ione di purezza», di « disintegrata purezza)> che viceversa - secondo taluni censori - avrebbe ,caratterizzato tutta « quella let– teratura che dalla seconda Voce e tra i pro e i con'tro della Ronda, arrivò agli anni ingrati dell'Ermetismo». (24). Ahi. Fermiamoci in tempa, se dalla po– lemica sUl Vocianesimo non vogliamo, attraverso un malinteso Rondismo, scivo. lare nella vieta polemica sull'Ermetismo. Contentiamoci di fare il punto sulla si– tuazione in cui ci troviamo oggi di fronte alla Voce; e studiamoci di farlo fran– camente. ENRICO FALQUI 1) G. Prozzolinl: L' Italiano inutile, 108~ e efr, f\g. xrv. 2) R. Serra: Le Lettere (Scrmi: Le Monnier, Firenze, 1938), I. 380. 3) R. Serra: Le Lettere, L 380. 4) Cfr. Il bilancio editoriale della Società. in calce oll n Vo ce del 31 marzo 1916. 5) E. Falqut: htd.ke delle «Voce,., (Ulpiani, ~ir~:• ~ 19 :~P~':i ~e1/!re;:;co?~ 1 ~t:!~i del Novecento (Le Monnler, Firenze, 1940), alle pp, 363•366). 6) E, Garln: Cultura unfvcrsHaTfa ecc. 7) G. Prez:z\llnl: Amtc, e dl.viirsi. (Voce, 15 ottobre 1015). 8) G. Dc Robortls· Scrittori del Novect?nto.364 9) C. PaplYil: Dacci oagl la. nti!t'ra pod:sla quotldlann. (Voce, 4 aprile 1912), l0) G. Dc Robertis: Scrittori del Nouei::en– to, 384-365. ll) G. Vlgorelll: Un omaggio, 58·59. 12) ctr. E. Falqul: Indici di « Lacerba,. a « Li– rica». (Ulplano, Roma. 1938). 13) G. De Robertls: ScrlttOri del Novecen– to. 365-366. 14) G. Vlgorelll: Un omaggio. 59. 15) G. De Robcrlis: Scrittori del NOoocen.. to. 367-368. 16) G. Vlgorclll: Un omaagfo, 59. 17) W. BlnnJ: Pnn::zoUni e la «Voce" (Lette• ratttf'a, luglio 1938), Ora tn Critki e Poet, dat Cinquecento al Novecento (Nuova ltB· Ila, Firenze, 1951), 147-159. 18) P. M. Riccio: On the threshold of Fa.sci– sma. (Casa Ital1nna, Columbia Unlverslty. Nuova York, 1929). Cfr, la recensione di Prezzollnl nella Stampa del 3 gennaio 1930, 19) G. Prezzollnl: L'ltaUnno (nutUa, 114, Cf'r. E, Falqul: Eremita in New York, (Tempo, 1.. maggio 1954). 20) C. Pelll:zzl: GU spiriti della vìaitia (Val– locchi, Flren-ze. 19M): Fascf.smo-Affltocra– . zia (Alpes, Mlhmo, 1925). A ~apltlni: Ele– menti di un'espcrfen:a relfgtosa (La.terza. Bari. 1937). 21) G. Vlgorelll: Un omaggio. 130-131, 22) A. Gargiulo: Socfalitd di Serra. (~uova A~ologia, luglio 1946), Ora fn Scritt( tn onore dt Renato Serra (Garzanti, Milano. 1948), 131-139. Cfr, G. De Roberlls: I dubbi dt serra {Tl?l7lpoUlustrato, 11-18 dicem– bre 1948). E, Cecchl: Omaggio a Re-nato Serra.. (Europeo, 8-14 novembre 1948; ora In Df giorno in gtorno [Ganantl. Milano. 19541, 7'1-81). 2.1)G. Vlgorell: Un o-maggio. 54-33. 24) G. Vigorelll: Un omaggio, 54-55, Errata corri~e per Euricp Falqui Nel precedente numero della Fiera, l'ar– ticolo di Falqui Dall'una all'altra ., Voce,. è stato particolarmente funestato dagli errori dì stampa. Tralasciando d'indicarli e di correggerli tutti, ci hmitiamo a segnalare che: nel capoverso ., U cosiddetto Frammenti– smo ...•· a un certo punto si deve leggere: ..E se, più o meno, lo ha ammesso,.. e non • lo banno»: nel capoverso ...Non per nulla ..."'· in fon– do, mancano le seguenti righe: .. Riusciti o no, raggiunti o no, essi (tentati e risultati narrativi dei Vociani) furono in ogni modo tali da costituire. anche per la Narrativa, un necessario anello cicllo svolgimento prosastico italiano. nei suoi molteplici spi– riti e nelle sue molteplici forme,.; nel capoverso ..Dello stesso Sbarbaro ..... , dopo la sesta riga va ripristinato tl testo del periodo: ..molte sono le pagine rimaste a dimostrare un risultato raggiunto, con la loro limpida lezione ..... ; nel medesimo capoverso, dopo « intima. mente• va QD.serito .. tormen!-9ta ....

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