la Fiera Letteraria - XI - n. 48 - 2 dicembre 1956
Domenjca 2 ·cli,~embre 1956 LA F TERA T. F. T TE n A R I'.~ -------------------------------------------- IL FIL)l DELLA * I DIABOI_JIUI Clouzot 11011 s111e11tisce * Clouzot di GIA11· LlJIGI I film di Henri-Georges Clou- anglosassone, quanto piuttosto zot, a eccezione di Quai des quello trucibaldo e repellente Orphèures e, forse, del Cor- della letteratura e nera,., del– beau. (i suoi due primi, cioè), le vecchie pièces noires o, per pongono sempre il· problema certi aspetti ptù nobili ( ma qui non facile della misura in ar- quasi assenti). della narrati• te e, spe,3s0, ci lasciano inter-- va di Edgar Poe. Ed è torse detti sull'eventuale soluzione. inutile dire quanto, in un cam– Inutile citare i greci, inutile po simile, Clouzot si muova da nfarsi al Laocoon di Lessing maestro. A cominciare. intanto, per sostenere che l'arte vera da come ha combinato la storia, esige equilibrio, armonia, mis.u- tutta tenuta su due dimensio– ra; anche oggi, in un'epoca in ni di interes i e di intenzioni, cui i fondamenti dell'arte si e collegata non con uno ma rifanno più che mai alla real- con due mecca"nismi a sorpre– tà, questa realtà diventa og. sa. Da una parte c'è una don– getto e motivo di poesia più i na che vuol sbarazzarsi del ma– poeti l'accostano con semplici, rito. Dall'altra c'è l'amante del tà, con freschezza, con digni• marito che le tien mano. Le tà e, in definitiva, con mi~ur_a. intenzioni dell'una, però. non Il • Chi non sa far meravtgha coincidono con quelle deU'aJ. vada alla striglia• diventa' tra. E in mezzo ci sono le in– sempre meno l'ideale del poe- tenzioni del marito che, almeno ta; trionfa in ogni campo, co- per il pubblico che assiste. non me •misura• poetica, la • mi• sembrano coincidere con le in• sura • umana, e tutto quello tenzioni di nessuna de1le due. che le si allontana, o la sfug. La moglie ci appare come una ge, o la fraintend~, deve ave- vittima. l'amante si impone co– re saldissime giustificazioni me una cinica ma a suo modo P?etiche per manten~;si sul generosa. Il marito è un inia– piano dell arte e, perc1o, nella me tiranno che non guarda in •misura• dell'uomo). Caccia a niente e a nessuno. A Dopo i lividi, ma umanissi- un certo punto, moglie ed mi personaggi del Corbeau., do- amante lo attirano fuori casa po i travagliati caratteri di e gli propinano un sonnifero. Quai des Orfèvres, CJouzot non Poi lo tuffano in una vasca è parso pitl ricercare, per i da bagno: sembrerà annega– suoi personaggi, per le sue sto- to. Poi lo rinchiudono in un rie, quell'equilibrio e quell'ar- canestrone e lo gettano in una mania di umane ricerche che piscina. Delitto perfetto, alibi avevano costituito il segno più sicuri, responsabilità improva– autentico (e forse addirittura bili, Ma ecco che il cadavere poetico) dei suoi primi film. in pi cina non si trova più. La stessa Man.on, tanto accia- Ed ecco che la moglie, mala~ mata e premiata, si allontana ta di cuore, comincia ad essere dall'archetipo umano e, pur ri- assalita 1 oltre che dai rimar– facendosi quanto a temi a una si, dal terrore dei fantasmi. storia così e classica• e perciò, O il marito non è morto - pur nelle sue increspature, co- ~a l'hanno annegato così be– si lucidamente apollinea, da• ne ... - o 1-e la spassa adesso. va ad ogni passo nell'orrido e <la fantasma, a (arie paura. E 1ìel mostruoso, con un compia- cominciano le sorprese. Quan. ciuto sadismo che, nella sua co- do sembrano finite, ce n'è an– ,stante denuncia di interni sq_ui- r:ora u~'altra. forse la più sor• libri, non l'avviava certo per preod,;nte di tutte ... i sentie-ri autentici della vera Riconosciamolo: Clouzot non poesia. Più in _là, Le •alaire poteva costruir meglio questo de la peur peggioro questo at• suo arzigogolo dcv~ tutto iun• teggiam~nto_: quel~e ~he eran~ ziona a perfezione in vista de– le pred1lez1ont d1ch1arate d1 gli e/letti voluti. Il pubblico Clouzot pe~ l'artifk!o _trucu~ è così preso per il naso che lento, _per t meccan!smt spa• alla fine, quando scopre il mi. smod1~1, per. le d1sarmon1~ stero, qua1-i quasi se ne indi– gr_and1loquent1 e . laceranti spettisce. Ma questa storia, che tr1on(ava!10. nel film m tutta la poteva esser una lucida avven– loro dur1ss1ma asprezza: ma tura a contatto non solo con un non vi trion~a.v~no per vi.r!ù di mistero ma con dei personag– u_mana c~nv1nz10ne,. p_er smce- gi veramente degni del titolo r~ tra_vagh ..p_er gen~m1. torm~n- non trova poi in Clouzot nes– ti ps1colog1c1 esaminati .nell In• sun reale approfondimento timo di un personaggio, nel umano: sì. quel terzetto, è cuor-e più stravolto e segreto certament-e vivo e forse anche di una stravolta situazione; oi;,1ginale, ma anzichè esser composto da creature vere (co. me l'orribile, ma umanissimo i coro• del Corbeau) è lai· to da tre maschere ripugnan• ti e solo grottesche che mac– chinalmente compiono i gestì loro imposti (come nel Grand Gtlignol appunto). Ci sono !orse motivi che spie– gano l'agire della moglie. ma quel sadismo del marito è tut. to gratuito, e così quel turpe cinismo dell'amante. Clouzot sovente si giustifica dicendo: il mondo è così. A parte il latte (importante) che non è vero e che, comunque, non sì può generalizzare, dovrebbe spiegarci semmai perchè que– sto mondo, questi suoi perso– naggi, sono • così • E poi, oltre a questo, c'è quel compiaciuto sadismo ... La storia, abbiamo detto, poteva essere una lucida avventura: e non Jo è perchè a Clouzot non interessano i • personaggi. persone:., ma i e personaggi– maschere • che facciano solo quanto gli serve. Ma anche su questo piano di film giallo in• gegnosamente costruito (e con che ingegno, oltre a tutto!) si poteva evitare quella sgrade– vole commistione di elemen• ti orripilanti, latti solo per rendere anche più truce, pau. rosa, angosciosa una vicenda che, a orripilare, bastava svol– gesse senza commenti le gesta dei suoi tristi. .. eroi. Clouzot, invece, non ha risparmiato nul• la del vecchio repertorio noir: né la Morgue, né i cadaveri, né la soddisfatta analisi di una salma annegata, né i passi nei corridoi, né le mani nere, né ]"orrore dei fantasmi, dei mor– ti, ecc. ecc. E questo, anche se non ci consente di negare al suo congegno giallo una so– lida sapienza narrativa, ci au. torizza a rimproverarg!J degli eccessi che rendono volgare. spiacevole e fastidioso il cli– ma dello spettacolo. La man– canza di misura, il solo mecca• nicismo già gli viet.tvano dirit– to di vita nel regno dell'arte; il sttdis.mo . anche nel dominio del e: gia llo:. lo relega al mu– seo degli orrori Gli interpreti -,ono Vera Clouzot, la moglie tremula. Si– monr Si~noret, l'amante perfi– da, Paul Meurisse. il marito di~bolico. C'è anche Charles Vane!: metà poliziotto a ripo- 1-0. metà angelo ranuto in mis– sione tra i diavoli. .. GIAN L IGI RONDI LA SCOillPARS.\. DI UN GRANDE SCRITTORE * L'OPERA DIROSSO DI SAN SECONDO: un vasto territorio· inesplorato Un rilievo ritorna con insi• stenza sui sommari bilanci cri– ti che la scomparsa di Rosso di San Secondo ha suscitati sull'opera sua: l'esplosione vfo. lenta della sua genialità in al– cune opere di evidenza provo ratoria, come Martonette. chP. passione!... e La bella addor• mentata. E Rosso di San Secondo !n indubbiamente uno· degli scrit– tori che negli anni dell'imme- 1-Hato dopogu0rra più energi– camente concorsero a distrug– gere. a sconvolgere, a scardi• nare una struttura letteraria rhe era divenuta pura (orma. r-reando le condizioni di unJ:t struttura; ma i valori eversivi nella sua vasta. esuberante ope– ra non sono inferiori ai valori costruttivi. Lo spirito di Rosso di San Secondo è profondamente orga– nico. la sua fantasia si svilup– pa con coere-nza sostanzialmen– te rigorosa Intorno ad alcµnl motivi dai quali scaturisce una chiara visione della vita: l'esistenza concepita come con– trasto irresolubile: la necessità di un'evasione. di una tuga ,. l::t parallela necessità di rituf !arsi perennemente nell'esi– stenza pùr conoscendone già la irresolubilità. la speranza im– possibile di un ul Umo approdo nel quale ogni divario socrerto sia miracolosamente placato. E' stato sempre un isolato: ha rappresentalo il dramma di ttn'età, ma è rimasto estraneo !raie e che va dalle intona· zioni quasi voltariane cli Ho sognato il vero Dio alle ca– denze idilliche o realistiche de al costume di un'epoca letteraria della ~~ 1 f;~!~ bianco e Il cielo sulle I l d . ' l' 'd z · A ragione veduta abbiamo qtta e non la con LVISO mai g l l ea i ricordato queste opere quasi * di GIOV., ~~I CALE:\"DOLI dimenticate e travolte da vi– cende editoriali non propizie. Rosso di San Secondo non è più: ma resta la sua opera in gran part-e ancora vergine ed intatta: un forritorio ricoperto della quale ha rappresentato più evidente e pitt vincolante da una Colta e intricata vege– (edelmente gli aspetti dramma- della sua originalità. di quella 1:tzi one che merita di essere tici, ma con la sua epoca Jet· autentica originalità che diffl- e.sp ]orato, come il suo teatro. teraria della quale al contrario cilmente risulta dalla immedia. orma i da tempo lontano dalle non ha mai condiviso gli ideali tezza della cronaca e che in- scene maggiori. merita di es· E per questo in un periodo vece si svela lentamente nella sere più largamente rappresen– di movimenti. di scuole. di prospettiva de] tempo. Per !'o• tate. tendenze, di gruppi. quale è pera teatrale, che, meglio chia- I contemporanei hanno fai– indubitabilmente il periodo !ra rita dall'occasione della rappre- to l'ingiuria di ridurre l'in!Pra le due guerre. egli è stato sem# sentaz.ione. si impone sempre presenza di Rosso di San Se• pre un isolato. Non si è tenuto nd un esame critico e meno re- condo alla memoria di due soli in disparte. ma è stato condan eisamente può essere trascura- titoli. quelli di Marionette. clie nato a rimanervi dalla naturrt ta ed elusa. tale processo di passione! ... P de La beLla. ad– del suo 1emperamento. dai ca- <<ridimensionamento» ha già dormentata: i posteri forse sco– ratteri stessi della sua opera avuto inizio e noi siamo non priranno che i due titoli, pur che a quel temperamento ob- insoddisfatti di avervi diret- indicando due momenti premi– bediva traducendo la !erma e tamente contribuito; ma per la nenti di una instancabile ope– :i.etta intuizione di una vision<" opera narrativa resta ancora rosità letteraria. hanno avuto della vita in un caleicloscopicn interamente aperto. E lo si è maggior fortuna ,nche perchl> e frenetico variare di espres- potuto dedurre dai ragguagli corrispondono a due drammi sioni che tuttavia obbediva, se. che della bibliografia dello che hanno quasi !orzato. per condo un'interna logica, a una scrittore sono stati offerti dopo un concorso di felici circostan– convulsa ricchezza di ispira- la sua scomparsa. Qualche di- ze, Il gusto e il costume di zione. stratta accenno a Ponentino, a un·epoca Ietterc\ria alla qHale L'isolamento che in vita !u La fuga, a La morsa ha esau- lo scrittore :per la sua indi– certamente nocivo alla fortuna rito il giudizio su una produ· nc'1denza e per ]a sua origina– materiale dello scrittore. appa- zione narrativa che non è me· lità era estraneo. Dai termihi di questa visio– ne della vita. pur portando con maggiore intensità l'accen– to or~ sull'uno ora sull'altro del suoi elementi. Rosso di Sao Secondo non uscl mai così ,nel– le opere teatrali come in quel– le narrative. Per quanto ri– guarda in particolare le opere teatrali io ho tentato di dimo– strarlo in un ampio saggio ap-· parso appena alcune settimane addietro. Per quanto riguarda l'opera narrativa, non meno ~ rirà in avvenire come il segno no abbondante di quella tea- GIOYANNI CALENDOLI lJn app·rendista della saggezza fertile ed impegnata anche se più sconosciuta, la dimostra– zione invece deve essere an– cora intrapresa. Lo scrittore non l'ha certa– mente favorita: oerchè all'orga· nicità sostanziale ed al rigore della sua visione della vita h~ fatto sempre Tiscontro una mu– tevolezza estrema della sua espressione. Nelle opere d! Ros– (;o una castigatezza quasi umi– liata e scontrosa si accompa– ~na non d~ rado a una !ac!lità tumultuosa ed incontrollata di lhguae:gio. una delicRtezza iri– discente ad una orgiastica in– co~tin<'nza. unn Pccitnzlo•H febbrilmente lirica ad un ri– ~entito ne rvosismo renlistìco QUPftO s.uc -cedersj e questo con-. traddirsi di intonazioni ha reso ingrata e (astidiosa la com– orensione di Rosso di San Se– condo in un'epoca letterarin r-hc è stat, co tantemente do· minata. sotto l'influsso crocia– no. dalln preoccupazione del vaJori formali, dalle esigenze del lingua~gio. e chf' ,µer con– se~uenza è stnta portata a con– siderare più attentamente quei valori C"d a sentire p,iù acuta– mente quelle e igenze. Scritto– re in continua contraddizione con se stesso. Rosso di San Se• condo è stato a1iche in contrnd– dizlone non con la sua epoca, citare ulla sua fervida età, ha vissuto tormentosamente il :Ho degli studi sopra un au• suo problema di stile, al mo– tore che, pur non potendo pre• mento di dar forma alle sue tendere affatto ad assurgere premature aspirazioni alla poe– nel novero dei migliori, co- sia satirica, nate non da una stituisce pur sempre un ,uti- personale conquista dì un idea– lissimo banco di prova per gli le morale (che sola avrebbe orientamenti critici, in ogni consentito alla creazione di specie di ricerca storico-lette• una vera poesia), ma da in• raria. E bisogna prenderne at.. transigente ardore di neofita. to anche riguardo alla versio- Di qui l'interessante ricerca, ne di Persia e di Giovenale, • la disperata volontà di eri– che in questi giorni ci ha dato ginalità ~spressiva e stilistica...-, Paolo Frassinetti, per J'U.T.E.T. che (a capo - secondo l'ar– di Torino. Lo studioso, che I guto paragone del Frassinetti tende a rendere in un italia- - a un vero trobar ctus: con– no di piglio moderno e di elusione - aggiungo io - che festiva alacrità il tono comples- doveva necessariamente: se:atu– so e non di rado oratorio di rirc da un·esperienza etica e entrambi i poeti satirici, ha arttstlca nata dalla pratica di forse in parte travisato il loro Scuola e non da uria vi– vere stile. Ma ciò che più me- cenda intima profondamente rita attenzione è il suo ritor- vissuta; sì che anche l'origt• no a un giudizio che colloca nalità stilistica, non essendo Persia al disotto di Giovenale, conquista di un'espressione negando al primo qualità di commisurata all'C'Sperienza per– poeta. Tuttavia nelle pagine lu- c;onale ma lavoro di meditazio– cide. e interessanti dell'intro- 11~ e di cesello su modelli Jet– duz1one preposta alla sua fa– tica il Frassinetti dà anche lui un valido contributo alla cri– tica su Persia, studiando il mo– do con cui questo giovane, for– matosi rigidamente alla disci– plina stoica, chiusa la strada a tutte le .suggestioni che la real– tà circostante doveva pur eser- (contln_ua:c. da pag. 4) terari preesistenti. finisca iper assum€'re quel carattere artifi– cioso che ci palesano tutte le presunte, barocche novità espressive spuntate, come stra– vaganti· fiori di C3rta. in am– bienti accademici, puramente letterari, ccme, \·erbigrazia, quelli della Roma adrianea o quelli del Seicento nell'Euro– pa occidentale. Tanto più, per questo, c'è da rammaricarsi che nella sua pur' pregevole fa. tica di traduttore il Frassinet• ti non ci abbia fatto avverti– re più accortamente i segni del faticoso processo con cui Persia ha raggiunto la sua singolare, artefatta temperie espressiva. ETTORE PARATORE Concorso perunacommedia Per tota commedia di au.tort ilalian,,. in tre atti, è bandito i:n concorso daJJa Libera Ac• cad.,mla di Tealco, diretta in Roma da Pietro Sharo!f, in col. labo razione col gruppo ~ Amici delta strada». La commedia vincitrice ed eventualmente al• tre segnalate saranno rappre– seutate dagli aJ!ievi dell'Acca• demia. La composizione della giuria prepo ta al premio sarà resa nota appena possibile. Le opere concorrenti, in sette co– pie dattiloscritte, devono per– venire entro il 31 dicembre 1956 al gruppo ~ Amici della strada>), via Po 45, Roma. O1{ni copia dov-rà esser.e contraddi• stinta da un motto ripetuto su una busta C'hiusa contenente nom~ e indirizzo dell'autore. I T NORD N O R D Pait. 7 A L I A SUD E CENTRO AMERl,CA PACIFICO E S U D .LtDYD TRIESTINO INDIA-PAKISTAN-ESTREMO ORIENTE· AUSTRALIA SUD AFRICA - AFRICA ORIENTALE EOCCIDE!HALE .AD RIA TIC A 'E'G I TT o . LI BAN o . GRE e I A • e I p R o TURCHIA·ISRAELE SIRIA- MARNERO TIRRENIA SICILIA. SARDEGNA· CORSICA· MALTA · LIBIA TUNISI - MARSIGLIA - SPAGNA· NORD EUROPA 5.000.0tJO DI AMERICANI ADERISCO O A.1 BOOK CLUBS Lll oenta.le Iniziativa ti ,tata rea.lizzata In lta.lta ctag,i AMIUI DEL LIBRO I cuJ aderenti godono del seguenti bene!IC1: a) ♦ vengono tenuti ai corrente del libri di magg1or sue• cesso attraverso I' tnvto gratuito del notizia.rio memUe edito dagli • Amtcl del Uhro •: r,; ♦ ncevonc; a doauclllo, a mezw posta, 1 cllbn del mese. da loro richiesti: e) ♦ ricevono In premio un •libro de.I me.e• a lorq 1célta' del valore medio degli acquisti. per ogni due •libri del mese» da loro acquistati: cl) ♦ usU!rulscono de.I servwo gratwto dJ consuJeoza U· brarla offerto dagli cAmfol del libro•: aJ ♦ rnuscono di uno sconto sull'importo dell'abbonamento a riviste e g1omall di carattere letterario. L'adesione a.I Book Club !tallano é llbera e grat\Uta e 51 ef!ettuB con l'a.cquist.o di un clihro del mese•. 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Ora è noto che la dif(eren• za (ra la tragedia e il Grand Guignol è tutta nel fatto che in tragedia ci sono uomini che, per essere fatti in un certo mo• do, per avere questi o quei sentimenti. questa o quella ve• lontà di agire, CO/Jlpiono certi ttesti precisi; mentre nel Grand Guionol ci sono soltan• to dei gesÌi (in genere atro– ci, orrendamente paurosi, este– riori, ecc. ecc.) compiuti da fantocci ~enza né sentimenti, né volontà (o, almeno, senza reali sentimenti e reali volon– tà). Quello che conta, per • cc· struire • una tragedia è cono• srere l'rlnimo umano e aperlo intuitivamente riesprimere con tutte le sue sfumature, le sue necessità, i suoi contrasti: ad• dotti a motivi degli atti che, poi, i personaggi compiono: e questo, che più si avvicina al– la e misura • del cuore urna• no, è l'atteggiamento, almeno intenzionale, del poeta. Quello che conta, invece, per e costrui• re • un Grand Guignol è la sa, pienza solo tecnica di un alli– neatore di !atti il più possibi– le ad effetto, il più possibile logici. ma - e qui è il punto - di una logica estern.a, di co• se, di gesti, non interna. di pensieri, di sentimenti, di rea• zioni. E' questa sapienza che çlouzot ci rivela in quasi tut• ti i suol film, è solo questa sua inclinazione alro r rido del Grand Guipno! che lo spinge a eco truire • per ]o schermo quei suoi edifici di paura e di orrore che, per quanto sapien– ti, abilissimi, a volte addirit– tura perfetti (ma di una perle, zione, s'intende, solo estrinse– ca) noi non riusciremo mai a· collocare sul piano dell'arte (Delrartigianato sì, ed è chia• ro. perchè quegli edifici son sempre e costruzioni• da guar– dare con attenzione in sede rli « spettacolo • ). Questo discorso vale anche per J'ultimo film con cui Clou. zot si presenta a pretendere Io sgomento ed il brivido del– le platee. I Diabolici, tratto da un romanzo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, Celle qui n'était pas. Sul Grand Guignol, questa volta, più ancora che nel Salai re de La peur, si inse• risct J'elemento che, poi, do– veva e~sere tipico di quel tri• sto genere teatTRle, il • gia!. Io•: ma non il •giallo• in– tellettuale di certa narrativa Introduzione al • c111ema muto Vii l'F.:,l:,,o (;AKUARELLl Dlr~tlore IHEUO FABBRI e'01,ctlr~ltort- r~sponSJLblle
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