la Fiera Letteraria - XI - n. 48 - 2 dicembre 1956

Pag. 4 t:A FTERA LETTERARTA Domenica 2 clicemhr 1956 RASSEGNA DI STUDI ETTORE PARATORE CLASSICI A CURA DI * POESIE· DI PERLA C.(\CCIA GUERRA LUIGI COMPAGNONE VERSI * IN * lJ n apprendista dell Linauaaaio cc rto come inuna vetrina Lachitarra a saggezza Un poeta di straripante Ie- tristizia dei tempi afflitti dal- quista, ep,sodÌca e interm1tten– condità e di enorme importan- l'infuriare della guerra, la te quanto si voglia, di un vero za nella storia della cultura è quale non permise ohe )"opera palpito di poesia. Forse pro– stato al centro della preceden- fosse conosciuta fuori dei con- prio questo diverso trattamen– te <puntata di questa rassegna, fini delle allora alleate Italia to riserbato a due scrittori di ,,. certamente se ne anrletterà e Gennania e impedì che a.1- satire sostanzialmente non dis• molte altre nei mesi successi ohe in questi paesi essa rice- simili secondo il giudizio cri– vi, dato che in essi si celebrerà vcsse recensioni numerose e tico volgata contribuì a non il bimillenario della sua nasci- ~deguatamente meditai.e. Di far accogliere il saggio marmo- 1.A, Oggi invece ci tocca occu questo giustamentt• si lagna raliano su Persia con quel cn– rarci di un poeta latino che, l'autore nell'avvertenza pre- lore di consensi o almeno di pur avendo anche lui, comF. messa alla seconda edizione, discussioni ch'esso meritava Ovidio, un'enorme fortuna in che esce oggi, per i ti<pi della nei paesi in cui, al suo primo età meclioevale, non riesce tut medesima casa editrice, in una apparire, potè essere diffuso. lc.ra a scrollarsi di dosso la 'leste più ariosa ed elegante, Di qui ora il tono spesso friz– grave morsa di un giudizio as- Pertanto questa riedizione de- zante e sarcastico con cui, nel– solutamente negativo. in base v'essere praticamente salutata la seconda edizione, l'autore al quale non gli si riconoocono da noi come Wl'opera nuova 1 brevemente e quasi sdegnosa– neanche quei pregi esteriori e degna del più cordiale benve- mente allude ad alcune obie– fClrmali e quel calore di sen- nuto, in quanto rappresenta il zioni mossegli. Certo. alla ca– suale animazione che nessuno massimo contributo che si IPOS· mune dei lettori brani gic,ve– si attenta di sconifessare nel sa offrire ad una rivalutazion~ naliani famosi, come quello Sulmonese: Persio. di Persia, la quale non voglia della lussuria di Messalina nel- cientemente rhssod11to. ,iella critica letteraria relativa agl.l aut.ori latini. E' inoltre conso– lante che oggi, insieme con la :,uova edizione del saggio mar– moraliano, la cultura italiana ci abbia offerto un altro im– portante contributo agli studi su Persia, e proprio grazie ad un alunno e assistente del Mar. morale: Nino Scivoletto. Que– sti ha pubblicato, anche lui presso la .. Nuova Italia • di Fix:enze, un'edìzione critica del~ le Satire di Persio, che viene ad integrare utilmente il sag– gio de} suo Maestro, in que– sto clima di accorta rivaluta~ zione del poeta di Volterra. Forse si sarebbe gradito che delpicaro * Perla. Cacciaguerra * Autore dotato di ri- Hacchiusa nell'alterno protendersi e ritrar i, come m un sentimenti, umo- giuoéo, questa poetessa i mostra integra nella sua e senza * rismo, malinconia: ma sopratutto do- ta to di un' a uten- di ELIO A C.t..IIOCCt-l Luigi Compagnone tica capacità lirica Un gi0'\7'alle morto a 28 anni trascendere a conclusioni as- la satira sesta, appaiono indi– vissuto sempil'e (si direbbe og- solutamente sproporzionate al scutìbilmente poetici, non me– gì) all'ombra della gonnello valore irrimediabilmente mo- no di quelli di Persia che il materna, senza alcuna preoccu- desto del suo non copiosq Marmorale ritiene composti col pazione materiale - tant'è ve mannello di versi. favore delle Muse. Ma anzitut– ro ohe lasciò due milioni di In realtà il ripensamento to queste considerazioni non sesterzi m eredità aJJa madre proposto quindici anni fa daJ sono strettamente pertinenti al e alla sorella - formatosi i<> Marmorale aveva trovato da problema, perchè ogni poeta ambienti aristocratici, sotto la noi un'eco autorevole: quella costituisce un mondo a sè (co– vigile guida del grammatico e di Aiugusto Mancini, il quale. me ormai sanno anche i para– flloso.fo Anneo Cornuto, e ohe, pubblicando la .sua ecli,Jone e carri), e quindi questa sorta pur essendo condiscepolo del versione di 'Persio (Sansoni di Medice cu,a te ipsum può fecondo <lei esuberante Lucano Firenze, 1950), I,u 1ben lieto - riguardare al massimo la sto– dopo aver scritto negli annJ cel suo rervido campanilismo ria del pensiero critico del primi un'ignota tragedia d'ar- da toscano di buona razza Marmorale, In secondo luogo ~omento nazionale, si è limi- _ di ~ar suo il giudizio d'un - se proprio si vuol tener fer– t&to a comporre stentatamente ~ritico valente, il quale aveva mo all'abusato paragone fra i sei satire. rimasticandole e ri- saputo isolare nel .poeta di due poeti satirici - la posi– lustrandole assiduamente e la- Volterra "felicità di spunti zione più suggestiva della cri– sciando alla inadre e al mae- poetici», figure e.fificacemente tica marmoraliana risiede pro– atro il colllJ)lto di pul>blicarle, schizzate e , situaz,iooi bene· prio in questa non illegittima forse dopo un'altra revisione, intuite 11. Proprio su questo tendenza ad adombrarsi di non è certo figura clle, in base piano - sul quale io ritengo_ fronte al tono oratorio sotto– a questi dati, possa su,scitare che sostanziali dissensi non stante anche ai più felici sonprese o anche soltanto un possa.no sorgere - si era mos- squarci giovenaliani e in que– particolare interesse. Ma lo so il Marmorale, ben conscio sta feconda intuizione del fatto sbalorditivo è che un giovane che non si poteva tramutare che là dove Persia appare più cresciuto in mezzo alla ban 1 - in oro sfavillante la molta ciar- schiettamente poeta, il suo se– bagia. che poco o nulla doveva pa di cui sono in buona parte ~no si fa nitido e la sua voce sl conoscere delle malizie e delle contesti i componimenti di fa limpida, senza declamatorii nuserie del· mondo, ab'bia fatto Persi o; e ciò basta a confer• ingorgamenti. Utile, alla, luce centro della ,sua is<pirazione la mare gl'invallcabili limiti en- di tale constatazione, si fa più aspra, Ja più diatribica tro i quali va situata l'elflcien- quindi anche l'analisi del lin– censura di quei vizi umani, del za poetica di quest'autore che guaggio del poeta, che è una quali certamente egli aveva pure ha conteso, non che a cru:c dei critici, non solo per conoscenza solo per sentito di- Giovenale, addirittura ad Ora- le sue peculiari difficoltà di re. La sua, cioè, è tipica poe- zio la palma della poesia sa- esegesi, ma anche per il suo sia di scuola, è imparaticcio co- tirica nel giudizìo di molti se- eterno, inafferrabile oscillare vato all'ombra del maestro e coli. fra il nuovo e l'antico, fra nutrito delle suggestioni della Ma tutto I'animus più vivo l'aristocratico e il popolaresco, sai.ira lucillana. che la biografia del saggio mormoraliano si ma che, nei momenti più !eli– nt.tribuita a Probo ci dice a,bbia sprigiona proprio dal punto in ci, ciò nonostante, anzi forse stimolato l'estro del "primo cui si tende a conquistare il appunto per questo, presenta della classe» cornutiana. Sia- grado d'intensità da attribuire il suo valido apporto all'effi– mo cioè in presenza di una ai luoghi che rappresentano le cacia della resa artistica. delle tante paradossali mani oasi solatie nel grigio poesag- Quanto abbiamo accennato restazioni di quelle caldane gio dell'opera di Persia. Il sag- basta - spero - a documen– suscitate dalla predicazione gio infatti - come quello su tare di quale fecondità sia tut• stoica e cinica - per la sua Giovenale. di poco precedente. tora il saggio del Marmorale sessa aspra intransigenza polc- respira nell'atmosfera immes- per una più accurata mise d mica, il sun gusto delle po i- sa negli ambienti letterari dal• point del problema critico di zioni estreme, la sua sollecita- l'allora recente opera del Cro- Persia e in ~enere per un c-hì 0 - zione verso ,gli angoli visuali ce, La poesia, e ne rappresen- rimento di idee e di metodi ghiottamente o caricaburalrnen- ta la prima animosa applicazio- nel campo tuttora non sulfl- tc impensati, ;per gli atteggia- ne agli studi critici sui poeti ' _ com'è caratteristico di qua- Affidata alle tre raccolte fi- gliere con levità le immagini Ma è già chiaro il profilarsi si tutte le edizioni pubblicate nora pubblicate (Con- la bocca di un·acccsa fantasia e con fer- di una maggiore presa, a mano nella Biblioteca di Studi su- Pl\jen.a fdi fio 1 r 1 i, UibD, aJLclini 1951. mezza i toni di un linguaggio a mano che si procede verso Subito dopo aver letto le periori di quella casa editri- ove anciu e, e uca 1954. poetico tipicamente femminile. le ultime poesie, del dato sen- ce _ lo Scivoletto avesse ac- La fossa comune, Ubaldini Eccola qui, Perla, racchiusa sibile. concreto, con qualche poesie de La chitaTra de! pi– compagnato alla sua fatica di 1956) la poesia di Perla Caccia- in questo alterno protendersi accenno ad ambienti e gergo c_aro (Edizioni Scientifiche I~a: editore quella di traduttore. guerra si è venuta in questi e ritrarsi. come in un giuoco o popolari (Fiumicino, tardona, l!af!', Napoh 1956), d1 Lu1g1 Ma questa non grave lacuna ctnni inserendo, con graduale in una parlita di dare e avere. eccetera). C:ompagnone, siamo andati a è in buona parte compensata attenzione e riconoscimento da concedere e . pretendere. ma L'eLfo glauco e cinerino alla npesca_re un~ vecchi~, e cara, dal ricco, diligente e oculato parte 'della critica. nella pro- egualmente allena dal mostrar- cui bocca piena di fragili ri traduzione liceale alla quale commento al difficile testo, di duz.ione di quella • qu_arta ge- si se non integra nella sua es- non disdiceva il 'Vezzoso << Be· aveva dato un assetto coerente, cui s'adorna questa nuova edi- uerazione,.. cui si stentava a senza: lo sono Le case doloro- linda frusciando va Olivella a suo temp_o, un nos_tro caro zione; della quale il prègio riconoscere persino l'attestato se - de\ pover_i, la,pia':za smun- ballando va ... # è .~-dato assu- professore, 11 p. Tarmai S. J., maggiore consiste per noi nel di presenza. Oreste. Oreste... ta - gli atben e te pietre po!- mendo colorazioni riflessi di d~ poco tempo scomparso. Ab– nuovo indirizzo impresso al- Di questa .poetessa fiorenti- verose, - il vibrare dell'aria ... più scoperta e pre~isa natura I biamo dato, m_ano a questa Jet– l'analisi della tradizione ma- na del '26, eclita da padre ro- e poi. dopo essersi sentita per- Cosi la delicata fresdhezz~ tura _perche c1 sembrava, quel– noscritta, scrupolosamente con- magnolo e da madre america- vasa di strana e ricca e atte- delle immagini ohe nel primo la ,d1 Compa,none, una .voce trollata per diretta collazione. :ia, abbiamo una presentazione sa w- (pr~tendersi. conc~d~re.;.). libro fecero ammirare i versi am1c~, conosciuta ~ ammirata. Già il Mancini _ pur rico- che Adriano Grande prepose ecco U'l • m_omento ~ d1 d1olua- di • Se morirò giovane, (quel Chissà, _forse oggi Compagno- noscendo che la critica testua- alla prima raccolta ove xicono- r~ta. mfel1c1tà: Odo l'? stra!10 vestito viola del primo appun- ne ~on ricorda nemmeno, pro– le di Persia non presenta gros- sceva "un contenuto di passio- tinmre delle ore_ - e _mt strazw. tamento!) e la fanciulla di pa- bab1lmente, qu~le !ra le Ele– si problemi e che il codice più nalità e meditazione che sf e- tra le cope_,te, infelice - -nella ~lna 23 (passata al econdo li- g,e ~ I Gt~mbt del polemico autorevole è indiscutibilmente SJ?rime in accenti a volta a volta mta solitudme (ntrars1. preten- bro col titolo di •Modigliana»: Arch1loco d1 Paro_ ha tradott~, il Pi teano _ aveva ammesso disperati o g1U·b1lanti », un e, po- dere ...). . . Ella ha 11el cuore - 1ma cami- quando faceva 11 liceo; ma noi, peraltro che gli altri due co- te.re di trasfigurare e puntua- Avverlibil: e scoper_to ta!e eia di seta. gli scarpini da bai- se dobbia!llo dare una paren– dici principali _ il Monte- lizzare. in gentili arabeschi. il alternarsi d1 umori, d1 senti- Jo _ e l'uomo che an,a _ senza tela - pur con lutte le dovu– pessulano 212 e il Vaticano dato sensibile o riflessivo», menti? Tutt'altro. Ed è anche pennesso) viene ora a trasfe- te differenze - all'autore de H 36 _ rappresehtanti la ,e- una • pront~ immedesimazion_e questo Pa_1;e del suo g,uoco, rirsi con dosata <prestigiosità La chit!';ra_ del picaro, dobbia– censio di Tri!oniano Sabino, col paesaggio» e 1.1na "sensi- d_et suo v!' ~re, della sua poe- fin nelle piccole intime cose. mo riferirci al poeta dt Paro. forniscono qualcosa di buono, b_ilità aperta»: qualità che si hca :femm;mle arabesca "par- mostrate nella lieve vetrina di Quella della •grecità• di Ora lo Scivoletto, forte della rmvengono anche nelle succes- hta" col, mondo. . . un linguaggio accorto. un na· Compagnone non è scoperta sua revisione diretta, ha prece- sive raccolte. Idem 1 avvice nd arsi di rea 1 tà $tro, la blusa. i fazzoletti: cose nuova: era una freschezza tut– duto più animosamente per Inoltre, un gustoso ritrattino ':. sog,_,o .colore. e ombra, pas- che la poesia dì Perla Caccia- la ellenica. un humor aristofa– questa via, conquistando la che Pier Paolo Pasolini apte- s10nahtà e medit'.'z,one. Ba st e: guerra ha trasformato in per- neo Ja caratteristica più evi– convinzione che anche il Pi- pose al secondo libretto: • In rel:>b_e /llpass~gg:to da 1 queStl sonaggi. in motivi di canto co- dente del romanzo La vacanza teano suscita sospetti d'intèr- questo glauco e cinerino elfo ve_rsi . e 3 pnma racco ta: La me .Cossero animate, e lo sono delle donne, che si ebbe un P olazione, come la troppo sere• che è 'Perla Cacciaguerra » - n:iia vita è sogno - vaS t o e fe- però nei suoi versi. premio Marzotto • opera pri- la.ce sog~o - conte 1.rn. dolce . . . . . . . ditata recensio abiniana, e decantata da Bellonci. preseo- paesaggio, a questi altri della Come _an1mah s~n~ 1. lu?gh1. ma ~ du~ anni fa,_ ,a pari meri- che perciò anche di questa bi- tandola nel suo salotto a P-ra~. terza: La vita mi ha spalancafa le vecchie mura .. ' v1al1, l erba t~ col diverso, p1u unpe1tnato sogna tenere un conto più at- come una "bellezza romagno- _ con dita di fata _ co,ne un dt Firenze_ che rico,:ctan'? l m- L uccell~ _nella cupola, d1 Ma- tento; come risultato di questa la». - il giov~e criti~o ,rin- fico ·maturo. f~nz~a, o ~l paesaggio ~1 gab- rio Pom1ho. ~on v_orremmo di- revisione egli introduce con veniva un 11 1mpress 1 on1smo A d 11 • lt . b~an~ e .t>!lance lungo 11 molo st1:1rbare certi nomi grossi, Teo- cautela alcune inteTessanti no- bianco l) e e intonazioni un po' Il n~foorcaorp~ ~ ~~iroa d!~~r:~ d1 F1mrucm?. crito, _Menandro, Orazio: ma vità nella costituzione del te.' viziosamente puerili, d'un can- che lacera la via det pensie- Anche qui, nell'immedesima- certo 11_Compagnone_ scrittore sto. Mi arrischio a supporre dore malato e ciononostante ro La carne immiota - sen•a zionc col paesaggio artistico o e. poeta_ e del tutto diverso dal che così lo Scivoletto abbia v<>ramente candore» e una de-;ideri non ride pitì - r';,. scabro. aristocratico e Ticco di g!ornahs!a da elzeviro, del ci– aperto la strada a un riesame ,, psico~ogia Tazi<?nalmente inaf- nhno ,ni:ò. - Tut.to in me tace tradizione il primo. popolare e n!co-sornden_te autore di pezzi integrale del testo di Persia, ferra bile»:. qualità an~he que- _ come wi prande deserto ... Mi .soheletrito nell'abbandono il d1 colore o di costume - an~he che andrà compiuto una buona ste, se vogliamo un po ~ttenua- sento disfcttta _ come m>a 1lla- secondo. è nvvertibìle la trasti- se la radice ,depe due attivi– volta anche sulla base di tut- te. c<he durano ancora ln que- tassa di lana· e della terza· gurante presenza <li una natu- til è comu_n~, e la, _Magna Grae– te le altre' testimonianze, non sta sorta di_ sllfid~ danzant m Giooan.e ba11d';to ... l'avertt in'. ra_ alternl/,, aliena p_erò come sia, sere_n,ta class1c_a. ultime quelle degli scolii. mezzo a noi, musicale e ae~ca .. d d 1 t Intanto è da salutare con qu~l _tanfo ohe la rende 01:3 rn- contrato - mi lio procurato - icevo a mos ra_rs1 - equa- La clutarra, de! ptcaro è l'al- gioia questo rinnovato rigo- v1stb1lc e candida. ora aflerra- ferite ..., e La mia vit" striscia ment~ - rse no\ mtegra ntlla tro,t"spett~, I alt 1 ra iacc,a dello 'TTORE l'ARA'l'ORE bilissima e sensibile aUa realtà, l;ntu - 11eUa ossa. vipern cm- proplla emmm, e e poe ica seri tore:_ a ma rncomca e sel- E ____ trasfigurante e precisa allo aele - pronta al morso e al essenza. . vagg1a g101a della carne, el- stesso tempo, volta ad acco- veleno. ELIO F. ACCROCCA vaggia nei suoi elementi pri• (continua a. pag. 7) mi, la morte, l'amore, la vita menti moralistici ostentata- latini. Colla sua netta determì- mente esasperati e soprattutto, nazione della categoria della per il tondo intensamente esi- •letteratura. accanto a quel- bizionistico di tutta la sua tee- la della • poesia•, il Croce nica - nelle s,ohiere delle de- aveva voluto allora integrare boli teste facili ad infat,uarsi in il suo metodo crilico, richia- RASS·ltGNA DI FILOSOFIA A (~l'R.l'. Dl'LUl'11 (tUÀT'IR6CCBI * LoSpiritualismoe il Risorgimento quel sordo, ma assiduo rime- mando gli studiosi alla neces– tcolio di idee. di sentimenti e sità di non trascorrere brevi di fedi da cui è caratterizzata manu alla condanna, totale e la plurisecolare crisi religiosa senz'appello, di opere non ,tra– E: sociale del mondo antico: sfigurate dalla luce superiore manilfestezionl ohe suscitarono, della poesia, ma pur sempre a lor volta, la satira e la pa- costruite energicamente, e in rodia di poeti e scrittori anti- buona fede, in base ai detta– chi e moderni, d~Jle satire mi di una sinceca coscienza eti- Nel 1897, ancora studente al- zione spiritualistica e della or- mine dal fedele seguace del fondamentale problem~ che è orazione dd Damaszypo e dì ca e di una salda esperienza l'Università di Pisa, Giovanni mai dilagante denigrazione di GenWe, Vito A, Bellezza, il quello di salvare Ja assolutezza Davo a certi squarci sign.idlca- culturale: di quelle opere, cioè, Gentile scrisse ='opera, pub- tonalità positivistica; da allora, quale ha dovuto far fronte e nel pensiero umano, soggettivo tivi del Saty-ricon di Petronio, che, pur non potendo aspirare blicata poi l'anno successivo, il volume del Gentile fu al cen- dar soluzione a dirocoltà spesso nella sua base psicologica, sono all'immortale scena delle Hi- al Pritaneo in cui si onorano dedicata a Rosmini e a Giober- tro di ogni ulteriore polemica sconcertanti. Il !ib,o, però, è condotte in tale tonalità da de– storioe di Tacito, in cui Muso- i capolavori, costituiscono un ti. La pubblicazione costitu, un sul1'800 e sui due grandi espo- rimasto sostanzialmente lo st.,s- nunziare una sostanziale ado– nio Rufo si ia espellere a pe- insopprimibile episodio della evento rilevantissimo, per gli nenti di esso, e ancora oggi non so, ed oggi vale soprattutto co- sicne. Meglio riuscito. fra i due date :tuori dal campo poS t o alle esperienza culturale di un po- sviluppi successivi non solo ha perduto, a quasi 60 anni cfi 11:e _documento di ~na pagina saggi, pare quello dedicato al porte cli Roma dalle feroci l~- polo. Era - come sempre nel della storiografia filospfica ita- distanza, vitalità e presa cri- s,gn1flcativa nella vicenda _del Gioberti, e pagine di gran chia- gioni d'Oriente venute a stron- Croce - un sano lavoro di liana, ma della stessa specula- tica. nostro moderno pensiero hlo- rezza sono quelle sull'intuito bc1'1i' per molti secoli, forse, possa rappr sentare • un atto armonico e intelligente di sana filosofia in generale e cristiana in ispecie • (p. 296). Asserzioni del genere denunziano una sola parziale atten.zione aJl'elemen– to storiocistico che ci porta a parlare, appunto. di una storia del pensiero e non di un pen– siero ìp assolutCl, di una storia: t'i cui anche la sistemazione del Gioberti è testimonianz:a, nel suo tempo e per le esigenze sue e del tempo che fu suo. che scorre, la slruggente bel– lezza delle canzoni che passa– no (• Presentimento del dolo– re»: It vino splende sempre nei galloni - la tua c0Ua11a è festa di colori - la tena dd ·miUe suoni come la m,ia chi– tarra, - 1na da quali segreti - odo una corda clte mi dd dolo,e?); una sorta di ubria– catura perenne di vino, amo– re, frutti trafugati, vagabon– daggi, notti stellale. Non c'è nulla, al di là, Que!Jo di Com– pagnone è il canto dell'ultimo pagano. Il • picaro > ( Garcìa Lorea non c'entra: come potrebbe, lui che aveva della vita un sen– timento così religiosamente in– tenso?) è tuttavia la rappresen– tazione emblematica del ribel– le, dell'uomo allo stato di na– tura, senza sovrastrutture di ca~attere metafisico, Dice la breve lirica che apre la rac– colta, e Solo il vino •: • Il ,nio sangue e questa chitarra - non siamo creature di guerra. - Solo iL vino ci arrossa le ma– ni. - Ci basta i! sole che in• care il principato vitelliano. chiarificazione, ma in vista di . . . . fl fino all'episodio (e mi si ~er- quel ristabilimento dell'equi- z10ne, 0e d1 Jl m po1 avrebbe l\'ln l'opera rappresentò qual- so co. conoscitivo; ma, nell'insieme, doni l'acrOibatico salto) del- librio contro tutti gli eccessi, av1:1to m Genhle_ uno d~t ca1?1- che cosa di alJ~o, in seno al Ancora su1;1·aoo italiano è non appare siano su!tìcienti i l'Aph,odite di Pierre Louys. in che costi tu i l'ideale costante tali protagomstl. Nel! ambito PC?Siero speculativo vero _epro- apparso, quasi contemporanea- presupposti chiariti, per giun– cui un mozzorecchi dello stoi- dell'ultimo Croce, anche se -della sto:iografla, quel volllill:e. prio dello stesso G,,mtìle, 11 mente, un volume di Carmelo gere alJa conclusione cui il Li– cismo spicciolo snocciola la spesso la rettifica era volta determmo come nessun alt1·0 11 quale allora pe_r la prm1a volta Librizzi, dedicato a Lo spiri- brizzi perviene, che cioè la si– sua brava consolatoria ai piedi proprio a danno dei sommavi- risvegli_o éfell'interes~mento per ebbe_ modo d1 fissare alcunl tuaLismo ,eUgioso nell'età del stemazione filosofica del Gio– della croce su cui agonizza una menti provocati dalla ua fer- lo studio del Gioberti e del Ro- punti, chE·. lll';'ffi1'1ano _sm da Risor"•mento italiano (Catania. giovane schia'V'S condannata a vida opera prima. smini e di tutto il nostro '800 allora la direttl\·a su cui I?oi s1 • LUIGI QUATTROCCHI doTa - erbe ed occhi di cani•. Dove l'estrema semplicità del racconto non dà adito ad equi• voci, non gioca sull'oscurità del dettato poetico, ma si presenta con oneste carte, senza ambi– guità. Le trentanove liriche (qua– si tutte brevissime, ma essen– zializzate, senza tuttavia al– cunchè di ermetico) dànno un compiuto ritratto del « picaro•, nel quale certamente lo scrit– tore stesso si identifica, talmen– te spontanea è la vena del can• to, priva di cerebralità. E' un inno alla vita che prorompe con lo stesso impeto di una laude, troncato tuttavia, talvol– ta, da un aspro arresto, come da un dubbio che si insinui in quel canto a gola spiegata. E' (orse la disperazione, come in e Onori a mia madre>, una delle liriche più belle della raccolta, dove la realtà della morte quasi pietrifica le ton– ti stesse delle lacrime, impedi– sce il dolore: • ...La sua m.e– moria ha perso il mio 11onLe. - La sua memoria mi ha per– so come fossi cadu.to in fondo a un fiume •. E ancora, il fi– nale nel quale si agita un bri– vido di consapevolezza: « ••• Sei !'orgoglioso silenzio del– l'eterno - fiume, la fine - de– gli spaventi e degli occhi, un Tegale - inaccessibile cuore al– la mia voce •. E questi ultimi versi, sebbene sollanto questi ultimi, eguagliano in purezza quelli della notissima poesia e La madre • di Ungaretti. Ma la gioia si libera ancora in canti di vita, o nel ricor– do: in questo senso. esemplari sono le poesie della terza par• te, • L'autunno •, con quel ri– meditare il tempo trascorso ascoltare la pioggia, illuminar~ si al ri~ordo delle notti di lu– glio, delle ragazze amate, del– l'uva rubata sui tralci·. Cosi passa e trascorre. nei versi dì Compagnone, tutta la esistenza del «picaro• ribel– le, in un progressivo diminuen– do della vitalità, in una consa– pevolezza ironica - ma nello stesso tempo struggente - di quel te oro che sfugge dalle mani giorno ?(?r ~iorno: la vita. Consapevolezza. abbiamo det– to: prova ne sia l'ultima lirica della raccolta, e L'ultimo canto del picaro •, anch·essa !ra le migliori del libro; nella quale esplodono tutt'insieme ira e amore, ribellione e impotenza di sopravvivere, nostalgia e s~rcasmo. E' un supremo, poe• tlco sberleffo alla fine di tutLi i valori; in esso si innesta la tragedia di quell'esistenza che non può più nemmeno crede– re a se stessa: E siate benedet– ti dal mio Tiso, dai ghigno - nato una notte che !a mia chi– tarra - di.venne ira e sarca– smo ed io fui mo·rt.o - al mio cielo, un ucceUo - catturato per fame e per sete. ANGELO PAOLUZI morte dall'etera Bacchide. Ohe Se ln Giovenale ebbe a rav- risorgin 1entale, poco apprezzato mo-sse. • La .~losofia,. sc~!veva Istituto universitario di Magi– po.i il ,piccolo 2-otolo delle sa- visare uno dei più tipici esem- e pertanto da quasi tutti poco allora nelJa Prefazione del stero, 1955, 8., p. 301). Il titolo, tire di Persio a'bbia avuto, a pi di • letteratura • nell'ambi• conosciuto. De quel libro nac- volume, è "fonna" non "con- io realtà, non risponde piena– poca distanza dalla morte del- to degli autori latini, il Marmo- que una nuova interpretazio- tenuto" mentale, e se essa ha mente al contenuto dell'opera, l'autore, editori della forza di raJe volle invece adqitare nei ne, immanentistka, idealistica, pure un suo contenuto - come che potrebbe sembrare uno stu– un Cesio Basso e di un Vale- momenti felici dì Persia un chiaramente polemiCll nei con- certamente lo ha - questo è dio à'insieme su un aspetto del rio Probo e alle soglie del Me- passo più avanti cioè la con, fronti della usuale interpreta- l'ipostasi trascendentale della Scorre la • vita nel silenzio dìoevo Ja recemio di Trironia- ' forma. secondo un concetto nostro pensiero nel secolo scor- no Sa•bino e una popolarità ec- della forma o categoria kantia- so, e invece raccoglie tre mo- cezionale in quei secoli più L I' rl T na, sul quale abbiamo insistito nograi\e rispettivamente dedi- scu.ri attraverso gran numero tt t I nel corso di questo libro. E pe- cate a Pasqua,le Galluppi, ad cli ~anoscrittl e di scolli, è e era ( '1 r'e '1 re V I so rò chi pretende dalla filosofia Antonio Rosmini e a Vincenzo spiegabile in base a !acili con- (1 (1 la quantità dell,e cognizioni Gioberti. Il titolo riscatta, da siderazioni: le alte amicizie di concrete, noi diciamo che 1 - cui il giovane aveva goduto in ignora che cosa ella ia, e qua- altro lato, la sua solo rcla ,va vita il riguardo da cui la sua * le bisogno dello spirito sia pertinenza, in quanto serve a {antiglia era circondata. e poi chiamata a soddisfare. Ma que- fissare il filo conduttore che le- - per la !ortuna goduta nei sta forma del sapere, questa CO- ga l'uno all'altro i tre saggi. La te~i successivi - il_ c?lorit~ di GllJS#<,PPE 1JJESIRCA scienza è essa stessa iorrnazio- novità più rimarchevole, nella i:nplacabllrnente moral1Stico dei ne, e quindi vita storica, nella interpretazione che il Librizzi suoi componenti e l'o~urità Non so se dipe::ida da u11 t.empo1"Gnea. Dei cinque pae- quale ogni grado riassume in fornisce, è costituita dalla i:n- del dettato in cui Pers10 era ti 1 ·t . cli lt saggi· esposti·, qu·"' clip1'nt1· dJ sé tutti i _precedenti: o essa è clus·,one p1'ena o'el Galluppi in riuscito a ravvolge.re le sue par co are cn eno sce a recente l1an110 "'""una u·nsoli',• ailalto inconcepibile. Perciò seno a quello .•p1·1·1·tual1·smo d'1 scolastiche elucubrazioni; per seguìto dei componenti la giu- ~ fil fi . d 11 fil fi , chè _ cou,e ebbe ad ossel:'varè ria di accettaz;ione. oppure, e freddezza, e rivelano come il oso a e st0 ria e a oso a carattere religioso cl1e alcuni ~rgutamente Concetto Marohe- questo è mc.no cr<!dibile, degli suo accurato descrlttivismo sono una stessa cosa: e la ri- interpreti, il Gentile ad esem- sl . _ spesso 1 - testi entichi ihan- stessi espositori, ma è certo non sia stato sufficientemente cerca puramente erudita perde . . d' 1 . 1 s che la III Mostra provincia!~ trasposto in quel clima elegia- ogni suo valore e pare operà pio e ancor prima I ui O pa– no .goduto di und,1roi1;: pro- d'arte di Treviso sembra nata co che ha costituito sempre ;j . venta, stentavano a riconoscere, porzionato alle ..,, co ese- fascm· o della sua p1'ttura. Al- oziosa s1ùle fantasticherie tra- a piene lettere, anche in Rosmi- getiohe da loro suscitate, in sotto i seg:ii della monotonia passate· e d'altra parte un ten quanto la presun.~osa addità Fatto mcreclibile, quando sù tr~ttanto può clirsi di SHv:io t ti ' · - ni e in Gioberti. Il pensiero di dei puri grammatici era &l.llgo- pensi che in questa città sono Bottega!, di Bruno Darzino e a vo cli speculazione, che non Pasquale Galluppi è ricondotto larmente stimolata a far t,ella nati e hanno lavorato Arturo di Renzo Biasion col suo de- si fo nd i nella st oria rimane cfel alla tradizione aristotelico-to– mostra delle sue attitudini di Martini e Gino Rossi, due ar- pisisieno paesaggio. tutto eS t rinseco alla vita gene- mistica, veduto quindi come fronte ai tnrbocchetti di un tisll.i tre i più inquieti e vivi Soltanto tre giovani fa.nno raie dello spirito e sì .Pe rd e per realistico; il valore dE:lla sog- linguaggio irto di minuti 1 pro- della nostra epoca. spicco fra tante prove medio- l'aria inascoltato come VOC'eso- gettività umana nella conoscen- blemi semantici. In:fattl e as- cri. e c.ioè Coletti, Tommasini litaria e insignificante. Da que- za è situato in questa cornice sidue trascrizioni delle SatiTe Gran parte dei quadri qui e Batacchi. Nando Coletti è un sta profonda persuasione della di oggettività, al di fuori quin- Ji Persio e il travaglio degli esposti (e sono tutti J)Qesaggi, colorista pieno di risorse. Le necessaria immanenza della fi- cfi dai presupo_osli sia della fi– esegeù non potevano compiere come se mancasse il flato per S'Ja pittura, ricca di umori, losofla nella vita, e della sua losofla empiristica sia della fi- ~ut~ffc<;.01~0:;iatr!f~~;~~ ~~ ~=::r~ t~:q1llefige~~cit;~ i~~i, l~a u/!~gì~f:rii~!e SX:i''. essenza storica, siamo stati ispi- losofla idealistica e kantiana. La loci communes del più frusto zionì. condotte con meno mcr- dezza d'impianto e una felicità rati nello studio dei due no- interpretazione proposta dallo repertorio diatribico, manipo- bida e disinvolta, senza appro- di sintesi davvero ammirevoli. stri maggiori fllosofl •. C'è qui Spaventa e poi più O meno ac– lato colla tipica acredine dei foncliment.i né spunti vivaci, All'opposto cli lui. Nino Tam- già, il primo germe, l'attualismo cettata da gran parte della sue– predicatosi cinici usi a battersi dai risultati piacevoli, ma dì masini si muove in un mon:lo di Gentile, 0 meglio sono ac- cessiva .•toriogratia, per cui il uei trivi, sì clle in bell'umore una modestia irritante. Per lngen1:10 e favoloso, con una cennate le esigenze che poi Galluppi' e· ancorato più che a potrebbe spingersi a supporre non intorbidare questo clima matrtena «ffipovtera ,\ mh e b di àìedero vita al sistema con cui .:he il sai nigrum profuso da d' Arcaclia mancano perfino es ema ra na ezza e e en . . , . ogni altro pensatore a Emanue– Persio nelle sue scarse pagine gli astrattisti (le tre o quattro si adegua al suo linguaggio Gentile si è afl'. d ato a.la st0 na le Kant, viene esp1essamente e sia un effetto del mal di st0 - opere non figurative presenti dalle sottili evocazioni. Fran- del pensiero. ripetutamente rigettata. maco che, secondo la biografia. li t 1 te · B hi ~ · 1· i · d' Q 1 1·b d 1t· · · lo avrebbe spinto prematura- a a mos ra sono re ega ID co atacc , enwo l ,m il , ue I ro, a mo 1 anm m- I due saggi sul Rosmin:i e sul mente a morte. angoli remofi). un inte 1 llig1fte de_co':'ativ'..:;m3: trovabile, è stato ripubblicato Gioberti procectono invece sul Ma un purtts grammaticus Anche Nino Springolo, iJ s~ avva e preziosi . accor ' ora in seconda edizione (Ro- binario dl una consuetudine in- t il •tiu più illustre dei pittori trevJ- d1 colore per conferire al1e • . G' b t· S . t . non è certameci e sensi e e .,mani sembra respiri le stessa sue immaain:i un accento mu- smtnt e w eri , aggio s ori- terpretativa, che ha continuato acuto critico che quindici anni aria ;onnole..'lta. Egli non è mai sicale o co sull.a filosofia italiana del a vivere, e an:ri polemicamente or sono scese nell'agone con un h · Nel· '-ianco e nero sono da Risorgimento» - Seconda Ecli- si è rafforzata anche dopo che grosso saggio, edito dalla stato un artista e e riserva ., Z tt 01 . S ,.Nuova Itlilia • di Firenze, per grosse sorprese. Tutta la sua ricoFdare anu o geni er• zione riveduta, Firenze, Sanso- Gentile e la sua scuola avevano riaffrontare tutta la problema- opera, in llD lungo giro d'anni, gio e, SOJ?rattutto,. Arma nd ~ ni, 1955. 8., p. XIX-327). Gi,à operato il loro tentativo di ra– tica relativa a Persio e soprat- si svolge l~nta ed elaborata, Buso c~n i suo_i d1Segm cosi l'autore aveva pensato a una dicale innovazione. nel campo t di con coerenze co.stante, colma ,:,unl(entl e p1en1 d1 arcesmo .. tutto per ten arnf undifame ui di finezze ., cli poetiche i.'ltui- Nella scultura. carsamentc seconda _ed1z1one, _e av~va ap- dello studio dei due preminen– tata ed equilibra a esa s rapprPsentata, s'impo.,gono ron portalo, m appunti, vari emen- ti pe:,s.atori. Le stesse critich~ 1:iano dei valori artistici: Enzo zioni.- Un posi-impressionista, facilità i ferri battuti di An- clamenti,al primitivo testo. Ora, che il Librizzi muove all'una e ~~f:°~~~eettiilmse~~t:;f 0 rz~o~ot~ ~~~n:o~c:::ac~~i~os1/~!~ ~=: tonia Benetton. a ,·ari anni dalla morte, l'im- all'altra filosofia, come insuf– l')ronato da successo, per la fin~to nella pittura veneta con- GIUSEPPE JIIESIRGA presa è stata p1Jrtata a ter- :1c1e11h alla soluzione del loro * di GIOVANNI GIUDICI Chi trovò le sue· vene riposò: a un rigido trapezio capovolto non di qua né di là dal punto traggono i pesi d'ogni parte al quale un istante' è l'acrobata, e immobile all'estremo che fu nei .desideri prodigip di non compiersi e gia era non più attesa ma gioia, come chiedere l'indicazione d'un ritorno al luogo della tua ignota origine, il tuo transito per una buia bussola al nord-ovest? Scorre la vJta nel silenzio (vita tua, vita d'altri), un frangersi segreto di cristalLi invisibili, d'arterie calcinate al tuo cuore: così muta un grembo se lo sfiori, -timorosa mano, sguardo che indugia (non è più quello di prima). e dici: è un aitro ,grembo • che in te speravo ... Mutano i riccioletti d'una nuca se vi serpe.ggia un filo e folli tremano di freddo quando il mare allarga occhi di moribondo, ed è già sera, al vento! Chiamalo argento, se tu vuoi: ma l'ombra sottilissima, il turno ch'è una frangia contro il sole sui ponti delle navi, le perle che si sfilano e la grandine , • breve che ne pre<:ipita, in che nome -tu pot,rai riconoscerer che' depi·ecavi in altri era gia tuo: non sai se a'mor~ meriti o p,ietà L'errore (certo non_ odio), dovrai poi deciderlo. La tristezza çlel padi:e è tua e il suo volto stanc9_ che odiavi, aspetti il tuo momento per raccoglie,.rne ì gesti, abbandonare un'opera impo sibile: ti vela la gola una raucedine, la stridula voce che parve d'altri ed era voce di te, dove s'ingorgano parole impure che dieesti, anche la vile urniltà d'un peccato solitario. Guàrdati com~ in uno specchio: l'immagine deforme che risponde senza tregua per te da una convessa calotta semisferica ... è tua E potessi scoprire in te un'effige nuova, luce. suono. accento, seguirne il Ilio fragile nel sentiero dei vetri frantumati, nella piena invernale d'acque il battito dell'orologio a un polso d'annegato, sarebbe forse il segno, l'ora immobile convenuta da sempre. Non ti basta questa fioca certezza ad un impegno che sia compiuto in sé, ohe non distol&a lo sguardo indietro o dubiti per poca luce della tua strada? Un'altra cerchia q_i monti. un'altra ca a ti riscalda o ti chiude, confinato a distanza imprendibile e non te riconosci nel volto ereditato, magra sorte ai tuoi 6.gli: non t'è dato il tempo d'evitarlo che già l'ami. Negarlo non ti salva: è uno straziato idolo, un grido all'apice dei nervi dalla fonda voragine - Io sono! - al calore Vlibratile d'un gµscio d'uovo al quieto fervore d'una lampada. Ti credevi diverso ed eri uguale. Ivrea, giugno 1956. N. B. - V. 1: cfr. San Giovanni della Croce, Afo– rismi: « O dulcìssimo amor de Dios ma! conocido/ el que ha!!ò ms venas, desc~nsò ». Vv. 3-4: cfr, Dante, Inferno, XXXIV, 110- 111. V. 25: cfr. Sbarbaro, Pianissimo: « Pei riccioletti folli, ecc ... ». GIOVANNI GIUDICI

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