la Fiera Letteraria - XI - n. 48 - 2 dicembre 1956
Pa"'. 2 LA FTF.RI\ IFTTFRi\Rf,\ Domenica 2 rliccmhrt> 19S6 "Lo scrittore dmdire larnrità,, Scultura, di Raul Vistoli PREMESSEDI MICHELEBARBI PER UN VASTO LAVOROAVVENIRE * e rappresaglie per un solo sospetto, r,.r– mate (il 13 ottobre;, dimostrano in modo evidente che la Rivoluzione degli intel– lettuali e degli opera.i era orma, un fatto deciso (cosa che esclude una volta per sempre la tesi circa la controrivoluzione fomentata da elementi fascisti e rea– zionari). Perun nuovocommento de la DivinaCommedia Kolozsvarl Granplerre NELL'ULTIMO NUMERO della « Gaz– zetta letterari.i •, in data 13 ottobre scor– so (dieci giorni prima della Rivoluzione) i redattori della rivista rincarano la dose. Se nel campo politico si prende aperta– mente posizione per « un fronte popolare, ma sincero!> (articolo di Zoltàn Molnàr), ed in quello letterario si decide di Id– quidare tutti i concetti cari a Zdanov e validi nel recente passato (vedi l'arbicolo di fondo); sul piano economico si de– nunciano cose ancor più gravi ed impres– sionanti, ora in tono sarcastico, ora pro– vocatorio e sdegnoso. I due articoLi condannano esplioi,ta– mente Ja politica agraria del Partito de– nunciando il suo totale fallimento con dati statistici alla mano. In uno di tali scritti (titolo: Cotone, pianta po!ttlca) la cut coltivazione in Ungheria è una vera follia, viene a costare alle Aziende agra– rie stata'1i circa 1200 florind al kg.; e ta)e coltivazione deve rappresentare per il Partito una « bl'lllante affermazione nel campo della nuova politica agraria». Emi! Kolozsvàri Granpierre, noto roman– ziere e saggista, passa alla valuta:mone del realismo socialista neUa letteratura, prendendo lo spunto della « pianta poli– tica (deftnii;ione data a questa da un In– genuo contadino) che come quest'ultima « costa molto e non rende niinte •· E così conclude: « Non estendo il mio g,iu– di:tio sul realdsmo socialista dal punto di vista estetico, perchè confesso che non cl ho capito mal come non l'ha capito unai nessuno! Si può comprendere il cubismo, il dadaismo, l'espressionismo, lo stesso esi– stenzialismo, ma ho del dubbi fondati che il realismo socialista « l'abbia capito un solo uomo, Zdanov » ma lui ha portato con sè nella tomba il suo segreto ... ». s Tibor Déry IL 13 OTTOBRE '56 la « Gazzetta Let– teMI'ia • pubblica anche la lettera di un operaio meta1lurgico dalle Officine di Csepel (già Mattia Ràkosi) dal titolo: « Perchè tace l'operaio di Csepel? ». L'autore di questo arbicolo rivela il cli– ma di terrore, di delazione e repressioni. creatosi nella sua fabbt,ica, le sue affer– mazioni e denuncie circa i licenziamenti Nello stesso numero viene sferralo un attacco spietato contro i dirigenti comu– nisti che godono troppi 11rivilegi ed han. no perduto ogni contatto con la massa lavoratrice e « alle cui mogli non piace andare dal parrucchiere se non hanno a loro disposizione macchine lussuose» ... si indica inoltre come esempio da imi. tare il recente decreto legge approvato in Jugoslavia destinato a frenare i pri– vilegi dei dirigenti di quel paese. Vi è riportata anche un'intervista di Lukàcs che il filosofo ha concesso ai giovani per rispondere ai loro dubbi e problemi. ma che è di scarso rilievo. Lu– kàcs, come al solito, conserva la sua cau– tela e non dà risposte troppo impegnabive; tuttavfa dà un giudizio positivo sulla discussione svoilasi al Circolo Peti:ifl. Tutti gli articoli della « Gazzeb\a Let– teraria• chiedono al Partito la rfabili– tazlone degU scrittori espulsi tra cui quel– la di Dèry (comunista fln dall'epoca di Bèla Kun) che viene poi rieletto con voti unanimi presidente della Federazio– ne, quasi in sfida al Partito. In conclusione: l'ultimo e il penulbimo numero della Rivista tetteraria ufficiale comunista di Budapest, usciti a.Jla vdgilfa della Rivoluzione, contiene denuncie su denuncie di estrema gravità ed audacia, quasi che gli scritltori ungheresi si fos– sero votati tutti al suicidio: il loro foglio é la condanna generale del Partito, dei suol sistemi, del suoi dirigenti, de!la sua politica economica, ecc. Si insiste su!la n.ecess!td di creare un fronte popolare de– mocratico e del ritorno di Nagy e gli art[. colisti. eccettuati uno o due sono t-u.tti co– munisti scrittori premiati del Governo e da StaLin. E come anche gli uomini delle scienze fiancheggino gli scrittori è provato da una lettera inviata dai professori del– l'Istltu,to di Studi •leninisti a questi ultimi, in cui, chdedono scusa per aver il loro organismo deplorato e calunniato in url esposto indirizzato al Partito « aJcuni dei nostri onesti scrittori comunisti>. I fir– matari si dichiarano ora perfettamente d'accordo con la linea di condotta degli scrM,tori e a,ttribuiscono il loro errore « al clima di sospetto del passato> ... 9 In occasione dei funerali di Rajk e r.ompagni lo sdegno degli scrittori è me– gtio espresso in queste ri.ghe del poeta Gdbor Devecseri (fervente comunista) : li bambino dirà dopo la marachel- na commessa: • Non lo fa•ò più!• Ma qui, oggi, le parole sono come specchi senza riflessi, guai a noi se comincia a saltellare il folle pagliaccio della Paura, il mostro dal berretto a sonagli, di fen·o e fuoco! Lo stesso mostro ~he per mezzo decennio 11ccecò i nostri cuori! Ormai ci fideremo solo di colui la cui anima si è incanutita ascoltando questo canto funebre!. .. GABOR DEVEC ERJ I! tanore disperato ed appassionato di questi versi caratte•izza tutti gLi articoli apparsi negli ultimi numeri della rivista in questione. E - particol,are tragicomi– co - accanto a queste aperte denunce appare il discorso pronunciato al Con– gresso degli Scrittori dal responsabile della Commissione Culturale Kàllai - il 17 settembre scorso - disco•so in cui Kàllai richiama gli scrittori ad, una mag– giore • partiticità ed ortodossia•, ed av– verte che « agli scrittori spettano grandi compiti nell'avvenire •··· 'ELLY VUCETICR L"inestimabile apporto di Michele Barbi agli studi filolo– gici, la sua (erv,da assiduità nell'indagine dei problemi più acuti, d'esegesi d'ermeneutica e metodologia, delle nosl re !et• tere, il suo sollecitante e illu– minante magistero. nutrito di larga dottrina e sorretto da una severa disciplina, ~ebbene riconosciuti e convalidati, me. riterebbero finalmente un'ade• guata valutazione consuntiva, una sorta di bilancio conclu– sivo d'un cinquantennio di ie• deità agli studi che risulte• rebbe certamente attivo come pochi altri, e (econdo per la generazione presente e per le future. soprattutto nel campo specifico della filologia, nel cl i quale le indicazioni e le pro• poste del Barbi ( pensiamo na• turalmente, in partico1are 1 agli scritti sulla • Nuova Filologia e l'edizione dei nostri scrittori da Dante al Manzoni ») hanno posto le premesse indispensa• bili per un vaslis!§imo pro– gramma di lavoro avvenire. Il suo intere!se dominante, come è noto, (u Dante: iniziata la sua produzione scientifica con un giovanile saggio sulla (or• luna di Dante nel secolo XVI, la concluse con numerosi scrit ti sulla problematica dante– sca, apparsi sugli e Studi Dan• teschi• da lui fondati e diret,. ti. ed ora raccolti unitamente ad uno studio inedito su • Al• legoria e Lettera nella D.C., NONSOLOUNAVITA FUGGEVOLE: ANCHEUN ONESTODIRITTOALLAPROPRIAMORTE * LapiccolaTeresaMartin Ci informan.o i suoi biografi elle i! fia11unhtpo Mexence Van Der Meersch morto appena il 14 pennaio 1951 all'età di 44 anni si è occupato di medicina e di letteratura con lo stesso fervore. Per H primo attri– buto fu anzitutto medico di se stesso, perchè costantemente ammaiato, e poi degli. altri, in.– discrhninataniente, c01ne con-– seguente applicazione della sua preparazione professionale ma sopratutto ( ciò die fu la pri– ma sua. proeccu.pazi011e) comt amico consigliere e m.edico dei sof!erenli; per il secondo in– vece fu un letterato che chia– meremo d"istinto o meo!io an– cora funzionale. Egli clt• fu !nfattt u1t isolato. un letterato che non partecipò mai (o non se ne sentì ma! degno) ad al– cuna scuola, utilizzò quelle s1u 1 qualità di scrittore come di 1tn'armq per combattere una sua nobile batt1olia, La quale ebbe soprattutto uno .scopo preciso. Quello di ricreare particolari mondi concreti. , quasi··' prodigio$(. allo •oopo e.,emplatlvo del co,lforto degli altri. I .suol libri infat i a,1cichè denunciare solamentr 1 così in astratto. i! S1LO fertile ingegno, !e :me qualit<l logiche. profon– de. hanno lo scopo di riesami– nare. con tutti gli effetti che ne derivano. le possibilità elle si possot10 trnrre p valorizzare ai fini della frllcltd, della sal– vrzza degli uomini. Que.<ta sua attivitd. o per meglio dire questa sua • mis– sione.», cominciò in lui con i suoi. ve11.t'anni; Quando dette alle stampe !l suo primo libro: Car lls ne savent qu"ils font. e continuò per altri vent'anni ancora (intanto con la sua opera L'empreinte du Dieu rl– mer!tava i! Premio Goncotirt) fino alla creazione dell'opero che, per tante ragioni ha ri– cl,iamato oggi la nostra atten– zione. La petitc Sainte Thèrè– se: la sua penultima fafica conclusa tre anni prima della ma fine. * di ELIO BATTISTINI Questo libro di cui ci occu– piamo quest'ogoi è scritto dun– que da u.,t laico. Non vi si scoprono scopi deteriori, puc• rili, dettati da esigenze par• ticolari, anguste, esagerate, apologetiche. L'opera, prima di ogni altra esigenza, ris·pon– de a quella di u.,ia ottima fa– tica letterdria. Il libro è quello che si dice un libro ben riu– scilo. Chiaro, vivo, sincero, coraggioso, appassionato, ap– passionante; utile soprattutto. Van Der M eersch con que– sta opera cosi lim.pidamente espressa riesce a penetrare te pit, intime sfumatiire della vita segreta di un'anima dif!i– ficilìssima ad avvicinarsi. C/1~ non si è 1nai di mano abba– sta11za legoera e troppo pene– tranti per comprendere e in– terpretare le ragion! della mis– sione di questa fancitLlla sanra che egli fa rivivere per condi– videre inoltre. per amare. per ,offrire (il pitl delle volte) e per riempirsene di speranze infine. le fasi. di ,ma patimen, to senza ristoro che In lei eb, bt fine solo con 1rna morte paurosa, portata allo sgomen– to, al patimento supremo. La vita di Teresa di Lisieu.,: che a quattordici anni entrò nPl Carmelo e t1i mort nove anni dopo. a 24 anni, è fin troppo diffusa. e spesso con estrema S1tperficialità. nella mente di ta11te persone perchè possa essere con.,!derata con q1te! sen~o di realtà che es,a dovrebbe invece richiamare. Ma 1mo scrittore della se– rietà letteraria di Van Der Meerscl,. del suo inipegno mo– rale. della sua con sonanz n ideale con lo spirlto di u.mi! td. di carìtd elle illuminò e t rai11ò su quella sua difficile strada Te resa di Lisieux, con. Qttesta sua opera calorosa e meditata. non pote,,a offrirci un docu– mento più sano, pitl indipen– dente, più pmetrante e dl cons,guenza. pltl edificante di questo. l\1essici infatti in c01nmino sulle onne pacate e sagoe del- la sua. esplorazione, riusciamo funzio1te in./onnativ•1, lo ripe– ad essere informati sulla fami- tiamo. come una sco;>crta, una glia Martin, elle visse ad Alen- grande scoperta. Lr. ,·ui letttL– çon prima e poi a LisietLX, sui ra pusclrà utilt ver tutri. costumi dì questi luoghi e poi Per coloro che procedono da sulla tenera i11fanzi11 di que- ciechi sulle stradt che debbo– •ta creatur a e umplare. fino a no condurli veno l'esito fi– che 1'L01' L / e.ce U S1to ingresso nate, coniunque esso possa ve– ne! Carmelo. rificarsl. Per coloro che con- ., Perchè il Carmelo? Per st,mano, ptLr .,enza a.ppPtito, al– noi - commenta l'autore di nieno due bistecche, pur di non quesro libro. - Per salvare più permetttre agli a!tri di a,sag– anime con la preghiera. che oia.rne neppure mezza. Por tut• con l'azione. Gli increduli - ti coloro che scrivendu cose del cosi conclude infine - rico- tutto maroinali fn bella calli– noscano che. se questo è u:n ara/ia. cercano di ingannare la errore, esso è infi.nitmnente ri- ingenuitd degli a'trL f'er tutti ,pettabile poicltè proviene da coloro che vivono perfcttamen– ttn cosi puro desiderio dì far- te nella lettera della morale ci d{'l berne. E si dontandino P. ne eludono, i.napassibilmen– Quind! se per caso la piccola te. lo spirito. Per lutti c"loro carmelitana non sia riuscita. r1le sognano. in QUPSto ,non· dol fondo del su.o convento, a do che non hanno &aputo ac– recare agli uomini pitl luce e cetrare, di auere il J..,rivileoio consolazio1H' che se non fosse - ed essi soli - .li onda rne rimasta 11el fitto della mi- ad occupare 1rn altro sul pia– schia ,,. neta Mane. Per ruu, coloro Il libro sepue passo passo. che nella violenza e nella esclu– su documenti sicttri, attint~ dai sivitcì dei loro 1.1ppetili e ca– biografi della Sahta (I suoi fa- 1,ricci vorrebber o ir ,nora re !e miliari. le comp~gne del Car- 'ragioni alla vita d.eg 1 i altri, Per me!o, i C"7'fess~rt) ti<tti coloro che cre do,to trop• 1 ere.,a infarti e passata s~l- po nella loro hfallibilifà e per la urra. sta pure per brevts- quelli che 110n crèdono in nlen• sima stagione. a prov~re. la te e hi nessuno. Pl•r rurti co– grandezza, talvolta. d.~ll a":imo loro, soprattutto. che nnn hatt– tonano quando partecipa fidu- no mai sospettato che ,i debba cioso de~li a_ttributi, dell'eter- vivere t·on la preoccup azione 110. Certi ep1sod1 dt crudeltd parsimoniosa di dover.si guada– al quali I~ Santa ha dov~to sot- on.are giorno p er gior no non tometterst (e spieg~rselt nella solo la vita fuggevole ma an– mLnl.iore delle maniere, e uh- lte un onesto diritto alla pro– lizzarli ai fini del tutto ant,- pria morte. E clte 110,1 hanno tetici rispetto _alla lor_o realt~: mai pensato. come accadde al come elementt provv1<1;enz1~h. J-:etrarca dopo avere scalato fa– come le sofferenze patite fino flcosamente la cime ,iel Mon– all'tdtimo olonto dtlla sua vi- te Ventoso. che rv,omo zoolo– ta a causa della incompren,io- gico può sembrar• a!10 appe– ne della Superiora del Carme- 11a un cubito a confronto con lo, la Madre de Gonzague. la l'anima: a patto che 110>1 la si incomprensione delle stesse sprofondi 11e!la turpitudine del compagne di comtmitd. le Ti- fanoo. serve de( si:o confe,sore) han- _Alla q1iale affermazione !a 110 contnbmto. ~er. cont".appo- ptc~ola Ter~sa, p1tl 1nocnua, pitì sto, a creare n~U ani_mo dt Que- mdifesa, dt gran !unua meno sta creatura dt el~zwne la m,- dotta del Poeta e3tetizzante oli $Uro del suo prec1so proora,n- fa eco con una esure,siQne an~ ma. la strada _alla sca_lata del che più saggia e pitl nuova del– -~uo hnmancabtte verttce, che la ~tLa. fu la , santit'ò. '· . Ella ha scoperto infatti che E s~nta lo fu Tere~a M~rtln, , Il Regno di Dio è dentro di Un volullle di disegni di A~tonio Calde1~a1~a perc1Le non st Iascto mai .so- noi ... praffare nelle fatiche del suo programma. e sempre tese al mo ideale, alla wa meta che non veva i fondamenti in que• sto mondo. ma che pure in ELIO BATTI Tli'.I GBAì\°A. per !"editore Sansoni a cura di Mario Casella, con 11 titolo • Problemi fondamentali per un nuovo commento della Divi– na Commedia "· Questi scritti non o(!rono invero autentic1 motivi di novità rispetto ai densi, e taluni fondamentali, scritti precedenti. e allo stesso •Profilo• di Dante <• Dante: vita opere e fortuna•) scrit– to per l"Enciclopedia Italiana e poi pubblicato in un volume che lo stesso editore ha ora ristampato. Vi si rilevano p1ut,. tosto. oltre a ribadlment! di idee già note, alcune ulteriori esplicitazioni e svolgimenti succeosivi del pensiero dello studioso, maturati nel vivo del dibattito critico. E" comunque un quadro d"insieme su!ficien– temente chiaro ed utile delle proposte dell'autore in ordine ai fondamentali problemi cri• lici agitati attorno al poema Riguardo alla querelle sol• levata dal noto saggio crocia– no. che poneva in termini dra• stic1 un problema già da tem– po sentito circa i rapporti tra poesia e struttura nella Com• media, l'atteggiamento del Bar– bi !u notoriamente di grande equilibrio: egli reagì contro la rigida distinzione crociana, ma non incorreva nell'errore di altri che. ignorando il ri– ultato poetico, consideravano la Commedia alla stregua di una summa storico-teologico– politica. Egli giustamente ri– teneva non esservi dubbio che e i due propositi di far opera poetica e insieme pratica sor• gessero insieme in Dante co– me bisogno insopprimibile del• lo spirito, tanto da !argli ab• bandonare il Convivio, dove i fini pratici avrebbero potuto essere ugualmente soddis!at– li •. Co i, pur non avendo del tutto chiaro il valore della struttura nella genesi del poe• ma, considerata come storia interna della poesia della Commedia (fu chiarito bene dal Russo), lucidamente pe• rò intuiva che • parlare di romanzo e di poesia ( e roman– zo teologico• è l'arcinota de– finizione crociana) come cose pensale da Dante distinlamen• te non si può; e quel -suo ro– manzo non è solo struttura: è il suo mondo poetico che prende forma appropriata, la sua forma•. Questo modo dt intendere la poesia della Com• media rispondevfi al suo in• nato sen~o del concreto e a quello .ohe l:'otremmo definire il suo tllummato radonalismo esegetico. su cui saldamente riposava il suo rigore o metodo critico, rifuggente da elucu– brazioni astratte e tutto volto all'accertamento pel vero en– tro i limiti preci i ma sicuri d'una filologia che involgeva tutti gli aspetti della poesia dantesca. Cosi, egli .non disde· gnava la critica estetica, ma a ragione a[fermava che e una critica estetica senza il [onda• mento di studi storici e fllolo– ~ici seri non può dar buon frutto •. Poneva però !orse troppo )'accento sull'ispirazio• ne e laica > e e umanistica> della Commedia. E' noto quan• to si sia disputato sul misti– cismo e sul razionalismo di Dante, e il Barbi tende forse a scarsamente considerare che anche il misticismo era una componente essenziale della spiritualità dante,ca: mentre tende a considerare sempre in una luce terrena e Stretta– mente çontingente anche gli interessi religiosi e metatem– porali del poema, persino nel Paradiso, ch'è sì ancora cosi pervaso d'interessi umani, ma, come nlevava acutamente ù Mom1ghano, ha pure il valore d'un miracolo~o 1llncrar10 del– f'uomo a Dio. Premesso dunque che e .. o– prattullo importa nei nostri studi intendere la poesia di Dante,, il Barbi assumeva una posizione d'equilibrio e di mcdietà tra le estreme ten– denze, respingendo insieme le sottigliezze Cormalisllche dei critici estetizzanti e le devia– zioni di coloro che • attrattt da ricerche collaterali •, storiche filosofiche e simili - r1cer• che peraltro indispensabili - e finiscono con l'attribuire ad esse un'importanza ecces~iva, come vero fine d'una indagi• ne critica sulla poesia dante– sca; e soprattutto respingeva Ie invenzioni ingegnose, fi.nan• che '"'ermetizzanti loO-, di oeni interpreti d'inesauribile fanta– sia che al seguito del Pascoli han voluto a!iii~urdamente • pe– netrare il linguaggio della Commedia come un linguaggio segreto intelligibile soltanto ~ pochi inziati >. Forse con certo semphc1smo Jl Barbi insiste sulla inequivo• cabile chiarezza dell'espressio– ne dantesca. ma ha ragione di ridurre in limiti e~tremamen• te ri~tretti il margine d'oscuri• tà cl.ella lettera. e d, sostenere, del resto con altri critici ( ad esempio il Pietrobono). che, a parte quella che è ritenu a !"allegoria fondamentale del Poema. tutto il resto fa parte del tipico linguag~io metalon– co e parabolico di Dante, sic– chè erroneamente s1 definisco. no allegorie quelle che sono in realtà [orme proprie del– l"espressione fi~urata e del sim• bolismo di Dante. Equilibrato è anche l'inter– vento di Barbi nei fervidi di• battili sull'ideale politico e religioso di Dante, che è ani• ma e fulcro del Poema. Giu– stamente 0S!;erva, reagendo contro un autentico malvezzo ancora difiuso, che • a voler intendere la D.C. nel suo vero tono !! nel suo vero valore, non giova esa~erare IA moder– nità di certe note politiche e filosofiche •. Occorre dire che la questione Condamentale cir• ca i rapporti tra Impero e Chiesa, e correlativamente tra ragione e tede. tra vita attiva e contemplativa, in Dante. non è cosi semplice come Barbi lascerebbe intendere, riassu– mendo la concezione dantesca in una separazione, coordina~ zione e subordinazio11,e reci– proca dei due poteri nel pro– pri rispettivi domini. Il pen• siero di Dante nel corso del Poema stesso non è cosl coe– re11temente espresso, ma appa– re in complesso oscillante n(' le argomentazioni cont;aric del Barbi sono, a nostro avvi– so in tutto convincenti. li Bar– bi però coglie in sostanza acu• lamente la complessità dell'at• teggiamento dantesco nel qua. le i due termini del binomio non risultano mai veramente in antitesi ma piuttos o in un accordo che volta a volta si chiarisce nella sua natura e nei suoi limiti; e tocca il pun– to vero della questione quando nota che • la Commedia non è né un'apologia della (ede né la dimostrazione d'un nuovo sistema etico.politico: è una grande opera di poesia, che scaturisce da una dottrina ani• mata d'intensa' passione e tut• ta volta al generoso intento di ricondurre il mondo sulla buo– na strada, a vantaggio degli uomini che ci vivono e a mag– gior gloria di Dio•. GIAN ·1 GRANA A proposito di Antonio Ca!: derara è stato detto che i suo, disegni hanno una particolar~ caratteristica: mentre quelli de1 pittori In genere ,,;ervono co– me studi (impostazione compo• sitiva. approfonc!Jmento di par– ticolari. ecc,), Caldcrara arriva al disegno dopo avPr dipinto una fhtura o una composizio– ne. « Non si tratta <•cri ve A. Pica nel commento ai disegni di Calderara. recentemente e– diti dalla «Conchiglia» di Mi– lano) di disegni preparatori o gratuiti, non si tràtta di im– provvisazioni o di rapide nota- * di GllJSEPPE doni. e nemmeno di segrete ri- ancora il suo disegnare che in velazioni di uno spirito impe- un certo senso vorrebbe con– gnato nella prima avventura eludere in bellezza un decen– della creazione. di una !anta- nale travaglio pittorico portato •ia $Ul punto d"impennarsi. di avanii con un impegno e una una poesia al primo inebbrlan- !ede che vietavano all'artista te contatto con la grazia~- Si dJ accorgersi d'esser solo sulla tratta, invece. di una depura- strada Intrapresa. questo mondo aveva !l campo della sua operositd. della sua espressione. E il s110 program– ma fu concepito e realizzat_o _i~ eo. che l"ùttimismo di Calde- cioè nel modo più astratto (ove termini semplici e accessibitt. rara non è mai !ine a se stesso; si voglia rimanere nel peri- 'Confesso di desiderare quel– ma si arricchisce. via via, di metro proprio alla fantasia) di le ferite del cuore, quei col– variegati accenti che lo ren- esprimersi. Il segno impalpa- pi dì spillo che fanno tanto sof- La Fiera Letteraria nel 1957 dono quanto mai singolare. bile - fin troppo impalpabi- ~:'i~! ~uac:bn~hg~zi~~e ': 1r:;i~ Staccata da ogni contingenza è le - potrebbe a un osservatore rito di sacrificio; • Ancorcltè io la !igura che .s"intitola all'E- disattento dar l'impressione parlassi le lingue devii uomi– state: sorprendentemente lega- della monotonia: ma. a osser- zione - che è poi un « appro- Pur ammettendo J"apparte– fondimento ~ - dell'arte di nenza di Calderaro al tonali– questo calibrato e sobrio pit- smo lombardo." e senza insiste– tore lombardo, re nelle citazioni di un Piccio te sono le !igurine di Arabe- vare bene le varie tavole, ci ni e deoli Angeli, se non pos– sco: in Intimitd il senso del- i accor~e alla fine che si trai- seggo la carìtd, sono u,i br?n– l"intimo non è soltanto dato dal zo che risuona. opp<LTe un piat- ta di lavori che hanno ognu- to eclieogia nte. E se pure pro- fatto che le figure rappresen- no la sua raeion d"essere: ,·i- fetizzassi. se pure conoscessi tate sono quelle del pittore e vono e vibrano di un variega- tutti i misteri e tu'.tu la scien- Consapevole la pittura di o di un Morandi. di un Carrà Calderara nel voler rendere o di un Modigliani. non pos– in piccola superficie fl~ure che siamo misconoscerne la perso- della sua famiglia: in Donna to e sempre autentico !ascino. d l · t t una e tre abbiamo un replicarsi za, a quan 'atte te avessi ut a della medesima Cigura che « ri- GIUSEPPE SCIORTINO la fede fino a trasportare le destano l'impressione della nalissima luminosità. ceve. dalla misteriosa leggerez- montagne, se non ho la cari- :!rande tela: più con~apeYole Da osservare, in primo luo- za del segno. un senso quasi ,---------------. ià, 110n sarò nutla ... ,; la pro- Un western • in stata da un feroce senso fata– listico. Nella conclusione del tragico combattimento (Tan– credi si accorpe di aver ferita mortalmente, sono le spoglie di un. guerriero nemico, la donna che amava) ò colto il sr.nso dranunatico della situa– zione umana, è l'epilogo di un terribile mito freudiano, l'in– cubo di u,t errore atroce: il lapsus dell'uomo che distru.ou• 1'oQQetto che ama. John Kriz a. nella parte di Tacredi, ha reso perfettamente questo senso di disperazione e di fatalismo, e Lupe Serrano (Clorinda) hu saputo • sol! rire ~ la sua sorte con una tensione, un'intmede• s1mazione della poesia de!l'an– goscla da far commuovere: so– prattutto le braccia, il mira• colo di quelle braccia nel ma– neggiare l'arma immaginaria e nell'abbandono della morte ... Perfetta immedesimazione, co– me soltanto un'artista nella sua piena maturazione può dare. classico conturbante di apparizione. di U11 nuo,ro 1·, bro va suprema inottrt cie!la sua apporto: nell'aria rarefatta del- piìt itttima vocazione ,,ella qua- la composizione, qualcosa deve d \ G le la caritd, quel!a di Crisro . ,· f ar·oi:alo e poi di Paolo di Tarso e di ancora rivelarsi, che non si . • J I F'rancesco d"Assisi lia raggiun· vede, attorno a quel!e !igure (erme, in quel silenzio di atte- lr 10 il suo punto più e<evato rii sa, una voce - Corse - dovrà perfezione. I ma preci~ione tecnica, della udirsi. che ora si tace~- I! libro è ricco di infinite padronanza assoluta dei suoi Uno dei ritrattini più lievi e sf11mature dei modi di essere, mezzi espres~!vi. E di questa e di sentirsi di questa privi!e- sua abilità ~i compiace. Ma nello stesso tempo più profon- giata operaia del'a Vigna del' diciamolo: la Kave è un me- di ci sembra quello della Fi- Signore. Ma Teresa conosce, e. raviglioso giocattolo, perfetto glia. ha un piglio quasi severo lo confessa. i! preoio di que- quanto si vuole. ma niente di quello della Madre: ritorna al- sto suo segreto tanto che :PUÒ I pitì; e su dì lei prevale la le figure nello spazio (musi- concludere, q1iasi terribilmente bravura tecnica de! stto ac- calmente ritmate) in Perso- perfino: , Il repno di Dio IÌ' I compagnatore Erik Brultn (la naggi; rivelano un insolito ac- dentro di noi». ' eleoanza, la morbidezza delle cento umoristico Domenica Questa creatura infa,,tile. de- sue gambe nella discesa dei mattina e L'abito da cerimo- l>ole. umiliata. ma ·ricca di for-1 , grad ;eté ~ ha fatto fremere. nia (dentro il quale Calderaro ze searete, di .;peran:e lonta- - enttLSiasmare tutti). colloca se stesso) e Visita che ne, sprofondata i•i una , tm-' I La parte più , divertente. rappresenta una donna anzia- possibile terra de!l<l serenità», i dello spettacolo è stato certa- na con cappello e occhiali: tut- ,\. lonta,14 dal calllre. dalla com... mente il p•zzo dì chìtLSura, il tavia mai. in queste figurazioni prensìone, dalla gra;;ia della . •Rodeo.: un balletto di AgnP.~ come in altre in cui è eviden- amicizia. dalla for:a della sa- de Mille su musica di Aaron te un aristocratico umorismo. Iute. dalla pietà altrm. dalla Copland. E' i! sabuto del vii- il nostro varca il campo arti• comprensione delle Pitl vicine, !aggio americano, che si svol- stico per scorazzare in guelfo E' uscito ln questi ..1orn1, dalla benevolenza di D10 (qua-1 f t · ec·nto p r ·1 • sì). tanto si intestardisce, ~i al-•, g:stfas,:::o :i" ~nel[a 1 casa ed:, vignetlistico. C nella collana dei • Libri del tacca alla sua ispir,i:•mie. pe, Ranch. L'atmosfera è da we- I sedici disegni riprodotti di Tempo• dell'editore Latcr• cui è l'unica messapuera, sulle 1 stem. sebbene il tono resti so- Antonio Calderara - perfetta- za, • L'Italiana in ltnlla • di strade dell"ascetismo cristiano. .,tenuto, s\ilistk ,mente corret• mente rip~odott! e_d elegante~ Anna Garofalo. a scoprire il preciso segreto tissimo. Cauboy, mandriani. mente edili - te hm?niano_ di 11 libro i- In slorla delle della nostra esisten ze;. Il quale coittadineLle si .sbizzariscono a un cons,siente e raffinato 1m- donne italiane fn questi consiste nel tenta.re almeno, pur lanciare lacci e domare cavai- pegno artistico: il pittore lom ultimi dicri anni, dalla Ll- senza speranza di successo, la sierotezza clte precede il gior- sultati definitivi della sua pit- La copertina è della pit- e/entro di noi. Una af1e"!nazlo- * CONDIZIONIDJ ABBONAMENTO ABBONAi\1ENTO annuale ABBONAMENTO annuale con pagamento semestrale ABBONAJ\>IBNTO annuale con pagamento trimestrale EST ERO annuale L. }) 2.700 1.400 750 4.000, N. B. - Gli iibbonati che gradiscono il pagamento semestrale e trime– strale ASSUMONO L'IMPEGNO DI EFFETI'UARE I PAGAMENTI A -_ TICIPATI E PER TUTI'A L'ANNATA. A hbonamenti cun1ulativi annuali LA FIERA LETTERARIA e IL TEl\'IPO per 6 numeri settimana.il L. }) ,. . » » per 7 numeri settimanali L. }) » LA CIVILTA' CATI'OLICA . » )) " }) » IL RAGGUAG·LIO LIBRARIO » ,. ,. ,. » CITTA' DI VITA » I .ff P ti lt T A i\/ ri. 1 E 9.930 11.180 6.930 3,330 3.330 «LA FIERA LETTERARIA» SARÀ SUBITO E GRATUI– TAMENTE SPEDITA A <.:OLOROCHE VERSERANNO L'IMPORTO DI ABBONA~lENTOPER TUTTO IL 1957 CHI PROCURERA' CI QUE ABBONAMENTI ANNUI riceverà In omaggio « LA FIERA LETIERARIA » per un anno. I PRE IDI DELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI che Invieranno rlnque abbouamenll fra gli studenti e le classi dell'I tltuto, avranno gra– tuito il giornale per la Biblioteca scolastica. Si prega vivamente di effettuare ! pagamenti sul e.e. postale numero I /31426 - Via di Porta Castello, 13 _ Roma. Con .. Tema , variazioni .., un balletto di George Balan– chine su mu,ica di Ciaikowsky. il ~The American Ballet Thea– tre~, diretto da Lucia Chase e Oliver Sntith. ha aperto il 16 novembre le sue rappresenta– zioni all'Opera. Questo primo numero de! programma lta dato subito la completa misura del valore della compagnia. ,ma scuola di prim'ordine, ele• menti sceltissimi, tecnica ec– cezionale. Ma il vertice arti– .stico della illustrazione cre– diamo !'abbia raggiunto la CO· reografia di. Wllliam Dollar. * Il Combattimento~. con mu– sica di Raffaello De Banfield. Il tema di questa danza è ri– cavato dalla * GertLSalemme liberata~ del Tasso, tratta l'in– contro e il duello del 01,erriern cristiano Tancredi co11 la fan– r;ulla saracena Clorinda. Del Tasso però ,10,i vi è che lo s1JUnto. ché In danza procede con una I.spirazione sun pro 1•ria. lontana da qualsiasi ab– handono idillico, escludendo ogni attrnzionc naturalisti.ca, in un'atmosfera mi nacciosa sotto una luce pl1tmbea, sovra Nel ~ Gran passo a duP. (coreografia di Marius Pctipa. musica di Ciaikowsk11), Nora Kaye dà prova della sua estre- li. abbandonandosi alla spen· 1 bardo. cosi personale nei ri bcrazione in poi. realizzazione de! R•oi,o di Dio no di festa. lura. ha saputo essere ~nch~ trice Anna Salvatore, ne degna del g~nio d1 Pascal. G. F. FERRAR! personale nel bianco e nero, Questo libro è, nel1a nostra ------ '
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