la Fiera Letteraria - XI - n. 41 - 14 ottobre 1956
L FTE RA LETTER R TA' ~-.LL. ODEION DI ATENE * Verità artistica di"Anti~one * Tuttu la potenzu d1•a11unatica e '1-ayica è coico1•a e solo nel testo di Sofocle e nelle voci clte lo inte1•p1•etano * di CABLO PICCHIO '' ella notte ch~ara, già fred- gli interpreti, e la poesia che quindici barbe grigie aguzze,,s<?rgerà il ~onito contro chi da, siamo giunti quas ù alla lo sviluppa trascorre obbeden- come quella del Posidone ar- viola le leggi eterne dell'urna– cavea dell'• Odeion • di Erode do aà una legge estetica as- caico del Museo di Atene; nità e s'inebria d1 potere d1- Attico, confusi tra i fiotti d1 soluta 1 senza la più piccola sto- quindici • Chitoni• color verde menticando che • non è citt.a una moltitudine affluente su natura, omaggio all'armonia scuro, ricadenti lungo i magri quella in cui un solo è s1- per il primo pendio dell'Acro- che qui impera sovrana e che fianchi in pieghe diritte, un gnore I•· poli. In alto, magicamente il- grandeggia lassù, in quel Par- po' arcaiche anch'esse come Il Coro intona l'ultimo epo– luminato, SJ?lendeva di bellez- tenone adesso invisibile, m~ quelle ~ella veste dell'Auriga do. Non vi è uu sipario che z~. irreale 11_ Partenone ! non che. è rimasto negli_ Occhi d1 di Delfl. cali per avvertire con la bru– Pl':1 _marmo, pietra, mater_ia_. 1:1~ t~ttt, come un monito s1mbo- Così 11 coro poita nell'azio- :ale materialità di un atto mec– sp1rito e luce: un.a d1vm1ta hco. ne il suo calore drammatico. canico che la tragedia è con– pe~fetta che _inumi~isce gli ,oc- Il Coro, personaggio dalle E' la voce che consiglia e dis- sumata. L'uscita dei quindici chi e mozza 11 respiro con l oc- molte facce e dalle diverse vo- suade, che commenta f ammo- vecchi segna la fine. Par;. 7 ------------------------- CREDITO ROMAGNOLO S.pA. l.-42 e1· Esercizio Dipendenze Ea.noa. regione.le SEDE SOCIALE E DIREZIONE CENTRALE IN BOLOGNA Capitale sociale versato e Riserve L. 860.059.238 DIPENDENZE DELLA BANOA Sedi: BOLOG 'A - FAENZA - FORLI• _ RAVENNA RIMINI Succursali: Cl'. E A - I:IIOLA - LOGO - PORRETTA TERME 93 Agenzie - 40 Recapiti TUTTELE OPERAZIONI D BANCA CAPITALE AMMINISTRATO LIRE 43 JIILIARDI ASSEGNI CIRCOLARI DELLA BANCA emessi nel 1934 L_ 68 miliardi emessi nel 1935 L. 7'S miliardi Gli assegni circolari del Credilo Romagnolo sono paga.bili a vista e gratuitamente In tutta ltaJla cult~ potere dell~ s:1~rema ar. ci, deve, come è noto, congiun. nisce. E' il popolo e, insieme, E allora dai duemila dai monta. O~, ull em1c1clo mar- dere i requisiti opposti del- la rappresentanza degli spetta- duemila cinquecento !orse, n:oreo dell orc_hestra, s_ulle _gra- l'unità e della pluralità. I no- tori; o è talora !a coscienza, petti degli spettatori' si leva dma~e nere di folla s1l_enziosa, stri registi sempre, se non er- o è la legge morale che diven- spontaneo ed enorme l'applau- dom1n~ ~n'atmos{era_ d1 estasi. ro, sono ricorsi, per questo, ad ta parola e conferisce all'azio- so. Non vi è in questa totaler •::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::~ lncommc1a,mo a. s~nt1re la pre~ e~pedienti e finzioni Chi, in ne aspetto di rito e di simbo-- ovazione, ombra d'incompJstez- senza e _lautonta enor~e d1 r~altà, parla, è sempre uno s0- lo, rendendol~ piu vana e Je- za Nessuno si agita nè scuo-– un pubblico al quale_, piu a~- lo: il corifeo o, per turno, uno gandola al divino e al fatale. te ·freneticamente le braccia. Si co_ra che alla perfezione arti- dei coreuti. Solo ad Atene, La tragedia procede. Combal- applaude cordialmente coral– stica e tecnica dello spettaco~o, nell'• Odeìon > di Erode Atti- tuto tra il proprio orgoglto so- mente Ma si sente nei'le voci d~vono quest~ ra_ppres~ntaz10- co, abbiamo visto ora aHron- vrano, l'umana pietà e l'aHet- negli ~nsiti in quest'aria lim~ ~~icl:. loro riuscita trionfale, lato_ e risolto con a~soh1ta le- to del figlio. Emone che chie- pida della fresca notte attiva, , delta storica e poetica 11 pro- de la graz.ia per Antigone. il palpito di una commozione La scena e n:1~a, sg_ombra, blema del coro. E, prima di Creante resis te e Iatica. Uno che trascorre come un {luidn senza ~uppelle_ttth, _qum_te o tutto, si è riusciti a dare ai stupendo Tiresia, cieco e veg. urgente per la cavea, ner l'or– mecc~n1~m1.Gli attori recitano, quindici coreuti un solo volto gente, sembra incarnare sulla chestra ormai piena di gente si puo dire, quasi costanteme~- ed ui:a vest_e sola. Il coro. del- scena nuda l'inesorabile poten- e raggiunge la scena, il som– te sulla breve_ e lar~a ~~ad1- l'~n~igone e. compo~to dt an- z3: del soprannatur~le e del de_- mo della breve scalea, dove gli nata che chiude l emiciclo. z1an1. Il regista ce h presenta stmo. Creante vacilla. Cedt!ra . . Scend~no a volte nella_ orche- ccsì simili nella veste e nel- poi troppo tardi, quando sa- 11:1te.~pre~1anch~ essi_ commos– stra, s~ ~escolano tra !1 co~o. l'aspetto che quasi non si po- ranno periti Antigone ed Erno- s1 s 1~ch1~an? nngraziando._ . I gradm_i con.sentono d1 vana~ trebbero distinguere l'uno dal- ne e quando la stessa Euridice, Noi, gh • 11:-itellettual~ • mvi~ re 1~ nsp.~ttiva alte:za_ degh l'altro. Quindici volti rugosi, la regina, si sarà tolta la vita. tali 3:1 Fesllval ateniese, c1 attori, ed e questo l unico ar- severi. quindici chiome grige E dall'orrore della catastrofe scambiamo sottovoce le nostr~ tificio che la scena consenta. ' 1 impressioni. Qualcuno suggeri- Nessun altro espediente aiuta, c;;ce di chiamare in Italia gli completa o surroga la dizione. attori greci che, del resto, già jJfOSTRE NAPOLltrl 1 ANE * Tutta la potenza drammatica vi furono lo scorso anno. E' e tragica è nel testo di Sofocle il desiderio di tutti. Tamburi maestro di ancor fresca e verde maturità * di C.ARLO B:-\RBIERI Recentemente s'è inaugurata - alla gal– leria del Ponte, in Napoli: una galleria che intende presentare i maestri dell'arte contem~ranea, secondo selezioni or,ga8i– che e criticamente controllate - la mo– stira di Orfeo Tmnburi,. prima della sta– gione. Egli presenta saggi della sua ultima ~roduzione tipicamente !!)ar~gJn.a; t,ale nei tomi, cioè, negli spunti e negli ambienti. Taombur:i è un maestro, di ancor fre– ~a e verde mallurità, in posse..sso di llJll lin.,"'tlagigio quanto mai a-g:ile e raffinato, c-he nell>,apparente semplicità cela tesori di osservazioni puntuali e delicate, di magistero e di elegante sentimento del paesaggio. A volte ricorda l'aria di Marquet, an- che per Ja lezione dell,a sintetica ela1bo– razione, ma t;On tutti suoi il contrappunto tonale, l'identificazione dell'emotione con lo stile; e que11a ferma deçisi.one. dei co– lori con la sottolineatu.n;t dei b.runi, fu pen~are àna strenua definizione di certi veneziani antichi, incisilvi nella sollecitu– dine prospettica, ed ,anche ad Utrihlo, poeta dei qu:irtieri dimenticali. Que9to, pe~ trov.are una plausibile ,pa– renteJJa artistica, ed una estrosa consan– ~ineità. a Tamburi, che ha conquistato, nel labirinto dell'arte contemporanea, un suo poetico luogo dove fantasia e ~-erità, invenzione ed osserwzione coincidono in una forma tra le più elette del nostro tempo. CARLO BARBIERI e nelle voci che lo interpre– tano. Antigone non è, questa sera, la famosa Catina Paxinou, la più grande tragica greca, cer– to una delle maggiori attrici viventi. E' Anna Synodinou, più giovane e, anch'essa, valen– tissima. Comunque, già nella scelta degli interpreti, nella loro apparenza fisica, nella lo– ro voce, s'indovina lo studio di una regia impareggiabile che farà gridare al miracolo quando presenterà nel Coro il suo capolavoro. Antigone è bella, spirituale, ma gagliarda; è la fanciulla che nel cuore e nella volontà raccoglie la potenza di chi, per i sacri diritti della uma– na e divina oietà, osa trasgre– dire, gettando la vita, Ja leg- "' ge assurda del despota. Isme– ne, la dolce sorella, è m.eno al– ta, meno forte. Anche la sua voce è meno -risoluta.~Come deve essere. Creonte, il despo– ta accecato d~l livore, sopraf– fatto da un concetto di potere più forte di lui, ha l'ira e l'af– fanno nella parola. Il guardia– no è magnifico. Basso di sta– tura, tarchiato, quasi deforme, è uomo del popolo, onesto e corto, modesto e rassegnato. Quattro caratteri scolpiti dal genio del poeta s'incontrano sulla breve scalea. Il dramma Diverrà probabilmente real– tà. Ma non credo che ad Ostia, a Siracusa o a Venezia ripa– tremo ac;;si!i:itere ad un'• Anti• gone > come questa. Sempre per via di questo benedetto e magnifico pubblico. Qui il regista ha trovato la via giu– sta del grande spettacolo popo. lare, ma aveva con sè, a col– laborare, il popolo. Il popolo che in Italia, per questi spet– tacoli - è inutile illudersi - non c'è. L'• Antigone•, la • Me– dea•, e qualunque altra tra– gedia o dramma p;reci saran– no sempre da noi una esibizio– ne culturale; attireranno folle di appassionati e, naturalmen– te, anche di • snob•. La tra. dizione classica è, certo, al fon– do pure della nostra civiltà nazionale, ma qui non è sol– tanto al fondo; quj è viva nel– l'aria, neija luce, nel paesag– gio e nella lingua. Questi so– no greci: mercatanti e banchie• ri, marinai di prim'ordine, ma tutti e sempre - anche quan- do governano una nave o am• ministrano una azienda - com– presi d'amore sconfinato per una patria che non è soltanto quella di Markos -Sotzar1s, ma è ancora quella di Temistocle, di Pericle, di Fidia e di So– focle. già vive integro nell'accosta– mento delle persone fisiche de- Il poeta Ungaretti in viaggio per la Grecia CARLO PICCIDO Fertilità di Georges Sini.enon * (Continua da. pagina I) tellettuali facenti capo a Les Quando ciò avviene abbi.i mare che Georges Simenon avendo trovato una formula l'applica ovunque ottenendo gli stessi risultati. Lettres NouveUes, Les Temp~ mo i romanzi migliori. E que– ta sl avvera difficile, il cri- Modernes magari la risorta sto si riscontra ne Le Testa– terio stesso sul quale basarsi Nouvelle Revue Fra.nçaise au- ment Dona.dieu come ne Le appare discutibile. spicanti in un romanzo « il Temps d'Ana.is, Le Grand Bob Malgrado l'interesse appas- messaggio• od « il linguag- La Neige était Sa.te, La Ve– sionato che gli hanno portato gio • e comunque il ritorno al- rité sur Bebé Donge, libri del e gli portano critici e scrit- l'impegno filoso.fico e dottri-. tutto diversi l'uno dall'altro. tori fra i più seri e famosi in nale con Georges Simenon og- Perciò nulla è più errato, ,u– Francia e fuori, sull'opera di gi bisogna fare i conti. Non perficiale e sciocco dall'affer– Georges Simenon non vi è an- soltanto perchè la sua influen- Le somiglianze di caratte– re, d'ambiente, di motivo che si possono riscontrare in mol– ti libri, sulle quali noi stessi abbiamo attirato l'attenzione sono tutto sommato quelle cora uno studio più o meno za s 1 fa risentire anche in completo ed approfondito. autori apparentemente mollo André Gide si era proposto lontani da lui ma soprattutto di scriverlo ma la morte gli perchè nel paesaggio piutto– ba impedito di realizzare il sto desolato della narrativa progetto. Per uno sguardo dl francese odierna egli conti– insieme bisogna rivolgersi a nua ad affermarsi con una Le Cas Simenon di Thomas forza ed un'autorità rare ed Narcejac (Les Presses de la ammirevoli. Cité edit. Paris). Ma per quan- Contrariamente a quanto è lo bene inte_nzi~nato il volu- possibile fare colla grande me di Narceiac e del tutto m- maggioranza dei narratori fe_ sufficiente. Essendo incerto, condi ed abbondanti per tem impreciso e mancando di cri- peramento, una suddivl Ione terio e:'so finisce per generare in periodi è con Georges confusione. Pur avendo letto Simenon da escludersi. An– tutti o quasi i libri di Geo!'- ch'egli ha avuto degli anni più ges ~unenor: ed avendoli pre- e degli altri meno felici ,n, senti allo spirito Thomas Nar- salvo la trasformazione dd cejac è incat_>~ce di tracciare romanziere popolare in uo un quadro nitido del paesag- narratore serio avvenuta c1r– gio, d'.indicar~ le ~andi li- ca un quarto di secolo fa una nee, di sottohneare 1 valori. evoluzione è difficile scorger- Salvo per Pedigree e La. la od Indicarla. Forse il pe– Neige était Sale da lui censi- riodo più felice è stato fra iJ derati le vette della vasta 1935 ed il 1945 ma Les Volets produzione simenoniana Tho- Verts, La Fenetre des Rouets, mas Narcejac si limita a lo- Le Gra.nd Bob, En Cas de Ma– dare ed esaltare generica- Lheur sono venuti dopo e Le mente dando di tanto in tan- Locata.ire è del 1934. Mot·vi to una tirata d'orecchie od identici, personaggi apparen– addirittura una gomitata nel- tati. gli stessi ambienti nlor– lo stomaco ai critici che si nano a distanza di tempo sen permettono di discernere, for- za nulla perdere della loro mulare riserve, avere delle forza singolare, della loro ve– preferenze. « Juger Simenon? racità e senza aver subìto Pourquoi Faire? I] n'est pas neanche il lento lavorio del un maitre à penser. Mais ;J tempo. est à coup sùr un maitre à Nè ci si può attardare sul– vivre, et cela sufflt •. Con ba· le differenze d'ambiente e di nalità di questo genere S1me- luogo. Benché i romanzi s!– non non è servito. Anzi in tuat! in America siano ma– questo modo lo si ricaccia fra !!ari meno persuasivi Mont– i fecondi produttori di roman- martre o la provincia fran– zj popolari, categoria alla qua- cese, la banlieue parigina, le ba appartenuto quando gi0- Bruxelles, la campagna delle vanissimo scriveva sotto lo Fiandre, le cittadine del Bel– pseudonimo di Georges Sim gio o dell'Olanda ovunque ma alla quale da alcuni de- Georges Simenon dimostra di cenni non appartiene dec!s.i- trovarsi a suo agio. L'impor– mente più. tante sembra essere per ;u1 Malgrado Thomas Narcejac soltanto di riuscire a creare e qualche altro sconsiderato il famoso clima simenoniar,o. eccessivo nella sua ammira- misto di fatalità, di angoscia, zione, malgrado dal lato op- di vizio, d'irresponsabilità che posto certi quintessenziati Jn- scivola verso il delitto. VELASQUEZ * di ELEXA CLEJfflNTELLI Un'ora guardando Te, un'ora davanti al tuo dolore vinto. Tu ed io nella piccola sala del Prado. Tutto il mio amore che piange non può sollevare il tuo capo chiuso nella morte e mai mi sanguinò tanto nel cuore quest'antica eredità di peccato come nell'ora in cui ti guardo morto. Signore, teso sulla croce del tuo perdono. Non ci redime, Dio, il tuo sacrificio, la ribellione è nella nostra carne, sterile e amara come il tradimento: siamo i figli d'Eva e di Giuda. IJ mio pianto è impotenza, il mio amore è menzogna. Ma la tua morte è vera, Gesù. sotto il groviglio umano dei capelli: e alla pietà tua, viva sulla croce che li sorregge morto. chiedo d'esser più forte del mio male. II L'inganno cade, dea. triste dea del piacere. nello specchio in penombra che ti sorregge Amore. I tuoi occhi scoperti conoscono il risveglio ma non seppero mai l'abbandono nel sogno, l'avida attesa e l'ansia, il brivido sottile. lo stupore incantato che concedi ai tuoi amanti. Lo specchio è il tuo destino. stanca dea peccatrice, è il «dopo• dell'amore. Ma a chi ancora ti chiede. cieco, senza vederti. un'illusione assurda come il suo cuore d'uomo. non mostrare la piega del viso insoddisfatto. nascondi nella grazia del corpo adolescente l'abitudine amara della tua bocca adulta. ELE A CLEl\1E TELLI che si possono vedere nel– l'opera dei maggiori narra– tori da Balzac a Dickens, da Oostojevsky a Proust e, se vogliamo esempi nostrani, da Boccaccio a Pirandello. Ciò non toglie naturalmente che nei libri meno riusciti l'ap– plicazione di una cifra appaia ad un certo punto evidente Ma essa è dovuta allora ad una mancanza d'impegno da parte dell'autore, alla svo– gliatezza, alla fretta, al dise– gno di scrivere soltanto un li– bro distraente e di non per– dere tempo ed energia in una impresa puramente commer– ciale. I limiti e le possibilità di Georges Simenon si possono scorgere prendendo un po' a caso tre volumi diversi per l'epoca in cui furono scritti come per l'indole, l'ambiente e !"intreccio: Monsieur La Souris, Le Vo!ets Verts e L• Locataire. Vi appaiono subito tre diversi aspetti del suo in– gegno. Monsieùr La. Sourls inizia molto bene come un buon romanzo poliziesco dei– la serie dei Maigret con un misterioso delitto compiuto sul far della sera in un'auto– mobile nelle adiacenze dei Cbamps Elysées scoperto al– l'insaputa di tutti da un vec– chio e pittoresco mendicanLe Ma dopo i primi due cap1toii Simenon si è stancato. si f distratto ed ha tirato via. Sal– vo la figura anche quella un po' troppo calcala di La Sou– ris. il vecchio vagabondo ospi– te ogni notte di un commis– sariato di polizia, tutto è sbia– dito, convenzionale e di ma– niera. Monsieur La Sourts è il prototipo di decine di volwrn di Simenon scritti soltanto pe1 distrarre, senza pretese, a scopo commerciale. L'impegno evidente e di– chiarato de Les Volets Ve~ts (Les Presses de la Cité edit Paris) dà l'impressione che ci si trovi di fronte ad uno scrit– tore del tutto diverso. Les Vo– Lets Verts è il ritratto di un grande attore verso la fine della vita. Emile Mougins può somigliare fisicamente a Rai– mu ed avere dei tratti di Mi– che! Simon e di Louis Jouvet. egli è artisticamente una crea- delle maggiori di Georges Si- non che più ci convince. Sin menon. Dal giorno in cui Emi- dal colloquio iniziale fra Mou le Mougins, come attore di gin ed il prof. Biguet vi " teatro e di cinematografo qualcosa di sforzato, di ve– giunto all'apice della fama, iontario. Il libro manca <i' decide di consultare il fame- spontaneità e naturalezza, due so professore Biguet su certi qualità inerenti alle maggiori disturbi cardiaci è un uomo opere narrative di Simenon finito. Egli si sa e si sente da Le Testament Donadieu a condannato a brevi! scadenza Le Grand Bob. Georges Si· malgrado le rassicuranti pa- menon ha un registro molto role del medico, perduto per- vasto ma li suo genio narra– chè da quel giorno invece di tivo trova un terreno di svi– sorvegliarsi con ferrea disci- luppo laddove interviene un plina si lascia andare ossesso elemento misterioso o delit– dall'idea della fine vicina. tuoso. Pedigree romanzo au- La sua prima moglie mo!· tobiografico forma in questo ti anni avanti, Yvonne' Delo- un'eccezione ma conferma una bel, una grande attrice srego- regola che da Le Locata.ire e latissima nella vita, aveva Le Voyageur de !a Toussain1 avuto il sogno di una tran- va fino a Le Temps d'Anau quilia casetta di campagna e Le Gra.nd Bob. colle persiane verdi. Un gior- Le Locata.ire (Gallimard no ha potuto comprare la ca- edit. Paris) ne è uno dei piL• sa dei suoi sogni. Vi ha v,s- caratteristici esempi. Esso ~ suto una settimana so!focan- quasi un prototipo del Sime– do di noia ed un'altra setti• non tradizionale, apparente– mana dando in smanie !urio- mente senza pretese ma sor– se. Quindi disperata ba ven- vegliato, sicuro, genuino. Sia duta la casa. Anche Emile dalle prime pagine il lettore Mougins che quasi sessa.oten- sente il delitto inevitabile e ne ha sposato una attrice di l'espiazione non meno sicura 22 anni in parte per ripa- Pure l'attenzione è tenuta fl– rare il torto di un ignoto. ba no all'ultimo. Per dirlo coli • le sue « persiane verdi • an- classica parola inglese: il Su· ch'egli cioè sogna un'esisten spense è perfetto. Ma neo za diversa dalla sua, per la questo importa in primo luo– quale non è destinato, che, go. Bensi il clima creato dal– malgrado molta buona volon- l'autore attorno ad Elie Na– tà, non riesce a sopportare. géar, l'assassino del rapido La fatalità lo spinge verso una Bruxelles-Parigi, quel miste morte solitaria. L'ango~cla. e di orrore, di ripugnanza e dl quindi il clima simenon:ano pietà che sa evocare attorno è creato sin dall'inizio non dò alla sua persona. E quin,:i il un elemento torbido o jelit- contrasto fra quest'uomo in– tuoso ma dall a coscienza del cosciente dapprima e po, male da cui interiormer.te t abietto di paura, Il cui or– minacciato. rendo destino è segnato e la Les Vo!ets Verts è un" bril- modesta casa di Charleroi co1- lante riuscita: pure non è uno la brava massaia, moglie di dei romanzi di Georges 5,me- un ferroviere. ed i suol pigio nant! poveri. g>er la sfarnpa affida.te Nell'evocazione dell'ambien te squallido di Charlero• of– fuscata dalla polvere jeiJ, miniere di carbone e queho dei siti equivoci di Bruxelles, LE VOSTRE OPERE nella creazione di persona!(g' come Madame Baron. suo ma– alle «EDIZIONI SIA)) rito ferroviere, le due figli, Sylvie, la ballerina scivolata Bologna - Audinot, 10 nel vizio ed Antolnette. g!ì Chiedete norme dei CONCORSI-SELEZIO fE studenti polacchi e lo .;tessr; orotagonista. Georges Sime– non si rivela un grande nar ratore. zione indipendente ed una _____________ . GIACOMO ANTONINI l{lee figurativo (Contlnua~pagina 1) crudele. Il ~ap.i_ello (che cappello è? Vassoio capo– volto, lo d1rest1. per t~nte bottiglie ed ampolle), piange 11cappelJo: fiocchi, tappi, L'occhio destro sbar– rato a croce dà precisa intuizioni della lacrimosità specchiante, _deJJ'oc~hio _velato di lacrime rifrangenti, vitree. Allusione cnstalhzzata di cui è lancinante sol– tanto il sentimento enunciato. Confronta con Picasso (Donna che piange 1937). Stessa barratura negli occhi; cappelJo rosso cinabro (un cappello qualunque); corrotto «cordiale»· incar– nato. depr_esso, giallo, verde acido, violetto, da vera mortificazione ragionata, azzurro nel trasparire dal fazzoletto di velo; i denti scoperti nel frignare (cor– rotto smghiozzato, trasf!!ribile all'udito, da prefica. s?n?ra); il tutto in chiave carnale contristata: la liscia caduta dei capelli miseranda. abbattuta. disa– d?rn_a: ogni mezzo è atteso sulla natura del fatto da dichiarare, nell'intenzione espressiva, in una tensione narrativa, plastica. Il fondo è ricco quanto in Klee è P_overo. Povera la figura e percossa, quanto in K!ee s1 congestiona nel viso d'orifiamma. barrato e ribadito. • • • Il credito che dài al significare ha risultato inver– .amen le proporzionale all'importanza del credito che impresti alla cosa significata. Vedi K!ee come si esprime per simboli e tuttavia riscuota animazione da quel ch'è vivo in pittura e non ne}la crea_zione del simbolo che ih sè resta em– blemahco. Egh non crede nella creatività per natura (come può sempre crederci un Matisse e perfino un Picasso i cui simboli accadono su eccezioni ed ecce– pimenti) ma nella creatività avanti lettera predispo– st_a sul repertorio dell'arte che si asseconda in una vi~nda antropomorfa come ricaduta nel senso logico e In una «morale,,. sia pure irrazionali e tutti pensati, e non nel senso «umanoll. sentito. O meglio. da in- tendere e sentire. - ' Per dire come K!ee abbia già una ragione di ogni fatto ed un suo giudfzio sistematico. ' E in K!ee è anche un favolismo di cui la morale è incognita per essere rescritta tutta nei termini fan– tastici, e sorprendente, e d'invenzione estrosa, anche nel modo nel quale è rivolta, che è a modo di uno scritto da esser letto (l'esanofele suJ cane bardato come un cavallo da circo, negli Animali giocotieri; La freccia vicino al bersag!io in cui freccia e bersa– glio sono ~pecificati antropomorficamente - e a quai mira! -; infine la Macchina da cinguettii, un girar– rosto sul quale esclamano s1,1stea becco da pappagallo per u1:1acanzonatura parossistica e spietata, becchi di uccelli e penne che impiumano sagome scattanti come potenziali). Il Panno vocate della cantante! Una specie di dia– gramma. un fazzoletto m,unito di cifre personali, le note quadre del canto fermo. le vocali del vocalizzo: a, e, i, o, u, in un plasticare grumoso e sputaccbioso da resezione anatomica quasi fosse d'un gozzo spiat– tellato. Guarda che mondo d'allusioni e sospetti, di perti– nenze impertinenti, di troculenze smalizzite di alle– gorie facete. E dove le forme non nascono per simili gbiribizti, è perchè sono nate per colore in un com– piuto còmputo fantastico, perchè questo non è meno inventivo e inventato di quelli e si liquefà. s'aggruma e si spiana lungo la risega delle linee improvvise im– pennate ad esprimere le folgoranti intuizioni, a ci-care com_men_ti,a dichiarare, in una perfetta consonanza di tutti gli elementi pittorici, alla scoperta di questo mondo rarefatto e spettrale. L'importanza di K!ee è proprio in questa sua sco– perta totale; e che abbia inventato, anche se a suo stesso dire, per ultimo, quel certo suo modo di colore, a quel mondo. originario. Partito da un'inventare letterario, soggettistico precisato, descrittivo, (La vergine sull'albero L'ero~ dell'aria) man mano questo descrivere diventa' inven– zione di forma, le invenzioni: di pittura, la pittura agi– sce e suggerisce a quell'inventare, in•venzione essa stessa. Eppure questa pittura passa col nome di astratta. E astratto in termine corrente significa non inerente non corrispettivo, alieno. Qui dove il senso non sol~ è seguito dialetticamente, ma perseguitato dal « rac– conto (vedi Disegno di vecchia 1926) fin nelle ana– tomie che sono stranamente riprese entro piani spa- 2:iali e in questi come raggelate, e ogni motivo si costruisce secondo intenzioni che sono condizionate a vol~a loro (Prospettive di fabbriche e di città) in un gi~ondo e frigido o ossessivo significare, dove anche 11 tratto si fa protagonista di un discorso eso– terico ma tutto remissivo e scontato. Quei. suo mirabolante ç!i~egnare « a parquet» di una pazienza certosma, artigianale nel suo intricare e delucidare. nel suo trascendere e riprendersi nel suo complicare e risolvere, nel suo attenersi ect' evadere da illazioni per il quale il segno cosi condizionato ricade in un trasferimento ad altro senso di cui la giustezza è congeniale sia al fortuito di quel «decoro» che al senso di mano in mano prestato, in uno strano appuntamento tra 1e astrazioni che si vogliono di fuori e le idee che gli nascono dentro. Ma quest'aria di kermesse. di balletto, di recita– tivo dove l'antropomorfo è alle ultime accezioni, alle illazioni congetturali, eternamente in bilico tra il ca– ricaturale e il favolistico, e dove tutto si muove nel– l'equivoco per trarre una conseguenza ulteriore un significato ultimo, non si fa poi in definitiva stile e proprio modo d'intendere e di esprimere? Se talvolta l'illazione resta nel titolo, non è già che il senso le sia venuto meno, ma che la fantasia sia andata oltre; e s·è avveduta che ci restava altro fantastico da di– chiarare. Klee infine si è fatto com'è: di quella sua natura arcana. di quella certa dimensione fantastica, di quel rovello inventivo, di quel credere scettico, spiritato. Ha raggiunto la sua armonia conducendosi nelle più spericolate antitesi con un equilibrio da giocoliere stupefacente, da sottile sillogista, ma è stato soprat– tutto un grande inventore di forme fantastiche, di miti diabolici, raffinato, cristallino, lucido nel ritor– nare sempre al proposito fin dove era esteso. FAUSTO PIRANDELLO L
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