la Fiera Letteraria - XI - n. 41 - 14 ottobre 1956
Domenica 14 ottobre 1956 Alla parete d l salotto * di LUIGI BARTOLINI Se, nel vostro salotto, tutto è in funzione decora– tivesca, allora la cosa è come se fosse quella d'u,•11 ciliegia senza nocciuolo; o, meglio, quella d'una crea– tura senza spina dorsale: voglio dire d'una persona senza carattere e senza stile; cioè, priva di anima. E ripeterò ehe non basta distendere, nel salo(to lussuosi tappeti; e che, costellarlo di ninnoli, non giova. Persino i fiori debbono essere pochi nel salotto E persinc pochi i mobili. Mobili (sofà e poltrone, ecc.) non debbono ingombrare. Ma se, nel salotto, ci manca il quadro manca se non tutto, quasi tutto giacchè vi manca il segn:J de:!, intelligente Minerva. E Minerva mi fulmini se ciò che ho detto non è vero! CeTtamente, però, accadrà l'inverso se porrete, nel salotto, un quadro provinciale (di quelli delle bùt– teghe dei vetrai, quadri semistampati, manu1atti in serie - un pittore vi dipinse il cielo, un .1.'•r J il piano terra, un altro il solito vaso delle s~ "ite rose e finalmente l'ultimo pittore, l'imbianchino assoluto, di– stese sopra il quadro « cooperatlvo n una 1nano di ver– nicetta -). Oppure se vi p_orrete un quadro cosiddetto ru;tratto avvenirista, blutfista o che, allorata passe– rete, presso chi verrà a farsi visita per provincia .i doppi: presuntuosi ed ignoranti. (Il « troppo astratto» è di genere matto addirittura!). No, Nel salotto sta bene, ad esempio, un'acqua– forte di Rembrandt, o magari una di Meryon: indict sovrani della intelligenza della padrona ed anche de; padrone di casa. Padrone e padrona si giudicano dal quadTO che hanno saputo scegliere per dare un carat · tere al salotto; ( e dai libri che hanno saputo pescare cercandoli presso !e tibrerie '>u.one). Ma è da saper~ che anche presso le migliorie librerie il libro ottimo è quello che fa eccezione alla regola ( ad esemplll alla regola dei libri pTemiati sinora quest'anno). Intanto non lasciatevi ingannare dai venditori dl « stampe riprodotte» giacchè appendere alle pareti del salotto una « Tiproduzione » ossia una « stampa fotografata» è come appendervi uno strofinaccio da cucina o qualche cosa di peggio. E' de! 1nassimo cattivo gti,$to (un gusto da rospi, da tirchi che vo– gliono passare per sbruffoni, appendere alle pareti riproduzioni di quadri ad olio, o di acquarelli, o di guazzi famosi, o chè). Le stampe riprodotte (a centinaia di migliaia di esemplari) non valgono, perciò, un fico sec<:o. Non meritano di essere pa,gate di più di poche lirette; e bisogna stare attenti, o si,gnore e signori, a non cadere in brappola. a.equi.stando u na. riprod uzione che a. voi è, inivece, sem.bTa.ta. asso.i origina.le. V'è sembrata origina.le?, oggi che con i mezzi di riproduzione fotomeccanica i più svariati, i falsa.Ti possono compier>? il triste miracolo d'una riprodu• zi one in « eliogra.vure » cosi ben fatta., da sembra.re l' origina.le acquaforte o l'originale litogr afia, ecc ., e cc. Vi son o eliogravure (d,el!e a.eque.forti ori gina.li di RembTandt, di Goya, del Ca11aletto) cosi ben fatte da tra.Tre in inganno i frettolosi acquirenti: in codesto caso veri pifferi di montagna che andarono, suUe ban carelle, e credettero al colpo di fortun a, ossia a.ll' cwere pescato un Rembrandt, mentre non aveva.no pesc at o che un pa lmo per un 1nezzo pa.hno di carta bibula eliografa.ta. , ecc., ecc. (Invece una acqu.a.foTte originale, e tra tta in pochi esem,plari - non pitì. dt cinquanta. - co111-e faccio io, non è mai pagata. a sufficienza. anche quando la. si paga. cara). Una buona. acqua;forte, molto bene incorniciata. sta., alla parete~ come il fOTmaggio sui maccheroni. Io scher zavo g ia.cchè volevo dire che una. buona. a.eq ua.– forte va.le quanto un qua.dro G.d olio, con la sema, li.ce differenza. che essa. costa dieci volte di meno; o, ,na– g,a,ri, cento volte di meno. Cosicchè i n un lD !. >Venire, ch e ci auguriam o pros– simo, anche l' opera.io, l' opera.io sbrutalizza.to da.l ,na– gico potere delle a.rti, po t rà possedere nella sua. abi– tazione un'opera. origina.le ( ossia un'acquaforte - ori– ginale - magari unic a o magari di Mora.Mi o di Car-rd, ecc.). Tra. un'a,cqua;fOTte ed una xilografia. ed una lito– grafia. pa.s30., dal lato venale, la. seguente differenza.: d'una xilografia. o legno stampato con il torchio tipo– g-ra.fico,si possono tra.Tre anche cinquemila., diecimila esempio.Ti; d'una litografia. (su. pietra o BU zinco ) ii possono tra.TTe per lo meno duemila esem.pla.ri; ma. da. una la.stra. incisa all'a.cqua,forte si possono tm rre, a.I massimo, venticinque esemplari buoni, altri venti– cinque cosi e così. LUIGI BARTOLINI I.;A FIERA I. E l'TERARIA Giovanni Comisso si congra tuia con Franco Matacotta A FRANCO MATACOTTA ILPREMIO DEICOLLI * Altri vincitori: Cristini, Zauotto, Bassetto, Cagalli di * ALVISE ZOBZI Niente poteva sembrare p1u propizio ad una gentile festa della poesia, tra il riposante di– gradare delle estreme pend1c:i euganee, di qud tranquillo e quasi favoloso sole di fine set– te.rnbre, nelle tarc.. 1 e ed un poco assonnate ore della raccolta, piccola città di cui la dina– stia degli Estensi ha desunto il proprio come. Ma c·era fer– vore, una frettolosa animazio– ne, pur tuttavia sempre con– tegnosa, costretta nella traso– gnata linea di sobrietà che è caratteristica delle folle vene– te festive, per le strade cen– trali di Este, che collegano, at– traversando la piazza distesa e leggermente lastricate. l'edifi– cio dei Museo con la restau– rata Ca' Pisani. Nel salone di ingresso del Museo veniva in– fatti inaugurata la prima mo– stra del paesaggio euganeo; nell'aula magna di Ca' Pisa– ni, ora sede e/ella Scuola me– dia e del Liceo classico, tf-– neva immediatamente dietro la assegnazione del premio e Me– dusa , e di altri premi di mi– nore entità al pittori che ave– vano partecipato a codesto con– corso. Dopo di che, sempre nello stesso ambiente dalle lumino– se alte pareti, si apriva, con la lettura del verbale, la ce– rimonia )Jer l'assegnazione del primo premio di poesia inti– tolato al Colli Euganei, già da tempo votati alla poesia dal soggiorno, nei loro incantati e mestamente assorti villaggi all– nidati fra il tenero verde, r.. 1 i grandi poeti italiani e stranie– ri: da Francesco Petrarca (ve· nuto a tenninare i suoi giorni nella vicinissima Arquà), ad Ugo Foscolo, qui esule e fug– giasco, che di questi colli la– sciò suggestlv& memoria in molte vagine del suo appaB– sionato e Ortis ,, da Giorgio Byron a Shelley che a Este d1Jnorò con la giovane sposa e pianse la morte della sua fi– glioletta. Poi la calda paro!& di adesione alla duplice arti– stica manifestazione dell'onore– vole Guarlenlo, sindaco di Este. Da ultimo, la dizione del– le liriche vincenti, eseguita con ferviC:a voce partecipe e com- presa dell'intima e profonda ,;egnalati: Agata Italia Cecchi– serietà della poesia dal gio- ni, Giannina Facco, Carlo Lez– vane Salvatore Fedele. Una di- ziero, Bruno Lucrezi, Antonio zione opportunamente alterna- Marceddu, Enzo Maizza, Gino la a succinte e calzanti note Nogara, Maria Pizzuto, Crislan– di presentazione aritica ad zlaoo Serricchio. Alcuni dei opera di uno dei membri del- segnalati, come Gino Nogara, la giuria: Carlo Martlni Ed il venuto dalla vicina Vicenza, pubblico. di cui la sala era erano presenti. E di costoro compostamente assiepata, misto fu Jett.. qualcht? lirica signif\– di estensi e di padovani, cu- cativa. riosi di arte e di poesiA, ac- Quasi al completo, la Com– c.ompagnava con WJa parteci- missione sedeva lì at.torno, se– pazione, davvero Insolita, c:ella rena e soddisfatta per il lavo– propria quasi insospettata inte- ro disinteressatamente com– riorità l'improvviso dono delle p,uto in favore e/ella poesia: parole di poesia che veniva ad un po' in alto, sulla pedana e essi consegnato dalla viva voce attorno al tavolo d'onore, in del dicitore. Come una palpi- mezzo ai vincitori ed alle au– tazione, una tensione vibran- torità provinciali .a cittadine, te: il senso di w1a cosa rara sorridente e cordiale, il nostro che si scopra per la prima voi- Giovanni Comi"90, prestdente ta; di cui quasi si ignorava la della Commissione giudicatrice; esistenza. E si rimane Il, come nelle due prime file, gli altri con il respiro sospeso, con lo componenti della giuria: Giulio stupore festoso e serio delle Al86Si, l'ideatore entusiasta del scoperte imprevedute. Era la premio; Carlo Martml, venuto provincia che d'un tratto rive- apposta da Roma, unico giu– lava inattese risorse di nobile dice non veneto incluso in disposizione ad accogllere Il questo premio patrocinato dal caro frutto dell'isplrazione poe- • Gruppo scrittori veneti ,, af– tica. finché rappresentasse le altre Umanamente commosso il regioni della penisola, data la vincitore del premio di cen- accezione di nazionale o'ata a tornila lire: Francesco Monte- codesto concorso; Carlo Mu– rosso (Franco Matacotta), giun- nari; Bortolo Pento; Marco to all'ultimo momento c.'a Fer- Pola, che con incisiva misura mo, con ancora addosso i re- lesse il verbale; Bino Rebella– sidul febhrlcitantl di una re- to; Vittorio Zambon; Andrea centissima Influenza. Commos- Zanzotto, qui arrivato da Pie– si gli altri giovani e giovanis- ve di Soligo. Vicepresidente, il siml vinc:itorl present!: il ven- narratore e poeta padovano tiquattrenne Sandro Zanotto, Luigi Gaudenzio. vincitore della medaglia d'ar- Non mancavano gli spettatori gento, già conosciuto dai Jet- e gli ospiti di un certo riguar– tori della e Fiera Letteraria , do: oltre ai commissari del per la sua collaborazione a premio e Medusa • ed ai pit– qi.:este colonne; il diciottenne tori premiati, tra ! quali An– Antonio Bassetto, al quale è Ionio Fasan, viucltore della stata assegnata la medaglla • Medusa •• Olga Resnevlc Si– d'oro messa in palio per il mi- gnorelli con la figlia di Luigi gliore tra i più giovani parte- Volpicelli. cipant!; Gianfranco Cagalll, al- C'era nell'aria, allorché Li tro diciottenne, vincitore di cerimonia ebbe termine nelle una più piccola medaglia d'ar- prime umide ombre della sera, genio riservata ad altro vali- come una diffusa ec/ accresc:iu– do concorrente giovanissimo. ta soddisfazione di tutti, che Assente, con rammarico o'i tut- pareva far resistere lungamen– ti. il secondo vincitore del te l'estrema luce del giorno e Premio dei Colli , : Giovanni settembrino, e diffondere una Cristini al quale era toccata la spirituale luminosità sull'incal– medagJia d'oro offerta dalla rante sopraggiungere della , Dante Alighieri, di Padova. notte. Ed ecco ancora i nomi dei ALVISE ZORZI Voce didon Bo~a.rdo Buricchi a fumeana * di FBA.i~CO iUA.TACO'l'TA (Cumeana, 11 giugno 1944) Già saltavano !n Arno tutti ! ponti e le notturne strade di Firenze batteva li bianco plenilunio, il lungo passo su e giù della tedesca guardia. Ciascuno se ne stava fermo e muto nella veglia contesa alla sua morte contando i tuoni delle mine. L'eco rimbombava sul fiume da Figline fino a Ponte a Rifredi. Ardeva l'alba piena di morti lungo i marciapiedi. Si decise a Catena. E fu Alighiero a dire calmi: - Se domani sera noi non si fa qualcosa a Curoeana in aria salterà tutta Flrenze. - Fu vana ogni preghiera. Egli era bello come un uomo di campo e nello sguardo l'acetilene gli faceva un lampo come quando ragazzi in Carmignano nel duello dolcissimo sull'ala lui mi buttava sulla letamaia gridando ho vinto! Ora la forte mano gli prendevo un istante, dissi: - Iddio ci accompagni, fratello. Vengo anch'io. Ci segul sempre fino a Cumeana nella pietà della lunare notte la voce della rana e fummo a monte. Io camminavo con la bassa fronte in muta contrizione assai pregando Iddio per me ma più per mio fratello, a ogni cosa per lui dicevo addio. Lontana era Firenze tutta scura nello spavento della nuova luce che lo sarebbe stata sepoltura. Io gli dissi: - Alighiero, come ora mai ci legò di tanto uguale amore -la carnale catena. Disuniti nel pensiero ma uniti nella piena del cuore, io vedo Cristo sul tuo petto come nel mio, non !a paura morte. - Lui camminava avanti un poco tristo di quella notte e delle mie parole pestando a tratti la pietraia !orte. Disse: - Tienti per te coteste fole. E fola tu quella serena luna salutata tra i monti a Cumeana sulla strada ferrata tutta bruna sotto l'orrido scoglio. S'allungava sul muraglione pronto già il convoglio tedesco d1 tritolo. Una lanterna oscillava laggiù presso un vagone col suo azzurro segnale. - Vado solo! disse come un sussurro. E la fraterna mano posò l'ordigno micidiale. Io gli accesi la miccia. E vidi Iddlo nel breve fuoco dei suoi occhi, rosso sul binario correva Il luccichio come il cadere d'una rotta stella nello stellato eterno. E .fu un boato che rimbombò dal monti fino a Prato. Alighiero colui, io Don Bogardo. Di quella notte tempestosa !o ardo. FRANCO MATACO'ITA Pag. 5 Luigi Piccolo I PREMI CHIANCIANO * PIU(JOLO difficile e solitario ITOLLARO osservatore * di MABIO e ironico PICCHI Fuori delle Tenne di Chian- divisione. La giuria del ciano è radunata una pie- Ch!anclano è tra le più nu– cola folla, in attesa. Cinto merose che si conoscono, ma, a metà dalla collinetta in per vari e giustificati moti– forma di arco, che toglie co- vi, molti erano gli assenti: si presto il sole a questa quindi, da una parte discus– parte di Chianciano Terme, sioni, dall'altra febbrile at– lo stabilimento guarda, co- tività epistolare. me da una terrazza naturale, Risultato: divisione del pri– la distesa della Val di Chia- mo premio di mezzo miJ.ione na, ondulata e verde. Ma a tra Luigi Piccolo, per Canti quest'ora è tutto buio ed ap- barocchi ed altre poesie e pena si distinguono delle Saverio V ollaro, per Le pas– masse oscure, punteggiate d1 seggio.te. Per un ulteriore con– lumini gialli. Tuttavia non tributo è stato possibile as– è da questa parte che son fls- segnar~ centomila lire eia- si gli sguardi delle persone in attesa, ma verso la strada. Una aopo l'altra giungono automobili, quale più, quale meno fuori serie, da cui scen– dono donne ingioiellate e profumate, uomini in smo– king o in abito nero o blu. Nè costoro prestano attenzio– ne alla piccola folla, nè la piccola folla ne presta a lo– ro: si Jgnorano a vicenda. Anche Chianclano ha una sua stagione. Non si tratta soltaato della stagione du– rante la quale orde e schiere di e fegatosi •, come qui ven– gono chiamati, calano da tut– ta Italia a ridare equilibrio al loro organismo, e bevono litri e litri dell'acqua mira– colosa, recandosi puntuali al- le Terme, ogni mattina, col Saverio Vollaro loro bicchiere graduato in mano. C'è anche una i;tagio- scuno ad Aldo Accattatis, per ne che potremmo chiamare Testa e croce e a Francesco elegante. Le tante signore Màs_ala per ~ane ne:o: che sono costrette a passare D1 Lulg! Piccolo SI e par– qui dieci o venti giorni, 0 lato tempo fa, quando Euge– oiù, desiderano a.roentemen- n!o Montale l_o •scoperse• te sottirarsi a un certo clima c~su.almente: e ~ bar?ne di convalescenziario che si siciliano s~a . cmquantina, viene creando, e mettere In che vive sohtano in un suo mostra se stesse ed i propri castello presso a _Messma, abbigliamenti. Di qui trag- mus1cofllo espertlssuno ed gono origine le feste setti- uomo di rara culturll: Tra '.~ manali, che culminano, poi, cose belle del suo li~ro, ce in alcune manifestazioni di anche la prefazione d1 Mon– eccezionale importanza, che tale che racconta la e scoper– possono ben definirsi il clou ta • e introduce alla . poesia de la. saison. Tra queste la del Piccolo: U!)a poe~1a dif– più importante è la serata flclle e solitaria Dl6_ mteres~ dell'attribuzione dei Premi sante, spesso atiasçmante; 1 Chianciano di poesia e gior- paes~gl. e certe scene ~ono nalismo. n:iagnific1, nella loro mmu– La gente in attesa nel piaz- z1osa irrealtà. TRE Gll'DJt.'I ~ PA'l'RONI ESElUPLARI * : ANGIOLE'l'TI, PEA, SCHIAFFINI zale delle Tenne sa poco O Le passeggia.te di Saverio niente de( premi; ma sa che Volla_ro sono pr esent_ate da una famosa attrice verrà ap- Giacinto Spegn~l~tt! il qua– positamenle da Roma, 0 da le ne mette ~ nhevo le doti, un luogo più lontano, per acutamente! 1ll . poche fra_s1: consegnarli nelle mani dei • una po1:51a di _osservaz,o– vinc!tori. Per costoro l'arte ne.- _procllv~ _al r1~aUo se_n– è lei. I poeti, assai più brut- za risolversi 1n sa~ra; _e lie– ti, son persone insignificanti ~a quasi se per quei fili ~_ove A BI.GIA. MA.RNITI IL ''PREMIO LERIUI,, Dentro, nella grande sala 11sentunento la coh~uce, 11ro– tonda vivacemente illumina- nla e la nota elagiaca assai ta, si ripete la stessa situa- naturalmente prendano il po– zione. Le toilettes sfolgoran- sto della protesta. Con un ti, portate appositamente per t~le senso d~ _leggerezz~, oggi essere sfoggiate in questa fe- s1 P0$Sono dire molt_e p1u co– sta, ignorano, nè si curano se che ten~do d1 scavar~ di sapere, le fatiche ed il da forsennati un terreno g1a dolore che sono costati a troppo sconvolto •· Il Premio «Lei-lei• 1956 - cenk/mila lire pet una poesia inedlla - è stato asse2nato a Biagia Marniti, giovane poe– tessa pugliese di nascita e ro– mana di adozione, che già per precedenti prove - e val2a per tutte il successo della sil– loge « Nero amore rosso amo– re» - aveva riscosso il rico– no,sclmen to della critica più avvertita. Era questa la terza edlz.tone del premio, promoS60 dalla Azienda di soggiorno di Lerici ed organizzato dall'editore Carpegna di Sarzana, e il no– me di Blagia Marnlti, CM fa seguìto a quello dl Giorgio Ca– proni, vincitore nel '55, ed a quello di G. Titta Rosa, vin– citore nel '54, definisce una rosa che non potrebbe essere più significante, racchiudendo in breve giro tre nomi che rappresentano tre distinte ge– nerazioni di poetL La commissione giudicatrice che ha attribuito alla Marniti il premio, era oomposta da G B. Angioletti. Enrioo Pea, Al– fredo Schiafftni. Una giuria. come si vede, del tutto in-edi– ta, e non soltanto riguardo al Premio « Lericl •: e una giuria che nella gamma di quelle che premi e concorsi ci propongo– no di anno in anno, fa spicco proprio per la personalità del tre giudici, volti ad interessi culturali quanto mai diversi e il cui accostamento va rile– vai-O non fosse che perchè of– fre materia di utile meditazio– ne per molti aspetti. «toscano• della più bell'ac– qua, sono andati d'accordo pe1 reciproca 0 nmprens1one con un critico, pro!onctament< umano neu·acutezza dei giu– dizi. qual'è Schiafllnl, che nel– la giuria rappresentava !"alta tradizione degli studi accade– mici. Assumono perCI0 parUcolare sapore ~ indicazioni che sono venute da questa cotnIIllsS.10- ne, soprattutto per quanto ri– guarda l'attribuzione del pre– mio alla Marniti, per una poe– sia («I rami della vita•, che pubblichiamo in altra parte del giornale) in cui sl trovano scoperti e come eccitati, i mo– tivi salienti del filone amoroso c}Je S06tanz!a l"opera r!eila poetessa pugliese. Un secondo premio, di cu,– quantamila lire, offerto dalla Cassa di Risparmio per un poeta ligure, è 61ato assegnate a Gian Luigi Falabrino, un giovane genovese che Si eta già fatto luce nelle precedenti edizioni del « Lerici •; mentr, nel gruppo del •segnalati• si incontrano nomi di giovani ed anziani pur noti come Kett~ Daneo. Gilda Musa, Carlo Del– la Corte. Alberto Savini. , Idillo dell"Era, nonchè di gio– vanissimi come Il sarzanese Ennio Casale. * di Ri1.JNA'I'O RIGHETTI rico Pea. che per la sua can'. dida barba patriarcale invita alle confessioni, di aver perfi– no dlmen ticato il concorso dato il tempo che era passate da quando aveva inviato 1, poesia per parteciparvi. Gian Luigi Falabrino, invece, am– mise candidamente di avei atteso con una certa trepida– zione di conoscere l'esito. l' tutto dò risaputosi, noi:> per colpa di Pea, che nonostante il titolo de! suo ultimo roman– zo non è solito porre i « Pec– cati in piazza•• fece dire , Mino Maccari, giunto dal Cin– quale come « aficionado • del Premio « Lerici • che le poe– tesse hanno un punto di van· taggio sui poeti, perchè scritta una poesia possono a11che di– menticarsene, mentre questi ultimi ne rimangono perse– guitati. Assente Angioletti, costrette per un'indisposlzlooe a tratte– nersi a Forte del Marmi, Al– fredo Schiafllnl dovette assu– mersi di dar conto dei lavori della giuria e lo fece brillan– temente, non limitandosi leggere il verbale, ma improv– visando un discorso rapido < succoso, che fu assai applau– dito. Il dott. Salvetti della I • rami della • vita * di BIAGIA A#ARL\TITI Non ci son porte la mia stanza è cella, ne è prigioniero' il cuore; I ma se lo sguaroo si volge sulla via vedo 1a vita correre ad incontri d'amore. I Se il cuo:re si rehianta Azienda di soggiorno di Lerlc: si sentirono 1n grado di a.!fron. consegnò a Biagia Marnlti, In tare la prova di dizione e do– abito nero e rosso allusivo ai vettero pregare le colleghe di suoi primi versi d"amore, le farlo in loro vece. Biagia Mar– assegno di centomila lire; e D nlti disse i suoi versi con ca– conte Picedi-Benettini, presi- lore, rilevandone l'empito ap– dente della Cassa di Rispar- passionato da cui traggono mio, sottolineato l'interesse ispirazione. E al microfono si dell"istituto per le manilesta- alternarono poi Ketty Daneo zioni culturali, consegnò a Fa- e Gilda Musa, approdate a Le. labrino l'assegno di cinquan. rici da Trieste l'una e l"altra tamila lire. Vincitori e segna- da Milano, che pure ebbero lati presenti furono poi Ulvi- applausi e complimenti. lati a leggere le proprie ~oe- La serata si andava oonclu– sle al microfono e qui le poe- dendo e già i sassofoni modu– tesse rivelarono ancora un lavano qualche accordo in sor– punto di vantaggio sul poeti dina per dare .U via alle dan perchè nè Falabrino nè Casale ze, quando si ebbe un'appendi- come quevcia al fulmine del cielo da te non ritomo, amore di sempre. Se id conpo singhiozza '\. ~r com'edera al vento te non chiamo, amoTe lontano. Ma se tu amo:r mfo giun,gessi, mor~rei semia par!Jare. Son sola e il mare m:i chiama, piango e il vento risponde, ma tu vita ohe amo fuggi senza ritomo. BIAGIA MARNITI ~-, \ . ;f:~j_ i' ~:,;: Biagla Marnlti, Falabrino, Enrico Pea e l'editore Carpena. questo O quell'ometto seduti Aldo Accatt~tls in_ Tes~a e ce imprevista: Mino Maccar, in fondo, quei pochi versi. eroe~ oilre 1 esempio d una fu costretto 6Ulla pedana, lii D'altronde, e questo è vero, poesia assai nobile c~e, pa~– torniato da personaggi ufficia- sono fatti suoi, e non ri- tendo da _premesse d1 pess1- li che gli consegnarono una guardano chi ha voglia di di- m!smo,, giunge a ;!scattar– m!!da!l!,la d'oro. Era la meda; vertirsi e di svagarsi. lo nell ~more e_ nell mte~esse glia do!o della Camera de: Dunque, dei grandi mani- della vita _degli altn. E u_n Dep~ati . eh.e la G,1urla de. festi gialli annunciavano che poeta. assai degno di cons,– Pre~o di J?lttura « GoUo della la celebre attrice avrebbe deraz1one. Pane nero, di Spezia• gli .aveya assei:nato consegnato i premi che il Francesco Màsala, . in una per la parteC14>azione alla mo- t 1 t ' serie di canti, di sostarula un stra dei « Maestri della graft- a can ante av:rebbe suona- ffr ca. e che, non potuta con se- to e cantato e il tale conuco poc~ amara, o e un efficace gnare nel luglio per la sua avrebbe detto le sue mac- ~uad ro della sua terra, la a,;senza, i diri"enti dell'Ente ch1ette. Sarebbero state anche ar egna. . per il Turismo, 0 saputolo a Le- dette alcune liriche dei vin- Ch_lssà se la gente, lil sala, rici, avevano deciso di conse- citori; si era cercato di sce- seguirà quello c!1e Villaroel gnargli quella sera. glierle tra le meno tristi. sta leggendo, o p1u~osto, _st_a~ Senonchè, da tutto ciò nac- Finalmente l'attesa della rà misurando se s1_ avv1c101 que una certa conruslone. gente fu ripagata. Giunse, alla fine ~ell~ r_elaz1o~e? Ec– Qualcuno scambiò Maccari per ountuale, l'automobile della co i pren_ll d1 giornalismo: 11; u~ poeta pa!"tecipante _al P~- attrice, e costei scese, splen- 400.000 !~re sono state cosi rruo « Lerlt;1 •· E, divertito didamente infiocchettata. Un suddivise. 150.000 lire a N!– egl~ lo laSClò creder~, ftnchè mormorio approvatore la se- no Longobardi del M essag- 1nv1tato da alcune signore a gul, dal piazzale fino all'in- gero_ di R_oma, 100.000 lire a declamare _la sua poesia, non terno della sala Qui P<>i ad- Mano Gu1dott! del Quotidia– gli venne U1 wcoorso /lenero- dirittura 61 fe~e il' sile'nzio· no, 100.000 a Renato Sirabel– ::e~do B~~~e ~~~Ud ~ tacque l'orchestrina, si fer~ la della Sicilia, _so.~ a Gi1:1- !asclcolo dedicato J Prelmlo, maron? i_ danzatori, le con- ni,g:e!fort~lui~ ~I ~vanti!. nel quale. per l'appunto, s1 po versaz1on1 furono troncate, . . · re per teva leggere una scherzosa tutte le teste si voltarono. un servizio foto~afico è ~ta– poesia, a ftrma di Mino Mac- Lasciandosi dietro una scia t? ~ss~gnato a Giorgio Chian– cari, sulle disavventure di una d'ammirazione l'attrice tra- tmi di Nazione-s~ra. «biondona• che scopre, nel versò la sala, andò al suo Ecco, è_ g!un_to 11 momento. pittore CM l'ha invitata nello posto. le macchine cmematografiche studio per !arie il ritratto, un Dopo un poco ebbe inizio ron~o, l'attrice guarda da– astrattista: « Ma la biondona la cerimonia, e Giuseppe Vii- vanti a sè sorridendo . e i ~e non era 1onta - Giranc!c laroel, nella sua veste di se- vincitori (meno qualcuno) 1 tacchi, Add1_o! risp?se pron. gretario permanente, lesse 11 vanno_ a cogliere dalle sue ta. - Se vuoi far d u?a don- comunicato della giuria. Dap- man! 11 pren:i!o delle loro fa– na una cravatta - Va a cer- principio i voti unanimi . tlche. Scoppiano alcuni tap– cartela astratta!•. erano appuntati sul Pas;a s~ P_i di sciampagna, il monno– il L~ ~eiia 1n un baleno fec.: gio di Enea, di Giorgio C~- no del pubblico cresce. Gui– me~~ta rr! ~~!kle~ta f;i~m; proni;_ ma a Caproni era toc- d_o Notar! legge _quattro li~ non mancò chi con aria ~a cato il raro onore d'essere nche,_ una per ciascuno dei pula, disse eh~ la medagll; disputato da due premi, e, pre~~!. Il_ P1:1bb!ico ascolta d'oro, pl~ che per il valore per ;-tn'incollatura, il Marzot- P u O mdiff_erente, . sa– delle strofette era stata at. to 1 aveva vinta sul Chian- P 1 e 1 nd0ftnche ormai si è giunti tribulta a M~ccari « per le ciano. a a e; alcune anziane si– coraggiooa posizione a;;suntz S!cchè. esclusi anche Lul- gnore zittiscono certi distur– contro gli astrattisti. che l(i Fallacara e Francesco batorl, perchè vogliono com– co:me è noto. hanno nel Pre- Monterosso, perchè premiati muoversi in silenzio, e le mio « Golfo della Spezia. unP di recente, i membri della gambe delle _ragazze fremo- Posti attorno ad un tavolo a vagliare le cinquecento e più composizioni presentate ai concorso, i tre giudici. pur distinguendosi l'un dall'altro per temperamento ed umore hanno facilmente trovato un terreno di intesa ed il saggi– sta .A.ngloletti. fosse il più «europeo• dei nostri scritto– ri, e- il romanziere Pea, un Biagla Marn!ti. la sera de!J; premiazione che ebbe luogo a· Lido di Lerici durante un fe– stoso trattenimento sul mar< speccb1aote di mille luci. eb– l>e particolar! accoglienze. Ve– niva da Ischla. dove l'avevf raggiunta una telefonata de: suoi che avevano ricevuto r Roma il telegramma anntllJ– ciante la vittoria. Al suo arri– vo d!s6e soltanto: «Grazie~ ma una certa luce che le br!l. lava negli occhi rivelò che nonostante l'atteggiamento di– sinvolto, era commossa. I! fat to è che al premio non penea. va più. Confessò infatti a Ifa- delle loro roccaforti. giuria, dopo molte dlscussio- no dalla vol(lia di ballare. ._ _______________________________________________ . RENATO RIGHETII nl, s'erano accordati per la MARIO PICCHI I \ 'I t
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