la Fiera Letteraria - XI - n. 25 - 17 giugno 1956
Domenica 17 giugno 1956 L FIERA LETTERARIA Pa~. 7 I * Puszta d'im erno (Ven1one di Salvatore Quasimodo) Ora la puszta è Yeramente un deserto. Come svagato padrone è l'autunno, e ciò che primavera 1::d estate raccolgono disperde con grande leggerezza: di tanti tesori tro\·a l'inverno solo l"lmpronta d1 gelo Non s'ode più il gregge. il malinconico campano, . nè il pastore col lamento dello zufolo e gli uccel1i armoniosi ora non hanno voce, non canta più tra J"erbe monotona 1.-. quaglia né un piccolo grillo in note di Yiolmo. Come un mare di ghiaccio è. hscìa la pianura. Uccello stanco \"ola basso il sole; forse la tarda età gli limita la vista e \·iene giù volendo distinguere qualcosa. Anche qui non vede molto sulla puszta. Vuote le capanne di pescatori. sbarrata la garitta del guardiano dei campi, le fattorie silenziose. L'armento mangia nei · !chiusi, e quando Yerso sera Ya all'abbeveratoio qualche triste arruff.ato ,·orrebbe all'àperto bere vitello comincia a !muggire, l'acqua -dél '.lago. Il contadino toglie dalla trave foglie di tabacco, si ferma sulla soglia le taglia a grosse strisce, e poi dallo stivale tira la Pipa la carica e pigramenté aspira e guarda ogni tanto se la greppia è vuota. E mute sono pure le osterie. profondamente può dormire l'oste e può della cantina gettare via la chiave, nessuno s'avvicina con un carro, tanta neve soilìarono i venti sulle strade. E dominano i venti, gli uragani, l'un mulina in alto, su nel1'aria si lancia l'altro in basso con furia sfavillante, e un altro l'inyeste e li stringe nèllà lotta, e giù scintilla le neve come pietra focaia. Quando al tramonto posa stanca l'aria, pallide nebbie oscillano sul piano_ e nascondono appena l'ombra del brigante. Sul cavallo sbuffante torna al rifugio notturno con un lupo alle spalle e un corvo sulla testa. E come un re esiliato dal suo regno il sole guarda indietro dall'orlo della terra, volge ancora una volta lo sgua!'do pieno d'ira, e quando il suo occhio vede l'altro orizzonte dal capo gli cade la rossa corona di sangue. SA1'"DOR PETOFI (Traci. SaLvatore Quasimodo). Nazzareno Cugucrra: "Ritratto di signora" RASSEGNA DI FILOSOFIA A CURA DI LUIGI QUATTROCCHI * Bi, aper Hosmini, Gazzo perGioberti In occesione del centenario ziata cosi dalla psicologia che za). né i limiti entro cui quegli della. morte di Antonio Rosmi- à scienza ,particolare dell'anima ardimenti innovano (o piutto– ni, che impegnò lo scorso anno umana. L'uomo è una indivi- sto non innovano) su la dottri– in festeggiamenti e in rievo- dualità insieme animale e spi- na delle opere brussellesi. pur cazioni. tutti i pensatori cat- rituale. dotato di un sentimen- riassettandone il pensiero fon– olici e notevole parte di pen- to corporeo Hmdamentale che è damentale in una visione dia– satori di altre correnti. l'<•Isti- radice di ogni esperienza. Ma lettica, che. del resto egli ac– tuti- di studi filosofici" ha in- l'uomo è altresì dotato della coglie da Hegel, ma Hegel ave– crementato con ritmo insolito intuizione dell'essere ideale. 'e va, a sua volta, elaborata traen– Ja sua grande impresa della anzi l'essere ideale è il primo dola dalla grande tradizione edizione di tutte le opere del oggetto di conoscenza, tesi que- dialettica del platonismo tanto filoso~o. dan~? .in tal mo~o il sta. caratteristica del pensiero dei Neoplatonici acristiani contr~buto ~tu co?cr~to. a1 fe- di Ro~mini e qui chiaramente quanto dei platonizzanti defini– stegg1amenh stes~. S1 e an~o- ribadita. Dalla intuizione origi- tori della primissima teolo.l!ia ra molto lontani dalla reahz- naria dell'essere nascono. nel cristiana. Ora. nella lettura del– zazione completa delredizione. camoo della conos,.r,,nza. le idee. 1e· PoslUme. tutto considera o. ma oltre metà delle opere di termini ideali dell'in elletto. e il miglior m,~todo ·è anc-nr que– Rosmini sono ormai pubbli- •1el c~moo rieIla morale Ja nor- sto: .e prendere i testi che sem– c~te in un corpo_ unic~. ~ cura .,,a cie11~ \·olon .. it Il soeent•o brano, per audacia. collocarsi il d: ?n ~up-po _di stud:0s1 sp~- umano è pertanto persona me- più lontano possibile dalle ope– c1ahzzah. Fra 1 volumi pubbh- t,fisicam 0 -te Mt:>tìnibilr cnme re brussellesi esaminarli at– cati duran e l'anno centenario. tale. poichè <'<J)ersona è un sog- tentamente sr~bilendo il solo è l'A~tropologia in servizio del- C?ettointelle ti\'O in quanto con- senso che possano dare nel con– la scienza morale, opera con- tiene un principio attivo su- testo ma limitare il contesto cepita ~o~e parte di un ~iù oremo .... Tale principio è la vo- rigor'osamente al foglio su cui grande ms1eme non portato in- 'ontà. orima spontanea. poi li- materialmente sono scritte le teramente a. ermine <a_ cura di bera In quanto p~rsona l'uo- parole audaci>► (p_ 54). Clement~ Riva. _Fratelh Boe-ca. mo sovrasta tutta la n~tura: i' Cosi gran parte della oppo– Roma-M1la!10, m 8.. P G07)_ "lrincipio formale ·del diritto e sizion~ che gli idealisii ave\·ano Antro_p<?lo~a. ~el concet_to dt 1ella moralità dà l'eccellenza ,el?nalato !re un Gioberti edi o Rosm1.m. e .!cienza de~l uomn -iell'uomo su ogn,i altro essere. e l'altro inedito. ,iene ad atte- nel senso p1u ,·asto. differen- 0 _ co1;terisce e. lui solo la èigni- nuarsi, nel piano di sviluppo ta d1 fine di un pensiero non ristagnante. L'edizione curata dal Riva <(Nonostante il rilie\-.o. pecu– TRA J POETI 1 GRANDI ESCLUSI * ·anto più deve esseu• segnalata. liare ctelle Postume. dato al ci– ;,, quanto l'Antropologia è una clo di ritorno. dò,·e l'uomo ielle opere di Rost:i1ini che han- concrea con Dio. anche a quc– T'JO avuto. ~eno ":1stampc L~ sro riguardo la Prorologia non orima ed1z1one s1 ebbe fn!at 1 si allon ana dalla linea del'ln– :el 1838. menh·e ~~re ce:to che roduzione. perchè. quanto più ·I.a letteratura. lea11cese 11ella critica del Croce di * A.X~IBALE PALOSCIA ~~:~,~~:e 0 :~;.5::h~e't~ofi~~~~~!~ ,)! è e_s3:ltato il . potere cr_e~tivo il 1831 e il ·32 Se ne fece una - cioe. _p~r ltu. concreatn o -:-; '"Ìstampa. nel 1844 _ e uri'altra dello spmto u_mano._tan_to _p1u incora l'anno ~tpsso O il ~mccec::-nettamente G1~berh ~1ch1ara sivo. Infine un"altra nel 1848 che, sebbene 1uo_mo SIQ dalla ~ncor vivo re.utore. Da allora sua d1gn1tà creatnce « subhma– non si ebbero altre edizioni. to a una spezie cli parallelismo nonostante l'importanza della C<;>n Dio», <:iò. non_ ostante Id– materia trattata e il rilievo dPl- dto sovrasta mfimtamente al- 1·ooera. così come è concepita. l'uo"'!o e al mondo. e il ~econ– '1el piano di sviluppo del pen- do ciclo as~olutamente s1 fon– c::i~rodi Rosmini de. nel pnmo e lo presup– ~-fentre l'«Isti ~to di studi fi- pone,.>- (p 7 m \osoflci. è ormai in orocin o d: LUIGI Qt;ATTROCCHI .-inrendere anche l'edizionP del- La lec-teratura fnincese net- -che hanno Ja funzione di al- storie ~- Taci_to e del _)1a- 1P onere cii Vi,.,"e"'70 Gioh 0 r•: la cnuca dt Benedetto Croce, tacciare il legame tra la teo- ~h1a\_·elli, 1 saggi de ~1ontaigne, sospesa ,da quasi dieci anni. di di Ortensia Rugg1ero -:- edito- ria e il giudizio particolare il Discorso su.. 1:1e1.?c.t? 0~.1. J..Jt!· quc to autore si pubblica una re Armanni - e per molte ra- sull'autore», la raccolta prende scartes. le Provmci~1 del Pa- \·asta antoloeia di S"ritti scelti g1oni un libro ch1an.ficatore. le inosse dalla cnuca a..... ~- • scal,_ma anche 1: e1?1stole ~ ser- oer cura di Augusto Guzzo (To- Li tedeschi tradotti da GIOlT '"""~I * HRRJIA'"~ RESSE SOL I Sopra la. terra corrono strade e viottole infinite, ma tutte volgono ad una sola meta. Puoi andare a cavallo o in treno con altri. due o tre; ma al passo estremo sarai solo con te. Per l'uomo sapere non conta e potere non vale, se da solo non affronta ogni frangente grave. NELLA l'-""EBBIA Che senso strano errare neUa nebbia! Ogni cespuglio e sasso sta li solo. L'albero più non vede l'albero: ognuno è solo. A me gli amici accorrevano a ga""a, . quando la vita chiara mi appariva; "l" or che la nebbia calo, non vedo anima vii·a. Non è saggio davvero chi ignora ìl buio che, tenace e lieve, ben presto sopravviene e lo isola dal mondo intiero. Che strano senso errar nella foschia! Esser soli, questa è la vita! Nessuno sa che cosa un altro sia, ed ognuno è un romita. IL VIA;\"DA.c"'\"TEE LA MORTE Anche da me passerai una voL~a; di me, già, non ti sei. dimenticata. Ogni pena, così, mi sarà tolta, e la catena mi sarà spezzata. Ancor lontana, estranea mi sembri, cara sorella morte. Or --come un astro gelido tu pendl sulla mia grave sorte; ma un di tl affaccerai al mio cospetto tra vampate di fuoco. - Su vieni, amata: son qua che ti aspetto. Prendimi: tuo io sono! HER~IA:-i1'" RESSE S'ERA ACQUATTATO SULLA SPO)."DA S'era acquattato su!la sponda boscosa il sole mattutino. Nol cl staccammo dalla proda, e lul d'un salto fu neU'onda. E tragittammo la corrente con la sua scorta luminosa. AD llè<A FARFALLA Il sole già sfolgora sopra l'incenso che esala dal bosco. E ancora tu gemi, farfalla, rattratte da gelide stille le ah,cce si lievi. Da languidi sensi turbata, aneli a dissolverti. Ma veglia e pazienta! Il raggio che àvviva s'accosta, rasciuga d'un tratto i serici grani dell"ali. Più caldo e profondo respiro. traendo, farfalla novella. non pur delibata da morte, tl libri nell'aria del giorno che l'anima appien ti Imatura. HA:-i CAROSSA Rl(;HAR)) BILLl~GER PICCOLO REQUIE:.! L'ancella rassetta antora la. stanza, il servo da! funebre convito s'avanza, briaco dei sacri bicchieri. L"ancella ora spegne gli ultimi ceri. Il pendolo a un tratto dal sonno si desta. Flumdne di stelle fluiscono sulla finestra. Di queste mie lacrime nessuno cui importi! Su nuvole scalpita la notte dei morti. O sogno che adduci la lima, a te grazie si Nel mondo dei morti or mamma fatlca. La luna ha versato la colma sua conca: a valle ecco un monte che cupido cionca. d,ca. Lodavi gli steli, coi votl li urgevl nel fieni' Notturno leone, su nubi dormiva, accanto al ve!loso piovasco, iL baleno. Fulgendo il papavero incontro veniva. Te, ospite rara, lì ferma sull'aia, a me salutava l'agreste massaia. * Il pane• e la brocca porge,:a ai padroni. su nembi sopiti &cocca.vano i tuonL Con 9101 'O il vento sfrusciava nei vepri; un fulgido guizzo suggevasi I vetrl. E noi a mirare le stelle, incantati. O pomi acerbetti da me sbaciucchiati! Le nostre parole? Balza1:a ogni suono rotondo e sicuro al rombo del tuono. O nomi di frutti, di spighe, di greggi. Gli enigmi spiegava la mamma e le leggi; ridendo, indulgente, consigli impartii:a. Guardava la villica folgore viva. con magica mano sviandone H cozzo. Spiava la morte dall'orlo del pozzo? La luna arrossava l'azzurro remoto. S'udiva un flautato gorgheggio nel vuo,o? Attratta la nube dal campo vicino, riecço la madre e H figlio in cammino. Sparivano dentro la casa assalita dal tetto. Una serva al sonno osannavc Un angelo in cielo la tromba suonava. Immota la gente di sogni turrita. Ancora reclini i! capo sul bimbo, ancora la rosa olezza neU'orto solingo. A dire: - lo t'amo - vermiglia una fiamma avrebbe soffuso la fronte al figlio e alla mamma. Spartite le vesti si sono i mendichi. Che senso accorato • vedere la mano di un altro che abbranca, e poi li blandisce, l'austero tuo velo, il grembiule (screziato, e in chiesa la cappa purpurea sopra la panca! O quante sperante! Se maggio moveva sui pratl confusa t'ergevi fra i campi smaltatL Se i tuoni scagliava l'estate, assorte preghiere bia.sciavi, accendendo a 1'1aria le nere candele. Veniva l'autunno, e tu raccattavi le freci.de mele: a lune invernali serbavi le noci e le pere. In lisa pelliccia Tinchiusa, i cricchi del ghiaccio ascol– [tavi: col dono de! p4né uccelli é mendichi sfamtwi. Ancora il tuo sguardo trionfa. Risorta, tu vivi nel figlio. Nei lini di mamma ravvolto, che pampa ci fo'! Da quando sei morta, timor di morire m'è tolto. RICHARO BILLIXGER GO'l"l'FRIED BE:\~ :.vlA1 P!U' SOLITARIO Mai più solitario che in agosto. Ora d'avvento ... e via pei campi vampi d'oro e vermigli vampi; ma dov'è il gaudio dei tuoi orti? Limpidi laghi, cieli languorosi. I campi puri splendono silenti; ma dov'è la vittoria. e i segni vittoriosi del regno, che tu_ rappresenti? Dove !'unico me,ro è il felice evento, e nel!'affror del vino e in ebbro giolito sguardi e anelli si dànno in cambiamento, tu servi alla fortuna, si, allo Spirito. UNA PAROLA Una parola, un motto ... ed improvvisi pensieri, reminiscenze dalle ·cifre ascendono. Si ferma il sole, tacciono le sfere: tutte !e cose "a quel motto s'apprendono. Una parola ... un raggio, un vampa, un volo, un punto astrale, un fiammeggio: e poi, nel vano attorno al mondo, ecco di nuovo un buio immane, ed ii mio lo. GOTITRIED BE...-..s H...\.XSEGOX HOLTHCSEX SO:-IBTTO Coi malfermi ginocchi m'incammino. Lieve il suono mi culla, ed amicale Come fanciulle in atto sororale Spirano i girasoli lì t:icino. Tra la nebbia, che là a valle vapora. A me restio la vita riappare. e E sia!> Si., non la voglio ripudiare Ancor su! mondo palpita l'aurora. Più perspicua e graziosa e ben recinta. Di colli e laghi tutta lieta e cinta, Un'ampia terra intatta ai sovrastanti Dirupi della Morte giace avanti. Or la tua morte dà il lievito a tutto, E tutto appar co! crisma del mio lutto. HAXS EGOX BOLTHl:!.l.~ .IIODEH_\-1 L"au:rice, isolando aJcu01 a,;pet rica letteraria francese. Pot la moru e_ le lodi dt Oraz10, le rino. U.T.E T.. in 8.. p. 807). ti nel gran corpo della critica filosofia: è chiaro, dato i pro- commedie. c~~an;~ e ~auriche Vincenzo Gioberti. a differenza crociana, non perde di vista i poni.mento della raccolta, _che ~ ammon1tn~1 di. Ansto!ane. di Antonio Rosmi.uji. è stato fatti centrali, anzi stabilisce ta paginetta ass~gnata dalJ au- t epope~ dell H?mere bouJJo_1 anche uno scrittore degno di una linea di continuità tra il trice alla flJosofla francese en- che fu 11Rabela!s. le commedie criterio metodol0gico e J'appli• tri di straforo C?l \'alo re p~- del grande Mo11ere è qut?r.e oe~ "'Iota. evidentemente pieno di cazion~. Sicché la sua epitome ramente segnalativo. Tuttavta-, mmore ~ldom •. . -nolti elementi superflui. spesso non appare una raccolta ct_ quel giudizio asciutto sull'Est- . Integranu,_ 3:11che se_ edito- retorico. ma tuttavia eminente punti dl "ista del Croce più o stenzialismo. propn_o a conclu- r1almente ~unte, del1a rac- in un secolo che in genere non meno parairasati, invece risul- sione, dà alla pagrna un sa- colta dr giudizi s~a poesia ~eppe amare il linguaggio lt GIOCO DELLA VEBITA' - FBO~TE D L POH ta un lucidissimo atteggia.men- pore di squisita modernna. sono le raccolte d~ saggi "Su. "Spressivo di una piana con- :o metodologico che sente alla Fondamentale è il capitolo romanzo da Rabelais a ~roust verc:azione. La raccolta curata sua base il travaglio filosofie<. sula poesia con la questione e su l teatro da Corneille a -ia Guzzo punta molto anche sul sui problemi dell'arte da Pia- de.i grandi esclusi: noi pref~- ,ar.ie . esammau nv., Gioberti scrittore e giudice di tone al De Sanctis. riamo accennare alla poesia t o il criterio della distinzio- c::criftori. mettendo in risalto in Affermazione. questa, che do• più grande e più vera degli in- ne del poeuco oo.. non potHt- tRl modo une. operosità di cri– \'rebbe far ri!lettere i ...:liquida- elusi: cosl quella della Chan- co. ma come è consueto .. 1c. fico che non è dei lati meno tori.,. delJa estetica crociana son de geste, della dramma- Croce. aprendo la discu3Siom --onosciuti del Gioberti ste55;0. quando sentenziano _che :5sa è tica .sacra, l'antica lirica e la ai valori, che. poetici o non r.. a raccolta contiene poi anche ormai sorpassata. giacche da- poesia provenzale. quella del poetici che siano. sempre sono ~rani dalle opere filosoftch·e e to il senso da loro dato al ver- Viffon. del Corneille, del Ra- umani. ~olitiche più famose. sicchè il bo sorpassare. s11lb.. . cine e per venire ai più mo- Così a proposito di Prousl quadro ne acquista una ade– za significa il rifiuto d1 duerni- derni del Beaumarchais. dello « in quel ripiegarsi a rivivere ?1.l~ta completezza. Jatrecento anni di pensiero. Chateaubriand. dello Stendhal. le sensazioni del tempo passa- Augusto Guzzo premette alle Ma oeneralmente. questi li- del Flaubert. del Maupassant. to,.. c'è nell'autore di A la re- quidalori ignorano il metodo çtel Baudel~ire. ?el ~cq~e ~ cherche du temps perdu una "'InoJogia da lui curata una lun– tenuto dal Croce per gmngere insomma di tutti gh scr1ttor1 disposizione che • non sarebbe ~a premessa. che gli è occasio– aEe cosidette formule. perciò dotati di genio. po~~ico. . priva di poeticità. ma non rag- '1e per precisare il suo pen-· le fraintendono. e dunque non D'altra parte 1 costd(?ttl esclu- !:?iunge mai !a lirici à come av- i;::jero sul Gioberti. che è uno sono da considerare seriamente .;i. se escono per la finestra viene nel più complicato. ma riei orimi caoitoli della storio- \"ero è che il superamento dall"empireo poetico. situato più geniale ~1aupas sant. a nche izrafia filosofica italiana dello dell'es:e;.icà di Croce. per mol- alJ' ultimo piano nell'edificio ,ui partecipe di un sim5.le sta- =-rorc:osecolo. L"in erpretazionf' ti aspe:ti già in atto e con ri· deJle creazioni letterarie. ri~~- rn d'animo .... L'autr ice d:a d; rii Guzzo rielabora. con ma~– sultati positivi. non può che es- trano. quando non sono sp1r1- La Poesia. C!"ior equilibrio. la tesi delJ'idea– cere movimento interno. cioè. tualmente vuoU per la porta Dal breve sguardo che ab- lismo del Gentile e de11a sua di superamento. ma come svi- nel piano dell.a lette~atura,- )[è biamo dato al libro della Ru~- c.;cuola. anzitutto ravvisancto luppo e svol~imento delle sue la le :eratur~ e sinonimo d1 po- giero. risul ano evidenti i me- ,rlle Postume la chieve per 1::i: do rine. Questo d'altronde era chezza: tutt altro; pub ~sse~e riti: ~"US t o d{ scelta. chiarezza 1 .,terpretazione del oensiero di proprio nei prinr.j.pi_ e _nelle altissima '!1ani!estaz1one dt am- e sinte icità: insomma un pa '}lnbcrti nel suo più originai,. 5 peranze del filoso!o il cui me- me 2:_randi . norama ben diseg:nato Una pa- ~viluooo Ma orecisa: todo consistette. appunto. nel .,.BISo~na serbare inta a ~ rola a par e merita il vasto re- <~ Si tratta. dunque, nella ri– mettere in movimento dall'ln- 6crive il Croce ne La. Po_esia per:orio bibliografico che ar- lettura delle Postume, di non erno il pensiero dei predeces- e l'au!rice cita l'amm1raz1o~e ricchisce lo stud!o- Esso. fi lasciarsi sfuggire né gli ardi· sori, salvando1o dalla morte a per le belle ope,re __ lPl erane. circa cen:o . parne. se,e:n:t ~ menti verbali. e anche specu– cui de6dna l'immobilità. tidu- quantunque non poenche o so- tu:ti ~hliautori _e e opelre _rrda!l~ i--t,·,,,·. de,· quali Gioberti ora si cioso nella veri à s orica cli lo a lor modo poe iche. di poe- c~si c e appaiono ne i1u IZl " ogni dottrina. i;::ia.compa-ata n'!"J • del Croce. richiamando il ti- compiace (ma !e n'è. in realtà, Precedu a da alcuni colpi di le opere rhe non fono ;::olo k ·-,:,, rtr- libio compiaciu ·o sempre, più o me- obiet!ivo sull'estetica crociana operazioni di Demootene. e A1'"XIBALE PALO ClA no frenandosi con la pruden- Garzanti ha edito nella sua collana d1 romanzi moderni due interessanti volumi: e Il giuoco della verità » di Salva– dor de Madariaga e • Fronte del Porto• d1 Budd Schulberg. Libri interessanti per diversi motivi: il primo è raffinato di– vertimento à'un autore scal– trito, il secondo è materia cru– da aggredita da uno scrittore polemico e coraggioso. Salvador de Madariaga, na– to in Spagna nel 1886, studiò al Politecnico d1 Parigi e di– venne mgegnere minerario; la– vorò quindi presso }a Società delle Nazioni, dapprima coITle membro dell'ufficio stampa e poi quale presidente del Comi– tato di conciliazione· fu am– basciatore di Spagna negh Sta– ti Uniti ed in Francia. Ha pubblicato opere d1 ca– rattere storico e politico, nu– merosi saggi di letteratura in– glese e spagnola ed ha colla– borato e collabora tuttora a diversi giornah. Questo • Il giuoco della ve– rità • rivela un aspe to della molteplice e profonda perso– nalità del De ~fadariaga, e cioè la sua posizione scettica * di JIASSIJJO T'ECCDI di fronte alla poss1b1hta dt chiarire l'essenza d'un uomo ed ms1eme l'avverttmento blando e cortese della diffi– coltà di giudicare. Non esiste insomma una ve– rità assoluta ma soltanto nu– merose verità relative: una per ciascuno di coloro che giu– dicano. Il tema richiama, sia pure considerando i diversi mezzi espressivi e le due di– verse civiltà, il film giappo– nese e Rasciomon ». Ma qui tutto è più distaccato, dismcan– tato1 con una sottile vena di ironia e di compiacimento. Lo schema è nuovo ed on– gmale per un romanzo: non c'è storia ma un solo fatto, ua morte che ne provoca su– bito un'altra. Sono i vari per– sonaggi, che parlano uno alla volta, a definire man mano gli episodi antecedenti e de– terminanti, rivelando la suc– cessione degli ~vvenimenti e dando una personale interpre– tazione di questi e del prota– gonista, 11 duca di Rocalta. Non è detto quello che pensa o fa questo duca, ma tutto quanto c-redono coloro che han– no vissuto e sono con u1 a contatto, dal suo cane, al con- e Do\·e corri Sammy? > (Gar-– fessore pri,·ato, alla governan- zanti) vivamente segnalato te, al servo, ai conoscenti. Xe dalla cnuca, ha dato alle stam– vien fuori - per il duca - pe e The harder they fall » e una composizione po1iedrica, e The discuchanted •. Per scn– una sorta di vestito da arlec- vere e Fronte del Porto> htl chino, una personalità d1 voi- vissuto cento giorm ms1eme ta in volta diversa spesso con. agli scaricatori, studiandone ca– caratteri opposti _poichè ciascb-1 ratteri e problemi. E" uno scnt– no, avendo già giudicato il du- tore dinamico ed esuberante, ca, sceglie negli atti e nelle che, scelto un soggetto, v1 si ;::,?~~osu; sr~it:fitr: q:e~1:nf:r: ~~~::;:01~ 0 ~~~ee~os~~ 1 ~: u~~ mare quel primitivo giudizio. mischia: quasi a forza dt brac- 11 linguaggio è vh·ace. vi- eia. \'O, felicissimo: il tono, magi- , Fronte del Porto • è la sto– stralme_nte _sbrrett? da_ un~ ria d1 Terry Malloy, gio\·ane acuta mdagme psicologica. e scaricatore oon molto acuto scanzonato e bonario. ~la for: ma ancora, almeno parzialmen– se, sotto questa apparenza. s1 te, sano; preso nel viluppo del• nasconde una realta mostruo- le losche attività del fratello sa. sconcert~nte: un _po'. com~ Charley e di Johnny Friendly qu~lle ar_ch1tetture d1 hamm_1- che, sotto la maschera di di– Ce:1 realizzate m una botti- rigenti sindacali, sfruttano e gha. taglieggiano gli scaricatori; è * Kotevolmente d1,·ersa, confe temperamento e substrato cul– turale, è l'opera d1 Budd Schulberg Questi. noto n New York nel 19B, dopo ù primo romanzo la storia d1 Katie Doyle fuga– ce apparizione d'un angelo che indica una via e scompare; è la storia del prete Barry. gio– vane. moderno. scarsameme mistico. ma intimamen e con– ,·into, profondamente rehg10- so, che lotta, pun~o!:i. consi– glia, sbag ia, urla e shda per il bene dei suoi p.arrocch1an1. Ed è la storia delle banchine della • 44ì • del por o d1 :o;ew York, degli scaricaton che lì sgobbano, sudano e s1 av\.-1h– scono1 insorgono e vengono as– sassinati. nel quadro di un pro– blema socille tra i più agita– ti d'America. Terry, sollec,tato dal! amore per Katie, puro, insolito. che sente stranamente sorgere 1n sè e dalle parole dt Padre Bar– ry, si ribella e perde la vi– ta; i facchini riprendm,o il solito lavoro rassegnati: la g10- \·ane torna in c.:>lle~10 ed il prete, consigliato da1 supe– riori ad agire, m a\·vemre. con maggiore cautela, ricom1ncia con più solida sicurezza la sua. lotta. Budd Schulberg r.a appro– fondito i personaggi e ram: biente con amorosa cura ed il suo piglio è .caldo, appassio– nato. E se l'efficacia dell'opera è in parte viziata dalla pole– mica, la crudezza del tut o s1 impone ed avvince come do– cumento d1 palpitante realtà. :UASSDlO YECCID
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy