la Fiera Letteraria - XI - n. 25 - 17 giugno 1956

Domenica 17 giugno 1956 L FIERA LETTERARIA Pag. 5 L'eterna pittura di Delaeroix E~li fece una pittura valida per tutti i tempi - Avrebbe potuto fiorire anche ai tempi dei greci: ma avrebbe potuto fiorire parallelo a Rembrandt, parallelo ad ogni altro grande pittore - Il pittore non deve e sere un gabbamondo: un furbo e un diplomatico che bara per divertire il salotto. 1'o: tale formula venne escogitata, dopo Delacroix, dai bari delravanguardia francese che ebbero modo di imperversare dal 1909 mo ad oggi Coloro c.'1e fanno della Pitt :a una que– s ione di moda. una questione di te:no al Iot~o o di trova a che dir si Yoglia e che. ad esempio. in,·entano di dipingere le foglie degli a:l>eri a palline una bianca una gial..!a una \·erde una ne:-a, credo che debbano conside:-ace Delacrob: quale un loro rimo!"SO di co....~ienza. Un rimor-so di cosc.enza perché Delacroix fece una pittura ,·alida per ut-.i i empi. Una pit:.ur~1 di gene:-e ete:no. Egli a\·rebbe pot.uto fiorire anche ai tempi dei g:eci (ed i: buon Dati l"a,è"ebbe posto accanto a! dinamico Pa.-r-asio): ma a,"Tebbe po– tuto fioci::-e parallelo a Rembrandt, paral- 1e:o ad ogni alt:o g:-ande pittore. Egli !ece 1·a..~ piena. Piena d'ispirazione, di potenza, di disegno, di colore. Anche altri attuali, yentosi. illustri pa– ria della esegesi a,::-tistica credo che guar– _dino a Delacroix con mal celato dispetto; De:acroi:-: come a quegli che rompe le uo :a nei panie:-e dei banditori del -« vie– ta:o pa:,aggio » e pe: cui il pittore do– y::ebbe fare {< so~tanto il pittore>) e non anche « lo sc::ittore, 1·epistolografo ed il poeta ... Ché. di Delac:-oLx, non si sa se sia magg:o::e il suo genio quando si espli– ca d:pmgendo o quando si manifesta at– t:-a,·e:-so i suoi sc:-itti: le sue «Lettere», i suoi t:e tomi di Diario. La sua cultura c:assica lo induce,·a a meditazioni su Pla– tone cc-.me su Ocazio Fiacco (il suo idolo). :\fa egli si dimo-tra aggiornatissimo e pro– fondo anche quando esprime giudizi su le~ e:ati ed anisti e condizioni delle a:ti de! suo tempo. * In quanto ad an.e-moda, pittura-moda, ecco come egli si esprime a p~. 232 del tomo p:-imo çiell'edizione .. france.se àel suo ,·Journar·: 25 juin - le jo ur. proba blemeni à l"heure de mon diner, es1 venu Gr=i– ma~a. Il m'a dit sur ma peinture des choies qui m'ont plues_. entre autTes: I'idée le /Tappane coujours, plutoc que la con– venlion de la peincure: de plus. cous les cableaux présencenc qu.elqu.e chÒse de Ti– dicuie qui zient à des n1odes, etc. Il ne le trouz;e jama.is dans les, mie-ns. Aurait-il vraiment raison? Pourrait-on inférer de là que moin$ l'élément transitoire qui contribue Les _plus souvent au succès actuel se mele aux oitvrages, plus ils ont la coudition de i.uré{ et de grandeur? )L Voi a\'ete ben n-pito: da un !alo è l'ele– mento transitorio (!"a.Ibero a palline una bianca, una giaU~, ecc.) tale eiemento appartiene ai pitto::i modistieri sempre in– co:aggi2ti dai mess-.~ della critica d'a.-ie ( e sempre, costoro, cagliostresclri). Tiile lato è il lato « lo~one » anche se l'a,·an– gu.a:-dia non ,·o"!":'àm3.i ·passare per chias– saiuo!a e yolgarissima logg:ioneria. L "altro lato (l'e!etto) (il diff•cile) è « la condi– zione di durata n. Oss.;a: un quadro per duTa:-e non de,·e esse:-e un quadro di moda e neppure di stile (ogni stile è una degenerazione dell"unicità deJ concetto dell'arte intesa quale religione eterna e perc:ò immutaòile nel suo credo). (E si rpokebbe di:-e nel « suo catechismo n). Anche alla pag. 343 del tomo primo De:acroL'\: .:-ibadisce il suo giudizio con– tario al!'ane-moda IaddO\·e dice che al– cuni a.'1isti si lasciano trar:-e in :nganno dalle no,,.ità; ma ,ebe se, di tali novità. àappr:ncipio il pubblico rimane stupito quando ha poi capito l"effime:o contenu o d"ognuna • se Tetourne vers les chefs– d"oe,wre oubliés er se Teprend au charme impérissable de la beauré ». E che Delacroix s"affidasse. dipingendo, soprattutto al suo ~-e-o, e che, in alt:-e paro!e, egli c:-e.ciesse che 1·estro è H tutto a cui unicamente i pitio:-e deYe affidarsi, eg:!.i lo conferma a pag. 265 del tomo se– condo laddo,·e annota che anche quando· un pittore conosce a perfeZ>lone il me--tiere . (il mezzo d"esprimersi) ancora non sa niente: (« J'ai su tout cela quand je sa– vais ancore -rien »). E che, di conseguenza. il pitto:e p:;ma deve '":,·ere e, dopo, dipingere. Dia,1zi de,·e tco,·are una ragione per fare del– ra:-te ossia se egli è l'eletto da Dio de\"e, innanzitutto, ri\"eJare sé a se stesso. E' il dono celeste al quale egli crede; ed è ad esso che informa la sua esl lenza e le sue opere. * Il p:tlore non de,·e esse:e un gabba– mondo: un furbo e un diplomatico cl!e baca per crn·e.--iire il salotto. :So: tale for– mula venne escogitata, òopo Delacroix, dai bari dell"à,•anguardia francese imper– versanti dal 1909 sino ad oggi. Già la Francia .n·e,·a dato un altro uomo dalle idee sane e quadrnte: Voltaire. Le eh.fare idee di Voltaire stentano ancor oggi ad essere accette alla maggio:onza deg'.i uomini: di essi, i comuni. lo con– siderano ateo ed in,·ece eg!i credtn:a neI:a di,inità pura, sfrondata dai riti, libera da ogni religione. setta o moda. E· Del acro ix fa un volterriano d"eguali pensamenti, sa– ni e quadrati. Egli leggeva Vofiaire spes– siss.imo. a stagioni intiere. Xe1 suo Diario !o cita una settantina di volte. Un nume:-o ài rn!te maggiore di quello delle sue cita– z:oni di Platone, di P:utarco, di P:inio il Gio,·an~, ecc. * Intanto un teorema (non di Pitago:a. perché non si basa su eguaglianze), un teorema che, in un altro tempo (prossimo), non avrà neppur bisogno di dimostrazio– ne è che Delacroix dipingeva meglio d, Delacroi.x: "La stra,e a. Chio " ]J)[ ILUIJGIT DelacroLx: "Donne algerine,, tutta la solita litani3 di p1t ori cantata dal– l'o:-gano de( mercanti i'nteressati. Con ciò non è detto che Delacroix dipingesse sem– pre bene, ma quando dipin-e bene di– pinse in modo tale che le sue opere si possono accostare, paragonare, conside– rare di Yaio:e eguale a quello delle « :è'l"oz– ze A:dob:andme" o quello del « Sati:o ebb:o n della Villa dei :\lis eri. ; ·on di– pinse bene quando teatraleggiò con qua– dri di cento figure giacché. alloca, anche egli cadde nell'illustrazione popolare o nell'accademia che esige quello che la (f pittu:-a .sostanziale n non può dare. A mo' d"esempio, quando dipinse i :\lartin Faiie– ro. o il Taillebourg, non mi piace; e neppurP mi piace il monumentale quadro (che sembca un altorilie,·o romano) « La giust:zia di Trajano •· :-<otate: nel qua– dro ,< La presa di Costantinopv!i }) c 1 è, di bello, di degno del pittore, pittore tanto lodato da Baudelaire, soltanto le due ligure femminee accasciate a terra, a !arsi cuo– re una con l'altea. li quad:o « Ven, de Sabbat • ha p:ù di cento ligure e tut– ia,·ia è bel.:o, ma'è Wla derivazione e quasi una imitazione del • Panorama di Toledo » di Goya l'. qu,;dro « La mo:te di :\lacco .~u:-e~.io n è l\·eramente brutto, fatto per compiacere gli accademici. cioè i teo:-ici del sno tempo (i teorici sono sempce dei buffi e stempiati accademici). * Tali er:ori Delac.--oix i comm~~téva per adorare :1, del :-esto, adorabile, nost:-o Raffaello (gran compositore). Poi, Dela– croix (e come fece nei Diario) per libe– rassi dell'incubo di Raffaello si poneva a scri\"ere contro H di,•ino Sanzio (dimo– strando d'averlo capito cosi cosi): ed an- • che codesto è st::-ano pe: un pittore che era anche scrittore: scrittore di cose d'ar e oltre ad essere un descrittore più '\·alen e dei letteraù-le tesati del suo empo). Xeppu~e le sue •Crocifissioni» (parodie rubens;ane) mi piacciono. E tanto n1eno mi piacciono i -uoi ultimi quadmni giac– ché, purtroppo, egli per amor di gloria e di denaro s·era !asciato con,·incere (tra– scinare) a dipingere le pareti dei grandi albe;ghi parigini. e « le salon du Roi n oppu:e la cappella a Saint-Denis du Saint Sac:-ement (50,-raccarico d 1 ordinaZioni di la\"oro come ormai egli era) e le due bi– bliotec-hc àella Camera dei deputati e della Camera dei Pari. Tutte opere ohe sare!>be staio meglio egli non avesse di– pinto perché po530no trarre in equivoco quei C()nsiderato:i (sYentati) delle sue ope:e che non si curano di distingue;e i capola,·o:i dai Ia,·ori ad ordinazione. Ad esempio: se non a,·esse dipinto, nell'emi– ciclo della Bibl!oteca del Lussemburgo. l'• A'.essandro che fa riporre le opere di Omero i:, una cassetta d'oro• a,•rebbe non suonato la grancassa dei quadroni murali. E" curioso a:,p:-ende:e, come lo si ap– prende a pag. 118 del suo Diario (,·oJ. Il), che non gli piace,·a Guido Reni, a lui pa– ragonabile nel culto della bellezza (di– pinta) greca. Guido po de,·a un tempe– :-amento sensuale come quello di Dela– cro:x che era sensuale all'ennesimo; ed anche Guido Reni era un palese adoratore '.lel!a pittura greco-pompeiana. * :\la cosa c'è d, male (oh caste orecchie!) ne:l"e.s.•e:e pi:tori ensua!i? Occor:e, in fa to cù sensualità. c!Jsunguere c;uella del– le besti,. da quella, ad esempio, di So– cca e. Xé è da scandalizzarsi !e attribui– sc<> a Socrate la .;ua pnrte d1 sensualità ,ebbene i! Fedone (,·aie a dire Platone e non il ,·ero Socrate) gli attribmsca un· antisensismo S!)lrno si'lo a voler d:videre l"an ma da! :orpo (e come ·e il corpo fosse un fico secco trascurabi e). Dice,·o che Socrate era anche egli un innamoralo matto della bellezza, ad esempio, d'Aspa– sia l'etèra rega e, la semimog ie cù Pe:-i- c·e (e per cui Pericle d oYett e subire un o:-oceS$.O: orocesso che , ·in.se per me:-i o delle corone che ave\"a- già conquistate sui campi di batiag~ia). Il Socrale ,·ero non è quello del Fedone (ma ques:o è un aitro d:scorso: tronC'h;amolo e to:"– niamo a Delacroix ed anzi a Guido Reni). Reni dipinse male tutte le ,·o:te che .fu co.st !"etto a leccare le e1e a pun·a di pen– oeJ:o per piace:-e agli st:-ozzini; agli st.:-oz– zin.i che gli sta,·ano semp;-e attorno esi– gendo il pagamento dei debiti perché Gui– do, i! sensualissimo, era un donnaiuo:o ed un g:uocatore d"azzardo ,spietato (per– de,·a sempre), (ed al'.o:-a i creditori stroz– zini l'obbliga,·ano a dip:ngere come YO– leYano loro). )la chi non rai,-Yisa, in Guido, e. ad esempio nella figura poetica– mente sensuale ebbra d · amore d:,;no mes colato a quel.:o umano, fi.:,aura in az– z.ur :-o paludamento, figura balenante di luci ed a mani g1un:e del quadro « La cir– concisione >1? Un sensualismo d'eleganza greea a'!)pare anche negli ,ngeli di G uido ed anche altre sue figure sono fi.gu :e di nobi:issima del:cati ima .sensu ali:.à: la sensualità, ripeto, dei poeti: ben differente da que!!a - sorn,ona - degli animali umani come àeg].i anima!.i-ani!llali. Sotto un ta:e a petto, di sensuaìilà poetica per cui l'adorazione de:la be:.lezza ài\·enta uno scopo deH·esi-tenza, io considero l"arden– te pitt.ura di Dela croix. pittura definita (con una b: -1.1.ua 9roposizione) « lago di sangue n da que!l' e.sage:ato esegeta che :u. nei confronti del pitt:>re, Carlo Baude– laire, pittura ,·al:da pe,- ogni tempo. Delacroix è bello nelle sue odalische. ne: suoi harem, nelle donne da la scl!iena raggiante e come colpite schiene da una luce apollinea. E' il poe.'11adel~a carne cl!e Delacroix canta con i colorì pieni della p:ofonda pittura: una pittura ,·alidissi– ma come ma e:-ia; ai rettanto f\·a:ida come eso:-essione d'immagini più che rea.:i so– gy{ate. Si sa. deJ resto. ::he a De!ac:-oix .e donne piace\"ano a segno che quando s-ali\·a per le rampe del:e scale de1 suo studio da,·a fastidio anche al:e fante- Fche, donne anche: serr.p.,..1c:,o non sem– p-:-e complicate come la Giorg.o Sand che :-i p:esta:vano a posa:-,gli pe:- H " ::\Iassac:o di Scio ,1 o pe: le ·varie stesure (chiamia– mo:e « ste:-.u:en ) de!:a ti( Morte dz Sa:da– napa:o •· Dissero (i critici del suo tempo), e c,edendo di d,lende:e l"ope:a e<1 L p:t– ·o!"'e, che De~acroix non avesse tessuta la apo:ogia del re lussu=ioso, ma a:troché se è una apoiogia! Apo!ogizza:e la !msu:ia e:-a nella sua natu:-a e basta. per persua– de:-sene, leggere 1e sue « Lettere gio·~·a– ni:i .. Pccca:o che :a!..i :ette:-e s:ano poco conosciute giacché sono state puOb:ica~e d1 recente. :\la è quando si crede di pub– blica:e ie b:-ic.iole d'un uomo di genio che sorte, dalle briciole, lo ~nto, il ca:-atte– :-e dell'uomo di genio: Egli, da giovane, scrivendo agli amici non :!ace-va àle pa:– lare (da innamorato) delle donne: giun– gendo· a volte, alla pretesa che i suol amici gli facessero da comp:acenti mez– zani. Quando dipin..<e :e va:ie stesa:-e de: Sardanapalo egli era ebbro d"amor di carne: dirò. sor:idendo, di carne poetiz– zata. Oh que!la schiena, ignuda, di don– na dai capelli agi~a~i medusei, ri:ucenL, ondeggianti come la schiuma à"un ocea– no! Ho accennato alla schiena del.:a conna prona ai p;edi del Sard anapalo. desposta. ..atanico Fauno: tut:o al cont.ra :io de: m~te as inente Pe:-seo: sb:an ato da lèe menaci. (e compresa, fra :e menadi, po,·e:-o Pen– teo). anche sua mad:-e! Si ra;.·visa ne:.:o harme della pittura di Delacroix il ca– ,·a!leresco amore medioevale d"Eucassino per x:colett.a del:a cara canzone :francese « ìe beau damoiseau, ma foi - et la fil- 1e:te au beau corps - à la cheve:u-:-e b!onde - au clair Yisage, aux yeux ,;rs, etc. )). * I capo:a,·o:-i di ne.:ac:-oLx ~eno, 6.il: lct:.te, i Séguenti. :\la. dianzi vogl.:o a nno :a:-e un'alt:-a 055e--\·azione che mi sta a cuore: egli dipinge,·a n1eglio quando _~b~zza,·a che non quando fin:va. E di c10 da con– ierma egli 3tesso lad do,·e. n el Diario, dice che (< pro,·a, a ,·o:te. diff.co: tà quando s1 pone a cavalletto pe r \ennin a:e un qua– d:-o abbozzato >1 e che « gli se."T.b:-a di smar– :-ì:-e quel dinamismo che già ~~i~sce l'essenza tecnica del.;.'abbozzo. Ga _e che • finire » in pittura è un Yerbo che e tutto e niente. E' tutto se si compie il quad:-o venendo - :.I pittore - a r:trovarsi nello :stesso stato di ;spirazione con il qua'.e il quadro ,·en.'le dapp:i.'na :m– maginato {nel suo insieme) eppoi crrea– lizzato a fiotti>> con una gioia simile a quella che dà agli occhi la iolgo;-e che illumina il buio d'una tempesta; ;11a. a ,-olle, dopo che la metà del quadro e stata composta e quasi realizzata accade che !"ispirazione se ne va (o s"indebolisce?). Fo:se è un giuoco del signore lddio crea– tore del cielo e della ter:-a e del:e figu:~ che dipingono i buoni pittori: i grandi, gli ecce i si come Delac:-?ix .. Co_n !.'andar degli anni del p;ttore, _Idp10 oeH 1sp.ra – zione volle punir'.o. Il pittor e anzi ano ( e malato) ~·era !atto avaro) rispa:tni.ato :e: né sentiYa più gl: stimo'.i ( beneaem) ae1 sensi. Dipinge\·a a met!'aggio. ).la di ciò anche 11e: la venerazione die ho pe:- Dela~ c:-oix non Yoglio più par:a!'e. )ia qaall sono dunque i suoi capo1a,·o:-i? E tu, Bartolini pittore lo domandi a me scr:ttore:-' Xon lì yedi da so:o? I suoi capo:a,·o:i sono: : disegni dei ,·olti delle « juives » (i àLse– gni <'he ~appresentano figuce di_ donne mo:esche). Se :e donne fos..sero mterna– mente (dico del pe:-fido cuore che talune be:.lissime hanno pe: loro e pe:- nostca :nielici:à) belle come appaiono di ::uo:i, attraverso le inte:-pcetazioni di Delacroix, il nostro mondo sarebbe preferibile al pa– :adiso di :\laometto. \"edo che non ho qui spazio per annotare tutti j capola,·o:-i del :\laest:o. Ad esempio « Les musiciens de :\logados » è un capo:a,·o:-o in sti!e :emb:andtiano. :-.10110:\IC:et ,·iene dai di– segni e dai quad:-i di Delac:oix (in ispe– cie queLo detto « A :a fontana» sebbene racquRcello omoniino sia anche più bel:o del quad:o). li suo disegno « Le Ta'.eb n è più p:-ofondo d'un quad:o. A Yo!te, il sensuale De!accoix assume,·a aspe:ti spi– rituali.ssimi come in tale disegno. E per- O' r ,JJ~.~~ ~~ r ' - -.> ·1 \f-~ r,I ' . ,; f./ / { e---- _, 1:i-S;.- /"-_,,_.) ,fj! \, '~--!v7.~-,.~,/.:, ·}; -~ \, j ~ .,. ; . ,I ,;, • ?'I # ' \ ':\ . .I _.,-. /...1 ,.,,...,..,.... • ~ .:, T- ~ ~ . I '~ - ,.., ':f:'- ~. -+ .... ~~ Del~rolx: "Prove d1 diseino '' slno inu"'.e d:~e che "Fén--'1":éa d A:;;e7 dans ~eur apP,arteme:r: " è un capo:avo:o: vi ci ~ono ispirati tuai i pit!.ori f:anceii pos:e:ior1 a De:acro:x: da 1Iane: a Re– noir. In ta.e quaa=o -:·è un'a:-ia :i: Goya che con..'°la: Ed ut!atti Delac:-olx d:~gnò tan:e -.-olte dal:e acquefo:-:: di Goya'. Ve– dete come s:ono i :).taest:i: non !anno co– me Co:-pora o come Scia!oja c:,e si :imitano ad enunciare eo:i.e neppure o:igmal; (ma di seconda mano): i maestci sono, invece. mo<les!,: s.:i. dànno ~a nano :.mo con !'a:tro; :;~o ado:-a :'a::ro, ed acca-de:, a c:3..5C"J.1lo. che p-J.r c:-edendo d'i..~i--:.are L maest:o ::-ne-:~e a: mondo non un a:::--o Goya, ma u::i originale De:acroix: g~acché l'o::g~na:,t.à non è che ,•e:o. L"o;;g;na.1tà non consiste n una tonne!.:a•a di ca:--bon fossi~e (cozr..e nei qaadri d: VedO\"a); ma è un ten:re , e!o che cop-:-e appena i: rnaest:-o p:-ece– dente. Lo so, lo cap:sco: tali mie idee (che verranno. però, d ~ moda fra breve. non appena, da!.la so!.;ta Francia-. sor!:ranuo giudizi opposti a quelli d1 ie:i quanèo si gridò « chi ci libererà dai g!"eco-rorr..an;? . Domani si gride:-à • cJii ci libere:-à dal:a stemp:ata avanguardia?>): ma :.nta.n:o so– no giudizi destinati ad una:e i giova!l.i saccenti. :\la, a noi, non importa d. co– storo? Pe: noi Ftr..e è una re:iiione c!"...e comporta benisoirr.o i: sac:-i.!ic:o di pa5- sare pe: da meno (se è poss:b1:ei deg;.i avanguardisti. Intanto p:-o,·erò. !inaimente, a dire q·J.a– li sono i capo!a,·ori di De:ac:o:x. Ad esempio « L'odalisca h con ii pe:10 con:ro il letto e le spalle all'aria ed i cand1di glutei in ombra: oppure • La !em..'Ti.e aux bas blancs >.I cava~: d.: De:acro:x. :m– pennati, furiosi come i! ven:o (ru::i be.:– :!.i): agili guizzanti quali serpent: che s:i lanciano contro una p:-eàa ri!ucen:e ò·o:-o. :-.Ioho più be'.lo de: più be! :\!=: e il quadro di D. che s"in:i:o:a « Rirrar..o del– la Sand •• (pe: intenderci, è quel:o a! pia– noforte - e che la famiglia dei :lutU:eux eredi mutilò ,·andalicamente perché, se– condo tali bo:ghesi, il quad:o non e:a o: finito),). La natl.t!'a mo:-\4 de!.:'Ecu.:eci..! (scoiano!o) è un capo!a,o:o e si PuÒ sup– porre cl!e \"an Gogh vi abbia an.in :a :a melodia dei co1o:i ca'.di dil.n suo quad::-o di natura mo: a. 1:n'a'.t:"a sp:endida na– :ura mona di D. è quella doYe è rapp:e– senta a un 1 aragosta in :h·a o! ma:-e e che ispirò il nostro De Pisis per i suoi • Pesci e molluschi sulle !"ive di una spiaggia •· Delac:-oix è un pozz.o do~e non c'è pit– tore che non abbia attinto e che non pos– sa anco:- attinger,;: come i! De Cèi :i.co che ha attinto dal « Rina:do ed Ange:i Cò.1 1. L"affinità Remb:andt-Goya-Cha.-dln-Dela• croix (e mettiamoci anche il Co:ot) à:– mostr~ in anto. che il verbo (o :a :-eli– gione) de!:a pittu!"a è • unico in tu::i i tempi >1. I :oro capola\"o:-i si àanno !a ma.no e nessuno òi essi pir..o!i ~a àà mai a ber e. Xell'acquaforte (di Delac=oix) « Femme couchée >t chi non ;avYisa lo scl!ema (e lo stile) (cur,i:!.inee para::e!e cl!e modellano le forme) de..:a •X eg:esse di Rembrand:? r: « San Sebastiapo • cù Delacroix è fo:ie:o della pit:ura di Dau– mier (pittore finalmen e capito dopo un seco:o dalla sua mo:-te). Il San Sebastì=o non piacque ai ,·isitato:i del Salon del 1836. I! quaà:o « Xaui:"agio di Don Gio– ,·anni » oer e.s...o:.e:-e stato !oda to, ecce_<:s:xa– mente eSaltato, da Baude:a.i:e non so àire se mi piace più o meno. E" mig!io:e L. quadro « Pantera che assale un cavallo . « La Fidanzata d'abi:o » _ereb:a i: sog– getto d'una scena di teat..-o. ma o!l qua.:i colori 1 e quale musica.! • La !:1u~ da! ramo à'o:-o » è tu·t.a sg:-amma:ica~a pu:– nella apparente :ifinitura al:a :_ng-:-eE. (Quando De.acroix dipinse tale quad:o sta,·a male in salute). Xon t..-o,·o pac!he ner descri\"ere il quadro • San Gio:gio ,,. Qualsiasi aìtro pit:ore a,~:-ebbe racco~\a~o una solita i:-appolò ed in,·ece eccoci ad un gentile San Giorgio ne:o e gial:.o: ca· ,·aliere !rancese in un paese da rr:a:-c:a funebce. :\Ia oh fini colori, fune:e1, eh quei ne:i, quei rossi. Xon si può desc:-i– Yere con poche pa:ole un quaci:-o come il San Giorgio: chè se uno :o s:a a gua:– dare pe: una se:t:mana, un mese. mai se ne stanca. Lt:IGI BAnTOLIXl

RkJQdWJsaXNoZXIy