la Fiera Letteraria - XI - n. 25 - 17 giugno 1956

Pag. 4 LA FIER LETTER Dòmenica 17 giugno 1956 RILEGGE.l"DO « RE.4LT.,..ì Vl.l"CE IL SOGXO » * Inestinguibile giovinezza * Quèl lontano libro di Betocchi rivelò subito l'inconfondibile accento di un'espressione sorgiva, di una linea lirica purissima * di ~GO FA.SOLO Ricordate quancfo furono Che se poi fosse davvero oc- musicalmente giocato in « Un Iscritto: « ... Se c'è una cosa che scritte le liriche di « Realtà cor a una conferma alla du- ponte sulla pianura». Anche mi abbia allucinato è stata la \'ince il sogno»? Dalle note rata e alla no,·ità della sua oggi_. del tutto_ immuta~[. so- realtà di tutto quello che si della ~<Giustificazione,, che voce. la conferma non rnan- no 1 due temi nelle plu re- vede e viene comune chia– Carlo Betocchì ha \'Oluto cò negli anni ìmmediatamen- centì liriche. Eppure 7:1elleul~ 'malo il mondo, la quale certe portare a line della nuova l':! success1v1 con ,< Altre poe- tune ~ompos1zl?n1 d1 « Tetti volte mi è sembrato che aves- raccolta Vallecchi delle sue sie» che segnano un secon- toscani>> una risonanza nuo- . . . . poesie, avremo la oonferma do aspetto più che un se- rn si può avvertire e meglio se profo nd11a do, e disperato • che esse risalgono al 1930. condo periodo della lirica be- può essere individuata in e_tut_to~a dis~ero, _net momen- Vogliamo rileggerle insie- tocchiana. « Di sè e dell'ombra n. « A t1 miglion cLi arrivare u. me? "Io un'alba guardai il Un'altra fonte di sollecita- Emìlia » e in "Squille di Anno per anno, proprio per ~~~l~ ~e~~~i ~~~d~!z>!~so aere, zioni Yiene accolta dal poeta. Lombardia n. In queste e così la ricerca e il (aggiungimen- Questa immagine si fissa in il moto d'amore per le crea- pure le poche altre liriche to di questa sua int.E.:riore e mente all'inizio della prima ture ,·ive e soHerenti, l'alta precedenti, le parole del poe- necessaria realtà e la sua in– raccolta ed è tale che, con- umanità degli affetti. Questo la hanno assunto una, ten- latta espressione poetica più tinuata la lettura, alla fine nuo,·o apporto non esclude sione forse più liberata, do- che per la bellezza sapiente ci accorgeremo che proprio il precedente atto lirico: una ve sì nota insieme il supe- del \'erso e dell"e!oquio, 0 per essa definisce come nessun'al- nuova sollecitazione si inne- ramento interiore del rag- il Poco vivo delle rime e tra lo potrebbe, la s_ìtuazio_ne sta sul primo e ne trae riso- giungimento letterario e del- delle assonanze e l'aprirsi e origme. di tutte le ,_mmagmi nanze più profonde e pacate io stesso sentimento affetti- il chiudersi del ritmo, l'ope- seguenh, quasi la prima fos- • lt 1. • t . h - 1 1 d 11 ra di Betocchì sempre più se, nu si passi il paragone, sempre riso_ e 1rica 1 men ~ va. quasi e e 1 co ore e a come il tema iniziale cU una come lo dimostra l orma, azzurra purezza della sua li- emerge, ·come poche altre. nel sonata, l'enunciato che Poi classico « Canto di una ven- rica fosse divenuto più fon- nostro tempo. si svolgerà mutando, am- demmiatrice n o « Di un'altra do e immateriale e l'amore << Poeta della speranza u lo pliandosi, intrecciando con creatura». « Alla sorella», o alle creature meno incline ha felicemente definito poco una seconda proposizione, ma con ancora maggior ripensa- all'affetto ma più alto, con tempo fa Carlo Bo. come la sempre _presente, m tutto lo mento, « Alia dolorosa prov- un senso di presente realtà speranza vivo e operante. e svolgersi de 11 OJ?era.. « Io vìdenza n Tutta la poesia di che ,·a oltre gli spazi sensi- nella speranza sempre ani- un'alba guardai 1! cielo e C 1 8 1 h' h 1 b.Li moso e sempre 1.,gualmente Yidi... » non meglio poteva ar . 0 e _occ 1 • anc e a uc- 1 · giovane. Voce di conforto, essere svelata \;J, situazione ce_ss1va, s1 muove en.tro qt_1e~ Questa moduzione della ine tingu.ibile senso di giovi- dell'animo di Betocchì poeta st, du<> fondamentali mot1v1, sua \'OCe, non è altro forse nezza, luminosa quanto il e l'immagine ìllumina il tono evidenti l'uno e l'altro nelle che ravvicinarsi alla totale cordiale affetto che sempre fondamentale di tutta l'opera. pensose composizioni di « l'\o• visione intravvista agli inizi, accende negli incontri i suoi Atteggiamento dì contem- tizie n, quindi con .atteggia- quando nella prima introdu- occhi di uomo vi\'o. plazione o,·e l'atto del ,guar- mento più contemplativo e zione a « Realtà n egli a\'e\'a UGO FA OLO dare e vedere è posto all'al- ba, all'apertura dei giorno. L'attenzione del poeta è ri– volta dunque verso il futuro, non è mai contemplazione ferma di un accadimento concluso. Questo atteggia– mento assunto fin dall'inizio da Betocchi proprio in un periodo in cui l'estetica do– minante iniziava il rarefarsi dell'oggetto nella esclamazio– ne lirica. non poteva essere nè seguito nè valutato inte– ramente da molla critica che tuttavia, forse a malincuore, dovette pur accettare la poe– sia del Betocchi per i valori dell'espressione che egli ave– va, quasi per virtù sponta– nea, liberamente [ormata senza vincoli di tempo e di scuole. Avete riletto ora: « Real– tà vince il sogno»? Nulla o quasi nulla ha po– tuto il quarto di secolo già trascorso. sulla va.lìdità delle sue liriche e sulla freschezza della esposizione. L'ìmmedia– teu.a lirica serenamente stu– pita che ci sorprese, rinno– va oggi ancora la suggestio– ne che allora ci attrasse; gio– vinezza indeclinabile di una voce ancor oggi tutta valida per noi, e per qualche Jet tore più accetta oggi che al tem– po della sua nascita, oggi che alcune diverse posizioni al– lora domlnantt sono ormai sfiorite e l'attenzione è pro– tesa in più direzioni. « Realtà vince il sogno » rivelò subilo l'inconfondibi– le accento di una espressio– ne sorgi,·a. purezza dell'atto lirico quale dono della gra– zia intesa nel significato più alto del termine. e accolto da Betocchì con piena e libera obbedienza ln letizia di cuo– re. Già nel '32 la poesia di Betocchi avrebbe pur meri– tato un alto riconoscimento. CON LA POESIA, IL SIGNIFICATOUMANO DI UNA BONTA' * SOVRUMANE, ITI SPERANZE In alcune delle più belle liriche di Bètocchi aleggia un prezioso eu o d'incompiuto, tant~ caratteri tico della ua emozione espres iva * di MlCHELE PlERRl Con la poesia, oltre la poe• sia c'è la bontà. la cerità, a sopravvivere.i; e Betocchl ba la fortuna di sperare e di ere• derci: « a piene mani, a ·pie• no petto,►, cosi s'annuncia la bontà di Betocchl Jn ogni sl– tu\Z,ione di attesa o di rovina; cost egli accoglie chi ne ha bi· t~f1~c~~;•t~sc!o 1r\ocs~ 58 dt° 5 1~~~= ratore nomade la sua, che ha fatto e disfatto le sue tende de– cine dl volte su e giù per l'Ita– lia: ((qui siamo un popolo di mestieri»; e nella profondità delle rughe toscene dei suo sorriso. conserva, dopo tanti anni di fatiche all'aperto, è ne– cessario dirlo a chi gli si ac– costi ozioso e vanitoso o in abiti salottieri, un velo di acre polvere dl strade e tossi subur– bani, che sarà bene non solle– vare. Ma ha finito per avere in casa il certo cielo dell'uomo abituato a scrutarne di alba in alba. per vU!ag!(l e città la provvidenza; e lo regala con semplicità, senza mostrere di accorgersi dello sbalordimento degli al ri. lettori o amici che siano. Poesia dunque di anima semplice e libera. abituata a rrattere con gli umìLi e indotti, Belocchl al cantiere che ignora complicazioni e conflitti interiori, strazi mete.– fisici; che parte da unn accetta– zione popolaresca del mondo creato, nel quale già intravvede uh mondo perfetto, anzi tal– volta s'illude di esserci già, co• me in una patria contadina di Essenin nelle ~,Allegrezze dei poveri a Tegoleto >>. Poiché nel uo stato di grazia una verità religiosa affianca. comprensiva sorella, la sua verità poetica. miracolosamente scoperta neLe. realtà d'ogni giorno, nei pen– sieri più effimeri: .. i miei pen• sieri svanirono come molte far– falle ... sempre più in alto vo– lavano mai stanche>>, una tra– sfigurazione reale, a occW aper– ti, senza indugi mlstici. delle desiderata vita spirituale, dove la morte non he potere. Se egli prova a rileggersi i color! di Rimbaud. ne ha però da• vanti la difesa antiletteraria e lo scatenamento dei sensi vien provato in salita. sugli impervi letti dei torrenti. al calverio .del trafficante sulle montagne abissibe; e, figliuol prodigo, tor– nerà a pacificarsi con la « nu– da facciata el sole» della casa paterne: egh sa che la tensio– ne creativa non si esnurisce !n noi stessi, anche nei suoi mo– tivi più umani, anche a indu– giarsi nella soavità delle sen– sazioni. s'urta sempre a un li– mite. essendo destinata a farsi ancelle di Dio, priva di esalta– z.ioni e depressioni romantiche. E può così, umile e generosa, versarsi la luce di Betocchi su oggetti e azioni, luce d'acqua iil"pida e purificante. che in– sinua nel risultato poet~o una richiesta di gioiosa approvazio– ne, oltre che di perdono, difl'e· renziandosi perciò dalle. tor– mentosa lezione ascetica di Re- 6ora; ma indubbiamente reca un battesimo di grazia. un in– vito all'innocenza de. sedurre con sovrumane e miti speranze anche il cuore più !raglie: 1< dolcemente sostituisce agli amanti le loro deboli azioni ora che l'acqua ftla alla can– nella lavandomi». E acqua salutare si mostrerà lo stesso dolore, com'egli dirà nella maturità del suo cento, assottigliato e ilare, pure il do– lore nella sottospecie noiosa e insidiosa del .fastidio: « Ahi nel fastidio e nel dolore creo. . e l"ecqua senza requie strepita e nella mente ahi nel fastidio»: quendo dolore e fastidio non siano vendetta di colui che manca di grazia, come s"adom– bra nello spino not:urno della siepe « AJl'uscita notturna dal cantiere,..: '"punge. cosl si vendica». Quel prezioso senso d'incom– piuto d'elcune liriche. tanto caretteristico nella emozione espressiva di Betocchi. e alcu– ni grovigli d"im.maglni e pen– sieri. sembra vogliano suggeri• re al lettore la fugacità d'ogni nostra realizzazione Iisp elto a un'altra in cui non ci rime.ne che abbandonarci; in te le feli– ce libertà spirituale, di annul– lamento della propria fatica, le creature più vere nel paesag– gio rarefatto divengono i piop– pi esigui al rigido argento obli– quo d ella pioggia... i tetti to– sce.ni secchi all'incanto cele– ste,.. , e. ancor prima, con deci– sione giovanile. « l"ombra d'una albatrella •. Fra tante ombre che vanno continuamente, alt'ombra etenta e copron la terra d'inganno adorat:o quest'ombra ferma.-. Ombra !erma. ecco la miglio– re valorizzazione che si possa dare alla nostra effimera esi– stenza. in attesa d·aliro vieggio: formare, affermare la nostra ombra, accettandone. assapo– ràndone. con umiltà francesca– na le debolezze, e amandola perché ombra in cui Dio si compiace. purché sia ferma. « poi s'impenna in,·isibile »: un i-Ovito al viaggio di Betocchi. U quale non ha mai mutato, in tante sue peregrinazioni e in tanti mutamenti del nostro po– vero paese, di gusti e di ban– diera, un esempio de tenerselo caro; e si legga una delle sue prose dì pochi anni fa, quella che chiude il Libretto di an i• eipazioni eàito dallo Schwarz: Pensieri sulla luna: d'un non convertito. e ci si convincerà della serietà del suo intento o impegno. come meglio piace, al di fuori delle speculazioni di parte; la sua carità. la sua aper– tura spirituale. ha larghe brac– cia. stanco semmai di non po– ter dare. l\Ia qui Yorrei aggiungere una preghiera. a nome penso di molti: ch·egli riunisca in volu– me le prose e. punteggiare e dilatare la raccolta delle liri– che in versi, cominciando da quelle del Calendario, dei Frontespizio. e le al re sparse su giornali e ri\"iste. ormai co– me perdute e che farebbero og– gi del bene forse più di ieri. nella tristezza di oggi. ~IlClIELE PIERRl .. ' Belocchi con la figlioletta L' nedità diunmondo semplice * di O'l"l'O~E llOS..cll BetocC'hi appaniene a un tipo umano piutto.sto raro. E' chiaro che non voglio alludere a pro!X)sito dì questa appane– nenza. alla ua qualità di poeta, perchè -i poeti, minori e maggiori, buoni e cat– ti\·i, lontano dall'esser rari tutti sanno che sorio n101titudine, esercito, legioni-. Tuttada è proprio perché i poeti (an– che quelli grandi, grandissimi) han sem– pre avuto fama dall'infanzia del mondo di contrad<lire a quelle \'irtù che cU di– ritto includono Betocchì nello strettissimo nume.o dei modesti (modestia con tutti gli attributi da intendere nei primitivo sigrlificato) e perohè tali inconsuete- vir– tù si ritrovano intatte nella poesia del o– stro, ho creduto bene !acne parola. Del resto non tocca a me, pittore, in– vadere i limiti della critica e meglio riu– scirà quesia specie di amichevole enco– mio se contenuto nell'ambito di quei va– lori e rapporti umani che Betocchi .(esem– pio da:n·eso singolarissimo) ha cosi bene spartiti fra esistenza quotidiana e poesia. Anche a Betocchi come a gran pane de' miei amici ho fatto il ritratto. Di fronte all'uomo assai più che in lac– cia alla natura perchè « nell'uomo c'è più dolore n (cosi ha detto Piero Santi) « e ipiù mistero» aggiungerò io, il pittore avverte tuHa l'incombenza dell~anima. Ricordo che la breve posa di Betocchi niente affatto turbata dalla presenza di una conversazione allegra e rumorosa da cui ci separò isolandoci il gelo di una sconosciuta dimensione tu come il dialogo della nostra intrinsichezza. La posa c.'urò pochi minuti ma le cose che Be}occhi mi ri-\·eJò attraverso la cifra e il segno del volto. confermando ed ag– giungendo a quanto già sape,·o di lui, !uron tante che que' minuti debbono ri– ferirsi unicamente alla realtà fisica dei nostri orologi a cui sfuggì la \"<>ra ìncom– mensura-bile durata (o non durata) di quel dialogo S\'Olto fuori dct tempo. Chi conosce Betocchi, un uomo che ostenta la propria fronte come un libro aperto e d( C1ui si capisce a volo l'interno pen iero, non può non sentire per lui tutta la simpatia che siffatti uomini subitamente inspirano. '"'i ~ente d1 a,·er a che fare con un :--emp1ice. una ~emplicità vera che non è artificioso atteggiamento ma naturale al– titudine dell'animo çli chi congiunge sem– pre due luoghi per la ,·ia più corta e si comporta in questo esattamente come fa la na ura. · Si direbbe un'eredità di quando Betoc– chi geometra. peri,o dell'arte sua, squa– drava coste e balie di un monte per ta– gliare jn quei dirupi fra piano e ,·etta la più breve strada p9ssibile. Dato che qui sì tratta di rendere omag– gio a un poeta, non è dir poco di lui affermando la sua capacità a far lo stesso in poesia. Infatti la poe.sia di Betocchi ignora le s,·olte inutili, coone rifugge da quelle ìr– raz.ionali apAariscentì E-O\"'l'astr-utture che il geometra Betocchi non avrebbe mai impiegato neJI~ sue costruzioni. Ho conosciuto uomini di ogni specie, oscuri e il · t.ri.ssimi dai più comuni e ,•o:gari a singo!acissimi ingegni. !\la non ricordo ira tutti un caso di cosi perfetta rispondenza !ra caratteri e ,·irtù dell'uo– mo con Yirtù e caratteri dell'arte sua. un cosi calibrato accostamento come è pos ibile in Betocchi fra uomo e poeta è ben raramente osservabile nella nostra storia letteraria. Di lui ho detto che è « un semplice n e un «modesto». Se. non fossero « sem– plice>> e « mod~sto » due parole che rifiu– tano la maiuscola le am-ei scritte tutte in maiuscolo per far capire in quale gra– cio sia ,, semplice » e « modefìto » Betoc– chi. In grado che non oserei dire eroico, come si dice dei sanlt, ma indubbiamente -altamente virtuoso. Poiché questo è quan– to ci sta a ... cuore stabilire, ripeto che egual valere assumono que e doti nella « poetica n di Betocchì, ,·aie a dire nei modo di essere. nel « genio » stesso d Ila sua poesia do,·c cose navi in1e e inven– tate, di io'ma e ~ostanza, s celgo no spesso la ye,3te ,più umile e co11:,; ue.ta nel « por– gere >>del Poeta, p<'r una pudicizia innata che certo a,·rà co.,-ciPnza del proprio va– lore ma teme recargli offesa nel procla- marlo. O'ITONE RO Al UNA DEFINIZIONE CHE LO CHIARIFICA * POETA DIFFICI Comepochi altri, egli va letto per Intero e giudicato tutto secondo la sua parte più alta * di GIOVA Nl RABONI Per que1li della mia genera- certe altezze o a certe tempe· zione. che hanno cominciato a rature .Ma anche su questo interessarsi di poesia negli an- Betocchi minore riverbera la ni del dopoguerra. Ja figura di sua luce cruda e bianca l'altro Betocchi è staia una delle più Betocchi. il Betocchi mistico e d!lflcìli da interpretare: oltre met afisico . Bctocohi è come po· tutto mancavano notizie mon- chi alt.ri un poeta che \"8 letto dane stùla sua persona, i suoi tutto e giudicato tutto secondo libri si trovavano a .9tento, il Ja sua parie più alta) saggio• di l\Iacri che potevamo Un poeta difficile: e dcv'es– le~gere (Betocchi o della grazia ~re dav·\"ero se è così facile sensibile) era bello ma non sbagliarsi sul suo conto e con– proprio lampante. non del tut- ro:1dere i da:i della sua figura to decifrabile carne in un gioco di società do- Questa immagine di un Be· ve chiunque può tra\"estirsi. da tocchi segreto. lontano dalla chiunque altro e anche Rim– cronaca precipitosa di quegli baud (il suo Rimbaud) può di– anni. mdillerente alla moda ,·entare Verlaine o ma~an delle conYersioni e dei proccs- F~ancis Jammes. $1 di chiarificazione (e poi in GlOYANXI R.\00~1 · fondo Betocchl era già. era sempre stato leggibile), questa immagine anche se dettata in gran parte dal caso. dal fatto che io \1,·e\·o a Milano in un certo ·ambiente piuttosto che altrO'\--e o in u altro ambiente. anche in seguito non l"ho mai superata del tutto: non sono mai ri\L.<:te.ito a sovrapporj?liene Una ce1·ta melodia * un'altra che mi sembrasse più di FRAN"CA C.-\LZA\"ACCA \'era. Anohe ora che l"ho co- nosciuto e il suo nome cont::.t Ciò che Be:or.ch.i. detesta e lo rra quelli delle persone che .:ritica mtesa come ~ momento~ mi sono più care Betocchl ri- o meglio come r~a:.ione i.stm– mane, per me. una f\gura iso- riL•a della cultura mdwiduale lata. fuori dal gtro: un poeta ull.a lettura det suot i:ersi. e difficile. questo forse per non scendere Un poeta dif..f\cile: a questa nel paradosso crocrnno che fi! definizione mi sono attaccato della poesia forma pri.mordiale '\ncora di più negli ult.Jmi tem- e intui.U~a delratti~l!à teoreuca pi. non saprei dire se per rea- d_ello sp~nto. tdenttfìcandola at lione o per di.fesa contro il hnguaggto ~d ~ggeuwandola co– crescere della sua ifama pub- me. es~resstorustica e basta. blica. le consacrazioni ufficiali. Se c è del vero tn questo di– i premi (pc.r un poeta è pro- re croci<uio. è soltanto per no, prio questo il momento delle che dalla letrur<:1 della _poesia più impensate e crudeli defor- non Sta!"- _capac, che di. trar– maz.ionn; i lettori di Betocchi ne rea:1om soggetuve1 uuurne -:ono indi...~utibilmcnte cresclu- di una ... sensiblerie,,,, poco cul– ti di numero in questi mesi e turale. emoth;a e magari in– la critica mostra di tener mol- perjiciate come un. uomo d, to conto di questa nuo,·a popo- dottrina e di buon gusro po– larità del poeta nel formulare trebbe /aohnente 1ntmre. giudizi particolarmente cordia- lo posso confessar:1u senza al– li. semplicistici e borghesi sul- cuna dif/icoltit: faceto parte, m– ia sua poesia. rei giorni uc- tegralmente d~ que~t~ somma di cessivi all'assegnazione del Pre- persone emo=:onab1h e r.ospiro– mio Viareggio era !acile im- se battersi. su riviste e quotidla- Perciò chiedo al Betocch.i. scu– oi. in ritratti ch""e ci !ace\·ano sa per le mie poch e nffession1 vedere un Bctocohi familiare che non collima.no ajfatto con e delicatamente elej!iaco. una i suoi de si deri est etici ed etici. spc-cie di Pascoli ohe ha letto Ma la critica uffici.aie - con i francesi e si ricorda del Due- Carlo Bo captntesta - ali ha cento. Questi ritratti placeran- già. reso gùLstizia no a molti. corse non dispiace- La •rniJ modesta voc-z Ja par· ranno del tutto neanche a lui re del coro e non. nelle prime (qualche volta i poeti amano file; 1na ha Ja pretesa dt farsi. fingersi o fingere dì credersi ugualmente sentire. ben diversi da quel ohe sono): E perchè? Forse perché i ma chi ab bia \'l'ram ente letto e versl di Betocchi mi rendon~ cercato di capi.re <con amore, più umana la reltg1or~e e ptu con fatica) i s uoi libri non può sopportabile la poverta; p~rch.e dimenticarne. al di Là della m~ fanno capire che la t:tta e mu~ica. la violenta integrità un continuo debito e che a noi spirituale. l"asprezza metafisica; non resta altro eh.e saldare, ttOL il clima stupefatto e quasi ir- nati per farlo anche per coloro respirabile di poesie come Sul- che nei disegni divrnt hanno la natura det ~ognri. Dell"Ombra. un altro posto, quello che_ a Vetri, Domani. (E" per sempli- prima vista fà. gridare all'mgtu– cltà che cito solo da Realtà stizia. E questo soltanto per– vince U sogno: l"immagine di chè non sappi.amo commisura– Betocchi alJa quale- mi riferisco re iJ n_ostro metro a quello che ~i fonda anche su altri punti usa D10. del suo lavoro: in buona parte, Il dol~e, mel~dtco reuli~-->no dt d es:em'Pio, sul recente Ponte B_etocclu mi_ diede c_oragg1_0 un nella pianura. Esiste. è vero, atarno. esJ:)rtmendost con 1 pa– anche- un BC'tocchi minore _ 1ehc1 verst de ., La Pasqua de, non meno s.incC"roo meno i~pi– rato: ~empllcementc minore. '.'Jon s:C"mpre .si può \"ivere a pot,eri ... ; - A noi. non visti. nelle grigie sran:.c. miriadi. 1n me..:z.o alla città che /u-ma. - Sabato Santo, la tua luce U- Jurnina - solo le mam, umca LA 'l'ESTJJIO.'.\IA..'.\Z~l DI CN GIOV A~'E * festa, - stanche: - a not ta pace che verrei. operosa - già dentro il cuore e sulla mano sta. - che ti prepara. o Pa– squa, e che non ha - che tL so– La 1ruida dei 11ochi incontri lo pane per farti futosa - Mi diedero luce, qut1i. verst. e spensero t 1 n poco Q!.rnnto mt nmordeva dentro di astio e di. impotenro. e volevo .Sputarlo fuori, co'ltro quelli che aveva- Ho incontrato per la pnma volta Carlo Betocchi in una sala del Campidoglio, alcuni a"nni !a, in occa ione della pre– miazione dei vincitori agli e Incontri della Gioventù • Carlo Betocchi era uno dei componenti la comm1ss1one giudicatrice per la poesia, in– sieme con Ungarettt, Falqui, Grande e Piccioni, ed essendo io uno dei premiati tra i poe– ti, il più giovane, potei con facilità accostarmi a lui e co– noscerlo personalmente. Di Betocchi, devo dir la ve– rità, a quell'epoca non cono– scevo nulla o quasi, e rico– nosco che era un 'imperdona– bile ignoranza per un ragazzo come me che si profe sava en– tusiasta della poesia italiana * tli J?JIA.\·CO Sl,JJO.\-G.11\l t? ad _un _episodio ~olto gen- d1cato una bella poe~1a •, e a ile nei miei r1guard1, 11quale. toccare i fiori delle• aiuole os– P05SO d~rlo coi: orgoglio, !u il servare gli innumerevoli 1 por– pnmo nc~nosc1mento vero del- toni che s'aprivano sui cortili la m1a poesia. d'un palazzo di periferia. Carlo Betocchi, infatti, dopo e Volevo conos"cere quan a aver ~etto la mia raccolta e \ria verità c'era nei tuoi versi, Si– Etruna 44 •• in cui descrivevo mongin1 • - mi confessò più e narravo la storia umana di lardi Betocchi. - «Volevo co– questo grande casamento, ven- nascere la tua sincerità•. ne ii:t compàgnia .della sua Ecco, questo interessava a bam_bma, della graziosa Sih·ia, Betocchi di trovare in un poe– a \"ls1tare e conosce_re il mio ta, la perfetta aderenza dell~ palazzo. F~ Betocch1 s~esso a vita con la sua poesia. raccontarmi questo particolare. Non so, ma compresi che e r1mas1 commosso nel senti- Betocchi era anche lui •1n qual– re eh~ 3:vev~ accompagnato la che modo legato a quelle cose sua S1lnucc1a_ a bere alla fon- che io avevo.cercato di descri– tanella_ del mio cortile e a cui ,·ere nella loro umile presen– e un giovane poeta aveva de- za, sentivo che anche lui a\·e\·a partecipato e p1trtec1pava nel– la s1r,1apoesia alla certezz.a, al– la verità dt queste povere co– se, e capivo che anche Betoc– chi ama,·a, francescanamente, gli o~getll più comuni e più d_evot1 della nostra vita quo– tidiana. Ma m me c'era ancora quel groviglio di disperazione e di tormento, quell'ansia tutta car– nale di partecipare e possedere quella realtà che amavo e che mi sfuggiva. C'era troppa ma– terialità nelle mie poesie e in– vidiavo a Betocchi quella gra– zia che bagnava di serena, lie- FRAKCO SIMONGINI (Continua in 6. pagina) contemporanea. Di lui conosce\·o solo quel poco che avevo letto sulle no~ te delle antologie o che avevo ascoltato da qualcuno meglio informato di me; e cioè che Il ponte fra .le poesie era nato a Torino ed era geo- * metra, un uomo che ai ponti no inchiodato ad un letto di o&pedale mio padre e lo aveva– no fatto morire ancora giovane. con un tumore aL cuore, perchè corrotto dall'indifferenza 110iura e dalla più stoLta mrtncanza di umanuà. Tacqui allora. perché quel letto e mio padre e rodio si erano chiusi nel mio spirito. E passai la mia Pasqua det poveri con Le mie sole mani stanche, buone di lavor.Jre per tutti. Ed ora sono inerti Jnche le mie mani, in una prova à.i ptu, e giorno per giorno ~ubtsco la. mia peniten=a in terra, consta– tando come l'onestà e un mtto e c0\11.e certa qente dm. pomposi sbandieramen~i pseudo reh11tol)1 sia la prima a tagliare le vene a chi non cerca altro c'w unn certa sicurc::n di v'vrrr e rh.f ad un dar o momento si e n,·.. t.•ata colpe::o:"! .o;oltanto 'l.: 113- ~ersi ammahta. Ed è ancor1 ,ui versi n1 Be~ 1ocd1.i, il c4:ro amico m Ftrtn:e, che trovero una ouc1f1ca solu– done al mio contrasto. Sono es– se le parole di una 1ede tro- vata. il mio vangelc umano. e alle strade pre!eriva la CO- d,· 1.1 • ss, ,,,r .. ~,•-ne, struz1one ben più dilficile e!, • _,.. ,__ • I i ._, un attimo di respiro al duro alternarsi dei problemi imma– nenti, un ttmido - ma quanto elevato! - Tosario di speran– za: leggo due versi. ora. che son piu audaci di una rivolu~ ztone e che faccio miei, chie– dE'ndone permesso aU"Autore: • ...e chi mi scaccia, io che son serva. perde il suo silenzio,.,._ limpide poesie, e che era uno Su questo settimanale, pochi dei più sensibili poeti cattolici anni fa, Francio a mtern tava del nostro tempo. Tutto qui. Betocchi e il pezzo usciva con Ma qu,ando per la pnma vol- questo titolo: e Betocch1 e 11 ta mi st rinse la mano e mi ponte fra le poesie•. Ed è co– sorrise, prendendo a parlare si: la voce del nostro autore con quella sua secca e chiara infatti compone intorno a sè pronuncia toscana. compresi i più diver i aspetti delle no– che l"uomo dinanzi a me. col stre odierne poetiche, vuoi volto asciutto e scavato come perchè inseritasi in un filone da una febbrile attività inte- che trae la ua sostanza dalla riore, era completamente di- regione _ nel suo caso la To– vers~ dall'uom~. che m'ero im- scana - rendendosi, ·senza vo– magmato. E ~lll che un poeta ler esagerare l"importanza che a!fermato: _ch1us_o ne~la s1:1pe- 1 gli spetta, europea, come egh rtore dov1z1a ~e1 _suo1 doni da: stesso mi diceva a proposito spa_rgere, sentu d1 ~ver tro,·a-f dei poeti che attingono la lo– to 1n C_arlo Betocch1 un am1c~,I ro essenza dal pae aggio in cui una guida _che ~otess~ ~are ~1-t vivono; \"UOi perchè in lui po~t~ agh assillanti mterro- confluiscono e jn orno a lui gauvi che allora urgevano si accordano, insieme agli amtt• m me. ti francesi, da lui spesso ricor• l\ei 1952 Cario Betocchi abt- dati, e ai Carducci mi.!(II· tava a Roma, in Yia Soana. da Campana a Rebora, tutte una larga e moderna via fuo- le tendenze della lìrica mo– ri porta San Giovanni, e quin- derna. E non è che Betocchi di vicino casa mia, che era ed sia caleidoscopico: tu-tt'altro ! è in ,·ia Etruria 44, e fu que- Bensì sola.mente perchè sa re– sta coincidenza che dette spun- stare con tutte le qualità che gh sono connaturali e dalle quali egli non si è mai scosta~ to Ira runa e l'altra tendenza. Tendenze ormai divise da una lunga crisi in due diversi grup– pi apparentemente inconcilia– btli di generazioni: la prima della quale Betocchi fa crono– logicamente parte, sempre n– va e ricca degli umori che la seconda non ha ancora sapu– to piegare e adattare alla sua dialettica. E non oltanto egh si trova in un posto tutto suo fra i gio,·ani da una parte 'e i vecchi dall'altra, ma anche al posto giusto fra i poeti che egli ebbe \"icini pur seguendo essi vie diverse - e mi richia– mo, fra quelli che per esi– genze etico-religiose gh ,ono più congeniali ai Parronchi, ai Luzi e ad altri tutti degnis• simi. Oggi, a \"Oler dimenticare Betocchi c'è da non ritrovare più il filo conduttore che uni– sce tutta la nostra più recente produzione poetica. Il reali, hsmo dt Betocch1 st affianca in un certo qual modo a quel– lo di Bertolucci e s"affianca pure a quello propugnato dai giovani, sebbene troppo mor– zato di romanticismo nspet– to al primo e lirico là dove nei gio,·ani è spoglio. Cadenze popolareggianti (di cui tuttaY1a era più ncca la prima produzione del nostro poeta) erano e sono in lui come erano in Betti, ecc., ma di gusto aggraziato da un ani– mo altrimenti educato alle sensibilità poetiche. !\on me– no solenne ed essenziale di Ungaretti in talune aperture di canto e sospen ioni. ron meno musicale di Montale in un senso tutto toscano E Betocch1 uomò, dei quale avrei voluto parlare a lungo? I gio,·ani come me, ch'egh largamente onora della sua amicizia, sapranno un giorno quanta parte di loro devono alla sua presenza. MASSIMO TORCI Perché i! coraggio degli umi– li. dei tacitu.nti. e quello che a lungo andare vince Perche la poesia ., umile,,,, di Carlo Betocclii è la più coTag– giosa che conosca, simUe ai versetti duri e sconvolaenu della Bibbia, anch.e se ranimo squisito df'l Poeta ha pensato a temperarla di un francescano pudore e di un toscano amor per la natura. E prego i lettori di non frain– tendere, p~r piacere. Non han– no letto una critica - io non sono da tartto - ma una do– verosa sincera testimonian:a L'erso la poes,a de!l'am1co Be. tocchi che ha conosciuto la mia anima ed i miei dolori megho dt me. FRA~CA CALZAVACCA

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