la Fiera Letteraria - XI - n. 25 - 17 giugno 1956

Domenica 17 giugno 1951' CX FIERX [ETTERaRIA Pag. 3 GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI FEDELTA' AUTENTICA E STRAORDINARIA * Nessuno come lui avrebbe saputo restituirci con tanta sicura inge– nuità, con tanta naturale pulizia, una fantasi.a così ricca e spontanea * di CA.RLO BO Ricorderò semp!"e I prùnì incontri con Carlo Betocohi: l'imma~ne stessa della poesia e l'uomo che faceva di tutto per far dimenticare che era anche soritlore. Erano incontri ra,pidissimi, quasi delle semplici battute in vista di un 'amiciz.ia che si sarebbe co11S9lidata col tempo e che intanto eliminav,,. qualsiasi rapporto di convenienza, qualsiasi calcolo. Era il Betor.cl!i che lavorava ancora nei can– tieri, sulle strade. che partiva da FiTenze il lunedì per lorna1·e il sabato e passava la settimana sulle strade intorno a Siena, ve"!'SOl' Amiata, verso i paesi ideaJj della sua poesia. Nes,;uno dopo ci av,rebbe sa,puto restituire con tanta sicura ingenuità, con tanta narurale pulizia l.ll !la 'fantasia così ricca, così spontanea. E le poche volte o..'1e lo trova,vo nello studio di Barge]]in.i, Betocchi si presentava come uno scolaro alle .prime pTove: non aveva vergogna di fare scivolare sul tavolo dell'amico u,na poesia, una prosa, il gesto dl una memo– ria. pudica o l'infiammata ragione del canto. Su questo regi5tro ha continuato con una straordinaria fedeltà ai suoi motivi ori– ginari, al ricordo del padre, alla luce dell'Arno, all'amore, alla se-rie delle sue donne insegUite con una riochezza sp,i– rituale che inutilmente amremmo cercato .i; ricava,e dalle nostre ei\l)erjenze. Era Qllasi il senso della vita stessa, era la immagine della l.lbertà: Betocchì il poeta come l'uomo preferivano lo ebaraglio al calcolo, il disordine alla misura. Sono tutte caratteristiche che rilfleltono lo sfor– zo del poeta, la condotta della sua guer,-a lirica ed è ancora una sorpresa trovaire un equilibrio cosi naturale fra la dispo– sizione della vita e l'esecuzione dell'ope– ra. Gli anni :tra il '29 e il '34 sono stati la sua vera stagione, ciò non toglie che il lungo lavoro degli 'Ultimi vent'anni sia ugualmente importante, anzi del punto di vista dei risultati ancora più vivo: oggi nel saluto all'amico intendo soltanto rje– rncare quegli anni di miracolosa e arppena violentala attesa, l'immagine del Betoc– chì che lavora nei ca,ntieri sull'orlo delle strade della sua Toscana e l'idea - tma idea che è rimasta unica nel libro degli incontri - del poeta libero, di un poeia che. era pronto ad annullarsi in uno slancio di gioia nella poesia stessa. Liber– tà, gioia, sono temnini che ci è capitato dì .ripetere molto di rado nelle cronache della nuova letteratura: così di rado che il• ca,pHolo Betoechì co-ore il risci1io di diventare esemplare proprio pe:r questo, per l'intervento diverso di una passione virva, di una passione capace di creare. Laociamo, dunque, per un momento 'i calcoli e ò -bilanci e gettiamo tutta la iuce su un itatto ohe sembra J11iracoloso, su un incontro che va mollo a1 di là delle .-egole a ouì ci leghiamo per paura. CAJ!LO BO Tetti toscani aranci di Sicilia * Si porta ininterrottamente con-sè tutte le terre che ba ,:isitato. se le porta perchè sono cose reali eppure non !!iOltanto per quest_; * di l,X~l"'01\ìlO CORSARO Come prima immagine, Car- ze da indicarci un lungo pro- chiedendomi altro (o mi pare- indicare in genere una aspi– lo Bet<~cchi si staccav~ Per me cedimento di liberazione come va) che amore•· Ora a questa razione religiosa, uno slancio da u!l a.lba allagata in. sogni può solo ottenere un impe- essenza sconosciuta eppur vi- del1'a..r1ima. potrebbe trarci in d'ang1oh neri e meravi..gliose gno critico indefesso, senza va, a questo dato della nostra inganno. Vero mistico è colw ram~ture piena.mente rispon- mostrarsi. Da circa cinquan- avventura sovrumana che ci sta che raggiunge degli stati so– denti alla realtà, giacchè nien_ t.'anni, nel periodo cioè piu intorno come un ruggente leo- prann~turali: ma il più delle te m'è apparso più accordato denso della nostra riflessione ne, cosa offrire se non l'a- volte ad essi si perviene per del su<! c~ore, nutrito di chia- estetica, i mezzi espressivi so- more che ha chiesto? Magari mezzo di una lunga, dolorosa rezza, mv1_ato per la terra co- no stati sottOJ?Osti a inaliena- in un delirio. Betocchi non v~. doPO avere attraversato me quel giovane bruno e quel bili e allarmate ricerche. La (amettca. ma può bene avere d1fficih prove, quelle che San giovane biondo che se n·an- esperienza di Betocchi vi si i suoi deliri, 1a sua e festa di Giovanni della Croce chiama davano abbracciati in uno dei è tranq"Jillamente inserita. Ci amore». Non a caso ha fatto ,, notti oscure" deU'anìma >. suoi canti verso il '30. Era una ha guadagnato nel senso del il nome di Siena. A Siena ci Questo diceva e io oggi mi sorta di fa~ola. Di~o c1:te del- canto e del racconto. tenendosi trovava la parola di una San- ripeto e Pianto di freddo: e ... a la favola 10 sentivo 11 mo- lontano da ogni esibizionismo ta che aveva ben saputo deli- me non è dato - dì conoscere vimento, avevo la visione. E il e in pari tempo da ogni men- rare. nuJla - sono un cuore che poeta me lo fingevo intent? zogna. Mi rivedo Betocchi 3 Catania, sente: - ignoranza m'annulla ~ racc~ntare con. abbandoni . Gli anni del Frontespizio si 23 marzo 1953, Al Lyceum les- vastamente... Alleluja! - Al- 10 cantiJ1,na, qua~1 ad ascol- r_1cord?no._Anche qui, in SJci- se una conferenza sui mistici leluja. fraterni pianti sull'u– ta_rl~ gh stesse . d1 !ronte una Ila,. ?l _ ncordano_ quando tra e pareva di sentire e pensieri mida - lastra dei vetri - S1lv1«:tta (ohe e ~oi Ja ~ua am1c1 si parla_ d1 quel ~be. si sulla luna di un non conver- dritti, impietriti - di scint.il– bamb1_n<;1). o. autentiche an1!11efa ancora a Firenze e s1 dice tito ». Ma a me davano le sue lamenti.!>. semphc1, anime fatte per m- che _f~~ B_etocchi~Lisi e Bar- parole il suono trasferito d'al- Mi ripeto i versi di Carlo tendere, a rocconlare appun- gelhn1. S1 ricorda 11 e Calenda- tri tempi Lotario Diacono Ja- Betocchi che mi dicono come to. il miracol_o della comu:1e rio dei p~sieri e delle _prati- copone, Agnolo Torini, Giaco- si faccia d,a11a via dolorosa a esistenza. ,,Se.tolto allora m che solan •, forse perche quel mo da Milano L'ammantella- salire nel! alleluja abbaglian– ~uesto ci«:lo ti~b~sco, o_ra è e .s~la~i > desta n«:i_sicili~ni pal- la da Siena, Giordano da Pisa. te. Poic_hè questo Poeta non li poeta d1 tutti 1 nostn an- p1t1 1mmemorab1h, usi come Angela da Foligno. Ci sentivo si smentisce mai. E mentre, per ni, in_ cui la poesia ha tro- son? a intr?mettei:e il sole in il mio e coralismo •. Il confe- esempio, ad Acire~le guarda vato 11 s1;10 accento puro, !a ogni vera .1mmagme a:amor~. renziere leggeva quasi intimi- i ?eclivi 2~olati nell'odore de– sua teologia _naturale, come d~- Ma a !Ile 11 • C~lenda~10 > ri- dito, certamente trepidava e gh aranceti e la plaghe la– r~ una teod1_ce:a. E quella vi- P?rta 11 Betocchi fer~1do, de- la sua voce non aveva che ac- viche ruggmose, tu lo senti s10ne - <:he e 11_1so~ la rap~ d1t_o appu~nt_o a prauche per oensioni raffrenate,. ~scolta- scattare e vibrare con misti– presentazione di un mistero dt cui è poss1b1Je v~ere che ccon lori e ascoltatrici impassibili. ca parola. Avvertimenti e tor– fede e il vero concetto di poe- la n;ivola, 1:el ciel?, va la vo- Non capivano? Forse non si ma, lui dice. Avverti.menti più sia - gli veniva dalle cose, lonta d'ld,?10 >. Potohè la _mE:_-rendevano conto delle cose che presentimenti, ridice. cioè dai giorni consueti e dagli im- ta è la. E n~ssuno ba mai d.1- • enormi> che quel poeta scar- cose reali. Sono cose reali. sa– pegni più minuti con la vi- stolto l'ocoh10 del poeta da no e timoroso diceva. Il quale ranno pure cose corali, ma chi ta. Gli veniva dal suo esse- qu_ella me~a.. ~o~ ci sono in diceva: e L'Amore è la sorgen_ ha saputo cantarcele meglio di re u?mo _identico al _POeta ~er t:11orgasmi fittizi. Certa catto- te delJa mistica. Il nostro con- Al\"TTONTO CORSA.BO un identico atto d1 nascita. hca letteratura aflann<:>sa e sueto modo di adoperare la pa– anagrafato per sempre allo tormentosa non l'ba ma1 toc- rola m!stica e misticismo per stato civile della poe ia. Oiò cato, l'ha e,empre lasciato in- vale a dire che non potrem- ditferente. Betocchi è uno spi– mo conoscere il Bet.occhi dal rito chiaro. E' figlio di sua ma– viso asciutto e dagli ochl a- dr@. guzzi, simili a quel naso a- < Non voglio. intatti parla– guzzo del quale discorre alla re da eretico. ma parlo col mamma, a Milano. parlando- cuore alla mano. da tiglio di le d'un santo che e fiuta er- mia madre•. Queste parole egli rori per l'eternità!:,; il Be- ama ripet«:rle spesso. Sono il tocchi dalla intelligenza di co- suo e refram >. Ma sono la sua struttore, e scattante e rasse- chiarezza. la sua prima chia– gnatissimo e leale~ se non lo rezza. Ama la madre nella co– immaginassimo a un tempo s~nza di figlio, di creatura schietto e pretto, per adope- tra le creature, di uOU10 ob– rare un suo termine, poeta. bediente. Madre e Provviden- (Col_ltinua in 6. pagina) RI'rBATTIXO DI * prtJ E'l'A.' Che pensa quella testa solare cosa * di LlJIGI FALLACAHA Per me la sua è una voce za sono le sue supreme a~a– Cratema. Mi fa sempre sentire logie. e lo .!an~o poeta unico la presenza di Dio. E sento an- tra t poeti: ?1d~n1olo bene: cera che il suo discorso, nel con Betoc~lu s1 puo ancora sa– senso romantico del cristiano, pere quah. parole spenderE: nel mi perpetua un consenso im- nost_r~ < mirabile eomr_nerc1um.– probabile e perfetto. Il sapa- famihare, spe~derle 111. mera- Per un ritratto di Betocchi, pettina.la e lustra di Barge - re più genuin~ della nostra vlgha t e 1 1:1,maginidi ca~to. Ech: di uell'Apollo silvestre che, lini, che mostrava del ~uo tradizione che IO assumo per pascoliani. Quanto Cl corre. . q t . d l 1938 l . l l un'intesa diretta dal !ermen- e Siamo at.racchJ, tatti, aHa- In un fotomon a'-?10 e vo to, quasi sempre e pa pe- . • 1 mati - s è lavorato tutto li dette la lesta ali ApolJo Mu- bre, per adeguare anche gli tante quatt.rocento. e infuso ne · . • <::"'.laete io non cerco il ricordo occhi a quel bello e sorriden- suo linguaggio e ci viene re- g1orno, - presso il pozzo S1 ....._ ' t tituito con tale aerea pronun- sta . incantati - tn. attesa di ~e tr~a nel passat~ co!TI.e ra te marmo. -z:ia e tale sapienza fittissima qualche ritorno: - Tornano 1 detntt, ma la cont1?-U1ta nel Così lo vedevo a casa sua. degli accordi e delle risonan- Beco. e Meo e la Rosa - e la presente, anc_he. ~ 11 tempo, nei pomeriggi di quegli stessi Rita che presto si spesa ... Tor- COI!lt: 10. ~a 1n<:-tS10ne d1 Bar- anni, quando si passavano ore VICINO ALLA REALTA' ED IN PREDA AL SOGNO nano tante voci nella sua voce, t.olm1, _si e ded1ca.to _a passa- e ore seduti sulle poltrone del ma quanta fulminea lucenlez- r~ _e r1passa~E: con ~~ee sot- uo studio, in quel continuo za religiosa! Io sarò incapace, tlh sempre p1u ravv1<:1nate su discorrere, interpetrativo. aI– da pessimo critico, di avverti-. QUE:lvolto seren?, ch11;1d_e~do-fettivo: essenziale, cordiale, re gli echi e le influenze e i lo _in una rete d1 se1?s!b1h se- personale, universale, 1nentre prestiti che formano in genere gn1, sulla front:e cosi ~n!,ensa- il sole girava strisciando da il grosso boccone dei .critici. mente paralleli e. c_os1I?len- una parete all'altra, e a noi Ma leggendo Betocchi e let- samente concentnc1 agli an- pareva che una raggera gi– ture ne ho fatte, senl,; la ma- goli_ dell'occhio. Quell'Apollo rasse sulle nostre teste, insìe– dre e la Provvidenza di Be- oggi cerca, a volte, gli occhia- me alle parole, coessenziale tocchi, il isuo timor df Dio e li e, con ~ gesto .tra rasse- musica del sole. la sua anima che s'alza alla la- gnato e d1stTalto, s1 pone sul Sì, ha tanto girato, quella tica, le sue allodole e tl suo naso le acq':ose . l~ntl e !t raggera. in tanti anni di lon– autunno. il suo azzurro, i suoi guarda con 1_occluo 1ngrand~- tananza e di terribili, doloro– tetti toscani. to. come se s~ ~asse 1mprovv1- si eventi; ma le parole sono di GIACI1VTO * SPAG'llOLETTI Posso dire che mi ha anche samente avv1cmata solo una se1npre quelle e l'uomo che le ratto pensare a una epifania? parte del suo vallo. dice nello stesso modo, anche "- c'e' un n•odo di i·nqua- no all'1"ndole Clùturale e_ agli crescersi ora delPansìa re- la uia. di morire.. e intenso è Che il cuore di Betocchi so- Ma quelllo chche ril'!1ane t~em- ste, or~, c~n dpi~ tfre9u~ti inl- .;x: • [L"a.zzurro.miglia all'epifania della crea- pre egua e_e e ~1.con mua erruuon1 e 1n enor1 asco - drare la poesia nel circolo_. umori che formarono il. bel ligiosa ora degli affetti fa- Dove l'ardora che regge <ione, a una danzante e arca- nel tempo e la IJOSlZlone ere!- ti, naturalmente sempre mosso patrimonio de Il Frontesp1210. mi:.!ari. rasenta una certa 11n- coi:r;e un filo, le belle imma- na avventura? E in tale av- 1a d<;lla. testa, lmJ)eil';'at;- m Allora io dico: che cosa e pur tanto riconoscibile, del- Quest'incertezza. più chiara fasi: e l'alone di conforto, gioi del di'SCOI\SO,a un ~epto ventura io ci metterò ancora una 1nchnaz1one ~h.e e 1 asse pensa quella testa solare; per le nostre difficoltà spirituali. a lUi che a nol. che avrebbe qualche volta, non s'allonta- punto cede _a un moto di sva~ tutto il significalo religioso :'ella sua personalltà, come lo quale strano scherzo son di– rìusc,:ndovi a u1: i,:rado di ca- potuto relegare· la sua poesia na neppure dal libro più riu- gata ansieta, (•questo non e che hanno le apparizioni, alle e quello della terra. Qua.si ventati bianchi quei ricciuti, ~ore co~u°:1cativo, eh~ non a quello stadio di appressi- scito .N_o_tizie e dalle liriche finire .... non è .finire ... >>). per quali rendono onore l'anima- uno scatti? costante pe~ dare estrosi capelli. e che cosa e– e meno intima luce d1 per- mazione _ e, tecnicamente, s:1ccessn.e. che :ercano una concludersi in dialettica ( « tu ta fantasia e u sentimento che allo _slancio del cuore il pas- sprimono quelle rughe su cui suasione: Questo m~o va ap_- di inlpressionismo sentimen- s1m?.ologia oJtl!ettrva. _ lo sai, ecc.»), ~ppena a _un esige relazioni cordiali. Lo di- saggio attraver~ 1~ testa: la luce batte più cruda, quasi preso dal lavoro di Betocch1, tale _ di cUi si conoscono L 11ea dello smarnmento passo dalla maniera pascolia- ce lui stesso: < Quando m"im- Dovunque egli sia, a casa, per calcellarle, e che, invece, fin dai suoi pnm1. momenti. centinaia di esempi, al di qua non e soltanto nella ternali- na. Con questo si vuol pren- pegnai alla poesia scoprii di per la strada o dietro il ta- le affonda? _Ma per_ ~o~ lasciare alcun dì una poetica, è stata, inve- ca del poeta, f~ parte del suo dere .alto anche dei pericoli me una /onte pur sempre av- volo di lavoro da _Yallecchi, « Anima anziana» dico, eqwv~co 1n1Z1al7 s~ùla sua fi- ce, a nostro avviso, la sua sforzo espreSSivo. Leggiamo a cui va mco:1tro la conci- vertila. ma che solo da quel l'incontro con lui e caratte- (< sospiri che forano la coltre gura. e benE; chianre ~e una forza: il calcolo istintivo del- questa lu-jca, per molti mo- !azione di Betocchì. questo momento cominciava a farmi rizzato da quello scatto, da ai suoi tant'anni" (anche se tale operazione non e mai le sue possibilità creative. Se livi. riuscita: «Quand•è sera,. suo continuo partire e per- udire il suo canto. L'adole- quella impennaia della testa non sono poi tanti): umano preconcetta all'atto del poe- . . . . . d Conosci le allodole di pietra. dersi, nel di.scorso. scenza dalla dolce gola di pie- con cui ti accoglie e con cui dolore che colpisce con la sua tare. Sono troppi i poeti che tra 1 poeti piu dota~l el no- i ciottoli di are·naria, D franco abbandono alla tra s'~ra taciuta e aveva in- si inserisce nel discorso pe- dura verità queS t o eterno ci banno abituati, anzi con- st ro tempo _Betocchi, _per av- che ti attendono sulla strada. realtà, e l"invito rivoltosi di goi~te le sue lagrime prezio- rE:nne che è il suo modo di fanciullo e dà u~, tono P_iù dannati, a scoprire fin dalle ventura .. risultasse il meno immobili. alle ore di sera, t 1 to d d h t grave alla sua ult ma poesia. dotato di e poetica> lo sa tu che torni. e li sniuovi col piede. can arne a 111000 na urez- se. La giovinezza aveva vi- iscorrere, anc e se ace. l d" "' d . d 1 , apparenze questa loro preoc• bb ~ di e una nuvoletta bia,:ca ,ale. za («Così, patri? ass_urda, tu sto i cieli lurl?ali. Fu in Sie- C_osì lo_ vedevo in quei ]on- e a una p1u _ensaad o cezzna cupazione spirituale. Tanto r~tie on:;: f~: J~f.:1ra'::?!a ma ; distesi ciottoli di calcare pietra -: e poesia se1 d1ffic1- na. che svelandomisi più in- tam anm del. 1932,_ 33. nello che la rende cosi e I a e pe - che ne conoscian10, a loro in- g . . e;. : azzurri. come il collo de:1e prede le. e qweta, - e monotona cantevole il tepore del cielo. stanzino d1 V1a dei Pepi fo- sosa: . . saputa, il segreto e la tecni- per una specie di e ...~t~ion~. dei cacciatori palustri. come la mia storia»). che e .::coprendo io attraverso l'a- derato di libri fino al soffitto, D:co che allora egli diven– ca; e nulla angustia e annoi3 s~ontata. della propria hbertà quando è sera e vanno a morire fanno tanta paI'le delle sue ria" alcun,. fisrure bene defi- intorno al tavolino dove na- ta ~ corpo dell~ sua st ~s~ quanto di vede, riproporre di _scelta.. Guardate. come insieme coi ciottoli frusti liriche del d.:ipoguena, pos- nìte dì ciò che è il delirare sceva « Il Frontespizio» ac- poesia, _la materia su CUl si ancora gli equivoci di una 5: 1 ar1a ~a h~ta dei suoi au~o- delle str!ld~: quest? no~ è finire, sono stabilire un punto c~rto avvertito ài tutte le anime. co- canto alla testa calva di Lisi, e. esercitato una dol~e e no– poesia in tal senso {poesia= n prediletti, l_lel quadro del- tra; le si~pt, non_ e finire di iriferimento: seno. anz1, i1 minciai çoi primi canti a dire che non a1veva bisogno di im- bil~ soff~renza. nel v~no ten– preghiera, poesia= conoscen- le letture indi<:ate_ dalla pre- sui laght. oro btanca una "1~:; GIACINTO SPAGNOLETrl il meno che Potessi di me. e il pennarsi _per folgorarti con tatlvo di spegnerne I ingenua za del divino, ecc.} avendo fazione a Relta vrn.ce il S~- sale su.i montt. diventa il m~rire. più che potessi di quell'ignoto quei_ s~01 Sf:mpre presenti, freschezza. presente lo svolgimento au- qn~. ]?d anche le su~ pr~d~- tu 10 sai. sempre più si-retta (Continua in 6. pagina) essere che mi circondava non lum1nos1 occh1, e a quella ben LUIGI FALLACARA tentico (e il gusto che vi si lezioni, le sue scelte lingwsti- conforma) della poesia reli- che, la sua me\rìca oscillan– giosa o di fondo .etico-intel- te, dubitati\·a, dal classico al lettuale. surreale; in una parola quel- In Betccc:ii, per sua fo.rtu- lo stile avvolto e insieme SI I 1;-oLE llV.4 TESTIJ!IONIAi\TZA Pili' PRECOCE? na, non appare akuua ~ràua scoppiettante, frutto cli libe– consapevolezza di pensiero, e ra applicazione. quasi mai mancano 1uin<ii i,:li scopi, più strutturale e organizzato. 0 meno mascherati, di sublj- Poesia provocatoria. potrem– m~zione~ nessun ardo_re m1- mo definirla. in senso buono, . st1cheggiante. La rilettura s'intende. Ed è. in fondo. a • re<:<:nt~ dell~ r_accolta Po?_s,e guardar bene, una faccia . J (cui nmprmenamo solo I m- sconvolta e ai tempo stesso completezza) c1 ha fatti cer- pacifica sfuggita a Campana, INVENT.AI PER LUI lib1•i del F••ontespi-zio ti eh': la forza del sen1•1men.~ un gesto allusivo che viene * _to d_1 Betocchì. qu~do " dì Jà, e non certo da Papìni identifica con la sua cnstiana O dalla Voce. 0 dai quadri :~~~ 1 ii:~tt~~~~ si :!0~ dei -~ttolici italiani!. .. spesso contro se stessa. quasi C!o che meraviglia :-- .e si di PIERO BARGELLlNI a verificare l'interno propo- cap1_sce come possa 1rr!tare sito umano di rimanere in cert3 teorici del gusto d oggi un'altra sfera di interes i. A - e, m so_tanza. lo sforzo questa pe,sonalità così schiva benedetto d1 non precl~ders1 e istinti,·amente pruden 1e alcuna st_rada._ nel ?iffic1!e (quando è andata vicino. per cammino m _cw egli se me~– sentimento e materia. alla so pressocche da solo, da pri– forinulazione di un'ansia vato. per dire un_a frase francescana, se n'è subito ri- scherzosa, delle patrie lette– tratta O distolta), non è dun- re. Questa esigenza volta per que il caso di attribuire al- yol;a lo. porta a_d acceler?re euna di quelle formule di 11_ cammmo e qum~, a_smar_– identificazione, come è acca- nrv1c1s1.. In Realta vmce 11 duto per altri poeti (ma ci Sogno, 11 sen~o delle cose ritornano oggi vuo-;.e di ogni rappresentate e_ tale spesso suggestione, e quasi di conte- da prevaricare il loro _senti~ nuto). Se ci dovessero chle- mento _con una retto;1ca d1 dere una collocazione critica prmc1p11, nonostant€_ 1evane_– di Betocchi. come non lo ri- scenza preraffaelJ1_tica e il porteremmo a ness~ _movi- calore d~lle J.I1UDagu11.In Al– mento letterario cosi c1 sfor- tre poes,e, una maturata con– zeremmo di str~pparlo perfi- dizione romantica. per l'ac- Credo che la, mia, più genuina e lam– pante ,testimonia.nza. su Carlo Betocchi possa riassuniersi in questa breve noti– zia bibliografica. Nella, prima, edizione di Realtà vince il sogno (che rimane sempre !a più va– lida prova del Betocchi, tanto è vero che l'ha, ristampata, per intero, meno una, sola poesia, nell'ultima edizione delle Poesie) si leggeva: • Sta.mpato a, Firenze, nel 1932, sotto la, guida di Piero Barge!Zini ». In– fatti io fui il primo editore di Carlo Betocchi. Inventai proprio per !ui le • Edizioni del Frontespizio >. Stampa.i le sue poesie su carta da filtro. Disegnai io la, copertina, de! libro, dipinta poi, ad * acquerello, dallo stesso Betocchi. E sul Frontespizio del novembre 1932, scrissi un lungo articolo di fondo intitolato Carlo Betocchì poeta. Si ·vuole dunque una te– stimonianza più precoce? Nel 1932 esistevano in Italia molte e be!!issime riviste letterarie. Si stampava già anche La Fiera letteraria. Provi- un po' a vedere se c'è scritto una. parola sulla, poesia di Carlo Betocchi. Si è at– teso 23 anni, per premiarla. Io, modesta– mente, non. ho a.tteso il Premio Via,,-eggio, per testimoniare la, mia, affettuosa am· mirazio><e a Carlo Betocchi poeta. PIERO BARGELLINI Un'imma°gine di Betocchi in riposo ARRIVARE SULLA SOGLIA DIQUELLO CHE NON SIDICE * La troppa ur~enza delcuore di ALESSANDROPARRONCHI Per Betocchi ho una, anti<!a.riconoscenza: fu lui a tenermi a. battesimo, sulle pagine di « Frontespizio», pre.,·entando la mia prima poesia. Ricordo il calore della StL<l presentazione, e ancora sento come essa nacque da un giudizio a,ttento e difficile. Ma Betocchi, la cui attenzione di lettore maturo in. quetla rara circo– stanza mi lusingò e mi commosse, era ed è re.stato qua!co,a di ben diverso e più profondo per me. Era sta.to Luzi a, pa,rlarmi per la, prima volta di lui, e a confes.saf'mi che la. sua poesia, dopo quelle di Unga.– retti e di Monta.le, gti pareva la più significativa. E, prima. ancora. che io fossi riuscito a trovare l'allora irreperibile Realtà vince il sogno, mi parlò una, volta, di una Pastorale, che diceva essere bellissima, puri.s– sima poesia. E tanto mi acce.se che, mettendomi neU'aria che mi pareva dove3se esalare da quei vef'si, scrissi un Canto dei boscaioli, che devo aver conservato. Cosi, prima ancora di av-t?rlo letto, Betocchi era per me quel che sarebbe poi diventato leggendolo: un poeta da jntui're, da cogliere interamente alle .soglie deU'i.spi– razion.e. Era un'ispirazione campeste e boschiva, quella dell.e più. bette poesie di Betocchi, un'ispirazione g~or– gica 'trt.$omma. E l.a. campagna, che era tanta parte anche di me, e che davanti ai miei occhi un po' ebbri naturalmente si vestiva di col.ore clas3ico e di sogno - tanto più si vestiva. guanto io ta volevo sroperta e vera - ta. trovai a. un tratto,nuda. e toccante, in aLcuni versi di Betocchi, e cosi mi è rima.da. Ta.nto eh.e non po.,so ripetermi a mente Ohi va d'autunno, o H Canto di una vendemmiatrice, o la Pastorale, o Alla sorella, o it sonetto che inizi.a « I fior di 03curità den.,:i che odorano>, senza che subito mi balenino certe particolari ombre della. campagna più ama.ta e piiL mia. Betocchi, come tutti i poeti, non sa di aver colto cosi addentro l'anima. di a.l..cuni miei fanta.sm.i. Betocchi è un uom.o semplice, eh.e h<t potuto darci il T"efrigerio di • Sento all'odor di. pioggia ... •, e nella, poesia, E,lla prima dell'alba attende scrivere: Piccola mesta serva che non incontra chi servire ancora e del-la notte serba l'ombra nel cuore ohe dì brine odora che io non po3so ripetere senza commuovermi e riveder quella figura di giovane donna -'Cialba. che è un'imm.a.– gt~ più vera. di una creatura viva., traversa.re a.t 7n4tlin-0 !e stra.de a.ncora vuote della. città. E accor– germi a.I tempo $Cesso come da quelle lontane stagioni ciel paesa.ggio- .sen-time-n.to, la poesia. di B~t:o..:chi si iia moua verso zone più va.ste e più umane. e più alte, salendo dal sa.pare cristiano campagn.oi.o della lontana Messa disertata e Allegria dei paveri a Tegoleto fino al ,ub!ime epitaffio de La serva, dove si legge: Come la Juna docile seguii nel corso diurno 1'abb&glio del sole ue-rsi che non so chi ne abbia scritti di piit melodiosi, e casti. Forse Betocchi non vorrebbe che si parlasse oggi sol– tanto di lui poeta. in versi. Non son sue, prose come Mortorio a Pa-velli, o !'ultima, Un cuore dìsponib:le, insiem..e ad altre raccol.te in Notizie di pro.sa e poesia, dove certe arcane arie di campagna 3on toccate con freschezza, e cosi vivide che tutte !e sensa.zioni de!– l'<ulo!escenza e di una fanciu!l.ezza che •i direbbe più remota delt'a.-ntichità pitì Tem.ot~ vi si riapror..o intatte? E non .son ,ue certe accoTate parole, certe meditazioni, di cui anche quando non !e si vogliano in tutto condi– videre, non resttt che ammiTa.ra la metan,:011icu pro– fondità? E invece voglio dire che per me Betocchi resta. SOPTattutto il poeta di certe poesit?, c 1 te non fin.i– sco110 di in.cantarmi, conie Di un'aurora, o ta tardi cono,ciuta. Un dolce pomeriggio d'ioverno o Alla. verità. Ma soi,rnttuto è il poeta di una poesia. che da tanti anni orm.ai de.,idero di leggere .senza riu..sciTci: d.i cui mi fece venir voglia intensa. Carlo Bo, che mo~to !a Lodava; ma. avendola pubblicata -non so dove in a.n.ni troppo !ontani, Betocchi non ha più. avuto il tempo di ricerca.rmela, tuttavia un g,iorno, spero, mi trove-rà.: i! Lamento contr'a Venere. Ho parla.to troppo di poesie giova,nili? Ma, era, Be– tocchi a sostenere eh.e la. poesia come la, intendeva, lui no,. ri può far che da giovani. Per cui un solo mezzo c'è per aegu.itare a fa.Tla.: -re.star giovani n.ett'anim.a.. E lo è restato Betocchi, questo poeta, che sa co,ì bene am=re sulla soglia di quello ehe non si dice: per troppa urgenza de! cuore. ALESSANDRO PAJlJlONCID QUESTADOTEDI UMANALEVITAZIONE * LA B~LLEZZA DEL SUO CANTO Devo a Betocchi, alla sua poesia come alla sua conversazione e alla sua vicinanza, innumerevoli momenti di riscossa, innu– merevoli acquisti e ricuperi di speranza * di MARIO LUZI L'immagine domestica e sempre nuova. e viva di Betocchi da, molti a,nni rappresenta per me l'as,icu– razione vivente, a,ffettiva della. presenza e della pro– babilitd della, poesia. Ancora qua.si giovinetto mi sentii attratto da lui che già aveva, pubblicato Realtà vince il eogno e andava, componendo alcuni degli altri $UOi canti più luminosi e toccanti; e già allora mi sorpren– deva. co-nstatare quanta, esperienza, e quanta levità fossero ne!la, ste,sa peroona., quanti tributi e quanti riscatti dalla dura tribolazione stessero dietro lo. sua perpetua, giovanile prontezza. Questa dote di umana e cristiana, levitazione è !a, causa prima della bellezza - poichè in Betocehi questo termine ha una ragione completa, - della sua poesia; voglio dire della be!Lezza oggettiva del!' essere che l'ilarità spiritua.le del poeta riscopre di continuo e, se vogliamo co,i esprimerci, ristabilisce; e della bel– lezza int·rinseca del suo canto. Ed è anche la ca.usa, deUa, fervida limpidezza, e scintillazione de! suo a.more, del ,uo estro urna.no sempre disposto a, partenze e avven– ture sui mari della spera.nza ... Estrema, a, volte ,pericolata fiducia (ma, nulla, può essere troppo azzardato qu.a.ndo si è certi dell'essen– zia.le ) che si comunica a.gli amici., agli altri. Sempre !a presenza di Betocchi dà la •peranza che sia, possibile rilolvere ogni difficoltà, ogni asperità nel senso dt una reale giustizia, e armonia; e ancora di più solle– cita, a,_guardare senza sconforto, con simpatia ogni ef– fetto sia pure avverso, sicuro com'è della Causa. Tanto più. quanto non è il prudente equilibrio cristiano che rifiuta una troppo diretta, sofferenza; è la profonda letizia cristiana che erompe in lui con festosa natura– lezza da! male conosciuto e sofferto. Devo a, Betocchi, alla sua poesia come alla sua conversazione e alla, su.a vicinanza, in:n.umerevoli mom.entì di riscossa, innume– revoli acquisti e ricuperi di speranza. Voglio ricordare per tutt! il giorno che dQpo la lunga e angosciosa pa-rentesi della guer-ra, dal Nord egli scese a Firenze e si fermò a, cerca.rmi. Solo allora la guerra mi sembrò supuata davvero e !a prospettiva di un nostro umano limpido modl!sto lavoro riaperta di nuovo. ' M.ARIO LUZI

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