la Fiera Letteraria - XI - n. 23 - 3 giugno 1956
,·a svolta. Mentre Il romanticl-1 smo nella sua specUlca espres– s~one stor:ca \'Olgeormai at tra– monto. altri indiri1.zi s1 profi– lano crmnl chiaramente. Di cio gll scrittori del tempo hanno prech a co.scieaza. Ecco in pro– JX>S•to una testimonianza di Heme. E,gli con~idera 1l proprio saggio D1c romanlische Schulc (La scuo:a roman.ka > che r~– sale al 1835-1836. una storica ~Abrechnung >) (rendiconto) del romantici~mo. E gin nel 1833 1n una lettera nl Lnubc egli aveYa esplicitamente dichiara– to. « Dopo la morte di G~Lhe ( 1832 J era necessario inriare al pubblico tedesco w1 rendkonto. Se ora comincìa una nuora Jet. teratura il presente libricino det:e anche contenere a pro-I gramma, ed io. più d'ogni al– tro, dO\eYo p.ur. r_::,rmularlo ». Questo è il clima storko-cul- urale in cui si è maturato lo 1 sp.nto di Heine. w1a delle n-, gure più complesse e disc11s~ cte;..:i letteratura tedesca. Pieno di contraddizioni. egli è., a \'Ol- 1 ta a \"Olta, sentimentale e sceì.– tico. deroto e irrisore. innocen– te e maligno. sensunle e pudi– co, pnmitiYo e decadente. e ta– le traspare nelle sue opere che si l'Qssono, anche esse. dire « !rammenti di una grande con– fessione». Non è rnro il caso in cui l'epilogo romantico si ab– bandoni al pettego.ezzo e alia causene per la causerie. Ciò an·iene specialn1ente nel1e pro. se. dm·e l"elemen.o autob1ogra– !1co conserva il \·igore della sua immediatezza. Citi passi dal– l'epist0lar!o alle memorie. a! Reisebilder, alle Notti /10rent1- ne, alle Memorie di Lion Schna– belewopsk i, aIlo stesso Rabbi , Bacharacli non a\'\'erte un di– stacco asmluto. Heine si tra– stulla anche qui col suo «io». cive:tta con se ste&o, e ogni !ra– se e cosi heiniana, che subito tradisce la !an~asia da cui è stata espressa. I In questa o!siveté fantasiosa e immagin1!ica. in questa com– piacenza dell'arzigogolo. della diatriba, st espllca gran parte del ghinbizzoso e multiforme estro di lui. Smente è tutoo un giuoco intelleaualistico. un ba– lenio fosforescente d'Intelligen– za. un amor arti/icii più. che artis: si arriva all'art pour l'art, alla consumata scaltrezza tec:-ilca. all'arte. come !u detto, ridotta a strumento e mezzo. Ma questo è solo un momen• to della ironia heiniana. Non rnmpre questi giuochi rimang~ no sospesi in una wna rarefat– ta di intellettualismo. Senti– mento è già la compiacenza estetica a creare immagini. a distillare dall"ingegno escogita– zioni capriccio...ce e grot..esche. Stato d'animo, Stlmmung è la sottile commozione dello scrit– tore che contempla. il suo bel gluoco. L'ironia he!niana ha. tutta una gamma dl sfumatu-1 re che vanno dalla iconoclasti– ca distruzione intellettuale dei propri fan:asml poetici (e qui I siamo quasi ancora in terreno romantico> ad una lie\'e Inti~! ma malinoonia, dissimulata nel bist:ccio, nello scherzo e nello Echerno. da cui, tuttavia. tra– spare come un oggetto att.ra - LA FIERA LETTERARIA ...LA. SUA lFaGURA ATROCE E BaZZARRA Ml STUPÌ ADDilRITTlJRA ... ...Ma se già Paganini. quando lo a\'evo vi– sto. In pieno meriggio passeggiare sotto i ver– di alberi dello Junçfer,ti,g di Amburgo. ml era sembrato abbastanza ra,•o!oso e !atlta.– stico, la sua Jlgura atroce e bJzzarra dove\'a veramente stupirmi Poi quella sera, al con– certo. Il Teatro della Commedia di Amburgo era la scena di questo concerto e il pubblico appassionato d'arte Vi era accorso, e cosl fit– to che e. fatica !o Potei conquistarmi un po– sticino d'orchestra. Sebbene fosse un g10. 1 n'J di mercato, vidi, nei pakh! di prima fila. tut– to 11 mondo cotto del commercio. un Olimpo completo di banchieri e dl altri milionari. gli dè! de! cnfTé e dello zucchero a! fianco delle pingui dee loro spase. Giunoni di Wandrahm e Afrod.iti del DreckwalL Un \ 1 ecchio media– tore di peillccerie. si toJse l'ovatta sudicia dagli orecchi per poter raccogliere meglio. fra poco. ie preziose note che costavano due talleri d'ingresso. I-'lnalmente sulla scena com_ parve una figura scura che sembrava nsc~~a dagli mferi. Era Paganini nel suo abito nero di gala: marsina nera e gilè nero d'un taglio r-:bbomine\·oJe,come forse è dl rigore . .!-econdo l'etichetrn. infen1Rle. alla corte di Proserpina, e pantaloni neri che ciondolavano penosa– mente mlomo alle gambe stecchite. Le lun– E"hebraccl'S parvero ancora allungarsi quan– a·egli. con In una mano il violino e nell'altra l'arrhetto che Qua.si toccava a terra. sciorinò davanti al pubblico i suoi inveroshr.ili inchini. Nelle angolose movenze del suo còrpo c·e1a una lug\.lbre legnosità e insieme un non so che di cosl pazzamente belluino che noi. a quegli inchini fUJnmo colti da una strana vo– glia di ridere: rna !I suo volto. che le luci violente della ribata facevano sembrare an– che più cadaverico. ebbe allora un qualche cosa d'implorante. di cosl intensamente umi– le che un senso sgomentevole di compassione represse tosto la nostra Ilarità. Da eh! ha Im– parato queste cerimonie: da un·autonoma o da un cane? E' questo lo sguardo implorante di un malato senza speranza, o vi cova die– tro lo scherno di un furbo rapace? E' costui un vivente che sta per morire e si accinge a divertire il pubblico. nell'arena dell'Arte, co– me un agonizzante campione con i suoi pal– piti estremi? o è un morto, risalito dalla tomba, un vampiro col violino. che ci succhia, se non Il sangue dal cuore, comunque 1 quat.• trini dalle tasche? Questi Interrogativi si urtavano nelle no– stre teste. mentre Paganini trinciava i suoi convenevoli senza fine: ma tutti questi pen– sieri ebbero a svan!re di colpo quando il pro– digio.so maestro accostò !I violino al mento e incominciò a suonare. Per quanto mi riguar– da. Lei ben conosce la mia seconda Yista music.:ale. la inia !S\coltà di ravvisare. in cia– scuna nota che ~o odo echeggiare, anche la corrispondente immagine sonora; e avvenne cosi che Paganini, ad ogni colpo d·archetto, evocò anche ai miei occhi figure ed avveni– menti: che egli mi racconto ogni sorta di vive storie con una grana sonante d'Immagi– ni· che quasi fece trascorrere davanti ai miei océht una colorita fanta~magoria di ombre nella quale egli stesso col suo violino recita– va sempre la parte principale. Già aJ primo tocco dell'archetto le quinte intorno a lui si erano trasfi~urate: di colpo egli se ne sta.va, col suo legglo, in una stanza gioconda. deco– rata con un disordine di mobili a volute di 1ZUstoPompa-dour; c'erano dappertutto spec– chietti e amorini dorati, porcellane cinesi, un e:raziosis imo caos di nastri. di ghirlande di fior!, d! guanti bianchi, di merletti sdru– citi, di perle false, di diademi di latta dorate. e di altro delizioso ciarpame come se ne suol trovare net camerino di una Primadonna. * P • • a9ona·n• JUI[ HEJCNE Anche il fisico di Paganini si era mutato con li più netto vantaggio per !u!: portava adesso un paio di calzoncini corti di raso lilla, 1:1n gilè bianco ricamato d'argento, una giubba ai velluto ce!est.c dal bott ni cerchiati d·oro, e I cap2lli accuratamente acconciati 1n llevi riccioli gli ~chet7.a\·ano intorno al viso fio– rente di giovinezza e rosnto. che raggiava di tenera dolcezza quand'egli occhieggiava alla \·ezzosa damina che gli stnYa accosto, pre&o li leggio, mentre lui suonava li violino. In verità io ved2vo al suo !tanca una donna ~;~~~~~ies~1Ii6~f·r~uifa~~i ~~~:~ ~i~~ chJ. che le faceva.no il vitino più ~ottl!e, con i capell1 inclprlaU ra~coltl !n un·acconclatura alta, sotto !a quale li bei visetto tondo 5p!c– ca\·a anche più libero e radioso con 1 suol oc– chi scintillanti. con le sue guancette trucca– te, i nei fmti e il 'ioave nasetto hnpertlnenti. In mano essa. teneva un rotolo di carta bian– ca e. a g!udknr dal movhnent! delle sue lab– bra. e pure dall'ondeggiare civettuolo dél suo busto snello. pareva che canta&e, ma ncn riu_ s<.:lvoa percepire un so!o dei suoi trilli. e sol– tanto dal suono del violino con cui il giovane Paganini accomp:ignava queJla bambina soa– ve. riuscivo ad indovinare che cosn cantas e lei e che cooa lui sentisse, a quel canto. nella anima. gn~~O er~~o ~:~udi'~"f(~,:s~~YriV.h~g!~~Jisii profun,o della rosa gl'!nebr!a d! nesta!~!• il cuore gonfio già di annunci primaverili. Oh. che beatitudine ern quella. struggente e lan– guidamente voluttuosa! Erano note che si baciavano e poi imbronciate si sfuggivano e, confuse nell'ebbrezza svanivano! Sl, ouelle note intrecciavano un gioco gaudioso, come le farfalle. quando l'una, per cella. la a rim– piattino con l'altra e si nasconde dietro un flore. ed è. da ultimo. raggiunta, e.allora fra– scheggiando felice. se ne vola su 1n alto ,nel– la luce aurea del sole. Ma un ragno, un ragno può tnlora improvvisamente tessere un tra– gico destino a queste innamorate farfalle. Presentiva questo. forse. quel giovane cuo:·e? Una nota lamentosa e sospirante. come se in– tuisse la sventura che s·accost.ava guardinga. trascorreva lieve per le melodie più ispirate che.sgorgavano dal violino. adorando. davan– ti al13. sua bella ...; ma, ohimè, nel curvarsi a baciare i piedi di lei scorge, sotto il letto un abatino! Non so che cosa potesse a,ere contro quel poverac::io: ma ecco che 11 ge– novese diventa pa!lido come la morte. affer– ra rabbiosamente con le man! il piccolo. glt appiccica svariati ceffoni, nonché un ragguar– devoie numero di pedate. lo scaraventa addi– rittura fuori dell'uscio e poi trae di tasca 1m lungo stile e lo pianta nel petto della giovà– ne bella ... Ma. in quel momento, da tulte le parti si udi gridare: bravo, bravo! Gli entusiasmati amburghesi, ucmlnl e donnt, tributavano il loro applauso scrosciante al grande artista che aveva giusto terminato la prima parte del Concerto e s·tnch!nava. anclle J)iù angolo. so e contorto di prima. Nei 6UO!occhi età fissa una egomentevvle ango.scta. come ct·un condannato n mort~. e< o.vino»! esclamò il mio vicino, il med1a– tore di pell!ccclie, fru2,ndosl dentro gl! orec– chi. « Solo questo pezzo valeva già dee tal– leri». Quando Paganini riprese a suonare ml si fece buio davanti agli occhi. Le noto non ml si trasmutavano in !orme e colori chiari; la tlgura del Maestro si ravvolgeva invece in ombre sempre più fC6Che. dalla cui oscurità la musica usciva lamentosa, con note sem– pre più distinte di dolore. A tratti soltan :o. quando una piccola lampada che pendeva 1-'l· pra di lui gli gettava addosso una melnnc ~– nica lucP., Io scorgevo il suo viso sfiorito C.:o– ve. peraltro. ancora non era spenta tutta ia giovinezza. Era strano l'abito che eg!i Por– ta\'8 di due tinte staccate. runa gialla e ros– sa l'altra. I suoi piedi erano gravali da pe– santi catene. DJetro di lui si mucweva una faccia Il cui atteggiamento faceva pensare ad un che di schernevo·mente caprino: e vedevo certi mani lunghe. Yillose, che. a quanto sem– brava, erano di quel~n fnccln. e tnter\'enlvn– no soccorrevoli tra le corde del violino su cui Paganini suonava. A volte gli guidavano an– che la mano con la quale reggeva l'archetto, e allora un ghignante belato di consenso ac– compagnava le note che dal vloltno sgorga– vana sempre più dol0rose e sanguinanti. Era– n" suon! shnll! al canto degl! angeli caduti che avevano fornicalo con le figlie della ter– re. e che, scacciati dal regno del beati, rovi– navano. con i volti arroventa.ti dall'onta. nel mondo degli interi. Erano note nella cui ster– minata profondità più non bnlevano conforto è speranza. Quando i Santi de! Paradiso odo– no queste note, la la\lda del Signore muore sulle loro labbra smorte. ed essi velano le lo– ro teste pie, !acrimando. A volte. quando tra i tormenti melodici di quella musica s'insi– n~ava la !ata!e belante risata caprina, lo an– che scorgevo sulo s!ondo una turba cli fem– mlnacce. malvagiamente liete. che facevano cenni d'assenso con le loro brutte Leste e. le– vando le dita In croce. squadravano gesti di vituperio con perverso compiacimento. Dal violino gemevano allora voci d'angoscia e un sospirante atroce e un singhiozzare co– me ancora mai si è udito a questo mondo, e come n questo mondo mal più. forse. si udirà ;;e non nella Valle di Giosafat. qnando squil– leranno le tube enormi del G!udi2io e le nu– de salme usciranno strisciando !uor dai loro sepolcri In attesa del loro destino ... Ma il tonnenLato v101inisla diede i.mprov– vJsamente un tocco, un tocco cosl esaspera– to e folle che le sue catene tintinnanti si spezzarono e il suo lugubre aiutante dispar– ve con quel!e sogghigna trici mostruose. In quel punto li mio vicino. il sensale. « pec– cato»! esclamò. cc gli s! è spezzata una corda; è 11 pizzicate continuo che !a questo»! Ma gli si era spezzata dav, 1 ero una corda? Non lo so. Mi accorsi soltanto della trasflgu- razione de! suon!. e mi parve allora che Pa– ganini e li suo contorno fossero, un'altra vol– ta, completamente mutati. Lu! qua.,J non !o potevo più riconoscere nella fratesca tonaca di color marrone che lo nascondeva più che lo vestisse. Con Il viso selvngglament-e con– t.ratto e mezzo coperto dal cappuccio. con alla ,·tta un cordiglio. scalzo. chlu.;a e sdegnosa !lgura, Paganini stava ritto su di una spar– geenza rocciosa sul mnre e suonava Il vlo!lno. Era. come mt pareva. l'ora del crepuscolo: i fuochi de! tramonto Inondavano !a liquida vastità del mare che si colorava in un rosso sempre più acceso .e sempre più maestoso. rumoreggla.vn In annonln con !e corde del violino. Ma, p:ù ro.--sosi faceva II mare. plu impallidiva livido I! cielo e, alnne. quando le acque fluttuanti sembrarono essersi" fatte tut;.. te d'un acceso sanguifno scarlatto, il cielo di 6c°tr~a~~:~r?iou~~ s,:t ;;:~f!~~i:rttrr'!:~dab;~:;~ grandi e minacciose le stelle ... ed erano stel– le nere. e brlllenti come JI carbone di cava. Ma le voei del violino si facevano ancora più tempeslo,e e insolenti: negli occhi dello KLroce suonatore sfavillava una cosi sprez– zante gioia di distruzione. e le sue i.,bbra [ò,:ottlllsi agitavano con tanta orrida !uria, che egli pareva mormorare antichissime ~ 0<:ellerate fonnole di magia, con le quali si evoca la temposta e si scatenano gli •piriti maligni giacenti impr!glonat! ueg!i abissi del mare. A volte. quando e~ll. traendo il brac– cio nudo lungo e scarnito !uor della larga manica monacale. sferzava l'aria con l'ar– chetto, sembrava un vero stregone che co– manda agli clementi con !a bacchetta magi– ca: allora .nelle profondità marine. si udiva un !olle ululato e le onde sanguigne inor– ridite balzavano alte. levandosi con tanta violenza che quasi schizzavano le loro S{'hlu– me rosse sulla smorta volta del cielo e con– tro le nere stelle. lassù. Era un ululare. uno stridere. un crosc!are come se J! mondo voles-– se crollare in rovine: e ll !rate menava con sempre pervicacia rarchel.to del suo violino. Pensava, col prepotere della sua volontà fu– ribonda. d'infrangere ! sette suggell! con cui Salomone aveva s!g!llalo le pentole di ferro, doPo avervi rinchiuso i démon! vinti. Quelle pentole Il savio re le aveva calate ne! mare e ml sembrava di udire appunto le voci d~glt spiriti che vi stavano incarcerate. mentre il violino di Paganini ululava le sue note più st!zzme. Da ultimo credetti flnanco di udire rmno gioioso della liberazione. e fuor dalle rosse onde sanguigne vidi emergere !e teste del démont scatt'nali: mostri d! mitica lai• òezza, cocco<lrllll con ali di pipistrello, ser– penti con corna di cervo. scirnm1e Imberret– tate con buccine ad Imbuto. foche dalle lun– ghe barbe patria reali, vis! di donne con ! seni al pasto delle gote. teste \'erd! di cammellt. ermafrod!L! !ccred!bllmente costrutti, sbir– cianti Lutti con freddi occhi sapienti e tutti annaspanti con lunghe branche palmate ver– so il frate violini ta. Ma a costui. nella fu– ria dell'evocazione, ricadde Indietro I! c&p– pucc!o. e ! capelli crespi, ondeggianti nel ven– to. gli c!nsrro U capo come neri serpenti. La \'lsione era cost conturbante che. io, pc-r non smarrire la ragione. ml tappai gli orecchi e chiusi gli occht. Ed ecco che !a scena scomparve e. quando levai _un'altra \"Olt.a lo 5guardo. scorsi il povero genovese. nella sua consunta figura. trinciare ! soltt! inchini, mentre !I pubblico applaudiva estaslatO. Dalla novella « La prima notte fiorentina » tratta dalla racco~ t a Le più belle novelle dell 'Ot– tocento - Ed, Casini _ Roma (Traduzione di Carlo Picchio) '"~a{t~ ~~sc:nz~~~r~~f~ 1 ~~Sona- ·---------------------------------------------------------------------------~ Jità di Helne sono anche l'amo– re al macabro e la nervosità malata del decadente. He!ne anticipa atteggiamenti baude– lalriani e pastbaudela!riani. In molte pagine delle prose ci sono battute ed accenti hoff– manniani o alla Edgar Poe, senza la tensione. l'insistenza e l'Incubo che dominano nei rac– conti dello scrittore di Kon!g– sber~ e dello scrittore ameri– cano. Di ques: a simpatia delle note fosche e spettrali che pro– vocano i brividi, hl\J tracce, per esempio. nell'episodfo di Lau– renzia, !lglia della salma, di cui è parole. nelle ultime pagine VN ESA1JIE JlflPAHZIALE 0911l f,•eno pro9ran1matlco sa,•ebbB stato un olifaeolo al suo bi~w.9110 s11i1•it11ale ed Pstetieo di ve,le,•e e 11enti1•e, 09ni volta, fe coNe sotto tutti 91i aspetti pe•• a1•cfJNtfu•11e le 1.,arie e11pe1•ie11:e delle Notti _lwre!'tine. Qw e al- cento anni non sono bastati un entusiasmo di ottima Jed.J, * desco, dove i tabù sono lnnu- un'Immagine ricreata dal poeta trove hai, 111 olt.r~. testimoruan- a cani:::ellare Il disagio ctella. crt• h.a uritto nientemeno che lv merevolt e z•arlano, 8'intende. in un mondo diverso dalla ral- ze di una co11:pia~enza a rlle- tica e in genere. dei giudizi i-ie~1ic è stato l'ultimo dei gran• secondo la clas~e sociale, l'edu- tà, lo spinto dello Hetne ap- vare traut .sadi~tlCI, quale ~ tedeschi sulla personalità arti- di profeti d'Israele, una alfer- _a, I[ e A R IL(]) .lP Il e e H Il (]) cazzone, la trad\Ztone e Il credo prende, contempla, esamma le quello del ,entilloquo che .si stica e sull'opera poetica di Ar- 1!h1z1c,ne che. µrcJ)arata. citcn,a• rel1gwso ~ politico - come, del cose sem,pre ne! loro com,pleto, aiverje g rud ;lme~_te a ~rior~r rigo Heine. Intorno ad una /i· rata, chiosata, potrebbe forse oltre un secolo fa. fl principe Ot- non prussiani. in fondo quasi resto, succede un po' daPJ)e,:- totale aspetto rea!e. za:e a llD a, c iaman ° a · gura che. certo, può reggere il anche reggersi. se non com.e ve- tone df Bismarck, tl quale giu- tutti consen:atarl .in buona par- tutto 111.--: dove Ult spereg1ud1- Jn questa compiutezza della gh~- cieli~ salma e. mo~ulando paragone. mettia1no, con lo ritd .. c~nne accettubile personal~ dicò non so!t.anto spiegabile, te ant_isemitt e ro&i da quel na. catt integrall sono piu rari che, t•isione sta quello che abbiamo J& Leo~~/~r~~d~ ~~!~~;-e n~ Schiller, !a instancabile filologia g1_ud.i2to,ma. che. buttata cosz ma logico tl contegno di quuto 2ionalisnt.?•Scto1:inis1no imp!aca- Jn qu.~l paes:. le _m(?SChe, btan• ch!amato i! realismo dello He,– ve!Ustico (Memo1ren des Her- germanica avrebbe be11 potu~o d, pu11t!) in _bianco, colp,sce ber- persegut_tato rampollo d, per- bile che 11 cervello spesso rlpu.- che. g.! r.ran.1 e • llmo_n1. ne. E qui pure sta la su.a dl./1•· ren Schnabeleu:opski: Memone darci un'indagine completa e un sag!t dwersr da quello a cur lç :;egu1tatt g1udez. che dover~ tro- dia, ma che t_rcppo spesso res~a ll ro11w.ntic1s!no aveva. s1: la renza verso i realismi e i neo– del signor Schnabelewopski; apprezzamento definit~t·o: o an- apologeta .m,rar:a ,e uon puo vare nella Franc~a. neglt ideali nel cuo,_-e, _.:i rttrovava~o piu sua cos1~detta ironta,.che Tte~k realismi contemporanei. Perche, Florenttntsche Nò.chte: Notti che piii. appre~2a1~ent1 discordi, am11_1.ettersise non ca1!te um.a- della ~u rzt·olu2_ione. m !"f0po~ nelle Jillppzche ~el Treztschke e Federico. S~h.egel .rntendci:a- se Questi amano vedere e ri– fiorentineJ autoblografico O-te.i- ,na tutti meditati. studiati. do- na ntorsione a!la !elativa Jred- leone. znsomma zn tutto tl fer- ch_enella umana mdulge11uz del 110, ~ cucmavano~ cias~uno rn t,arre delle cose l'aspetto p.ti . seblloer: impressroru dl vuig- cura.entati, sembra invece cJie dc~a e al tradi21G1~ale,. (inan- vore liberale in senso origina- B1s11iarck. maniera affatto diversa, ma es- terreno. p.u. materiale e sensi~ g.. o; Gestànanis~e: Con1essioni: il primo centenario dell~ Hcrne co inconsapevole. ma,a,umo che. no e genutno dell' qcctdente, Ma soprattutto urtara, e mi- sa non ~ra a/fatta sor~lla, e !1ep- btle. più quotidiano; se. rea– Dze Harzreise: v1agg10 sul rlarz; abbia colto di sorpresa 1 pre!o- sul conto dello H7tne, reg11,aan- quell_a lu.ce e qucll'ana che la cora inconsciamente urta mblti pure b~cugina, .dell umo~ismo gendo allo spiritual1..S11t-0di ma– ecc.J critico o pouuco lDie ro- dati filologi e critici. ancdra nf- cora in Genna.11:a. patrta g!t aveva sempre negate. tedesclu, Ja pitL schietta. e Jor- dello Heine. Per 1 rom.anttci la niera. si c01npiaccfone spesso di mantische Schute: La scuolu tPnti. a cercare s:illa carta tl 1l quale 11tala11tmo. ogryi pie- Ma !a parte del censore ineso- m:dabile. qual1tù del poeta. cicè tron:ta è una Zferd~. è un ab- ritrarre l'uomo soltanto dalla romant:co; ::,nakespeares Jl-'.rn.a-rombo di rotta e a fare il pun· trificato o cronico ,come i rest• ra~il~ ed arc!gno. nel n_cm;r.e dei il suo naturale. rigoglioso, stra- belllmento,;u,n fregw,. e anche cintola in g:iL.. e le case solLan– c,um und Frauen: 1•anciu1Je e to co! sestante. Naturalmente dui di certe ferite o fratture ben prmczpi rclntt ver cui l_opera ripante umorismo. Una QILalita un fr_e!io a~ .roppo avve.nturosi to nel granaio, nelkl dis-pensa donne ai ShakespeareJ, rnela- nessuno dt lo_ro ha taciuto. ~ ci<:atrruate e saldate. 1na che hein~ana era spietatamente pe,:• che sembra aver dato noia 1Jure e facili t:oli della fantasia st /r- o 11ell'alcov~. lo Heine vede no .sempre una personallta on• giornali e le riviste hanno tutti ancora dolgono quando si toc- seguitata ~ condannata. doveta alla gra1ide anuna d! Benedet- cal!1 dal mo nd0 . del reale. Ne z° sc1npre. e ritrae, le cose sotto gmaussJ.IDa e uno st.ll ,sLa uuni..- 1mbb,'icato il loro przzo sul poe- ca.no , nacq1Le. a suo tempo, da toccarn ::o a! Cancelliere dl Fer- to C1çce. il qu..ilc, non la si p~O Herne lo umo~i.ttno e n°'!1- 1 ·,~ ~ tutti i loro aspetti. e ne contem– Lac11e e procllgioso. LJ1 questa ta; qualche pertod.1co git 1ia de- tutte le dolorose e. diciamo pu- ro - assal meno disumano e /e- negare, da! tedeschi. tanto let- ~an.to un~ qualzta ~0st anz,a e~ ~ pia tutti i lati. dal più. alto al n.rtuosità él.lbe cosc1enza u Nte- d1~ut.oanche una -~eric in.tera d~ re, tragiche vicende della vita roc~ da quel che la leç,ge11daas- tt e studiatt. avet:a atsimilato ms~en:,e .a e~rres s rone e la stn • meno degno, dal più spirltuaie tzscne cne non esito a mre: <t un .'ic,·tttl, dove l'aneddotlrra P. gli del poeta che sono state. per il sensce - 11ia cd un professoro• parecchio. L'um,rism~. quf!llo tesi d~ !utto 1 • suo att~gg amen• e ideale al più materiale e vol– g.orno s1_ rura cne heme ed. l(J episodi familiari e le vicende centenario, riesumate ed iilu.- ne dl storia, a Gottardo Trett- vero. spietato. che 11011 perdona to spirituale, e cosl di t_utta 1 la gare. E l'umorismo è, allora, il s.a.n.o w gran lunga. 1 pru.ru dctla cugina in/eiice,nente nmn- strate a sazietà e che non e af- scllk.e. dieci volte p~ù prussiano a noi stessi nè ad altri. che non sua arte. La quale non e af .at- fritto, la conseguenza. la sintesi ant~tt. aella lingua U::uesca ». ~ ta ,, i casi dell'ottimo zio Salo- fatto il caso dt sciorinare anco- del Bismarck. e che. se fosse sta- rinuncia e cogliere l'umano con- to romantica, m!?. te essrn:!al- dialettica di questo esame com– Sl. t..en cont.0 cne neua. parorn mon il.anno fornito una mc.:~e ra una volta. A Questo riguardo to lui Cancelliere. non at 1 rebbe trasto fra !a 1·ea!ta e l'idell!e. mente: tntim.a:nen e, rea rs ,ca. pleto ;; imparziale. Esso scocca teaesca Aru~t e mcmw ll sigru- copic,sa ag!! end:~i d! r,r~frs· noteremo che tra i pachissimi ilprcbab!lmente risparmiato. co- tero o posticcio. e non conosce Abbiamo ~ 1 ~critto _lagrossa inesorabile dal ravvicinamento t1cat0 cU g1oco11ere, p1eswg-1"'.I;()- sionc...,e occaslonah. M_a, tira-i· quali ebbero per lo Heine no11 me questi. l'Austria è.o-po Koe- tabiL, no,i fu mai merce ap- parola, e g et co,iviene. cor- delle differenti esperienze tratte re, ecc., s1 capaa rnegl_lo l 1n- do le s_om,ne o. co11~est ama di: soltanto tolleranza, ma vera cd nlggraetz e la Francia dcpo Se- prezzata .~ neppure commercia• reggerla. Ma correggerfa vor~a dal medesi11to oggetto. L'umori– renz.one ai l'<,~tzsche w so,to- re ogg1d1, tacendo ,1 b,lanclo di illuminata comprensione. vi fu,ldan. E i tedeschi, prussiani e bile sul mercato sptrituule te- dire e st e nd ~rne. am.p! a':?tt a sta vero, integrale. è, in altri 11neaze 10s.raorwnano \lrtUOSJ- t!lt:,u questa fioritura cc1nr,1,e;no- ' portata ed 11 sensn.. per i.s n- termini, un giudice imparziale smo per cw la _scrH,Lura.11e1- rali;;;a. il suidei attiro che,. ;;(.~r ~ ~ ''"'-"'S.::!i'.f./-;.." :x.-,~'-0:~·)l❖.,:icr~ guere quello che fu 11 vero. ass~- che ha raccolto tutti gli e!e- ruana r.esce aa 1mp1"011iare u. r,·Strzre in metafora, ne restd,u; luto realls17!-0dello Hei~e da ciò menti di un evisodio di vita o Sl; qua.Junque materla \.l'attl. , si riduce a ben 11oca cosa. Nt! ~ elle _va ogr11.nelle :;torie e 1telle di passione : che. accostandoli. 1'1a 1e o,1-}Cre poeuc1.c cu He1- 1,a1;uo _ giovatù ad una 1;iigdor critJche. sott~ qu~ st0 nome. E!~ si avvede della !oro eterogeneitd ne 11 l:1ucn aer LJieat:.r rappre- quaza.z1one delle_ <fZioni deU~ dijferenza. av~anra. forse, e!Jl· e. in ogni 11iomento, sente 11 6erlt.a pur tempre _la tesw.mo - Hei,&1...alcuni scritti apologet1c· de_nte se. m qaalc'!,e. modo. nu- freno che le pesanti zavorre op- Domenica 3 giugno 1956 YON PLATE!\' FOHHXA DI n llUTl\'O HEIXIAXO * Loreley * .Dll LUJIGI LVN Tra J tanti motivt poetici lanciati dallo Heine ecwle part!cofannente uno: quello della Loreley, E' una linea, o ijal!a ta. se si ,·uo!e, di 24 versi, pubbl!cata per la pnma volta ne! Gesellschafter del 26 mano 1824. ristampa poi. senza specifico titolo, quale numero 2 del, ciclo « He!mkehr » (Ritorno> ed accolta nel B 1 -1..chder Lted.er (Canzoniere>. Il favore che la poesia !'lCOntro subito pre&o i lettori crebbe ancor maggiormente in seguito, per le simpatiche note mi.u:;icalidel Sllcher. Perfetta in ogni suo elemento si palesa qui l'arte dello· Heine: dolcemente si fondono il mondo fiab"sco e reale. una lingua scorre– volissima e !acile, qua.si futile. immagini grandiose (come U tramonto del sole sul paesaggio renano> Quale la cornice per la sirena ammallatrice sullo scoglio del Reno; e man• ca. In sostanza, la terribile ironia hein1ana: la futura sciagura e appena a~ennata. ed Indubbiamente wm– mersa dalla visione predominante della bella dcnna da! glo!ell! d'oro. dai capell! d'oro e dal pettine pur esso d'oro. E sarà presente, que,ta Loreley, a due grandi poeti alla fine dell'Ottocento: al Nervai per li suo viaggio lun– go il Reno. ed a! Carducci nell'Elegia del monte Spluga (« In disparte sedevi. Loreley pelleg~ina. solcavi l'aurea chioma con l'aureo pettine ... »L Ma lo Heine non era stato. in \'erità. il primo a trattare l'argomento: lo aveva preceduto Clem('ns Brrntnno. con una ballata. nel 1799 (Inserita nel romanw Godwi, pubblicato ne! 1802!. Si vanta 11· Brenta.no di aver « in\·entato » la tìgura della Loreley; ma ciò è vero oolo per quanto riguarda la figura della donnn ammaliatrice ,della sirena che incanta i ma• rina1; preesistentt erano ben due cose essenz.iali: il nome della roccn e l'usanza dl schiamazzare quando si passava davant.i ad c-ssa (esperienza vissuta dallo stesso Brenta.no sin da quando ern studente). Lunga è infatti la serie delle docu.mentnzion medic\•ali in proposito: la famosa eco di quel luogo è ricordata da! Mamer per i! secolo tred1ccsimo: e i nnni ivi oracolanti tro\'ano credito presso molti scrittori. anche -dotti mnnni::.tf. in SC'guito (citerei. a titolo d'esempio, i! Celtis, Moller, Qua,! von Ktnkelbach, Frchcrl; ma la fantasia si spinse ancor oltre: lì era stato , gettato nel Reno il famoso oro nibelungfco! Scendono In lizza con il Brcntano Altri non trascu– rab!I! poeti: E!chendorff compone una ballata sull'argo– mento della Loreley già prima dcl!'an;io 18!1 Ce la in– serisce nel suo mastodontico romanzo Ahnung une! Ge– genwartJ; e lo stesso fa. con meno gai bo e grazia, anche Otto Helnr1ch von Loeben (più noto sotto lo pseudonimo Jsidorus Orientalis). Heinc conosceva tutt·e tre queste poesie. cd anche le relative « leggende popolari» sulla ammaliatrice del Reno trascritte per \'ere da Nik!as Vogt. Aloys Schreiber cd altri. e stese la «sua» Loreley lon– tano dal Reno. a! cospetto della landa !uncburghese. sot– to il duplice Influsso goeth!ano e romantico. Altri poeti si cimenteranno ancora su questo argo– ment0: Simrock. Ste!nheuer. Ge!be!. Carmen Syl\'a, Otto Roquette, Muller von Konigswinter; ed entrano m lizza anche celebri musicisti. come lo Schumann. Felix Mendel– sohn-Benho!d!. Kornatzk!. Sibonl. M. Bruch_ C. A. Fi– scher. Mohr. F. Pac!us, F!ebach. So=er, ecc.; ne ci si limita a brevi canzoni: I. S. Dalrymple presenta a Londra l'opera Lurline or the revolt o/ the Najadas, seguito dalla Grosse romantische Oper di G. A. Heinze e dalla Fee a.m Rhein di I. Lachner: fuori discussione che le Figlie del Reno de! Wagner avevano tro\'ato ottima accoglienza In ogni campo sia paeUco sia musicale. Ma tutte le opere musical! sulla Loreley sono oscurate da quella de! Catalani !nonostante l'orribile libretto al– lestito da Carlo d'Ormeville ed A. Zanardini): sottO il titolo Elda il lavoro vien dato. per la prima rnlta. al Re– gio Teatro dt Torino nell'anno 1880. Ma il Catalani e ben conscio di alcun! difetti del suo caPQ!avoro. e non tarda a rielaborare trama e musica: riduce gli originai! quat– tro attl a soli tre. e gli o,to cambiamenti di scena a soli quattro: r!l!ma ritmi e melodie; e soprattutto ridà !J vero nome alla donna: Loreley. Ed ecco che in data li feb– braio 1890 l'opera varca di nuo\'o le scene del Regio Tea– tro di Torino. !asciando entusiasti critici e pubbltco. Dopo un giro trionfale per 1 teatri di MIiano, Palermo e Roma negli anni successivi. prima ancora della morte dell'au– tore (1893). alcune delle parti miglior! <come. per esem– pio. la Danza delle ondine) sono già di dominio pubblico. Pareva, per comples..<e ragion!, che la Lore!ey del Cata– lani, dQl>ola morte del Maestro. dm·esse cadere in oblio: ma In seguito Arturo Toscanini (che a\'e\'a assistito il Catalani al letto di morte) pensò a far conoscere questo capolavoro musicale a! due mondi. dirigendo personal– mente la _Loreley al Metropolltan di New York ed alla Scala di Milano. LUIGI LUN n.;.anza Plll ~Ita aella sua capa- che pure hanno visto la luce in sczremo ora a /~rei mte,idere. pongono al vo!o dello spirito. il cna 1antast1ca. questo torno di tempo. Conose1a- . Ma sub.to dotì~e1n;osg':'nbrar~ quale e, peraltro. anch'esso real- '---:-: .• -fi:--..::,-,.--,,-_-------------------' 11 proce:s~o ~er.etico della sua mo ..... i!lustre scrittore tedesca, il .c'?-mpoda quei gtud: 121 • onnat td v!va ed aderente. :.t" ane s1 puo S},11egarebre\~men- a.ttu,{li.1nente ospite d! Roma, il trztt, che si compendian~ nella Nel vedere e nel giudicare cosi te COSI,li nuc,to ,spua "? e çualr, obbedendo agli impulsi di formula_ dello Heme «ultimo dei l"opera e. insieme. la personalità 6c:ltpie legato aa una es ~r.en - 1111 ,11111111111111111111111111111111111111111111111111111 roma~tici ».. Qui st dovrebbe dello Heine noi possiamo altre.si za aJ maole ps1co,ogica, cu1tu- chiarire, pnma di tutto, che co- . ' . ra·e polemica pollwca: tuua, la ballata, perché l'anima d1 sa si intenda per ronwnticlsmo dedurre Il giudizio sul suo _al- vi& i•emozwne · la impressione o q-..eHo pceta s1 effonde p.1,cn:1- e per rom.antico, concetti e/asti- tegg,a171:e!1-to sociale '7 po~~t,co. il capriccio Jétrerarw, non si mente nella muslcalit8. che vle- ci e duttili che possono riferirsi Una spi.n..tuale necessita d. rnd0 - esaltano Jmme(i;atamente m 11-ne dalla cadenze. marca La e specijicamen te alla cosiddetta pine. e di esperte_nza integrale, rica, ma si tanno, m ceno qual dalla risonanza delle rime. Do- rtvo/uzlo11e rappresentata daUa r/llm;/ata ,della vita e del mon- moao. storia, r.,o 1 trapassano_ in \'C immag1ni e. sens3z10,u c1r• Scu.ola d! Pe1ta e dal Cenacolo do s identifica con ~na scon/i- canto assumendo 11tono epico- colano. per cosi dire, nella vo- di Heldelberg = all'orientamen- nata passrone . di !tbertà. Ma lmco' proprio della poes!a po- ;ub!lità de\ ,·ers! liber' anc,1e to degli epigÒn! romantici /1110 questa non puo evidentemente polare. l'<e!ie poesie helnlane la poesia rimane generalm~n_t~ alla poesia patriottica del 1848, - per la cont,raddzzione_che noi p:u genu.ne . comprese nel lJuch compromessa e COJ:J?-e sospesa Jn c01nprendendovi anche la scuo• cons~nte -:- S!l-b_0rd in~rsi ad una der Lieder, nei 1,eue Ged!chte una vaga poet!cita. La •~ge- la di Svevia .o addirittura a qu.ei precisa disciplina di . parte, e <Poesie nuo,·ei. nel xomanzero, st!one che esercita tale !trismo caratteri d: mobilità e" inde- n_emmeno alle linee d, ~n par: nei Letzte Gedichte <Pocs;e ul- puo essere J?Ot~nt~, come ne. terminatezza, e di contrasto i- t,col~re programma. Cosi _noi_ Cl wnei. l'accento soggeuho del- celebrat1ss!m1 r1tm1 delle. No_rd · dea/e ed estetico, che vanno ben possiamo ~piegare uno Hezne 111· 10 stato d'animo si moaula e re- see.. ma la nota caratteristica oltre 11 tempo , la sfera d'atti- tatuato di Napoleo11e, un~ Hez- gole. ~econdo questo tono. che dell arte heinlana no': ) " r,; vita delle Scuole e dei loro se- n_eama~t.e della Francia, non ronde la esigenza personale a cercata I!. Nei due ,te.i dr. guaci imitatori cd epigoni, ma c tmmagmeremo ma, . .P•: esem- quella tm.hersale, appunto nel- « Mar deJ Nord». dove ~~1aspe- si ritrovano. ante e po5't lit.- r,10. uno Heme d1scip1tna_to e la unita epico-Urica del canto c!e di superumanesitr.o, uole /? teram. un po' in tutta la poesia coerente, e_ soprattutto conv_h!to, popolare. Ne questa, in Heinc, minare Ja esperienza rom•-:·'· e l'arte tedesche ·ehanno la loro seguace d: un partito p_oI,tIco. e maniera O pure. tecnica, bensi ca, trasponendola nelle pla,ti- ragion d'essere nel carattere Ogm freno programmatico sa- noia caratter1st1ca e Jmmanen- che forme del mito class1co. stesso cf,ello spirito germanico. r~bbe stat9 . un ostacolo al suo_ te al suo genio. . Heine esce da! chiuso mondo Evidenteniente non possiamo brsog110 spmt~ale ed estetico di Ne risul .ano creazioni ong. d~i ,ecch1 modi, ma no~ ra~~ ad!!e7ltrarci in un'indagine di vedere e sentu:e, ~gni i;ol~a, le nalJssime: ed ecco le romanze g,u~e - contrar!amen,e a, questa estensione. Basterà dire cose sotto tutti g., aspetti. per 0 ballate come Baldassarre giudizio diffuso della critica - elle mcdi. accenti. toni di sapo- acc~tar-ne r1 . espe_rienze ed (Dolori glo\'8nill), Lorelei (Ri- i ,·ert!ci delle s_ue possibilità re romantico si trovano indiscu- espnmer-ne la srntesz in una o t.ornoJ. Il pellegrinaggio a Kev- estetiche: i nuovi canti hanno tibilmente nello Heine. nel Ro- più b_attute di crudele e fiam- laar (Rlt0rno) ecc.; ecco so- una maggior tensione. aspirano mancero e in Atta Troll nei megg,ante u1nor1smo. prattutto quelle che li Croce ad una risonanza piu va st ad mfJ Lled·er e 11., Reiseb!lder. si pos- Le discussioni sulla potenzq stesso, r:on molto bene,·010 al- perdono il nitore perlacfo defi , 0110 anche cogliere a piene della su.a arte, su!le sue qualita l'Hein.e .. ha chiamato « le pie- altr1 L!e_der .. 'ella st or a e • ;nan' in tutta la poesia e la di precursore d:t contemporanei cole !mche pure e trasparenti r,oes!a_di Hemedla f 0rd sie ha. pros~ èello scrittore financo nei nostri indirlu1 letterari ed este- come goccie di rugiada». dal- tuttavia, gran et nipor an~a, suo' s;,,.itti p'ii schiettamente lici eccedono Il campo d'inda- 1"/nterme.zzo lirico: Nel m.agni- perche rappresen a raccar 0 17;o;nalistici · ~Hz .soÒo sempre gin.e che ci sfamo uropost.i. La fico mese di maggio, Dalle mie !d~ale Ira la tpoes!f lirica PJO- toni ed accenti linee e macchie personalità dello Heine ci ap- lacrime spuntano, Nel Reno, prtan·e_n'e de ta ~ a prosa e di celare esterni decoratici /or- pare comunque ben divena. e nel bel fiume. ~- tu!to u~ suo- ~eiseg~ 1 ;' ~,;;!n~ef!a~~f ~~: mali. L'essenza cie:lo spirito' hez- certa,neiite maggiore: di quella nardi Jlautt e vzoltm, ecc .. ecco ,tea d I i h 1 1 è niano •a sua strnttura ,nentale del «celiante» a czu 11 Croce, gll JnJmJ·ablli Lieder de! Ritor- der. ov~ f pae~t !b~i~c:nina e la 8. I ~ sensibilità poetica ncn rlfugia11dosi in una distinzione no: Stal.'a~o nella casa. dei ~e- ii~~;1r~~:s~8, ~~c: dei melismi soltan.to non sono rcm~ntici, ma elusiva., ~ un tantino_ curiale: scatort, Bimba mia, No, eraia- . . ! Né . i;:•chendorff né sono p·ecisamente l'ooposto del sca. ca.le riconoscere : titoli di 77lO bimbi. S~i come un fiore, r~u &~~ike nt in' altri l!rièi il ronw:it:c!snll.l. . (( gro_nde artista)) neaandogl! Sulle tue mtee spalle. . . d ha •"puto cantare cosi Se :! rcmantictmw veèe delle tmplIcttamente quelli di "gran- Alla genume. poesia dJ Heme te esco = ""'™"'""""-'""·--'" - •--- d tt i 4t poeta» giova il sistema strofico chiuso melodlosamente. cose uno saio egli aspe I, ant · èel Lied O delle. romanza o del- GIOVANNI NECCO BETTY HEINE nt cede piuttosto un riflesso, CARLO PICCHIO MATILDE HEINE
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