la Fiera Letteraria - XI - n. 16 - 15 aprile 1956

!'ag. 6 DA FERRARA LLA l1BTTERATURA l ALI ~A ... Cenee intenti di una giovinezza )f.. La 1}-0Vità introdotta dal Ravegnani nel dare or~i:ie e forma alla sua diligentissima ed onginale mostra delle forze vive del tem,po, ~onsiste nell'abbinare f eUcemente la fìgiira ideai.e del poeta a quella dell'uomo, in quan– to autore e protagonista de/la, propria poesia ~ tll CORRADO GOVOl'l.l Io conobbi Giuseppe Ravegnani, stimandolo e volendogli bene, s1u finire della prima guerra mon– diale, durante la stagione d'oro rii quel frammenta- 1·i,rnw fu:irito intorno alla •Voce> ed alla « Rivi.era lAgure > che, con alcu11,e tra le l'i•• valide e vitali opere come < Le cen.to pagine di poesia> di Giova,ini Papi,ti, < n giornale di bordo> di Ardengo Soffici, < Le orche– strine> di Arturo Ono{ri, e la 71tia < Santa verde>, doveva dare l'avvio ad lln profondo d1trat1tro rinnova– mento di gusto e di lingllaggio della nostra prosa letteraria. Abitavo allora in "" grande villone patrizio co11 ambi.enti cosi vasti che, con, la m.ia donna e i miei banibini, si riusci.va a 1nalapena ad animare ed 'a riscaldare di '"' soffio di dinamica vita. , Mi venivano spesso a trovare da Ferrara e da fuorivia poeti ed amici (più spesso degli altri il De Pi.sis che arrivava sempre in carrozza chiusa, u.na specie di carro /1mebre tirato a lucido, che i11si teva perchè andassi a visitare la Sila magica Carnera Rossa in· città, e non ebbe pi,, pace fine/tè 11011 mi decisi a tenergli a battesimo co>t ,ma affett1tosa vresenta,zione, i •suoi < Canti della Croara >, ima bella 1·accolta di prose liriche); ed io ero Lieto di te11erli a cena all'aper– to sotto i mel'avigliosi cedri ed abeti, qlla11do non era– no brllCiati dai/a neve, pieni di merli di ghiandaie e di 11,3ig1wolidel vecchio giardi110, con il 111era viglioso pozzo di 1nanno, con vera a foglie di acan.to e colonn.e e ci,ltasa che lo facevano rnssomigliare ad '"' gigan– tesco orologio di alabastro i>tgiallito del Settece11to: collocato tra l'erba a segnare le ore co11la can11cola e la doppia catena cigola11te; eh.eora fa bella 111ostm del M1.seo archeologico di Spina. Sttll.a tavola agreste c'era sempre ver , cari ospiti a volò11tà pane casalingo e riccetti11e condite, che si sfarinavano in bocca come dolci di torta ma rg1te1·ita, un piatto di foglie golose di prosci11tto ca11didoe rosa, w,a terrina di llmari fette di wo/1<1nato me/lo11e, e llna larga specchiante boccia di vino d'uva friulara: tutti prodotti ge11lli11i fabbricati in casa, vino compreso i,i CILi io ero bravo come il provetto enologo. Fin da allora /Ili sinceramente affezi.onato a Gi1t· seppe Ravegna,.i; e sog11avo, in c011sidera.zione delle s1Leattit1utini per la critica e della stta straordina da indipe11denza, economica (possedeva llna ricca casa con la pitì bel/a, coltivazione di rose che io abbia mai \'ALERI, RAVEG!lòANI, GOVONI am111irato), che potesse ,,,. giorno darci quel corag– gioso saggio che ancor oggi illvano si attende, 111agari limitato ai soli co11te111vora11ei, che dividesse e distri– b11ise secondo la loro vera i11sofistic,ibile nat11ra, t1ttti i poeti ili d11edistinte nette classi inco11111nicabili, cioè letterati fino al midollo: come sarebbe a dire da wia parte gli eletti e-da/L'altra i 1·eprobi. P1t1·troppo le trist, vice11de della vita che 11011 risparmiarono 11e1111nen.o il giovane Raveg,wni lo fe· cero s11cchiare co111etallti altri u11te11ticitalenti che vi du11iro110s~ 11011vi perdettero addirittura le loro piil p'ro111ette11tidoti desli>tate a fare ben altra pmva 11e/la 11arrativa e nella poesia, d-01/e /1tsi11ghe delle faèiH fort11ne del gior11alis1110. 'E' perciò co,, profonda gioia che q11,est'a,1110 appre– si /a noti.aia de/!'11 cita del pri1110 blocco i111porta11te dell'opera critica inedita dell'amico Rai;eg11a11i,alla quale terranno dietro COll ritmo i11cal,ante altre due poderose raccolte di saggi che daranno /011doe co11cl1t– deran110 la, vi io11e pa1i.ora111icadi q1testo ,neozo secolo di attività letteraria, con particolare atten.zio11ee pre– dilezione per la poesia. · Il titolo della rece11tep1tbblicazione < Uomini visti> fornisce da solo la più chiara piegazione del metodo cU ricerca e di classificazione seg11ito d-01Ravegna11i, che è la caratte,-; tica prima e pitì cospicfia, come impasta..-io,ie e trattazione de/l'i111po1:t~n_tissima111ate• ria del mon1tme1ttale lai:oro. La 11ov,ta introdotta dal Ravegna1ti nel dar ordine e tonna alla s11adiligen– tissima ed 01·iginale mo tra delle forze vive che _ten– nero il ca111poda dominatrici in questo lungo periodo di tempo (è da notare, fra l"altro, che il Ravegna,u /IL lo scopritore e fortwiato ~os\enitore_ di 1rn ,''."o~·? auténtico poeta come il Can,.enJ, consiste nE.l abbi– nare felicemente la fig11ra ideale del J)oeta a quella dell'1101110 in quanto aittore e personaggio protagonista della pro'pria poesia; e di 1-icavame cosi una _bellis– si111aunità 1tmana ed artistica di inedito 111era i:,glwso effetto. Glie è poi il compito ard110 d_iq1tella costm· zio11e spirit1tale, faticosa frnm111e11t'.lna_ e _tante volte arbitraria ed appross1mat1va, che , critici posteri s, ingegna110 di mettere insieme fruga_nd_o _d, perata– mente gli archii:i più, i111pensati e pi1ì 111tw11:per sod: disfare /a morbosa curiosità e l'interesse dei_/011ta_n! amatori co11 il pi,, minuto bagaglio di dati bwgrafic, e ragg1wgli personali intorno alla formazione di ogni opera diventata classica. _ . _ Il Rai;egnani ai;endo av11to la ventura d, npet11t1 imiunierevoli i11~ontri e contatti con i più i:alidi espo– nenti della attività letteraria del tempo, è stato ,,. grad.o pii, di ogni alro di 111~ttere a ~• p-:,~,,.o,!e e lasciare ili eredità ai futuri ricercaton 11n 1?test1111a– bile tesoro di ricordi di disegni di li11oomenti di s11gge– rimenti di informazioni indiscrezioni e doc11me11tidi ogni sorta, a cui essi potranno attingere a pie11emani quasi inesa11rib1lmente. CORRADO GOVONI LA FIERA LETTERA R-1 A Domenica 15 aprile 1956 ------------------------------------------ PROSPETIIV A SU UN NOSTRO SODALIZilO IDEALE * Insieme u Rove9nonl per 011111 9lusta eouso Un nostro sodalizio ideale, le le muse, quelle che vera- * o pubblicazioni di altro i11di-che se plausibili delle signi- e cioè non a chiacchiere e mente avrebbero ispirato le rizzo, e per di più mi ci tro- ficazionl e dei valori che ai- neppure per qualche recipro- si sarebbero dovute trovare val nei periodo primo e in tri, pcr me, hanno f(ià posto ca convenienza, è da riportar- soltanto nella riserva di cac- d 1• RJE ""-1 ZQ LA 1[J RA NO qualche modo eroico di quel- in luce, ma che qui non c'en- si alla oresa di posizione pro eia deg-li ermetici più cale- L ~ l'orientamento. e cioè quan- tranoJ per cui l'ermetismo, Govoni, di Ravegnani e mia, gorici, erano co e che non do era costituito di <perso- fino a un dato suo periodo, negli anni dei cosiddétto • af- andavano bene, fatti da non ::t(,,. ne•. e non di imperativi po- poté asserire, e non senza ra- fa.re Govoni>. Sicuro, poichè, compiersi o che per io meno !emici e sovente ingiusti (si gione, di non e sere una come nella vita politica del- erano considerate baldanze e tivo e deciso appello pro Go- do Onofri fosse vivo, potreb-. veda ancora l'acceso antigo- scuoia o almeno di non esse– l'ultimo venticinquennio dei- anzi tracotanze da dovenle voni. nasceva un ce-rto seda- be più che comodamente es- vonianismo) come !nv~ce fu re una liberticida parola di l'ottocento francese vi fu la possibilmente umiliare a ca- lizio ideàle nel modo di ve- sere mio nonno). mi ritiene, l'ermetismo venuto dopo. o 01'Cline.Tanto è vero che un lunga e pochissimo gloriosa stigare.,, dere le cose, e questo doveva ed è proprio cosi, penso an- ultraermetismo, di <Camp9 poeta. si, vezzeggiato in • aHaire Dreyfus >, nella let- Ma il tempo \ni ha dato ra• essere ìl più possibile spazia• ch'io, un isolato, di quelli che di Marte>, < Corrente di vita •Circoli>, o nel <Primato>, teraria novecente ca e no- gione, anche se sugli a!llici to. il meno possibile contin- proprio non puoi porli in ri- giovanile• e similari, so pur ma che era anche quel tipo strana, vi fu altrettanto diso- (perché per me sono se-mpre gente. Dico sodalizio ideale ga lungo il frontone di que- bene tuttavia, e ancor meglio poco < cierc > che sono io, po- nesta da oarte de-I lettera,;o leva anche, per esempio. •di- sciovinismo non ermetico ma re male di Garibaldi•• e cioè ultraermetico allora propriof,--------------------------------------------------.l<bravo G-Ovoni>, se, se la del nostro Paese anche una sentiva Poi di fare la ua < ,g~~~~~- ~~~~~i.~~~~~uel- u~ A PAGI~ A D l Gll SEPP~ RA-\' EG~ 1\~ I DA(( SIN FUN IALE )) t~·~tiano~ ,;fifu ~~~~~~~)O~ l'ottimo capitano francese, fu come d'altra parte da solo, lniatti•pur egli, e con sanzio- * nonostante tanti< uomini vi- ne più che ventennale, - ben stl >, ma non avendone biso- più lunga che per Dreyfus la gno di nessuno, fini con li fa. radiazione dal quadri dell'ar- re la sua anche Ra\'egnanl, mée -, nella nostra ietteratu- M E R I G G I o anro'cgli come me senza nes- ra <escluso perfino daiie con- suna fisima antietmetica, versazioni > come ebbe a rile- quella sua strada di critico, vare e a rivelare Eugenio dico, che ma! ebbe bisogno di Montrule preciso e gaiantuo- noleggio alcuno di puntelli o mo in un grosso quotidiano di scambio di convenevoli milanese. per una Ina-Casa delia enti• Orbene, In quei lungo de- * ca ermetica o per l'associa- corso della esclusione di Go- zione della critica arcana. vani perfino dalle conversa- Niente di strano, allora, se il zlonl. Ravegnani invece pro- Non ho mai sentito bruciare tanto la vita in me Percepisco ancora gli avidi risucchi dei peri e lo più grosso errore dello scio• prio in allora, fece qualcosa e fuori di me, come in questo acceso meriggio, sopra scoppiare allegro dei primi palloni su le branche vinismo ermetico, I'< affai- di ancor meglio di quanto questa lupinella vellutata e bambagiosa. Panciallaria squammose, tra la ridda delle zanzare e tra un bru- re Govoni>. disapprova nd010 non abbia fatto. dopo, Mon- noi e senza mezze. parole, ci tale con li suo <j'accuse > al• sono nel sole come in un alito che mi strugge, mi di- lichio violetto di libellule. fece amici da lonlàno. senza l'ultraennetismo, Ravegnani vora, fondendomi con l'anima della terra e delle cose. Vanlsco nella canicola. èonos crei. Ravegnani ed io. a~~ :,~~n.i: ,?;j-'env1~: ! 0 ;}a;i~ In me tutto è chiarezza, bagliore. , Mi sembra di essere sospeso nell'aria, tanto il ~ot~';'~'.'\,~~zac:encil:·;e c~i re. E sempllcemenle perchè, Posso tenere il cuore in mano, ed il suo battito è cielo m'è a gorghi negli occhi. POI Ci si sia voluti molto be- a suo tempo tenne duro, con- il battito del mondo. Di botto Ja giocondità mi scampanella dentro, ne. Oh, ben prima- della no- tinuò a parlare di Govoni e Smemorato della carne, sotto la distesa del cielo, contro LI cuore. ad uno stormo d"1balestnicci sbran• Slra conoscenza personale anzi molto frequentemente, cosi recente. più frequentemente del solito. non sono che ii centro di una spera di cristallo cati a voli bizzarri. I piccoli petti sono soavi scu• E infatti, quando la « Ste- E, se non erro, è proprio rife- rovente. detti d'argento, in gra,ie irresistibili, tn mosse ser- [ani>, erroneamente, diffu- rlbile al periodo punitivo per i i se la notJ,ia della mia morte Govoni la altrettanto tran- Solamente le pupille appaiate sanno le strade pentine, !n tuffi leggiadri. :. groppi, tra squ lt i pe• nelia immane battaglia del quilia quanto fenna opinione bianche dell'Infinito e dei sogno. tuianti, scalano il cielo, poi si precipitano giù an- Don, nel oro di tutta intera di Giuseppe Ravegnani, che Dintorno è una pioggia di silenzio, come in una cora sbrancati, a spirall, a danze, a fughe, come una la stampa italiana. tra i cum- •Govoni. dopo Pascdli è. in mentt più cari e teneri in un certo modo. il paeta più ricco notte di luna, quando anche le rane ed i grilli di- sfaldatura so!fice di candidi cirri. soprammondo ideale (e cioè di umanità>. Il che ruffatto mentlcano il canto nelle gole per oppiarsi d'estasi. Qu~! fervido aliare mi risveglia la bramosia della tra quelli scritti da chi significa, almeno a mio ve- Panciallaria ulla lupinella aderisco tutto alla ter- corsa e dei vento, attraverso t pianori spruzzati a 11011 conoscevo personalmen- dere. che Ravegnani abbia te), non saprei allora se por- inteso dire che non vi siano ra, come vitalba a ramo, e penso di aver radici an- sangue dai papaveri, in un folle amore di libertà e re quelli di Giuseppe Rave- altri poeti ricchi di umanità, ch'io, a gorgoglii succhianti le linfe grasse della zolla di sole. gnanl nel ·«Mattino> e in 0 che Govoni debba essere argillosa, dolci come te medicine indiane, che danno Sono di slancio in piedi, saldo. cGente no st ra> 0 le due pun- conslderato il maggiore, ili tal di Giovanni alendoii più soddisfacente poeta con- in sottili carezze la pace. Un non so che di aspro e di aroma lo m'è sotto le (e Gonfalone dei giovani>, temporaneo, e intanto perché Infatti tutta la giovinezza è in me straccata in narici, Inebria di vigore i muscoli, rinsalda l'anima. < Ancora ·u Laurano >} in i gUSt i e gli apprezzamenti i i b d 1 p I E' il bac·10 crudo della terra ai miei sensi, della ma- • Sette giorni>. Solo una let- conseguenti sono infiniti e un nf nito agno i pace azzurogno a. osso m su- tera di Salvatorc Quaslmodo, tulti leciti. e poi perchè poe- rare l'attimo che fugge, chè la vita mi si è tramòrtita dre ai figlio. appena mi seppe vivo, salvo, sia non è soltanto ricchezza tra le braccia. Allora mi slancio, vestito di forza e di velocità, rientrato In patria dopa 1an- di umanità, e perchè ancora spampanati alla brezza I lunghi capelli di adolescente, lo a,.zurro sui petto guada- bisognerebbe poi vedere le Cosi, pietrificato di smarrimento, il mio ,ivere gnato a bruclaoeio con la tante accezioni valide a ooter è pul'amente muscolare, con l'anima son già pene- Vivo. GIUSEPPE RAVEGNANI morte e in tcl're cosi lontane trovare un loro posto nel t t nella mol'le (Da Sln/oniale, Taddel, Ferrara, 1918>. dal cimitero tra le palme di molto lato vocabolo <urna- r1,1 ° · Sanremo dove riposano I nità >. miei avi, può [orse essere Ma in ogni modo, poiché, uncora più tenera (< avevo a me come a Ravegnani. le pianto, fu la prima volta nei- porcherie mai piacquero. e rimasti tali e non ex-amici). e ne riparto anche la data sta o di quella S<"Uoia.E glie- può apere chiunque si sia la mia vita. Era per te >J; credo che, anche a lui. sde- e me ne spiace dunque ... per che è antica (dalle <Canzo- ne sono molto grato, perché occupato di poesia contempo- ma l'amicizia con Quasimodo gnosamentc facciano salire irli amici, perché la loro co- nl a b()('('a chiusa>, 1938). ha saputo ,·edere bc11e, come ranea, che anche net primo quando egli era a Imperla e alla testa il sangue (e fortu- iddetta revisione dcli' af- perché invece un sodalizio d'altra parte, e per i risti e ermetismo vi feci sempre lo a Sanremo, prima cioè del natamente non la porcheria !aire Govoni>, cosi tardiva /IC.-Sonnle tra me e Rave)!na- i ,wn nsli. gli · riuscito. parte PCr me stesso, e cioè mio «vagabondar per mal'e>, che è nelle porcherie. le qua- nei confronti di quella tanti ni qua i nep\>ure esiste. L'ho E Infatti se quasi a memo- neppure mal volli o seppi, di quei miei viaggi e del iun– ll ultime io le lascio a in- anni prima proposta da Ra- conosciuto cosi ta1'Cli che, ria si sa (e pensiamo se poi per mia natura, adeguanni go soggiorno nell'Africa oc– tera disposi1.ione di coloro vegnani e da mc, 11 n fa ccr- scrupoloso come è, neppure non lo so io...l, che, dal «Con- a quello spirito o gusto di cidentale francese (Còte d'I· che le combinarono e am- to fare brutta figura a Ra- ho po1u10 _cs~ere tra i SLl?i vegno• a cClrcoll•. dall'cOr- «clan> he in qualche modo, volre}, e ci leggevamo a vi– mannirono e an<"he se cosi vegnani e a me. ma fa fare Uomini t·1sll >. Ma, sempre lo> a • La Ruota>, da < Pri- e cioè molto garbatamente, cenda le Poesie da_ Inviare a bene). presi aJlora in quel una figura brnttlssima. an- molto st'rupoloso. per la mia malo al <Tesoretti-Monda• v'era tuttavia anche in quel •Circoli>. e un giorno egli tempo pur'lo la penna, E glo· che se mirabilmente acroba- isolata poesia mi pone tra dori> e e<"<". ecc., io sempre primo ermetismo di < perso- era a Sanremo e l'altro io vanlsshno come ero, e poeta tica, ai miei sempre cari gli « Isolati . E allora come I mi trovai dalia parte degli ne>. Fut un isolato pubbll- ero a Imperia, e cosi tutti i dl tutt'altra sponda di quella amici. la per Diego Valer!. e più ennetlcl. sempre nelle loro catlssimo dalla stampa ... or- giorni di quel tempo, era dove stava Govoni con il suo Intanto dal nostro (di Ra- approoriatamente per Artu- rassegne e oubbllcazionJ va- 11,etica. l'eccezione dunc\ue (e molto intima e antica: personalissimo ma ru,rhe vegnani e mio) cosi preven• ro Onoiri (e anche se, quan- rie, e mal In altre ra segne non voglio trame da c ò an- RENZO LA ltANO pletorJcissimo e dispersivo immaginlsmo. seri si ~utta-1--------------------------------------------------------------- via che 'il Pane è pane e il vino vino. E cosi. la fascetta editoriale VaUecchi di < Can– zoni a bocca 0hiusa > fu dun– que esclusivamente occupata da un giudizio di cui era au– tore un aatora giovanissimo poeta non certo govonlano e che doveva essere molto à la ,,age direi. data l'esclusiva che si volle riserva re al suo pronunciato suil'<a!faire Go– voni "· Vi si nota va come. in• fischiandomene io sonora– mente del olù Idiota e autori• tario confo1mlsmo ultraer– metico (quello che imposlto– rlamente congiurando esclu– deva Govoni dall'attenzione della critica e perfino dal– le conversazioni l, insorgessi. AHerma vo. Infatti. che Govo– ni era invece un poeta da non dimenticarlo veramente, mai. E che i giovani, poi. an– che i più superbr e sprezzan– ti (e pensavo 'intende anche a me stesso perché nessuno sa mal bene se potrà scaglia– re la prima pietra L anche senza comodarsi troppa, po– tevano ricoooscere di dovere a Go\'oni. aila sua diso1'Clina– ta ma anche cosi preziosa ba ttaglla e conquista anche per gli altri 0 '-bene si, più di qualche cosa. E cosi. alle.oc se mollo me– no disimpegnato di Ravegna– ni nel potennl impegnarP. pro Govoni (e ne dirò poi il perché!. potei, tuttavia. ave– re l'onore di stringere ideal– mente la mano. io che non sono un critico ma un galan– tuomo come Ravegnani. al critico. poeta. e galantuomo Giuseppe Ravegnani. ali'in– segna di farla finita ma una buona ,·alta (e anche se aJlo– ra si approdò a ben poco noi due da soli soletti I con quel– la cattiveria oltre al resto cosi meschina e p3.lesemente interessata quanto assurda dèll'«affaire eo,·onl>. riguar. dante cioè un Corrado Govo– ni che doveva essere tenuto relegato nell'oblio. Ravegna-J ni ed io fummo i pionieri, e anche • l'impeto e assalto•· e. se si vuole. pure un poco gli avvocati di una giusta causa, quella della revisione del grosso quanto sbal,lato • affare C',ornni •· E non è un bel ricordo, caro Ravegnani? 1920 * di DIEGO VALERI A Ferrara, nel millenovecento e.., (chi sa più fare il conto? Mettiamo: sùbito dopo J'atra guerra.) C'e– rano i maggiori: Corrado Go\'oni, Il prestigioso Go– voni dell'l>la11g11razione e della Santa t·e.-de, e Giulio Neppi. spericolato editore e dolcissimo amico di poeti. E c'erano I giovani: Filippo De Pisis. scrittore in er– ba e pittore in mente Domini, e Alberto Neppi e Giu– seppe Ravegnani. critici già ferrati e fur;1osamente battaglieri. oggi si direbbe rigorosamente 1mpegnat1. Nessuna notizia, per allora, di De Chirico e di Carrà, che, pure, a\'evano da poco lm·entato, proprio li al– l'ombra del Casteilo. la Pittura metaiisica ... Ravegnani (che festeggiamo. ora, qui, per i suoi molti meriti. ma anohe, poverannoi!, per la sua an– zianità di servizio). Beppe Ra,·egnani era un ragaz– zottone lungo lungo, dal gran naso a piramide e dai chiari occhi fanciuileschi. Ma (ricordo benissimo) l"iò che di lui mi colpi. fin dal primo incontro, non fu tanto la persona fisica, o la brusca affabilità dei mo– di. quanto l'amore. la fede. l'entusiasmo, manifestis– simi prorompenti flagranti in ogni sua parola, per la cosa letteraria>. Pareva Yeramente che per lui al– tro non ci fosse ai mondo che i libri; o, come dlce,·a ~laliarmé. il Libro. Meravigliosa. fin da a ii ora, la sua erudizione su una materia che gli eruditi di se-lito disdegnano, o che ad essi sfugge: la letteratura contemporanea. Tutto aveva ,·isto e vedeva; molto a,·eva ielto e leg– geva. Vivendo in una città splendida ma isolata qual è Ferrara. s'era fatto in testa una biblioteca di contemporanei che neppure a Roma o a Parigi sa– rebbe stato facile mettere insieme: una biblioteca ,-iva, beninteso, tutta in movimento e attività, e, non– dimeno, ordinatissima ... Perché egli era, fin da allo· ra. un critico. come si dice mrlitanle, e al tempo stesso un bibliote~ario catalogante. i\Ieglio: un critico domi– nato dal senso del giusto gìudizio, e dunque attento senza stanchezze e coscienzioso senza compromissio– ni· e un bibliotecario innamorato, e dunque un poco m;,_niaco, come tutti i bibliotecari e come tutti gl'in– namorati. Che il Ravegnani 1955 non sia molto mutato da que!!o 1920, non occorre dirlo a chi conosce l'opera sua, tanto meno a chi conosce lui in pe~sona. L'alta statura. la forza del naso. la trasparenza degli occhi sono, naturalmente, gli stessi; ma identico, intatto, imperturbato è anche que) suo amore della lettera– tura, quella sua semp:·e ,·igile e fidente attes3. di nuo– vi doni che la letteratura contemporanea, la sua be– [ana perpztua. gli porterà. De! suo valore di critico. intendo della validità dei suoi ~iudizi. meglio ch'io non dica nulla. Perché, essendo stato da lui lodato più di una vc,!ta. avrei l'aria di confermare. indirettamente, quelle lodi. (Le confermo, come ognuno può pensare, nel mio foro in– teriore; ma in pubblico non starebbe bene ...) DIEGO VALERI debbo110 o Rove9no11i * ,n GIUSEPPE V.ILlf ...AROEL Giuseppe Ravegnani è l'unico critico italiano vivente che, nell'interpretazione dell'opera degli scrittori presi in esame, tenga d'occhio anche quella che potrebbe e sere, se noi\ la biografia, certo la car– tella umana della loro personalità. Que– sto studio gli dà modo, non solo di ade– guare alla realtà della cronaca le sue in– dagini estetiche, ma di capire, caso per ca o, li reddito artistico e culturale dei singoli autori e, nello stes o tempo, di mantenersi in un clima di serenità e di obbiettività, che difllcllmente è possibile raggiungere nel gludi,io della produzio– ne dei contemporanei. Molti scrittori, in un momento in cui la critica ortodossa si irrigidisce nei più sottili preconcetti este– tici e di parte, debono al Ravegnani una rivalutazione e un riconoscimento che tornano ad onore della intelligente e com– prensiva indipendenza mornle e spiritua– le del critico ferrarese. GIUSEPPE VILLAllOEL Ravegnani con Guido Lopez, Ignazio Silone ed Enrico ~manuclli Navigando in un vasto limpido fiume * diGIOVANN.\ ZANGIWOI Chissà se Giuseppe Rare– gnani. un anno fa. a Nuoro. quando ·assieme agli altri giu– dici del « Deledda » si com.- 11lacque di tenere a battesi1!10 la sottwcritta per solenne rn– gresso alla • Repubblica delle lettere» (cosl st espressero.,:._ così .ripeto/. si accorse dl quanta abom.inct'ole /1/a acei:a rndosso !a medesima, ctuanta restia art•ers1onc di montan~– ra al doversi presentare 1n pul>blfco e prender parte a ce– rim.onic? Non c"è dubbio che si, s, ne accorse. lo cedeca anche un'orbo: quella spat•entata a,tlma della battesuna11da In– fatti si illudcra di at•ercela mt',~sa tutta a raspar mani da colo,w. a rffì_lar unghie e ra/– jm::zonarsi un vestituccio por• tuta su tacchi dell'acc1dente: con qual misrrando esito è fa– cilf' 1mmagtnare. Me ne accorsi lo pure e mt d1sst: • non ce la fai. ~ove– rrnn, sei come sei: t 1 ed1 al· , 1eno di comportarti come tt al'etitJ fll:-.f'gnato la tua buona e Z,rara mamma: cioè parla pcco, sorridi. rispondi a tono ed al nunl,no anchP allt' do– ma1t,fè clte ti farf'bbero be· sttmmlnre. Su. da braia » Poi incontraco l'alta figura famìltare, anche se mai i;ista prinrn. rii Giuse_ppe Ravegna– ni. • suoi modi lrnipidi, sclu~t· ti. la sua serenita cltiara: d1e– t, o d• luf. sorridente. discreta. merat 1 1ghosa in un su.o per– /erro equilibrio di ctonna e di do/Le com.. pagna. la signora Nella Raiegnani che lo ac– compugnat•a. allora era piit fa· cilf(l correttrua. t« humani– tas ». la lealtà da antico ca- 11aliere dalla botta dura. ma frontale. che 110 sempre trO• rato poi ht lui mJ ha dato spesso un acqu fetante sl'nso di ristoro. una forte capcrcitd di ricostruire gmdiaiil um.ant sereni anche Là dove di era,io formate spiaceuoll macerie. E la lettura d! • Uomini d· sti » è stata ii riepilogo e l'ap– passionante rirela2ione dì un mondo clic m! era Ignoto. Qui Rarrg11a11i Ila saputo far muovere viui cd umani. carlclll delle loro aute,iticht vitalità decine di perso11aggi, senza farne dei manich.inf. senza araL'arlio soOocarli sot- ~~r!~a~~~o 0 r:>:11 ::: c~~:o;~~~ re QUf'Sto mondo letterario. per vederlo da dentro. è stato buon dono. E lo stile fluido in • Uo· 111111/ cisti» ti afferra. sicuro, avvincente. ti par di navigare allora su di uri uasto. popo– lato. ma limpid.o fiume: /or,e Giuseppe Raregnani, padano al cento per cento - e pa· dana ritengo inrero anche la Romagna d! cu.1 egli sf t'arita 1,atiro - ha preso dall'an– dare del grande Po dietro una ario.itea Ferrara. Qualcosa dt este11siregate e di signor/lo « htunanftas » per tranquille anse. 1ta ricreato cosi in que• stl siiof « Uomhii visti» tutto il ricco fiume che fu la 110,,tra letteratura di mezzo secolo. co,i le sue rallcsane catra– mose e spogfie o le bissone rtcclle, con barche infiorale. sovraccariche. Ilari o fune– ree. ma srmpre ttmonate da uomini t'ftil. GIOVANNA ZANGRANDI M'ha parlato di sè * di BRllNO RUSSELLO L'ho conosciuto a Nuoro, sul finir dell'estate 1954, durante la cerimonia di premiazione del « Deledda n, del quale egli era uno dei giudtcl. L'ho co– nosciuto, intendo, di persona, oltre che attraverso la sua prosa vivida, acuta, decisa. che in fondo non è che l'e– spressione migliore del suo temperamento. Ed ho pensa– sato che anche il suo aspetto fisico concorre a completare quell'lmpress1one di sicurezza, di onestà e di sincerità - pa– ne al pane e vmo al vino, pèr intenderci - che emana dalla sua personalità. Alto, robusto, eloquente, dl una eloquenza che sa essere sobria e pacata o accesa ed Impetuosa a seconda delle ne– cessità e del momenti, si in– dovina In lui l'Istinto dell'uo– mo nato per la lotta, e che nella lotta trova l'espressione più vera della propria esi– stenza. Ho rivisto Ravegnani un'al– tra volta, a casa sua, a Mila.– no; nel suo studio dalle pare– ti ingombre di libri, con la scrivania piena di libri. Ecco, in quella cornice cosi intima e familiare, egli ml è sembrato diverso: meno irruente, Inten– do, fors'anche meno deciso. Sereno, vorrei dire addirittu– ra paterno; se per paterno si intende colui che della rroprla esperienza di vita non crea un mito, ma solo, umilmente, un termine di paragone, una ba,. se di intesa, di incitamento, di consiglio. M'ha parlato di sè, Rave– gnani, della sua vita, dei suoi lavori, del suoi viaggi e delle sue peripezie; con un tono di voce tranqulllo, sereno, quasi parlasse di cose che non lo riguardassero, sorridendo ap– punto come si sorride di tutto ciò che è passato - lieto o tri– ste che sia - e che non ha LI potere di •"vincere più. Solo un momento si è rab– buiato; e fu nel ricordare I suoi libri - incautamente gli avevo espresso ammirazio– ne per la copiosa raccolta che arricchisce il suo studio - i suoi libri ben più numerosi e preziosi, frutto d'una paziente assidua ricerca di lustri, ch'e– rano andati perduti negli an– ni della guerra ... - Eh, briciole, queste, bri– ciole soltanto!.... - E non ha sorrisO, Ravegna,. ni, dicendo cosi. E m'è sem– brato triste e anche stanco; quasi come un padre che rim– pianga I' immatura dipartita dei figli migliori, e si sorpren– da quasi di aver superato quel durissimo colpo, di essere so- pravvissu'.c. E non vorrà dire se in quei tempi. per quel mio scritto in fascetta e per altri sem– pre per una giusllzia sul < fe– nomeno Govoni>. alcuni miei amici diventa•rono miei ex– amici. Punirono anche me. Per la mia tracotanza. Sicu– ro. perché il dire la verità e il rimettere in tavola alcune carte importanti della poesia italiana, nell'allora bell'italo troppo ultraermetico regno• della poesia ltallana, nel qua-I!..-----------------------------------------------------....: BRUNO ROSSELLO

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