la Fiera Letteraria - XI - n. 15 - 8 aprile 1956
Domenica 8 aprile 1956 'C A F I E R A L ET 'J E R A R I A. Pag. 3 * GAJLLJERI_A\ D JE J[ CRilTKCI I1fALIANIC * SILVIO D,AIIIICO PRIJ\'1A ESISTE IL POETA, LA PAROLA, IL DRAMMA * La eolpa di Neu,ton ~ Prima che ewton scopri e la legge di gravità 1 poemi non cadevano a terra ... Se non aves -i in– dividuato le nuove esigenze che il teatro ven·iva manifestando, i grandi attori non sarebbero in declino. Anzi, ogni giorno nascerebbero a bizeffe » * di RAOUL RADICE Quando nacque la passione nessun sistema critico nasce teatrale di d'Amico? Non ere• a ca o, e tutte le idee, anche do si debba dare un peso ef• le più sorprendenti cui spet– fettivo alla anedottica degli tano funzioni innovatrici, ai– anni della fanciullezza alle Condano le loro radici in idee ~rime recite In lingua o'in la- o intuizioni che le precedette– tmo tra compagni di scuola ro, del credo teatrale di d'A– e nemmeno a un pòema tragt'. mico si sono indicate le sor– co in un prologo e quattro al• genti che i uoi riferimenti t, in versi, scritto a venticin- stessi, dei resto, direttamente que anni in collaborazione con o indirettamente dichiararo– Alessandro Rosso e poi rinne-' no Innumerevoli volte. Es e gato; (unico suo saggio sceni- sono legate a due nomi g'iù– co, rimasto isolato). Arnaldo riosi, quelli di Eleonora Duse Fratelli, in un vivo ricordo di e di Jacques Copeau, di cui si Silvio fanciullo, ne rievoca la dirà più avanti. Ma d'Amico immagine cosi: «Se rivado con attinse a una fonte meno i!IU· la memoria ai t'empo lontano stre, intorno alla quale scris– in cui fummo compagni di se pagine numerose che ognu– scuoia all'Istituto Massimo _ no può leggere in e Invito ai lui un anno avanti a me dalla teatro>, e in un articolo la prima ginnasiale alla terza li· cui data è del 1915. Quella ceo - mi par di ricordare che fonte porta il nome di Eduar– Silvio, ii più sveglio di noi, do Boutet. il critico napoieta– con la sua esuberanza di vi- no che nei 1905 fondò la Sta– ta che si manifestava in un bile Romana con Ferrt.ccio moto perpetuo di membra e Garavaglia, e per tutta la vi– di idee, si agitasse particolar- ta si batté in favore di un tea• mente quando ai Massimo si tro d'arte ch'egli poté attua– tenevano recite da collegio. La re oltanto fuggevolmente. sua non era l'agitazione degli Chi era Boutet? Dice d'A– altri ragazzi, che giuocavano mico: « Lo accusarono di es– al teatro come J?iocavano a sere un odiatore, ed era un picca nell'ora di ricreazione. innamorato; d'essere un ne– Lui faceva sul serio, insegna- gatore, ed era un credente. va _agli altri come si doveva Boutet era, _se_ nqn l'u,:,1co, U· reCJlare, trovava a ridire sul- no dei poch1ss1m1 che tn quei la direzione del padre Chiava- tempo aves er9, della scena, relii con un'aria di critico in un concetto rellg10s0: per cui erba. Dei resto ii pallino dei ii Teatro fosse un tempio, e teatro non era una cosa nuo- l'attore U)1 sacerdote. Il uo va nel Silvio ginnasiale. Ce lo vocabolano pareva quello d! aveva fin da bambino: face . un viqie!)to: m realtà_. e1:a d1 se il p_resepio o ripr_oducesse un m,suco. Povero, 1nd1peh– con gli altri bambini cerimo- de_nte, non legato :' nessuna nie Viste in chiesa, tutto nella cncca, Boutet e_nhva, non :' sua mente diventava rappre- p_aroi_ema _a !att,. ti suo u!f1- sentazione >. Il ritratto è sug- C!Od1 cromsta come uni! m,_s– ~estivo. Ma quella passione S\one. Ma se questo des1deno innata accende il no tro inte- d1 un Teatt:o nuovo n?n e_ra resse dal momento in cui si !a fatto particolare ali Itaha, consapevole, si organizza in bensl a tutta \'arte _europea uno schema suo proprio. e dei tempo, chè m v1,r1tà tutto tende a fini precisi Quel mo• l'Ottocento (s1 pens, alla Ger– mento porta la data dei 1914. mani!', all'Inghilterra, alla comincia dalle prime e perien, Russia/ domandava a gra'! ze del giornalista, dopo pochi ~oce a, ~ramma_turgh,I nuov! mesi interrotte dai richiamo I espressione de, suo! nuovi irresistibile della guerra e si t~rmenti. c'era m Itaha. sulla riaffaccia con decision~ nel frne del sec9lo sc9rs_o,un pro- 1918 allorché d'Amico succede bl~ma. part1colar1ssnno de_ll:< a Domenico Oliva. Nel e Tea- cu1 esistenza pubblicc. e. cr1u– tro dei fantocci >, che è dei ca s, accorgeva_no assa, me- 1919 e che pure fu in parte ri- no, e Sl)i q1:1a1~ 111veceBoutet pudiato, i affacciano, se non fu tra 1 pnm, !' d!'re l'ailar- 1 presuppo ti di un sistema. me: la necessal'la nforma del- gli interessi e le aspirazioni la n,o tr~ scena >. . . che un anno dopo, nelle note D Amico osserva che , più, sulla interpretazione scenica non soltanto non si rendeva– raccolte in <Maschere> a- no conto di quella necessità, ranno già in gran parte chia- ma si cullavano nella illu io– riti, e che undici anni più tar• ne che, «in. quanto ad arte di troveranno la loro maggior scen\~a, il pn"!ato _fosse em– struttura in e Tramonto del pre nmaslo all ltaha >. Erano grande attore>. Nel frattem- tuttora vi\'i, sebbene a ripo– po d'Amico avendo viaggiato so, Adelaide Ristori, Erne 10 con una ce;·ta frequenza era Rossi e Tommaso Saivini. entrato in contatto con l cir- Trionfavano la Duse, Giacin– coll teatrali più qualificati e la Pe,..zana. Giovani:,i Ema– aveva studiato con conoscen- nitel, No".eiH, Zaccon1. Ferra– za diretta le -condizioni della villa, Ben1n1 ed Eduardo Scar– scena nel maggiori Paesi eu- pett';I, Si affermavano, come ropei. fu_lg1deprome_s_e, almeno ai- In <Tramonto del grande tl'I v_enh att,or1. _«Ma Boutet > attore>, anno 1929, le Idee di ~onttnu~ d Am1,co_« e sendo d'Amico e Ja visione ch'egli 1nnatno1a\o dell a, te sua._ !"· ha dei teatro, 0 meglio il tea• conlèntab1ie com_etut\i gh in– tro ch'egli auspica e per il ":'morati, non S) lasc•? fuor• quale si batterà durante un v,are da quell appa_r1 cente quarto di secolo, trovano la splendore>. Contranamente AMORE CHE ERA' FERVORE A~!:jOLUTO, * un padre "E il teatro? Q'-!an.<f.o./a scrivi una commedia?,, -E io lo ingannava - come s'ingannano solo i padri - dicendogli che p~esto sarei tornato al •teaLr~ ... DI E DOA R 0(1) A NT(])N Pal'ole di Edoardo A11tò11 per la morte di Silvio d'Amico, r·adiotrn• sme se il .2 apl'ile 1955 alle ore lk,15, nella l'llbl'lca « Ci'oiiache cirte111ato• grafiche•· · Da ragazzo, andavo a teatro ad ogni «prima> ai seguito di mio padre ch'era critico teatrale, collega ed intimo di Silvio d'Amico. 'egli· intervalli pa1•ia– vano della commedia e sopra tutto,schei-Lavano sulla commedia, per quella sortii di pudore di chi amando vera,mente ii teatro norr s'impegna a 1rattarne sui serio che nella sede adatta: e per loro era la critica del giorno dopo ui ri pettivi giornali. Ma 1a,ivol\a Silvio d'Amico si arrabbiava: ern offeso. E J'ofien• devano non l'inesperiem.a o la pota stoffa d'un au– tore, ma sollanto la cialtroneria e la ma,lafede. Ciò perchè ]::gli era un uomo-critico eminentemente mo– rale: e non della moraHtà dei Tartufo, mai; bensl cii quella crociana fede nell'inseparabilità tra etica ed estetica. .Ma non sono qui per dirvi li lui critico - com– pito egregiamente assolto da altri - voglio dirvi altre poche e minime cose ... e proprio per que lo mollo difficili. Voglio dirvi di ùn seg.reto rapporto tra me e lui - ta_nto_segreto che anch'Egli'lo ignorava - e che ebbe 1111z10 allora - me ragazzo - agli appunta• menti obbligati deHe «prime> teatrali. . M'ero a,bituato a quegli appuntamenti e ascoltavo avidamente i disçorsi sui Teatro fra mio padre e Lui. Furono per me ii primo il'Tlportante ammaestra– mento (non con-ta tabiiire se io abbia saputo o no metterli a !11.1ttol ma conta invece il dire lo strano ~o!ore _affettivo che presero in mè. Sàrà che ii padre e 1l·pnmo mae tro e çhe ogni altro mae tro accanto ai padre prende in noi un volto paterno... Òp so. CeNo si è che poi nella mia atlività d'auto 1 e teatrale io riguardavo a Silvio d'Amico non olo come ad un critico insigne, ma quasi comè,ad• up padre. • entivo di dovergli one là 'd'intenti. avrei tem\tto di deluderlo. E infatti - mòrto mio padre dello stesso male che ieri ci ha tolto Silvio d'Amico - più taidi ebbi sempre verso di Lui un complesso di colpa per avere abbandonato ii teatro. Verso mio padre non feci in tempo. Anche recentemenle. nell'incontrarmi, domandava« E il teatro? Qua•1do la scrivi una com• media?> E mi, diceva tutto ciò che poteva incorag– giarmi e nii ripeteva le frasi di certezza In mc che aveva scritte ai miei primi passi teatrali. Lo ingan• navo - come s'ingannano solo I padri - dicendogil che presto sarei tornato al teatro ... Mi facevano lanto bene e tanto male queg11iincontri che da un paio di anni avvenivano di preferenza qui, alla radio, tra uditorio e uditorio, lrova11doci a ruota, lui prima ed io dopo, in queste trasmissioni dei sabato. E se io ascoltavo le sue, sempre tanto acute e personali, Egli ascoltava le mie e se ne cliverliva moltissimo - mi diceva. Ed io, pur grato ai suoi complimenti affet– tuosi, apevo che e ne divertiva anche perchè il <fenomeno del cinema> Jo divertiva in sé come può divertire una cosa tanto assurda ed ine plicabile da es ere sorprendente. E anche ques10 era un iato ado• rabiie del suo appassionato amore per ii Teatro. Amore che era fervore assoluto. Lo ricordo a Lon– dra ai « Festival del Teatro Italiano• che io lo avevo aiutalo ad organizzare da là. Venne con i suoi « ra– gazzi> deH'Accademia e non perse tempo: schizzava con i taxi da tin teatro· all'altro per vedere come vi recitavano gli attori inglesi. Credo che di Londra non abbia visto altro. E mi domandava tra un taxi e l'altro, dove poteva ancora andare. d~ve orientare la s':'!' inesau1:ib(ie sete di teatri fra i 52 di prosa della p1u vasta c1tta teatrale dei mondo. · Oggi... il sottile legame che avevo con Lui e di cui con molto sforzo ho tentato di dirvi, s'è inter– rotto. E' un po' come se mio padre fosse morto di nuovo ... Dell'ambiente in cui vivo e lavoro. Silvio d'Amico era uno dei pochi uomini che rispettassi ed amassi pr?fond~mente. Credo di non averglielo mai detto. Ghelo dlCOadesso. EDOARDO ANTON LAVORAVA IN LET.IZIA * ·11 più 9iova11e Rie ce difficile vincolare il concetto di lavoro da quello di fatica per collegarlo a quello di gioia - Eppure chi ave– va la fortuna di targli vicino, comprendeva tutto questo JJ>Jl S][JR({J) ANGELI IL mio primo incontro con stit1tiva solo 11110 dei tanti im• tempo la donia11da ali restarn Silvio D'Amico avven11e 11el1,egni fra etti distribttiva la ii.egli occhi. perch.è dal mio marzo 1931 a Fire11ze, nel s1<aprodigiosa attivitlt. Co11- S!lttardo srnarrito co11,pre11de– Teatro Spcl'i111cntale di Via tinttamcnto in moto. corre.a va già la ri.sposta. Po,. Qlla11.• lAu<l'a. Co11 impro11titlldi1w dall' E11ciclo1>edia ali' Accade· do 11011. ci /1' pii, bi.soq,io per _qiovanile m'ero provato in"" mia alla radio a teatro al gior. l11i di chiedere e per me di ri• tentc,tivo dra,n,natico. igno- Mle; lo credevi a Roma ed s1>011dere, egli, coi figli Sa11- rando ciel teatro anche lci di/· era i11 viagqio per la Peniso- dro e Fedele. mi /11 vici110 co– Jerenza cli.e pa •sci tra sce11cie la o per l'E1tropa.. Come mal- me 1JOChi.ed io seppi the to· q11a dro. Il ris 11Uato no11mi di- g.-ado q1testo trovc,s;e il te11,,SC< siq11ifica. 11ellC< disperazio- cevci 111llla.si sottraevci ciogni PO per scrivere .dei /rbri e per 11c, voter co11tare ·•" q11alc1rno. defini zione o impressio11e di dedicarsi alla famiglia. e a11· NeL 1946, sollecitato da me, bello o di bmtto. Se L<, tenta- che ver ,wtrirsi e rivosarsi era v e,wto a Viareggio per te. zione di varteciJJare ci rui con• come g[i altri uomhti. 1·esterà nere u.na conferenza sul tea· co1·sopret.."'<tlse sut'i:mpulso di sempre Wl m.istero, a1it.nieno- tro i talian o contemporatieo distr11gqere il ma110,-critto /11 e/tè 11011 gli si voglia attrib11i• alla Società di C11ltttra. Ave- 11i11tto•lover lci considerazio- re l'11biqttitcì. di Sant' A 11to11io. va irtsistito 1>eravere a cola• !'e de(la fatica dttrc,ta e per Q11a11c!o all'E1tciclo7,edia, sta· zione a,whe mia moalie e m,o 1!. de_sideno di es ·e,·e letto e v!I chmso nel stto piccolo stil· figlio. e d11ra11te il pasto 11011 r,,nd1cato dc, q11alc1rnoche per dio. 11011 occorrevci chiedere se cii:eva fatto che varlare dei fi- la spera11zc, di d11.sciro.Silvio ci fosse: lci sua presenze, si gli e dei 11ipoti11i.Si se11tiva D'Ami_co, che presiedeva la manifestava a\traverso lavo- co11 noi opratt1'tto vadre e co11'1111 s 011e, credette di i11- ce mmra e _str,d11la,la ri.sata 11011110. Lasciato il ristora11te, travvedoro 11e/ limbo delle franca e me,w. qli im1,eti e ci eravamo avviati ver la PM· 11.iie_ inte,1zioni 1111 im7>eq110 sti- !lii scovpi di collera generosa. seqgiata. ferma11doci davanti l1st,co e ima teatralità di citi Ma 11011 !Ili ri1tSci.va mai di re• alle vetrine. e11tra11do a11che g/i altri qi11dici 11011 era110 al· starvi a /1111go. Girava di sta11, i11"" ,r.egozio ci comprare "" fatto_ convinti. L'es11eri111e11to za in sta11za. di tavolo in tci· vaio di scarpe cli.e gli era pÌll,- sceii_,o varve atten•~re le lo· vol(!,. mdit_q wndo !I '!are u na ci11to. A 11.11 certo piwto ave• 1·0 ,·,serve , e con 11t1agrn11de not,zw o un co11s1glto.ci rac- va sollevato mio figlio. iss<m• so,rpre_ ·a io ve!•"i 111·e111iato. contare w, a neddoto o a di1·e dolo a cava.Zl!iccio ·sitlle sval· D A11uco 'l)(lrlò m modo lusin– ghiero del mio lavoro s11lla « T1•ibllna >. lo p11bblicò SII «Scenario• lo fece trasmette– re pe,- 1·adio. Cosi, io che non credevo i11 q1tello che avevo scritto. Per lci co11sidemzio110 e la fid11cia che eqli mi accor– dava cominciai ci credere in quello che avrei wt11to seri· vere. Mi aveva aitttato a tro– vctre la mia strada; e a11che ora. do POta11taesve1ieflza dei rischi o dei fallime11ti che es– sa CO\IIPOrta,rinqm.zio di qlle– sto Silvio D'Amico. Positivi o 11egati ui i ri.81</tati ci c1ti si qi1m_qci, lo scrivere ve,· me co,,ta COlll1tna1te,verchè rico– llOSCO i11 esso "" atto di fede verso lei vita. ,,., modo di ac– cettar/ci e di com.11renderla. . A Roma. dove m'ero trnsfe• rito /Jocltl mc.,. dopo, mi si o/– /rl la pos.,ibilità di contatti som 11re11i1, freq1te11ti con l11i, e la conoscenza divenne ami– cizi«. se co11 tale t10111e à oor– JHC$,jO chi.amare un ra1111orto in Clii c,qli dava ed io riceve– vo scri;;a ricconbio. Spinse la sttr1 ben evolenza fino a ·p11b– bl1ca.ro una ,nja, commedia ancora. no,l ta111>resen.tata in u11acollezione da fui diretta a i11cl1tdere 1m'altra nel reperÌo– rio del/ci 11rimci COlll/lagnia dell'Accademia. a 7J1·07,ormi _ come suo s1tccessore nella c1'i– tica teatrale della« Tribwna • A Venezia, nel 1953, 111 Teatro Verde, con 'bragia e la lluspoll q11anclopassò a~« Gioma/e di Italia•· unci batt11ta cli spirito. Nelle le. It bambino gli qettava il _Le, querrc, mi allontanò per freq11,enti sed11te di 1·e<Ùlzionecappello a te,·ra, gÌi tirava i d1ve1•si a1111i da Roma. Vi ri· sapevc, creare un'atmosfera di radi capelli. Lui lo lasciava t?1·11ai nel 1941. ver ricomi11• cordialità ch!J ci metteva a no- /C!re. beato. Chi ci vide e lo c1<t1·e tttt!o d~ caw. Molte P(!T- st1·0 agi<?·R11tSc/vc,ci non far riconobbe, mi rilnproverà di te 711_, s, _chmsl:'ro III faccia, 7JP,sare l a1tto_nt11e lci compe- ~vere ver-messo a mio fiqlio. mo/t, a11uc1.11~1 V(!ltarono le ten_zache g~, r1co?toscevamo, 111 p1tbblico ta11ta confiden· spalle. S1lv10D Amico. che per •l n,metto e l am11urazt01r.e che za co11 1,11uomo cosi impor– me aveva fatto molUssimo e aveva,no per lui, pone11dosi tante. Non poteva sapere che per 1l q1!al9 11011 a.vevo fatto Sili nostro mano, eg11ale trci /re, -i due, e/lii viù si divertiva 11111/a, "" aiutò co,\ /.'affetto e egual,. ~en,.pre_dis-,,ostoad ar- nel qioco 11011 era il bambino la com pre11s1011e d, "" temvo, re_nders, alt evidenza delle ,·a· 111-0 lui. e a1me1iase ne offrì l'occasio- gioni a/trni. s,qombro da oq11i IL t m . 110111; volle con sé all.'E11ciclo- s1iscett1bilità. Q1ia11doit fer• 71011 t ~o pa1s.ava_e 1)(1reva 11ediadello Spettacolo. L'ave- vore della di.scll.ssione ci tra- a.sciasse . 1 = 1~,net 81 '° va idecita ci11que anni prima, scmava tromio oltre, ,·icorre· aspetto_ 6 •~l SIW 8 P 11 ito eter– e 11eril fecondo ,m1nilso cli.e va all'estro i11esa1tribile del ~t'!;"e1,t~ ~•ovane. Usava fe• le aveva ,,npr·esso si era svi- stto SJ?irito arguto e scherzoso e g~',°' 6 il Slt? CO)rtPll:'a 11 no luP1Jatci '" 101 conwlesso or- per rt]JOrta·re la calma. Al· ~ 11 1 w semplu;e b!Cfhte~ata qanismo. oltre i limiti in citi l'cig_ilità scattante clw alleg• ~e"ctki 0 'J:rl;~~n. dell ! 1 ìftcJ:· si erci prouosto di contenerla. ger,va la mo/e im11011e11te del• s,·o, · 1, · 111 !lii oc a.– Do Ztti che 110 costituiva il cer- la versona corrispondeva l'a· te e~tbera1tza dellci. si<a vello ed il c1tore esigeva ogni gilità della mente, lucida e 11 ~t1tra. 11 suo sla 11 ?io v~ale gionto di piri. Ed egli vrodi• pronte, a cogliere nel se,qno. a ~: era110 concentrat! e ave~: 1mva senza risparmio la 1•ic•,nettere a fuoco 1H1 argome11• ~ ~e,~ato_sfogo ne,_ /1tocl 11 d, chezzci i11esauribile della s1ta to. "" vroblema. una sitnazio- a, t'./u;,o d• mt~ conversazione cu/titrci e della Sita 11wmoria, ne. (I trovare U1lC! via d'ttsci• 0 ri· osa. sco11p,etta 11,te. esplr della s1<aesperie11za teatrnle la. ci vrendere u11a decisione. . a come 11011 mai. Ne e 0 e della sita ca,iacità orqa11iz• « E' 11iì,qiovmw di tutti nai > 1 '"! 1 a-sto così sorpreso e a/fa· zativa. Epp1tre l'Enciclopedia constatava il f•[Jlfo Sa11dro scmatp che "~?• avevo 7?0t_u,. assnrbivc, soltanto 1t1tava,·te co11 affettuosa invidia. non to_resistere all mwul~o d, dir• _______ '-_ -_ -_ -_ -_ -_ -_ -_-_;_:-_ -;_ -_-_-_ -_ -_-_ -_ -_ -_ -_------:';-;-_-':-_-:,_;:-_-:...:-_-_-_ - c. -_ :;~~~;::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::_ld_e_1_1a_s_1tC1_'_"_ie_11sa oiornata co- di.s_qi111,ta da 1mci certa preoc- !11'. auas, crede>tdoci, che se - - ,. · c1111azione,perchè no11. si sa· la Morte l'ave~se cercato. ~011 loro piena maturazione. L'eco RAOUL llADICE che suscitò l'apparizione di questo libro e il significato polemico che i volle attribui– re ai suo titolo da quanti pre– sumibilmente lo avevano ap– pena sfogliato o letto senza attenzione, è vivo nella memo– ria di molti. Si volle far ere• dere che d'Amico ne~asse pro– grammaticamente I esistenza o la validità dei grande atto– re, quando invece osservan– done il declino (il modello più insigne di attore individuale era stato per lui Ermete No– veJli) egli indagava i motivi di quella decadenza e li alli– neava contr1,1pponendo ad es– si le esigenze che un po' do– vunque si erano affermate nei teatri del mondo. on so se d'Amico abbia sofferto di un cosi artificioso capovolgimen– to della sua posizwne critica. Probabilmente la convinzione di essere fuori dell'equivoco glielo impeci!. Ma ricordo le parole che alcuni anni or so– no, a Firenze, egli mi disse in una sera di buonumore. Queste: e Mi è capitato di Ye• dere in un giornale umoristi– co una vignetta raffigurante un uomo di teso otto un al– ibero, I cui frutti staccati dai rami erano tuttavia fermi a mezz'aria. Sotto stava scritto: prima che ewton scopris e la legge di gravità i pomi non cadevano a terra. La mia col– pa sarebbe simile a quella di Newton. Se non avessi indi\·i– duato le nuove esigenze che il teatro veniva manifestando nella sua logica evoluzione, i ~randi attori non' sarebbero rn declino. Anzi, ogni giorno ne vedremmo nascere a biz– pevc, dave l'avrebbe portato !'11,(1 batt1tta 4• spinto egli la FORZA qi,ella carica vitale cosi in- avrebbe convmt!I ad a11darse– zeffe>. Evoluzione logica. Cioè: né Invenzioni, né sovrastrutture, né indirizzi chimerici. Poichè UNA GRAN ten a. e quei bisogno di pro- 1te. Aveva sorriso. gitardan– d,garla in 1111 0 spreco di ener- donu aff~ttuos~m_e11te al d• so– qie che 11011 co11oscevaralle, 1 • prc, dei?h occ(itah, e se1iza dir tamenti O stanchet:ze. La 110. ,utUci S1 era rwyv,ato ver~o la stra meravi,q/ia si ripeteva sita s~anza. e nprendere 1l la.– oa,li giorno. e ,ion valeva ce,·- voro mterrotto. * di VITTORIO GASSMAN care di consigliarlo alla mo- La m orte è venuta a gher– derazione e ol ris11armio. Rie- mirlo q1w.si a tradimento, sce difficile svincolare il co11- se,izc, dargli il tempo di tro– c~tto di lavoro da ortello di fa- vare _una batt11tci scherzosa t,aa per collegarlo a q11ello di per dtSal'lliarl-0 ed allontanar– pioia. EpPure chi aveva la la. O forse egli l'ha accettata, Jortwia di stargli vicino. cavi- l'lia cwcolta come tm'amica, va che cosci siq11i/ica lavorare se11te1tdo che era gi1t11ta la U,ia gro.11forza è statci tolta al nostro teatro coi, la scampar a cli D'Amico; tol• ta nel niomento, forse, i11c11i più avrebbe dovuto e potuto assisterci. Nel denso tm.vaglio di oggi, alla ricer• ca di 1111 repertor·io italia110 111odel'no e di 1tna co1npagi11e d'arti.sli drammcitioi che m11ova1todci un cortcorde e « regola– mentcito > stile, D'Amico recherebbe il doppio, insostit1tibile apporto de/ Silo 611· tu-siasmo e del s110 discerni111e11to:1ierché i11 1ui campo cosi cortfuso e - appirnto - privo di leggi, come quello del teatro, a pochi è co1u;essa l'a1tdacia. - direi il fe-, cortdo arbitrio - di sceverare all'istante ciò che è possibile di vita dci ciò che è cadttto o volgare. A qttesto, d'altronde, ci avel/a abituati da tempo, in ogni aspetto del silo l11ngo operare. Il sito aggettivo t1on era mai casttaJe; .nvveniva, sl. a1u;he a lui, di 1tSare tal· volta 1m attribtlto logol'o o co11venzio11a– le... e bal<Jo >, e fresco>, «sciolto> ... Mci era quasi sempl'e 1.11 mc,clo di essere ma• g11a11imo, di 11011 infierire. E sotto si leg• geva chial'o i!, verdetto, e Wtt'attorno il pel'iOdal'e incisivo, la classificazione esat– ta dello stile, il mirabile racconto delle trame, /.a. niaggiore o mi,ior •felicità> che egli niostra va' aver· tratto dallo spèt- tacolo, ponevano tutto su.i pia.no della più i 11 letizia.: dono forse a 11cJr.es11a01-ai:,er il ora11deviaggio. lim11ida. concretezza, del più co str11ttivo aue.,to della sit-0 natura. ma Aveva_ v,ssttto abbastanza. di ·insegnamento. certo a-,u;he co11q,tista ,- 0 ,q. 1111a v,ta pie,ia conte a POChi Il sito giltdi.zio ci 11ia11ca,ad ogni 11ri- gi1mtci attraverso la fede, vir- è co11cesso in sorte di vivere. ma rappresentazione, pesantemente. t,ì cristiana. Lascia va dei figli clie conti· E maru;a ai co11corsi dra,,nmatici q1wUa. Un'altrci ,·arct qitalità che "!tava110 lci st({I atti_vità, dei ma esatta 111ist1tradi dottri11a e d'i-stinto, e.oli 11 ossedeva erci quella di discepoli_ cfie •~~coglievano la che faceva di /,11im11a11i ·ta e letterato il saper entrare con discrezione ~lta ~red1ta smr-1t1ial_e.Cadeva piìi ape,·to Jau,tore d'ogni corrente 111w- nei sentimenti degli altr·i. in• lii p1ed1, sullci breccia. La sua va, d'og11i a11tiaccadem-ico germe di ta- t11wa , 11 10 stato d'animo. i,wo• ultima notte. '"' ha raccon– lento, p11rché vi suto e gentt,110. rciggia.va senza varere la co1t· tato il figlio Sandro. è stata Ma11ca la s11a voce ge11erosc,, il stto fide11Zcie lo sfoqo, ri11sciva a ii., lu11go delirio in citi si im· prodigarsi vitalissimo per im'arte che - trovare la parola piì• 0pport 11. ma11inava.. era a teatro. La da noi, oggi - ri.schia. ctd ogni momento na o ~imostrnva la Sila com- Pçt s1011e di tutta la sua vita di esser lettera e cosa morta. p1·e11s1011e tacendo. Cosi. ben- vweva negli ultimi battiti del D'Amico ha sap1tto es ere curioso e po- chè _consapevole_ che questo S!<Oc11ore. lo_ acco1:wap11ava I . 1· 1· . . . . . era ,i 11UOCl'UCCIO se,qreto CO· /1110 qlla soglia dell aldilà. La emico 1110 alla me, cos! ne,. suo~ 1tlt 1111 '. me era il suo rammarico. 11o11 realtci e la fçmtasia si con/on· come ''?_gli m'1ti. della /or maz~ne. fedels mi chiedeva mai che cosa stcs- deva110, lci fmzione s1 ide11tifl· a mo_t_w,e ideai.' che ~•·ano e1;idente'.11e11- 'i sc~ivendo. mentre illvece ca_i;ci con l'estrema verità. Per te, p111 che 11 /1 lltlo d 1tna s,a prtr vasta mi chiedeva s1>essodi mia. 1110. {1a che aveva sempre creduto e dmamu;o entd,z1011 e, le _stes se ,iative glie. di mie fi_qlio. La doma,,. "' 1111 teatro in ctti si avi;er– urgenze della sue, vUa spmttta.le. da diventò piì1 frequente, qua- tisse la 11rese11za di Dio. la Ma11oc, - spe ·so e a cutc1me11t e - al 110. si qi.ornaliem. q11a11do mia cena i allaroava fino ci di· stro a,ffetto: perché troppe cose abbiamo rnoglte s_i ammalò gmve111e11-vent<1re il gran teatro del appreso da lni, trovpe volte abbiamo rni- te. S~ r,~ponclevo che stava 111on40_. il Palcosc,mic_o senza s11rato /e nostre forze stille s1te pcirole, meglio, ms1stevci, sollecit,rn co,!f11u s11l q11al_e s, d1qatteva troppo dC! vici 11o /o abbictmo visto vivere, do•'.1'• _a rm:co11t_are. ~- d1f/n11- e s1 c~•.wlud~va il collfli,tto_fra lavorare, amare l'arte e /a vita come dite de, rn~ 11_e, part,cC?la11,_se ac- ''.' t~11a ed 11 cielo. e l amma sirni!i testimonianze dell'uomo due ide1t- cadeva il contrano. "" porta l•b~•at~ s1 11rese11tavase~e,ta tici regali di Dio ' v a senza c he me ne ai; ~ede.ss , c. f1d1w1osa al su1Jremo gt1tdi· • . · a parla.re d'n/tro che potesse zie. VITTORIO GASSMAN d istrarnii. Co1 passare del SIRO ANGELI
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