la Fiera Letteraria - XI - n. 11 - 11 marzo 1956

!;g, 6 LA FIERA LETTERARIA Domenica 11 marzo 1956 EPILOGO DI 1 r GRA1 DE I 'GEGNO 1u PATRIMONIO DEL 1\'0 TRO TJ;.MPO * per seinpre Formee colori di un decennio Anche negli ultimi anni del suo torment0&0 male, dalla placida e signorile tranquillità del suo discorso ogni foliìa pareva lontana Un'idea intuita e perseguit<V, tenacemente attraverso una lotta continua, con una intensità drammatica fino alla tragedia * ·*· di PALUA HUCAHELLI di SILVIO BRANZ.I La notizia della morte dl tando a seconda dell'umore Gino Rossi me la telefonò variabile e dell'estro che lo Barbantlnl, al giornale, appe- spingeva alla ricerca del pae– na seppe che li pittore s'era. saggi da dipingere. Poco im– spento. Una liberazione per Il porta ,del resto, Il saperlo: pove_ro artista impazzito, una ciò che Importa é che egli ab- I grazia del cielo. Due giorni do- bla qui lavorato. che anche a po andai a Treviso. assieme a lui, come a Moggloli come a I pochi amici veneziani. per as- Semeghlnl e come ~gli altri. slstere al suoi funerali. Era l'Isola abbia fornito motivi di una mattina gelida e nebbiosa, lsplrazlone ,stimoli e Incita-I e nella canozza della funi- menti ad opere valide. E cer– vla non scambiammo che po- tamente ira le rive e le ac– che parole, tanto 11 freddo que ,le case e gli abitanti di cl pungeva. Come sl giunse. Burano egli trovò più che un trovammo ad attenderci da- ricordo e un riflesso di quel 1 vanti alll\ chiesa di Santi\ Ma- paesello della Bretagna dove, I ria Maggiore alcun! artisti del durante 11 soggiorno parigino. I luogo, e noi con loro, messi era andato a cercare sul vero assieme, sl fece un gruppetto nuovi soggetti dl studio, nuo– dl una ventina dl persone ap- ve visioni per accendere la sua pena: altri non c'erano nè fantasia. Fu In quegll anni di vennero dopo . vita buranella che la moglie Rossi era morto all'Ospeda- lo abbandonò 0912). ed egli, le pslchlatrlco, e alle 10.30 ar- innamorato come ne era cad– rlvò li furgone funebre, dal de Jn una prostrazione d~loro– quale tre IJecchlnl in divisa 1e. sa dalla quale pareva non do– varono la bara. trasportandola vesse più rlsollevarsl. Vi riu– in chiesa. Subito cominciò la sci comunque, tornando al Ja– messa. La chiesa era. vasta e voro, dopo alcun! mesi d'lner– sembrava vuota, _Quattro can- zia, con l'animo t\ltrato da dele ardevano ~1 lati del ca- una più fonda malinconia. Or– tafalco, dalle pietre nude del mal la pittura era tutta la pavimento sentivamo 11 fred- sua vita. ed egli vl sl buttò a do sallre per le gambe fino a corpo perduto con la massimi morderci lo stomaco, di tan- decisione e Intransigenza to in tanto qualcuno di no! Nulla più lo Interessava al!~ batteva I piedi per riscal- !nfuorl dell'arte sua. Da tem– darll. Accanto a me sta- po Nino Barbantlnl aveva lni– vano Sprlngolo e Ravenna, zlato le battaglie di Ca' Pe– vedevo anche Minasslan, Mar- saro ,e gli artisti di Burano chlori, Carraln e qualche al- vi parteciparono sempre soli– tro. D'un tratto una candela dal! .E' ancora una storia da si Sl)ense sul Iato sinistro del raccontare, quella di Ca' Pe-j cataletto, e un chierico cor- saro, e quando qualcuno che se a riaccenderla, ma appena la conosca bene vorrà farlo. sl I egli fece l'atto d'andarsene vedrà quanto quelle mostre. la candela tornò a spegner- messe In pledl dal Barbantlnl sl. Di nuovo 11 chierico la contro tutte le ooposlzlonl dei riaccese. Il prete celebrava benpensa,iti dl allora. abbiano svelto. quando sl svolgeva pesato sulla formazione dl co– verso dl no! vedevamo Il I !oro che oggi sono t migliori suo nato fumare nell'aria. artisti d'Italia. • • e I poeso99J; Oltre la Francia, il Bel&(lo, e l'Olanda, Venezia e U ,Te11eto furono l luo,ihl do,,e 1101,od la,rorò maggtormeute e eon I mai,fgiori e1!iiti e!Jitetiei ... DJC GJlUSEJPJPE SCJlORTJI.NO I viaggi a Parigi, In Belgio e tn Olanda hanno nei paesaggi di Gino Rossi, e non In essi soltanto, una documentazione ricca di richiami cul– turall e di esiti estetici. L'esperienza bretone del 1907,per esempio: olbre che in Ragana, in Chiesetta dt m-etagna, In Primavera in Bretagna, in Paesaggio bretone con lago, in Riposo in Bretagna, ecc., in quelle che sono le irrefrenabili simpatie per un Van Gogh e per un Gaugutn. Da essa es'ce fuori un programma stilistico che si basa sui problemi cézaniani uni– tamente alla teorica cubista. Rossi ora pone come fondamentale il valore del tono. ora. evade nell'arabesco, ora si accontenta dell'impressione im– mediata, ora concede una preponderanza al disegno ed ora scandisce assa! ::>ra.vamente la luce. Altri luoghi, altri paesaggi ed altri disegni sono per Rossi « occasione r per giungere a una nuova realtà. dell'oggetto, superato il senso veristico di esso ed ogni superficiale sensorietà: dopo le escandescenze dei mene, provveduti in senso cubista o Jau.ves, Rossi s1 sentiva perentorlamentr chiamato ad esprirpersl secondo un suo linguaggio, composito ed originale nello stesso tempo, aggiornato senza giungere alla sostanziale ine~press:– vltà dell'astrattismo. La qualcos" ha del miracoloso, se si pensa alla morte 3ora dell'arte italiana avanti la prima guerra mondiale. Ma Venezia e U Veneto In genere furono i luoghi dove Rossi lavorò maggiormente, nella continua ansia di superare i suoi conforn1ismi gio– vanili con tentativi vari e spesso contrastanti che portano l'artista dalla chiarezza cron1a.tica al colore buio, dal paesaggio senza esseri al paesaggio di sfondo con esseri in primo piano (famosi i suoi pescatori), Un esem– pio dell'Incupirsi del colore l'abbiamo in Burano, Il cui vanghoghlsmo non soffoca l'altezza espressiva dell'opera; altrettanto intenso ci sembra Ba– rene a Buramo; ed è notevole per una messa in ombra dell'interesse d1se– gnativo Canale con vela a Burano. Tutte opere che contribuiscono in vana misura alla !onnaz1one della personailtà rossiana. Al periodo in un certo senso vangoghiano appartengono anche Alberi sul Montello e Colline asolane; più. interessanti, per le ricerche formali che da essi traspaiono, i quadri Paesaggto di Burano e Sera a Burano; mentre Colltne accentua il presupposto cubistico e Case tn collrna denun– cia l'ingigantirsi della suggestione cézaniana in lotta con l'imzlale mame– rismo che sovente ritorna nei suoi lavori spesso lasciati allo stato di ab– bozzo. Un quadro che merita particolare menzione è Poemetto della sera, li cui titolo si deve a Giovanni Comisso. E' l'ultima opeta compiuta dall'ar– t!sta prima che la sua intelligenza si spegnesse: in essa è evidente un can– to del colore, che c1 riporta alle opere più s1gnlflcatlve d1 Rossi; colore che, dopo la prigioni" della guerra 1914-1918, perdette Interesse per un :nsistere sulla forma. decisamente plastica che l'artista si sforzò d1 otte– nere in figure e In paesaggi appena modulati, dipinti a pastello e ad ac– quarello insieme, con una tecnica tutta sua. Slamo al 1923.Poco più di un decennio di lavoro era stato concesso dalla sorte a Gino Rossi; ed in questo decennio egll aveva saputo, at– tento alle voci più vive della pittura contemporanea ed al problemi da essa. posti, darci una produzione non abbondante e non tutta compiuta, ma nell'insieme senza dubb10.altamenle s1gm!icativa. GIU EPPE CIORTINO Spinta Impetuosamente una Ma d'un tratto, ecco la guer– porta laterale, quattro o cin- ra. n Rossi s'arruolò nel ber– que ragazzi entrarono in chie- saglleri. andò al fronte e, pre– sa con un enorme rumore dl so dagli austriaci nella ritirata zoccoli, sostando curiosi a ài Caporetto. patl una durissl– guardarcl per qualche minuto. ma prigionia ,durante la quale Ancora la candela dl pnma sl era costretto. per la sua qua-I spense. Finita la messa ,tre liftca di pittore. a dipingere preti vennero a celebrare bre- sulle eroe! 11 nome dei compa– vemente attorno al catafalco. gnl che morivano nel campo quindi 1 becchini riportarono di concentramento E quando la cassa sull'autofurgone. I SILVIO BRANZI I preti alla testa e no! in coda, un minuscolo corteo s'infilò (Continua a pag. 7) '-------------------------------------------------------------- per due o tre vie sconnesse. « Non si costruisce col co– lore: si costruisce con la !or– ma>>.In queste parole s.iriassu– me tutta la v1ta dell'arte di G,. no Ros.sle si precisa li significa.. to della sua presenza nella sto– ria del nostro tempo. Scotte nel 1921, verso la !!ne della sua vita CO!)C1ente,sse erano infatti l'affermazione di una 1dea intuita fm dal pnnc1pio e perseguita tenacemente at– traverso una lotta contmua contro gli altri e soprattutto contro se stesso con un'inten– sità drammatica flno alla trar ged.Ja. Nel 1906 Gmo Rossi aveva ventidue anni, era un giovane 1ntelhgente, fme, educato da• gli Scolopi nel collegio della Had1a F1esolana a Firenze, un. bevuto di cultura umanistica e d1 Quattrocento toscano e j ferrarese, di mosaici bizantini I e di affr~sch1 medievali e vi– veva a Venezia, col colore e la passione de1 veneti nel san– gue, e si guardava tntorno. Ma a Venez,,a in quel tempo c"era poco da guardare. Dalle Bien– nali veniva l'eco dei trionfi degll Anglada, dei Zuloaga, dei von Stuck, degli Zorn; Beppe ed Emma Ciard! conti– nuavano 1n sottordine le glorie ottocentesche del padre tra vele e. far!'}lle, Cesare Lau– renti dipingeva romantiche s1. gnore tra I cigm dei laghetti, I fratelli Selvatico pennelleg– giavano eleganze mondane e scenette di costume, Ettore Tito n!aceva. Tiepolo, Fragia– como continuava stancamen. ~e.a J/~gi~edr;j'~f 1 \1/iis[':ft'i·, Nono autunni tristi; per dire solo del m1gllori. E i borghesi erano contenti e non chiede– vano altro. Nel testo d'It.alla le cose non andavano meglio: nessuno sembrava accorgersi di quel ch'era successo e stava succedendo fuori; la bomba futurista non era ancora scop. piata, Giacomo Balla aveva portato a Roma le prime ri• produzioni degli lmpresslom– sti, pochi intellettuali comin– ciavano a radunarsi, a fonda.– re qualche rivista; e c"erano alcuni giovam inquieti, come lui. Con uno di questi, Arturo Martin!, decide di partlre per Parigi. Vi 'arriva nel 1907 e, ancora di51?rientato,va a scuo. la da Anglada. Ma viene via subito e s, rifugia, fresco di studi classici, al Louvre, al museo di Cluny, a.1museo Gut– met, e disegna e fa studi da tutto. dalle antiche sculture. dalle maioliche persiane. dal-, le porcellane cinesi; e scopre 1 1 1< Art nouvea\,,.,1)e t simboli– sti, e Van Gogh e Gau~ln. e Matisse e i t< fauves ». che da due anni avevano messo m una delle quali era piena dl pozze d'acqua ,e presto fum– mo fuori città. Allora 1 preti tornarono Indietro, l'auto par- ti veloce per Il cimitero ,e no!, muti e a capo scoperto ,sl ri– mase sol! sulla strada .Era– vamo una ventina e non più e Gino Rossi è stato certa– mente uno del tre o quattro grandi pittori ttallani di que- D~IL SOIIALIZIO DEl,lul «CffL0 .. \ 1 .. 'W.l:o ALLA PIV' §fVALLID1.I C011ll'J'll 1 A DI DICEHBIIE * sto secolo. (JOLL00.11 lJO~ GI~O ROSSI ....., Gino Rossi fece parte di unila cll un bel palazzo settecen• *. l'Art Français d nos ;ours et lo. Una sola volta lo vedemmo Nato a Venezia nel 1886 in gruppo cll artisti che al prlncl- .esco. a Treviso nell'autunno cll pcur tou/ors. Il est de Bourgo- reajilre. quando un demente u_na posizione sociale aglatls- ~e~~ ~i';, 01 ~:1/~~/',~t~t! ~~~i ~/;: 11 :i:i~i':;~ ~~/:Yi; -Jl)I G Jl U "1ii.: _E .... JP JP E ~ _1J:s:"'- 71 71 O T TI f;;n~t :i ~/":~~~;':~:e J! i~:~:~; :O ~~~ed;~g~r1~!~to ~';. s1ma, Olno Rossi aveva asso!- ria della «Colonna». cosi chia- stra. Arturo Martlnl. Nino .::s, ..._..,_, ~ ...:Z.....C.. yonne et de la Rochelle. Il est R.oss1rosse un grande pittore. to gli studi a Firenze, presso mata per un'alta. e massiccia Sprtngolo. Bepl Fabiano. Artu- Vernet 11; e po! ancora: « Bucci - Le! è un maleducato. ha gli Scolopll. Serio e dl gran- colonna che regge li sof!itto ro Malo,sl. Sante Oanclan ed * Anselmo e Gino e Enrico e Car- capito? Se ne vada• ... Perché de senslb111tà, e portato al ra- di uno squallido stanwne. qua- altri pittori tre,·tglanl. . lo e Luigi ~ Medardo Rosso, - ci disse. rivolgendoci subito glonamento e alla medltazio- si quadrato. con due entrate. Gino Rossi era tn mamcomlo ragazzo I acquistato per tuter- tore. Gli chiedemmo se lo si po- - Ma. vede - cllsse con pa- Guerriero de, Conti e Pmu:1p1 la parola In tono pacato - qui ne era dl carattere plutto- una di fronle all'altra. su due già da sette anni e qu_ellamo- cess;one àl Conùsso dal Diret- tes..<e \'lS!tare e. avu,a rlspo.;ta zlenza li dottore - le! ha an- Guarientl. dei G!!errteri del tutti sono cosi. lnfennlerl e ' diverse piazzette. Il pittore stra ebbe Il cRrattere di una a!- tore acl Gasillo di San Remo. 1avorevole, s.:erammo aadu-1t-..:ora bi.rogna di cw·e perche Passo della Maurra e Monte matti. non si puo mal sta~ sto chiuse:> .e solo ~on pochi Giuseppe Noveno la ha definita lettuosa commemorazione. NI- che per la verità non ra,·eva cura di poterlo far uscire per non è del tutto guarito. li Piana e del Tempio di Gerusa- sol!. Io.... le! nù vede cosl. ma amlcl intimissimi 5 abba nd0 • una ,·o!ta la più bella osteria no Barbantinl. che cl diede pre- l'!Sto, cl venne respinto per col- fargli v:,;1tare la moslJ'a. Que- primo segno che un malato lemme e dell'Aviazione del Lou- sono stato educato dagli Sco– nava a lunghe dlscusston1, nel- d'ltalla: oggi. veramente, si po- zlose lndlcazlonl per rlntrac- lo espresso. con una indignata st,a non avrebbe mancato di - levitasa. i;er consuetudine vr,• e del Creusot. Questi nomi lopl. lo sa? Alla Badia Fieso– le quali metteva un Impegno e trebbe piuttosto parlare di una cia,-e alcuni suoi quadri. e pa- ;ettera che conserviamo ad ed!• 1nrgll una grande impression,e: professionale. di parlar.e di paz.- im 7Wrtali dell'lm11wrtale Au• lana. che è Il prtmo collegio un ardore da non poterseli noblle decaduta. ma In quegli recchi ce ne offerse lui s.esso. ficaztone dei posteri. lConser- - E' i:osslblle? z!J - s.a gua,-enao. e che rl- /ore del Louvre e del Salon d'Italia. Immaginare e vederlo comune- tlilni attorno alla colonna sl ra- cl aveva detto che. date le con- ,•!amo anche, per lo stesso mo- - D,i;ende. Venite pure a prende amore al proprio_ lavo- d'Automne, Gino Rossi 11. Quando. richiamati alle ar– mente cosi schivo e riservato dunavano I più vivaci ingegni. dizioni di Rossi, sarebbe stato tivo. uni\ lettera della Reale trovarlo e vedremo come s1 ro. Lei invece non fa niente. Quella dl uscire era ;a sua ml. non pote=o più andarlo La passione per la pittura de~ non solo di Trevi~o ma del Ve- penoso ed inutile andarlo a tro- Accademia d·Italia che. intere& comporta. Bisognerebbe in ogni t'erche non lavora? !dea dominante: - Ca:-0 '.'vt&z- a trovare. ~i fu una signora . net.o in una specie di Bngutta vare n San Servalo. Fu co.si che satn n.d occuparsi del caso pie- ca~o venirlo a prendere cou - Perchè li manicomio non zott.1.perchè non mi porta fuo- 1.!hesi prestò a portargli ogni ve averlo preso giov~uis 5 im? ava1lti lettera. e se taluno di es- aprimmo la mostra senza che toso con l'intento di sperlmen- una macchina e nporLarlo; ue- ml ispira nulla. ri? - Era una gran pena rygn_! ta.nto. un po' di frutta, ch'egh se a ventun'anno, nel 907, gia si non ebbe poi la rinomanza lm r.e sapesse nulla. tare la possibilltà di porrr l'ar- compngnato. natural:rr.ente. . - Ma p-w-e io ho visto a Ve- volta trov are wrn scusa. perrl1e mangiava come ogni altro cibo partiva per Parigi, tratto dal che altri facllmente raggiunse. All'inaugurazione si videro Usta In condizioni di rlpren- Il g,orno dopo andammo a nezia un quadro che rappresen- lui non sl accontenta.va di buo- avidissimamente. desiderio dl studiare l'arte resta 11 fat,to che tn 'quell'oste- !acce stupefatte. Il Vice Po· dei-e 11 proprio 1a,·oro. In data Mcgliano con Conusso, Sprim- tava dei malati... (era un qua- ne pa,·ole: - And.J -emoa Tre- E quando anch'essa. sfollata, francese dell'ottocento. In ria si Iniziò In Italia l'offen- destà. spalancate le braccia di 18 maggio 1943 ci comunicava go.u e I pittori ~•ub1ano,Ma!O&-ctro di Ettore Beraldinl. esposto viso. diceva. nella mia casa. - non poté più curarsi di lui. quell'occasione sl spingeva an- siva contro !'accadem;m,o uf• fronte a quei quadri. dopo es- di "ver llbera.imente disPOStosi e .c0.tegal. L'Istituto GrlS è alla Biennale, con del pazzi al Quale? - La nùa rasa! E po, semi;:e egli chiedeva cll lei: che in Bretagna e al suo rl- ficlale. Assklul !1-equentatori ne ser rimasto I¼'run J?OCO cll tem- !'erogazione di un sus.sid'.o dl un vecch,o pellagrosario ch<isole contro un 'muro bianco di lo ho le mie rendite. Baste1ù - Perché non ,·iene più? E' In t 1 t 1 ' t 1 • erano I pittori Bepi Fabiano e 1'0 sospeso In un. &lenz!o.. non quattrocento 111-e). occogLe malati incurabill, sono calce). che lei stia solo un'ora o due campagna? Dove? A Cuslgna– orno n i3" r a sos ava a a_ Arturp Malossi. lo ~ulto:" Gul; saprei ?'re se plu sblgotuto o La mostra a,•eva ad ogni mo- intorno ad ~a villa settecen- - Si. ma !'autore non era n\!111 giorno con me: parleremu na? _Sotto 11 Montello! Che be_! vorare a urano, aggruppan do Cacciapuoti. carissuru amici mùigna.~. usci infine con un: do de&f,ato.nel suo Insieme. una te::.ca,che nell mt.erno conserva mica in manicomJO!. . .! arte... paes~.. Ma non ci sono p1u dosi a quegll artisti che da di Arturo Martin!. Con Martl- - Futurismo! - ,·enutogll dal cer.a curiosità. e vennero molti aicune belle pitture. Gtno Rossi - Ma lei puo _girare. puo - Vede, Rossi. fuori. Jra, c·e treru? Non ha neanche un~ tempo avevano preso dimora nl. da Venezia. ,·ennero Gino profondo. . . a vederla. anche da lontano. np~ar\'e nella saletta dove era- 'Uscire, andare in g1ardmo o In la guerra: voi qui non sapece: bicicletta? -. SI tranqullllzw nell'isola lagunare. Rossi e Ugo Valeri. fratello dl Questa stona del faticoso r1_-Un giorno cl si presento un s1- vamo ad attenderlo. con un lcortiie. si sta malissimo, fuon: voi man- solo quando li pittore Barblsan Solltaria era l'isola, allora; Oiego. pittore estroso e tempe- con?S"unento. del suo valore e gnore ch:edend&i dove fosse berretto da ciclista In testa. la ' - Se lei crede che un. cortile giate poco. ma fuori sl mangia gh cll&e che quella signora era e lontana dalla città. come 0 g. ramento fantMtlco. a_ttrattl en- !!onta di episodl che. merlte- questa mostra di Rossi. Lo ne- barba dl qualche giorno. grigia. po:;.;a bastare a un artista co- ancora meno. aiidata In Armenia I\ racco– gl non sembra. Poche voci trambi dalla vl\•acltil dell'am- rebbero _dlessere conosciuti. Ba- compagnammo nella sala. Egli un occhio s rabico (era stato me m~! A_me occorre la ,~ta _ Allora perchè non viene ghere fior!. Nessuna ragione giungevano dl fuori ed erano b!ente trevigiano In contrasto ,tera dire che. dei ~uadrl al- guardò piuttosto distratta.men- un belli~uno uomo>. male ve- w p/e,n air! qui dentro? Stia qui con noi! i:ote,·a persuaderlo ~eg!io di 1 h dl Gl F . con le morte acque della La• !ora offerti da anuc: per sov- te 1 quadri. senza dir nulla. ma suto. un i;acchettino avvolto In - Ma. caro R.ossl. lnterven- Qui da noi si sta bene. Resti. questo motivo Irrazionale e agitazione tutta Parigi, e Cé– zanne che, morto l'anno pri- ~~• riI'o~_ll~j :~o d;~~!;~s~ r~= tr~~tt6~!iinne per allora non ebbe conseguenze visibili su dl lui. GlL rimase dentro a. sedi– mentare per più tardi. In quel momento Van Go~h con la violenz'l del suo disegno e so– prattutto Gauguin con quelle zone di colore piatto delimi– tate dal segno scuro come neL le antiche vetrate. ant1natura.. llstico e riassuntivo tino al s:mbolico, e Mahsse che sten– de ti colore puro entro un di– segno lineare A. curve ritmi– che, lontano da ogni n!eri– mento al reale, decorativo e astratto. gli appaiono, nell'ol– tranza della loro posizione an– t1mpre~sionist1ca, il più sicuro ar~lne contro quella forma di J)lttura superficiale, sensazio_ ne fuggevole della luce e del colore che, sotto il nome d'im. pressione dal vero, andava di– lagando m Italia. Si capisce anche perchè sce!Z'liesse quei maestri piuttosto che termars• su Cézanne e il cubismo na– scente: nel suo bisogno dì rea.. gire all'impressionismo questi dovettero apparirgli meno ra-– dicali di quelli perchè tutta• via intere~sat1 all'oggetto: nel– la sua struttura essenziale piuttosto che nella labllità dell"apparenza. è vero, ma pur sempre affermazione del– la realtà come forma e come colore ;mentre quelli facevano veramente del colore e del1a Hnea un"astrazione espressiva. E PO!, oltre questa posizione programmatica, c"era un"altra ragione. in quel momento: la tua natura lirica e Incline alla forma ornata, l'istmto del ctr lore sentito nel suo valore as– soluto fino alla preziosità, che gli veniva dalla tradizione del la sua terra, 10 rendevano na– turalmente più disposto ad accogllere il colore intenso e puro e la linea fionta di un Gauguin e di un Matisse piut– tosto che 1 freddi calcoli for– mali e l'austerità del colore de1 cubismo. Era ~iovane, allo. ra, ed era naturale che l'istin– to prevalesse; in seguilo tutta la sua vita fu un progressivo prevalere dell'intellie:enza sul– l'Istinto, una lotta per padro– neggiare l'effusione dei senti– menti. l'abbandono lirico, 11 compiacimento per l'ornato e l'arabesco, per un colore che rischiava continuamente di cadere nel ~ratuito e nei de– scrittivo, una lenta dilf1cile conquista d1 quella meta che l'Intelligenza critica della qua– htà del proprio ine-egno e l'in_ tellle:enza storica del suo tem– po gli indicava come la sola degna: una moderna inter– pretazione della realtà al d 1 1a dell'mcons1stenza della impres– sione, al di qua dei li~òr! del- 1'astratto. <« Lavoro in condi– zioni dlfficllissime, esercitando la m1a volontà m uno sforzo continuo che nessuno capisce» 1( Pare che nessuno s1 renda conto della crisi decisiva che attraversa l'Italia n sono sue parole.) Si mettano vicine una delle plime opere come « Me– stizia n e una delle ultime co– me t< Costruzione di natura. morta con violino»: non si può non vedere quanto questa lotta ostinatamente combattu. ta. attraverso cadute e riprese che si possono seguire p3sso passo nelle opere intermedie, sta stata vittoriosa, a costo di una vita. Ma tornando agl'lnizl, e a quei primi entusiasmi ({iovanL li, tanta fU l'ammirazione per Van Gogh e soprattutto per Gau~in, che ne volle seguire le tracce in Bretagna dove del resto 11 tipo de! paesag•lo e la semphcità rude della vita della gente corrispondevano ai suoi gusti. Da quel primo v1a•– ~io in Francia tornò con una messe di impressioni vivissi– me ma ::mcora disordinate. Sapeva ormai che si doveva rlnnovare l'arte In Italia, ma non sapeva ancora bene In che modo: le onere di quel penodo hanno già certamente un'impronta personale e pur si sente l'eco d qualche altra cosa; ma soprattutto sono tan• to diverse le une dalle altre da rendere dl!ficile una sistema– zione cronolo~ca. Nelle prime mostre dell'Opera Bevllacqua La Masa e Ca' Pesaro (quelle mostre, che, organizzate dal Barbantini, furonc, a Venezia i pr11Ttiassalti ai poteri costl– tultl, le prime possibilità per t giovani valenti di farsi cono- le voci am e e no. ogo guna: - Noi - esclamava Mar- venire 11 pornro Rossi. non riu- scuotendo il capo ogni tan o. un g1oruale sotto Il braccio: ne a questo punto Cotn1sso resti. Perché non resta? poetico. lari ,dl Nino Barbantml, dl tlnl - eravamo clnquRJ1t'annl scimmo a venderne nemmeno Gll ch'.edemmo se Rl.lssi 10 ln· rese 1 .. mano agll aJDict c<µi - la vita. fuori. é dura... _ Bisoi;nerà chiedere al dot- - L"; guerra? Ma non venga Oino Damerini. Mentre d'ogni più avanti di Parigi! uno: che, per cavarne qualcosa. teres.sa~ per qualche motivo 1n masslma naturalezza. come - Non è mai s.ata uno t-Ore ' a dirmi che c'e la guerra! La rumore Inutile bastava la ca!- Nel 1933, con l'aiuto di C?- arnndo l'amministrazione della partlcoÌare. ' se li avesse visti il giorno <;cherw. E J;OI. re è dura per _ ..Adesso quando viene 11 guerra si fa a colpi di cannone. scere) e-"POnenello stesso tem. po_«La fanciulla del fiore», Jn cui Il colore piatto e simbollco licorda Gaul!lJln sebbene con un timbro diverso e una ori21- nalità certa nella curiosa. sim– metria stilizzata della compo. PAL~lA BUCARELLI ma distesa delle acoue a dl- misso. di Springolo. dl Ciro Cn• Casa l_l.ealesu nostra rlchlesta E' . . • t prima: me, è dura anche per gll altn; dottore Tronconi g!lelo chledia- e non ho mal sentito finora fenderla .Sulla qualé si spe- stofoletU. di JuU Ravenna e di mandato una picco!'.' somma. - un nuo _ncO\er~ o. - Ciao Springolo, ciao Co- e gli altri no'> sono mica In mo: _ C'è qui Mazzottl che sparare il ca:'llone .. neva anche l'eco degli aP- altri am1ci riuscimmo a racco- do\·emmo _ricorrere d ufficio a~ Sapem.1110 coSl che G,no ~ llli&so. ciao Malassi. manlco1n1o per questo_! . . vorrebbe restare con me in ma- ~ovette p01 un gior~o senti• g . . gliere una trentina di opere un « acqw6 o del Re» Cch1si;a si era stato da poco tempo_tra- - Come stai. caro Ro&si? - ,. a aòesw non e p1u co- nicomio: abbiamo tante cose re 1 bombardamenti di Trev,so plausi che, nel iecmto ,dedlla me. e per la prima ,·olla si dove sara fmlto quel quadro: sferito da San Servolo ali lHi- - Come si puo stare in ma- me una volta. che ognuno fa- da d!rcl noi due. GIUSEPPE MAZZOTTI Biennale s alzavano all tn 1- potè farne una mostra perso- una testa di ruarlna'o>: e che tuto Gns di Mogliano Veneto. nlcom.o. ceva quello che voleva: adesso Di so!lto era molto tran uil- (Continua a pag. 7) rizzo degll Zorn. degli Stuck, nale. Essa fu aperta In una sa- un'altra quadro, (una testa cll di cui quel med:co era dlret- - Lei sa - tnterruppe 11 dot- siamo tutti incasellatL ciascu- q del Roll, dei Kllmt, dei Me- tore - che questi su01 aJDici no al mo posto, con la tessera (Continua a pag. 8) sdag e dl tanti altri nelle cui hanno fatto una mostra cllqua- ie! sindacato ... opere trionfava la mediocrità dr! suoi a Tre,·iso. - Come hanno dato la tes- internazlonale. Moggtoli. Gar- - Col permesso di _chi? . s<craa te, la daranno anche a bar!, Martin!, Semeg~inl, ecc.. ru Ni~,·a~;;:~ucfct~ 1 e ~']!\~èi m'.:::. s,. ma. sai, fuorl. bisogna lavoravano tutti neH isola, tra sivo. Cosa potevamo cllrgll? Che mangiare, bisogna vestirsi, bi- ortolani e pescatori ,calU e Io credevamo a San S ervolo? so;rna... rive, canali e barene, e ognu- Che ci axevano det.to che non - No caro Comisso: non so- no con una propria visione era il caso di andarlo a trova- no discorsi da fare a un arti- che ,pur unendoli nell'intento re? Dovemm,o tacere e acc?ll· sta. questi! . . dl riscattare l'arte dagli ac- tentare! di un gesto vago. Dal- Non 1:ç,emmo farlo usc i.re n~ cademtsml In cui era caduta tronde egli no'n parve preten- allora ne doIX>,Av_e~o an zi . ' dere altra risposta. modo di conv,ncerci. p1u tardi. li lasciava lndlpendentl nella ~"4, .... ~--='-,._., - Le piacerebbe - riprese 11 della sua Inguaribile follia. Lo opera ,e liberi da ogni indir~z- jottore - andar a ,•edere la facemmo trasferire all'ospedale zo e programma comune. Sic- sua mostra? psichiatrico di Treviso. diretto chè Burano non fu una scuola - Si cap:sce! . da un nostro amico. e poi a nel senso tradlzlonale del ter- - Ebbene. io tono disposto a Crespano. alle pendici del Gra.p- mlne .come taluno angor oggi Iasclarla andare,_con I suoi ami- pa. G!l portammo _delle ~arte afferma, ma un centro dl at- cl._ad una condlZlone: che le.i eolora,e. delle matite. dei pa; tl it' nzi l'unico centro ve- mi dica che e contento di toP- soelh : cosa ne avrebbe _fatto. V a, a , . oar qui. D.ce, •a di ,o!er fare li ritratto neto dove I arte non s1 fosse Evidentemente si era espi-es- aa una delle suore dell'ospe- smarrita nella cronaca dlalet- so male. Forse intendeva dire dale dl Crespano. Non ne fece tale o negli abili gluochl dei 1 che Rossi avrebbe dovuto pro- nulla. SI limitava a fare della pennellegglalort alla moda. mettergll di !asciarsi ricondur- «plastica• come diceva A Burano 1J soggiorno di Gi- re tranquillamente « a casa». lu.! - con la mollica di pa::E.. no Rossi fu abbastanza lun- ,osta Invece la questione in Poi credette di es.."'re La Ro- go dal '911 al '914 sembra. modo cosi di~li;aziato. la rjspo- chefoucauld e conte della Gh<:· ' • dlffi - 1 t bi sta - Immediata - fu solo rardesca. Scriveva: « Conte G1- s~bbene riesca ci e s. a · quella che poteva essere: no e Luigi Rossi d.ella Glterar- lirlo con esattez~a, co1;1ee .an- - l'erchè dovrei essere con- desca de De/agrande e de La- che dlfflclle indicare m quale tento di tornare qui? roche/oucault de France et casa e presso quale famiglia - Perché lei ha ancora biso- Normandie. de Bar le Due et abbia preso alloggio per mag- gno dl cure. Martigny, de Bretagne et de glor tempo. Fin da allora la - Di cure? Caro lei. a s:ar~ Provence. e,t de Sainte Etie_nne. sua tnouletudine era grande, e con I matti e con I pe!lagrOSJ, Il est Cezanne. Paul Cezan- torse abitò in più luoJhi, mu- GINO ROSSI: Barene se uno non è malto cl diventa I ne le plus grand Moltre de GINO RO SI: Colline r f I'

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