la Fiera Letteraria - XI - n. 11 - 11 marzo 1956
Domenica 11 marzo 1956 L A F I E R A L 1ZT T E R A R I A PtJ, 5 ---------------------------------'-- GAILJLlERI(A D1EGJLJ[ A R 1C I[ § 1r J[ JITAILJIANI GINO I EBBE TALENTO E C NSAPEVOLEZZA * Il prota~onista Gi,io Rossi indicò all'arte moderna italiana lo svincolo da una visione na– turalistica fn fatJore cU un approfondl– mento poetico della realtà delle foriM * di UIIBRO APOLl,ONIO Fra le rare figure che entrarono subito nel vivo della cultura artistica contemporanea durante I primi decenni del secolo, ancora dominati da una pittura mondana, faclle e provinciale, uno del posti preminenti va a8'!egl1ato a Olno Rossi. li pittore non trovò presto tuttavia la sua consistenza formale e si lasciò attrarre piuttosto dal sintetismo di Gauguin, dal violento co– lore psicologico di van Oogh, dalla eleganza fluente della linearità di Matl8'!e, che dalla scventà strutturale di CéZanne. Ma era ciò ch'egli S'era trovalo soWocchlo nella Parigi del 1907, messa a rumore dttll'e•Pl!rlellza cromatica del • !!tuves > qualldo era ancor viva l'eco de! stmbo!!stl. ed era ciò che la sua !ntell!gerlù rneguo Identificava con la condizione storica del motnento. Ricco di talento lstllltlvo, opero tosto peraltro in modo da 1>0tersl conquistare via via una sempte ma11g1ore coruapevolezza formale. Anzi, net suo coletttsmo, che lo rese per quakhe tempo inceri o sulle reali possiblllta della pltturn., di cui testimoniò in diverse opere la leg– iladrta ornativa e descrittiva, si p0ssono rintracciare alcune matrici che troveranno conchJSI0ne nei dipinti eseguiti tra Il '20 ed 11'22, dove si rivela un organismo clliuso In un rigore stilistico ormai maturo e persona– lizzato, tolto aUà fragilità emotiva e consegnato invece in una più meélltata !ermozza poetici>, Gino r.ossi dunque non si ~odd,sfò in una formula linguistica, nè scadette nella monotonia del mestiere, bensl controllò l'lsptraz1011e, per lo più elTuslva, al fine di conseguire una struttura salda, esente dagli ar– bitri della suggestione colorlstlcà, Affrontare questo problema. voleva dire restare lmpapolnrl e destinati al peggiori disagi, polchè l'epoca non era matura pili' giustificare una simile esperienza. Gino Ros,t la con– dusse fino alle estreme conseguenze. e la disperazione con cui vi si applicò acul certamente lo squllfbrto mentale provocato da una sclagu!'a sc11t1mentale: dopo Il '23 avviene la frattul'a denitlva e Gino Rossi è morto all'arte. Ma nei quindici anni di lavoro diede esempi rilevanti di un linguaggio moderno e vivo, fondato su un·euergia costruttiva molto (llvetsa dalla visione plastica proclamata dal seguaci del Nat1ccc11to e rlpresa sui modem del Quattrncento italiano. Rossi andava decisamente incontro agli stimoli rM p1'evede– vano una configurazione stilistica indipendente da no– stalgie per Il passato e che possedeva la sua vnlidtt.à nelle esigenze della creazione personale. Qt:nnto fosse avvertita la sua Intelligenza resta dimostrato dal fatto che quando tornò a Parigi nel 1918, dopo esservi stato una seconda volta sei anni prima, meditò la lezione di Cézanne e le propaste dei cubisti, scartando quindi la dinamica del futuristi e poi la magia della pittura metaflslcn, perchè soltanto per quelle vie poteva rall– glungere la solenne e severa architettura del quadro che aveva In mente. In questo suo quatlro Il colore smag!lante doveva essere nbbassato di lollo nèr adat,.. tarsi ad un'armonia costruttiva più essenziale • più renna: • subordinare Il colore a1!'espreeslone della for– ma>, lascio scritto. E In questa 09erazlone non occul– tava o faceva tacere la !onte sorgiva del sentltnento, ~rchè Je sué opere, d'ogni epoca, hanno questo di commove;i'e. pur quando siano pPr altre taglonl non plénamente raggll.mte: che paJesano sémpre una schiet– tezza viva ed un impegno profondo. PeJ· questo anche Olno Rossi rimane indenne da schemi. e proprio per sfuggire ad e$.SIsi condannò a taluni dl$0rlentamentl. La sua opera nel comple880 si svolge sul b{n~tio dell'Inquieta ricerca di un llngungglo proprio. atnplo ed austero. Dovette scontare anche errori ed tmpert~– zlonl. ma ouando si osservino le presenze che occupano la scena artistica nazlonale del primo ventennio del secolo e la prospettiva che da ésse si diparti, sari>. racile rendersi conto che la figura di Gino Rpssl vl si trova In prlmo plano, evidente comp uno del prin– cipali protagonlstl. La sua azione non è stata vana, ancorohè Interrotta e aulndl lncomotuta, oerchè re– cava in sè un contributo cospicuo oer l'arte moderna ltallnna, alla quale indicò lo svincolo da una vlslon, naturalistica in favore di un aoprofondlmentn po•tlro dells. realtà delle !orme mediante la quallficaz'one espressiva. Appunto per questo Olno Rossi sf anno– vera tra gli esponenti della nostra storia àrtlstlca e la sua esperienza ne fissa uno del momenti Più tmp0rlantl. l'MBRO APOLLONIO IL PITTORE d' avanr4uardla La •10vità è il carattere stesso, è il ritmo stesso della personalità dell'artista, e non è mai il mttro di un giudizio fondalo sull'assurda scala dei valori più «avanzati» * dl GIVSEl•PE illARCHlflHI Si è potuta raccogliere fi. la miseria, l'Incomprensione. ,ricerca di un puro ritmo linea- gli spazi aperti del sogno e nalmente l'opera intera di Gl- Il luogo ideale della vicenda re e di un colore vibrante di della fantasia. nella luce di no Rossi: per la prima volta, di .Rossi è Burano: la sua tso- una luce interna, come lo Bretagna, nella luce di Bura– tuttl 1 quadri rimasti di lui, la del Paclflco, per le medita- smalto. no. nella luce di Asolo ,ogni eccettuata • La buona pesca>, zionl e per le scoperte. che !u-1 Si è spesso tentati dal de- volta diversi e slgnlflcantl, co– sono stati riuniti alla Oallerla rono molte, alfa luce di una siderio di avvlclna1'e pitture me altrettanti aspetti di una Nazionale d'Arte Moderna di spiritualità, contlnuamentelmoderne a pitture pib antiche, lndivldualltà che si definisce Roma, Insieme a un'ampia alimentata dalla passione. cogliendo del motivi o degli in quegli spazi e nell'incanto scelta di disegni e di docu- Volti di pescatori e di donne, spunti, graflci e coloristici, che luminoso di una realtà senza l11enti sulla vita dell'artista. distese d'acqua, orti, giardini, dovrebbero coincidere e spie- confronti. Un catalogo molto accurato. umili case, dell'anUca e non garsi, attraverso uua continui- li suo modo d' essere. con– con una prefazione di Palma contaminata Burano, erano gli tà più elettiva che storica. ma frontato con le prove dei con– Ì!ucarelll, che !a davvero 11 elementi di una meravigliosa 11 rischio è ben evidente, nel temporanei. rimane bene in– punto sull'arte di Gino Rossi. realtà artlotlca, che si arric- confronto di fatti diversi. li rl- divlduato, persino un po· ec• e con un esatto elenco del cli- chtva e si approfondiva, dalle schio è di aLtl·lbulre al ricordo centrico. per l'inconsueta for– pintl e del disegni, dovuto a concrete premesse delle • vi- di un affresco di Aqulleja o di mazlone culturale, che ha tu~ Carandente ,documenta e 11- s!oni > di Bretagna e dei colli Treviso, quel tessuto cromati- tavia una consistenza più so– lustra In mostra di Roma e trevigiani. co, inscritto in un arabesco d1 lida, più corrente, di fronte conclude un lungo e paziente Gino Rossi approdnvn a Bu- linee a1,2urre, che è Invece alle numerose rltrattazlonJ dei lavoro di ricerca compiuto da rnno col ricordo del paesi di espressione attuale, unica ,In- futuristi, avviati ormai a Stra– nlcunt critici e scrittori, tra I Bretagna, e con l'esperienza confondibile, di un sentimento paese e o a Ferrara metafisica. quali sono da i;egnalare In prl- attiva. documentata dallo stu- autentico, in cui la cultura o- li •filone originarlo> della pi~ mo plano, Nino Bnrbantinl, dio alle fonti, per penetrare Il pern solli,nto come mezzo, do- tura Italiana era ancora una che si prodigò con nmiclzln senso del plil opposti mondi minntn e non dominatrice. volta una scoperta 1etferarla, fraterna per far conoscere e formali, dagli c11izl nl glappo- È I cieli vitrei e le colline di- tra le insegne del cocomerarl aiutare l'artista, Giovanni Co- ncsl, dnl greci al !lnmmlnghl. gmdnntl In gamme di verdi e le sccnogrnlle del teatrini misso, Giuseppe Mnzwttl e Ern questa una e éulturn > vi- smernldlnl e le marine lunari qunttrocenteochl. Benno Oolger, che fu 11 Jlrimo va, lnterpi·etnta e poMCduln e i pneslll~ bianchi tl' a pinete La Storta di Gino Rossi non a pubblicn1·e nel 1940 l'elenco sul testi originari: unn cultura o abctnfe e gli specchi a1.zm·rt delle opere conosciute. ohe rlsponclevn nlle esigenze del canali e deile ncaue che Quando Rossi incominciò a stilistiche dell'artista nella sua penetrano nelle barene sono dipingere, tra 111907 e Il 1909, Modtgllnnl era partito da pO• co da Venezia, senza fnr pre– vedere Il suo grnnde destino di pittore. e Bocclonl Iniziava, Col • Ritratto dello scultore Broc– chi>. dipinto a Padova, ulln ancor timida rice,·ca divisioni– sta. Incontri mancati, o che dvrebbero soltallto fatto rico– noscere In quel gtovalll il mè– desimo entusiasmo per !'atte e la volontà di sotttat'st alla noia della provincia italiana, della •routine> accademica, delle false glorie, che. ,pe1·me– rito della critica ufficiale, en– trarono nelle gallerie nazio– nali d'arte moderna, dove tut– tora stanno a dimostrare la differenza che esiste tra l'ope– ra d'arte e Il documento di storta del costume. Non c'era possibilità di con-: franto tra Rossi e Fragtacomo,, che pur avevano guardato al•,· la stessa laguna. Rossi, dopo un breve alun– nato nello studio di Anglada, a Parigi. aveva visto Van Oogh e l'tmpresslonlstl, e so– prattutlo Oauguln, durante il viaggio in Bretagna .e noi 1 • !auves >, con una curiosità intelligente, molto rara al suo tempo. Alla •Biennale> di V'enczfa confluivano allora vedutisti e pittori sociali, esteti del slm-1 bollsmo e del preraffaellismo In ritardo, 1 maestri del ritrai,. to aristocratico e borghese, tna. nella congerie delle I afll• nate e estenuate eleganze, si avvertlvallo 1 slnt.ornt di una disgregazlot1e iMsorabile del1e forme. Pochi erano gl'lnsod, GINO ROSSI: L'uomo dal canarino GIUSEPPE MAKCIIIORI (Continua a 1>1J/I. 8) • disfatti capaci d'intendere li slgnlflcato reale di una pit– tura, che sembrava orinai con– sacrntn, dollnlta In una storia con~lusn: e tra questi era Gl- 110Rossi. Sette anni della vita di Ros• si, dal 1907 al 19H, s'inqua– drano ormnl. con un rilievo. elle soltanto oggi possiamo Senza arte non poteva ivere interpretare gllistamellte, Ml– la storia più vera deU'al'te ita– liana moderha. Arte d'avan– ( dl l\ 1 JJ.~0 SPRINGflLO guardia. da non !!mita1'e den- Un uomo buono, d, tempera- di ,uuisttnza. Dopo un breve dipinto il flore, ,e sono sincero tro quelle date, o appena pér merito mite, one,to, con una periodo di reJide11za a Ponte di devo far vedere Il fl6rt e quln– indicarne il primo ca1,ttolo. straordinaria paulone per l'ar- B,enta vicino a Padova, &1 tra- di scomporre il vaso». - Ma Furono gli anni delle protc- te, con una grande brama di s/eri., con la madre a Ciano di siccortie io so ch/èssendo il fio. . gloria. «E 1toi, battendo ìl tac. Crocetta !:ztl Montello in una re nascosto dal vaso non lo st e. delle poleJTilche .. degh co, ( giù un forte colpo di tac- povera casa, we.•so a un bo- posso vedere», rispos,, «io irlve– scartdnfl, che. n Ver1éz1n.; eb- cn vcr tc,ra; andremo alla con- schetto e co11 poco di.ttante la ce, ~e !Ono sincero, non de·tJo bero per animatore. anauchlco quista del 111011do».Cosi Artu- grandiosa vi,ta d~lle prealpi e farlo», A que,te mie parole ,i e ribelle, Arturo Mnrtlnl, uno ro Mart1111, parlane/o di Rossi, 1 1lel Piave, Di là (ormai nel tacque. - Una volta gli chiesi del più fedeli delle mostr~ di ml d.ceva esclamavano a( tem- 1923) venne un giorno a pe- che slgnlftcasu Il 6 ro1so che Cà Pesaro, Erano scandali lo- PI <IP.Ila loro piovlne~za. Ma non ~carmi a Onè di Fonte d:Aso- ricorreva, facente com1}dsi2io– call senza risonanza fuori di atto alla lotta, anzi. negato al: lo, ove. dopo la guerra, m1 ero ne, In ttlcuue sue nature mar- , • la lotta per Ja vita, Trovatosi ritirato a lavorare: venne per te. «Sei Rossi» mi rispose co11 Vener.la, Che, Col prestigio del- da un mome11to a/l'altro privo propdrml d'i.,crlvermi all'AS•o- u11 certo sorri,o di com taci– le •Biennali>, metteva a ta- d1 mezzi .di sussisle11za, la sua c;aztone delle Arti Plastiche, mento. Certe co,e s11emf pia– cere Je •proteste~ del cape- arte a, /ini pratici, cosa spa- ch'era sorta allora a Milano. cevano ma certe non ml con– sarlnl. Mn le mostre. ordinate ventosa mente tragica, in q11el Entrato ,ìel mio min11.,colo stu., vincevano. Quando gli chiede– da Nlllo :Baibantlnl, dopo qua- tempo non contava assoluta: dio, fù ,orpreso dei miei lauori,vo che cosa slesoe face11do, ml si cinquant'anni rimangono mente nulla. Per un perlodD d1 e mi 11ropo$e, Incaricato come rispo11deva co11 una certa aria om 1 testimoni nz 1 • • ttmpo, mi raccontatJa, andò era da Nino Barbarrttrri di tro- di mistero sempre e wltanto: C e e 1 acile P u ai- vendendo per le strade ptg11at- var arWti nuovi. di fare ùna'•Comp oslzlone » Non volle mal dite del a v'Olontà rinnova: te e teglie di terra: •Avrei po- peraonale a Ca' Pe.,aro. Ml scel-,che anda.sl a 'trovarlo a Cia– mento che Ispirava 1 g!ovam Iulo guadagnare /iene» 1111 df- se con entu,Iasmo I /avori. no. Qua1tdo vi andai in una nrtlstl Italiani, fuori d~ll'or- ceva, •ma, e dopo?» Senza at- Da quel giorno Incominciò a ,disgraziata circost, 111 ,a, ml sen- bita futurista. te non poteva vivere. •ctiverm, e a ve11ite a trovar-,tii str,ngere il cuore: là ca.,a Il futurismo era diventato La ricordo, nella sua primaf ml spe,so, .,emwe tn /JIc,c/etta era 11uda, la madre, una rozza quasi popolaré, tra 1'! I e li , 13 _ giovinezza, qua11clo portava un da don 110, faeenclo parerch, ~lii- co11tadl11a, con al piedi due breve pizzo come quello di aa,,,_ lometrl. Forse anche I amh1e11-1suangherate scarpe da soldato come soettacolo. In una lunga vu!n d'averlo visto pa.ssare d, te tranqulll<1 de/la uIia /ami- 1mve di lacci. di lavar; suoi serie di rumorose serate, sotto,corsa con Arturo Martin,, am- glia. gli era di mtoro dal dl-,assolulamente nulla/ La fine. l'abile reijla di Martnettl. PO-,bedu~ spensierati felici ridwti, sperato stat9 ,n cm •I trovava. Poco tempo dopo era lmpaz– teva sembrare un !atto gollar- abbandonati sul sedile d'una La stima e I amicizia rec,prochtlz;to. Dicono che aves•e tentato dico, un episodio d'lncontrol- 1 carro~za di piazza, dltettl fuo- cr~bbero, e pér circa due an 111 .l11; .,trangolare /a· madre e fu lata vivacità giovanile, e era rl della città. Era il tempo cht per molte domeniche venile da internato. Era anche terrorlt– invecé un movimento prepara-, a nd ava a Par gi e che i mezzi, me a pa.,.,are là giornata. Fl zato percht diceva che gli ,pa– t d fll fl d ti pur modesti, per vivere non gli cevamo pas~eggwte. per I col l rava110 da/ campani/e del pae– o a oso e a pae . con mancavano. Allora ancora non e conver.,azion, artuttche, mo- se. And//i, dopo alcun tempo,• personalità C'he anciavano d~-1lo conoscevo personatntwte, 11 t •trando Irti umpre pii, mitre•- trovarlo al manicomio di Sali llnéandost tra la !olla del d1- avevo desiderio di co11oscerlo · se per quel che fa~e_vo. La s.11aservo/o ,il/la laguna: lo trovai lcttanti e degli attivisti voi- mi umbra(la spavaldo. La prl- pd,slon.e, • 1 • 110 a.,,..l O era ••m: calmo, quasi sereno, con delle garl. ma Vò/la ehe IO /loia; e elle ml pre di e!Sere a// avannuarcl,a. rìvi.,te d'arte sot:o li vraccio. Per Olno Rossi reslblzlonl- piacque, fu ad una moStra di lgl, pwceva Picasso. Un g,orno L'ultima volta •o vidi all'l•ll- 1 noi ari/sii rlfwtatl dalla B'en- ,nt dls.,e. •Cile co.,a ne pensa' t t G I d' M, li srho futurlata fu sempre in nale all'Hotel E:rcelslor al· LI- le-i Sprlngolo del cubl.,mo?» I u O r s I vg ano: que,ta contrasto con la lucida CO· do: e la pmna volta che lo co- •Ho letto diversi scritti ,111 cu- ~oi~a 1a vi~~ pe~o.,ame,n~~ ~Ile• scienza di una ricerca più se- nobbl fu all. una mostra di Ca' b~•(no»: ri,.,,0.,I. •ma non son sfrablsmo a u%.g;ci::;g .° ,~•J "',,~ ireta, più nascosta, e eh~ do- Pesaro, dove e.,poneua già di- 7'a~ nr<e•t~ a t ctayi~ci niente, re tranquillo: cl mosiro (~ro ~eva . tnfalllbllmet1te condur- cuno de,, lavori suoi oggi pili •',ira 0 veJ%,v~~rir~g;lo;ez:b;:·•~~ con altri amici) alcuni sU~I di– ,e ali lntrsnslgeni'a e ai'a poe- conosc,ut,: ci ,cambiammo pa '"' va.,o davanti con dietro dl• segni In un piccolo album. mi– sia. La seveca norma mora•e role di stima. Era Il tempo In pinta un fiore e devo ritrarlo, sere conseguenze dl demenza ... ·o~~ all'art'sta la solitudine.' CUI gli vtn11ero meno t ntezzl io che $O che dietro Il va,o è NINO PRl!\GOt.O \ La sua poesia distrutta dal dolo1•e * dJ GIO\7 A~~I COIIIS80 * Alla manlera degli uccelli mliratort, che zlone, e che g!l rldledero, come un•- li prima di Iniziare 11 grande vòlo, ricercano suo canto. Ma poco dopo 11 mondo dkr._ 1 compagni per superare con sicurezza la pito nello smarrimento délla parola )')rec:i– lmpresa. anche Gino Rossi ricercò 1 suol pltava in una guerra. Generoso verso tutte compagni. Ebbe accanto a sè una schiera le idee, verso tutti 1 !atti nuovi, Rossi 11 ansiosa di novità, come di altre terre: illuse che nella guerra fosse li principio Martini. Moggioll, Garbar!, Valer!, Seme- df una rinnovazione: divenne soldato, con– ghlnl. Scoplnlc, qualcuno si disperse nel vinto di andare a combattere anche per grande volo, qualcuno cadde stroncati> alle difendere e affermare 11 diritto delle aue ali. altri supera,·ono lo spazio. Rossi si opere. Conobbe la logoi;ante trincea, ror– protese trasumana io verso l'alto. e si coa- .rore dell'assalto, Fatto prigionlero, subi fuse nel cielo. Questa schiera voleva dare una prigionia lunga, tormentosa derldm– la sua impronta all'arte del secolo che te: egli, che era pitlore, aveva l'Incarico di nasceva e rinnovarla. pennellare sulle croci del soldaU morti I Il gusto pittorico prevalente in quel tem- loro nomi. Ritornò ombra di se stesso. La 1>0era Invecchiato in una poesia povera e guerra non aveva rinnovato 11 mondo. Un artificiosa. Il J)'lbbllco non sopporlnva !elce altro suo entusiasmo era stato deluso. nuove e più profonde Interpretazioni della Si ritrasse pre880 la madre, che viveva vita. Nelle accademie le rivoluzioni erano in una casa nascosta tra le pendici del aborrite: tra accademie e pubblico vi era Montello. La solitudine era straziante, In ui'Ia alleanza difensiva e rnsslcurantc. Ros- un momento In cui aveva bisogno di qual– si e 1 suol compagni presentivano nuovi cuno per rlallncclarsl all'arte. La vecchia tempi; in loro urgeva In necessità di dare ferita dell'amore tradito, si riaperse, Ja forma II una nuova parola. Nell'isola bea- miseria si abbatté su di lui osse,,,,ionante. ta di Burano, che era cotne una loro Te- Attorno la terra digradava boscosa venio balde, questi anacoreti dell'arte si raduna- U Piave ampio di ghla!e. 1 suoi occhi guar– vano per rendersi più forti con le op(lre, davano, mn egli diffidava. Non poteva perché sapevnno che solo con opere avrcb- credere di Illudersi ancora. Le sua peeala bel'o vinto le !orze che tenevano col loro era stata diskutta dal dolore, Si era !Atto gusto il potere dell'arte. venditore girovago da un villaggio all'altro. Le ptlme mostre a Palazzo Pesa,•o, or- Il cielo si era oscurato per lui. erano state ganlzzate da Nino Iiarbnntlnl, U solo cri- c1•ocensse tutte le sue speranze. Camml– tico che aveva coraggiosamente la loro nava solo .parlava solo ,lo11oroe stravollo; ansia, volevano provocare e travolgere U la 'gente si Insospettiva di lui, tu arrestato. 11usto di quel tl!fllpO. In quelle sale affron- Non comprendeva perchè gli uomini, al tavano con ln dlscusslolle e con la !orza quali aveva voluto dare la sua J)01!8la, JJll gli Incauti commentatod; la placida città si nccanlssero contro. Tutto fu silenzio in parlava di scandalo, di ofTesa alla tradl- lui. la follia lo prese tnesorablle. zione, turbata come da un complotto anar- Trasferito Il suo corpo da un ospizio aJ. ohico. Mn qualcuno aveva saputo che •que- l'altro ,confuso In stanzoni comuni con st.1 nuovi artisti esistevano e altri si rlu- altri offuscati, raccoglieva carte colorate e nirono a loro. Rltornnva l!\ schlera oll'lso• le disPOneva tra le pagine di una rlvlata la sospesa tra la madreµerln della laguna che teneva sempre stretta sotto 11 braccio; e il élelo velltilato del mate, I figli del erano i colori preferiti. Si coruunse, dl– péscatort si tuffavano a nuoto ed emerge- strusse ragpetto animoso, invecchiò rapi– vano dalla acqt1e come delfini, le donne damente. mlserabile tra miserabi!l, per vestivano a colori vivaci come per continui morire a)la vigilia del massimo riconosci– giorni di festa. e le case avevano le pareti mento delle sue opere. Queste opere. 0111, dlpillte come le vele. Ln rottura col vec- dopo quasi quarant'anni di lotta da loro chto mondo era stata proclamata dalle stesse sostenuta, sono entrate nelle sale mostre di Palazzo Pesaro. e Rossi con più della Biennale, dove il gusto del tempo In Impegnata certe-,za, ritraeva questi abi- cui erano state create non le voleva ac– tantl integri e primordiali, l!Cll'lmpeto del- cogliere. la sua poesia tumultuante. QUesta la triste vita di Gino Rossi: Giorni felici, questi. ma fugaclssiml per brevemente felice, lungamente tormentata lui: sfolgorava di giovinezza. la fronte e maledetta. Nuova, tra l'idillio e ranao– lnebrlnta di speranza, Ja cravatta anno- seta la sua poesia sulla trama dell'uomo e data in disordine sul largo petto. il passo della terra, ma impedita a. farsi quella vl0letito come per lasciare orme dovunque. decisiva travolgente parola che è ancora L'aria era carica di avvenire: t sogni tm- attesa nell'arte. Oli anni giovanl!l furono mènsi. Voleva vivere della sua arte. lottare st>tecutl nella dura lotta, pretesa per l'u– strenuamcnte come per aprirle un varco senza dl una critica Jn Italia, pronta e tra resistenti muraglie. Da Monaco, da vigilante a convalidare nuove verità e a Parigi venivano gli strepitosi annunci che condannare le false. La guerra, 11 tra.dl– altre schiere avevano lottalo e superato le mento dell'amore. la miseria gli ostacola– •ecchle leggi, ed e3!1 guardava ouestl orlz- rono e dispersero la completa creazione, zontt come alle attese nurore. Àndò a Pa- E la !ollia giunse come un giro di chiave. rlgl e doµo avere visto direttamente le nuo- perché la porta della grande rivelazione ve tendenze, Si appassionò allo otudto della non venisse aperta. L'amorosa poesia di pittura orientale, e cotnPrese che, oltre Rossi per la terra e per gli uomlnl avrebbe ad essere pittura di impr=lonc, era anche dato sicuramente l'attesa parola. Era Il disegno entro a cul fu colato Il colore. più Indicato fra tanti. perchè aveva più Ne trasse per Il momento una esauriente di tutti atrocemente sofferto, ma non era esperienza che volle subllò mettere alla stato ancorn ra11giunto Il limite estremo prova. La città smlsurntn lo soffocava, e della perdizione umana, Il mondo doyeva ricercò in Br<'lltgna un pae,oc di j)('8catori, proseguire In smarrimenti più profondi, che potesse ricreargli la suhlime Burano. ricadere in guerre più crudeli, in· dlatru- Altrl giorni sereni e ruggenti si sussegui- zlonl, In oppressioni e orrori più vasti. rono, ma compiute le nuove opere egli protraendo In speranza di rinnovare lo sentiva che era più valido per lui lml>orle spirito per riconfermare l'uomo intero e In Italia e ritornò. Da questo ritorno, men- non la belva o la pietra. Rossi aveva tutte lr1• era ancnrn nell'erompere della 1?ln1 I- le passlbllltà sensibili, ma era stabUlto che nezza lncomlpcla la sua persecuzione. le aspre esperienze di dolore, invece di su– L'amore, che dopa l'arte, era stato Il suo bllmarlo, dovevano perderlo, perchè J'uma– plù !orte entusiasmo si era concluso in nltà doveva solTtlre ancora, quanto lui un atroce t1'adimento. La donna, amata aveva $Offerto. Slamo giunti, In questi an– con potenza d'uomo e di artista, gli eta ni, al massimo dell'Insensibilità, e l'arte sfuggita oer sempre. Oli amici lo rlcor- deve procedere decisa, per Jllasmare 111 dano. schiantato, invano tentare di rlpren- schemi del rinnovamento. Slamo oggi, co– dere la vita di un tempa, Immobile accanto me quarant'anni addietro, con la stesa& al fuoco per riscaldarsi le malli gelate, e ansia di tempi nuovi, che rendeva impa– non si accorf!eva che la brace gliele soot,.. zlent! Rossi e 1 suoi compagni, e non vi tava. Un'altra donna ebbe cura dl lui con può essere dilazlolle ancora, altrimenti n– pletà come per un infermo. R icer cato altro rebbe Inutile vivere. ae vivere dovesae rl• luoiro dove rinascere, vi~ t.ra le colline aultare un continuo smarrirsi. di Asolo, moventfsi in una continua costru- GIOVANNI COMIS. o
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy