la Fiera Letteraria - XI - n. 9 - 26 febbraio 1956
Pag. 6 LA FIERA LETTERARIA Ho11ta1•solo La La Spe:ia * di RE~TATO RIGHETTI La scorsa settimana è stato assc~nato a Giulietta lHasina, a Parigi, il « Grand Prix Populiste•, istituito da un movi• mento culturale indi11cndente, che viene assegnato ogni cinque anni alla migliore opera letteraria, di poesia, di cinema e di pittura, nella quale si esprima una tendenza di arte popolare. Cinque anni fa, il premio fu assegnato a Bette Da, 1 is. Quest'anno, oltre a Giulietta Masina per il ruolo femminile, è stato premiato .Jean Gabin 1>cr il ruolo maschile. Membri della giuria sono, fra gli altri. Jean Cocteau, ,François i\iauriac, Paut Vialar. Chartes Bra– bante, Serge Groussard, scrittori e letterati di Fra.ncia Alcunemostreromane Alla San Marco ;:;t.t~~ i 0 ~a~~~aqude:it1.s';_lf: Alla Fontanella La presentaz.ione di Angelo ferimenti ct·a~cusa, p.uttosto ri- Due Caporali e un Cavalluc- Dragone a1la mostra romana. di chiaml ct:e ci assicurano de~le ci: cioè tre pittori giovani, Peter Chinni nota. appunto. co_ buone lezioni suggerite al p1t- aretini, che si presentano a Ro– me in questo pittore, arnerica- tore dal suo amore per quei ma introdotti da Gisberto Ce– no. che ora lavora in Italia. 8 maestri. Va rilevato inoltre che racchlni. Tor~no, la lezione casoratiana 8 conta t to con aJtr; motivi il Dei due fratelli Caporali. agisca nel senso della ricerca F!-1.maga.IHha re.~gito in ma- Francesco dipinge con una ma. di « pochi toni fondamentali» n!era diversa; c10 c~e. ~ta a ter· d 11 1 . . I sull'insieme volumetrico del te dimostrare_ la_sua sens1b1htà, se to ~Tpe~r! ~~t.!~v~uis:?À'./~j ma. E' una notazione acutà non 51 puo nconosce~e in que• presentatore: interessante, in questa del critico torine~. il ~o s~t 1 ;erJf ti~~sf~~-l:zi~~l~ toni che ci riJX)rterebbero ad i~~~ca~~eud 1 ~:pi~~-~~P:::~~ dezza. ~~o'!n:~~~~~te 11 ~~n~~-a. M~u~: ta.nte dJ quella uJt.ima genera- tre Mario Caporali ha a.sslnula_ zione dJ artlsLJ che hanno sen- Al Camino to l'lru:eg namen t.o di cert.o t.o- slbilizzat.o con J'in!Juenza della nallsmo d' olt.re- appennlno !at- pittura d_ qua dall'oceano il Le sculture di Oddo All,-ent.i. t.o più vivo da una serena am- cHma ambientale della loro Diffic.lmente le pa role. anche mirazlone per le cose e la 08 . formazione. di una buonissima presentaz.io. tura. Chinni. particolarmente ,er. ne come quella scr~tta da Ugo D 1 t ito i O 1 d C sato nel ritratto che. secondo Moretti per la mostra romana \·all~ccfe i:=ta r prC:-bfe~o P~ un gusto dominante nel suo dJ Od~o Aliventt. ]X)SS()noin: attuali. anche se dl ordine non paese. eseguisce. o meglio ese• trodune alla. c~pr~tsione f proprio pertinente la pittura: guiva. con un \'erismo aggres• ~a for!11a d arte· n a ~neo 8 che tuttavia nelle sue opere sh·o, accostandosr per un preci. PlU d.fficile <;!h'enta li discorso esiste in quanto attraverso una .so richiamo ad un mondo di qua nd0 quest arte abbia la ~ua tavolozza dJ gr_gl_ bruni. ver– d.h·ersa formatione neJ quale i matrice in eleme!lti letterar, 1 e di oliva e rossi ginepro riesce ,·a.tor! sono più che alHo,·e ri• di cultura. 1 _quah. alla lor ' 01: a raffigurare un mondo di trm-abllJ nell'armonia dei t.o- t.a. hanno vita da sot.t.ofondJ scheletrica simmetria dove la n! croma!,ici. ha ,·alto i1 suo teosofici e me!:a.psichic!. Inten• tri5:ezza suona con voce niti. studio al paesaggio doVe si pos. do dire che abbiano vita da da. Una tristezza d!remmo. mo– .wnq ritrovare~ acc·anto a certe una concezion~ in c~ia\'e d1 esa• derna, di ordine mentale. crude arditezze dJ composlzlo- sperati lnte!'dll:Jent1 e che tro- MAURO INNOCENTI ne, ..tonalità di maggiore impe• vino una fittizia compos1zio1;~ * Il premio «Carlo Yeneziani» Pef un'opera teatrale gno che giungono a risultati c1J In gelide at.mos!ere che al Plll più intensa poesia. Ma al gio- ix>sso:10sortir:e .e.le.menti di ep1. ,·ane Chlnn 1 ancora rimane da dernuca sens1b1lltà .. Le scu.ltu• penetrare la precisa e miraco- re ~i Oddo Alh·ent1 sono f1gu– losa segret.ezza del colore sen- raz1onJ di paure, che mostran?, za la quale Je superfici sembra. espresse in ~orm~ curat~ e del:. no acerbe e non aderenti al• cate, una v1braz1one d.: conte– Lmpegno che la costruzione. nuto tragico. VC>fi:liO signl!icare m,·ece. dei suoi quadri denun• un mondo allucmato e ormai Nella ricorrenza del sesto an• cerebbe consunt.o fino al termlne ultl- niversario della morte di Carlo · mo. oltre 11quale il torcimento Veneziani, l'Ordine Nazionale All'Asterisco non avrà composizione che nel- Aut.ori e Scrittori bandisce il là lineare semplicità. concorso per l'assegnazione del A. Fumagalll espone rnnt.i Ed è quest.o II punto che cl premio dJ lire 300.000 intestato opere: ed è una mostra sin- fa sostare dinanzi all'opera del- al nome del compianto comme– golare que,t.a <il Don Fumagalll lo scult.ore AJh-enti con una diografo - già suo consigliere - monaco benedettino dJ S. Fran. considerazione diversa: il con- per una commedia in tre atti, cesca Romana al Foro Impe• ,·incimento cioè che questa sua d i càra.t.tere giocoso. Potranno rlale, nella quale tradiscono I compostezza si modula per rlt.ml concorrere tutti glJ aut.ori ita,– ~aèJ:~ ~ro~,~ 1 ;e:C~u~~';.nd:: perchè sull'orlo ormai dJ tra- lianl, con comme<lie inedite, mento amicheYole con la tavo• mutarsi in calda e sapida &e· non rappresentate, scritte ln lin- Jozza dJ Morandl. le camplture renit.à. gua Italiana. GANDl~I a Bolo(t11a * di Lamberto Priori RAUL VISTOLI: Madre e bambino Domenica 26 febbraio 1956 AXNA ZlEGLER: Raga:na con le mani in tasca ARTISTI ITALIANI )f- Lau·ra Ziegler Una scultura in serio mov·imento, im– pegnata, ricca di talento e di volontà )f- di GIULIA O A TOGNOLI Che la Ztegler, nativa dell'Ohto in America. dopo le sue espenenze autoctone e un proficuo penodo di lavoro nello studio di Pericle Fazztni, venga esprimendo tl prer pno « linguaggio figurativo», Cl sembra ozioso sottolt• neare. Mondo vario per ncchuza di soggetti, legato com è a diversi interessi cultu1alf nesce comunque a n.connetterst al « vero » della natura e della figura umana e cw attra– verso una opposi.ztone /armale det volumi e dei ptani che non scadono mai nel manierismo. anche se spesso paiono sfiorarto, anche se il ntmo fragile dei contorni vtene alle volte sconvolto da un gioco calllgraji.co. Il linguaggio figurativo della Ztegler -venuto a contatto con la nostra tradiZione figurativa ne è uscito alquanto rinvigonto e tn plastic,ta e in coerenza~ consen;and.o co– munque la sua fantasia indigena e acquisendo tl nostro rigore formale: la prova migliore è Jorn,ta dalla n.cchezza e dalla vaneta dei soggetti trattati sempre ueristtcamente ( Pro/eta, Clown~ Donna di Trastevere assisa) . La espressione che si manifesta m molte delle Jtgure della Ziegler è. di volta tn volta. ieratica, contemplatn;a oppure soflerta e soltanto raramente sconjma quasi nella compiacenza letterona. per quella propri.eta che ha la Ziegler di cogliere delle scene della vita di tutti I giorni quella impercettibile ed ironica sfumatura superJtciale: ma mai che giunga a compiacersi del gwco istrionesco della scena (Concerto a tre: direttore d'orchestra·violtm– sta•violoncelli.sta) o della scoperta volgantà artisttca dEl soggetto~ com'e il caso di molte figure colte nel popolano quartiere di Trastevere, dove ella ha per svariato tempo tenuto studio. Risultati comunque lusinghieri la Ziegler e riuscita a raggiungere attraverso la sottile anatomia del busto di « Arturo >1, la caratterizzazione lineare del« Frate», l'uma– na interpretazione del te Clown». , plastici. contorti della « Donna appoggiata all'ombrello» e soprattutto con la ispirata figura del « Pro/eta Geremta ». che pare elevarsi al di sopra e al di fuon della stessa materia e resta, tn definitiva, un valido motivo umano-divino. Dunque una scultura tn serto movimento, impegnata. ricca di talento e di volontà, sempre tesa a raggiungere un proprio linguaggio /1guratwo, quei/a della Ziegler? Le premesse lo /anno sperare! GIULIO ANTOGNOLI La morte aspe tta tarrivònellastan za rivestita di sughero (Continuazione da pag. 5) avrebbe dovut.o riP?53rsi e soprat.t.ut.to nu- gli Undici. si circondò sul suo letto di morte ospedale, accorse In frett.a. Anche li dott.or molt.o lontano da noi._ non solt.ant.o perché evocala uno dei più nobili altari do,- . pUò essere falsa) é che dopo l'ultima vo:ta che accesi il camlnett.o vi si .sono prodotte parecchie fessure e. dato che accendo an– oora' spesso Il fuoco. può darsi essere questo un principio d-asfissla. Bisognerebbe che io uscissi. ma per uscire occorre aver la forza di arrivare fino all'ascensore. Vivere non è sempre comodo ... ». Continuava a solleclt.are il suo editore e a difendere selvaggiamente Il suo libro: « Altri, all'lnfuorj di me. e lo ne sono còntent.o, godono l'universo. Io non ho p!u nè la facoltà di muovermi. ne quella di pàrllue. né quella di pensare. e nemmeno 11 sempl ice benessere di non soffrire_ Co51. espul.so per cosi dire da me stesso. ml rifugio nei libr i che. non potendo leggere. palpo e ho. nel loro riguardi. le precauzioni della ,·espa escavatrice, sulla qua:Je Fabre ha scrit– to le ammirevoli pagine che certamente CO· nascete. e che MetchnJkoff ha cilato_ Ac– cartocclat.o com·essa e prlrnt.o di tutt.o. n on ml occupo più che di fornire loro. attraver.so Il mondo dello splrlt.o, l'espansione che m l è rlfiut.ala ...». Ad alcuni amici scriveva che st.ava per andarsene defmitlvamente: « Ed allora saro ,-eramente nel Temps retrouvé » aggiungeva_ « I suol pensieri andavano già di là dal 1:1orni che ancora gli rimanevano da vivere. Egli si preoccupa,·a per le Mémolres annun– ciate da Monte.squiou. G!J avevano vaga– mente riportat.o cbe Il gentiluomo vi aveva racco11t.at.o cose estremamente splaceroll su parec chia gente e su di lui. "Io st.o per mo– ri.re" egli diceva ··e sarebbe m~glio che il mio · nome non cl fosse. perche 10 non saro più qui a rispondere"». Nell'ott.obre del 1922. a,•endo comme._<s, l'Imprudenza di uscire In una notte neb– biosa. 'per andare dagli 1':tlenn_e de Beau– mont.. prese freddo e si dichiaro una bron– chite_ All'Inizio la malattia non parve gra– ve. ma egli rifiutò di lasciarsi curare. Non pennlSe nemmeno che riscaldassero la sun camera. perchè !I calorifero gli dava crisi di soffocazione. Céleste. impotente. alla quR– Ie proibiva di chlamare li medico. capi su– bit.o che era più malat.o del sollt.o. ma egli si ost.lna,•a a correggere. ogni notte. Alber– tfne ;-disparue. Infine. verso il 15 ottobre. polcl;é la febbre gli rendeva impossibile_ il lavoro. consenti a chiamare 1,1 suo medico cur:1:nte. il dottor Bize. Quest.1 disse che _1! suo staL6' non éra allarmante, ma che Proust trirsl. Marcel ncordo sua madre. che l aveva di libri. di carte. di bozze e cont.inuo ad B1ze arrivo. Céleste, d1Sperata di infrangere era mort.o, ma perche aveva vissuto una potesse compiere una cenmonia e 51 sempre curat.o meglio di qualsiasi medico. apport.are gli uJtitni rit.occhl al test.o che gli ordini di Marce!, dovette assistere airar- vita profondamente diversa dalla noslra; t.urale_ .. ». sopra:ina- e che credeva, lei. alla dieta. Sostenne che gli avrebbe sopravvissuto. rivo del pacchi di medlclne. delle bombole perché li mondo di ricerca. di immagina- Qui _ qualsiasi cibo avrebbe !att.o aumentare an- Il 17 novembre gli parve di star molt.o d'ossigeno. delle siringhe per Je inlezioni .._ zione e di senslb llit.à dove aveva ,•lssuto te finisce la nost.ra .ricerca_ Abbiamo cora la febbre e gli avrebbe impedito di meglio. Rlcevet.te suo fratello per parecchio Gli occhi del malat.o ebbero un'espressione non era Il nost.ro: perché aveva sofferto di hnt.at.o d.! ncostruire. la s wria di un uomo continuare IJ suo lavoro. « Célest.e. la Morte tempo. e disse a Céleste: « Bisognerebbe 68· irritata quando il dottor Bize penetrò nella mali st.rnni e il s uo spirito aveva a,ruto bi- c tr con e~ii coraggio. ha cercato la ,·enta mi perseguita» diceva. « Non !arò in tempo pere se io posso resistere ancora questi cin- camera. Egli. che era sempre così educato. sogno, per alimentarsi. di dolori eccezionali ~ ffraverso d es asi: che_h_a u~tato contro i"ln- a rimandare le mle bozze e Gallimard le que giorni, __ ». Era sorridente e cont.inuo: non gli disse neanche buon giorno, e, per e di medlt.azionl assai poco comuni agli 1 erenza egli uomln!_ 11mislero delle rose. sta aspettando ... ». cc Se. come i medici. desiderate che io man• far capire chiaramente il suo malcontento, uomini...». , e soprnttu.tto contro le_ p_ropr:e debolezze; cc Era molto debole» racconta Céleste cc e gi. fatemi una sogliola fritta: sono sicuro si voltò verso Albaret ,che stava arrivando « Sul suo letto di morte non pareva avere ma _che. avendo sce.lto d1 rinunciare a _qual• continuava a rifiutare ogni nutrimento, La che non mi farà bene. ma voglio acconten• con la birra: « Grazie .caro Odilon » disse cinquant'annl. ma appena trenta. come se s 1. 851 1 cosa Pl_ir di llberare 1P imma~_Ill pn: uruca cosa che .sopport.ava era birra ghlar, tarvl •- Il professor Proust credette sagg o « d'essere andat.o a prendere la birra». Il il tempo non avesse osato t.occare colui gion ere _e 'e<lut.o. fra quattro muri ::wd1. ciat.a, che Odllon doveva andare a cercare proibirgli quella .sogliola. e Marce! riconobbe dott.ore si chinò verso J'ammalat.o per fargli che l'aveva domat.o e conquist.alo ...». Pareva ne/la sohtudlne_ •. ~e! dlgu)no. nel do:orr e al R.it.z. Poichè si sentiva soffocare. mi chia- che aveva ragione. Dopo un altro colloquio un'iniezione. Céleste lo aiutò a sollevare le un eterno adolescente. Al funerale, uscendo ne lavoro. aprirsi. mfine l unica porta alla mava continuamente: "Céleste" ml diceva con suo fratello. dl&Seche quella notte avreb- coperte: senti che egli le diceva: « Ab. Cé- da Salnt-Plerre-de- Challlot. Barres. 11 capo %uale. pnma di IUI. ne,;suno scrittore a, e,-a "quest.a volta muoio_ Se almeno avessi tempo be Iavorat.o bene ,e che avrebbe tenuto leste, perché?» e senti la mano di Marce! ricopert.o della sua bom bet.ta. rombrello ag- us..sat.o. cl. ha_. rivelalo_ ne; nostro ~:,sc;.1 sufficiente per finire il mio lavoro! Céleste. Céleste ,accanto a sé. per alut.arlo. Il corag- ap-pogglarsi sul suo braccio, pizzicarlo, come ganclat.o all'avambraccio. Inc ontro Mauriac: cu~ re e ~• 1 . PlU u mili og getti_ un mondo promettetemi che se i me<licl. quando non glo dell ammalat.o era sublime: si rimise a ultima protest.a. « Insomma. ecco...» disse « era u nostro ra- cos meravlgho.so da oot.er d:re d1 lui que:Jo avrò la !orza di opporml, volessero farmi correggere le sue bozz e e a ggi unse qu alche Adesso tutti si agit.avano lnt.orno a Jui. gazzo ». Era soprattutto. ed é ancora, li no- che e gli diceva d1 Ruskm: « Morto. conti- quelle lniezlonl che non fanno altro che nota al test.o. Verso le t.re del matt.in~. sh- Tut.t.o fu tentat.o: era troppo tardi, purtrop- st.ro grande uomo. Barrès. un po' più tardi. fua a nsrhiarnrci toll'e qu_elleste•:e si,. .,e prolungare le sofferenze. voi lo impedire- nito, senza respiro, fe ce c hia m are Celeste po, le sanguisughe non si att.accavano più. lo s eppe riconoscere: « Ah. Proust. gentile a cui luce an_cora Cl arriva». ed e « per te...". Me lo fece giurare_ Con me era se.m- e le dettò a l ungo_., Con infinite precauzioni li professor Proust compagno. elle fenomeno eravate! Ed io. mezzo di que11h occh, rh1us1 per semp!'t' :n pre gent.lle e d olce. m a col medici era cosi Si disse che det.tò quella notte degli ap- .sollevò Marce! sul cuscini. « Ti muovo trop- quant.a prosopopea ho avut.o nel giudi- fc•nd0 a una to1:1ba che generazioni non an- test.ardo che Il dott.or Blze avverti Il signor punt.i sulla mòrte di Bergotte. per le quali po. ragazzo mio. ti faccio soffrire?». E. In carvi! ». com nate scopnranno la natura»_ Robert. Il professore venne e supplicò li si servi delle sue stesse sen5:1zloni di mori- un soffio_ Marce! pronunciò le sue ultlme E 'Impossibile. quando si arriva al mo- . Al p~lncipio era IJ!iers. una picco;,, ciua fratello di lasciarsi curare .se _era necessa- bondo. ma di quest.o non s1 e avut.o, finora, parole. « Oh. si. mlo caro Robert.! ». SI spense ment.o In cui termina Ja vit.a mort.ale di a1 conlinl della Beauce e d el Percbe. do,-e rio. in una casa d1 salute. Il signor Marce! una prova sicura. «Celeste» disse « io credo verso le quattro. dolcemente. senza un mo- MarceJ Proust. e in cui comincia la sua vita alcuru francesi s1 stnngeva.no intorno ri una si arrabbiò molt.isslmo: non voleva uscire che quello che vi ho fatto scrivere vada vim~nt.o, con gh occhi spalancat.L. gloriosa, non citare l'ultima frase del rac- vecchia chiesa mcappucciata sotto ; casta- dalla sua camera. né .sopport.ava altre lnfer- molt.o bene ___Adesso bast.a. Non ne v.oss, : ,uol amici. quella sera. si chiamarono cont.o che egli stesso ha scrit.t.o della morte gnet1 del giardino, Françoi. /e Chump,. 0 miere all'lntuorl di me. Quando i due medici più... »- Più tardi mormoro: « Quest.a notte run l'altro al telefono per parlare con tri- di Bergotte: Il mu.lmo sulla Flos,: dove ~gli illtraveàeva. se ne furono andati. ml c hiamò_ "Celeste. conferm erà se I medici hanno avut.o ragione stezza. e quasi con Incredulità, cU quest.a « Lo si seppelll, ma durante tuta la fune- at.trnverso una siepe d.! oiaucospmo rosat-0 non voglio più vedere Il dot.t.or Blze, ne cont.ro di me o se lo ho avut.o ragione contro sconvolgente notizia: « Marce! è morto». bre notte, nelle vetrin e Il luminate. i suoi viali bordati di gel.sommi. d: rlole del pen: mio fratello, nè I mlel amici, né nessuno. I me dici». Qualcuno di essi andò a vederlo su suo letto libri d!spost.i a tre per t.re vegliavano come siero e di verbene_ e rimsnern Ia. immobile. Non voglio che ml proibiscano di lavorare. Verso le dieci dell'Indomani Marce! chlesé funebre. li mirabile viso Immobile. esangue. angeli dalle ali dispiegate e sembravano li a guardare. a res pirare_ a cercar di andare Rimanete sola accanto alla mia camera e un po' di quella birra fresca che mandava emaclat.o. simile a quello di un personaggio simbolo della risurrezione di colui che non col pensiero alt.re l'immagme e oltre Il pro- vegliale. e non dimenticate quello che vi a prendere al Rltz. Alba,et ando a cercr..rla del Greco. sembrava dare a quella cam era era più ... ». turno. « Cer t.o . nel moment.o in cui erano ho dett.o per le Iniezioni!". Dicendomi que- sublt.o. e Marce! morn,oro a Céleste che sa- ammobillat.a. t.ant.o banale. una lmmen.sa Ricordo di aver Iett.o qucst.a pagina_ In lungamente contemplnu dn queirumile pas- ste cose ml guardava con occhi terribili. rebbe accadut.o della birra come di tutto Il grandezza_ « La sua maschera lnf oss at.a e pubblico. qualche meSe fa e di essere stato sante. da quel bambmo che sognava. quei- A2glunse anche che. se gli avessi dlsobbe- rest.o; sarebbe arrivata troppo t.ardl._ Fati- scarnita. annerlt.a da una barba da malato, colpit.o dal silenzio. carico di conunoz.Jone. l'angolo di rerde, qJe! ;, -zzo di !'iardlno non dilo. sarebbe t.ornat.o dal!'al di là per t.or- cava molt.o a_respirare_ Céleste non rmsclva pareva affondare In quelle ombre verdastre che si crea lnoorno alle parole del genio_ r.vrebbero potut.o 1mm,1suarc rhe per merllo mentarml. Ma ml ordino di mandare un a st.accare gh occhi dal viso esangue di cui rhe alcuni pltt-Orl spagnoli hanno sparso, In- Accadeva proprio come Proust stesso aveva suo sarebbero sta I chiamnti a .sopravvivere cest.o di fiori al dott.or Bize. Questo era la barba che si era allungata accentuava torno al viso dei loro cadaveri». Un grosso descritto. quando Swann ascolta la Sonat.a nei loro più effimeri panlrolan »: e tutt.ana sempre st.ato il su o modo di domandare il pallore. Era di una magrezza est.rema: i mazzo di violette di Parma gli posava sul di Vlnteull e la breve fraSe musicale st.a è la sua estasi che ha portato fino a no, il scusa. quando era cost.rett.o ad a~dolorare suol occhi avevano t.ale lnten.s(tà che I suol pett.o. « Abbiamo vls_to» dl&Se Mauriac ~ su morendo: profumo di quel biancospino morto da tanti qualcuno. "Ebbene. Cé!este. ecco un altra co: sguardi parevano penetrare I _invisibile. In una bus la macchiata di decotto. le ult.ime « Swann non osava muoversi e avrebbe anni. che ha permesso a tanti uomini e a sa regolata. se muoio" ml disse quando gli piedi accant.o al suo lett.o. Celest.e. che el parole Illeggibili che egli aveva t.racciat.o volut.o che anche gli altri tacessero alt.ret- tante donne che non hnnno mai veduto e annunciai che il resto era stat.o mandat.o ». reggeva appena (non si era corlcat.a da sette e fra Ie_quali, unica. era Jebblgile Il nome t.anlo. come se anche iJ più JJeve 1noviment.o non vedranno mai la Francia di respirare Questa suprema offert.a. floreale e rune- sett.imane) ... seguiva ognuno dei suol movl- Forcheville: cosi. fino alla fine, le sue crea- potesse compromettere il prestigio .sopran- In estasi. attraverso iI rumore della pioggia bre. al dio della medicina. fa ricordare J'ul- menti cercando di indovinare e di prevenire ture si nutrirono della sua sostanza vlt.ale, naturale, delizioso e fragile elle st.ava per che cade, r0dore Invisibile e persistente del Urna frase di Socrate agonizzant.e: « Non anche Il minimo dei suol desideri. Brusca- at.t.insero quanto gli era rlmast.o di vita._.": svanire. Nessuno. In realtà, pensava a par- lillà_ dimenticate che dobbiamo un gallo a Escu- mente Marce! stese un braccio fuori dal SI comprendeva Improvvisamente. davanti lare. La parola ineffabile di un assente. forse Japio ». E cosi come Socrate fece chiamare Iet.t.o: gli sembrava di vedere nella camera alla povertà dell·arredament.o fra cui era di un mort.o (Swann non sapeva se Vlnteu!J nella sua prigione una suonatrice di lira. una laida. grossa femmina: « Cé!este, Céle- mort.o quest.'uomo colmo di ogni dono. il vtveva ancora). aleggiava al disopra del rlt.o allo scopo di Istruirsi ancora prima di mo- ste! E' troppo grossa e t.roppo nera: e t.utta senso. la serietà dell'ascet.ismo che egli aveva aei;?liofficianti. era sufficiente per soggioga,e rire. Marce! Proust. sentendosi condannato ,,estlta di nero! Mi fa paura ...». II professor finlt.o per lmpors_l._ « SI aveva all'improvviso l'attenzione di lrecent.o persone e faceva da un giudice altret.tant.o Inesorabile quanto Proust, che erano andati a cercare al suo la sensazione» s,cnve Jaloux « elle egh fosse di quel palchett.o su cui un'anima era cosi ANDRE' i\lAUROIS Per gentile concessione dell'Editore Mon– dadorl, che pubbltcherà quanto prima la traduzione italiana dell'opera di Mauro!.! su Marcel Froust. f ..
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