la Fiera Letteraria - XI - n. 7 - 12 febbraio 1956
Pag. 6 ARTJIS'Jl'JC Jl.'.ll'ALJCANJC LA FIERA LETTERARIA TACCVl1WJ DELLE lllOSTRE iHU,ANil•Sfl. PBIMO C NTI 1911m1914 Pomf1ilio Mandelli - Sandro Diani - Ottorino Garosio Umberto Montini - Gino Marzocchi tU LU(;ic\~@ HUIHG~,:'i C<Questamostra non ha moti. 1venga a far presto riscontro, bili. Possono ormai vivere, que– vi polenùci né amb zloni com- I con essenziale coerenza in una sto c'importa, entro il rapporto m~morative . d9. soddisfa~e: i i adesione ai' motivi spirituali e con la natura che rmtelligen– rmei d&!den sono sempl~c1, an•, umani del nostro tempo,'a que- za e la vita dell'artista hanno ohe. e :1on d~~ tutto umili e i sta ecce.zlonale documentazione fondato». E da"~ero non sa– rem1ssiv1. Vorrei che te mie ope., delle prnne, itnPortantisslme fa- premmo p:ù congrua e acuta re giovan:Ji fossero vi te e con- I si della sua fonnazione artl- definizione dell'essenza pittorica siderate non soltanto nella lo-jstica. di Mandelli. ro ineluttabile presenza storica, * ._ Alla galleria Schettini il gio- ma nell'essenza di quegli ele- AHa galleria del M1hone, vane pittore Sandro Dia'ni pre- menti determinanti - dello sti- Pompilio _Mandelli presenta una sentnto da Raffaele De atada, i~. del colore, ~ella composi- amp!,a scelta dl opere dipinte esord.:sce con una «personalei> z10ne - che mi appartenne- dal. '50 a oggi. Nella prefazio- in cui Innegabili doti tecniche ro sin da!l'in:zio, e che sono ri• ne al catalogo Francesco Ar- e vlgore rappresentativo sono masti att.:vi e attuali pur nel- cange!,i traccia un belliSS1mo messi al serviz;·o di una «idea)) la più ampia libertà del mio profilo dell'artista emiliano, se- pittorica di marca nord'ameri– la~oro d'oggi e ne"}le mutate guendo passo passo le tappe cana: un realismo esasperato es:genze ds-lla mia v1ta interi0- del suo lavoro jn rapporto allo che, quando evita le secche del• re))_:cosi Prirno çon~l nella pre. ~mb:ente sto~ico in etti esso sì l'«iUu~trazione», oscilla tra lo ~:·? Domenica 12 febbraio 1956 ~f&::t GIUSEPPE RITTO faz10ne al cata\ogo della sua e venuto svo.·gendo; e cosi af- effettismo espressionista e le mostra di trenta opere, dipin• fettuotamente conclude: e<Im-suggestioni surrealiste. te fra. il 1911 e il. 1924, che ha magini umane vere, çi sembra- · --:,: R.llTOR.NO D"IUN GRà.ND.lE JPJlT'Jl.'0.R.E luogo m questi giorni alla gal- no ancora queste dì Mandelh; Altre mostre milanesi di que- leria Montenapoleone 6a. Tut,. proprio perché ombre labili, sti giorni: quella di ottorino ta.via il vtsitatore difficilmente larve, Creature fragili, sembra~ Garpslo alla galleria Bergami– potrà sfuggire alle suggestioni no ricche, e avide soltanto del ni, i pae5aggi dì Umberto Man• storico-culturali promananti dai succo delle cose e del mondo, ti.ni alla Schettini, la persona– quadri che compongono la ras. come libellule impollinate dalla le d i Gino Marzocchi pre.sen• segna: quadri che individuano aria che le avvolge e le impre- tato da Lll!a Lipparini al Cen– con assoluta precisione una del- gna in ogni tremante giuntu- tro Artistico di San Babila. Gino Rossi ,olle coStruire la"forma,, le più. clamorose stagioni della ra: senthnentali e subito sens:- LUCIANO BUDIGNA _A proposito della scultura Ragazzo col cappello, Giuseppe R,to fa un racconto ab!>astanza sigruificativo. Dice il Rdto che un suo nipotino, avuto a una fiera il suo primo cap– pello, fu così contento del ~moprimo indumento maschile che se lo calò fino alle orecchie preoccupato di non per– derlo. Il Rito aggiunge che 11ragazzo dovette sentirsi tutto in quel cappello. A questa prima impressione dell'adole– scer:iza, e di ritorno all'adolescenza, il Rito deve forse lo avvio al suo modellare. Che è un fatto soggettivo, come gran parte dell"arte d'oggi la quale ha blsognp di mettersi al centro ~i' un'emozione per esprimere la realtà, o ctl par– lare in pnma persone come è di molti narratoni Ho sotto gli occl_liun dipinto di Van Gogh, dei 1887, Na– tura morta con. statua, del Museo KrOller Milller di Hoen– d~rl_o. E' del soggiorno in Van Gogh a Neueuen, dove gli s1 rivelò una natura di fango e di pietra che poi non di– menticò mai. La nudità della statua di questo quadro sem– bra venire alla luce attra.verso un'incrostazione fangosa sul punto di es.sere definiba dalla stecca d'un vasaio. La sua rassomig lianza con la scultura dì Giuseppe Rito credo sia casua.le ma non perciò meno suggestiva. Si sa che nella pittura di Van Gogh quel soggiorno sca bro ebb e un'impor– tanza determinante: i nidi di cui egli studia.va gli avvol– g,irnenti, e gli alberi con la loro scorsa, ebbero per 1u1 lo stesso senso della carraia sulle strade fangose e degli umldi camPi a.rati. Giuseppe Rito vive m Calabria, a Dinàmi, un paese fra due torrenti ai piedi delle Serre; egli modella con la creta. CC?ncui nei suoi paesi si fabbricano erci, boccal!, anfore, giare. Il rapporto mi sembra chiaro. Ma il Rito deve a.vere subito un influsso anche più importante, ed è quello del– l"arte fittile locale più remota, della Magna Grecia di cui tutta l'Italia meridionale è piena, accanto alle cb.ccume che le donne portano alla fonte. In alcuni att,eggiamenti delle figure del Rito, la Donna nella tempesta avvolta nel suo manto cretoso come una rustica tanagra. la Coppi.a di amanti di cui a tergo si scopre il nodo di un tronco d'ail– bero,, la Figura a spiràle, d'una fantasia pagana, è chiara la discendenza. 1 Abb1a.mo dovuto ricorrere a raffronti cul– turali per spiegarci le suggestioni attraverso cui opera questo scultore, conscio o inconscio che sia. Direi piut– tosto cosciente. E' uno dei segni della ripresa artistiica ori– ginale m regioni dominate fino a ieri da un certo accade– m.Jsmo, e poi manierismo, e poi, realismo popultsta, che si riaffacciano con una eredità della cui vitalità non s'era avuto il sospetto prima. dei nostri anni. , CORRADO ALVARO arte itei.ldana di questo secolo. Dal post.impressionismo, al sinteismo, al futurismo simul– taneista sino ai primi segni de:! «Novecento>>, i momenti sinto– matici della nostra pittura nel • decennio intorno alla prima guerra mondiale, vi sono ri• specchia ti con una fedeltà ed un'effilcacia documentale pari all'impegno e alla forza poeti• ca riconoscibili nel loro auto. re. E qui va rilevata la straor• dinaria, precocissima vocazione di Primo Conti, le sue strabi– lianti virtù tecniche Oa prima opera della mostra, un autori– tratto porta la data de! 19ll - Conti è nato nel 1900 - ell è un auadro tuttora difendibilis-– simo): ma si ved.ono opere co– me l'<eArlecchino>> del 1915 o la ((Natura Morta» dello stesso an_ no, e, ancora più esplicitamen• te, il cc Saltimbanco>> e la« Stra• da di paese» del '18, o !'«Oste burlonen del '19: sono vere e proprie <1scoperte» per il visi- ;:~~ {~ggilo:fo s~ett~~:nt~ in loro favore, facendo molto vuoto intorno ad esse, Lsolan• dole su di un piano di testi– monianza culturale e poetica non far.ilmente pr~cinàibile in un discorso sulla pittura ilalia• na degli ultimi cinquant'anni: quanto basta cioè per garanti– re al loro autore un luogo pre– minente nei manuali di storia dell'arte. Ma Primo Conti non è artista che ami Je garanzie, che s.i appaghi d•i una rendita, f:~ ~~n~~"b~~~r~t~ 0 ~itt~ ~ suo successivo lavoro, lo dim0- stra in particolare la sua più recente produzione. Ed è dav• -..... ~ ,li lllAUHO J~t\ìOUE~TI Un.a aìeUe personalità piiL Singolari. che figura.no nella Antologia alla Quadriennale d'arte. romana è sen2 a dub• bio quella di Gino Ressi, tl pittore veneziano nato nel 1884 e morto aUa vita cosciente nel 1923.Di lui la Soprin,t,enden,. za alla Galleria d'Arte M oder-na di. Roma, nella persona del suo Direttore signorina Pa1m.a BucareUi, ha allestito una 1n.ostra neLla q uale s01io ra.cco!ti 112 dipinti e 62 di.segni, ciò che /a l' ope.ra completa di questo pittare. Una documen– tazione sulf icente a ricreare le linee attraverso le quali si dtpana !a storta di questo· arttsta che ne! 19(11, insofle- ;f;~ea1%1 sC::,';:rtf:°;ft~~nd~~:r~e cLn J~~t: ~~:;ci::~ /acile dl pittore, cui va riconosciuto il mento di una Ticer• ca in profoncl'.tà, tornò daUa Fr<>rn:ia co n un bagag lw disordinato e cc,mplesso di sensazioni, di inte:nd.i.menlt e di vaJ.uta.wnt diverse. I qua.Li lo portarono ad ope rare in un.a direzione eh.e è meno con.son.a alla sua essen2a di pit– tore che voUe conciliare !a astratta severità d.elia costru– zio~ cubista con l'emozione_ soggettiva, la ricchezza dei sentimen,ti. , " Nelle opere che di Lui ci rimangcno, daUe prtme Case di BU!rano al?l 1908·1909 che glO. rappresent.a aa.n'innova• alone sul tema trattato da tanti aUri pittori ttal!an i per il respiro dell'impianto paesistico e la Iu.minositO. del colore, nel ~uto e anche nella Fanciulla del fiore, cosl come in Mestizia, che è satur(l ài cultura, diremo, francese, o nella Prima.vera in Bretagna e nella Pineta, è anccra scope.rta nella sua pittura l'aspirazione a Gau.gurn, del qua.I.evoUe ripercorrere le linee, fino a seguirne , pellegri– naggi geografici. Ma gicl un pi.glia personale che muta t.n ~rabesco colto la sinuosità CO$truttwa del pìttore francese' e presente ln quei quadri. Tuttavia d.obb-jamo rilevar– ne la minore bellezza, rispetto agli ideali moa'\eUi. C'è 1n quei dipinti un gusto che strana.mente risc;hia il flo– reale che li d~terlorerebbe se queUe linee arrotondate, quel– le curve dolci e ardite non palesassero la necessità di una costruzione interiore che dal pittore non è ancora espres• sa. Si 'J)Otrebbe anche alludere ad una tendenza di este• riorLtà illustrativa se dopo il soggiorno parigino la sua opera non ap-parisse sostanziata dt un'asprezza e di un plasticismo che nel Tramonto a Burano, nel Paesaggio di Bu~ano hanno la loro maggiore espressione. Il segno si fa Cfi:ci.so, il colcre assume ton,i che eludono la /acile armo. 1ua ed assurgono att elemento di costru.ttivitti. Ne! 1912 Gino Rossi è di nuovo a Parigi ma l'eco dei suoi primi am.ori non è più tale eta indurlo in tentazicme, ormai il pittore sa qual'è tL suo stile, sa bene che quei Lon. tani insegnamenti non esistono se non filtrati dalla sua personalità la quale tende ad .una unità stilistica matu– rata di critica e di espenenw. Non cadrii più nella facile decora.zi.one del periodo brettone e le pitture di Asolo, sep– pure tumultuose e ampie nella pennellata e nei ton .i rive– lano nella vlSlone d'm.sieme la robuste= d.ei parti,. colari nei quali sembra si lndugi l'amore pe ,r la linea tonda. Siamo ormai al punto 1n cui Gino Rossi può af• frontare la sua opera con un lmguaggio suo coloristico e fonnale. I! Ritratto d1 signora de! 1913, di un cclore fondo e splendente per certe risonanze croma.tu: he sap1enti, c<r struito secondo un modulo d.isegnativo d i sostenuta sin– tesi tocca uno dei momenti maggion ciella su.a pittura che si decanta in poesia propno per L'aristocratico distac– co che ne rivela l'intensita. Ci sembre che in questo dipm.~ to, più che altrove, si ricomponga il dramma che è all'ori– gine della vita dr Gino Rossi uomo e pittore: l'inccncilta– bilità della rag10ne e del sentimento. Chè l'uomo per quel– la impazzi, il P:,ttore, quell.a ricercando, corse u rischio di aabandoni e cli tergiversazioni i quali certo non hanno costribuito alla valutazione esatta dell,a sua importanza. Durante un hu.ovo viaggio a Parigi, in Be[gio e in Olan– da Cézanne gli apparve come il solo punto da cui patesse partire un'innovaziQne aeua pittura, e ,;topo il 1920, fino al '23, la su.a fatica fu tutta volta a.li.a rtcerca di uno stUe che, arricchito delle esperienze rtell'a.rte europe,a, si mani– festasse in costruttività, che 11e! ~p,nto Fanculla col libro aperto appare rag{llunta. Le nature m.orte di quel tem])O, quella col ventaglio, quella col vwlino, che oppor. luna.mente egli eh.tam.a.va costruzioni, « severe e solen– ni come un'architettura», · se per un lato « annu.ncia1t0 una grandezza. di concezione>>, per un altro sono ormai segni palesi di un'alterazione che si dimostrerei tragica dopo poco tempo. Gino Rossi aveva finfto la sua esperienza., e la ca.$a di cura eh.e lo accclse fin.o alla morte, nel 1947, non accolse che un mirabtle assimilatore dotato di genio il quale avrebbe, fo~se, patuto, pi di ogni altro in Italia, ingene• r~re una mttura di risonanza europea. Ma bi.sogna pur dtre eh.e questa mostra di Gino Rossi se ci lascia il ram– marico delle inadempiute premesse ci pone anche dinanzi ad un artista eh.e comunque non ha risolto il suo dramma. i\1AURO INNOCENTI vero sperabile che proprio una rassegna cli questa prod~zione Prhno Conti e Fausto Pirandello al Prem:o del Fiorino, 195:? LA A.1'. I S llCA A L'ELEGIA DEL "TITO,, di EHILIA ZA~E'.l'rJ.'I Iniziate con una bella con- turità. quaJe ritorno tutto per nante. preferendo a.Ila sorpre– ferenza dì Luigi Ronga e con forza. Riscattato 08,lvolta dal sa l'effetto di una preordinata la poco nota e< 1\1:essadell'Inco- suo genio, ma viziato dalle ori• pienezza d'espressione. ronazione » alla Chiesa di San• gin.i. Anche se per più di un EgJ,i è ben 1ontan'O dal ripri• ta Maria dell'Anima, le mam- dato si rifiutava a laS<"ìarsl stina.re tal quali le fonne del festazionl mozartiane previste cosi inquadrare. passat o. Né ta nto men o rinun– dall' Accademia di S. Gecilla Restando ne1l'ordine del con- eia a contra...<segna.re le mate– hanno subito ouiminato nella tingente, val la pen:, di rìcor- rie di cui fa uso. Si t r:.tti de– esecuzi one della -Cleme11za di dare per primo di quei dati la gli accenti 1ampeggia.nti per cui Til.-0 a.li' Argentina. domenica imposizione .del libretto. che, Vitell,ja ricorda nel suo canto scorsa. S 'intende che non son dal confronto della versione Don'Anna o di quelle tenere mancati coloro che hanno ob- modificata che musicò Mozart timbrabure dei corni di ba...soot– biettato ancora una volta sul con l'originaJe di Metastasio. sì to e degli arabeschi argentei fa.tto di trasferire in concerto dimostra assai meno coerciti- del clarinetti, in un'orchestra ciò che fu destinato alla scena. va che aJ primo aspetto. OgnJ a-ssa.ipiù semplice che nelle al· Ma l'obbiezione questa volta è documento manca sulla colla- tre partiture operistiche dèlla invalidata d al con tegno di quei borazione che poté correre fra sua ma,turità. la sua J:lresenza teatri con i qua.li si sarebbe en- il compositore e Caterino Maz.. è sempre sensibile. Riconosci– tra.ti in c onco rrenza.. Grande ~là che apprestò le modifiche bile egualmente nell'invenzione impe rversare di « Flauti magi- del testo. Ma. se il fine della delle idee. non· già a.ffaUcata ci» in questo 1956: bicentena- nuova redazione fU di aggior• o esausba, m~ pronta a scorre– rio della nascita del Maestro. nare iJ dramma scritto nel re con freschezza st'fgiva. Sia .Teorie di « Don Giovanni», 1734 ai mutamenti del gusto che pieghi a far rabbrividlre « C05ì fa.n tutte», « Nozze di avvenuti anche Ife! feudo me- il limpido specohio delle armo– Figa,ro ». «Ratto a.I serraglio»; tasta.siano della corte di Vien- nie con le rapide modulazlonJ e quando proprio si è voluto na. biscgna con"enJre che nel- o che unbeva la fra~ di do– battere strade meno note, 10 lo stenderla Ma.zzolà dette pro- lente ainarezza come nella pa.r– « Idomeneo n che è scelta anco- va di singolare intuito nel pre- te centrale dell'aria con cui Ti· ra largamente legittima. o « La venire le esigenze del suo :nu- to s'attrista della solitudine del finta semplice », candido frut- sicista. I! quale non mancò potere; sia. che invece svetti pri– to del compositore dodicenne, d'altronde di mostrarglisi gra- maverile in puro canto. eh.e Io è assai meno. Ma salvo to. Nel suo catalogo. accanto<? E nondimeno ciò parve non errore. nessun ente lirico a ce- alla Clemenza di Tito annoto sufficiente a difendere ia tota– dere non fosse altro alle sug- infatti « ridotto a vera opera.» htà del risultato e soprattutto gestioni di un!L fast05a._ regia, e_ in tutte lettere li nome del a far accogliere ospitalmente richiesta, invece che subita, dal r,duttore. Un onore che neppu- ne;,pure dai suoi esegeti più de– contenuto del Tito. Dove si di· re concesse aJ Da Ponte. voti l'immagine di un Mozart mostra che i pregiudizi della I tre a.tti porta,ti a due. le arcaico. Inquietante in specie cultura incidono sulla pratica parti destinate al recitativo per chi pur descrivendo la sua della musica assai più di que, sfoltite e così anche le a.rie, a arte come sboccic.t.a dal Settt>– che si usa credere. Giacché nel- patire del!' aggiornamento fu- cent-0 a una miracolosa peren– Je cerchia della orìtica si è crea- rono Je spaziate cadenze del· nità di sensi la volle precorrì– ta. l'atm05fera dl reticenze e l'architettura scenica concepì- trice del Romantimsmo LIBRI D'AR~·E * DIECI LITOGRAFIE ORIGI– NALI di Ciarrocchi. Gutl.nso, Levi, Maecari, I\lafai, Omic• eioli, Purificato, Vangelli, Ve. ~piguani, Zi\·ieri i testo di Fortunato Bellonzi, Roma, li Torcoliere, 1955. Le litografie raccolte in una elegante cartella sono state ti– rate in 96 esemplart numerati e firmati dagli autori; le pie· tre sono state cancellate. Giustamente a Bellonzt nel· la su.a breve presentazione plaude all'iniziativa del Torco. liere che ha curato questa pre– gevole edizione. Non siamo più u.s-i, operati dalle tricromie, quadriqomie, esacromie, tan– to spesso tanto poco poco fe– deli, ai gusto sottile e di/liclle del bianco e nero, al linguag• gio monocorde di un disegno. Mentre invece il, ricco sostrato di emozioni che un disegno su– scita in un lettore attento al tessuto grafico dell'arte ha la purezza di un racconto toccan– te e intimo, se11za che quella immedtata adesione vada a dt!· trimento dell{L- poesia più vera èhe può essere nella robustez· za, nella gracilità, n.ella esat– ta compiuta delicata stesura del disegno. Le dieci litografie raccolte in questa cartella sono altret– tante testimonianze dell'ar(e di quet maestri del disegno e ci piace che abbiano a/lida– ta alla sua nobiltà il messaq. glo singolo e singolare del loro essere pittori. Ci auguriamo di . vedere più spesso simili pubbli– cazioni che arncch.i:,cono le bi– blioteche di esemplari rari e largamente educano al gusto elegante de! disegno. ANTONY DE WITT: I mosaici del Battistero di Firenze. « Le ., storie di S. Gi.o\lanni Batti– sta ». Firenze. 1955, pubblka. to a cura della Cas~a di lii· sparmio. di dubbi intorno all'ultima del- ta d!Ll Poeta Cesareo, a bene- In realtà il rilievo dÌ perso– le opere di Mozart; risolta da.I ficarne l'ordito. reso più snello naggi per cui anche van cele– meno esitanti coi _concedere al: e msieme p1u complesso. D1- bri « Le Nozze dì Pigaro », li la Clemenza di Tito natura d1 sposto. m breve. per dare mag- « Don Giovanni» il « Ratto da•! oratorio. Una scappatoie., s'in• gior ag io di a rticolazioni alla serraglio>> è asse'nt.e nella Cle– tende, essendo ope:ra bell~_ e music;a attra.ve~ la . (requen- menza di Tito. Né ne prende il buona anche se sena e all 1ta- za d~1 1>ezz1a p,u voc,. Laddo- posto la magia di giochi arcani liana, ovvero del tutto settecen: ve I ongmale non pre~edeva che 8 vvolge e in gu<elche modo tese.a; me aua quale_ J)OS.SOno d1 neppure un duetw, ecco mfatt1 affratella « Cosi fan tutte n e il I dmtto apJ)ella.rsi i dlngent, del- che La cl~menza di Tll.-0 dJ "Plauto magico,,_ Accettando l'Accadem.1a romana. Mazzolà-~ozart ~e offre tre, un vecchio dramma di Metasta· Ora non è forse superfluo a.ltrettant, terzetti e !'Il qwn- sio, rimodernato nella veste, ma E' il primo libro che Ulust ra,• ripercorrere la storia per som- tetto e un sestetto nspett1v~- !mputato nella sostanza, Mo- e quindi ne consente lo studw, mi capì di un sunlle atteggia- mente c_ome!mah de, due att,, zart si uniforma al mondo di i mosaici della volta de! Bat– mento. prima di riferire quel- Si magistrali, questi. da fa~• idealizzate parvenze su cui li :1!~er~efi :;:;.~7;~- !;e;:,:)tadet Jo che lo g,ustifìca o ]o smen- cons,de_rare frad lalepagmtoel ìa poeta regnò, esaltato a.Isuo tem- l'arte del moso,co tn ItalHt, rio– tisce. alla prova . del! ascolto. por~e m un 1 e e an og a po quanto vUipeso poi. Ma nel Stona che poggia Indubbia- del! OJ)erista anche da coloro rientrare In quel mondo quan- :::'o,·R~v. e,qz~:f ~i:et si~,g~f~~~-. mente. per una parte non tra- che diffldarono _del resto. . do -u gusto già ne rifìutnva 1 ca- scurabile sulla. schedina b10gr:v Ii qumtetto d1 una concez10- noni e la propria arte era nutri- un'arte del mosaico tutta no- fica del lav~ro., ne che r1af~erma la coscienza ta da esperienze diverse la sog• stranrz, di un mosaico, d1rem• Alla meta d agosto del_ 1791, dra.mma.t.urg1ca. di Mozart, col ge~:one de<!Maestro diviene per mo. fiorentino, che prepara al· quando aveva _quas, terrmnato contrast";re. ag,tat,o d~l perso- cosi dire elettiva. Oltre a~U ar- la pittura del '300. S; Intuisce il «_Flauto magico)) e ~tava JJe:r naggi. aJl.inizio e I unita 3 1 ri· tifici e le convenzioni, egli sern. ;~mft°~~~:z~h:i dgiue;;?m/tl~~~ accmgersl al "Reqwem "• il to llcu, da !lui ogoA,pdasstan o ha: bra cogliere la congen•àlità in- r,· ,·n,·•,·at,· ,,e1 maqg,·o del t'.-'5 compositore aGCettò di scrivere l'A egro a o n an e pere e . . . · • l'opera per l'incoronazione dJ unico è lo sbigottimento sotto tima tra gli ,deah a 5t rattl del !'opera fu co11dotta a termi11e Leopoldo II a re di Boemia. l'incubo duplice dell'incend,o e 1:<:atrometas t asiano e II so~no nel.la teraa decade de! secolo Già sofferente del male che della presunta morte di Tito, d u~a vita !d_eahzzata che_oe,en- s~cc esswo. Siamo nel vivo di nel dicembre gh troncò la vita, fra il lamentare del coro invi- tò I an1;abihta del su~ gemo. un periodo orave di rlsoluzib11i ma allettato anche dai 200 du- sìbile. Mentre la serenità lu- Com e _noto la..sub,tanea mor- per la nostra storia artistica cati di compenso nelle stret- minosa del genio mozartiano te cli Ench Kleiber ha cos;ret- i e 1a presen•à di questa fatica tezze economiche che l'assilla- splende nel sestetto face;1d_one ~~i~~~ ;rJ;;;a!~tfi~ii~~ o.lt~ assunta in termini di tanta va– vano, parti ,mmedJa.tamente 11 degno coroname;1to d, una to p -~u g n - 1 c stita dai committenti sta a ,.. ne Praga Ed ivi l'opera. fu clemenza leggendaria Due pez- revi," a sos I wr o. om, . . . . pu~tualmente rappresentata il Zì giustamente famosi. Tali an- pito di serio impegno ch'egli ha gnzflCare l'alto onore, in cui ., 6 settembre-dopo poco più di zì da poter muovere da essi puntualment~ a~lto, forte _an- teneva ,1 lavoro del! arte. venti giorni dall'epoca in cui una rettifica di giudizio sui va, c~e del p_nv1le~10_d1 aver mi- Tutto nnterno del bel San la commissione aveva raggiU;D· lori dell'int~ra creazione.. zia~ la rivend caztone recentA Giovannt è decorato a mosai– to l'artista Oltre a.Ila eccez10- Invece d1 momenti isolati. del. opera prPsentandola alla I co e la volta ottagoale è diVI• na!è brevità del tempo allo espressioni nobihss,me ma enu- Radio. Per quqnto tutti e se, i . . f d ll 1 stiÌno~o dell'ordinazione,· l' otr cleabili sen~a daru:io, l'~~o .e cantan~i si siano ~mostrati im: sa in set asce una e e q'la /• bllgo che la stessa commissione l'altro a.ppa1on? de,: vert1c1 s1, oegnaf, nel coa<lmvar!o, quelli appuTCto. rappresenta le star e implicava di musieare un li- ma mseparabU, dall'ms1t>me. I. che si dimostrano p1u a loro dt S. Giovanni Battista. V, bretto scelto da altri e il fatto loro darsi essendo preparaln a~ìo_ per lo stile ed il timbro qlleste tratta la pubblica2lone di aver avuto a collaboratore nelle acene che li precedono mentano di essere alrr>Pno r1- dì Antony de Witt. Un merito il discepolo Stissamayr (in ve- ancora secondo .quell_a stra te- mrdatJ. Tali,. li te_nore Herbert speciale det libro è la docu– rità sembra solo per i recita- g1a tutta propna di Mozart Ha.ndt_. dal! mtell_u,;~nza. inter-1 mentazione fotografica d!fli– tivi cc secchi»> incoraggiarono che nel mentre continua a pro- pretat1 v:t notev"hll;'c;;.una. 11 s<> colto d t l' . · 1 l' 1 a configurare 0 queJ ritorno di cedere apparentemente per epi- pra.no Esther Orell. J« mezzo sa, a a amp,ezza e a.. Mozart a un genere abbando- sod1 singoli va in que:li prepa- sopra no An,.,, M•r<a Rnt~ tea.a della volta del monu- na.w a.Ile soglie della sua ma- u,.ndo lo stat-0 d'animo culmi- EMILIA ZANETTI mento. ACeracchini eBiancini i Pre1ni d' Art;e Sacra della "Pro Ci vitate Christiana,, * tli GIUSEPPE Sl'IOHTlt\ìO Nell'istituire un premio<icquisto per opere d'arte sacra esposte alla VII Quadriennale d'Arte, la Pro Civitate Chri– stiana di Assisi impic~tamente riapre un discorso sulla possib]ità o meno di un'odierna arte sacra; lo riapre e in un certo senso lo conclude offrendo la concreta testimo– nianza di opere in pittura e in scultura che documentano la ,~italità dell'ispirazione religiosa. 1 La giuria del predetto premi<>-acquisto si è trovata dJ fronbe a un buon numero di tele e di sculture che, se non altro, res?,irano su un piano di dignità a,rtlstica; e ad altre opere che, superando la dign:tà, attingono più o meno i vertici della realizzazione estetica. Il pi 1 ttore che subito Si è imposto all'attenzione dei giu– dici è stato Gioberto Ceraq:hini, che da parecchi anni de– dica 01l'a.rte sa.ora le sue migliori lorae, producendo opere senza dubbio geni-8.J>i. La. pittura di Ceracchini, che respiira in un ohlma origW1a1lmenteatavico, è documento costante cii una profcnda consapevolezza degli odierni ,problemi fi. gurativi: il risultato è sereno e scatta,nte nello ste..<.so tempo, ta,nto nelle figur{! quanto nei paesaggi. La finitezza - e anche lia. sana finezza - del suo dipingere, d'altro canto, non vieta la partecipazione fan tastica dell'ossenratore: non è quello di Ceracchini un e < fini.re naturalistico>> ma un'intima esigenza dell'artista di C 1definirsi»,evidente nelle migliori o;,ere degli artisti autentici, e che si chiama. C1clas– s1cìtà >>.Class1co, quindi, Ceracchini in confronto a,i conati romantici e post-romantici di buona parte della p-ittura contemporanea: classico come tutta quell"arte che riesce a superare ognj dato cronachisti<:o ed ogni tentazione lor· tnJ.list:ca per inserirsi prospetticament e nella storia. L'opera premiata, dal tiitolo Sacra / amigl.ia, è - con Na· scita della Madonna e con Confidenze dell o stesso autore - di valore estebìco positivo per la sobrietà dell'imp-ianto architettonico, 11 ritmo nel quale vivono le figure ed il perfetto equilibrio compositivo. Un'opera, in altri tennin~, piena òi misura, coerente, singolarmente semplice, e hl cui tossuto grafico vive all'uni.sono con i eolori. Dovendo scegliere fra: le sculture da prem,iare, è stata forse un'esigenza da.. parte della giuria fermarsi sulla cera• mica A nnuncia2i.on.e àel faentino Angelo Biancind. Il Biancini appartiene. a.Ila selT11Ilfe più nwnerosa e n• torosa schiera (ricordiamo Zauli, Visani, Mattucci, Baita.Ilo) che nell'Istituto di Ceramica di Faenza, fondato d,al com– pia.nto Ballardini, hanno avuto il loro centro propulsore. Alle qualità dì gusto e di perfez ione artigiana, il Biancini aggiunge una sua. pa1"ticola.re predi:lezione di scultore il cui « maniesismo » deve essere inteso in senso buono. La modulazione plastica di questo artista ubbidisce- a una poeticità che a volte è poesia; -i suoi accenti sentimentaLi a volt-e penunciano un vero e proprio sentimento. Si tratta comunque di catarsi parziali che, senza annullare la pre• senza di modi e dì moduli culturali. danno alla sua opero una nobiltà. Come, se vogliamo, acèade per la premiata Annuncia– zione. La bellez.;2)1 della materia ceramica, la suadente leg– gerezza del modellato e la sfumata vaghezza delle e,pres– sioni f~nno deU 1 opera biainciniana un esemp:are degno della p,ù schiett,a sin,,;,a,bia. C'era, fra le opere fedeli al tema proposto dalla Pro Civitate Christiana un'opera di maggior rilievo di quella del Biancini? ' I due prami-acqu~sto minoroi sono andati allo scultore Antonio Biggì per il bassorilievo Gesù restituisce la vista al cieco, op2ra amorosamente modellata, e al pittore Giu– seppe Canali per L'Annunciazwne, tela cromab!..camente coerente. Ma la. giur:a; nel mettere in rillevo l'alta qualità di m_olteopere d'arte sa.ere non rie·ntrate nei temi proposti per 1 µremi (citiamo a titolo esemplificativo la Crocifis– sione d1 Alfio Castelli), ha inoltre delibetato l'acquisto della scultura La Crocif,ssione, di Agenore Pabbn. S1cchè, come abbiamo detto, questo priimo concorso di arte sacra, in seno alla più grande mamtestazione artistica nazionale, ha avuto un esito schiettamente positivo. Al– l'artista, quando è artista, nessun argomento rimane pre– cluso; solo mentalità settarie, eta oltre un secolo a (luesta parte, hanno potuto credere o far credere il contrario con lo specioso motivo che il sentimento religioso esula orma, dai nostri interessi. Mentre è vero proprio 1J contrario: in un'epcca. senza dubbio dranunati-ca come la nostra, quando forze che potrebbero rivela,r,ii incotrollabili minac– ciano l'esistenza. dì tutti, lo spirito um"'no tende a rifu– giarsi nella fede, in una fede che lo faccia persuaso dì una vita oltre questa vita. Un « e redo» legittimo, più cli ogni istanza economica o di ogni altra p0 stulazione. GIUSEP.PE SCIORTINO GlSBERTO CERACCHINI: Sacra farnigli:, (part.l BIANCINI: Annunciazione
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