la Fiera Letteraria - XI - n. 5 - 29 gennaio 1956

Domenica 29 gennaio 1956 LA FIERA LETTERARIA Disegni e sculture r LllBRlC D"AJR.'ll'E * Pag. 7 Pa~irw perMessi ENNIO FRANCIA e RINAL– DO CORTOPASSI: • Loren,o Viani •• Firenze, Vallecchi, 1955 - 32 tav. a col., 72 ta,ole In b_ianco e nero, 14 disegni e 40 riproduzioni minori. RADJlO 1\è\.USllCA A lLLA ·*· "Numanzia" di Barraud * di GUIDO PI A MONTE Parecchi anni addietro. quan– do le musiche di Ernest Bloch i11co,ninciarono ad apparire tn i tali a, u,l- nostro originalissimo critico ebbe un'uscita delle sue: Anche la Svizzera - egli disse - ha il suo Pizzetti. .. La /rase impertinente, a ben vedere, era diretta contro Piz>etti piutto– sto che contro tl musicista eloe– ttco; ma, a parte il /atto che il critico citato, cioè Bruno Ba,. rilli, peccava quanto meno "di ingratitudine ~ egli era m/atti il dedicatario della più alta pa– gina ptzzettiana, I Pastori _ !a sua lapidaria definizione con– serva va un margine dl validttti., se riferita agli aspetti esteriori del due musicisti, degni d'al– tronde, e l'uno e l'altro, di ben più al/ro/ondita indagine cri– tica. La boutade baril!iana ci tor– nò l'altra sera imperiosa alla memoria, nel_l'ascoltaresui prr.r gramma Nazionale la prima esecuzione italiana di Numan– zia, l'opera recentissima di Henri Barraud, un cinquanta– cinquenne musicista di Bor– deaux che alla Radiodlf/usione francese occupa un posto atti– ne a quello ricoperto in Italia da Giulio Razzi. Anche la Fran– cia - ci venne /a.tto di pensa– re - ha 11 suo..... Ma non fu aoevole completare la formula– z-1one con il nome di un no– stro musicf.l;ta: e non aià. ner– chè non e1;isfa tra noi un arti– sta di aspetti esteriori affini a auelli di Barraud, ma - al con– trario - perchè ne esistono troppi. E non occorre far nomi: baste– rd. dire che t'opera di Barraud ha un tipico aspetto di casa nostra., sì. da riuscire immedia– tamente familiare all'ascoltato– re italiano: essa potrebbe inve– ro recare ir, firma di uno àei molti compositori italiani che, negli ultimi trent'anni, han dato alle scene gran copia di opere liriche. Di quelle opere che il pubblico ha accolto, e accoglie, con deferente atten- 2ione, quanto senza soverchl entusiasmi; e che la critica ri– conosce pacatamente come ner bf/1 espressioni di artisti probi ed esperti. DI quelle opere che costituiscono un.a seria preoc– cupazione per gli amministra– tori dei teatri, rimbalzano ini– zialmente dall'uno all'altro en– te autonomo, e spegnendosi 'P(Ji senza residui. Resterà per l'autore la con– ferma di una sti.ma e di una considerazione che si concrete– ranno non già. nella ripresa desiderata di quella medesima opera, bensì nella commi~sio• ne, da parte d'un editore o di un teotro, di un nuovo spar– tito, da pres•ntare nelle ven· ture staozoni con l'etichetta vistosa della novità assoluta. tale da scomodare Abbiati da Milano o Pannain da Roma. Poi l'opera nuovissima seguirà le ukende delle -precedenti e scomparirà. nel sileniio. ma senza trarre nei aor(Jhi il no– me dell'au/,:ire. ln cui repufo– èion.e sar,ì tosto rinverdito dalla commissione di un terzo spartito, e via di seouito. La recentissima Numanzia di Henri Earraud - nevocante Le drammatiche vicende del– l'assedio e della conquista del– l'omonima città spagnola da parte di Scipione E7lltliano - si iscrive appunto nel novero di quei lavori che non obbedi– scono ad alcun isrno ,n voga, che appaiono volutamente fuo– ri tempo, con quella punto di civetteria che distingue il dé– modé, sì. che gli avanguardi– sti di turno le considerano con commiserazione. Il linguaggio di Barraud è severo, serrato be– ne articolai.o. il suo discorso procede con chiara logica attra,. verso costru..ziont sapienti e pro– spettive dalla precisa messa a fuoco. Più che un'opera, /orse, un oratono di robusta struttu– ra, in cui le aspirazioni dram– matiche sono a tratti solcate da al/ettuose venature melodiche, da contenute espansioni senti– mentali. Un lavoro di grande impegno per i'autore, non meno che per gli esecutori, egregiamente gui– dati da .41/redo Simonetta· ma Insieme un lavoro di tutio ri– poso - in virtù appunto della sua atmosfera di famiglia _ per l'ascoltatore ita!Lano. Tan– to di famiglia che, ad audizio– ne conclusa, sembrava inevita– bile il codicillo del ritrovo di fine teatro al Bit/i o alla ta– verna delln fenice. nella /esto– c:ità mnrlProta rhe qcrnmva1Jn'l. da noi i tranquilli battesimi di tante opere nuove. GUIDO PIAMONTE

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