la Fiera Letteraria - XI - n. 2 - 8 gennaio 1956

Pag. 6 DE\ JAZIO~ [ DIALETTALI (Conttnuaz. da pag, 1) ca, i·n1itolata appunto Qu,a,rta Generazione (Magenta, Varese, 1954 l. ~er, U criterio di scelta seguitovi, banto neUe In- .clus(on1 (,n numero di trentatrè) quanto ne-Meesclu– s10n1 (non m<:no n~1merose), essa si configura quasi come la continuazione cli quella dedicata daill'Ance, sch1 e da!l'Antc_>nìellialla lirica <nuova• delle prime tre gene1az10111del nostro Novecento. LJ linguaggio poetico è presso a poco lo stesso, quantunque più con– sumato: più stanco, più Inerte, nonostante le 8.lffer– maz!oni e le Ulusioni in contrario, D'altronde i tren– tatre autori prescelti non formano, neppur cosi un gruppo, E dunque guade significato si deve attrib'uire ";Lia loro designazione complessiva di Quarta genera– z10ne? Perché ne assumesse uno panoramico sarebbe occors'? prescelfliere gli autori anche in alt~i settori, maga,n opposti. Ii che invece non è stato fatto e 1;Toppis~no i polèt! che !JOnha•nno trovato posto nel- 1 !"ntologia. Vogliamo ricordar!;? Spesseggiano spe– c1alm_ente tra i Neorealisti, eccezion fa~ta per iJ VJ. scon,t1e per qua!lohe ra,ro seguace cleN'istanza sociale. Atten~1amoci dunque a segn_alare una più adeguata scel:a dei seguaci, aderenti o simpatizzanti, dell'una e d_eUa:IL 0 a tende,n?",. avvertendo in primo luogo che i i1nuti_cronologici f1ssabi dal Maori per la QuaJ1,t,age– nerazione escluderebbero tutti i nati ~ra il 1915 e i1 1921 e secondariamente ohe ben pobrebbe esservi ln– ~rcalato quaJche autore già cita,to in ra,pporto a!Ja 1st:ainzareligiosa e all'ista•nza sociale. Tra I Posternnetici: Marcello Lancli (Cecina In Maremma: 1916) Romeo Lucchese (Treviso: 1916) Orlando Pier Capponi (Roma: 1917) Elnzio Cent:rangolo (Rutino salernitano: 1919) Renzo Modesti (Como: 1920) Nelo Risi (Milano: 1920) A!]g<;lo Romanò (Mariano oomense: 1920) G1ac111toSp«gnoletJti (To,ramto: 1920) Blagia Ma,nnit! (Ruvo d,i Puglia: 1921) Brun~ Nardiru (Scarperia di Mugello: 1921) G1org10 Orelli (Airolo nel Ticino: 1921) Alndrea Zanzotto (Pieve cli Soligo: 1921) Bartolo Catta.fi (Barcellona di Sicilia: 1922) Luciano Erba (Mi'1ano: 1922) Giam Domenico Giagru (Potenza: 1922) Gian Canio A'rtoni (Panna: 1923) Giuseppe Guglielmi (Bari: 1923) Roberto Roversi (Bologna: 1923) Luciano Budigna (Trieste: 1924) Giovanni Giudici (Le Grazie di Portovenere: Paolo Volponi (Urbino: 1924) Maria Luisa Spaziani (Torino: 1925) G(an Piero Bona (Carigna.l'o i,n Piemonte: Gian CarJo Conti (Piacenza: 1928) Domenico Naldini (Casarsa Friulana: 1929) Alda Meriru (ll1ilano: 1931) Tra i Neorea11isti: 1924) 1926) Antonio Guen-a (Sa,ntarcangello di Romagna: 1920) Mario Vi~CO'llti (Mila,no: 1920) Tommaso Giglio (Pontecorvo di Frosinone: 1923) Francesco Leo netti (Bologna: 1924) Luciano Luisi (Livorno: 1924) Elnzo Mazza (Roma: 1924) Cesare Vivaldi (Imperia: 1925) Renzo Giacheri (Torino: 1926) Giovaami Al'!)ino (Pola: 1927) Eìmilio Jona (Biella: 1927) Emilio Tadini (Milano: 1927) Emilio TummineHi (Milano: 1927) Michele Parre!Ja (Laurenzana di Potenza: 1929) Giuseppe Tedeschi (Vallata d'Irpinia: 1931). E ai seguaci del Neoreai;smo, Populismo o So– cialismo che sia, Si deve riconoscere la decantata <facoltà cli ria,scolta,re la voce irridudbile, di rife– rirsi al senso perenne di una terra itailica 1 antica e vera quanto il mondo>: la decantata facoltà <li un « ritorno alJe origini, aJJe radici, al terroir, iJ1somma all'umile Ital!ia cli cui cantò il maggfor poeta •· Fa– coltà, pera,Jtiro, più asserita che d•imostJrata nella do– cumentazione o.fferta•ne da] Chiara e dal!l'Enba; e proprio per non averne voluto cercare esempi tra quelli del cosiddetto <stile eia traduzione>, a,ntler– metistico per programma e per ispirazione. Inoltre non è da escludere che qualche supple– mentare segna~azione pobrebbe vica,val'Si da un'ulte– riore ricerca neLle già cita te antologie e colJezion i (Mondadori, Guancia, Schwa,rz, Uba11 din i, Ca mzoniere, Meridiana, Girasole, Pesce d'oro, Au, smi.ia, Raccogli– tore ecc.) e viviste (Letteralttra, Batteghe oscttre, In– ventario, Politecnico, Paragone, E~perie,,za poetica, Poegia nuova, Strada, Situazione, Montaggio, Mo– me-nti, Presente, Oa1nmJino,Archi, Galleria, ecc. ecc.). Ricordiamo, fra gli altri: Almansi, Angioletti, Bale– stra, Carpi, Chiavacci, Crimi, Crov.i, Dicl<li, Ferretti, Frattini, Gramigna, Magli, MaTcucci, Mazwcchi, Me• le, Rigola, Sermonti, Soavi, Tentori. Tutti poeti? Non di certo: e i,ruf'a,ttineppure nel– l'antologia tlei diciotto N11ovi poeti (Valleochi, firen– ze, 1950), scelti e presentati da Ugo Foscolo, ritrova esauriente attuazione la novi·tà dei propositi e degli intenti. Dei diciotto, una èozzina rientrano nelJa Qua'!'ta generazione. Ma anche qui: quante d-istrl11zio– ni Si potrebbero fare. Con qua1Je risulta-lo? Trattan– dosi di poeti ancora in formazione, in sviluppo, in progresso, ci vuol cautela nello spa,rtirli e nel riac– costarli. * E appunto con cautela Lucia,no Anceschi ha ulti- mamente rinllracciato in Linea lombarda (Magenta, Va.rese, 1952) le testimonianze di < una pa,rticollare disposizione lombarda della Hrica nuova> nelle pro– ve di una < poesia che ri•trova · gli oggetti e, nello stesso tempo, raggiunge iJ massimo cl'intensrtà, per immagini rapide e senza ricaclute nel d•iscorso >. Una < poesia in re>, non una « poesia ante rem >, in cui • il colore del suono nasca come dall'immagine, non l'immagine da•! colore del suono; una poesia che non sia poesia dell'idea di poesia, e neppure una poesia ante rem. Oggetti intensi e ca·richi fino a fare deN'im• magine un simbolo, con certi riferimenti a realtà e situazioni familiari, e con certe maniere d' intensi.fi– oazioni legate a convenienti ricerche di lessico, alla precisione cronologica, o geografica, o ana erud1zione diversa e stravagante, o a singolari novità di ritmo, senza ricadute nel disc orso, m a per veloci nudlei es– senziaJi connessi solo al.le regioni di una sintassi affatto poetica ... Una poesia che si faccia corpo, che si possa vedere e toccare ... E nessuna resa alla na– tura, alle macchine>. Prese le mosse da Vittorio Sereni del 1913, l'An• ceschi offre un'esemplificazione rlella e linea lombar– da> che, insieme con Roberto Rèbora del 1910, com– prende quattro autori della Quarta generazione: Erba, Modesti, Orelli, Risi. Ma a questi esempi se ne po– trebbero aggiungere altri, e tutlti starebbero ad esclu– dere che si possa parlare di una scuola, di un gruppo; in quanto, < semmai, - commenta l' Anceschi - si tratta di un'amicizia nata dalle disposizioni comuni, dai comuni affetti, dalle comuni mitologie ... >. E po– trebbe derivarne - aggiungiamo noi - la tentazione cli rintracciare altre e linee>, purché al.Ja .stessa stre– gua di non oltrepassare e una pa,rtioolare disposi.zio; ne> regionale della lirica nuova. Quante altre reg10111 non sarebbero in grado di rivelare un carattere, un elemento comune nei propri nuovi poeti? <Talvolta, il poeta moderno è eloquente, sembra, - avverte Qua,;imodo (Fiera letteraria, 19 dicembre 1954) cioè, che discorra col mondo raccolto in un pae– saggio ristretto (la sua terra): eloquente, anche se H suo tono è basso, familia'l'e. Sono uomini del Sud, spesso; della Luca,nia, degli Abruzzi, delle Puglie, del– le isole, che, avuta una eredità terragna e feuda,le, aprono i loro dialoghi dTitti e netti sulla loro sorte. Non hanno infanzia, né memoria di essa, ma catene ancora da rompere e concrete realtà per entrare nella vita culturale della nazione ... Faremo un giorno una carta poetica del Sud ... Là forse sta nascendo la permanenza della poesia ... > E cli <linea> in <linea> si potrebbe legittimamen- te passare dalla< lombarda> alla e piemontese>, alla <emiliana>, alla < triestina> o <giuliana•• alla • lu– cana> ...: senza a·l'bitrio, e recando per ciascuna esem- pi in suffragio della rispettiva caratterizzazione geo– grafica e sociaJe, letteraria e spirituale. Ma resta da stabilire se nella <lombarda> e nelle altre eventuali <linee> (volendo ricorrere a tale criterio distintivo) sia dato avvertire qualche • presentimento del nuo– vo> tenuto presente che, per quanto ciascuna e linea• abbia fatalmente il suo punto d,i origine ne!1J'antico, si trova oggi a dover pur sempre attraversare un periodo di transizione, E chi cerca di farlo col vec– chio linguaggio; chi, col nuovo. Occorre forse preci– sare eia quaJe parte sta il maggior rischio e, in caso favorevole, il maggior merito? ENRICO FALQUI (Continua) ' LA LA ·F I ERA L ET ,TE RA R I A ART QUADJRJ[ENNALE }(,._ D"ARrJrE L'ontologia dei ,naestri eon.elude uno • 9enero:1one / t t Domenica 8 gennaio 1956 SYKES (Cont!nuaz. da pag. 1)

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