Fiera Letteraria - Anno X - n. 30 - 24 luglio 1955

~ag. 6 L .\ I· I E K A LE T ·1 E R ,\ RIA Don,enica 24 luglio 1955 "JL SUO MODO DI Ct\MMINARE TRA DUE COMPAGNf, CHE H.\N NOME ORGOGLIO E VAG\ PAURA,, E Il Moretti la npete più tar- ,-------------------~ di In altra tonna: «Quando si impara a scrivere s'impara an– che a non scri,•ere più•. Sono verità piuttosto psico– logiche che pr11.tlche. E' l'ani– mo che si fa difficile, sfidu– ciato, e spinge al dlsam10; ma ln realtà, quando s•~ Imparato a scrivere è Il vero momento di scrivere. li tutto sta In ch!arirtsl che cosa s'lntende per Imparare a scrivere. Cl può es– sere utile Imparare anche dal contadino, ma quello che egli cl fau:n~hs:,r:~;t~~ !J~t~ è d~ plu limpidi nostri, e pertanto tutta la vita rimasto In guerra a rendere più perfeua questa limpidità. Innumerevoli volte ri– corre, In queste sue pagine re– centi, l'accenno ai lavori dl re– visione, dl ellmlnazìone,di »cel– ta, di scarto, che con la pena quotidiana di chi scrive con la coscienza di ciò che vuole otte– nere. SI può congetturare, qua– si a passo a passo, la via pe.r– corsa per auivare a certe so– stanz.l.alìtà, a certe giW1te mi– sure, a certi accorgimenti, a certe scaltrezze che !anno la &"rande maestria di tanti ca– pitoli Inclusi nel nuovo libro, cosl semplici all'apparenza, e agllmente !llatl. E il prosatore che ha Imparato a scrivere co– sl, si sentirebbe ora di non 5erl– vere più? Malinconie, civetterie dl rinuncia, momenti psicologi– cl delicati; ma nll'ora buona e aana egli 5Crlverà sempre. E &aprà anche leggersi con 50ddls!az:lone, dopo aver fat,. to Il difficile. La prova mlgllo– re è In quel .:quaderno delle memorie • che chiude que1to libro dal titolo patriarcale, Pa– ne in de&co, e dove 50no rac– colti alcuni capltoll particolar– mente belll del suo passato, Prose affettuose, prose anche prorondamente commOMe,come una su la madre e una anche più ammirabile sul padre, pro– se in cui l'autore stesso rlconc; sce una certa sua classicità, una sua armonia dell'anima e del pensiero che la esplora. Lo umorista d'oggi non smentirà queste prose, le ha In vene– razione: e quanto ad arte, per altra via, non sta loro ad– dietro. SILVIO BEN'CO Dall'archivio di Cesenatico ·* Ferdinando Martini e « I puri di cuore» Mon,ummano, 2 aprile 1923 no~ 1 !~e~~~a S=~jnr:r:i11: gere t Puri di cuore quando ml ilunse Il Corriere della Sera con l'articolo di Ettore Jannl. Non so dlrLe come fui lieto del giudizio che Il critico auto– revolissimo dava del Suo ro– manzo e dello. • pacata sere– nità li dell'Arte Sua. Della quale lo 50no un molto persua50 am– miratore. La Voce di Dio e I Puri di cuore sono due bel 11· t~· :~e ~r:u::roc:~~n:~~ vfoono; e vivono In ambiente mautrevolmente descritto. E :~::!1:,~nn!~mf.1 1 nf;n~r:: ~:; dalla prima alt'ult.lma pagina la cosclenzo. dell'artista è sem– pre vigile e scrupolosa: e nulla Pliramente tralascia o concede. La ringrazio d'avermi procu– rRto tanto compiacimento: Le ~r~ne 1 :u~~ 0 1 esi~~i"nct°; dlmcv;trlno tenuti nel prtJlo che meritano Il Suo Ingegno e In. squisita arte Sua. Il dev.o Martlnl * L'ultima leuer;i di Ada Negri • Milano, 8 gennaio 1945 Caro Marino, dalla vostra ul– tima Jetteru capisco cht! vi sie– te procurato a tempo una stu– fa per la vostro camera e legna ,umclente per l'lnvemo. Chi sta fnmo a tavolino non può rimanere nl freddo. Fons amori, e la raccolta di prose stanno sepolte nel cu– seuo. Butto giù - con matita a carboncino per vedere ciò che :~::i°o ; tttrare;!~~~l~l~I e SC:.t ~lj!J~~ ~t~n~b:~t/~ 1:1v: duta a rifatta. Ma la mia ,•!sta non me lo permette. Mi fanno 1~':'!1 rae:!a. 0 brtr:~~~:a. i : che cosa cl porterà la prima– vera? Addio: a.adlo ml!le volle, ~ me (\-'01 me lo ricordate> dlce– vL l,,eop&tdl. Ada DA "LES NOUJIELLliS Ll1'1 ERAIRES,, DEL 1938 * UMORI ESEGRETI D'UNO SCRITTORE * di PAIJI, IIAZ.tllCD 1954: A PROPOSITO DEGLI "UOMINI SOLI,, Cuor meno tenero penna più scaltra di EJIILJfJ CECCIII 1955: RICORRENZA LETTERARIA Cesenatico e Firenze * ,li CAHLfl BO La plU ttcente foto di J\tortttl ton un barcaiolo Pancrazi 1950: da "I due fanciulli" al "Pudore,, Tra t molti artfcolf e saggi &ht U Pancrazi dedicò a Marino Moretti abbia– mo 1celto que,to che, ,e non eniamo, t ~1/:~~:t~m8rf1~? 1 '::: P~i~ni::r»J.l'~~: l'aggiunta di alcuni periodi non entn• zlall qui trala&datl, ,ara compreso nd vo.!ume poltumo « Italiani e 1tranltrl • di pro111ma pubblicazione nella BJbUo– teco Contemporanea Mondadorl, Giudicando a tutt'oggi può darsi che que- 1to resti il migliore romanzo di Marino Me> !ft!~rz\u'r\l!~h 8 erepf~j! fo;~~l~4;[.à ~Il:~ ,1. Certo è ~n ognJ caso che questo romanzo ll pudore che nprende e porta al suo com– pimento un più bre\·e romanr.o di \·entotw anni fa (I due /onciulUJ, Moretti ha lllll\c• ctato e conclllato due momcnt.t, due stili o due morali dell'arte ~ua. che sembra,·ano ormai fat.rJ d.stanU. 011 ultimi lettori suol, abituati a un Mo– rettl molto o troppo scahrlto, assai e&perto in allegretti sordine e falsett.t, speMO troppu languido e a trnttl ~mece pronto e rapido oome un gat.t.o, mn scrittore sempre un po' chiuso nel eloco dello scrh·ere ...; gli ultimi lettori suol possono non sapere o non rkor• dare che. tra Il una e press·a poco Il '30, c'era stato un'altro cth·erso Moretti che sul 1uo modesto tetto di CesenRUco tene\'e rer• ma una p:ccoltl mR tenRcc b1tndler1t che lo dl.sUngueva cogl dai residui romant.Jerl del– l'OLLOCentocome da quelli che già urge,·ano del No,·ecento. Non polemico, non program– tnat!co. anzi scrittore per deftnlzJone m1tls- , simo e d.; natura aoltanto poetica. Moretti. t>enc.hllsot.tllmente curioso anehe lui del ma- le. pjù di tuut o contro tutU s'era allora Impegnato nell'affermaz.lone o persuasione del bene: un bene. U suo. più speMO fatto :m~:~ai:;"-; 01 ~1::C7!: 0 • t:~P~~f.t~a~: Quasi fine soltanto R se stesso. Alcuni titoli ck!l suol llbrt di allora ( UJ voct: dl Dio. Il ~no della Croce. I purf di cuore) In que.sto senso dicono molto. ma forse dlcono troppO: perché mettono l'accento su un senso rell– gfoso attivo della vita che In Moretti invece c·era e non c·era. .. Più tardi cominciò l' all.ro Moreitl. &.$Sai meno Impegnato nella monale del 6UOI rac– conU. più dllei.toeo o dllett.ante: un Mortt!I direi In vacanze, nak> quas. per reazione a quello di prima. li fatto è che, se non pro– prio la morale, Il piacere e Il senso della ,·Ha In quegli anni gli ,·era ro\'esclato. Mo– ret1l recuperava ora !I tempo perduto (Da Intendere questo con lll del!cate.,.za e dl!Cl""· t1one che si corwlene A scrittore da bell'!). Lo scrltto,-e che l\'C\ a mes.<lO al cenl.J"Odel suol libri tante miti creature di rlnunc!a, donne e fanciulle .sacrificate e quasi sacri– ficali, ora con le nuove protagom~te, ( L'An– dreana. La Vedoro flororantl{. cl dav, 11.at– th·e dbldcrose e \OflllOl§C donne, ben r,solute a ,·here. P'u la sua seconda feilce stagione. Subilo dopo. ora appigliandosi al raccon to di c06tume o documentar.o di cinquanta anni fa (IL /Jocco verde), ora adottando lo scorcio l'Allegretto o H !Al.setto sul casi di OJ(gi, Moretti lllle;Jtcrl lll\COrR lll t,Oml'I,dl– ,·entò p!u gioco.~. lndU6tre ll('l°!t!o:e N.J:l dico do\e e quando, ma a q~ 1 uo punto mJ parr ce:rt.o che ,-gli 111 cadulO anche nella man1en. Nel romanzo d'opi, 1l pudore. Moretti h& 11oteca ~noBian mes.._"-0 In opera un corret.t,h-o forte. quasl un rinsanguamento. tornando nnch 'cgll (come !fl,A Ad nltrt 1ertttor; accadde) alle origlnl. Tra l llbrt del suo primo tempo, quello del Due fancllll/1 era 5tl'lto In ,eritA c.'OAA as.c;algentile. Dentro una sequen,a nar. raL\a molto rapida. ma gracile e come .odi scorcio. quello erA stAto forse 11 p!ù poetico e musicale racconto del primo Moretti. Qua. si un ))C)e111Ctto. Certamente quel racconto MVC\'ft continuato a PRtlnrgll nella memo– ria. Riprendendone ora li tema e I perso. naggl e db,pone.ndoll Questa volta su un p;ù disteso plano ol romanzo, Moretti ha scrit– to Il pudore: che è Il suo primo libro d'al– lora m a. corn e Il nuo,·o t tolo tanto pjù ln• dlcatlvo d.ce. è cosa. ~n~he. nuo,·a e dh·erSR. Nucleo f.' motivo centr11,le del r01ni:tnzo è li duetto prima comergcnte e poi dl\'e:• gente dJ. Santino e di Mlmma. due ragazt chf' si ranno intanto adoJescentl. Oli lsUn– tl e I sentimenti del ,·ln~re e. più ombroso di tutti. :1 primo awerthnento del bene e del male, questa volta 5000 colti e studiali al loro primo RP.Pflrlre, nel momento ,m. oora gcm1!nAle. Lo scrittore ha fortemente &\·vertlto l'R ttranh"a. ma anche. 11'1 poe:.!ca e morale rt.'- ponsabll.tà del tema: è acuto e dolorwamente Acuto . ma Anche guardingo e, delicato. Il suo rAtC"Onto,In altre parti d:\'a,ra, ln Rltre rorsc rlstagnR, mR nf'I duet– to del due ragazzi si fa essenziale, sta alla b'lt.,uta. Quando 11 romanu, comincia. I due raglU'• z1 d1 d,.,·er!tl orlgi.n• hanno però In comune ,:iuello che Phl lmportll ,. QUf'llaeta; Il lo– ro piccolo mondo d1 ~ntlmenti e di affet– ti da u.1,•are. la gelosa difesa del piccoli che, di sé e del grandi, sanno vedono e 50f. trono molte plu rose che I 1ir1mdl non ere. dano. E quella tenerezza, quell'atretto nato nel dolore delle mamme perdute e del pu. dore ol!e5e dlll!e IKmigllc. a loro sembra l'he li unirà tutta la v:ta. Quando Il romanzo finisce, I due rag:lt• ti, dopo cinque anni di collegio. a. 60no rttz'0\'ati: tulto è uguale e tutto dherso . I due rtmclulll di un tempo sl rlt.ro\ ·ano nel &1ardlno del Portuensl. sotto l a L op:t:t• ta Lombt1.rdcsca. Ma non è Pili lo scamb.c– vole addio; è un a solo. Santino Q.Uellase– ra tace, e dlsLratto. Mimma soltanto dice sagge e tenne parole all'amico, al wo com– pognfno chf' l'ha lrad1tll, e I suo. occhi ln• tan,o ,cdono I tetti e le stelle di Rll,·enna attraverso un tacito \'elo di IAcr.me. Il patetico di Mimma e Sant.lno rest.a r:H~~. 1k;o~oaf1àt:!~~ neer:~~a~o t~~~ ~~~co"n~~ M~:i!!a ~~! ~~i,~~!c:U:~lc:e~ Fori\, Santino e il furbo compagno Monte– feltrmo a Urbino. SRntlno prima in M>gge, zlone poi In gala e furba Intesa con la sua matrigna Mottttl è di quel romanzlerJ cui I molti p ersonP.f!gi lns,eme dicono poco. forse l' lut.m.dl& cono; Il suo genio sta p\uttoeto In q ues ti .- A due•· Più prorondo d·ognl altro, perch6 segl"l!tamente accordato alla radice anche quando dh·erge nel Resti. Il ritornan– te duetto di Santino orr,rno e Il padre vc– do,·o: e Il \'IRR(l'.10 del due lii oollea- o d. Ur• bino e già wt pcu.o la.tl\ 060. Il critico non rinunzierà. facilmente all& OOt'as!Oneche questa ,olta ,11 &i dà d1 !le• Cllll' l'occhio nel laborator.o dello scr,ttore. Confrontando le due versioni del romanzo. del '22 e del 50. cl sJ Accorge che questi \Cn• tolto anni non l)ll5.5arono inv11no neppure per Il romanziere MoretU: Il quale ha fRtto nel fmttempo cst>erlenz.e sue ed hu a.nche tenuto gli occhi aw.t sulle esperlen,,e degli altr •. !Moretti è uomo e scrittore assai più ~~r1~a\~v~t1i~u:nfro~f~~rr:!~oe, c~e n~ ~:t! 0 '~~ ~~~1~a!~n::C°rl~~a:ma"!!f l'ultrn. ne òublto. Nel romanzo d'oggi, l'accordo e li° dlsac– oordo di M,mma e SantJno, quel cinque an– ni di colleg!o, le amlclz.Je. la pubertA. l'ado– lexenM cosi dl\ersa nel due (Santino è Inizialmente un timido un inibito, Mimma una precoce ma sa,•IA donna cui presto tut– to è chiaro). questo moth·o del .sesso e del sc1L-.oImpigliati nf'lranlmo, che nel primo romanzo resta,•a quAs, sottinteso e In om– boo. qui ,·tene &\'antl. si pone In luce tem1L Sul delicato tema, I due ragazzi questa ,·01- tA ne sanno di più ldiarlo di Santino. let, tera di Mimma. colloq11!0tra I due); e do– po tnnli analitici e pslcanallat.lcl arditi di t.antl s,crlttorl. certamente più ardito s'è fat.. to anche MoretU. Tutuwla non olLre 11 &e· For~ l~u~~~~el~l;~fKlri ~~~ou:•v~~ messo QUI radlcl a!MI.I più profonde. è cre– sciuto: senta 1>er0 che Il f111!olot,:"lco usur, PP.."-"C al :,entlmcnlO; Il pudore resti\ un ro– manr.o di atrettl. L'altra magg ore no\'ltà del libro e Il n10l– to cresciuto ambente. Ra,cnna e le gran– di e le plcole llitire e l Jont..ml e I ,·1c1n1 rle<>rdJ della 6torla e della ,,11.a ra\·ennate che, nel pr!Jno romanzo. o tace, ano cor– nice o c·entr8\'ano per poco. qui in alcun! capitoli sono ,,enuù In primo p lano, hanno preto autonomia. hanno qua.si narrazione a sé. Prob&bllmente Questo è sta to un errore. Que1110crescente gusto e diletto che Mo– retti viene prendendo alle erudizioni può tal- :~':,.!;~:':!a!~~lzt!~t:· p~~~c~~~ orlgtne e la scelta loro. qu&m sempre conte, rl\'ano qualcosa al suo umane11 1mo.Ques te di Moretti. quando son o troppe. re.stil.no ,•acue o monetane: e Agli lg1u1.rl 1>0!l0nodare di lui un'lmpre..~lone l anxu Jda che. nell'aulmo ,·ero. RII !<oOmlglla poco. Vuol dire che. rl• ,·edendo li suo romanzo (che è romanzo da durare,. Moretti quolche capitolo pot,rl\ toc– carlo 1u1che con le forbici. La novità maggiore. più vera e fruttuosa del libro. resta dunQ1.1equella cosi bene In– dicata d11lnuo\·o titolo. Al romanzo di \·en– totto 11nn1fA U titolo / due Jan~lulll du•a IA ))OCSiA e anche la poet!clt.A o cadenza pascollnna I fu un titolo anche del Pascoli) cht. a quello si convenivano, Il titolo d'oggi Il pudore. tanto più Rcrc. entra nel \'i\·o del nUO\'0 roman:r.o. MA dice anche dJ più. Cer• tamente ti pudore è Qui l'avvlliO morale e f"slol~c:o, la dlto!sa dell'Rdolescenia che &1 fa consapc\·ole. Ma nell'lmpresa di un de– llcatn e ombr atlle roman-z.!ere. Il pudore può II l{nltlcare quc.sl. (Ied altro. Come I mo, rallstl Intendono. U pudore resta Il primo e più gelOEo av,·ert'mento del bene che 11I 6Cnte mlnacclato dRl male e non vuol es– serne 60praffatto: una mlnaccla e una dife– ,a che 6010 in taluni dunno quant.o la ,·tt.a. PIETRO PANCRAZI

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