Fiera Letteraria - Anno X - n. 21 - 22 maggio 1955

• Pag. 4 LA f!ERA LETTERARIA Domenica 22 maggio I955 "Una con1pleta solu.zione in ogni organizzazione creatfoa dipende dallo sviluppo conseguente del problen1a artistico: concepito con l'intuito, e ordinato cosmicanenre con intelligenza e libertà,, , I suR rivista eThe Httlc Revlew • con una conclusione che rlasswncva l'esistenza della rt,•lsta stessa. di Margaret e della sua colla· boratrlcc Jane. POMOIcggen•i questa breve e lntcrcssnnte pagina? - Certamente. - &cola. Scrive MnrgRTCtAnderson: • Noi abbiamo prcscntatQ venUtrc movimenti d'ar• te modem::,,, Che ci ,•enlvano da diciannove paesi. Per oltre unn decade. abbiamo sco– perto, est1.ltnto cd ucciso. combattendo. 110f– !rendo la ft\me. rischiando In prigione. Ab· biamo battuto e serbnto Il record per le più cnergetlche dim05trnzloni dell'arte con– tempomnen. Oli archivi della Lfttle Review ou.,todlsoono Il mondo dell'nrtc moderna. La nostra missione è finita. L'arte oontcmpo– nmea è "arrivata". Per cent:nnnl, forse. non avremo che la sun ripetlt.lone •· Profezia esnttn. questa di Mnrgnret An– de~n. per quanto almeno ri~unrdn Il pas· sato pl'06Simo ed 11 pl'C&('.ntc. Ul urne Re– vlew presentò Rimbaud. Prcud. Apolllnalre, Max JAc.ob, Cocteau, PAul Elunrd. Revcrdy, Aragon. Breton, Dcltell. Rndlguet, Olde, Tz.a- ~~~~~j~u~l%~~~«di·,;~1:;. ~ sulla Lfttle Review o puntate), Strnwlnsky, t e Sei•• Satie, Sch0nberg, Bartok e la mu, sica negrn - Pleas.so. Modlgllnnl. Dernin, Matlw, Broque, Leger. Junn Orla. Plcnbla, ~aya~ro~:~~~~• ::11:1~t~ :k~~ie~g~Nld~? nostro tempo, sono contemporanenmente gli antenati e gll eredi di uno stlle prectsrunente definito e terribilmente lmmutRblle. - Eppure è pa.ssata uno. guerm tra I =~loel:~. cn~~t~a 1!:1~~ ~ul1~; ~°nes~ « après-demier chapltre •· non un J)O$t.scrip– tum., A quel condensato di geni? I ;p~ceF.~~ttl~/~~f!~· ~erf:~:~~~ inutili. Il mondo dell'arte è ancora chiuso ncll'arc.hlvlo della Llttle Revlew, e gli 1ml• tatorl possono logorare. senza rinnovarlo, lo stile del nostro secolo lmmoblllu.nto dalla vlolenu degh uni come dalla debolezza degli altri. * Seguendo l'opl?Uone dJ Irene Brin fino alle sue estreme conseguenze. potremo assumere come emblema dello stile del nostro secolo ta e donna dal mJgnolo a uncino• di Picasso. E65a potrebbe essere designata come l'Idolo del mondo moderno fino al duemila. oome l'incarnazione dei suol princlpU, delle sue asplrnzlonl. delle sue mode: alla stessa ma– niera, una tela del Longhl tocca Il Sette– cento nel suo cuore. Ciò non d1 meno, lo studio attento, com– parativo delle tradbJonJ, nelle loro tangenti e 005tftntJ. nel loro ritorni, nella loro lnat– tacoablle presenza religiosa, tende a rifiutare ~u.:5~n' t ~tn3: ~i~ri·:~e!,nr:~~I ~~~ fermo dJ un'interpunzione de!lnltiva della nogtra epoca. * Fra due fuoelu, che abbiamo &empllc.1- stlcamente definitivo come un • &i a Picas– so • ed un e no a Picasso•· questa nostra in– cblesta, pensando che se und stile c'è. esso non p0&68 essere definito proprio da noi, in quanto contemporanei. Questa poaitione era per Parronchi e Mazzarlol, un punto d'arri· vo: ed à per Bemard Berenson e Massimo Bonte mpem una presa di posizione dl par– ten.ta . BERNARD BERENSON La rispostaa domani Bemard. Berenson. U plù slgnU\caUvo del erltlc.t d'arte angl06L'IS0nl, risiede abitual– mente a Pirente. Il suo Intervento nella no– stra dlacusslone è per noi partJcolarmente Ju&loablero. - Quealo aecolo, nell'arredamento. nel– l'arcblteuura e nella moda. non et ha mo– a&rato uno stile mutarlo ed autonm:no. ben&l una OODfulkme di atU.t o un'&V'fel'Slone ad UDO IUJe ctomtnante - 1m anUIUle - do• nt.e al capriccio lndl\Plduale o all'amhlllone dJ aft'ennanl polemicamente .• - Lei esclude quindi qualalaal manlor dettntzfone? - Oh. è probabile, tuttavia, che I nostri posteri scopriranno nel nostro caos una emaniera» che oggi cl sfugge: e ohe e.Mi giu– dicheranno caratteristica della Prima Metà del Novecento. * La rispo5ta di Berenson prende le mosse da un'OMervaz.lone di note\'ole rigore criti– co. come la denuncia di un \'ero e proprio anUstlle. un microbo moderno che colplsc:e: moralmente gll stili eslstentl nel momento della loro adolescenza. Ed arri\'& alla con– cluMone più prossima al senso comune. Non affannlamocl a definire uno sUle. La e ma– niera• che cl earotterlzzert\ preS80 I posteri non può per ora esserci not-0.n6 ehiarn. * E lo « :,;tlle 900 •? E' esistita dunque una corrente che porta la slgla del noatro secolo: e non si sa bene se neppur essa stia desti– nata a firmarlo. La rivista intitolata e 900• serv\ da culla al realismo magico: mu.slca, arte ed arehltettura t~ro. dal movimento novecentista. un grande Impulso. Il mito del- 1&modernità e le amblaio?U cosmopolite se ~f!::C~ 0 1~X:i~h~I ~:1:Crt~C:~te~~ telleltuale divennero ardltl. proficui. Il Co· mlt&to Jntemaz!one che lavorò attorno a Bontempelll per la rivlsta e 900•• era for– mato da personalità eccezionali: James Joyce e Ka.l.aer, Mac Orlan ed IIJa Ehrenburg, e Ramon Oornez de la Sema. MASSIMO BONTEMPELLI Posteridi noi stessi? « Io bo additato una strada - scri\·e Bon– tempelll - sf metterà in quella. colui che deve scrivere 11capolavoro per JI \'cnte!lmo secolo». n cosldetto «stile 900» mosse dunque la ragione di ordine letterario. La gente, Intan– to, si impl\dronl di una slgln tanto felice. tanto fortunata. I quarti di pagina e 1 pie– ghevoli pubblicitari. mobili, inflssl e lumi furono pieni di e stile 900•· Ln linea più o meno ncca della maschietta e stile 900• contrassegnò la moda dal 1!125 nl 1035. Lo stile che portava 11nome di un secolo non ne fu tuttavia l'erede universale. MB servi ancora. negli scambi tra riviste lette· rarle. n tnr conoscere truita più cultura nuo- f~;I~ aquJ~~t~~~~J:!t~tga~~l~:r ~~ breria. Massimo Bontempelll, l'lm•entore lettera• rto del novecentismo, non cercò di protrarre artificialmente la vitalità della &ua geniale ~u!!inc:e t:'·;~U:nr:l~ S1~tac~~~'if! nostra domanda s!III0 stile del &e.eolo. _ Sono convinto da molto tempo che le in– chieste sJano poco fruttuose. perché fatal– mente le risposte riescono vaghc. In qucstn materi& I& sol& risposta sentltn ed utile è quella che facciano a unn domanda che noi stessi da tempo et ernvamo posta, cioè a problemi già dentro dl noi nati e maturati. Comunque le dirò che per definire lo stlle di un tempo occorre non vl\•ercl 1n mezzo. non ell5Cme parte: ma vederlo dal di fuori, poi. quando esso ha finito Il suo corso. * Insomma, dovremmo saperci tare postumi di noi stCMi. Cosa che se anche fOMC possl– blle sarebbe spaventoso. Bercnson e Bontem– pelll sono d·aeoord.o. Tanto più leale Ja risposta del secondo. come cnpo riconosciuto del novi:ccntlsmo. Ma glfl. molti nnnl addie– tro gli scriveva: e Novecentismo nitro non vuol dire se non coloro. quegli scrittori, qua– si tutti molto giovani, che alla rivista • 000 » da\'&no la loro collaboraz.lone più 006tante, coragglogn e fedele. Ricercare la tendenza come un estratto all'Infuori delle persone e :t~~\'c:;l~~Jg~_ reali, è per lo meno una * Il senso diverso degli interessi Influisce su; f!~ JJ~\~1.~:~co/. ~rl~oa::~'!f si~~T~en~ vi sia uno stile fondamentale del secolo. e come e.w, possa definirsi: ma &oprnttutto !'1 domandMo se effettivamente \'I sia, e temo- o ecc no che non vi sia, o che non sia rlconosclblle. Oli esperti. lm•ece, In materia cU archltet· tura, di arredamento. di moda, non si pon– gono la do1Nmda nella sua più generale ac– cezione. Aocettano quest'esistenza per postu– l&to: e si limitano. per nna\lsl, a centrare alcune caratteristiche rllevanU di questo tempo. GIANNA MANZINI Muta il paesaggio d'elezione Oiannn Mnndnl, Illustre scrittrice, cl per· metta di chlnmarla In cnusn 1mche come espe rta di modn. Cosi le sue risposte al no– st.ri quesiti nvranno un sapore d'una pa.rt1· cola re specializzazione d'attualità. - Secondo lei. slgnorn Mnnzini. abbiamo unn stile e llllltnrlo • del nostro tempo? - Uno stile unitario? SI. nonostante le e\·ldcntl contraddizioni e Incertezze. o. piut– tosto. anche In virtù di quelle contraddlzlo· nl: Infatti è presumibile oggi uno stile che, dovendo riflette-re questa n06tra epoca di dl.ssonartte. non conti su effetti di contra– sto? Certamente, chi negherà; ma l'armonia non è che una particolare cond1z.ione. Invece, che li nostro novecento &a au– tonomo non direi: Infatti ml sembra quasi Jmposs.Jblle, con In racllltil e In frequenza, con la vivacità e l'avidità degli scambi cultu– rali frn pnese e paese, poter conservare una assoluta Indipendenza. E poi che slgnHlcato Potrebbe avere questa lndlpendenz.a. oggi? La linea d'una tradizio– ne non esclude la poaslbllltà e la ne«Mità di sentlrs.l \'lvi tra popoli vivi. E la vita è fatta di accoglienza e di partecipazione. L'arte di quest'accoglienza e di questa parte– cipazione si fonda, credo. su una virtù d1 scelta. Sapere scegliere. sentire quello che può arricchirci, evitando quello che e.I as– servirebbe. Agli esempi di acqulstl proficui, acquisti nel qunll si legge la fatalità d"un tragitto tutto attivo ed AttJvante. si potrebbero con• trapporre gli esempi delle lmltaz.lonl gotte, che poi diventano maniere o riflessi di mode, e rimangono lettera morta In rapporto alle costanti di uno stlle. Anche In un campo letterario: quanti ac– centi della nostra letteratura cl pogsonQ sembrare. poniamo. all'americana. Ma altro è ripetere mOMC&Ullstlche, e crudenzzc \'Cr– bali e scorsi slnt.attlci, altro è a«:ogllere di quella loro spcdltc.u.a ciò che è plù aderente alla \'lt.a di oggi, sia del loro paese che del nostro. - Lei crede duoque nell'affennaz.lone - oggi - dJ un originale e stile del secolo•? - Un radicale, profondo mutamento av– venuto nel gusto di qucsLI ultimi anni. ml persuade che uno stile, lo stile del secolo, 81 è delineato e atrerm..'\to, Lo sento nella novità ~~~~t':n°:~~ l ~:~ft·e:iu:!~~~ ~;~~ cità dell'arrednmento. nell'arte, nella let.te– ratura. nella musica. nel teatro e. con me.no el'ldenza. nella moda. quantunque ess a pro- :n~I~~ ~i:or:iru:ce=~:~::i>o'a1~~~ alla stagione perchC se ne possano lle.sume– re oggi, caratteri ooatantl. - Le porte dcli& moda rifiutano Il pas– saggio all'entratn trionfale e legittima di :Co,~;::~? n~; 1 !a!~ocf:{'are di uno e stile No- - Può dnrsl che. in unn certa prospettiva questo susseguirsi di tipi determini qualCOSA d'estremrunente rlcon06Ciblle sotto l'Insegna del No\·eccnto. A occhio e croce, non dlrel: la eststenzlallsta di poche stagioni fa fu segui– ta da una red.Mvo donna fatale. alla quale segu\ la falsa Ingenua. che fu subito scaval– cata dalla esubernntlsslmn che e appelhwa • inalberando seni \'Ct'me:ntl e \•!spi; flnchè con la linea H oggi si vuole Imporre la figura della« \'era signora• Mtl-eslbl7Jonlsta. trat• tenuta. con un viso che dà agli occht. non più alla bocca, tutte le cnrte per Il gran giuoco delln civetteria. Nel secolo &c0rso, la moda cambiava len– tamente: adesso al trntta di metamorfosi che hanno un ritmo vertiginoso e che lmpQngono oggi un'ecatombe di seni, come Ieri pretesero di• falcidiare I fianchi. Ml pare che, per aver troppo scandito nella moda, Infinite rlsfo– nomle stnglonall. si finirà per rendere Irri– conoscibile la tllllonomla della donna del secolo. - vorremmo consen•are un suo pensiero personale sullo e atlle del secolo •·- - Questo stile del secolo ml si ri\•ela anche nel mutamento violento delle n05tre pttd.111:r.lonlIn rapporto al paesaggio. I luoghi che Incantarono e rapirono 1 no– stri nonni e I nostri genitori. osa:'- cl dicono ben poco. Perché di tron1c ad uno spettacolo naturale sl desti i.n noi un senso di risposta tutto partecipante e vivo, nbblruno bisogno nnzlehé di pncsnggl nggraz.lau e pittoreschi, di luoghi brulli e scoscesi, magari addlrllturn ~r:om!:~~~io J~~~~~:.ioN~:l~I~~ è~~~~ adesso al Circeo e ad Ansedonla, tanto per dire I primi nomi che ml vengono In mente le ville più moderne. Potrei rare un elenoo del luoghi che cl piacquero e che oggi e piacciono solt.anto sulla falsariga di un rt• cordo. In \'lrtu di una prospettiva &entlmen· tale ricreata artlflcl068mente, o non ci piac– ciono affatto. E allo stes.'iOmodo potrei In– dividuare quelli verso I quali vola U nostro cuore come verso una spiegazione fonda- mentale della n05tra lnquletudlne o come la proiezione di un sentlmento profondo. Come 111 \'ed.e. &.nche"Ja moda è coatretta, suo malgrado. a certe leggi. EMa vive In strett.n. simbiosi con lo stile o gli stili di ogni secolo, anche all'Insaputa del suol &tessi estrosi creatori. Il grattacielo americano. e la moda senza eur'\·e e longitudinale 1925, nati lrale:me e sotto lo stesso baliatico, si somigliano. * E rarrcdo..mento? Anch'esso 61 piega. con maggiore o minore fortuna. dllt.a la mag• glore lnnuenzn del gusti privati In questo r~1°rech:1 r,~1:!~~l~~a o ~i~~:a1:~e ~St potrebbe nnzl Immagi nare una sc ala figra– dante di Influssi. che caratteriz.za Il nostro &e.colo: prima la pittu ra non t\gu ratl\'a, più In basso l'architettura, e via \'la sempre più giù, arttdamento e moda. GINO BROSIO Nondimenticando il cuore Gino Broslo. che per la sua vl\llta espe– rienza nel campo dell'Rrredamcnto cinema– to,ratleo, eon06Ce per nppllcazlone diretta degll stili di molti secoli del prusnto, è stato da noi lnvltnto n lntcn-enlre sul problema: _ Parlare di e stile •· uno stile che Informi l'arredamento della prima metà di questo &e.colo, è forse un impegno rlschlO&O.anche perché ben di rado l'arredamento è opera di artlstl che vi st dedichino spcch\lmente; e qua.si sempre è fatica privata, individuale. condiz ionata da molteplici clrc<>&tame am– bientali e personali. In questi primJ cinquant'anni. soltanto Il e liberty » ha u na sua. fl5lonomta ben dcli· ncata e preci.sa . Dopo, si è vagotato In ten– tativi e ricerche spesso Intellettualistici, ac– cogliendo ogni tonna. anche la novità delle strutture, e assumendo n canoni pressoché assoluti, certi principi di e raz.lonalltà • e di e funzlonalltt\ • abbastanza Imprecisati. Tuttavia si \'0rrebbe scorgere nlcune nor· me bMilarl: semplicità di volumi. superfici usce e monocrome. assenza di decorulonl di mera gradevolezza. accoglimento di materia– li poco usati In pa.Matro,rispetto di elemen– tari principi Igienici per cui minori lnirom– brl e maggior quantità d'aria e dJ luce; e &I rimane dubblOfll se queste cOfltltuJscano Ineluttabili esigenze dello spirito e del tem– pi, o non siano arbitrarie artennazlonl di programmi L'arredamento. magari arrancando. eer• ca di adeguarsi all'architettura attuale; e, soltanto eccezionalmente. ca.pita di lmbat– ters.l In singoli arredi, specle vetri e maio– liche. decisamente nuovi e di sincera sensi– bilità. Ma lo e stile• cioè modo di comporre. accertato e vagliato sistema di preferente detennlnatc da necessità profonde. è un problema più grosso, attorno nl quale par– rebbe cl 111 i;[a baloccati, senza cercare di risolverlo « con cuore•• direbbe Wright. . * Il luogo più cle,•at0 da regglungere, e for- se Il più dolente della nostra Inchiesta. è l'architettura. Tra gli a rchite tti, schiera– mento deciso. Chi pro e e.hl contro certe cose: e: forse Il ponte IMc iato fra essi deve essere ancora C06trulto. SI è vlstO a propo– sito della palozzlna di Frank Lloyd Wrlght sul Canal Grande. SI dice da un lato che Invenzioni dall'esterno. Iniezioni di stile non ,·e ne sono mal state. Ma come darsi uno stile. nel no,•eccnto, quando ltnpcrversano da noi bruttezza e mediocrità. In una oom– ml:,;tlone di mnllntesi? E' lecito prendere una grande voce dal dl fuori dl questo con– certo. che oggi tende a ston&re per defl– elenzn di flato crenth•o, prendere per esem- pio un Wrlght cd Inserirlo. come hnnà. CO• me documento del nostro secolo, in un Ca• nal Grande che altrimenti non avrebbe. in an·enlre. nessuna memoria di noi e delle n05tre generatlonl? La foru corsh·a della tradizione non In– segna di esperimenti ne le audacie. Ogni tempo, secondo la posizione tradizionale, ha la sua archltcttur&, e da questa nasce spon– taneamente ogni sucCCMl\'aespressione. sen– za scosse nè espedienti. L'acuto dell'arte sa- :~1~ ~nao1!tft~a dlfl11,~~~1~\a~~a~:1r!~~/e~ la riceve dalln su& unità di temperamento. MARCELLO PIACENTINI Unavisionetroppounitaria Marcello Piacentini, che da moltissimi an– ni rappresenta con le sue opere. una parti– colare tcndenZA espresaiva e eostrutth•a lta– Uana. considera l'unità di stile come uno ~~~arl~~~~e~~ :oof~1 ~:?1~~~:~~~~ l'arte. - VOKII&scusarci. profCMOre. Qual'è la sua c,plnlone suJresistenz.a, e sulla resisten– za di uno stile del nostro secolo? - E' ormai a.ssodato che uao atlle archl– tettonJco del nostro &ecolo ( del quale Ma– mo ora circa alla metà> esiste e saldamente rulsle. Nel secoli che l'hanno preceduto troviamo, dopo li Rinascimento, pur con caratteri as– sai dlversl, rispondenti al vari popoli, un seicento universalmente barocco. e un Set– tecento pure universalmente Rococò, salvo l'ultima fase che già prelude ad un ritorno nlla purezza stilistica. Nella prima parte dell'Ot.tocento i;I svi– luppa qulndl un napoleo?Uco neo--claaslco, astratto. onorarlo, monumentale. 11 direbbe di parata, In alta tenuta, quindi lontano dalla vita reale.. Nell& metà del secolo. In seguito allo ,vi– luppo degli studi archeologici e storici, pren– de vita un Indirizzo ecletUco. e sopratutto romantloo e sognatore, d'acco rdo con I&mu· sica e la letteratura, ment.re I pittori e gll scultori lii Ispirano al grand i Avvenimenti storici. Nella terza ed ultima parte finalmente dell'Ottocento, quando l'arte figurativa si abbandonn al verismo. e la musica al melo– drammR. cominci& la ribelllone archltetto- ~':ri1n~!1 :t~nt~~11~~\rrn~n~ ~~~~~ me architettoniche cor~spondenU alle esl– i::enze e aQ:11 usi dell'epoca, ln una parola a !ar e punto e da capo•· Eccoc.l all'Architettura del ferro apparen– te. con gli esperimenti del belga Horta (ca.– sa del Popolo di Bruxelles>. con Il Palala des Machlncs e la Torre EUel In Francia. eccoc.1 alle allettatricl villette di Holbrie, di Hoffaman cMat!ldenhOe> alle libere crea– doni monumentali di Otto Wagner (la Po– sta di Vienna), eccoci alla porta del secolo ventesimo con lo stile Liberty, o floreale, o stil nuovo, con Ruskln, MorrJs e Walter Crnne da principio; stile che appena OKgl si comincia a riesaminare e mettere nella giusta luce. come ha tatto recentemente Il Oledlon (salvo le gravi dimenticanze del- :/Pcrni~~~I a~!":!~1Jrif::ie!:: ~J~:~ Dal floreale - primo colp0 contro l'Ar– chitettura storicistica. - &i è passati al • razionalismo• e al • funzlonallsmo •· alla corrl&Pondenza cioè tra gli apporti della nuo– va architettura; e finalmente all'archlte-t– turn e organica•• che entro I limiti del ra– z.lonallsmo e del funt.lonallsmo, si libera dal puro e semplice tecnicismo. per riaffermare nell'avvicinamento e nella compenetrazione tra n&tura e costruzione. una nuova e In– tima poesia. Questo è. secondo lei ,un punto d'arrivo nella storia degli stili? E' proprio questa 1a visione <non è li ca- 60 di parlare più di « stlll •> dell'architettu– ra attuale d1 tutto Il mondo: necessaria– mente troppo unitaria ancora. dato lo scam– bio del rapporti tra I vari PoJ)Oll, dato l'uni· ::~irede~uft::!'11~•6~ala m~:'o~:t~~I:: :~~ ,:=ree ~l~~~e~~f !'!JVrr:=_a- * Una veloce retrospettiva su tutti gli Inter- venti da noi raccolti cl convincerà che e.~ non contemplano un centro di risultati co- ~u~~~t\rufipogi~~:~~~~~1\;~iga~?a ~~ stile, del quale si avverte l'Immanenza nel nostro sccolq, ma non ancora la compiuta fisionomia. Chi. lnv«e. sceglie uno stile tra gli altri come Il e quanto di meglio» di que– sto secolo; chl mallnconJcamente conclude che un vero e proprio stile del secolo è as– sente. Dice Parronchi: « FonlC Io stile del– l'uomo del nostro tempo consl&te nel non avere uno stile•. Dice Ma.zzarlot: «Nessun mezzo secolo ha a\'1.lto un unico stile,_ D1 unitarie. determinanti, autonome, non esi– stono che le opere di poesia •· Parole. queste ultime, che rtcord.ano quanto ebbe a scrivere Bruno Zevl. valente architetto Idella nuO\'a generazione lta.llana, 11quale, Incredulo del– ta validità di una qualunque media stlllstl– CR, tende a prendere plutto5to In conside– razione - storicamente - solo alcune gran– di opere di nomi insigni. Opinione. questa del 'Ze\'I che stiamo per citare, che sembra Invitare alle inlez.lonl di stile, quando s!A· no firmate da un Wright e da un Oroplus. o quando la stagione espresalvA è Anemica. e Quando leggete la storia delJ'arehltettu– ra del primo Quattrocento, Brunelleechl e Albertt emergono anche se Il numero degll edlt\ci da CMI C05t.ru.lUè lrrtlevante al co– spetto dell'attività edilizia del tempo. In ltalla, nella prima decade. dJ questo secolo, valgono Raimondo O'Aronco. Ernesto Basi– le e la scuola sommarughlana. anche se la loro produzione e mlnima di fronte al di– sgustante tripudio che culmina con la tor– ta romana del Monumento " Vittorio EmA· nuele•. • , GOFFREDO BELLONCI Il "segno,,del secolo A coronamento, e quasi a conclusione del– l'Inchiesta, la parola dell'111ustre scrittore e critico Oortredo BelloncL - Caro Bellone!, csiate secondo lei uno stile del secolo. riconoscibile da noi o dal noatri poeterl. come uno atlle unitario. au– tonomo. determinante? In architettura. nel– l'arredamento, nella moda, questo stile e riconotdblle. come lo ~ stato per oggetti. arredi. vestiari. edlncl di alcuni &«Oli tra– scorsi? - Ella. In que&to modo, ml domanda due diverse eoee: &e dunque I posteri vedendo :1ust:.1~eg~~d~ta~~ ~~() u:n~;=. trovandos1 lnnan~J un mobile un soprammo– bile un \'estlto di questi ultimi cinquanta annJ. riconosceranno che sono del Novecen– to; e se d'altra parte, cl sia uno e stile• nel Novecento come cl furono stili del Rinasci– mento. o barocco o di Luigi XV, rlcon08Cl– blle cioè In ogni cspreaslone. in ogni 0068 del nostro secalo. Queste sono In realtà due dl– \·en1e domande che vogliono due diverse rl• &p0&te-:Incominciamo dalla seconda. Uno sUle nel significato che questa paro-– la ha In quegli e.empi non so daV\·ero ri– conoscerlo - OKst- al Novecento. E non 6 fa, cne scoprirlo nell'Ottocento che In archl– tet.tura tu successivamente neoclassico t:elet– tlco liberty: In pittura e ln letteratura ro– mantico naturalista lmprcsalonlsta simboli– sta e eo&i via. SI dice comunemente che quel secolo ha avuto diversi stili: ma tut– tavia si parla di gu.tto ottocentesco. di /or– me ottocentesche della vita. Bisognerebbe lnnant.l tutto dichiarare ti significato che si dà alla parola atlle quando si U6& a quel :~~~d3e1chJv:::t' a~tf.1tT.~i :~guf.! ~~e~~ ~eel~~obb~n=rer:r:i:1 p~,~ nel vestiti nel moblll neall arredamenti nel canti popolari ecc.: che sia Insomma che. la lingua nelle sue relaz.lon! con I divergi linguaggi artlatlel. Sarti e sarte. !&legnami e vetrai, tappezzieri e arredatori 61sona:> gio– vatJ di tonne cubiste metaflalche astratte neorealiste come di elementi decorativi. Se pensate alla moda di questi clnquant'annl dovrete enumerare almeno cinque stili: e ·raon~ sad~~~~ tijareri:,m1:!1:t:r: quella di oggi. Come ~amo dunque dire che c'è uno stile novecentesco? - Allora lei ntga qualsiasi possibilltA di ldent.iflcazJone? m~! ~~n~C:~nihu9elf~t\~~ ~!~t~~~ me. net diversi sUU del loro autori L•Jn sl potrebbero attribuire ad altro secolo che al nostro; e che banno dovuto successivamen– te risolvere gll al.CMIproblemi di espte11.-do– ne (ma con meul dlverslssirnl passando a mano a mano dalla vita esteriore a quel– la Interiore. BI.sognerebbe mostrare quale lnflUs&Odi Unguagglo di un'arte ha avuto su quello dJ un'altro e quali corrispondenze 61.ntat.tlche sia possibile trovare tra uno e tutti gli altri. La parola. per esempio, nel– le pause e nel metri della nuo\'& poesia ha lo st.esao risalto del singolo strumento nelle composlztonl orcheatmll modernistiche dove gli strumenti non si fondono ma con.sel"\'a– n, clascuno. la propria orlgtnalltà quas! dJ persona (poesia e musica hanno ora un te&– t.uto strumentale e non più 1Jn/cmfco come ebbero neU-Ottocento). La dl5soluzlone del plani e dei volumJ e la loro ricomposizione net quadri della pittura contemporanea cor• risponde alla dlsaoc!nzlone e rlcomposluone dei plani spirituali nel teatro nuovissimo: c'è qualche aomlgllam.a tra ?!casso e Piran– dello. I rapporti di volumi e di spazio della architettura contemporanea si ritrovano nel– le lmmagln1 del n06tri narratori, nel rap– porti dei personaggi e del tatti. E la sintas– si dodecafon,lca non ha !or&e qualche somi– glianza con alcune forme della nuova aln– ta.ssl Urica? Una storta del Novecento non può ea.stre che una storia del dl..,ersl linguaggi, dei dlversl stili nel quali 61 è C!J)rcs&O ti n().'Jtro spirito appunto In questo secolo, proponen– dosi problemi di espressione che negli altri secoli non sf trovano. * L'intervento ooncluslvo di Bellonc1 apre forse al problema un nuovo e proficuo an– golo di visuale. Non è tanto lo stile ohe cl deve interessare. nell'osscrvazlone di un se· colo. e In modo particolare del nostro &e.– colo. Non è tanto lo stile, quanto quella co– stante di attributi comuni. che sia nelle grandi e ambitissime opere d'arte come in tutte le manlfestazlonl mJnori di costumi e di \'ita. riesce a tmprimenl quale segno ri– conoscibile del secolo, cioè del tcmpt. Questa costante potrebbe chlamars! il segno del oecolo. E' questo e segno• soprattutto che non possiamo negare. E' questo •segno• che rin– tracclamo. anche non sapendo e non volen– do, nel mondo che e.I circonda, anche nel• le sue manlfC1Stazlonl più eterogenee ed ap– parentemente fra loro ripugnanti. E' Il sigillo Imperiosamente impresso, con li vigore di tempi tanto crudeli. sulla su– perficie sensibile del proced1mento artisti– co e creativo: sigillo che può firmare o sfaldare. coatrulrt: o dlMOlvere. a seconda che: le Ispirazioni che cl circondano \'0lgano U n05tro estro e Il nostro stesso tenore di vlt.& verso COl'Wglldi speranza o ve™> pre– sagi di rovina, l'ltASSl!\1O FRANCIOSA d,;'~~:f~%.!tt~:;y 1:''f !g/:;';. JLE'.l[''.I['ERA DA P A JRJCG ][ ~:::!fi~.z;rc~!(~••••t!.':,':: ::at;it~brer~d"~r~hev!,~~o'°: * ~r;::.r~n:aio':u:\ ~=;jl~oi~"; fine s i nota un'assenza q1uzai V11, d1,•Bu::o t•· lo Editions do Paris hanno tota.lo dogli mltori francesi succeQQO ora lanciato una cS6ri6 contem .poranei. Vi sono 1tati -7-7 Blando>. Si tratta di libri 1:t:'irr"c:.,~~~ ;t ri;:::,~t~ ::~r~~e~~ii 0 !':" : :: 0 ~V::tf~u:ir 0 :ti~ii::e~fi f!°;!o~~!:~?ai{~~"::1fc}n,~~~: :~t!~'t: ::r ~ 0 =!~ :r;~~:ca,.ccg~t::cn:: /i1fiJJ ;; é ~~t:: d,!o~~/i;;!.a~~1:· !: lott~:r !jA';~a;i è azs~~;. di lavori oramai /amoti CO·ro della atagione è un ruuo ne de e Il Deserto dei TarJa• fiacco e co,n,e,izionale, Fran• mnmirevoleper il modo in cui n~ ''!' me;i d1 .9ra~ hl_nga ~ 11~0 e L:"Annnonce /aite e\ Ma• com, narratore 6 dra.mma• ri > t fra, gli. autori it~li~.1 ç(me Arnoul che ~ in_te,:Prc: è •talo condotto ~ intcrprc• j 1Ulwrc. /jJtto la direziono dJ ;,~6di: 1 ;c .;;~~t~"'~~g'~J~ : ~ lnt':,°,: &t~i. 1 cr:;:: ~~,:~:rn~p;~~,."G~, !t~acrhi :,c:o;:~a i~eu~ur:!:. PiJ~af?r'c: ;: 0 c1:i~~::icw:,J 1 t"c 0 u~~·,:e• pc;.c;f!~~ ea:~e:t é ~m~~~- ttna eccezione di grande rilic- tro lavori egli é alato Qtte· di Jecm.Jacques Ga.utier su dol1t11ione t stata il « 'f'lapo• Dopo e Touchez pa,, au mento. nnnovato, ~ .,m g1or– vo nessuno deglj autori vi· at'anno presente nei tea.tri e Le ·Figaro> e di qualche al· lton > di Sacha G1iitry. Voler Griaby > di llacqu cs Becker nalc vivo, fre~co,, prwo ~elle venti é accso in cam7>0con pa.rigini: e Il Giardino dei Ci- tro sono in rcaltd. andati pili giraro un fil.rn di prop0rzioni ohe l'anno scor.ro ha battuto ton.te hpreuetizion, d'ogni f1~• 1m'opora nuova di impegno, liegi > coUa regia di Jcan• ad Albert Camus che a tea• gigantesc he a b uon mercato i record d ei plausi e degli in• nere e .e grayano su «. Le F~· Fernand Crommelynck,Jcan Louia Barrault al l\farigny· t:ro è sta-to finora senipre ~ un gros10 orrore. Il p1Wbli• ca.1sl, i film. della malavita, 9~!;' I;,ittéraire> le cu, rub,:,· Anouilh., Marcel Aymd, Thicr• « Le Tre Sorelle> coUa rcgkl a/ortitnato. Il pubblico ai è co se ne accorge subito ri· la e Serie Noire >, pullulano e,~ /l8se so,io sempre pul ry Maul,iior, Armond Sa~a• di Sacha Pitocf/ all'Ocuvre; hiteressato al lavoro pur ri• ma,iendo deluso. Le numero• pone,ido tot. p~oblema di cett· grige 0 •~anche. BcnchiJ la; crott, Jea~ Cocteau, Galmel e Il Gabbicrno > colla regia di manendo molto imprea!iona- se battaglia di Napoleone sura ben altrimenti serio di coll.abo~az~ne . regolare d• Marcel, Jean-Paul Sartre, Andrd Barsacq all'Atelier. to a volte addirittura scon• rievocate nel film aono state quello dei film altdaci, eroti• ~~,tt~r,t di pndo no_n man– nessuno di loro si tl fatto Nei tre ca.,i critica e pitbbli- t.'Òlto. girate tiitte sullo stesao po• ci o molto 8COllacciatiche aJ e ' e r s ~ 0 "!l aet hma nl!le ~~nti. George., Nevoux ai é co sono stati 1 manimi nel So la stagione teatrale non ato, in un angolo mon~agf!O•g~rno d'oggi non t_urbano fl!tto da g~vani,_pro ,i.to. qu1n• limitato con« Spsttme Dc11x > manifestare il loro entttsla• tl stata a p arte gli apettacoli so della Proven.za ne, dtn• mu nessuno, La maggior par- di ~d eapni:ners1 co n li b~~ ad agpiungeré u n n~ov o at• smo. Messi in isccna con cu- mettzio 'na.ti , oltremodo bril· torni di 9raas~- C~e s-i co!n· te dei fUm, sulla malavita di htt~uagoio au problema d• to llnK:o all'a.tto un.co «_ z«. ra, bene interpretati i tre lante, quell a cinematografica ~UOf!O 1n. ltaba, 1n ~u.,tn!Z, sono prodofh piiramentecom- a!tuahtd nel COmJ>:O _lettera· ,nore> che gid dtre an ny fa drammi hanno avilto ,ina ltm• ha avuto qiwlche ottima""· m Eq1tto, in Germa~m od 1n mcrctall d1 basso rango. Ma :10,. teatrale ed arhst~o aen; aveva. otten,uo un meritato ghiuima serie di rapprc.,et1• ,cita accanto ad alcune deht· R1111s,a,ad Austerlttz,_ aU~ non J>OT q144ato. fanno meno ..a il pe~anto co!'fo_rmi.,mo di 311ccesso. tazioni mentre quella de e n sioni. Prima fra qu 811 te il Moskoua od a Water100 s, male. Il vcl!3noinoculato nel- rco.olp in troppi g,ornaU J)a· Il vero trionfatore, il aolo Gabbiano> cont·inua tuttora. cFrcnch Cancan> di Jcon Re• vedo. sempre lo stesso pae• la ~iouenti, fran~ese dfllla rigmi. . . . . fra ; francesi, è stato Hen• Non 8 i può non rimanere col• 11oir sfortunato anche come sa9y10 1 81 scorgono sempre fam,ioc_rata e S~ic N?iro > Fra le rivi.sto infine e L<?, ry de Montherlant. e Port viti clal fatto che dei lavori cuitoro drammatico con e Or• suUo sfondo le stesse monto• dcll editore Galltmard sa pro- Tabla Ronde> e e La Pan– Royab di cui abbiamo aml}kt- recitati per la prima wlta a oot >. Malgrado la presenza gne. ~acha G:uitry é troppo paga, DofH? « R~zzìa ~ur la sic~ne > hi 11~ pri1?1-0 tempo i~~~~e,r~:~ inuvir'~C:~ 0 "~:;; f! 0 :r~r1!j~i:~:k~cci~~: ~~~~: f~r;!tl~m~":::!lt 0 Y.!:lt: e:~ ; 1 ~i ra11e~;;r~71o~! f :"'ait!a~f:r~~~~ ; ! 0 {Jg:::Ci1~e R:;;;!'1'~:ç:i~ delle opere maggiori del tea• zo secolo fa e giudicati ta,ito ro,i 6 Paul Mcurfase il lavoro d~glt anni, Dan1el Gtllm ri• Non mediocre, la grande ~c.n:hllnno saputo riprenderai. Ea• tro Jrattee1c contemporaneo. ri,.,si da poter di//icilmentl' non ha avuto il favore dei dscolo hi quella del Genera• amlone ~ stata « D,, Rt/1/1 se C<>tttonoono s-ompre due o La c-riHca parigina o q1~1la varcare le frontiere possano critici nd q 1 ,ello del pubblico. la Bon,aparte.. Soltattto Ray- ehc:: ,lc3 ~ommes > di Jules pii", ~rticoli o prose ~egni d·at. :~;:~;er~~,:;~~~. UAia"'~; :,~~;!c"':tranjt~ d~':,.,r~~i~~'ia:. g!~t::o fi!~~~tr;f<;u~™:icl'ci~ ~~~~6 ~el~:~~;_.,~: 1 ~_rf:~~~ °"'~;· i~~~;~:{;: i:!t;u:: ~~:!~~::~ : Ji 0 1 ~ut:: ir q1wnto il valore intrinacco del re ìncondi'..?ionato del pubbli• noma sul cartcUonc per a&ai• Morgan come G1usepp1,ia ne• bene,Interpretato da. tutti ma ria> che ~n.ta pure ottime dramma di Henry de Mott• co. Attehe in q1testo ca30 si curare la riuscita di un lavo• SC<>no a cavarsela. "IH;IC'a_lmente da Jean Ser• r.oUabora.: 10,11 .. e La Nouvelle thorlant sia grande, per quan• 1mò rileuare il trionfo ddla ro teatrale. Se e The Cr1wi• Malgrado l'impaccio dei ~ttt. rn u~a parte alquanto Revuc Fran('at.Se> non ha _ri– to gi1ista abbiq. potuto 3em• qualiUt. blc :t di Arth1tr MìUcr prcsen• critici impediti di dl.,cutorc d1//.cUe d1 un gang~ter ma: troooto 1,1ncora q1rellavitalità ':)rarea tutti ralta valuta.zio• un cuen to not evole per noi tato nell'eccellente riduzione a fondo il film dalla preghie• la_lo e, aftrnco _dovp d1cc1am11 a , qucU'1nterc~se c1u-! la d~– no dell~ critica, il 1111cccsso italiani è sta.lo la vresenta- di M(l)"C'Cl Aym6 col titolo ra del regista, e dei prod1lt• d1 pr,r,1one, il /~n~. ha; una Rtmgll~V<ino .m .altri ten~P': straordinario ch_e 1m lavoro ziqe, a Ppr ia{ d i e Un Ca$O « Lcs Sorcières de Scùem .> ha tori di no,i ri':'6laf"!le il $09; •~qu~nz~ muta d1 pm d1, ven· TropP1 m_ed!ocn o pr~.t.1os1 :~:~ ~~1t 1 ~~t~ 0 °:i 1 ~:! 11 i~,t1/litr~ f~ltl/~g;11!~,?e 1 "3i 8 Xtb;:1 (f~: ~ ~~~~!~ :~t J~ 0 oi't~rìt:,i~ v,;,~ ~j.ot ::ue~'c~g:/i~~ci; ~~ }ia~~~~ 1 ~!~asi:t:s!it:~a~(Ìc~: :~jt1, 1 rf~~~ d~ s:('!~1~' ¼i 0 :~: 110potuto ottenere presso il nm..!, colla regia di Gcorges 11rc.,e11za fra gli interpreti te111 1to co me gi<'I il prcçctlen• furto di gioielli va,11d'origi_n?lil<ì e d'ingegno. ~~b~~st c~o:t°~~~al S:'t~~ ~~~-i :i'nl~;gni~~f:• d~:: ~~~;:t~~:t:nt 1 :ii:~c~c:~ ::n1:i1~~l~:::cc~~o~ 6 p~'!;:. os~:::::u: i~~!~~;~s~~~~:n:: :: ~i:t;,.i~~~t~-a~~ ~:o ~t recitato dinanzi a 3aJe csau• fonte ~ noto in Italia per la rome attore e di Simone S1• timone e settimane il pubblì· altri film del genere sembra s1tq1iah, redatte~, direbbe dal rite. Il fenomeno ~ davvero rap1,rese,ita=ione data11e due gnoret. alle qualitlt intrinsc• <'Oha al/ollc,to i tre grandi vrcsc,i:iarc un corso iatrut- pnm~ _che c apita. Le con• ron/ortante parchi! significo anni fa dal Piccolo Teatro di rhe del dramma, alla ""a /or- rinematogra/i che lo ha11nOtivo per a.spiranti-ba1tditi. I tradd~ionj si avi-era.no /re: J',:'~:;Uf:/anto il trionfo del- ~fi!fs~~· :u:t~!b1!:/: .,~!"~1:i !f r,i~?:,:~.va, alla solida CO·f,~t't•::iaJ,~r~n d';zri'~!o:~8«ioh~ :g~"'d•~if:J,~dec f~i;U ~~ir;,iÌ jt';;~~i !if:nll~ tJ~ :~~t~ Acca ,l.to ad He,iry de Mon· pcr,no di Dino 81iuati, nar• Jcan Rcnolr dal cui ritorno aapufo siiperarc le aaperi.tit questi possono imparare il. Aury valgono quas, _sempre thorlan t, r iconosciuto oramai rafaro fra i più singolari di n<'qH stfldi francesi tanto 3j del 3oggctto, poco verosimile mestiere coU'appropriato lin• la pena di essorc leto. da tutti come utto dei mag- oggi, La critica parigitta è rf. a.spettava ha. commesso un sotto un certo aspetto. Si gi,aggio. Non sti,pi3ce in G. A.

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