Fiera Letteraria - Anno X - n. 21 - 22 maggio 1955

' LA FIERA LETTERAR Anno X• N. 21 SETTIMANALE DELLE LE1'11!,l<E DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 22 maggio 1955 sr PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO l.. 60 DIREZIONE, AMMlNlSTRAZJONE ROMA, VIA O'ARACOt"LI n. 3 • Telefoni: Amministrazione 684097 - Redaz.ione 661098 - Pubbllclt.à: Ammlnlst.razione e La FIERA 1.E"M'ERARlA • - via d'Ancoell. n. 3 • Roma • Tar!Ue: Commerclall L 1::,,1 Editoriali L. 80 aJ mm - ABBONAMENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 - Estero: Annuo L. 4,000 - Copia arrdrata L. 100 - Spedizione In conto corrente ponale (Oruppo n) - Conto corttnte post.aie numero 1-3142& PIIOVANUO E IIIPIIOVANUO * Apertur,1 di eredito Non è da escludere che le conquiste di domani possano scappar fuori da– gli espcrimemi e dai tentativi di oggi di ENRICO FALQUI A dirla schietta slamo In piena lnllazlone lettera– ria Tutti scrivono. Tutti presumono di poter scrivere. E, quel ch'è peggio, tutti pretendono di es.sere gludl• cati e lodati. Anche coloro che sanno appena tener la penna In mano ... Di questo passo, chi sa dove andre• mo a .finire ... Ciò nonostante, quando si lamenta che e da noi le cose vanno come vanno perché gH editori stampano troppo>, l'osservazione è giusta !!no ad un certo punto, oltrepassato U quale diventa Ingiusta. E per oltrepas~arlo basta, al solito, !ar questione di quan• tità anzi che di qualità; oppure basta pretendere che la quaJl:à debba talmente averla vinta sulla quan• tltà da risultar sempre Ineccepibile e da non consen– tire altra stampa all'infuori di quella del ca;>0lavorl. Quasi che poi si fosse tutti d'accordo nel riconoscere e giudicare i capolavori In me1.20 alla produzione quotidiana, nel momento stesso in cui vengono pre– sentati 11è ph) né meno che come libri comuni. E quasi non avessero diritto di stampa altri libri che 1 capolavori. Non però si vuol negare che oggi in Italia si stampa troppo In materia di letteratura contempo– ranea. Ad attestarlo sono anche le statistiche. In rapporto aa:11 altri anni e agli altri paesi. Purtroppo il criterio seguito nell'accogllere e oell(I stampare manca spesso di cautela e sovrabbonda di fiducia, sicché conduce a risultati pessimi, tra equivoci, er– rori e ctannl d'ogni genere. Soprattutto quando ad applicare un tale spensierato criterio è gente nep– pur della partita. Neces~ariamentc, parte della produzione letteraria contemporanea ha un carattere, se non un Intento, e sperimentale>, che ne condiziona il slgnUlcato e ne delimita il valore. Ed è questo carattere sperimen– tale - urlvolta ostico per t non addetti ai lavori - a g!~~~nrar;, 1 b ~~a 1 1~~f!mc~~j~~~ 1 i:gi~!~~~a d~~r: trascurabile. Ma nel contempo è questo stes;,o carat• tere e sperimentale> ad Impedire 11 più IargJ succes• so e ad tntraldare Il più !acile smerclo, limitandone quasi la fiduciosa conoseenza e l'eventuaie appreZ1.a• mento al cerchio degll intenditori e degli appassio– nati. Cerchio d'altronde sempre più ristretto e lnsl• dlato, anche ln conseguenza del peggiorare dei tempi per tutto quanto ha riguardo con la conoscenza e con la valutazione del fatti dl cultura In 5renere e di Jet• teratura in particolare. me~:~it:adr~~q:1Pa~~ae 1 fn~~:;idafo~~o~:~. ~r.~~1:. citare e il favorire una produl.ìone letteraria lnb.lal• mente negata al grandi guadagni, ma tuttavia ne– cessarta, come gli anelli di una stessa catena, al di– versi passa.gel dello spirito e della forma, attra– verso I quali, con varia !ortuna, si elabora e si svi• tuppa l'espressione letteraria !!no a raggiungere quel– l'agognata originalità di pensiero e di arte, ch'è la meta u!Uma cui solo pochi scrittori pcrven~ono e a cond1z.lone dell'altrui sacrificio, similmente a quanto si verifica In ogni autentica conquista. Senonché, ad esercitarla senza la debita severità, questa deli– cata !unz.ione dell'editore si guasta, si corrompe e si risolve In un Inutile dispendio e In un'lnutlle Illusione. D'altro canto la poca vendita e Il poco successo trag– gono SO\'ente In Inganno e provocano g1udiz.l e con• danne mal rispondenti al valore reale. Ment1-e, a In– tenderla e ad apprezzarla nel suo giusto lnto?nto, ap• punto perché •sperimentale>, anohe siffatta lettera• tura rlsdlta significativa In sede critica. Edltort intraprendenti, quali l'Einaudi e Il Mon– dadorl, le hanno dedicato apposlU! collezioni come quelle del Gettoni (diretta da Vlttorinl) e della Medu3a. Due collezioni di cui va riconosciuta l'ulllltà e lodata la persc\"eranza, non essendovi alcun dubbio che molti del buoni autori di domani é 11 che 11 venia• mo og,2i conoscendo per la prima volta. E proprio in questi giorni, per non esser da meno, anche Il Val– lecchi ha lanciato una nuo\·a collana, inltltolata Con• tro/inna perché ciascuna delle copere prime> che vi è presentala reca la contro!lrma di un Illustre autore, non solo a mo' d'avallo e d'appello, ma anche per cercar !.l'attenuare Il contrasto che ha sempre di· stinto Il passaggio dall'una all'altra ge-nerazk>ne e per ratfor'l..are In compenso e la continuità della Tra– dizione Italiana >, pur senza lederne la libertà, più. che mal necessaria al suo svolgimento spirituale ed anlstlco. e E nell'atto di !lducla che noti scrittori> - quali, per primi. Paplnl, Moretti, Buzzati e Bo - e compiono testimoniando pubblicamente la loro stl• ma a ,:iovanl non ancora conosciuti> - quali: Perro– ne, Tamburini, Giannini e Draghi - < è lmpìiclto an– di Pisa, con le nuove collane narrative, rispettiva men– to da pdrte del pubblico>, Ma accanto a queste sono dn segnalare anche le collane cli Paragone, del Raccoglitore e di Galleria., nonché nuanto di e sperimentale> (senza esclusione di tendenze, né letterarie nè Ideologiche) vengon pub– bllc;f>do, sempre che possono e con varia fortuna, Il Bomplanl. il Garzanti, il Cappelli e Il Pozza. cui ora s'agglun ,:ono Il Sansoni di Firenze e Il Nlstrl-Llschl di Pisa. e.on le nuove collane narrative rispettivamen– te diret te da l Bonsanll e dal Gallo. E' tuaa una produzione narratl\'a che. per for1.a di circostanze, anche nella sua limitata parte più se- re~e cfli}~e,.~a81ft 1 JJf icah;n~l~e<t,:.,:~~~t1:~t:r:c~ mune. JI quale non si !a scrupolo di respin2crla e addirittura di negarla. Sarà successo anche a voi di sentir dire. col tono di chi presume di saperia lunga e di non lasciarsi Imbrogliare. che e in Italia la let• teratura non si vende perché è quella che è>: ossia mediocre e noiosa. Né noi - pur opponenoocl alla grossolana av\'entatezza di un simile modo di sraglo• nare - negheremo che una ~rnilà più rigorosa. una promessa più. proporzionata, un lancio più discreto, faciliter~bbcro l'accettuJone ma,:glonncnte fiduciosa anche dl questa letteratura <sperimentale>, ripor– tandola e trattenendola dentro limiti che non hanno niente Ja spartlre né col trionll delle ,tara ne con le tirature del be3t 3cllers. E Il ripristino di ana tale adeguatezza tra la richiesta e l'offerta, tra li prezzo e la merce, comporterebbe anche Il ritorno al rispet– to di distinzioni e restrizioni, In dispregio o In man· canza delle quali autori che son. piccoli li vediamo millantati per e g-randl > e I novellini li ritroviamo Innalzati alla pari degli adulti. TutLd.vla esagerazioni e scherzi del genere non sono da Imputare alla letteratura <sperimentale> che cl vien presentata nelle ap1>0Sltecollezioni. bensl a quanto di ancora e sperimentale > viene inserito In collezioni d'altro e più garantito ge,nere. magari In concorrenza con quelle straniere a colpo sicuro. Val– ga u vero. Anche quelle riserbate alla produ.tlone ln \'erso traSC\lrano la debita castigatezza nel tener di– stinti gli anziani e già celebri dal giovani e non ancor troppo noti. Citiamo ad esempio: l Quadern! di 'POC· 3 ia editi dalla Meridiana e diretti dal Se~ni. I Q110: demi di e Gallcna > diretti dallo Sciascia, 1 Quodcnu di e Momenti>, 1 Qttadsmi dcll'Arlecchin.o, eppoi I li• ENRICO FALQUI (continua II pag, Z) IL LIBRO DEL~A SE'l 1 'l 1 IMANA * BERTO HASCRITIO ILR MANZO che condanna la"morale di~urrra,, In an'arla tra Stcn,lltnl. l\"im·o~ lleming1t·ug. «Gnrrra In camicia nrra» 111 Gin• 11cppe llrrto, oltre nd r1111ere una pntt•llca, c,I lne11or11hile acc,ua. tlrlla g,rnrr,i la•cllllo. ,1 la. precl11a 1,,zlonr t:HP 11n roman:l,•r••• pt•r rrl'are ,11•1 p1•r1u,naggl. dere lfalrar.- I' nonio non 110l0 d,•ntro ,lt ,clj. ma #Oprattnt.io drntro gll altri \ XJL "TXZl!Al\'0,, 10>]( 1D>A11UOCECCI-H * Biografia come romanzo ib ioteca Gino Bian o r Roger Peyrtfllle In Plana San Pietro Peyrefltte e 11 \7 atiea110 di 'GIACOMO ANTO Netl'opcra ctt•Roger Peyretitte che tan .. to chiasso ha !atto negli ultimi anni s1 possono oramai distinguere nettamente due correnti. Da un lato libri di nan·atl• va pura, d'lsplra1Jone personale a \•olle !rnncamente autobiografica: • L., Mort d'une Mòre >, e Du Vesuve à l'Etna> cd Il suo oapolavoro < Les Amltll!s Pnrtlcu• llères >. In questi egli si alflda al suol scntlm<.-nti sollanto cercando di csprl• merH colla maggiore precisione e per. !ezk>ne possibile. 1n essi solo l'at1lsta ha la parola. Dall'altro i Jlbri d'intenz.lone satirica. I roma.n?J che confinano al Il• bello, in cui H polemista ha spesso Il so- ç.~~~t~:a1;:d~~-ba~:~ ~u!s; tif timi abbl3.llo dato al suo nome In Fran– cia cd altrove una vasta rlnoman7..n ri– \'Clandosl due fra I magglot1 S\ICCC6Sl U– bran dell'ultimo decennio. dhuno perso– nalmente senza esitazione la pre!crem.a al primi. In essi pur cosl diversi di struttura e d'lntona1Jonc: e Les Amlti~ Partlcullè– res > é un romanzo solldamenle costnil– to. • La. Mort d'une Mère > un doloroso frammento d'autobiografia, e Du Vcsuve A l'Et4,a > un distraente ed lstrull Ivo li• bro di viaggi ln cui l'autore esprime Il suo amore per la Campania e la Sicilia. la sua gioia di vivere In quelle regioni dove la natura e l'arte hanno profuso I loro teson In un clima dolcissimo, lo scrittore Roger Pcyrefltte scevro da al– tre preoccupazioni dà la s ua misu ra. EgU vi si rivela un artista dellc.uo eppur aeuto, preciso, pungente anch 0 • a volte crudele verso se stesso. Di libri come questi tre, cui potremmo aggiungere !rammenti de e L'Oracle >. di e Mademol– selle de Murvllle > ed il pi-imo dei due racconti di e Lcs Amours SlnguHères > vorremmo per lui e per noi che ,ne scri– vesse molti a.Itri. Essi appancngon-0 a quanto di meglio la leneratura francese ha dato durnnte gli ultlmi dicci ann1. II suo Ingegno narrativo, le sue quali– là di stilista si ritrovano anche ne < Le.i Ambassades > e e Ll Fin des Ambassa– des >. Ma ad esse si aggiunge un intento polemico e satirico non sempre mondo. ElemenU spuri intcr\'Cngono dando In certi capitoli l'lmpI\.~lone di una tori.a• turo, di una dJssonan1.a. Alla lettura essi sono dlver1enU. L'aurore li ha scritti di buon umore ma vi ha anche immesso un po' di fiele. Con essi non si è più In sede strettamente letteraria suHc velie. Ro– ger Peyreflttc ha scelto Voltaire come suo maestro. Scn:,.a \'oler negare I meriti e l'importanz.,_ di Voltaire la scelta non cl pare molto fellce. Nella ricca narra– tiva francese degli ultimi due secoli un roman1Jcre d'oggi può. a nostro parere, trovare altri maestri ben più Indico.ti a condurlo alla vittoria, meno inclini a far– gli correre dei gravi pericoli. e 1-<'6 Clefs dc Saint-Plerre > (Flamma– r:vn ed.Il. Parls) ne é ora la prova. Il Hbro appartiene alla vena saUrlca di Peyrefllle cd è nettamcn1e voltcrrlano d'Intenti. Se ne possiede le qualità di stl• le oggi non molto frequenti. cui convie– ne rendere omaggio, ne ha purtroppo an– che tutti I difetti. Di fronte ad un libro come e I..es Cle[s de Salnt-Plerre > vi so– no due modi di n1>procclo.Si può entrare nel vivo della questione ribattendo e po• lcmlzzando magari con Indignato \'lgore e sl può Ignorando del tutto questo lato limitarsi ad una valuta7Jone puramente letteraria. Sia perchè Il Vaticano non ha bisogno delle nostre difese né di di!esc in genere. sta perchè altri numerosi scen• deranno scn1.a dubbio in campo, voglia– mo limitarci qui deliberatamente al se– condo approccio. < Lcs Clefs dc Saint• Plerre > presentandosi come un roman- 7.0, doè come un'opera d'arte letteraria, ~ come tale che la togliamo In esame. Vtl subUo detto che !ra I ltbrl di Roger Peyreritte, anche fra quelll della vena satirica, non è uno dei meglio rlusclU. 11 difetto principale è forse quello di es– sere un Ubro lbrldo. Esso è !ormato da tre elementi che non riescono a fondersi rimanendo tra loro In un continuo ur– tante equlUbrk>. Già ne e Les Ambassa– des > l'intreccio romanzesco non era mol– to solido. Lo st è subito Indicato come U punto debole del Ubro. Ne e La Fin dcs Ambassades > cotesta debolcu.a era pe, rlcolosamcntc accentuata. li romanz.lere cedeva quasi sempre Il passo al cronista od al polemista a scapito non del suc– cesso Immediato ma del valore letterario dell'opera come era stata lmp06tata. Ne e Les Cle!s de Saint-Pierre > l'Intreccio non è più. che un esile pretesto del tutto insufflcente a sopportare la pesante im– palcatura d'un volume di quattrocento– trenta pagine. Accanto all'intrreclo sul quale ritorne– remo perchè pur quasi Jnes1stcnte è Il solo pretesto al e romam..o >, cd in un ~~~f~~~Ò~ vP è 50 ~m~p~r~~ lft,~d~te~~ to ad un soggidrno a Roma l'elaborata narrazione di passeggiate attraverso la città e visite alle sue chiese e monumen– ti. A parte Il latto curioso per noi di tro\•are I nomi tanto lamlllarl di strade, plav..e e chiese romane tradotti in fran– cese In un modo esatto ma a volte aJ. quanto buffo che lnvolonlariamente ri– corda gli scherL.l che una quindicina di anni fa si facevano a Parigi in un senso Inverso con G. B. Angioletti e Paolo Mo– nelli. le pagine dedicate a codeste visite e passeggiate pur essendo senza dubbio !ra le migliori del libro sono qul !uori posto. Roger Peyre!itte che ama slnce• ramente Roma e ne ammira la bellezza avrebbe potuto scrivere sull'Urbe un lJ. bro sul tipo di e Du Vesuve à l'Etna> ma senza caricarlo di un !ast1dloso In• trecclo romanwsco. Vlce\'crsa se in e Du Vesuve à l'Etna> avesse Immesso un Intreccio Inutile co– me Roberto Rossellini ha !atto nel !llm < Via.gelo In Italia> avrebbe sciupato .U libro nel modo in cui RosseHJnl ha man– cato U film. ~falgrado tante e Passeg. giatc Romane> del passato si I! convinti che un libro simile di Roger Peyre!itte avrebbe potuto essere una riuscita. 1 rl- :r:t1a! g!~~f~~a~~~~Ì~ ~~f1 1 ~tnc~~~à cd alle beUC"D.c del sttol tesori artistici. Qui tutto questo rimane purtroppo sem– pre frammentarlo. L'autore non riesce mal a prendere iJ volo. II terzo elemento assolutamente pre– ponderante. il vero argomento del libro, è una serie di dialoghi interminabili In cui col pretesto d'istruire un giovanissi– mo abate france-se un ca1'Cllnale ed alcu– ni prelati a t\lrno attaccano a fondo Il Vaticano facendone una caricatura satl• rlca alquanto grossolana, spesso sgra– devole. quasi sempre inverosimile. Come si è detto non entriamo In merito al fat– ti. Essi vanno dal commercio delle in• dulgenz.e e delle reliquie, alle beatifica• zlonl e canonizzazioni, da lunghe dlscus- ~~'7:à sd~i J~~f!Jk-e~1e 1 e~·:n1~:~11ri;; una sua successione, lo scandalo Monte- tn~!0~~c~~n!f~ ~~tio ~~!~~!~~. dle.; \ita privata degli alti prelati, lo scan– dalo Cipplco. di cui un cardinale fa una specie di nobile martire sacrificatosi per li bene d~lla Chiesa, ed Infine e &oprat• tutto le finanze del Valicano. A parte GIACOMO ANTONINl (continua II pag. ZJ

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