Fiera Letteraria - Anno X - n. 20 - 15 maggio 1955
Domctiica 15 maggio J 955 LA FIERA LETTE R_A..:..R...:._;_I..:..A __ _ ________________________ r_,~g_. _5 DUE SCHEDE ANGLOSASSONI LA POESIA DIHOPliINS ILP-ENSIERO DlC LEBIDGE Ristdtati nuovi e notevoli ,rell' illu.strm:.ionedell'arte di Hopk.ins sono stati ottenuti da un poeta d'oggi., che è un entusiasta d,elproprio autore • Un'indagine su Coleridge basata su un «corpus» di mano- scritti in gran. parte inediti, at.tinti anche da collezioni private di AUGUS'l'O GUIDI NEL IV CENTENARIO DELLA PRIMA PUBBLICAZIONE DELLE OPERE Dai "sonetti" di Louise lahé (ver•ione di EURIALO DE MICHELIS) V Chiara Venere, che erri per i Ciel. odi '»lkl wce in tono di l-Omento ch.6 c.antert\, /i,u;;M nell'alto Cielo splender<\ la tua faccia, il lungo suo traooglio e la mole.sta cura. Molto meglio vegliando s'inteneriranno j miei occhi, e vedendoti più pianto getteran /rwri. Meglio bagneranno di focrlme il cedevole mio letto, vedendo testimoni gli occhi tuoi ai lor travagli. Prese dunque sono le stanche menti umane da riposo dolce, e dal sonno. Male io J.accio /or::, finché il Sole risplende; e quando ,on.o qua:,i rotta del tutto e mi ,on moaaa sopra il letto ,tremata., all.ora devo gridare il male mio tutta la notte. IX Toafo cha a.ppena a prendere comii,c1r .sopra il morbido letto l'agognato ripoRo, la mia triate mente muove subito, di me u.scita, per venire ve-r,o di te. Allora mi iJ certezza di chmdere nel tenero mìo setr,o il bene, verso cui tanto aapirai, e per c11icosl alto &oapirai che àirompermi speaso ho io creduk per i singhiozzi. O dolce ,onno, o not a me felice! amabile ripoao, pieno di qi,iete, continuate il ,og,io tutte le notti; e ,e non deve mai la povera mia mente innamorata avere neasun bene in veritd, fate che almeno ne abbia e,a(l. in /iritions. XII it~ tal modo a tacere; ma ,e vedi come teneramente io risospiro, dando alla tanto trfate mia- querela. /11vorevols aiuto, dei miei affanni tr:!r:i:rasr~n: :n c~~:'feiag:;r~Òl~e~lce XIV FincM i miei occhi lacrime potranno apargere, rimpiangendo la passata felicità co,i te, e potn1 a.i s-inghioui e ao3piri resi,termi la. voce, e un Po' /a.rai ca.pire; /inchd tendere del nentile Liuto la mia mano potrà le corde, per cantar le ora.ife di te; finché la.mente cotttentarsi vorrd di non volere intender nulla all'infuori di te; per nulla am::ora desidero morire. Ma allorquondo aridi sentirò farmisi gli occhi, rotta la voce e haabile la mano, e la mia mente in questa mortal sed.e non potere mai più segno mostrare d/euere amante; pregherò la. Morte di far tenebra il mio più chiaro giorno. blioteca o Bianco CONTEMPORANEO DI VERLAINE E RIMBAUD (JDARLES tJROS poetE1 se11:o etie·hettà Le etichette letterarie sono una magnifica cosa; il procedi• mento è Il seguente: si prende una parola qualsiasi, la si lm• bottlscc di signJflcatl vari, con• dendola con un palo di filoso– femi, due o tre definizioni d'autorl qualUlcatl, una biblio– grafia es.senzlale e alcuni ad• dentellati storici. Poi, Ja si dà In pasto al magro pubblico let– tcrorio. Infine, delle due l'una: o il pubblico la digerisce, e la parola avrà la suo. storia (cosl è accaduto con Medio Evo, Ro– manticismo, Naturallsmo); o la sputa., e non se ne fa niente. Ma nel primo caso, che è ti f:h~~~~~~cri~~~;dt• p~Ù 1 ~~! ~;~~Ò at~~el~~!tf~~a d~:Ct quindici nomi, ed una pnglna novella di storia della lettera• tura è scritta, ed a tutti cole>– ro che ne seguiranno Il corso parrà. impossibile ricordare questo o quello senza trascinar dietro la definizione che bene o male gli è stata appiccicata sul dorso. Ma benchè t.al modo di rare sia diventato di prammatica, ~I; ~to e~~lct:e sod7;:~!i a~ eharles Cros, poeta francese ::nA~~ra~~~~ t1 ~! 1 ~m~ bra a prima ruta molto Chiara. • Volle sempre illudersi d'avere la compagnia dei marziani, e di lasciare la· sua voce af• fidata soltanto ai solchi del grammofono dl GIANi\ 1 1 ;\ 1 1CfU,E'l"l'I Per la cronologia. - nasce nel 1842 e muore nel 1880-, per es– sere stato scoperto da Aragon e Breton, per la sua apparte– nenta al clrcolo del« zutlstes •• per aver Inventato Il fonografo prima dJ Edlson, e la fotogra– fia a colori, e per aver propo, sto mezzi adatti per comunica– re con eventuali esseri viventi In altri pianeti, sembra Chenon cl siano dubbi: è un miscono– sciuto, quindi un maledet,o come Corblère, come Lautréa– mont, e come tale fui anche tentato d'aggregarlo a quelli In un volume a loro dedicato. Ma quando Cros. alla fine del• l'Hareno iiaur <poesia tanto ce. lebre Che dovette pentirsi di averla scritta) conclude dic.e.n• do d'aver « cor,1posé cette hl· sto!re, - slmple slmple, slm– ple, Pour mettre en fureur les gens - graves graves graves. Et amuser les enfants - pe– tlts petlts petlts •· ve la senti• te d'avvicinarlo al mostrt me– tafisici della specie del picco– lo Rimbaud, o al satanici come Is!dore Ducasse? E questo è un guaio tanto grosso, ch6 so– lo per esser semplice e per aver voluto coprir la realtà ru– gosa col sorriso, eros rischia di restar senza eUcbetta, con grande disperazione di chi, nel novecentocinquantacinque, vor• rebbe tutti I poeti schierati ln plotoni. Invece, dopo tanto marcire ~r:i !eF~r:1~. ~e~efN~~~~1l!~~ di Zola nel senso dell'epoca classico (sic), o le taglienti di· stlnz!onl tra veristi e realisti, manzoniani e scapigliati, pre– ziosi e seeentl.stl, eslstenr:iall– stl puri ed eslst.enziallsti cat– tolici, vorrei consigliare chi vuol turrarsl In alcune centi· naia di pa(Pne che ran dimen• t!care I problemi storici della ~~~~~'i!ad1db~r,:!eJio~~Ji zlone a cura di Jacques Bren• ner, con una nota di Guy Char• les eros, pubblicate da Le Club rrançals du Llvre. E' un poe– ta, ml pare, che dimostra più d'ogni altro la prolifica vltalltà del secolo d'oro della. poesia fr~~i ~~e~:~:~t~pc delalre, e perchè tra gli erme– tici più sper!colatl, mentre già Il verso libero spezzava 11 minore ritmo tradizionale e lo contor– ceva come uno sterpo al ca• !ore, egli tu capace di cantare In tre versi l'amore, con tre ri• me semplici (Dlvlns - Vlns - Vains), andando solo In cerca di rose o di mughetti. Ritmi, rl~tcr~~~t\~ai•1rr: 1 c~!.3 atJ~i:. gere le sue cose, pare che un setaccio abbia tolto via le sco– rie, mentre lo. penna depura• va, semplificava, riduceva al– l'essenziale. Perfino quando è dolente, con la malinconia cbe :~ ~S:Oc!~~~Pd1 \f:~ ~~ mondo e neppure fuori di esso, sl sente come sperduto In una casa deserta, ha Il rimpianto del pochi momenti in cui eb– be In mano l'universo, e sa dl :~r o~i~~ g~~fttic~l~nf~\~ !ora, eros è triste; pure, sa rl• dere di alcune cose. E tutto Il suo mondo è quJ. f~~mrleo ~~!t~~iaA ;~~8n~U: va, morta molto dOPO dl lui, a ottantaquattro anni. Un fra– tello, Antolne, ru medico, an• che poeta, e autore di alcune Ipotesi sul destino dell'essere; Henry invece fu scultore, e RC>– din l'ammirò, sembra, senza riserve. Quanto al nostro Char– les, s'Interessò di Uogue orten• tali, di medicina, di chimica e : f!~~::i \fà t~n~:::::: u~1!; teorta sulla riproduzione foto– grafica a colori e un saggio sul mezzi di comunicazione In– terplanetaria. Quest.'ultlmo è quanto di più divertente si poa– sa leggere In proposito, anehe se non sempre fondato &elentl• ficamente; In poche parole, egli Intendeva usar raggi lumi• n~ per avvertire I nostri fra. tel11interplanetari dell'esisten– za d'una vita lntelllgente sul nost.ro pianeta; a questo scopo Indicava Il numero di lampade necessario, e una specie d'alfa• beto elementare che con santa pazienza avrebbe dovuto esse– re compreso. V'Immaginate la glola del poeta quando scrive che forse un• punto luminoso apparirà sul pianeta lnte~ gato? Ma non si ferma a que– ste proposte, destinate a re– star teoriche, e scrive una teo– ria meccanica della percezione 0871); sei anni dopo deposita presso l'Accademia delle 1clen• :Ts~r;:e~~m;~~ife~~e~ l cosi ti pa.leo/0110 (voce del pas– sato); ma circa un anno dopo, ft~!1z~~n! 1 c~~nte~!f1Ì~i 1 ~rref~ ristrettezze finanziarle, eros andò ad una seduta durante la quale Puska.s presentava in nome di Edlson li Jonogra.Jo. Invano protestò d'esser stato Il primo, almeno In Francia, Ù !t~n;e~;~:re u~im'!111:1:~ CHARLES ì'10JtGi\N dell'uomo; dovette rassegnar– si: « Se Edlson ha Inventato 11 fonografo, gloria a lui •· Da quel momento, Charles eros ru considerato poeta in– nanzi tutto; ed ebbe una nor– male vita di poeta fino al quarantasei anni: ebbe tla:11, fu sPoSO e padre esemplare (ciò che, veramente, non è normale, almeno stando al• l'opinione corrente), scrisse, cercò di sbarcare il lunarlo, ebbe amici, nemici, mori ao– compagnato da qualche ~ qulo Importante Cdl Verlaine, ~enéon, AUai.s>, e fu glorio– samente dimenticato. Aveva. detto: « Non temete, non ma– ledico nessuno. Perehè un pa– ndlso mattinale si schiude e ml ra tacere•· C'è qualco,a delle splendide città di Rim– baud In que.sta promessa di felicità dopo la morte? Sta di ba~ ~h~tf~e ati~ce;1~fi:; zlonl, non tanto per grandez. za di concezione, nè per folll ~~~r~~~~~re 1 :o sr1~~J:~~ lnvenzlonJ hanno qualcosa di casalingo e di bonario; non avrebbe mal previsto, lui, la ili erra del mondi), ma per la. perfetta fusione degli elemen– ti dell'ottocento a lui circo– stanti. Ogni eosa, nella no– stra vita, può esser presa per due versi; anche un sorriso può eMer buono o crudele, una frase dura dettata da ora:oglto o do.pudore, da odio o da amo– re. Orbene, In queste pagine non mancan certo le amare%• ze: donna, donna! sepolcro dl carne. Nè mancano le metafl• siche disperazioni (sono tnutl• le e nocivo...), le !rasi terribili (non cl si siede più alle tavole del felici, se si è morti), le aspirazioni (la mia anima è un cielo 5enza llmltl), certe ca• den.ze strazianti (Ho tutto toc– cato ... sentito ... trovato); direi che fino al collo egli è nel 1uo mondo, nell'lnfemo della ver- ft;r~ 1::e ~ai!: 1 ~:r1!n~~;;: guarda all'universo; e sente t bimbi gluocare, le stelle tuggl– re, li vento stormire, l'estate da~f.g:1;•jig~:ireiaJ:~a.n- tal, Le Collier de grt//e.s, Con• te&et NouvelleJ, l Monoloque,, I testi sclentlflc1 ed alcune cose minori, l'avventufa di eros è oompiuta; e dloo av– ventura non per calcar vecchi nomignoli Incollati a queatl poeti della seconda metà del• l'ottocento, ma per rtcordare che anche con I rttml semplici si corre su di un filo dl rasoio. Ci slam troppo mal abituati ai rischi radio.si , sfruttando paro– le che l'Apocallssl non avreb– be disdegnato, come ana:ell, demoni, preclpi&i e sovrumani silenzi. Il Urlsmo dl eros, a ben guardare, è achlera.to con quello di nature a lui slmut; m• la differenza consiste nella sua sapiens& del perdono, 1n quel testamento ove dice di morlre perché la ,ua patria • lontana, lontana dalla Fran– cia e dalla terra. Clancler ha ~r~~~Pi~::rraC:: ~la~ actem.a d'esaere poeta e I& pre– sclenu d'uno scacco finale, perchè In lui s'accavallavano un potere demiurgico aulle cose e la confessione d'impo– tenza dinanzi alla società; ed è vero che per uno scrittore lnquallf!cablle è la lotta tra. Il suo spietato lndlvlduallsmo ed una collettività Che si rifiuta ~!.ff'°J:r~ s~a~~u~:i~:!: Ma egli ha saputo tracclare questo Itinerario a traverso una spontaneità Che d1 mille altre antinomie non è che su– peramento. Ragion per cui, non blaorna tani Ingannare dalla sempll– cltà, che è purezza e non acer– ba vl..slone del mondo. E' cu• ~:o erre:~~!• g1!s,l'l~oti!\i: ed anche In Francia, è dovu– ta solo aua facilità del suo ritmo poetico; In altre parole, In cinquant'anni o poco ph), la posizione s'è rlvesclata, e mentre prima le oscurità spa– ventavano, oggi spaventa l'op– posto. Ma Crw dice: « SI può guardar la luna - TranquUla nel cielo nero. - E che mora– le?... Nessuna•· E in versi che sclv61ano t.anto, se l'arrabbla- ~ce::re1.n::J~n?~i~~1:~~~I;:;,~ GIANNI l\,coLETTl (Continua a. pa.g. 6) LA VOCE DI UN POETA ISPIRATO DALL'ERRORE E DAL DOLORE Ernst Wiechert ela~ioventù tedesca
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy