Fiera Letteraria - Anno X - n. 18 - 1 maggio 1955

Domcn:ca l O maggio 195.3 14 nslonomia HJ1irlt1u,t" Per unn valutazione di Fra Giovanni da !l'iesole le scuole critiche hanno seguito, slra– :10 n dirsi, un vlnggJo avventuro.w: avevano .a convinzione, forse, che dl fronte a quella ,.;C.'mpllcltA di &entlmt'ntl non sarebbe stato difficile approdare, sotto un'unica Insegna, al medei.trno porto. Qu~te 1Ddaglnl arre– cando. 111contrarlo. I rl.sultaU più in\'Uos.l– mll!, prestarono fondamento si. escogitare persino un beato Angelico In contraddlzl~ ne con sè stesso, timido, atono, lmpassibl• le, L'errore ha pur la sua origine nella lettcratun\ di maniera. che ha c~uto dl– \-Ulgare una copia fedele d1 quell'esemplare piuttosto unloo che ru Il mugellano Ouldoll– no di Pietro. con l'ucrtvergll. senu ragio– ne, tante vaporose complact:nz.e. Anche resa.– me del &!lomisticismo é stato, In certo mo– do. curioso: mentre secondo la teoria del Rothea l'A.ogellco, creando la sua opera co– me un·asplratlone al simbolismo alltgorlco. è lndltrerente al fatti de1 mondo reale. per il VM Merle Invece Il mondo reale è pre– sente &ll'Angelloo con eguale. se non con maggJore potenza. delle sue visioni spiri– tuali, Da una parte si è tentato di vederlo come cplsodlo del tutto Isolato. dall'altra t'ome li fenomeno ph) naturale al!R atorta del primo Quattroct:nLo; cosi che iJ suo no– me ngura negli apprezzamenti della crtttca. sia In qualità d'lnnoutore reazionario alla tradizione crtstlano-blznnUna. sia In Qualltà di rcsl)On5Rbile pr:lmo della scuola di quel lJittorl «atrabili», che sotto II velame della de,·otlone, altro non furono che panegiristi ufficiali, artisticamente Indifferenti au·emo– tlone propo&ta dal loro dipinti. Portato da ~m!: riu~=~~&~I~ :ri~~::n-:10~ n beato Angelico ora 6 al di là a chiudere 11 M~dioevo crl5tJano: ora è al dl qua ad apr:1- 1'9 con gli uomini nuovi le pagine lruilgnl dellR Rina.sella; ora 6 nel me.r.z.o come epi– gono di un'età e iniziatore dell'altra Ciò avviene per le tnterfert.nze che aJ c~ano nell'attr:lbulrgll del~ teorie, nel cotnvolgerk> " .sostegno di pogl2'1onldetennlnate, nel pro– blema dd limite trR Medloe,·o e RIDMCl– men to: non ln~udlamo ln nes.sune di rode– . i.te poal1.lonl l'Arbitro sentimentale del Jet.- • te ratl, n6 certi entuslaaml popolari, n6 le i,olemlche alla manlen. di Olindo Guerrtnl che scr:lt:eva: « Il beato Angellco non lo posso soffrire. Ah, come sono anttpaUch~ quelle ,,ue Madonne magre, allampanate, con gU occhi lnebcUU e le carni verdoline; gli an– ,ell col parrucchino biondo bene arricciato, le trombeltlne alla bocca, e Il tutto au fondo oro!? Se c'è qualcosa da ammirare in lui j()OO I 5UOI amm.Jraton •· A n~tro &\"Viso chi vuol fare della pietà tiell'Angellco un caso di ecetttone. fino a re– legare rautore nel confini Immaginari dl un Mttllmlo medioevale. dimentica uno de– gli asl)t'ttl più fer~II del prfmo Umane11!mo, Jn specie la tradldone domenicana. Tra Il 1337 e Il 1357 erano già morti P'ra Giordano da Pisa. Domenico Cavalca. Bartolomeo da San Coocordlo. Jacopo Pa.saavantl; tuttavia con l'ardore mistico catertnJano si rinnova– va. al tempo dell'Angelico. un·au.stera dt,icl– phna. fedele alla stretta osservanza, ed era– no vivi uomini come Sant'Antonlno da Fi– renze, li beato Giovanni Domlnlcl, Il beato Lorell%Qda Rlpa!ratta, la beata Clara Oam– booorw Del resto le ml.Scellantt: spirituali. 1 libri di pietà, le lettere dl devOl.lone, gll itinerari. I fiori di virtù, t legg.:ndart co– .stllul&C\lnoper JI secolo xv un'atrollata te– stlmonlania. che, nella ricerca scientifica Jntesa a stabilire la fl&tonomla di un'epoca tra le più grandi che la storta ricordi. non pud' pas.;.are inav,·ertlta. Sono memorie pro– ,·enlentl da pontefici, da 6Clittori. da arti– sti. da beati. da tutta una generazione dl predicatori: Olaca:no della Marca. Alberto da Sartt-ano. Antonio da R!m1nl, Antonio da Bitonto. Btmardino da Ptltre, Bernardino da Siena. OlOYannl da Captstrano. seauen– do la llOna d1 QUMU UOIDIDJ, t in.uau re- - - • - dli - • -bi– Je d&nne la ftlloaca1a sptrttoala d1 tra Oloftllld da Pleaole. una ldoerafta anche f'Atertormm.te nc:n del tutto ,cuna. Ma nella. tra ma occorre lmerlre la pu– stone d'allora: rammenta.re la storia. fioren– tina che dOpo Il tumu lto del Ciompi. con la nne del governo democratico .instaurava la Signoria del Medie!; Il travaglio polltloo de– gli StaU Italiani. le polemiche e le an&leu\ per lo Sctsma della Chiesa fino al Concilio di Co&tanz.o.Inoltre nella vita politica e rc– llglo.sA del tempo 1l'ln.serlvaaltlss.lmo un rat– to che occupava la mente e I dlaoor sl de l dotti: la ctRMlcltà nuova, la quale ri! act.ll– dosl al linguaggio delle opere anUche. da poco esumate. rlvlMUte anzi come elemento vwo, algnl11c&t:ain alcuni la volontà p~l.Sa di trasferiI'!l nel passato. ldenUftcando nella lmJlaz.lone il canone. della belJezza, In altri cblnclde,•a con l'asplrulonc a creare. su d1 una bMC di equlllbr:lo e di armonia, oome un remo &pirituale, dove gli Ingegni mtelh> rl potCMero alternare eenu contamlnn!o– ne. alle t:erltA del CrUt.lane.slmo. n aapere della Grecia e di Roma; in altri ancora era la llberazJ.one da un coocetto della vlta tondata sulla tede, 1n nome di un lalclsmo <-he asseriva compiuta l'evoluzione da1 dlvt- 110 all'umano, avvenuta orma! con l'auslUo di quelle rorze della aa.ple.nza anuca, rima– sta occulta per tanU anni. nella cos.ldetta barbarie del Medioevo. A parte le tu! mol– tcpllel che aono atate atracclate sul carat– ~rf veri dell'Umanealmo, l'lmportam.a che ,•h!ne attribuita alla docta piet4$ e a tutto quanto di rettamente le ,riguarda, è 6Cnta dub'blo un lndlz.lo che qualche cosa è mu– tato e che Je nuo,·e !orze d'Indagine conflul– scono \'CnJOuno .studio che alla natura op– pone l'uOtno. alla 8clcnta a,·errol.sta la 1,11- p.enta platonlca-agostJnlana. Oli scritti di Plco della Mirandola. dJ Marsilio !'lclno. di Olannouo Manetll, di Flavio Biondo. dl NIC– COiòNlccoll. tanto per citare alcuni del no– ml che \'Cngono isublto alla mente. comuni– cano que.&lapa.s.slone di rinnovamento in at– to nelle C011Clenzc Ed erano mila mede&lma ,1a, ne] fervore Umanll!Ueo cri.Stiano. uomi– ni come I cardinali Olullo Cesarlnl. Branda CMllgllone. Domenloo Capmnlca. Antonio Correr. Niccolò AlbegaU. Tommaso Paren– tucem (li futuro Niccolò V>. I domenJcanl Ambrogio Traver11,&rl.Leonardo Datl. Non per :mila H CO?\'-~to di S. Marco a,·C\•ll ereditato, per volontà di Cosimo, circa 400 znanoscriill ap,artennu alla biblioteca prl– ,·ata del Nlccoll. L'Angelico vi~ nel clima dell'Umaue..slmo con Ja serenità dJ uno &plrfto capace di do– minare 6é ste.sso evitando le cadute e glt en:uslasml momentanei; più che discutere. in OEI accademlcl. sulle qualllà di Scipione l'Africa.no. o di.sputare 1,1.1! rato o sugli dèI d'Orniero. 11 suo Impegno era n(olto altrove. nel tradurre In lmmaeinl non meno belle delle nntlche. quelle aspirazioni \'Cr&O la g10- \'lne7.z.a den·ar~. ratta di atrett.l ve.rillerl, di una freschezza spigliata e &!cura. Il rinnovamento avvenh·a In Flrentc an– che In virtù del verbo nuo,-o abbracciato dnlle arU: queste &Imoda,•ano lentamente daJle maniere gotiche. Uno &tudlo partico– lare, anche estenore. sull'at.tegglamento del– le figure ln,;egna che la preoccupazione di rendere un sentimento, une scatto d!fferlva dn!la lmmobllltà a.stratta e attonita di pri– ma Entrn,·ano 1 p.!r,;,onagl nuovi nella con– versaiJone deJII uomini con I costumi e Je verità reali della ,•Ha f\slca e morale. Non &1 componevano costoro una certa fl.&lono– mla OOD\'t'IlZJ.Onale, nulla di abitudinario era tramandato da quella fcrme.u.o, aperta 11 un Impeto glomnJle di confidenza nella vita, L'Angelico av\'ertl pur non essend9t1c k, artefice. primo, que..to mutamento di tono. tra I g:IO\'anlvtnuU alle arti dal contado., dai popolo dell'Umbria e della T05Cana A quella dengjtà di dlJCOl'$0S&pt'\'a 111tr:lment1pen·e– nlre apportando\'! una pacata tempcrnnt.t\, un11vlbrB7101e di umnnltlt profonda. Mc.ntre sono comuni agli artisti di tutte le epoche, con le lotte. del pr!m1 anni. I gio,,anl errori dl'!'tto le tmpre~oni del più ct:Jebrall ID1'C- LA FIERA LETTERARIA JN MARGI E ALLA IMPOHTA TE RASSEGNAROMANA Pietà dell'Angelico Scaturisce dal suo mondo nitido ed armonioso u11a sapienza mistica, che reca luce alla sua autobiografia, e consegna al lettore di così vagliati testi pittorici una.misura giusta per inte11derli stri. di cui di volta In volta subiscono li !Rsclno, nell'o~ra di frate Angelico non af– fioNLno torti dis&.!dl.non &I manlfeistano po– lemiche. non an·ertJtuno l)ASS,8ggl ,,Jolentl Echi di mlnlaturlstl, poslzlont incono– grafiche [edclmente accolte. 5i mutano ln lui con gli anni, ma &enz.aInterruzioni tm– provvl&e, dall'A.nnunda.:fone di Cortona ol– le Storie di Santo Stefano e San Loren.:o: se l'acme raggiunto è notevolmente diver– so. l'anima delle 1ue comJ)061zlon l, 11nco • rata, In materia pittorica, a ,-erltà e.s.sm– zlall non contraddette e neppun,, tr asfor– mate augtl lnwidlmenu o le trnme del maestri a lui più ram.mari. t.ranne, agli esordi, l'esempio .singolare di Masacclo. Bl&0gnerà anche intendenl su que11·1Ru– ta celesUale • moUvo di cosi facile lettera– tura. Pan·e già mlracol06R RJ. contempo– ranei In corrispondenza tra la vhe di fra– te Ang.:llco e la isua pittura. 11 Vasari con le notizie che egli ste5l!O raccolse nel con– vento di S. Marco da un domenicano avan• ti negli nnnl di nome Eustacchio. vissuto Insieme al rellglO&I dellR medesima gene– rulone di Fra O10,·annl. compose uno del più fermi ritratti delle Vite. e Fu Fra Olo– \'annl, Rmpllce uomo e &antlMlmo: achh'ò tutte le azioni del mondo, e puramente e santemente vivendo, fu del poveri tanto runico. quanto penso che isla ora l'anima sua Jn olclo. SI esercitò continuamente nella pittura, n6 mal ,·olle 1a,·orare altre cose. che per I santi. Potette esse.re ricco e non l5C ne curò: anzi usava dire che la ,·era ric– chezza noa ! altro che contentarsi dei po– co•· Non fece mal Crocl!ls.,o se non si ba– gnasse le gote d1 lacrime. onde si conosce nel volU e nelle atutudtn1 delle suè figure la bontA del sincero e grande animo suo nella religione cristiana . Non ~ lecito dunque parlare dell'attlt.u– dlne di un arti.sta a rlaolvere ogni tema m adeguato tessuto pittorico solo in fon.a del– le &ue qualità di mestiere e lstlntl\'e. L'Angelico dellmltò li campo figurativo al .soggetto sacro. per unR elezione spon– tanea: non U&CI a cantare la esuberanza e U futo della vita. Il governo dell'anima. conronne alla disciplina dell'ordlne. l'asce– llsmo abbracciato con ,•olontA di dedltlone intera a Dio, ponevano in lui una stabili– tà, un·accresclta In un &enSO ben definito. rivolto a pensieri e.strane! al sentire del mondo. I problemJ che gli offrivano nelle narraz.Jonl erano Impegni spirituali: ren– dere I corpi glorificati I apparldonl, la vi– ta del beati, le gioie Intime del suol dome– nicani. Le Immagini del suo racoogllmento sono quel monRcl compresi della mnestA del mistero, quei .santi genutlcssl In atteg– giamento meditativo, quegli ang.:11 CQS,i fuori di ogni cadenz.a terrena. quei para– dla.l aqulaJtamentc compoeU In un·amp!er.– u di motivi. per C06I. dire, sinfonici.. Puo– rl di questa teologia, la &ua aspirazione ca– de nel conventlonale quando l'argomento In obbliga a scendere In parUoolari che contraddicono la ima visione serena E' no– to quanto alano modeUatJ au acbtml ante– non 1 demoni per U Otl&CU!to V,at.,.,-llllc al MIUeO <Il 8. Marco. e come quesu 51.ano ml– tJ e alla buona. non0&ta.nte le bocche roa– aaatre, I piedi unghiati. I corpi neri, tn con– fronto al demoni del Pisa.no e a quelli for– midabili di Luce Signorelli nella Cappe!• la on•letana di San Brltlo. La poeisla rag– giunta da frate Angelico è un rervore ml– stico che ha le sue radici nel &0prannatu– rale: al oontrarlo di quanto &!ferma Il Wyiewa, è un dono che !'I.spirazione cri– stiana soltanto poteva elarelrgll In maniera cosi unlver.sftle. Le r••lonl. dPllu 1Jllle A questa potenza Interiore non ,·eMero meno, al accrebbero anzi col &uccedent del– h! opere e dtlle esperienze tecniche, le ra– gioni dello stlle.. Nel primo e nel secondo decennio Il Quattrocento vide prodlgioal mae– stri ch e rlrmovaro:io le qualità formali, Il se.mo del volume. dello spazio. della luoe, lo impia nto e l'atmo&Iera del quadro. L'An– g.:Jlco ebbe nella sua prima manJera una oerta grvJa. una certa prttlosltà derivata– gli dall'Insegnamento di artLstl (sul nomi del quoll, come Gherard o Starnl na, è aolo })Oll,S!blle avani:ntt delle 1potc.sl vaghe) che avievano Abilmente trattato la m lnJatura del codici, degli ant1fonnrJ, delle bibbie. e non &I -.,a molto lontano dal \'Cto a.s.serendo che quel determinati carntteri. tramandaU con fedeltà - vl.sJ ovali. bocche ed occhi plut– bto piccoli che gra."ldl, colorn.tl.001 tra.spa– renU - erano lezioni che J domenicani e 1 camaldolt&I, cd In apecJe Lorenzo Monaco. pot evano a,·erg ll dettato ncgH nnnl della sua prcparaz.lo. "le. Un Angelico ml.nlaturl.5ta ru dapprima studiato dalla cntlca. come una SCO!)Crtache a·;rebbe detJ5,(Idi :nolU punti contro,·ersl. se le pnwe delle. collabOra,.lonl e degll aiuti. in quft5J tulle li! opere rima– ste fino R noi di quel periodo. non avesse .'lOttratto all'tsame d~lla suR carriera glova– nllc nen·,mc di alluminare, Il fondamento neceuarlo per una 80luzlonc pienamente fa– \'Ore\-ole alla precl4a arrermulone del Va– sari. Dl fflt'lle dire dei leg&m.lche plù trat– tcnne.ro l'Angt:lico a 00':ltatto Ideale con I pitto ri eo&lddeUI di transizione e con arti– sti come Bice! di Lorent.o. Rossello di Ja– copo Franchi, Ottaviano Nelll o anche Olo– "nnnl da Ponte. Certi rfchJaml nulla ag– giungono al carattere comune e au·espres• sJone di quell'epoca E perO moth 1 I di atu– dio. con spunti adeiu,all a un·anall&l per– sp:caoe. meglio si rltl'O\·ano nel &aggi di chi hn ,-oluto colleg-lre con l'opera prima di rrn– te Giovanni l'anima e le torme di Spinello Aretino, di Gentile da Fabriano. dell'aU4orc della Cappella Boc<'her1n1a Prato e &0prat– tutto di Ma.saccio. Cne cl alano delle 60ml– glla.rue con la scuola umbra non reca me– ravigli~ qualora si pensi che questa. nella i;ua origine, poco si diparte dagli esempi di quella l!Cne~. Intesa a rffer1re le CO'SC del mondo e di Dio. ruori della storia reale se.n– ta pa&\lonl violente, con unR sottlglle,,.za ed una cara eleganza pari al piacere d1 chi sogna • Da queisto orlz.zonte !.\ngellco ellmlnò di ,-olla in ,·olta J UmortW acceMI &I movi– mento e portò ad unità ciò che nel s<>Ucl sl stava lnrece per dl.&Rrtlcolare, perdendo consl.5U"n2.R e chlam.z.a Per quanto I algnl– flc~U di Nardo d1 Clone Orcagna Siano proa– slml ln bc.'.lcua a Frate Angelico, là nella Capp-lla Strozzi in Santa Maria NO\"Clla non dimeno a .seguire le pnme mcw;e più ~clolte nel ritmo e COtnmo.saein pro(ondo. come nel Tabe.rnacolo del Linaioli. 6 evl– Mnte che ('OtlverrA pRMRre al vagllo 4ua1- cll(' voce, più stcurnmente nuo,•a, alle con– dlz.lont crcstes1 tra k> ;,pirite dtl Medloevu e I& RJna.sclta. Lo 8\'0)gimento di Muollno negli affre– ~hl della Co llegiata di Caatlgllone Olona cl r1,·eht quali aru.le. rlo\'ettero attra,·entart I pittori che, dlsposando alle maniere gotiche le lntcn7I0:ll e le forme della nuova epoca. cert'anmo col domtnlQ del meu.J cspre.ssh•I la coererua dello sUle. Ma.solino non &ePPè C\'oh·enJ per virtù propria fu indecl.60 per- di GIOVA~~• Fi\LLAL\11 che la sua personalità non a\·eva. come quel– la di Masaccto. un ruoco vtvo per ll)umlnare con atnso originale, &Us..'C!~tlblle di sviluppi. le rorze dell'uomo e le !orze della natura; non aveva come quella dell'Angelico la po– tenza dl coordinare Il dramma di eguale t.nerJia, al punto che nel Batti.stero di Cuti• gllone opera sotto I ricordi dell'arte di frate Giovanni, Superò quivi Ma.solino, ln fantula fiabesca, I rratelll Zavattarl, ma la sua car– rif'ra dalle Madonne di Brema e di Monaco alla Cappella del Cannine, a quella lumi– nosa e solenne di S. Caterina è pur sempre nell'ambito del tard~ollco: non a caso la sua educazione alla scultura, prima che alla pittura gli era "enuta dlii OhllbertJ. Al qual proposito not:amo che l'opportu– nità dl far coincidere. dentro gli 11oeheml delle tendenze e delle ntnnJtA I moti del primo Umanesimo. cl riporta da MIWl.cclon Dome.nico Veneziano, da1 Pollalo:o a Mlche– langek> dal Ohibfortl all'Angellco a- tre di– verse fasi di una stessa passione; naturali– stica la prfma. con ac«ntuata rorza al nu– do e al mo,•tmento la seconda. fedele la ter– za a un canon~ di espra,tone lirica e rell– glo.,a del senUmento. In questa la grazJa non hR niente di letloao, l'azione &egue la dl5c:lpllna delle 005'! narrate. la VIS.lllne è RP- malrenno &ul isuol pa.s..\l, di pe.;o tanto mag– giore li.I llUOIcontempora.neJ. che DC! tempo aperto da Ma.saccio avl!va appre50 l'arte di modellare l pe.rsonaggl del suo dramma con fotta urnanu, adoma però della splrltualHA corrente nelle isue convinzioni rellgl06e. Lo Altare di Pie.sole e la relativa predella han– no la più stretta paren~la con queste pit– ture, ma nel 1433 con II Tabunacolo dt!I Linaiolf la cultuM ma.s&acce~a dell'Ange– lico viene &errata c ln Wl castone più seve– ramente llturg1co in una nuova tonna di soprannaturalismo, da cui non deflet.terà 10- stanzlalmente plù fino alla fine ». All'obble– :rJonc perché mal fNL O10,-ann1 abbia Jn– verUto Il suo vt.iggio. Invece di gjungere, tramite Masaccio. alle conquiste tipiche del Rinascimento. e &la di la. pas.sato a ripren– dere le &ue pieghe fortemente ritmiche. I suol atretU prlvatt nel llmlt.1 del chloetro, quasi dl&.1egn08'ldella gente che gli veniva dalla campa.ima e dalle vl&lonl divinate al Cannlne, perchè mat abbia d!atao la sua mMo ln artlcchJmenll d'ornato ed abbia !A– sciato fluire la ,o;uamemoria lontano da e– &empl cO&l d«lsJ.vJ. non è dato rtspondere nltrlm enll. com e pa:-e vero.\lmllc, che l'An– gelico vcdes.se In quel brRnl le buone ragioni per un·arte vicina alla comprensione e alll\ r BEATO ANGELICO: Un episodio della vita del Santi Cosma, DamJano e fratelli (pnrU proprlata nell'esprimere la c!R.Wcttà medie– vale. Il OhJlbertl. che negli aspetti &erenl dell'arte dl5CCtldeva<lai MaltanJ. è li punto neceMario di raccordo per intendere Il pu– &aggto tra l'anima gotica e quella rinasci– mentale. Benedetto da Malano, Mino da Fie– sole, I RoMt!llno, J'.-\ngellco mutueranno da lui un itnpulao. L' Angelic o 10 alimenterà a sceooda del dettato 1. uo ,gplrituale, e t auol seguaci fra Plllppo Llppl, ~llino, BotU– oelU, k>condurrann() ad una musicalità ain– goJare. La dtsat.te.nzlone con hì quale si sono an– dati cen:nndo gli antecedenti rormall dello Angelico e le conslderagJonl alterne. propo– stie a sciogliere la que.stlone capitale del co– me andarono I falli. quel rattJ che rc.sero t cnUcl troppo sensJblli a un lato aoiO del problema. hUlllO permesso fin qui di dimen– ticare quale &a stato Il isuo abito primo e le libere afflnJtà che lo collegano. parrà stra– no affermarlo, direttamente. a Ma.saccio, Ro– berto Longhl. ln un terreno contestato, ha lnlzlato Il la\'oro nel 80ICO giusto. Quella mtsterlOM ln~rt.ezz.n .sull'opera giovanile del frotte domen!cano prima del 1418, che ha ao– isplnto. per diradare le ombre. U tolto grup– po degli studlosl a co minciare le t ratta.tlonJ ora quelle miniature camaldole.sl In Santa Croce a Firenze. ora su Spinello ArcUno . Ck:ntlle da Fabriano. o con più Iterata h~l– stenza ~u Lorenzo Monaco e su M850llno, ha portato a ettder raJsa l'annotazione del Va,. san. che pane l'Angt-llco m capo alla aerie dd plttori andati alla Cappella Branca.ccl per apprender,.. l'Jn.segnamcnto nuovo Ma– solino pronto a reagire al Oerlnl, ad Agnolo Oaddl. al aoverchlo peao delle calllgrane dello Starnlna e di don Lorenzo. a,·cv1t. g) trovato mlr3bllmenle spiegate le lezlonl a cui attingere nelle pagine di Giovanni da MIiano, vive ed e!!iclentl In Santa Croce nel– la Cappella Rinucclnl; ma 1\ contatto col suo grande di.5Cei)Ok> di S. Giovanni Val– darno, aveva accolto del naturalismo, quel tanto che era conforme al suo spirito con– templntJ,•o, scendendo a dl\'erblo sulle ln– teru:lonl e le forme ln cui 11 ,•oJ.:re e l'Agire um&no erano di primo plano, rispetto alle fulgidi Jmtr.J.glnl del sogno e dcli e..sta.51 r&– lig1osa Roberto Lon1Jhl. designato l'A."li;ellco come Il prlmo fra tutll gli art1.st1che Intese « Il mio,o del rlvolu:rlon3rlo giovanJ.sslmo», appianò con documenti, rt3Utuitl all'evlden- 2.ft storica. quel terrene, cosi lno'Ombro di a non!ml e di attr1buz.lonl, che riluce dJ lo– t'utlonl nu,sa~_sche ricavando dl qui la ma– teria per stablllre « Il mome:1to di istraor– dlnaria fraternltA » che fra Il HZS e Il 1430 lntcrco~ tra i due grAndl maestri I dlsegnJ che commentano li Viaggio In Tura Santa del domenicano Frate Pietro della Croce CButra.o. Albrlght Art Oallery), eh'" pos.scno ri.sall::e a poco dopo li 1417, I& Tt!bal(U deg!I Ufflz! con Il fmte cercatore e Il bellissimo frate portato?'!!, 11 s. Girolamo (Washington Cro&Sing, Coli. F. J. Mathcr) di una uma..:,,J1A splendidamente rhelatas.t nel pentimento. IR Madonna casstrt!r, glA attribuita ad Arcangelo di Cola. la Madon– na con quattro angeli della raccolta Stro– ganoff a U:ntn~rado. e più ancora la Ma– donna. con Barnbmo e angeli fR1chmont1 Comm Cook>. li Cristo cht! con/trùce U Po· tere di ltga.re e di 1Ctogl1trt! IPong.t, ou Cors) Il Pr eaePio e 11 Criato nell'orto del!R Pinacoteca di Fori! sono ll"làuna contlnu!– tà, tuu·a1tro che r,c:ir&a. ;>er la storia di un grande pittore. non. dRVvcru a.:-erbo o anima popolare, ma che al AUO temperamen– to ptaceisse, Jn modo l!OmDlO. concJud,re gll &pazl entro una sacra rappre.sentulone, in un mondo morale &lmlle Mila r•altà cirro– stante del suol conrm.telll Eppure N. dovrà parlare di eredità ma- ~~!~~~~va;!;!1i1:.":~~l~\=:ut~: forza origlnartn n~lla pure:rzu delle 1truttu– re e de.gll avlluapl che fra OlovannJ - 60t.– tlle !nU:rprete dei mondo della na;.ura e della &tori&- renderà partecipabile e pre– .sente nella t.eru cel:a di S Marco e nella Cappella Nlccollna. Lr ll9urn=lani Hnrr,, Una facilità di visione che dla lo &punto a considerazioni che meglio alludono alle qualità onde prese le mOMC.si alimentò e si accrebbe l'opera omnia dell'Angelico et consiglia qui In trattazlone per temi. Pre– mCMOche non è Il luogo questo di aof– fennarsl. se non per accenni, alle .sorU cui Rndarono 80ggcttl I dipinti colplU talora da Imbratti per rcatnurl di pulitura e di integrulone a compenAAre le perdite di &U· pcrllcle o I mancamenti o I passJ Intaccati da Inconsulte abra..sJonl profananti Il al– gnlftcato &tesso dcll'origtnale <nella Cap– pella di Nicolò V. per Rlcunl afrreschl, la opera di restauro fu per quattro volte con– dotta), ,-ogllamo ricordare che di alcWle opere le collaborulonl degli aluU. non tanto oltre, che U Wurm ritiene addirit– tura per autentlct non pii) di tre o quat– tro arrreschl di S. Matto, qualche flgul'R isolata. circoscritta talvolta a un t.010 par– ticolare Le Madonne dell'Angelico recnno In ge– nere a cominciare da quella del Mwseo di s. Marco datata rra Il 1418 e Il 1425, chiu– sa da un arco cuspidato, modulato da ri– cordi Rneal e da lnflUM! gotici - un co– lorismo vivo, come di smalto, una gamma ove prevale l'lntonf\zlone rosa ed una pre– ziosità chiara. La Madonna della Stella. cinta da sei angeli In adorulone, a parte Il ritocco del capo. 6 di una grazia alncera, meno bella per ciò che si atUene alla plt– turR pura, della notl.!lllma Madonna della Pinacoteca Vaticana, ancom sotto un Jn– !lus.,o gotico nella S. Caterina. Altra cosa per dtnsJt.à di linguaggio è la Vergine e Santi In S. Domenico a Fiesole, palR d'al– tare. aggiornata poi con atthltettura non necessaria e con pae.saggto generico da Lo– renzo di Credi. Cl1 non pertanto le rappre– sentazlonl del sanu iiono più felici e isleure di quanto non &!ano le ingenue figurine al piedi della vergine nello. tavola consen>ata alla Pinacoteca di Panna dc.I 1425. Var:la• no 1 p&Meggl e l'apparatura degli sfondi con arrtcchtmentl di storre ricamate o ara– bescate, non 10 quante volte ripetute e &lm– metrlcamente disposte ln aoluzionl 6C"enlche e decorative, nella Madonna della Pinaco– teca di Torino. in quelle d! New York del– la raccolla Plerpont Morgan nel trtttJco di Cortona (Chiesa di S. Domenico) e dello Pinacoteca vannuccl a ~rugta. nella Ma– donna con santi al Fine A rts Mweum di Boston e ne.I S. Frar. ce.co de.I Mugello: In tutte le linee deUa tn\ dlz.lone. facilmente accessibile all'lnterpretazlone d egli al ull, al Incammino sulle Intenzioni più se .ne di un medievale classicismo, che di \'Olta in \'Olta guadagnR ltrre:no. Il Tabernacolo del Linaioli 0433) con 10. vergine In trono e le doppie raccle degli sportelll laterali che accolgono le figure del Battista. di S Pietro e per due \'Olle quel– la di S. Marco, poco si diparte dal canone degli antichi per Jn\·cnz.tone. se non che lo f'sito è dJ una cosi Inattesa novità nella de– llnltlone del volumi, nella fattura prodigio· 11,A degli angeli. e lo 11eopoflguraUvo cosi raggiunto anche nel particolari della pre– della prceevolJ&Slma, che quei.t.a &tudlat.a accanto alla grande pala trecentesca di Ber– nardo Daddl nella chleea 111 Orsanmlchele. 11 quella della chiesa di S. Giusto a SIJPla– no, R quella dell'Ignoto maestro di S. Mar• tino alla Palma nella chiesa parrocchiale, oppure alla ta\'Ola dell'altare maggiore del– la ColleJglata di S. Marta a P'lgline Valdar– no. ri,•eJa nel confronto lntuldonl lnatte&C, le quali, ,·arcate le &OQIIC dJ un mondo ter– mo alle constataz.lonl del aensl. aprono al• la luce Intellettuale, non ancora veduta che per annunzi limitati, una vin di posslblllt.t\ scon!lnate Nel ICDIO precisato è già un passo auda– cl&Slmo ,uua &COioritaarfdlt.t\ ICDUmentale di quel molti pitt ori che tuttora riempio– no Il catalogo t.re< 'Cntes::o- ritardatari In– terpreti di uno schema 5UI quale pogglav► no. a falaorlgn, certa loro grazia stanca - l'Annuncia.:tone di Cortona, O\'e Il proble– ma spaziale entra a sollecitare In composi– zione In equlllbratl rapporti che si rtsolv~ no nel ritmi lineari dell'Incontro stupenda– me.nte emoUvo dell'Angelo e della Verefne. avveratosi aotto un portico agilissimo, aot• to una volta trapunta di steli:::.(è questa una annotazione gotica), mentre In lontanRu– za. con la cacciata dal po.radlao terrestre, è collegata la memoria della colpa origina– le dell'uomo. Su questa Annunciazione &0- no Improntate quelle d1 Madrid, d1 Monte– carlo Valdamo, di San Martino a Menso– la, ct:rtamente opere del 1uol a!Uevt. e l'af– fresco del Museo di S. Marco dipinto con I normali colori a calce. sentito con gusto claaslco nelle colonne corinzie, nelle volt.e ,che presecuono l'archltettura &tC&Sadella scala del convento; è perO di tono minore di Ironte all'Ln.sorgere lmprovvlao dell'A.n– nunciazfone. che è allo ateaso Mwseo. nel– rarrresco della m cella. li senso della mi– sura. l'accordo del movimenti, le figure po• &te In uno spnzlo giusto e R&IIOIUto, la mo– destia, Il silenzio, la nudità e semplicità del• l'atrio. a crociera ben coatrulte. aono tutte cose ridotte all'essenztole, Nel corpl resi al pili alto grado splrftuall è visibile rantma; l'apologia del chlo,;tro e della preghiera non poteva annot:erare annunciatore più degno. Non prevalgono nè gli ori splendldl nè 1 gto• !clii o le vesti arabe.scat.e, nè &li ornamen– ti di giardini con aiole a fiori. In una au– perficle di muro spoella di lus.Lnghe, i colo– ri, J lwni, le omb~ 111,)110 con~nute nella rona dJ linee misurate, e e la dolce prospet.– tlva » è qui una ragionata conoscenza che non pe,a alla vista. non llSSOtUgllanè oc– cupa li campa al volume delle figure: alle grandiose eleganze della prima maniera è istato drtratto ogni acttUOrlo e superficia– le ingombro di 1'l.Stosa belleUa. L'&ft'ez!Olle a questi corpi è oos1 U!tlt a ad ogni parU– oolare. la pllM!ooe a questa 1011caarchlt.et– tooica C06l precisa ad ogni pas&aJgio, che le rlaoluzlonl e la dlsclpllna di Masacclo e dell'Angelico sono. L"lquuto spazio, di uno stesso Jnaeparablle re.spiro. Per li tema de.11'/ncoronazione della ver– gint, coo\·ern\ comincia~ dal dipinto del Louvr9 (lo Schegel notò la. prospettiva li– neare applicata con rigore perfetto) che tanto pl!'lcque, più di o~I altra opera, al V8.8Rrf.« Sopra tutte le coi;e che rece. fra Giovanni avanzò ~ steMO e m~trò IR aorn– m,'\ virtù &ua e ln~lllscnza, dell'arte nel Oe.sù Crl.5to che Incorona la N06tra Donna in me.zzo a un corso d'Angell e in fra una moltltudme di Santi e di Sante, tanti In numero. tanto ben fatU e con .si varie at– tJtudlnJ e dlverae arie di testa, che lncre– d1b1le pio.cere e dolcez.z.Risl ,gcnte In guar– darle. Anzi pare che quegh aplrltl beaU non possono casere In cielo altrimenti :1. E' una composlt.lone questa condotta con dl.scrct.lone grandlMlma 1ne ricordiamo anche un·a1tra al Mwseo di San Marco - I bel gruppi rit– mlni sono simili al rilievi creati dal Ohi· berti nella 1>Ccondaporla del Batti.stero Ilo• rentlno - cd una. In 11trre,o;co. alla cella IX del Convento mede.simo che .segna l'apice di un candore lnetrabllc nelle figure delia Vergin'!l e del Crtsto): composlt.lone niUda e tranqullla. di un fascino &lmlle a quella delle miniature Poichè l'Angellco evita gli lmpa.sU terro-. &I. la &ua ta\"Olcraa. pur non ragglugendo 19. gammo sapiente della scuola venC'1.:IMR. è di una &empllc!tà che sorprende. Non vi affiorano lmpul.51 nvolur.lonRri: ma è aua quella maniera dl porr~ Il ,·ennJgllo. li gial– lo d: cromo, I Jndac.o l'oltremare diluiti con biacca. suo l'Jmpa..,to a due colori d el viola e dell'aran~lato. suo! I colori acce.si del \'er– de .smeraldo, del celeste, del ~. I n ~anta casUgatezt!t di metodo queste IncoronazlonJ, fioriture rclllidose di v~lonl qu&SI incorpo– ree, mentre a larghe braccia seguono esem– pi lconotnflcl antecedenti, tornano alla memoria 11 polittico dell'lr,coronazione della Chtaa dl S. Croce della bottega dl Olotto. Il !rammento di Junetui. di Maso del Banco nel Museo dell'Opera di S Croce in P'Jrcnze e la tavola del Maestro di ChanUUy a Lon– dr,l <Coli. Rothennere) e dl Lorenzo Monaco agli Uffl&I - designano un limite di lntl– tnJtA e dJ mcdHa.tlone. un r1rua:io oltre Il quale no."landranno. &enon cautame.nte, fra Plllppo Llppl, BotUoelll, Ohfrlanclalo. Da queist.a eatns.J, per conttasto di situa– zioni. scende da cieli procellosi Il dramma delle anime In attesa dell'Ultimo G1udtzlo. Come Giotto e Lorenuttl anche l'Angelico di.stinse. nella sce na. gli tletll dal reprobi, e Il suo inferno è dlvi.so In bolgle, con Luci• feto nel fondo. Lo scompiglio destato dal de– moni è più apparente che reale. Il Cri&to è colmo di mestizia. Al Gfudl.:lo della Oalle– rla Corslnl di Roma. allo Sportello dello SS. Annunziata, all'affre&CO del Duomo di Orvieto. come pure alle due ta\·ole del Mu– .seo Kalser-Friedrfch di Berlino. è di gran lunga supe.riore l'opera del convento di C► maldoll. Il Cri.sto (rammento l'Assunta di Masollqo al Museo Nulonale di Napolll, è Incorniciato da un'aureolo di angeli, e la corona dtl beati è Inclusa a sue. \'0lta In una nuova corona di angeli, che recano fio– ri. turibOU. spade. trombe, disposti In ado– ruione. In danze., ln cori come nella mira• bile \·lsJ()ne dantesca Quell'eterna prlma\'e– ra di gfardlnl, di piante di fior:! e dlsPol,ta a .significare lo stato della felicità immu• tablle. 1 corpi l!("no scloltl dal peso terre– stre. fmnch1 e llherl 5i rispecchiano nel lu– me di Dlo. E quanto Il corpo .sia veduto dall'Angelico In una luce mattinale ne fanno testimo– nianza le molte croce.!iMlonl: Il corpo e M• llOPlto In un dolt'e tmn!!.lto. non turbato dal– l'orrore della morte. Nel CrocfJiuo del Chiostro In SRD Marco le membra Jn ispe– rle .sono studiate solo per trasfondervi ili lioteca Gino Bianco :;. J!ag. 3 eJ 0 menU \',\·I dcll'an1ma sua domenicana 1n con[tdtnte abbandono. composta come un Invito per t conrrate.111della &Uacomunità. qucstn calma visione del Cri&to è una del– le più grandi espressioni del Quattrocento fiorentino. Le crocefissioni della cella IV, XXV XXVI. XXVII & le tavole del Lou– vre e' del Frogg Museum di Cambridge, po– co aggiuneono a questa forza evoct.t1va, m.– pertore in drammaUclu\ allo stCIIO gran– de aHffliCO della Sala Capitolare. dove 110- no effigiati 1 padrf. I martiri, gli anacoreU, I fondatori degli ordini Intorno all'Angelco. Q61Crva Muratort, al. è &vlluppoto uno del più. preZlosl genert del– l'arte Italiana: la predella rlorentJna. Dal• la predella dell'Alt.are dell'/ulJlunclazlone, a1 trittico con le storie di S. Domenico, ru– na e l'altro a Cortona, da quella del Co~ ,·ento di Monteearlo Rlle altre del Louvre con le storie del ss. c,,ma e Damiano, al– la Plnacoteea vaticana OOr1 le storie di San Nicola. del Tabernacolo del Linaioli con le &eale dell'Adorazione del Magi. della Pre· dlcaz.lone di s. Pietro e del Martirio di S. Marco. talora con senUmenU medlevall con gesti e cadenze antiche, t.alon&con attegcla– mentl schietti e. semplici. vediamo la vlt.a intensamente cw;ervata In alcune compos.lzlonl è la &tessa pron– tezza a modellare vo!U a esprimere J slgcl– flcatl della pregh.Jera in larghi assleml, che ritroviamo nelle opere maggiori: la De~ .tUlone della Chiesa dl Santa Marta della Croce al Templo. l'altare d'Annatena con la Vergine e I SanU Cosma e Do.mlano Il San– U protettori di Cosimo del Medlcll. gli ar– freachl della I cella del Nolf me tangt!re , della VI della Tra.s/fgurozlone.. della vn del Crl.rto derl,o. dell'VIII della Ruurrulone.. della XXXI della Dlacua al Limbo, della XXXV della Cena. della XXXIX dell'Ado– razione det Magi, dove la mes.,a in acena risente Indubbiamente del costumi orienta– li veduti nel Concilio dl Plrenze. Il Crl&to della Trcu/lgurazlon~. 11 S. Domenico nel Cri.alo derfao. 11 Olu&eppe d'Arimatea nella Deposizione aono. per Impeto creatl\-o, tre figure In cui la slntca1 e di assoluta com.1- &tenza plasUca: nulla di a.stratte nel colo– re e nulla di Inerte. nella forma dominata e &!cura, in un equilibrio di luce llmpldls– &lma Se l'Angelico non fosae anche uomo del– la realtà. che cerca l'evidenta plasUea dli corpi e gli a,pcttl ooncretl del mondo vial– blle, la Cappella 11 Nicolò V dovremmo con– alderarl& una troppo lunga omelia decla– mata con µifns.J. Una condir.ione prima conslateva nel de– llmltare, in riquadri annonlcl tra loro. lo isvolglmcnto delle I.storie. una &l.stcmaz.:one concettuale ealgeva la alatemazlone del dia– logo del peraonaggi secondo un eguale orlz.. zonte, In modo che gli epleodl. meas.t a rron– te come due tesU parnUell, corressero alla loglu conclusione della testlmonlanza del Pngue. Blaogna ... a disporre nelle compoal– z.loni quegli accenni al luoghi e alle pezw– ne del tempo, prcsenU nella memoria uma– nl&Uca del Pontefice, e. luclata ogn.J.preoc– cupazione accademica o adulatori&. entra– re R riproporre una lettura patetica e vi– gorosa lnaleme degli At.U degli Apostoli e del Martirologio romano. A Nicolò V. fondatore della Blbl!ottta Ap015tollca.do,·eva piacere la maniera dello Angelico trescante. se alt artldb 11 auo aacel- 10. e lo atudlolo, oggi perduto. e la Cappe.I– la del Sant!Mlmo Sacramento, attigua alla Sala Regia, distrutta in aegulto per Je ne– cessità pratiche di una scala. L'Angelico. sulle lesene degli angoU, en.– tro le edicole gotiche. raffigurò oon molto decoro I Dottort della Chiesa. t bel profeU dlplnU ad Orvieto, ~ntro Il trta.ngok) del oostok:lnl delle volte. hanno una cootlnult.A di valori e d1 espre..s&lvtti In queau dot.tort. ritenuti dal Supino t:a le coee mi&Uorte plQ. dosate del Maeistro domenlt'MIO. OH zna– ,reU,iUMila ,-olla aooo fora da crtdellil ope– ra di Be.nqµo Ooaoll. che li rld.lptna nella Chle.M di San Prancesco di AIODtefalco; ere• dir.mo altre.si rhe l'lnaufflclenaa di alow:ù p-.r– llcol ar l s .!ano probabllmente di qualcW>Ode– gli SI.CMI aluU che avevano la\'orato altra ,·olta con l'Ang.:Uco: rra Olovo.nnl di Pietro, Pletro Olaoomo da Porli, Olovan.ni di Anto– nio. Cark> da Naml. Olacomo da Poli. E.,ce da qubto mondo nitido e armon!ollo una saplenu ml..stlca, che reca Juoe all'au– tobiografia dell'Angelico, e OOD.9egna l let,,, tore di ~I vagllall testi plttorfcl una mi– sura giusta p,-r Intenderli pienamente, L'a• mnre al poveri &1 traduce nelltl scena patc– Uca delle fil\.lre Ili~ porte del templo che ri– ce,-ono da San Lorcnm l'eleDl06Ula: fil\.l~ que.st.e che vanno Indubbiamente studiate. nel clima e nell'ered.ltA masacceaca. La don– na con In braccio Il bambino cosl naturale. che Il Venturi la volle att.r:lbulll! al Oor.zoll, espediente per salvare forse l'Jmportu.lone e Il percorso della t.'1ade: Lorenzo Monaoo, GcntJle da Fabriano. Beato Angelico. ed evi– tare l'altra che partendo da Masacc:lo pro– segue con Paok> U::cello. con Andrea de l Ca– stagno. con Domenlco Veneziano noo. acn.za a,·er ratto una sosta inte"eSSRnte nel mon– do di rm O!ovMru da Fiesole Ad un cr:ltJco non meno lllust~ e benem,rito degli atudl 11 Btre:nson 6 occorso di scrivere che l'Ange– Uoo è li pittore della t.raMl.tlone tra h Me– d.!OC\'O e la Rinascita. e auccc.sa.lvamente che l'umile rrat.e t «ti vrtmo pittore Italiano a dJpingere un paesaggio rioordablle dal ,·ero (la veduta del TrMlme.no da Cortona). Il primo a partecipare un senao delle gioie naturali nel !'U0Igiardini primaverili; ,se non rosse Ma.saccio dovremmo COlll!lderarlo tn– no,•atore •. Innovatore lo fu e uomo del pri– mo rin81Clmento fiorentino l'Angelloo. come 11 glovant prodigioso e Rnza fortuna. mor– to alle aoglle d1 Roma. L'aUl'C1!CO de!l'elemo– sma di San Lorenzo è un documento tra I più valldl. La madre col bambino. Il veechlo con la stampella, la vedova velata di bianco, Il ,·ecchJo 001 turbante. 11 cieco. I bambini rapores,entA!lO un dramma umano. aderi– &eono ad una atorla e ne aono gli interpreti. 011 ~ttrlbutt della cronaca 10no 506tenutJ e consitgn'\tl ad un mondo e.semplare. La Cnppella Nlccollnn è torse l'epl(l:ta!e dell'Aneellco ancora poco studiata, ma ch14 raccoglie le regole del buon dlacorso pltto– rloo e della :ogica splrlt.uaJe da lui uaata per tutta la vita; la 11 può con.-1.Jderareapo– logJA della fede. perch~ l'WnanJtà qui rap– presentata nell'etica crt.sUa.na vlt:e l'Ideale della per..iODa cd é compresa dello avolglmen– to della atorla ~tto Il acgno di un divino giudlzJo; opera d1 poe.&laIn quant o l'artl..sta riconduce ogni moto nell'anlma. oontra.MC– gnato da un t:olent.eroso richiamo alla rinun– cia. ,·el"90una ~spress:lone di &lnceritA as.,o., luta che convalida ropera.-e dell'uomo; te– &Umonlanza di uno clv1:tà crf&Uana. che non ha bisogno per mRnlfestarsl di rt&crvee di cautele. ma che francamente sJ oonfid~ nelle Storie de1 Martirio, come nell'attesta– to più autentico alla v~r1tà rivelata A quale ve.rtlce ala pen-enuta questa arte, non é dlfflclle dire: & pensi aua dtstam.a che pure ln~reorre fra lui e I seguaci Pra Pl– llppo Llppl, Praneesco Pc.se!Uno. Zanobl Strozzi. Ale&slo BaldovlncttJ, Bencm.o Ooz– toll e quelle riesnmnz.lonl che sea:uJranno. &eeoll dopo. Ma Il rftratto ft.s.lcoe morale dell'Angelloo resterà affidato. n~lla definlz.lone a.w>luta a Luca Signorelli. nob1lmt:nte orgoglloeo di ri– trarlo accanto ar .suo mondo drammauco nella Cappella Nuova del Duomo di Orvieto. Slgnorclll può distogliere 10 quaroo dalla sua visione rcllgtosa una \'Olta avverata, egli ne è !'artefici. e può dl5ce:ndcre dal palco o,•e grandeg,JI&. consape,'Ole della rorza del– l'uomo nuo,·o. L'Angelico guarda ava.nU a à: non una contrazione sul \'Olto sereno. nello sp:!ttacolo dell'umana tragedia nl'V\•Lsa la giustlzJa dlvlnn, restando volontariamc.nte .stretto dal vincolo di quella leJge superfore In contcJnpllUlt.e preghiera GlO\'ANNl FALLANI

RkJQdWJsaXNoZXIy