Fiera Letteraria - Anno X - n. 10 - 6 marzo 1955

Domenica 6 marzo I955 et: L In;rcs: JUtratto di J. r: Glllbtrt Biblioteca Gino Bianco LA l'JERA LETTERARIA Pag. 5 ·Daumlt.r: I ladrJ e l'a•lno Deps: La &IJ'nora.Jeanlaud allo 1pecchlo AL PALAZZO DELL'ESPOSIZIONE DI ROMA Da Dowid a(ili lmpressionisd l'Ottoeento -franeese Ai pittori di Francia toccò la sorte di raccogliere l'eredità viva dell'arte 011cidentale nel sontuoso splendore coloristico e nel rigore disegnativo: elementi che attraver,o la 1piritualità di grandi arti,ti quali David, lngres, Courbet ,i svolgono fino al aolidiuimo colore di Cé,:anne ed alla affa,cinr,.nte eaperien,:a impressioni,tica La pittura spagnola (Goya particolar– mente), quell:i olandese (è rembrandtla• na la dorata luce che imbeve l'Sgliae de Gr6ville di Mlllet, lentamente elaborata come un miele nella meditazione del• l'atelier), la pittura di 1\1rner {di cui sono evldcntl gli echi nelle visioni veneziane di Monct) e soprattutto I Vencll (non sol– tanto Tlntorclto e Veronese, ma i Bassa• 3~1\aq~~!!m~t~~l r!~:q1 ef 8 ft~!f~~:~1~1 e In genere l gr;andl Italiani: Raffaello, Correggio {Il cui luminismo unifica la Venu-, aii bain di Prud'hon, purtroppo disturbata nella sua amabile pienezza da. quei !nstldlosl amorini) e perfino Leo– nardo e 11 Michelangelo della Sistina che Innamora di gè Gérlcault nel giovani eroi lgnuòl studiati per la Corsa dei Barbieri n Roma, sono Il nut'rlmento del pittori francesi dell'SOO,che tutti soggiornarono - e molti lungamente - da no!, a Roma ln Ispecie. E forse non è estraneo al mo– numento equestre li Napoleone al passo ~~~~n c11!f']:~f~1 d~rt~°os1!~J:i~v~till~ Scala Regia In Vaticano) nè appare ozto– i.o Il riferimento della Guerra di Rousseau alla pittura fiorentina del Rinascimento perchè net corpi delle \'ittlme sentl la conosccnr..a del Pollalolo, di Paolo Uc• vello e di Domenico Veneziano( si sa che Il Doganiere fu tutt' altro personaggio dall'uomo lncoltlvato e candido che fu Inizialmente opinato). Le quali cose (occorre dirlo?) non si ripetono per dl011nulre Il grandissimo me– rito delln~plttura francese. dagli albori dell'SOO In poi reale guida della civiltà ft. gurntlva contemporanea, ma per accre– scerli, semmai; perchè proprio al pittori di Francio. toccò la aorte di raccogliere ln eredità viva dell'arte occidentale nel• le sue pccullnrl virtft di sontuoso splen– dore coloristico e di potente rigore dise– gnatlvo. Cunrdate com'è bello di colore Il Napoleone di Davld In ogni suo della• s::llo:quc1l'atm06fera grigia, nevosa; quel– le ligure di soldati che sl perdono nelle pieghe della montagna; la stessa bandle• ra (Il tricolore - cO&ldifficile ad aggiu– starsi tonalmente - restituito come una variante del paesaggio), I cento partico– lari della divisa soldatesca, la testa - eroica - del cavallo da pArata (I suol ft. nlmenti, gli zoccoli. la criniera, la coda, la parte deretana di formidabile plenez. za, impastata In modo degno di un Cara• rngglo), la t1sonnnte conchiglia del man• to d'oro rapita a San Luigi dei Francesi. E come tutto è nuovo. pur desunto dal magau.lno della tradizione pii) ovvia! Un quadro che ribatte con martellante \'lgorc questa palmare verità: che Il nuo– vo lo fa unicamente l'autenticità di una lntenSlsslma emozione, la quale. perciò, procede spedita: scn1.a paura di cadere ncll'imilazlone, scnM neppure la paura cJclla più ornata eloquenza, infine senza paura della rettorica. Questo è un qua– dro dn non nnlr mal di ammirare. anche In virtft dei pericoli di cui era irto un tale ~f~fi!~~·1f s~i~~/~; k':t°ortf~:a!a~es~ so Davld ritrattato quattro anni prima, se colpisce a prima vista la nostra cor– rente sensibilità, potendoci sembrare per la sua franca Immediatezza (dovuta an– che allo stadio lncotnpluto) più nostro e pii) vivo, resta - pur bellissimo - nel– l'ambito settecentesco: sa di Fragonard e, più ancora, di Boucher; ma Il Napo– leone è una cosa nuova, è fuori della classicità non~tante la forbltA fattura ed è uno stupefacente prodotto di cultu– ra perfettamente dominato da una fan– tasia cosi alta che fa Inedita la visione. Impallidiscono al confronto i Prud'hon e I C6rard, i Cros e gli s1essl Gérlcault. per iaccrc di Clrodet al cul Neoro famoso non mi pare debba darsi tro1>pocredito. Nè in1cndo aUermare che non siano pez• zi di prim'ordine il ritratto di Anthony col cmx1llo <li Prud'hon o lo spagnolesco Clcptoma11e <Il C6rlcaull: anzi questo è personaggio scavato e sofferto nella sua maschera scapigliata ~ allucinata (la pungente re-sa psicologica ha trovato qui mezzi Idonei In una tavolov,a parca, In un gusto secentesco della pennellata, In ona indovinata lmpastazlone sghemba del busto: di <realismo> si è parlato a pro– posito della serie del ~1.zl, da G6rleaull eseguita alla Salp6trlèrc tra li 1821 e Il 1824, e davvero In questa stagione rea, llstica Il pittore ha raggiunto Il vertice della sua carriera di artista): o la stessa Madcmolselle Duchesnols di Gérard ca, rlca di arcadiche grazie, non senza tlera consapevolezza del propt1o valore e del• la propria beltà nel teatrale costume di Didone. Chi non teme, Invece, la schiacciante presenza di Dav1d è l'altro elg-anté del secolo: Ingres, a. cui si ri!ecero moder• nx FORTUNATO :OELLONZJC ~;:;t:, ~e~~I: ::1~ C: 1 ~~o•rJ~~ii esperienza lmpresslonistJca. J>! Source ~ un miracolo, proprio come la statua di Pigmalione. Prende vita dagli antichi marm.1, da un modulo estenuato da ml• gliala di repliche, ed è come se ora ln– gres inventasse Venere per Ja prima vol– ta e noi, con lui, non l'aveulmo vista mal per l'Innanzi (più di trentacinque anni trascorsero dal primi studi per qu~ sta. figura alla tela che et sta di fronte ~e~h:s;~~ta~ 1 m1:ntie1:~"l~,:~~ ~I ~~= modella In posa: per altro cosl pura, cri• stalllna e remota dal quotidiano nella sua esatta lrrlperibile armonia, che fin l~cqua pendente dall'anfora diventa si– lenzioso nastro umido e verde nell'Incan– tato spa1Jo dove si accende 11 fioco lume di un flore, si ferma sen7...avento una chioma frondosa, si fa vitrea l'acqua che specchia 1 piedi. (Conrrontate questo ca. polavoro auoluto con le coeve mltolocte di Chassérlau del quale è per altro ap• prezza.bile la calorosa seneualltà che mo– c1ella il corpo dell'amata Ozy, purtroppo in un interno di serraglio Inutile e sva• gante; bisogna arrivare - e parrebbe In– credibile - al deprecato purista Pavia de Chavanne-s per trovare - In tutt'altra scala - una stupefatta, deliziosa allego– ria della Speranza delicatamente lnge. ~~;,èe n~l~~zi~tl;:1 a~l~e":i~;i:l•:e~~ fiori; ma nella sua presenza In sordina, crepuscolare, nitida e forte della stessa estrema fagllità}. Ingres di cui altissime sono (all'Inluor1 della Si3titta) tutte le opere qul t-Sposte: dal potente Ritratto del Duca d'Orléan,, scattante sultè gam– be saldamente Impiantate (già risolto Il problema del Fi/re di Manet) quintes• senza della pomposa regalità, al Ritratt, di Oortot e di GUbert: questo sostenuto ~~l ~? :Z~a rd ~ ~~~~: :!1ffr: 1 s~1rl~~lal~~ quello avventato nello spazio con la de– nuncia di un'anima Inquieta e sognatrice. Preannunciata, si direbbe, da una e11emplare Chieaa, cl'Ognls,antt di Granet (una piccola tela dl rigorosa architettura luministica. degna degli anni Italiani di Corot) ecco la pittura della luce e del– l'aria, degli aperti cicli, del,....,profondl orizzonti, con le calcolate e commosse composizioni del piani l.n una nuova In– tuizione prospettica; ecco, Infine. la più ;::e:~:~to;~de;r;~e:=~~~::nra<~i Foro specialmente, con la stupefacente Illuminazione delle colonne e del ruderi emergenti dal ciuffi dl veI'Q.!te· d'ombra ~u~~~\ 0 ritt}~r~~~r~~1~'3~~fe~e~:!~ . dignità di una regina; e qui è la Prttn• su cui al direbbe dilagato In 11;.perba ~stenslone quel rosa delle scarpette dl Lola: la Pmne, un capolavoro della ma– niera chiara, nato da un aspetto banali&• elmo della vita domenicale di caffè. Nemmeno la più tenace e organizzata delle difese potrà mal Iscrivere nel nu– mero del sommi la Morlsot o Gulllaumln o Bazllle (d'altronde mort·o a ventinove anni) o, diciamolo pure coraggiosamente, gli •tessi PiHarro e Slsley; ma gli e!!ettl di n~e di Monet sono tra Je massime carni nude e erottesco (non ul ae velon• tarlamente) nel voltl Imbambolati, ba!· 1utl e barbuti, che impongono cut1ose e imprevedute sclvolate d'ala a quel tono a~~r~~tg 1el~~:it, ~~!::t l~~':i~hn~ lo &picchio di testa forata che sl lntra• vede tra le gambe di un caduto in primo plano). E' un quadro eseguito nel 1894; chiude qul la mostra e chiude, si può dire, •la pittura del seco,lo. Se le Ninfe di Renolr allogate nel cal• ~~m':>o~i1l~e;l~l~I di9rt~f6 :?n~rir~~ Odllon R«lon, morto tre anni prima., a.ve • va avuto nel '17 Ja sua retrospettiva di ze, digradanti a perdita d'occhio entro la carne del clelo, ognl fronte otterta a~ sole avendo sua propria capacità di risponde• re alla sollecitazione luminosa come in una festante rispondenui. di calmi fu('). chi); ma la Veduta di ll'iret1rs è altra. cosa e non cl trova d'accordo Il eaU.logo del-la mostra là dove, 06servato che non si tratta di un quadro dal vero ma di una repllca eseguita dall'artista. nello 1tudto, è scritto: • eccezionalmente ha l&fermez. za e la forza del migliori studi>; ~. &l contrarlo, un'opera fiacca, con gli alberi freddamente sentiti come In una @ceno– grafia, con lnsopportablll pennellatine bianche sul colli e nuvole convenzlonell nel I.recido cielo e brutte figure di frati, Intrusi veri e propri). Toulouse Lautrec: L!l modlst.1 Con Courbet. Mlllet. Daumier (di que• st'ultimo ci ostiniamo a preferire l'optra grafica alla pittura) e Daublgny, pre• sente con un vigoroso paesaggio dell'Oise, si enlra ormai nel pieno della storia at• tuale e fare un discorso sulla necessità o sulla fortuna dell'impressionismo non avrebbe senso, qualora non si tenesse un ragionamento che ececderebbe non sol– tanto I limiti di un Invito alla mostra, ma la stessa convenienza, polchè qui sono ei:postl, Indubbiamente, alcuni capolavori famosi. per i quali non si loderanno mal abbastanza. lo sforM> e Il coraggio degli organizzatori, ma le singole personalità sono rappresentate ovviamente con un numero limitato di opere. Certo una esposizione come questa non si era mai veduta In Italia ed essa è de– stinata a rimanere ne.Jla nostra memoria come un eccezionale avvenimento cultu– rale. La goyesca e celeberrima Lola ds Valettcs è qui con la sua trionfale perso– nalità plebea, magistralmente Imposta dalla campana fastosa della gonna sotto la quale I polpacd grevi terminano nel piedini minuscoli calzati dl delicate scar– pètte rosa di ballo che sostentono 11 gonna figura conferendole la !oru e la. affermazlon1 del sentimento deiJla natura ehe l'uomo abbia mal provato ad espri– mere In ogni tempo (nella Neve ad Ar• pentettU, del 1875, è contenuto già tutto Ult1llo) e la Signora Jeanta1ut daoonti allo 8pecchio di Dcgas basta da sola li. aolmarcl di commosso sgomento nel bloc– co assoluto della figura (statuariamente monumentale - disegno a colore; Il pro– tllo della testa audacemente scorciato In– terroga la fugace Immagine deformata dallo specchio In un colloquio muto di drammatica poten1A). La modernità dl questo quadro non è superata da alcun altro. Solo gli 1ta alla pari, Ln questo senso, il Cé7.anne dell'Estaque (un Inno epico alla natura: al cui confronto Il Pao• 8aggio bretone di Gauguln è una sempli– ce fiaba festosa) e del Giocatori di carte (il punto più alto a cui giunge, In questa esposizione, la pittura moderna) costrut– to da un colore di pura invenzione (si 01serv1 l'abito del giocatore di sinistra e quella incredibile tovaglia arancione e Il ;a1~u~f~~io bo~;f~t~o- t~"li ~~dr:~~~ del fondo, la prospettiva del tavolo, la postazione delle ligure; la fusione, lnfl• ne, di disegno e di colore, di poten1.a ra– zionale e di emozione). di~i~~~/~~st~:~1i~~fm!n~~acod~P~~~ de opere pregevoli di Rcnolr, di Gauguln, di Lautrec, dl Seurat e si conch1de con la fantasiosa e sconcertante Guerre di Rousseau. singolare e affascinante !:me– sto di elementi popolareschi su rartlnate squisitezze, di ricordi disparati di musei sul tronco rlgoa-lloso di una nativa fan– tuia; quadro accorto. anz.i sapiente, nel– la distribuzione dei neri - fogliame, ca– ,~a.110 apocalittlco, eorvl - !ine nella eru• d1la rlctrca del toni ro11ac-el o grigi delle sconosciuto pittore di sogni; il cubismo a fl~~~ t!F~ ~iFi:a~~f;~• i 1 afn~t~! 1 fi:u~1!; avevano chiuso, la loro esperienza; tutto si ~nsumò entro Il prlmo ventennio del noetro secolo: anche la nO!tra pittura. meta.fisica, anche Il surrealismo. Dallo d~ 1 ~~~:~~n1! ~~~~1: .ncrc.ti :as~aa~J:: ta ma poellca pittura di puntini Ce, an– che più sl&nl!icativo, Il suo allucinante bianco-nero di tremendo potere plastico); dalla eostola di Cézanne nasceva tutta la pittura di oggi;• l'Impressionismo, Invece, morto ln Francia assai presto - esaurite .filicf/~ 0 d~i1!'°i~~~t~ 1 J:1 f;;{nh~~ d~1l: stesura corsiva e del tono - era. dlven• tato una formula di !acile acquisizione provinciale In tutto Il mondo. Ma chi erano stati gll Impressionisti? Pochi maestri e per breve stazione. De. ~~~oi~~ n:f~~~i'~ 1 ~ni ~~~f1~~~~~~:n:: po ad Ingres; Cé7.anne è risolutamente fuori dell'Impressionismo, Interessato a rleomporre la solidità imbattibile delle cose, ad atfermarne l'eterna coesione che conferisce loro il genio dell'artista. E Rousseau, al termine di quel denso, glo– rioso e Inquieto periodo, glA entra nel mondo del nostrt problemi col suo amore del racconto, con le sue dichiarate slm• patle umane, col sapare dell'allegoria, col richiamo dei simboli e magari con la suggestione del primitivismo (che è un'asplrazlone, tuttavia piuttosto sospet– ta, al miracolo della rivelazione ottenuto per virtù di avveduti florllegl). Il mondo dei nostri problemi che, rispetto agli lm– presslortistl propt1amente detti. S{'nte or• mal molto più giova.ne e pii) attua.le Courbet. FORTUNATO BELLONZI

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