Fiera Letteraria - Anno IX - n. 24 - 13 giugno 1954
Domenica, 13 giugno 1954 LA FLERA LETTERARLA Pag. 3 Poesiedi~inoCurci S E N SI BILI T À ~ A SPECCHIO DELLA LUNA * ~ Calda. e peaantc, luna di aottembre, ti appoggiavi &1d ma'r9i110 dei campi. Vedevo I h,oi crateri come i aeuni di una t1aata ferita. E le aorgcnti diramato ai miei piedi ribollit.-ano in un battito lento. Era lei t1otte ancora incerta, l'ora cho le voci dell'uomo, nel ailo11::io della .sera cho aalc, non hanno eco. Ultimo un rit di viandanti ai apcnao; e reatCli aolo 3ulla plaga riar3a in cui lo 1K>lle aul/Hrce tramavano l'Intrico di aperto vene, immobile prc&cn:a fra d1t1J mondi in travaglio. Allora -pianai per il dcatino della terra, aola con l'uomo che alh1tet1ta e non comprende lo aue parole, o dolorosa attendo di liberare lo aue pene a notte. Il molle auono del fango .scandiva nella calt1ra quel profondo affanno di antico incendio. E proaaima la luna ad a&eoltarla, le nioatravo. il volto d.cvaatalo e concorde, rimandava a lei nei cieli un aimile lamento, torme11tata. dal fuoco che le bruciava ll cuore. In quel fraterno colloquio d'aatri una piettt naaceva nuda agli apazi. Soli&ario al ce11tro di tanta pena, tremai che la terra ai accorgcue di me, tenni in diaparte il 1nio dolore. Finchll crebbo in canto il "''° grc::.:o boato, balbettlo di eto-rna infante, e piano a qucate piaghe dcll'1miverao avvicinai la mia, · tutta scoperta a specchio Mlla luna. MATTINO lo ti sentii già cara come Hn'auen::a a na trsmai, stringendo" nella piena del tempo. Ora tu dormi nel silenzio dell'alba e fuori cantano .uccelli alla nascente primavera cha morrà nell.'catate. La tua mano cerca la mia, la tua innocenza al limite della mia verità giace nel aonno. Soli a diversi, alti aulla leggera onda Ml tempo, rapido sogno a fiors della luce. CELESTE DOMENICA Giorno aperto e limpido d-Opo l'inverno, compenetrato di acrcna luce come un pcl'laiero, c atato dolce attraveraarti, e porderti nell'ombra ICl'lta t comune aente,ua d'ogni morte cha ci sovrasta. Rari J1trOl'IO i giorni come queato, nHovi d'alta aperan::a alla terra cito pkinge e ne ritorna figlia di Dio. Per quell'imm.ett4o fremito oode l'uomo riconciliato e appoggi.G la aua vita alla tttrra come al grembo tepido della madre, non diHente dalla sua vita piil. Giovane tempo gli irradia il cuora, una stagione aola s'inarca nel auo ciclo, e giovinc:::a tutta presente gli leniace gli anni · nella llwe che posa con 11iù lunga pieM. Libero dono di una frcachc.:.:a immobile, celcate domenica in cui tacque ogni rumore, tese alla .!HO. fornm oi11.1taogni coaa, mcdical'ldo i aegnf dello &/Wrirc nel ·puro ailcn.zio di ae ateaaa e dcU'ario! Erano i mo"ti e le caae raccolti in una •ola ciUd:, at:rcna immagine di wn mondo inconaumabile, librato ai confini del ciclo. E in ogni luogo cal'ltava amore. Aaaorta nel profondo tepore del terre&tre fuoco atava la creatura, lievitando al aommo della aua aolitudina, creacsndo al respiro universo: e in aè cantava amore. Alta innoccn::a delle co,e mortali, in me paaaaati come sognata pace. Intatto amore le parvenze cantavano. Sfiorasti, o reapiro infinito, l'orizzonte d'ooni creata pena. Tanta purezza declinò pietoaa della aua flne, dileguò nei veli dell'ombra azzurra. E fra la vita a l'cueYe acese ancora la notte impenetrabile. LCNO CURCl Roeeo11,to di Il turboniento Biblioteca Gmo Bianco Gi11,seppe Be,•to * d • • ef; sensf; .,,----- -– LUIGI BARTOLINl - eBalcone> FESTA PER ALTRI ;*: Poesie di Luigi Bartolini I Lo prima volta ai p1t.ò 'J)OHarla oUo silt:n.:io; ma lo aecondn. lo ter::a, PQrecch111 volti,. &edd,~~a tf C:/,1~~":a~ fJf~'%Jl<I" :d 11~11~gme~o e ti riductJ flrttlltJ ad uno •traccio da beU..;ilo. Il lo cercherò in quata lama di fango; io cercherb; io. d'o.ueMJOre i quattro lombric1 roui; }ir~ 0 ~~~ ~~,~~~:':!di::."~:~/jos'::i':,"c~·•ono vecchio, io •otterrato fra :POCO •omaalierb o tali lombnci!J. Ili Gli acarti a,ano al margine dclls atrade. li, erbe chs •i diuecca110ogh orli dei fO&SI, i fiori achiacC$0ti dai carri che pa.saano,· 1~ c" 0 ~r~i,r:J!·a~~~°J:a '!:Jid,v~,;s~7f.~!~,~'If!1) IV Non ho hicont1' ato che cattiveria; non ho 1> eeca.to ch e nemici ~~:~"f,~,t~~':e ~}:rsi11~h~:::,~:u~i g:ci:ti;1• dov1"1quo: e quante ve no aaram10, ancora, cotht.-elJ VtJn6 .,0110. oro che pili non 1111 dubito, 1n 11umero talo ~~~~U n~:n~rf~iv;i[d;,~ ~':1i~t•~e~riìi:::' 0 ;11 ultimi Tempo non avrb più n~ di rc•iatere d di fuga\~gpuatl. fNon ho troooto mai uno che a me al accoaìaue e, con corowio ol mio et,u.ol6 rimancue ol mio fianco. V Oh. Tu. l ddio primi9enio. Io ntono, fn1pre acrutabile perchd pol' le.ah noi al mondo e c1chioma.ah a lattarel contro chi, ~ 111ra o chi aprire la atrada noatra. oh. mio D101 u I più vi ri-luttono e, quali btatie. nel bra!1oroorufolano. paghi del braaoro,contenti del l~z:o, felici di non e.,aeri, (o che a1mih aU'orido tufo o.aaorbono11noatro f<lngueJ. VI lo oodo dove mi 1>0rto ~,o':J:,."fo~ ~~,:!t;n;a;~"aftir~ ianota: fquuto lo .,o) mi troverò asmpre .,,u, aolo: re.ai.atenl. &IMO 1n ultimo, a queato viotk:ol VII fTinioroao, dovr6 perdere tutto cl6 chtJ lroooi anelando}. VIII di:j;,~;:;~~.Ji~6f:cc!~~/:,- ;ri,;~~o"tt::!';lchtt aoono; f~t.1~~:ap::~~et1~e t~~'i?d0 fo 0 W:h 0 /~0~ 0 :::' ~n~: 1 1:e"~f;~ fo~1eild~fbt~'7t!,s;;r:ratc Morte! IX Fr(J, le olte a11!cnne dei rami auol.az: ano bioccoli di pu11aitono In cerc a d'amore,· e quoaf nca,11110 ragglu119e fl act,no. fQuaai neasuno - come tu osaeroi - raaalunae il acgno!J X Simili, "°"o a rosa aJ(orita nfl bjcchiere; (ora d 1'fffll10 inutile racconliere i n~iei petali); ,~~c;;~~~~ 8 11 "~rr.::gu'!"'S:r'l::'n: ·~•:::er::l~u .Auomigba at'fa Morte ciò che, una volta. era: In me, CM vivo. co.,\ vivo lo ero. oh mio Dio, [cori vivo!. elle, ad altri. dava perai,w /~tulio il mio nomtJ. XI Per 'POCO che il Dsmonio mi lo.sci libin-o di r1J!otarenlle11tando le aue maohe di ferro, o non m1 pUl'l!1auravtr•o eccua1vi maU fl!d ceco, 1 miei ver•i docilmente ritorria110 qulcHJ. XII trf'i!'co~:::: :;:rt::,~~ r:ic:folig'i,1J,~:r:; mo chi riol::are vorrd, potr4. il dorico tempial XlII Quando il gallo cedrone canto talli, ore tre del mattino) arrota UJ coda, ebbro d'amore intorno a, rami del ,uo fNot1. aa, per6, che, fra le ombre( il ca«iotor 8 lfrff'J Noi, jnvccs, aappiamo 11'4 - e ai11 dan:~~:cit~'~Y!~o!~i XIV (miacro aorts. raf ~~~gt~o!io,tl?i!'f:,~d J;}~~: fo diventato ,arcbbe u11av1p11ra!J. xv Cornaglo oh. coro mio anima, a.tcolto il iuo •rz!no; ::,.:::rcara 11 ~~e a~~~~,a s::o:c:cf~'-:l'f~rt::~r::a ·~ ~~: XVI Oh mi la,ciaaacro. come in un carcere, Un:orarc 1n 11.aacoata cella. 1110 lo11ta110 da voi tutti vili &!luuttcri. o aran •~nori! Oh m1 laacimtsM"o.come 1n un carcere,· POCO pane 6 PoCO V1110, mo del cerde d1 camp(l'!1no; w10 •cocchio di turch1110 U111to PoCO m, baatcrcbl:H,! X'V!I Sempre e 11onostante . la Tua cattiveria, • ohcrf::O~a8. im111,..r1rro G1occ a:cnui lrnuh .. Giove 1mprucrutabile, 11 rn;of.t1 Il a1tppl1ceocchio d1 primo mattino! Nd uno 11e fu ch.'10 no11 tendeu, le maM1 alla dolce (Aurora. Speran:a d'equa uiaten:a. mai tu ml pfaca.,t.1; W:: g~:~'':j ;!•,.f/::!~n~e~'fo" et: ~~~~ ~.~/l; 0 è'.rcdcre 'rJJ:eç:r~l: ~ !, c;:;t~~·r!!!1~!.v~,"'f"o~~~~o co11cem le tuo creature e daccapo 11e ri/ai delle "feua,}ii1.,:~~i'::i~1 XVII[ ViaooU111do. vedevo inaolit• nia11i, grandi 111011!0!1116; "diccuo, Ira mc, ;,~''.~'1r' ::.~:t,~i ~l~W:. 1 ~m111i!J ~- ombre, 1 dominatori della Terra. che Jl0.Ma11.o, Du11qutt, clw fu o crearla fu l<ldio. Fu 1oi.,:1 tale µo!enza 111ava1ore d1 voi nl ac9no che 10 n(' stupt3Co. ae11ui compre11der11 11 come e 11 q110ndo:quale noce in un a:acco. ;~7 1 .,:~~el11~1~~~0 d~,:~°';1• cchora~n:• J::f:~a Coal rtelmavo 111 pace. .topra d1 mc. · :I'a",'i::1~:~::'af~"i:?;.tda~.· c:~n''À::;.'!10 viaaolo LUIGI SARTOLl?li,
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