Fiera Letteraria - Anno IX - n. 19 - 9 maggio 1954

REDAZIONE MILANESE Via S. Euftm!a, 4 - Telefono 899935 Orario - lun~l. mercoledl, venerdl - dalle ore 15 alle U. I manoscritti, se non pubblicati, non si restituiscono. LETTERE MlLANESl Dl MOZ~4RT .* di P,EROGADDA CONTI Sono contento che Mozart sia stato a. Milano. Fl sempre piacere pensare che la propria città abbia osr;:t~a~~:~I i1 ~~'ì1~ 0 b~~t~a~irp11.dre, Leopoldo, nel dicembre del 1769. Scopo: !ar conoscere li ra111.zzo prodigioso nel paese più musicale d'Europa, consa– crar la sua !ama nascente, e raccogliere ordlnazlonl d'opere teatrali. Viaggiando per le poste, e fermandosi qua e là - sopratutto a Vienna - padre e ficllo arrivarono a Ii.mano Il 23 gennaio del 1770. La Scala non c'era an– cora, doveva sorgere di 11a pochissimi anni: ma la stai;?lone d'opera era già una delle ph) importanti di Italia. Il Governatore, conte Flrmlan, trattò assai bene 1 due musicisti, che furono alloggiati nel Convento degli Augustlnl di S. Marco. Il 26 gennaio il giovane Volfango scrive alla so– rella. Già stava lavorando: < Un momento.prima di cominciare questa lettera ho finito un'aria del Deme– trio che comincia cosi "Misero tu non sei...">. Poi !a lo spiritoso (le lettere alla sorella son piene di stu– pidaggini): < Dhnuovo non so nulla, salvo che a Llp~ sia è morto Il slg. Gcllert, li poeta, e che dopo la sua morte non ha scritto Più poesie... > CE' un raga1.20 di tredici anni che scrive, blsogna scusarlo se 1red– dureggla cosl...}. Dal padre sappiamo che U ragazzo aveva I geloni, o che lo scaldaletto è la sua grande consolazione. Vanno a pranzo dal conte Flrmlan e Volfango ri– ceve In regalo le opere del Metastasio, rilegate. SI mette al plano e tutti restano esterrefatti. Intanto si preparava a dare un concerto Pubblico, ma sen1.a troppe lllusionl pecunarle. < Vedremo come 11.ndrà.In generale non c'è gran che da guadagnare in Italia. Ma la soddisfazione è che c'è più curiosità e più lntcl– llgcnza qui che a casa nostra, e che gli ltallanl sanno riconoscere Il valore del ragazzo>, scrive Il padre. L'Importante !u che prima di partire per Parma e Bologna Volfango ricevette la desiderata scrittura per un'opera da darsi nella stagione seguente: condi– zioni: 100 glgllattl ed essere ospite della città. I due partirono per Il loro giro Italiano, che Il portò flno a Napoli, e furono di ritorno a Mtlaiio Il 18 ottobre. Ma non era più il ragazzo del geloni, che rientrava nella capitale ambrosiana: era l'Accademico Filarmonico Volfango AmOOeoMozart, cavaliere speron d'oro. Bo– logna e Roma lo avevano mutato In un personaggio u!ficlale, almeno agli occhi delle genti. In cuor suo era sempre un ragazzo pieno di fuoco e di buon umore. Il secondo soggiorno è Il più lmporlante. SI tratta di dare l'opera Mitridate, a Santo Stefano. per la tra– dizionale apertura della stagione. All'Indomani del suo ritorno a Milano il ragazzo si rivolge alla madre: e Mia cara mamma, non posso scrivere molto pcrchè le dita ml dolgono dal tanto scrivere recitativi. Che la mamma preghi per me che l'opera vada bene e che poi ci si possa ritrovare felicemente assieme>. (In– tanto. a Bonn. nasceva Bccthovcnl. Il padre, dal can– to suo, completa le notl:1.lc: < Volfango ha avuto un po' di mal di denti; nel pomcrl)?glo si va a spagso pcr– chè non \•ogllosi metta a scrivere musica subito dopo mangiato, a meno che non sia lncllspcnsabllc >. Avvicinandosi le prime prove si ac,;:cntuano le an– sie, per l'esito dell'opern. Corrono voci male\·oll, se– condo1la gente è Impossibile che un ragav.o. e tede– sco per giunta. possa comporre un'opera Italiana. < Ma tutll costoro>, scrive Leopoldo alla moglie. dopo la prima prova d'insieme. < sono stati ridotti al silenzio e non osano più aprir bocca>. L'opera. Infatti, andò benone. · Di Il a pochi mesi - In agosto - I Mowrt sono dac– capo a Milano. Per Il matrimonio del granduca Fer– dinando si vuole da Volfango un'opera di circostanza. Il libretto è dell'~bate Giuseppe Parini; si tratta di una allegoria mitologica Intitolata e Ascanio In Al– ba>. La musica fu composta In dodici giorni; lo spet– tacolo andò In scena il 17 ottobre. In occasione delle nozze principesche, con ottimo successo. DI questo terLo soggiorno milanese di Mozart cl restano otto lettere, una delle quali ml sembra abba– stanza carina. La prima volta che ml troverò a pas- ~!~1 1 ~,rtda~lC~:rcl~~l~~I~ ecl~1:n eu~eng~~~oa~~l ~~~~ !ar tremolar gli alberi del parco, pe,ngerò che l'ago– sto di Milano l'ha goduto anche Mozart, e ml conso– lerò. Ecco la !ettera: ~ e Mlbmo, 24 agosto 1771. < Carissima sorella, In·viaggio abbiamo éo!ferto un gran caldo e la polvere cl ha seccati Impertinente– .mente e senza tregua. tanto che saremmo so!!ocatl e svenuti se non fossimo stati più !urbi. Un mese Intero (dicono I milanesi} non è piovuto: oggi per' la prima volta sono cadute poche gocce, ma ora torna a !ar caldo! Adesso ml spalanco Il corpetto. Addio. sta bene. < P. S. - Sopra di noi c'è un violinista, sotto di noi c'è n'è un altro, accanto a noi c'è un maestro di canto che dà lezione, nell'ultima stanza. dirimpetto a noi c'è un oboista. Che allegria, per uno che vo– glia comporre! Gli vengano tante Idee!>. A cosl cruda arsura cercò consolazione nella !rut– ta. < Carissima sorella>, scrive 11 21 agosto. < ho mangiato, In vece tua, molte buone Pere e pesche e meloni>. Nella lettera del 30 novembre. Infine, troviamo un laconico !atto di cronaca: < Sulla plau.a del Duomo ho visto impiccare quattro birboni. Impiccano qui come a Lione >. Ed eccoci al terzo viaggio d'Italia di Mozart: ru, questo, essenzialmente un soggiorno mllane~c. Arri– vò al primi di novembre (del '72), fedele all'impè– gno contratto dl preparare una nuova opera. Lucio Silla, su libretto di Giovanni dc Camera, mllanc> se.SI fermò flno al primi di marzo: e non doveva più tor– nare In Italia. L'opera ebbe un esito meno felice del Mitridato: ma In compenso (dico per mc che ml sto occupando unicamente delle lettere milanesi di Mo1.art) In data 18 dicembre trovo un'epls1ola di una buffoneria' !an– clullesca da !ar disperare chiunque ami figurarsi un Mozart tutto per benino. Incipriato. compassato co– me un minuetto: pregiudizio abbastanza diffuso. < Spero che starai bene, mia cara sorella. Quando tu riceverai questa lettera, mia cara sorella, la stessa sera, andrà ln scena la mia opera. e Immagina, mia cara sorella, di essere anche tu, mia cara sorella, a vederla e a sentirla. < Mia cara sorelta, domani slamo a pranzo dal signor Von Mayer, e perchè mal credi tu? Indovi– nalo? Perchè cl ha invitati. La prova di domani è a teatro. Ma l'impresario, signor Castlgllonl, ml ha pre• gato di non dire nulla a nessuno, altrimenti tutti cor– rono là dentro: proprio ciò che noi non vogliamo. Per– ciò, bambina mia. non dir niente a nessuno, altri– menti troppa gente correrebbe là dentro. A propo• sito! Sai la storia che è successa qui? Te la voglio raccontare. Oggi tornavamo dal conte Flrmlan per andare a casa: arrivati nella nostra via. aprimmo la porta di casa ... e che cosa pensi accadesse allora? Entrammo In casa. < Addio polmonclno mio, ti bacio, fegato mio, e re– sto, come sempre, stomaco mio, n tuo Indegno fra• tello Volfango. < P. S. - per carità, mia cara sorella, ho un pru– rlto, grattami>. L'ultima lettera mtlanese di Mozart è scritta In Ita– liano, e finisce con le seguenti parole (e due soli erro– ri d'ortograRa) < Perdonate la mia cativa scrltura, la penna non vale un corno>. Da Bologna aveva scritto, sempre riguardo alla ca.lllgrafla, e E' lmpos· siblle ch'io scriva meglto, perché la mia è una penna per scriver musica e non parole>. PIERO GAODA CONTI LA ,Biblioteca Gu,o Bia·nco FIERA. LETTERARIA A cura di GARIBALDO MATWSSI PAGINA MILANESE LE CRONACHE D'ARTE ' ·* ~, La settimana deitrescultori E' STATO COSTITmTo DI llECll:\°TE Un cenacolo Arrls:-o Benedetti

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