Fiera Letteraria - Anno IX - n. 12 - 21 marzo 1954

LA FIERA LETTERAR Anno IX · N. 12 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 21 marzo 1954 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 * OlREZlONE, AMMINlSTRAZtONE ROMA, VLA O'ARACOELl n. 3 • Telefoni: Ammlnla:Lrazlone 684097 - Redazione 684098 • Pubblicità: Amministrazione e LA FIERA LETTERARIA> - via d'Aracoe.11,n. 3 • Roma -Tariffe: Commerciali 1.100 Editoriali L. SOal mm. - ABBONA.MENTI: Annuo L. 2.700 - Semestre L. 1.400 - Trimestre L 750 - Estero: Annuo L. 4.000 - CoJ)la arretrata L. 100 - Spedizione In conto corrente postale <GrupPo Il) • Conto corrente Posl1le numero 1-31426 Visita a n1io padre * ni: LUIGI BAR'.l.'OLIN .C Tu, como Giovo ori, per me, ok mio b1,on padre, ormai vecchio/ Tr,, sl, come Gioue eri, per mc, ttell'infanzia innocente. lo ti vodcuo r1/fplenderc q11alo un Solo elio ogni giorno sorgcoo, fllrtmitiando i miei giovani rami. Crc3cevo alla tua cara li,ce, alla ti,a benefica ombra, Oh. mio buon padre: a 11(1sscggio io, con Te, per le 3tradfl dei campi caro b 11on padre, q,uintunquo severo e 3everi.!.!imo. vcr.so sera, in candide atrado fra le timide ali delle acacie, lii, pe r quella del Cimitero chiomata di aamb11chi, oh le cetonie dorate, fra i bionchi ombrelli dei ,ambuchil e i 1n-:irginati diti3Chi, le notonette acq1rntiche, l'acqi,a breve dei /o.aaati oltre la 3trada del Cimitero profumata dai aamb1u:hi. Poi a Santa Ro3a, all'edicola, nella 3elva delle gixestre ci recavamo, oh mio b11onpadre, e tii mi g11Wavi ~r mano rino alle querce alte, M 3oprc1 i vi!lneti di San Ma , della chicai,ola di San Marco (da Utrillo mai dip.nta). Si gimt.!6 lontano, a volte, 11er30 la Villa del Bifolco, in vi.!ta alla Torre dei Gliiailfcri, olla lunga 1>imwra di Jesi.. Era, nella Vill,1 del Bifolco, l'Erma antica virgiliana 3u nicchia, all(I 1x1retc, dornta t1ell'ora tdtima del tramonto. Si ritornava atanclli. Sul colle era mKI 111adread attenderci, dietro agli intrecci degli alberi piropeygW.va .,., nere co,e la luna. Oggi non più tali dolce::::e per Te, per me. per mia madre lontana, lontana, oltre Stige crudele, mia madre t panata ahhn~. Ora non ph), da aHai tempo: ora non più, oh mio bu01l padre/ troppo, ahi!, anche per ma, /11 lungo il tempo; il tempo fu lungo che dall'iJ1/an.zia felice mi cond11ue al grigio dei capelli. Soraero, acoppiarono, intanto, i tormenti di più d'una guetTa; non riatettero mai a lungo spenti; brevi /11rono le ore di pace, brevi le ore di pace a contarle, oh mio bt4on. padre/ Ed in ultimo eccoti: quaai cieco broncoli al mio fianco. ltfe miaerr/ ucdo te, buon. padre, con mani tremanti penare i ti,oi paaai/ Padre, eri quale ttna q,wrcia dei Glli.!ilìeri, dell'alta Torre/ Giovane tu eri. Como Giove, oh. padre, per me nell'infamia. Eri con i tuoi neri capelli quale un cipreuo dei Ghìailieri, all'cccel,a Torre. lo ti credevo eterno, nei miei ignari anni di fanci1Ulo, per le pareti ifteHe di q11eatacaaa tu risplendevi come 11n•olei Coal opera. il Tempo; ftefa~to ad ogni creatura: la diatni.:ione Jtnale opera in ogni erba, in ogni flore, in ogni cittd, in ogni regno, nel mondo intiero. Anche per te (che opera,ri il beJ1e del lento indicare ai fanciulli la a. la eJ anche 'f,er te, i cari libri oro giacciono allineati negli acoDali irti di polvere. Oli il tuo &apere di greco e di lotino,· la tua alta umiltà; i u,oi eletti gìudi::i; elio aono rimasti imvresai nel mio cuore! In me l'i.!tcaao amore per le Arti, l'i.!teaao riapctto e venerazione pci grandi nomi, oh mio padre, dei preclari uomini del paaaato! Vistcaae anaie per il futllro delle comuni creature,· l'iateuo de•iderio di redenzione/ Nè gli uomini mai in tempo faranno ad aprire oli occhi elle la falce a'avventerd tacit11rtta mietendoli «en:a pietM Oh, ma quale, qual't l'intenzione, fl diaegno di Giover di Gioue in/tenibile, q1tal'lJ il .suo di.!egno 1,Ztimor Egli cancella di continuo. Egli di.!trugge e folgo·ra, e logora; aaetta i miti olivi, le rudi querce lentamente logora la corteccia fra la canicola e la brina. fTOU I, ()(1(/i al wcchio olivo, egr,ale mio padre; f'flC'Chioao.de11uto da.l baatol'te). ..,..,...~, oltre a bewe ed il male, l'eterno Olov.r Ogni innocexte culla è gkl aegnata alla triatezza dell'ora della morte. ~~api~et~ 9 Jr::;,:/:~~6!tt~1tci;r!:::n:{o~t::, i~e~~:m;::r! !~r~hiailieri; poi lo apaccarono le /ol[/ori; e .!olo, per la legna, fii buono da ardere; fece pietcl, in ultimo, anche Il gid verde e dritto ciprc&•o def Ghiailieri. Cosl, vecchio buon padre, p11rtroppo, ben preato anche tu cadrai. Darci coscienza il Fato (eppoi di che coaarJ e quindi distrugoerci; creare altri noi, altri mi«eri noi, e aempre più miaeri di ,nano in mano che il numero dei nati nel mo,ido ai moltiplicai lo rimarrò aolo, intanto, ,eNza di Te a reggere la mk& croce; apillu::zi.care, a poco a poco, il n1io grappulo, e bere il mio vecchio vino, qi,indi, am,ilirò, come te, a poco a poco, ceHato il ritmo di gioventù, eaau,re le mie vene, gemeranno le 1nie oaaa; e inoono, dentro di me, incolperò le 11Wooni ore del mio paaaato giaccht ftetaimo ha colpa. di ciò elle gli accade, mentre hn,ecchia. Sci Tu mcdeaimo, oh Fato, che ci h,ainghi ad eaiatere, H •iomo giovani! Sei Tu medeaimo che, da vecchi, ci mortifichi e ci apegni/ O Ttt, pili cn1dele dei trib1mali umani, di te parlano gli oapedali, le carceri, , nmcclli dei morti nei campi delle battaglie innttmerevoli ]l.'on ti dirò <addio/>, no, mai, oh mio b11onpadre, o padre venerando; tale cuore "on avrò mai, .!Ortendo da caaa noatra, di dirti e oddio>; Noi pouediamo, certo, 11n bene che il Fato, ,en::a pietll, no" J)OHiede. DtJ a me la mano trem1da, gelida, oh. mio buon padre, ch'io te la regga a lungo; non brancolare "el b11io. lo soatcrrò aino in ultimo, sino a che in piedi aarai la tHa mano/ Alla fatale tua sera non accoatarti; ti atringo forte Deh. non cadere, oh mio padre, fa cuore aino in ultimo/ Rammentiamo, inaiemc, le paaacgoiate lontone, aino all'Erma virgiliana, aino ai piani di Jesi velati di tenui nebbie, per le riue dell'Esinante. Rammentiamo le pr ime ciliegie che appendevi al mio oreochio, oh mio buon. padre! Erano bianco ro.sa ciliegie, corniole, a due o tTe nell'iate,ao ,,1uolo; la ta.:::::aera bia11c a smaltata (la tazza colmata dal venditore di ciliege). Luccicavano, pendevano lambendo le mie gote di fanci1lllo. Se fu, per tali momenti, ìneOabil~ l'ora del t~mpo, tr~•corso, allora, candida qi,ale un bel 1ogno: la,c1l> una traccw nel 11110 cuore. /n.,ieme ad altri il'l/Ontili aogJ1i, ed alle brame di glovent,i au questa terra: avara a raccogliere, ormai, i miei ultimi aogni. LtnGI BARTOLINI VN ltclCCOL~'l.'O Dl ANNA BAN'J:l * Le disgrazie di Miccio LUIGI DARTOLlN[ - « Pacs11rrlo. Sl diceva alla Corona. quar- piedi. Fuor da ogni uscio, se Il gonlsta della storia veniva a tlere periferico di opera.i e )>le- freddo non era Insopportabile, pusnre. col secchio dell"acqua coli lmple;atl: e A Mlccloll, c·era una seggiola o un pan• In te11tao Una paletta di brace gente da non fidarsi•: per par- chetto e cl sedeva una donna. accesa, pre!>lla pre11tlto,e ~r lar chiaro, ladri. Eppure da Cl sedeva per modo di dire, i ragazzi era uno spasso questo Mlcdoll provenivano parecchie ogni cinque minuti si alzava, trovarsi tra gente che tutta d famiglie 1!stematlne. collo zer• ora per li fuoco. ora per l'ac- conosceva e si chiamava per bino alla porta di casa e I ti- qua: perehè a Mlccloll !"acqua nome. mentre alla Corona chi glloll alle scuole secondarie. In cua non e·~ e bisogna al- rta al teno plano ,a appena Qualcuna cl a veva una mam- tingerla alla fonte, sul sagrato quanti flgll ha la sposa del prl– ma o una i.la . coraggiosa vec- della chiesa. Questo andirivieni mo. Come rl s~ntlvano clttadl– chleua ch e si guadagnava an- divertiva I ragazzi che non nl, I rag:uz.l della Corona! Rac– cora II pane e non chiedeva avevano mn.lvisto donne sgam• contavano, a loro ,·olta. degli nulla a nessuno; quelle paren- beltare cosl alla svelta come a spettacoli del centro, Il varie– ti venivano poi buone la do- Mlccloll, e le vecchie parenti là al teatro tale. l'opera al menlca se c·erano ragani da al pari delle altre. Finiva che teatro tal'altro, come se cl an– contentarsl, Invece del cinema- sul panchetti sedevano loro e da15ero ogni sera e la città los– torrafo, di Una bella girata In le vecchie, In piedi, racconta- se lontanissima, trragglunglbl– ca.mpag na. e l a campagna era vano la storia di questa o di le per quelll di Mlcclotl. Pote– questa strll.da polverosll. eh.e quest'altra vlclna, wppa di di- vano anche sbo.llflrle grone, lntllava Mlccl olt, stretta fra sgratle Incredibili. Immancabll- gli ascoltatori erano soltanto case piccine da non starci In mente, presto o tardi, In prota- donne. e che donne. Inverno ------------------------------------- f:~::,ti:;.~:~s~~::::v\t~:~ RE'.![' ROSPE'T'.11.' .li.. V A DI HE-'" I NG -VV A Y !':,;,~,~•.~h;.:~'~udt~'.":'~ * ~:~~t~e ~o~~: ~~ee v~= ADDIO ALLE ABMl ~;~;:~t~~~f,r~ mava più a chiacchierare, ma ~ ~~~~!~~~ ~~;~ 1 3ir~o 1 ." J:i°;~u~i;, delle vicine allora paS!ava. co- ventieinqne anni me t1ldiceva. un angelo e an- d che dopo qualche minuto Il di- op O ~cor~ non si riaccendeva colla. vivacità di prima. Buona sera, buona notte. I ragani della Corona riprendevano la strada ~I cua. E' certo noto quanta lm– porlanza le clrcostanu In cui avviene Il primo !neon• tro por.sono avere sul rappor– ti stabilitisi più tardi tra noi ed un autore od un libro nUO\'O.Forse e A Farewell to Arms • di Ernest Hemlngway non a,•rebbe prodotto sin dalla prima lettura su di me una cosi Incisiva Impressio– ne se I luoghi In cui si S\'Ol• a:e 111 s1orl11 non ml rouero rtatl tanto f&millarl. se ven- tl~~"aqu: ;:~io 1 ~e?l~an,~:trrrr; Nelle uCrerie ml capitò fra le mani non ml foul tro,·ato ~1::~l~r!n t~l~~r:..::,ueJ, 1:i~ • }~~fi"~t 1 ~e~len3a !nF~~:rl~ Henry e Catherlne Barkley per mettersi In sah"o nella ospitale Svizzera neutrale a pachi chilometri da Asconn dove abitavo. L'anno ~rso quando ho d!r:i:~n~ 1 e 11b[r°a T~~~ 0 v~nv : Cllon sopra Montreux sul L.'l· gt~~::o ,.rvo;~o~~ed~flfm: seltlmane del loro ardente amore prima della tragica fl. ne In un ospedale di Losanna. Se &:Ile,•ent \ cui si accenna rono narro.li soltanto nell'ul• lima parte del romanzo. I quattro quinti di esso 5i svol– gono nell'Italia Settenlrlontt• Ie, a MIiano e sopratutto fra ~eu: 11 J~f• Je~e~~tl 1:rf:'cof~~: men1e cari al mio cuore. Ogni paesaggio rievocato nell"oggl famoso romo.nzo, ogni IUOKO citato ml è famlllare. Ho Insistito su questi par– ticolari d'Indole strettnnwnte ~~! 0 'ì:'e :f~!1~11 f cFiru~n~:: contro J:?.,uto n circostanze estranee al ,·alore lntrin~co del libro. Se oggi esso è glu- 1tamente considerato una delle opere più raggiunte cli Erncst Hemin&way ed unn dellt! vette della narra.Uva contem1>ornnen, .!le nll'e<ilero ~ stato subito accolto n,olto IM'Ore,•olmente. dn noi Inve– ce ha Incontrato dapprima un diffidente riserbo. unn malce· lala ostllltà. Hanno dovuto passare molti anni e muto.re ~,~:mx~r::r ~m':> c,1~:S/ ~~~t~ un giusto riconoscimento. i--:• r;~ 0 Fie[i 1~{d;rt 1 iefb~rroqf:;~~ rarlo od averlo dimenticato. Nel l!t29 si era In un pe- Non è soltanto e semplicemente un romanzo di guerra, esso è sopratutto un romanzo d'amore }I-. di GIACOMO ANTONINI rlodo di sfrenato nazionali– smo. 1 ricordi della prima Guerra Europea tanto so!ler– ta e duramente combattuta :ld: rn~t:=~ift~ ~1 1 ~~!:; erano ancora vivi e vicini. Su di essi Il rascl.smo ave\'a tatto le\•a trt-5formen,to sra– dualmeni" quanto er11sJnce• ro e prorondan,ente 11entiloIn una retorica ed un tabù. Del– la guerra non si poteva cioè ~~~,n~~rl~e ~n n~~nr~ cg~: ti. 1>e rdescrl"e rla come una ~ 1 :tf ~11.it ~~~f' si 1 rn~~I 1:~~ clatl con un lrrefrennblle slancio. come una serie Inin– terrotta di vittorie Illustrate soltanlo da eroici sscrlflcl volontarlamente auunti. Su fluf~ flu~~r:~~1!~~9:8s~ to particolarmente pesante perchè per una ragione o l'al– i r11, rtù o m~no lncon~1,– mente. da tutti o quasi ac• c<'ttato. Se nella \'lta quotidiana ~t~v:o:~=r~lt~àe~oC:~~jb,re~ r~ 1~" :~~~~:. ~~aln:r:1,~1~: re 50~tanto a qualche partlco– lare vissuto che potesse con– trn111are colln versione utll• clale degli e,·entl. Basti ri– cordare soltanto la violenta riì~e.i1 1 !~e'~~t:ct~~niaJ:ac~~~ ~~t~~h'f 1 X·~':n~ 1 g~i;'/~1~ef~\ ~n::~1er:r,re:r1o~n~~?ior!: cavo pot d~ttorit dt-1 nostro giornale, Descrivere la guer– ra come era veramente 1la– ta. parlarne liberamente non era ammesso. Caporetto era :a~~~o~~Tude~~1 df sru>i;!t~ ~; Insistere e sull'erolca resi– stenza del Pla,•e • ed li ti~ nale trionfo di Vittorio Ve– neto. Che la rcslstenza sul Pia– ve fosse stata eroica ed a– vesse avuto un particolare valore non soilanto mlllta– re ma psicologico e morale per tutta la nai.lone proprio perchè Caporetto non era stato l'effetto di una locale o pe.nlale mancanui. dovuta ad un gruppetto di e \'lii tradi– tori• ma Il risultato d'uno stato d'animo, d'un atteggla– mcntn di fronte alla guerra dlffuM> In lulle le classi del– la società non sl \'Oleva as- 1olutamente ammettere. Af– fermarlo voleva dire manca- ~:\ dJaJ~s8~ 1 ~ad~~: 1'!1e~~~:: una seconda ,·olla. attirarsi :~ou~~r~~~fee:ne~~~~t!~~ In questo arroventato clima d'esaltazione sciovinista la pubbllcu\one di e A Fare– Wf'II 10 Arms • scoppiò come una bomba. cl;,~n m~~~zl~~e i:~r~rt~:: ~~r 1 fa~~o u31 1~~~~jKfr~slP![~~: cale e martellanti, che dl- ~if1~ ~~ra~rva es::~;~atP::~ li romanzo narrando In pri– ma per10na le avventure di un giovane americano. Fre– derlc Henry, arruolatosi \"O• ....,.._...__,,.à~~a~ 1:h-:c~:u:f1~ 1~tr~~o ~~i Efl1'"F..ST HE)tI'.NGWAY 1915, rievoca con straordlna- ria ,,1vacltà Il clima del prl- Nel gloml feriali nessuno va ml due anni di e-uerra lino al a trovare I parenti a ~flccloll, disastro di Caporetto. SI è e !o~ I r.a.11anlnon sanno che dapprima a Gorizia e nelle le donnett" di lairsù !=:Cenliono retrovie. poi sul fronte del- tutte In città rcr lavorare !'l~w:o ?~l~~I o!~5:~e~\~ ~gn~~all~;~:b::e~e 1 ~~ :~u:: }~~fe 1 r~~nl~I~~O:,a:;:{!1t~!~~ re: e da quello non parÙrii, ~~1 ft~~n~ 11rn1;1:f~Cia ~?t\~~t~ ~ 16 c~~1~e d~~~~~~. ~~~~o~i"~i Avendo partecipato real- mestieri ne ho.nno a meue doz– mente come volontario alla guerra sul fronte ltallano 1 •--------~ Hemlngway ha potuto rlela-1 borare nel romanzo ricordi di vlla vissuta. Quanto narra Il suo protaionlsta ha un suo• b~ai't~~~,: ~e ed~/~~~~~~•~~ m~ rac-c~nto - non , I e ~= grr~1:i':atc!!c~g•a1~n~~n:~~ tlmento d"ostllltà o di d\sprez- ~~ v;:rgn:~rlì!~S:nrer r\~i~::~ la vita ed ha versato Il san– gue. Dopo l'ebbrezza del glor• nl di maggio di cui non par– la ma alla quale ha certo do– vuto partecipare per essere ~~~~~~o l~u~~:1\t 1 !/~~~ofa~: :: eè ~r~!~~/i~ l~~ro;:!See,~ i cui la guerra non era scnUta ma soltanto subita come una r~a~~~g:.e e~~:!~,~ cui era I ~pp!amo oggi che questo è stato realmente, almeno In gran parte. Il cllmn dell'Ila-I Ila tra l'estate del 1915 e l'au– tunno del 1917. Il quadro di• ~~ ::n H:~ 1 ~fùv?rt~~~~ 1 soltanto commuoverci e farci riflettere. Senza che ciò sia Alll'll liant1 Il r11tt0NlO e/te pwbblfdlfa– mo t "" •ogo10 dell'arte 11N– ootor• deU'avtrln d1 e Arre– m111a •• dAJ. do.,,. NIVOIOll!h • c/t bo1lordo •. A PAG. 3 SETTANT'ANNI DIVITA LETTERARIA INOLANDA di CARLO PICCHIO ~~~~~n~~fi:l~~e;;:tfeiia 1 'ì; cause psicologiche del d!ss- ( )I. ~~~a1! ~or~:~t~u:a,:ar~I~~~ A PAG. 4 ~!t~e~~:-:'o~~e siuè f~asdf~~~:t 1 ; j UNO STRANO SAGGIO 1ub1to In un•1mmane didatta. Qualcosa di analogo e di an-1 cora più tremendo si è verlrl– calo In Franclll. nel giugno di EHRENBURC ~~.;~0Nf 0 1'::. •~~if;c1!«f VERSO UNA SVOLTA !;.;~~•(,:~~~';' .I .~it."n'J~: ,~ L'ESTETICA COMUNISTA? miracolosa ripresa rappresen- di i~~ap~~-/ol dalla reslsteniaj VERA ALEXANDROVNA ln::re~Ul~lc~~~z:nrr:!ens:,~~ ... t~~cl~~~,,~le e11e1~nr~::r, ~~ Armt • un resoconto verltleM e tremendamente lmpresslo- r:.nt~e~!11adl~\1:-ot ~l:f:aet~ dal nord di Udine "' Taglln- A PAG. 5 NEVI di SALVERANNO LE VJECCHJCE S:~gl::cf[r;~j,:e~~ ~~';:.ri~~ SAil"-T · JOH:-J PERSE 11eUo vn-11011• d1 nmlEO LUCCHESE f~lav1!1~y~';rl~oquqaJ:1~n~!;1'------------' ~:~l~ 0ufi~c;r~~l~~d:t r~~r~~ zlne. Sanno cucire, rammen- Biblioteca Grno•Bianco ~lhn~f:~~~e caf~ 10 ~ar~ee / 1fi ~gr~~sf!~:~~a~f•1~•!t~gr:t~~t; ~eè~~~'t 1 a ì: 1 :~t~ ri~r~~: ~~~~~! ~~~ :~:~~r~o.~~ le degll ufficiai\ e soldati del- servizio, tre ore qua, due là. la S«onda Armata dopo Ca· Quando tornano a casa, la sc– poretto si può leggere e A Fa- ra, non sanno dove buttare I ~f~~illl~~o Ar~:e•·1~nlr~~:~~ piedi per In 1tancheua, mcn– f~f;~:i\l si rlvi\'ono con tale ~~a~~:,,~~~d~1ala f~~d: Il lenente Henr,· dopo a,·er dall'acqua e a tirar su I letti, ~~~' 0 ,~~~I ua~trY~1 ~gpote~.s:; ~~i>om~;tl~fa~~~ r~:~1tr~~i lcntslo di reslstf're salvando ne ha, se Il trovano sulla porta, li salvablle si è visto wucl- appoggiati allo stipite, che tu– nato dalla marea e costrelto mano, mt.H ..e loro si allonta- ~fl;;~u1: ;,;g!~~~fa ~~j .f.~: nano ,•er~ la fonte con un fnrde.nt 'ta~~oq~: 1 ~~~-7~: r~~ 1 ~o:.e;o n~n~~·u;~!~t1~ 0 :: mediato pericolo di essere fu• non hanno voglia di parlare cllato per un delitto non com- neanche per lagnarsi; semmai messo subendo ~ulnd\ una su- una dice: fammi scappare, Glo- ff:'r:1a\"J!~!~'t/dae~I~ :~: ~~~~lh~:~~eie~;,e;::.t'te èa:~ batt~nte \'aloroso dk1enr un tre pen!iano: fortunata la Ar- :~~u:o):· ~u~~d!._e 1 ~f~:l~f~ gla, Il mari~o l'aiuta. Ma dico- della società a costringerlo no soltanto. buona nottt. Dal ~;t~ a~adl~uaì'1~lona 1:m\ ,.~ujj :47:t'ad~~!~\e 1 J~~:te~~:~~~ nmmarlco d'altronde rimar• da è tutta buche e quando si è ~lt~e;,r~a~~~O a 1~ 1 ~~~rs~ly~ r: ~!r!. un miracolo non ln– ~~\O ~~e~~~~étel~ ~~nr\~~ Qui sta Il p~nlo: a Mlcc!oll !~rr:~~te' u H~ ~a~!nz~ 0 ~~z~~ :C~u~~~r,r~~~- ~t u~e~~~i1:j; tlrf' una punta di rimorso. che gli piaccia. Cosl è sempre Ma eA Fnrewell to Arms • stato, si direbbe, cl deve essere non è 10ltanto. non è neanche un destino per l\1kcloll. tanto In primo luogo. un romanzo plil.che I(' un uomo riesce glu– dl sr:uerra bent'hè sia fra I ra- dltloso, eccotelo a letto con rlulml di 11ul!nllco \"alore mali brutti e fini~ Infermo ~~~~:!1/a!cJrif~o~a~~~u~ per Il resto del suol giorni. Me- GL\CO:ito AXTOXL"'l ~~~et~~~~~ :'~rsl!ntar~f~~=: (Contin1"1 iJ pug: !J no le donne. Una !n fila all'aJ.

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