Fiera Letteraria - Anno VIII - n.47 - 22 novembre 1953
Soldati, che ha diretto « La mano del foresllcro •• con Il piccolo protagonisti\ del film mano tndeclu. n ricevitore. La tonna dello appartecluo gli era sconosciuta e in un Pri• mo momento tentò di parlare attnwcrso Il rlot\'itore. Il direttore stua dicendo con ttnpaz.Jenza: e E' lei, Mister Court? •· li ragauo pre&e Il ricevitore nel senso ghato e rispose: • No •· e Desiderano proprio leL L11.prego di acen• dere nel mie ufficio•· Un uomo ir::. uniforme gli 11prl l11 porla. L'uomo lungo e magro era gprotondlllo In una poltrona Il direttore sedc,·a dignitosa• mente al suo ta,·olo e cominciò col dire: e n CommLs&.arlo wole farle qualche do– m&nda •· e Parlt italiano? •· Il ragau,o scosse la testa. e Posso farle da interprete• dl.ue li dl– tttlore.. e Non ocoorre. Sono stato prigioniero qual• tro anni in lnghlllerna •· « Dov"è mk> padre?• chiese 11 bambino. e Non preoccuparti. NC&'lunosparisce a Ve– :,,ezla - se sl trova a Vencl.la• rispose il Commissario. « Ma e a Venez!R ». • Questo è da vedere». Cof:l dicendo Il commissario comincio I\ pullr11i le unghie con uno stecchino da dcntl • Ho tele!onato a. Trieste. Non ho a!cuna JHOVft che egli ab– ti~ preso quel treno•· e Io rho srntlto. Mi ha telefonato». e Quando 11lal ,•tsto l'ultima volta?». • T?'e anni ra :1. e Come ha! capito che crft lui a telefo– narli? :1. e Era lui C<rto che erft Iuli Ml ha dett.o: ~~at~- ~e~i! ~le mn'i(!,,~~o i-:es:~~-g ,entro met%·o"' ». • Hai riconosciuto la ,·oce? :1. • La ,·oce.. ». Il bambino cominciò a pian• ,ere: non si rendeva conto di quel che gli s11va sucoedendo e non cl\plvl\ rerchè QUl\l– cunc dovesse aver finto di e.~ere suo padre. QuC5t."Jdcaera per lui più terrificante della goomparsa del genitore. Un fatto del genere apf;~~~~;rea~t~n:~l~qt1;·_H~~ Il com. mlMarto - !o~ non e mal arrivato a Ve– nula». s~~ò~~t!iefo~h~? l: per lei, Commts- sari0 :1 Il Commissario disse. con stanchezza: e Sl. si. Oh bene~. Può esserci at.ato qualche eon– trattmipo ». Riattaccò li ricevitore e chiese al bam- blno: • Hai una fotoguf la di tuo padre?». e No. Ma ce l'ha ml" r.la •· « nov·e tua zia?•· e Non IO. Ml ha serltto QUI l'lndlrlu.o. E" andata 1n Francia• rlapo,;c Roger e comin– ciò a cercarsi nelle tuohe. Ne vennero fuori del pezzetti di carta. Il ritagUo d"un gk>r- ~!~tt:'~a f!~1Te1~~ac:Au~~ e~ef~~fein~~! ia,·o:-ato a lufliO di nascosto. Alla fine di&se avvlllto: e Non ml se.mbra d'a,·erlo ». e Blqna avvertirla &e Il magttiore Court non spunta entro oal •· d!Me Il direttore. sa~ d~u!~chU:O~ convenne Il Commis• «Chi è che 11occupa del raaauo? :1. «La mamma è morta?» domandò U oorn- .mlMano. cNo». e Oo,•e 11I trova? :1. «Non Jo so>. t:· ~lf;!?ori~e 1~ "~,~!~ut!~~;t~chJn~ ~:u~n ~l~e'f~e~,I ~~~~:i~~\1 P~~: ct.ni.smo dl un vecc~o orologio: li diario del Boy Scout. per li 1939. e L'ha scritto quJ? • chiese Il commissario. «No. Su un peuetto di carta :1. Ma Il pezzetto di carta non venne !uorl. L"ultuna ta!ca rlvtlò rokl un pez:tetto di car– ta \.-tllna aV\olto attorno • un ck>Uolo 1ri– itO il"06..-.0 come un pl$elk>. e Questo 006°e?• chle&e Il oom.mtsorio con !nteruse, quasi ,-ole56flportare l'indagine ,u un 60(getto più attraente. e Una ~ per far la poh•ert da sparo :1. • Come ai chiama?». « Non si sa. Io la chiamo ln,redlente X2 :1. Il direttore Il interruppe con lmpat.lenr.a: • Ma ci sarà qualche modo di mettenl in contatto oon tua tJa ». e Non so». « Non t1 ha detto dove andava?•· i Iu un posto che com lncla c on Salnte. .. •· e Beh. ,•leni qui - SII d.WC Il commJ.ssarlò con un legwero IO(J>U'O. come se loro due a,·eMero potuto lntendel'llela meglio da IOlL Rnz.t. l'altro polWotto e Il diretlore. e SO· prattutto &enz.a quella faccenda che gran, 1 1\ tanto IU tutt.L cominciò ad aiutare il ragau.o a rimet– tersi la roba in tasca. Quando prese In mano u diario 11 fermò. « Ml sembrft un po' yc,c. chlo. Ma le ta,-ole t,0no aiJlomate •· « Quelle del pesi e delle mlaure? ». « Del Mone lntunazlonale •· disse Il ra- ,a~ià. naturalmente, e molto utile. Ml pia. certbbe conot,eerlo :1. • Come? Id non conosoe U Mone? •· « No:1. «Pol!SO prestarglielo per qualche giorno» disse Il bambino con una certa riluttanza. « Te lo chiederò quando avrò t,empo :1. Fenno sulla porta Rotter si ri\"olse a tutU: e Ma mio padre? :1. e Oh, sal~rll fuori. 4ta tranQu!Uo • rlspogte Il Commtsarlo. « Se MD O@gi avrat ,ue noUr.le domani. Non c·e niente dll preoccuparsl Niente•· Tirò fuori una carta da cento. « Comprati qualche dolce :1, dl:t~ J~ 0 5pfile~ 1 ~~ ~~r :~ril~~~ei:rr~: falsa consolazione. La luce delracqua si r!Oettev11 negli spec– chi e la palllda mobilia del saloni bril!av11. come miele al sole. Il bambino Rttra,·erso varie sale vuote. Le sue suola di gomma cl• ~lu•ano ,ul parque~ e per la prtma \"Oltf( desiderò Il rumof050 e amiche\"Ole baccano degli Americani 1 quali &On tanto dotati di c;uella peculiare ,•lrtù di riempire lo q,az.!o. 0m Jo spazio gli 11 ,tendeva Intorno e non ~~~~': 1 ~1~:..~e,~n~!~a :idif11so~lt~~~eal~ che attendono JI crepuscolo per tars.l a,•antl. Fra poco sarebbe trMOOrso un Intero giorno 1:!11 Quanto sue padre gli aveva dettò Ili tele. fono: • Fra rner.z·orn li. Questo era un ratto che neanche un poliz.!otto pote\'& cambiare e A cui non rluscivn n trovare una .11plcg11- ?lone plnuslblle e ottlmlstn. Un cameriere In glncca blnnca proveniente dal bnr e di– retto nirumclo del direttore. gli 1>as.llÒ ac– canto rernndo tm vassoio di bicchieri. Il bambino u.scl sull'lmbnrcndero. La lan• <'!Adella pol!tll\ se n·era andata. Udl e rlco. nobbe ,•arte ,·ocl e con questo realizzò di es– sere accanto alln finestra dell'ufficio del di· :~~o~frr ~a;~~~ i~ar!!~a~·u!de 'f{l :~~ suna testlmonlanta :1 e poi: • Tenteremo ne– gli o.._~all » Udiva Il rumore de.I blcehlcrl lim<.IS&I r quel suono gll dette In scnsft7 •.0ne che tantu lui che imo pndrt: fossero stntJ completamente dlme11t1ca1.L JI Sebbene fo,.,.o l"orR più calda del primo pomeriggio i.:nR candela acces11. Infilata In una bott.lglla. era l'unica Illuminar.ione del– la piccola bettola Ol'icura. Il bftmblno reee capolino dl\lln porta e prOEegul per la sua strada. A,·eva traversato senza nlcun moti• ,·o li ponte d, Rialto e, avanzAndo oltre le boltejthc di Rujtn Vecchia san G1ornnnl, si era fermato a gul\rdhre uno dl Quel vicoli IDl('rDII do, e Il <iole non p('neh ,1. mal. Le case al due lati drlln 1tr11.da11appoggl1LVano ,ugll archt ohe s'lnnalza,'&no sul suo capo. Rcger cammJr.nva come In sogno e &CntR nCMuno scopo. Ttnevn due dltn del:a mano sinistra lncroclate per portafortunR. ogni trt:dlcl pnMI cnmblnvn nndaturn. e nd ogni sette por1on: sl rennnvn n gunrdnre nell'an– drone. A:loperavn tutti gll scongiuri che co– no~cevn e ne hwtntnvn. nitri: sper1\\'a che C('l..tj ts.ccndo avrebbe potuto rh-edere suo paore. Tentò di rlco1dnre raspetto del suo g-cnl• tore. _ La fotografia che avrv-A la zia rl!allva a plu di vent ·anni prima. quando suo padre era ancora un g!Ovanotto e non somigli&\'& anatto all"uomo di meu:a età che lo urva salutato due anni e mC:12.0 prima. Rogt:r al• lora a,·e\·a cinque anni e pochi mesi. era pro– prio un bambino. e si ~ntl.va un po· lmb~ rnzato R ptnsare che li babbo do\'C\'R ncor• dulo ~uto In unn piccola automobilina ,·erde In un \'!aie coperto di ghiaia. Il bab– bo gli R\"CVastretto li\ mano e detto: « Ad· dio. caro n pl'e&tol• e piegandosi lmpro,·vl• 111\mentegll a,C\'n soffiato sul ,•L-oun Odore di birro. e di slgnrettn prima di baciarlo s111\11. fronte, goft'o e lmbl\ra1,z.ato. Poi s'era Allon• tanato g!ll per Il viale zoppicando un poco cor. la gamb" sinistra. Egli Aveva suonl\to Il claxon. Il babbo s·era ,·oltato e a,·e,•a ngllato la mano. ed egli ave. VA tolto Il freno e pc,gglatl piedi sul pcdall con l'lntenZiOne di corrergli dietro In ,·ola– ta. tanto per f11.r,:II \'edere di COMera ca• pace. ma ll·era accorto che sua madre lo l'tA,:i. guardando dalla finestra e allora ,we– ,,a tolto I piedi dal pedali ed era rientrato di cono;a In CL'la Perciò ora nòn ricordava Rllro che un uomo leggcnnente r.oppo e una fftccla ibarbata di fresco. Ognl sctle porte guardava nell'androne In cerca di un uomo r.oppo raso di fresco. Sta– va attento " oogllere ogni parola. lnglcte: 11 suo orecchio perceph•a ln O(lnl &erlcchto– llo di tr:.ve o pianto di bftmblno un richia– mo di aiuto. Quando Riunse al Rio delle Bee. cacce 11 mlae a scrutare l'acqua a.spettando di scopri~ tra le vecchie latte e I riftutl una faccia rasa di fresco. Non provava do– lore penNondo che suo padre IOMe mono ~a e~tt~~~fJ{~a f~ridts~i1!~~~~nec~~ u babbo si tro,•a...._ge nelle &tCMCcondWonL Pensa,•a che anc~ sua madre a,rrebbe do– vuto esserci e le rimprovera\"& di non tro– ,·arsl 11. Uno, due, tre. quattro. clnque. E-Cl. sette - un cortile frl\ alte e luride 001Stnitlonl e ~~!~1a~d 11r:m p:a~~n~~~e s~~e~~r~at~ ,~j ~~lir~~o P~~jt~~H:. UC:F:,11~ ' 1:~:~~hl~~i baffi 1;plo,•entl. scuoteva Il cl\po tristemente e dlce,•a In Italiano: « Sta male, molto ma– Jet • e l'altro k> coml?ath•a per la mal11.ttla della moglie o di suo figlio o d"un suo amico? « Per fortuna lei ~ medico! :1. Il bambino urivan, a ct\plre questo. Il dottore k> ,1de che i;uarda\·11 e venne ,·erso di lui con una arla mite e gtntile. Era molto malJ?O. COii magro che I pantaloni gli pendenno ln pie. i;he ,roffe attorno alle gAmbe e a,·eva I polsi tottlll come quelli di uni\ donna. Una ,·olla Mr. Hogan a,·e,·a prepftrato un bAgno di cal• ce per Il Mai; tg!ore R onnle Dunn. «Tra po• che ore - gli O.VC \'adetto - llA:'AIridotto uno scheletru ». Nel c a.!<ldel dottore 1embr11. "" -::he li b11gnof06!e ,;tato Interrotto 11. met•. Il medico not<' Il \'Cstlto .11tranlcrodel bam– bloo e gli ch!eie se lii fouc perduto. e lm• pro\•vlsamtnte 11.llaparola e perduto :1 Roger 11! ~ conti> che In realtà egli non AVC\'a 1ftminima J<'el'.di come rlcu11dBgnare Il r.on- 1e Rialto. La parola l"05Ses.siona,·a.e Il vllO l?entlle e comprensh-o del EUO Interlocutore lo COfnJll()Me, slcch~ p:11 si riempirono rii oc– chi di lagr1me Annui col capo. • Sei americano? •· e lfi-'iiese:t, rispose. « 0o,·e ,·uol andare?•· e Al poni e di Rialto». « Ma do,•e abiti?•· ti bftmb1no dh·enne lmpro,"•lumente rt· tlctnte e disse: « Da Il poMO r,rendert un vaporetto? :1. • Dove si trovA. tUR madre, :1. e per 1,euu- ~/~1:11 d{~f1~~d;rt: t~•~:n;o~s:rJ~f:i! ~~~ manda confe15ando di non upe.rlo - ft08'er disse: « All'albenr:o •· e QUA.lea.lbergo? :t. Menti di nuom dicendo Il primo nome che gli venne In mente: e Il Grand Hòtel •· Il dottore i;ll porse la maoo dicendo: «Ti indicherò k> la H1ada •· Le <».Sadelle dita Biblioteca Gino Bianco del dottore dettero a R.ogtr l"lmpre.v.!one di un fascetto di matite. Camminarono In g.i. !enr:lo. e li ragnu.o non conlò più J portoni ~ei~c"~~ 1 ~t~ 1 c~:5;:/ f\°cf~1ti;:r~~~ :ndrJ'~; che In magia non ulste. « TI plACClono I gelati?» domMdò Il dot– lOre improwlsame.nte. e SI•· « C'e un colTCqui ,•lclno: un cnl'fè pulito - In Questa ctttl\ biqnA. C&Seremolto pru– denti n <:AU!R dell'acqua :1. Il rRglW'.Osegui ~~ 1 ;i:~~o~~~t~ t~~~~~n n~;a'::a" St'ù rl~~ ,•are da sè Il padre ern &\'Anita con 111ma• ,~~,!~:~~:.tdf~ '!lìaoo:!~a~ :t~;: ~~~~n~ef~ wnra~ar:~·a~u~:e:.~~n~tt~i ordinò: e LA o!oocolata è più salubre. La val. nlglla e buona. ma non è molto nulrlcnt.c ed1l ~!~~~!J~ 1 ~\~~ ~~~~n~efc;~~:tpen: ilert. Pemò che !"uomo che gli fiede,•11. 11.ccan- tO«IJ~~[np~~~~ ~ t;~~e~~l~~~~-gentlle. « Le ho detto una bugia» dlase Rq;er ti· rando un grosro sospiro. • Una bugia? ». e Non abito a.I Grand HOtel. Sto l\ll'Alber- 8'0 Europa :1 e Sei un ragazzo strano,. feoe Il dottore. Sebbene l"aves....ce condouo per mano nno al caffè. glJ si rh·o1Reva come ad un uomo rat– to. «Io non ml sono mftl ~ato e non ho niu. Non ho molta salute e uno non puo pAMar sopra Al propri malanni. Perché ml hl\l dello quelli\ buglA-?:t. e Perché lei mi faceva troppe doml\nde •· « OIA. A \Cl"O, Dipende dftl {Atto che EOno un medico. C! si abitua a dom1mdare: Il male è qui o là? Vh•o col malanni. e co&l ml vtrn !atto dl rivolgere delle domande Fba,tllate •. « t.a,·ora In ospedale? :1. « Vedi. anche tu fai delle domande. No. ho del clienti prlntt. Ho la,-orato ln Q6pe– dale quand'ero giovane. Si tratta di molU anni fa•· Seguitando a pulire Il bicchiere col euc– chlaL"'\O li bambino chle..q;: e I suol malaU muoklno? :1. «Qualche \'Olla!•· e Ne ha qualcuno moribondo adesso?•· e Non sapreL Ho due brutti cui di febbre tiroidea. $Cmpre per colpa dell'Acqua. Forse guariranno. Forse no. Cougglo! Prendt un altro gelato•· « Ne ho dette due di bugie. Mia madre non è QUI•· rlpre~ Il ragau.o. « Ah. Allora vlvl con tuo pAtlre? :1. « Mia zia ml ha Inviato Qui per lnoon- trarlo ». «Tua madrt: è morta? •· « Se n"è andata vin :1. li dottore chiese. tranquillamente: « E \'UOI ben• a tuo padrt:7 Ecco. ,•rdl. che vuol dlre es.-rert abituali a fare delle domande. Sem• p~ delle domande :1. Succhiando li <'ucchlalno, Il rag111.roalz~ gli occhi ve~o Il suo Interlocutore e lo .scruto 11ccurfttameJ'lte.« Non me ne Importa nulla :1. risl)OS'!.Prese un"altra cucchll\lata di gelato e lanciò un·a1tra occhlatL e E non IO do,·e si tro\ 1 1•· « VI siete .15lllarrltl?- chlc.11e Il dottore - Venez.11\non e facile da glrANI per de~ll strl\nlerl. Dovrrstl 1ornarc a!l'f\JbcrJ:"o.Tuo J)Rdre starà In pena. Starà n.spettandot! ll! •· Era come una prome&•n e Sl • dWC il bambino, e s"alzò. Ili Ma la prcmCS6A non fu mantc-nuta. Soo p11drenon era \'Cnuto. L'Impiegalo che sta,·a al bnncone all"ingr-esso gll dl$S C: e Abbiamo dovu10 cambiarla di stanzi\. Le rendere.mo unA.stanza a due letti quando a rrh·erl\ suo padre :1. .Accompagnò Il manu.o alra.scenM>– " e mentr• ! 11nllmno ten1ò di confortarlo. « LI\ pollz.la sta ctrcando di rintrncclnrc sua zla. J lnnno 1 c1ei:-rnfnto n Parigi alla sure– tl>•· Ma In r!'allà n')n ern suo padre ene 1wrehhero do\'uto tentar di t rovare'! LR nuova stnntn ern n. :1.en ~ p lccoln con del mobl!I pesanti di vecchln fogg ia. Alcuni ope– rnl si dcntlcln,•ano su un"impnlcntura fuori dell11 fmc.strn Imbiancando la rncclnta del– J'albcri;ro per la pro.y:lma stagione. La fine• ~tra non da,·n sul canale e non passa,•nno più vaport:ltl a rioordnf'RII <'hc ,uo padre non cm a tordo. Per un poco ,;tette a s::uar– dare gli operai - non avt'vn Altro dn !f\rc trnm:e che rlleg1;:-t're li ttlomn!e che !lnpem glft qua& a mc-moria Quando ro\"l~lò ne:lln vallgettl\. ch:i qualcuno n,·e,•a rlfnttn per lui. s'accorse che non a\'e\'a più nranche quel rl!uglo - Il giornale era sp11rlto. SI di• Vt'rtl per un poco ad nprirc gli sportclll del• l"amtndl:, e a tastare le pareti In cerca di ~::~rn%i~t0 ~l~re~e&~:;:10 ~l~.\~ll~~tcWol~~~ bllto. MR non venne a cnp0 di nulla. C'era una tnrgn nccnnt o nl cmnpn ncl:o vicino al Ictio su cui erano dlscan:i.te le pcM"Oneehe 11vrt''Jbero d0\'\110 rispondere nd uni\ ch·a. matn. un uomo che trnsctnava un bnule. uni\ cnmeriera con la scopa. un cnmrrlt're con un "auolo. La mano di RoRer esitò per un mome:nto sul tre bottoni. Poi l\ndò nel b11imo.rlanpl la \'ASCI\ e cercò di oostrufre :! ,~;R ~:'a' ~~~;t•,:c~~~e d~~·•\io~~ A&rebbe pot1:to toCende~ In unn botte m-,,-,-. rMJòla n,-J blcohlett" per lav11rsl t denti. Il ~luooo mn lo dh-ertl\'a mollo però e ouan– do Il pavimento fu completamente alh'urato sml.11e.In rondo non nve\'R neanche deslde• ~;g~. 1 f~~=~ot1~~ 'fcr:;:rese'nP~~dt~it~~m1~ sa. QuA.ndo !u nella stan,a da letto pcn.ffl di 0111"nnU'.1.nre una (rara trn In cameriera, Il fRC<'hlnoed Il camerlert. Contò tutti I suol ioidi e \'lsto che aveva esattamente ctnque– ce.nto lire 11COmml!e con Ile steno cinque 11 uno che Il cameriere a,•rebbe ,·tnto. Ml~ IB l!Ullpostn. - una carta da. cento - t,0UOun portaoenere e con glustlda scrupol<M!au~ la palma dellB mano per premere tutti e tre 1 botlonl simultaneamente. Non fu fortuna 10. La cameriern td Il fac– chino arrfra,ooo Insieme. Dal loro modi era chiaro che r:on apprezzarono 111 sun Eplega– ,.!one c:i<M!l dir& loro che a,·eva suonato pe:r 1b11.11"llo, ti farrhlno EC ne An dò subilo fa• etndo chlArame.nte capire che dett:1.ta ,·n I bambini: In rai;raua Indugiò a1 Tctt11osam en1" finché un sottile filo d"ncqua emel"l\CdR 110t– to li\ ,porta del bagno. Roger U\'C\'f\dlrnen• tlcato di chiudere Il n:blnetto. Per fortuna 111donna non parla,•R lngle. llC,ma Il ch la~o che fece nel racco;llere l 'aCQ:ua.con uno 1}ln":cl~~:gr~r;~e !:t,J1 ~~~~à~ ~~ 1 C ~~ ~~~: derle (oome nvcva pensnto di fnre> di rltro. ,•nrglJ Il 11110 glomallno e della carta da Jet.• tcre. Non a, rcbbe 1111.puto do,·e bB.l.tere la testa se non avwc tiovato In fondo ad un cassetto delln scrl\•anla. un ca.wtto tanto nascosto da potersi quasi cla ssrncare un ti– retto !egreto. un PttZCtto di ges.so bianco. Con Questo pott tmcclare mii pa,•lme nto un ct!oco di cricket.. In un gran cerchk> segno una quantltA di numeri e penalltA. Non gli rlruane,•a che &<'CA:llere IRsua SQuadra e get• tare !I ge&..r.o dentro Il cerchio. Il pun~210 &Rrebbest.3to dato dal punto In cui sarebbe caduto Il ge!I.W.Si nominò capitano di una ~uadra. Lruu!lò Il ge&.."O. La sua SQUadra fece 110. rh~Y:'~~ s\1~~•f,tòca~ ~:~f 1 ~!~~a ddufedt~~ e comlnc~ piangere: era stato ripre&>dRl. 111. solitudine e dalla paur11 mentre tenta,•a di scrivere Il nome di ,mo padre quale CRPI· tRno della Ee:condftSQUadra Prima o poi IR polizia a,•ret'ibc rlntracclato la da Il\ Quale &'l.rtbbe ,·enutn n rlprender!o - e tornerebbe ad a,·vlluppl\rlo In un mondo femminile. Per la prima volta Ili rue conto che desiderava vedere Il b11bbo.Non 11entlbattere due colpi n!rurelo e s·11coone di Dt'tl essere più tolo roltftnto quanCio vide due piedi al ~ntro del cricket. « Sah-e :1 di.Me una l'OCe. Il bambino 11lz.òIl vk,o e vide un cameriere. Costui ,cm– bra,•a A-rrh•nredi lontano attraverro un ,·e. lo di ploggtn. A,·e,•a una brutta taccia alle– gra e llera con un g~ nnso ad uncino. Lo si .llftrebbe detto un marinAlo piuttosto che un domeatlco. e Sah•e - disse di nuo\·o Il cameriere - sci tu Il pkclno :1 (l\dopcrava delle paro:e Insolite). Il raga,.10 non rlspooe una .slllaba. SegultA?a a ~!Angere; non c'era più ragione di na.."'COndert: le sue :agrime. « Beh. dl qualCO!la :1 diMe Il c&merlere con un tono che 11 anrebbe !adlmt'nte detto di dispetto. « HAI suonato. ,ero? Co!n deside• ravl? ». Nella su11 dlsgn \z.la Roger si sentiva tor– nato lndletr:> d 1 d ue a nni perciò rlsix>EC aln. ghlozzando: • Mio padre :1. « Come posso tro,•utck>? - doman.dò l'Al· tro. - Se ne deve occupare la polliia. N o?•· « Non lo tro, 1 eranno mai•· disse il bam– bino. L'Uomo s'aceoccolò 11.ccantoa Roger e sol. levando la coperta, .sbirciò IOUO Il letto. «Stil.mo &oli?». e SI :t. « Hnl gua~A.tO nell"nnnadlo? •· e S1 :1, rlllpose U bambino e Jmprovvlsa– mente sorrl.15e. e Bra,·o, bta,-o - dl.s&eIl cameriere - la• Ecla fare n mt. A cosa stavi gtocando? ». 11 A cricket•· « MB dove sono il bastone la palla e I p11.II?» . « P'u orl campo •· «Allora .. • Il bambino cominciò a spiegare. e li ca- :~rbaetJe\~ò ~1 ... :ie~.ll~a:~T./~ ~::, ~I~ glklr batter del campo :1. « SeJ sLa.to prigioniero? li. «Sl:t. e Anche Il commW:f\rlo di polizia•· « Ma non con me. Io ho combllltuto fino ~1 1 ·~::~·e. H~~r!'1~!'';~~~1c1u!lc~ngdr~fJì!..~ rono con me quando ml presero. pieno di · pallottole•· « Hnl molle clcntrit'I? :1. « No. Adetso I medici s:>no molto bravi. Ti ricuciono senta lasciare segni ». Gettò di m.'O,·o Il gesso. che cadde sulln Je:tte.raC. e Che cos11,•uol dire? ». « PunlOOnt. • ti cameriere buttò ,•In Il gesso con un gc• eto di noia. « Questo non è un vero cricket. Nel ,·ero crl,:l,,et, non ho mal n,•uto una pu• nlrlone. Avrei battuto la palla oltre Il con– fine•· « Fuori i;t:luoco!». Il bambino non pian• geva più. Non ern più rolo. Avcvn un .6Cnso enorme di flducln - e<'co qualcuno che po• tr,a dargli una ri,1)()8ta slncer11. «Trovcran. no mio pad1e? :1. e Ml staranno chiamando. Ho passeggiato per ques~o plnno tutto Il giorno. Io lo chia– mo plano degll usetBtl •• rlspose U carne• r1cre mentrt: con ali occhi sunb;a,·n .supph• care di non ripe •e:rc quclln Ciomanda. • Me ne debbo nnc.i.re • 1lpme .stdendo sul bordo del letto e netaff '1.nmdo I capelll del bam– bino. « Come ti chiami? :1. « Roger •· « to Robcrt<, SaMnl :1. «Tro,·ernnno mio pndrt;? :1. « C"è se:mpr<' speranr:11 :1. RlsJ)()!e li camc- ~iC:·e ~nt\~1~ 81~ ~! 1 1:!wc::~rcchc~r~I~: e qul non c·è nes.,uno che possa dirtele. Un uomo, uno &lrnnlcro. ~ sparito da Romn cir– ca una .settlmA .111\ fn. F a visto sul trt.no per Venezia, mn la pollr.ln di qua non è rius cita a rtntracclarlo. Non h an dato uoppo pc.oro aHa •cosa; era un prorugo Jugosta,·o. Ora scompare ar..che tuo padre. E" un bnitto Affare. E" una facce:nda ehe alla polizia sec– ca molto e qul\SI preferirebbe dim06trare che non l! accaduto qui. Ecco•· e Non capisco•· e Dicono che deve eucre sparito dal treno. Li ho sentiti con I miei orecchi, quando gli ho perlato da bere•· e Ma se m111\ telefonato». «I.oro altcmmno che non è .11tatolui a parlarti li. Dicendo qvetto Il cameriere ,;'alzò: « Chls• llAcome slall\nno .suonando. Senti. Ci vedla• mo nlle sel Stasern M>no libero. And~mo 11b~re qualcoaa Insieme. Le cose non ,•anno tanto male qu11ndo si hA. un nmlco :1. « Ti prego Rohcrto. Trova mio padre!_ :1. du~. f~n:-lf~e .~:n t!1rt! 1 :1 1~~~. 11 : 0 rr;c~~: to. E' una cosa raclllsslma •· f"nJ•itolo T,~rzo Roberto ordinò un altro vennouth per 16 e un secondo gelRto per Il bamb!no. « Se tu n,·c~I la (otogrnna !art:bbe molto più !nelle• disse. La folln sera'e rlcmph•a le stradine Intorno R Pil\UA S. Marco e li bambino !IMRVll attrnvc.rso la \'Ct.rina del carfl! J"andlrlvkm di Quelle facce che st muo- ,•e,•ano lente come petcl in un varo. e qual– che ,·olta rlma.t:e\•ano 605PC6C Il fuori, l'AC· ch!o lnoollato al ''Ctrl. « Prima di tutto blrognn. es.sere certi che sia Arrivai.o• « Mn ne son sicuro. M'hl\ telefonato. Te rho detto:.. « Blso.;i:na convincere la polizia però. Sol– tflnto Rllor!\ lnlz!eranno delle ricerche sul ECrlo. Per on, sostengono che non è stato lui I\ pllrlnrtl •. « Non potresti trovarlo senza di loro?•· e Beh, !on,e à Roberto può fare molte C06e e un g10rno ti racconterò Qualche mia an•entura. ma adeuo come ad CMO .piccino. preferirei che cl a!uta.r;se la pol! .t.la Dcn•rt:61.I ducrh•erml tuo pftdre. Fa tmta ch e ti ah seduto accanto Avrebbe I baffi?». « No. Non c:edo •· e E' alto?•· «SI No». 1 Da bravo. non può CMCrt:Lutte e due le cose•· Olt occhi del rRga,.zo si rlemplro110 di la– crime c ome s e Quel semplice scatto d'lmpa– tlenU\ ros.se stato una minaccia di diser– zione. « E" pil i alto di te. ! :1. e Om cl slamo. Dcv'e.." -SC.re un ~ pezzo di uomo se l! plu grosso di Robe rto :1. Con lmpro,•vl.Sasolennità Il bambino ttcla- mò: e Ec-oolo 11,•- Roberto si \'Ol tò di scatto: e Oo\"C? :1. « E' pa.,;...- .a.to da vanti alla ,·ctrlna :1. « Vuol fì<'h trr.a re? •. Ma sul VIEOdel bAm• bino la rl.."J)OSII\ era chiara: non cl pem;a,·a nf'l\nche. « Presto - disse Robtrto - l!ob– blamo rap,tlungerlo ». Orldò qualC061'1 ln Ili\• llano al c11merlerc. e si trascinò Il bimbo fuori dellR pc-rtn. « On che pRrlc? ». f\ ~l~nf1~'\~n ;u~: ~~~10~1:W~~:n:,m:~1~: « Nu. dftlraltrn :1. « Vedo eh~ hnl nncora di\ Imparare unn quantlti\ di cose. piccino•· disse Robe:rto. SI facevano strada fra !a rolli\. DlnnamJ ~d opnl calTè si fermavano per guardare dentro «N<'n :strwl mica sq;nando. vero?•· ch!C!;e ff' Roberto. «L'ho visto•· disse 11 r&i;'UZOcon stcu– retlA. e Come l'hai 00!105Cluto? L"hal guardato bene ln ff\ccla? •· • Non l"ho visto di faccln. Eccolo! Eccolo! ~~~r!~ina~a e!~ ~~t: 1 ,~~:s!~1ad~le~~1~ Domenica 22 novembre I953 Il ragauo IOO&IC la testa.. , Bene - dls&e Rob(rto. - Intanto per e.o. mlnc!are sappiamo chi cercare. E" mr,po. Zoppica di\ questo lato o dall'altro?». E Ro– berto. trovando un po' di l!J)llz.lolibero fra ls. roll11.Imito lo 7.0ppo. prima del piede de– stro. poi di quello sinistro. « Da quella pnrte. credo•· disse Il bimbo. g~c!~ 0 1t~~~l~r~J~ ~~~ !f1o~~~~~~J'c!i giù per li VII\ICdi ghlnll\ e E" un ferito di guerra?•– e Non lo t,0:t. e Non sai dove sia tua madre. non ul che faccia abbi!\ tuo padre. hai avuto una strana vita, piccino•· Ma di Questo non •· vrebbe mA-1potuto convincere Rofl:cr: non ca– stono stranC7Ze quando non &I P06!iOOO far con!rontl. Questa era stata l11.5'\la vita. ed e'l: 11Il\ vive va come poteva. Dopo un po' Ro– ger chic.se : « Hai un padre?•· « Cn.,plta . E che padre. Quand'era giovane pote\'n abbattere: un torello, 0061•- e E unn mndrc? :1. « Bellt,slma. Ho avuto dicci figli prima d.J aver la fortuna di mettermi al mondo•· Erftno r 1 tornatl I\I caltè. e al ta\'olo che a,•e,•ano lasciato era seduto l"uomo più plo– oo?o che Il bnmblno avesse mal visto: più basso di un palo di centimetri di lui con due occhietti tondi c:d aggTCMh1.Beveva un bicch iere di vino. ma dnvR l'impressione di ter.er qu~I calice In ml\no rolo per poterlo ECara ,·entart: In faccll\ a un n.v,·enario. Era chiaro ehe ce J'Bveva COI mondo dal mo– mento In cui tra nato. Appena vide Ro– berto gli dlr&e In Italiano: e Sei In ritardo. Sono molto occupato stase:rn :1. L'omino por– ta,·a un bcnetto da fllttorlno. e fissava li bnmblno corne ~ deslderne&e passarlo a n1 di spada: pnrcva ne nvcMCmisurata Il\ sta– tura e n,'eSEe pre:so quel due centimetri in più per un lm,ulto. «Questo è Il piccino». I due parlarono a lurut:o 1n Italiano. e U bambino colse solo Qual che poroln qua e Il\, ,11peclela parola • po \lr.la • riPt' IUta sp eY.O con veleno. Dopo• d!ch è R oberto dl5.se: e n presento O!or,rlo Lw:a. Ros::er. Vende t bli;rllettl del vnporett.D. Oli ho chieste se: riconti\ d"aveme venduto uno a un uomo 7.0PPo subito dopo l'arrivo del tre:no di Trieste•· "Se lo ricorda?•· e Dice che hn troppo dn fnre per rammen. tnrsl certi pnrtlcolnrl :1. Unll recrnte folo,t'mri!I. di Gr~nc uomo che ?.Opplca\'a. Aveva cominciato n ttndersl conto che non tutti p:1120ppl rran ~~l~:;p:~~:~;lt~~o d~·1!~t~n!u~f~1~i usci l'uomo quando Roberto l'afferrò per In /Jpalll\. « Come t'è venuto In mente di rncoontannl quella storll\7 • si· l11gnò Roberto, fiuando lo sdegnato cons!gllcre municipale che 1·a1. Jont11na,•n c'Rudlcando. « E' stato Il mado in cui cammlna,•11•· Roberto nf,-ò le mnnl, sdeanato: • P'r'a tut– te lt sclo ccheue che ho commesso la plll rran:1e è st11.ta quella di me:uennl con un r111;11,u.l no comr t e.•· mn subito dopo alTerrò ~~6he!:re. l'~~~r~·,r!n e~~ll~!~~~p~ pica come quelruomo? :1. e Sl •- e E perehè sei oosl segreto. col tuo amico . Roberto? Forse tuo padre ha una lunga bar. bR blnncn, forse è .sdentA.to. !orse è grAs.so; tnrtaglln? FoN'f' è un glgnnte, oppure un nano come Lu1.a? :1. : ~:~~~a~~dfuto~lu~~Ò 1 ;;1Trlre Il Com– ~~1?• fi~t!u;'131:eheaf 1 h,honu'iie~:~ vii ,wr.r visto tuo pndre, Il Commls.sarlo ne u– ri\ scccnto. Dovri\ inuovenl. ora. Dovrà met- ~:~no60~~~P:S~~ t 1 !!1\.no1n gt~~: 1 ~u~~~ucfr!: pl\.SSerAun bruLto Quarto d"ora •· ba1:b~~~ll~a,Jt~~ C:1!lfr~~a;-r:r~~! rei che rne&SC veramente visto! :1. n cameri ere e R oll:tr rtt.ornarono veno l°A.lberRQ In sllem.lo . Era notte fatta. I pic– cioni avevft no 11bbn ndonato la plaz.za . Pace– Vftfreddo e nessuno &edel'a al t&\"OIId el Plo– rlan. L"ora di andl\re a dormire ern passala da un pezzo. Il piccolo nano l'elenoso 11 a;i• t:wa nella fantasia del bimbo - nelle sto– rie che aHvl\ letto rcroe non a\'eva mal avuto simili nlleatl. Perché non era ti Com– mlssnrlo Ad nlutarlo? Quelruomo alto dal– rarla plgra che gli ll\'C\'11parlnto con tant.a ~~~~a?u~~n~ 1ofi~c:'°sc~;,~e ~~~13!~:;·1~~: IR !UR hlnE:"1\ bf\rcn balrnò RllR luce <lei to– nale e ir;pf\fldi nuN·o rome unR seme d"ac– qua. e Un n'.<Jmento, plcco:o •. tl.1.sseR.cberl'o. Il cameriere fece entrare li bimbo in una [rrftnde chlesu ,•uota e bula. Due ,·ecchle pre– gavano ad un altue laterale, e una figura cenci068 ,ta,•a di fronte 11.I croce:fiMO di quel. lo maggiore Roberto dilse. plano: e Anch~ te non si hl\ molta fede non fa male tenta• re li. Attra\·enarooo In chle,a e sJ ferrua– rono dlnanz.l n una 1ta1ua di Sant'Anton!o del Bambln Ge:sù. 11Santo tanto buono con le perso:ie che banno perduto le chiavi o illl Innamorato « Coraggio - disse Roberto - digli una prtghlerft. Chiedigli d"alutartl .,, tro\'arc tuo padre•· « Non sono un cnttolleo ». rt!pose Roi:er, atterrito da Quelle ombre. dn Quelr&rla w– prannaLurale e dall"oscuro maneggio delle vecchie lnto1no alle candele. un•t~~: 1 <tl~~;~.;. r!~n~~rt~I~ tutti a ritro,•u IR robA, perfino I tedc:scht. Avanti. promettigli un'olTerta •· Il ragazzo non &ape,•a che C06AfOMCun'olTerta, e sa– pe,·a che ncn stava bene chiedere. ma pen– sò che gli con,•cnlva ob\Jedlre. Ee Roberto pcnM\'A che ciò pote,·a ure.rgll utile. Pere!b .11ussurr6: «TI preftO, ir;ant"Anfonlo, tro,•aml mio padre ed io ti farò un"orfert.a •· Quando si \"Oltò Roberto era lparlto e la paura di essere stato abbA.ndonRlo lo prese di nUO\"O e gli fece cacciare le dita ln bocca con im gesto che non I\VC\'t\più fatto da quattro anni. Ad un tratto vide torn11r Roberto !I q;u11le era st11tn dlnnad a una 11tatua della Ma• rlre di Dio. Mentre usc!YAno di chiesa Il ca.. merlere prc-se per la mano Il bambino c.he i;t:11 domandò: e Hai pret;ato anche tu? ». « Non si può mili 11\pere :1. rispose Roberto oon un tono di cup11 ~ranr.a ~~rt!r1:;: rha~1:~r: ~: 0 l~:-! 1 1~ mano pili forte I bambini fanno parte d1 questo mondo: e non b18ogna menti.r;ll, p&r· ;i~"~~,:o,• ~l~c~~!~o perché lo .si wssa PARTE SECONDA Cu1,i•olo t•rlmo « Bbogna prendere le oot1ecome \"Cn;Gno. Magj?!ore Court >. dlue ti dottore. aa:ltando 11m agro b rtct'k> dtntro 111manica rimboc– cata. qua.si ,-olem Indicare le cose che a\C• \'&D Ointorn o. la atanz.a umide e 11enzaaria. le sedie .1a cucina, la ta,·ol& d"occaitone ocm
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