Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 32 - 9 agosto1953

i..!c,menica ~ agosto l95~ LA .f J 1.. ,, r. L .a:. f ·1 l'.." J\ J~ 1 n. Pag. 5 DA N AJE»OLI TRJE GIOVANI NARRATORI * Quando sf oor,à. tentare un rendk:onto della narra. tlva Halfana. di oue.tH ultf– ml dieci anni, Napoli oc– cuperl\ .tc.n:a dubbio un po.tto ,e non preminente certo &tngolare e impor– tante: non vogliam dire che come il Cr4to di Levi a Eboli, la no.ttra narrati• va ~I 1,:a Jvmata a NaJ)Oll, ma da Napol1, in 09nl ca- 10, .ton venuti fuori I ten– tatlr,I plil intc.reuanU e Jor,c. più r,ivl: Compa– gnone, Incoronato, Orte.te, Pri.tco c.Rea, per non par– lar df Bc.rnari c. Marotta d'una generazione più ar– retrata, co.ttltuLtcono una pattuglia già abbastanza folta e Indicativa. Oggi vi poniamo aggiungere. - .ton le ultime leve - Franco Cavallo, Piero Getul, Lan– franco Or.tlni, dei oualt la Fiera Letteraria pre.tenta In QUc..tlapagina un rac- conto. 1 Franco Cavallo è nato a Marano di Napolt e .ttudla lcllere: temperamento ln– QUfeto cd an cora In forma. :Ione, /or.te troppo proclt– vt alle &ugge&tioni di certa narrativa americana, da Sherwood Andc.r,on a Fitz– gcrald, rioela tuttavia 014 la propria peuonalità nei.. l'Indagine a ooUe 1pietata a colte amara dei rapporti umani. Piero Getul, laureato in leoge (è nato a Napoli nei 19ZB, è uno dei più noU esponenU della jeunes.se dorée locale: ma a l di là. del ruolo che /or.te è tneoi– tabilmentc. co. ttretto a re– citare pe.r la sua figura di e bel ragazzo,. cl sono In lui già una preparazione attenta e sicura e una se– rietà di propo.slU dei quall tl racconto presentato co– ,tllubct un felice risultato. -Lan/ranco Or.tfni ln.ttgna lettere tn un liceo di Na– poli, dove è nato nel J9Z6. Ila pronto un 1,olume di racconti, e L'Incrinatura•· E' probabilmente dc.I tre Il più maturo: per lo meno oueoll ch'è perr,enuto a ,t– ,ultatl piit dc.finiti e a me– glfo precisare la propria per.tonalltci di narratore at– tento, apparentemente dl- 1taccato e magari un po' freddo, ma pa,tecfpe delle· pa.t.tfon i dei &uof penonaggl e dell'Incertezza del nostro tempo con una singolare ed acuta penetrazione. In dcftnitlva tre tempe. ramentl diversf, trt diverse c. .tperlc.nu, ma oli\ tre con– cr eti e ge nuini risultati. lU. r. * ·pranzo alte tredici '* Racconto di LANFRANCO ORSINl La donna stava parlando e lei sapevn che alle dodici più Ironica ma spazientita ve- vicino leiaendo, trn meno di Uva commossa e al guardava anche allora con Il .suo tono e venti doveva arrivare da dendo che la signora si al- un mese sarebbero spenti, le dita, nonostante la cicatrl– dl sufficienza un po' Ironico, Roma Il diretto col profes- zava senza averle preso quan- pcmò Anna Stucler e provb ce era una bella mano la sua. Anna Stuoler se ne sentiva so1·c che avevano chiamato t,o un m omento p rima era un odio per quella donna che Anna Stucler aveva preso la sempre Irritata ma quella voi- per Il consulto: l'altro me· venuta a. cerca.re. - Potre- osava lea:a:ere Indifferente coppa di baccarat per la pan. ta non se acco rse nemmeno dico sarebbe venuto alle stl pure a spettare - le disse mentre la sua creatura mo- na e la portava in cucina. La. - col viso te.so arrondato nel• quindici e le pareva una In- e si sedè nuovamente davan- riva. cameriera le venne incontro la credenz a si preoccupava flnltà flno allora, s i consolb tt al boule, fl'Uiò con le ma· _ Potrebbe asciugargli le nel corridoio e le annunziò del pranzo che doveva lm- nel pensiero che Il profes.so - nl tebor1U mettendo In dlsor· guance _ redaraull l'Jnter· che era flnlto l'aceto, chle– b&ndlre alle tredici. Un vero re avrebbe visitato subito Il dine Il contenuto. grOISIpac- mlero e poi disse subito: scusi, deva di scendere per un lstan. disordine, constatava con flgllo ma certamente aveva chi, angolosi Involti In glor- rttletW: che ad Inasprirla te, l'avrebbe comprato al ne– amareua atrannandosl per u. preterito vlantare con l'au- nalt un po' rotti e legati con avrebbe danneggiato soltanto 8'ot.loalù all'angolo ma la si– liberare un piatto di vetro tomobile, In questo ca.so ruJ- spaaht di vario colore. - ere. suo flallo e lui piangeva cosi Gnora doveva badare In cuci– da certe tazzine spalate sotto sclvano lntondaU tut.t.l quel do sia questo. le pare? - dis. giorno e notte se non donnl- na.. Anna St.uoler si preocc:u– le quali si era nasco.sto nnora, suol calcoll circa l'orario. I se Rosaria Indicandone uno va, era un lamento lncosclen. pava del professore, che non e come poi tutto s'era coperto preparat.lvl del pranzo l'ave- da cul usciva un tridente di te, senza più lacrime. L'Inter- avesse e venJre mentre accu– dl polvere sebbene chiuso Il vano quasi distratta dal suo !orchetta,; J)OSarono Il pacco m.Jerasi affannava appunto a diva da sola al fornelli e non dentro. dolore per Aldo a dall'ansle- i.ulla coperta e lo aprirono: spiegarle che non por.cva far si era ancora vestita <- non _ Per l'antipasto - spiegò tà del consulto In cui si rl- non avevano dunque sbaalla• nulla· a quel pianto e preve- ricordano a tempo mal nten– all& cameriera e dall'espresslo- fualava pur sempre la aua to. Anna Stucler contò le po. ulva la sua domanda mo- te -, aveva ragione Marcel– ne sospesa ch'ellft mostrava si speranza nonostante da lunao aate e le con.segnò quindi a strando Il bicchiere da cui la a non poter tollerare la ricordò delle posate d'argento tempo aveMC chiarito a sè Rosaria. corse via perché: udi- ali aveva Imboccato la medi- servitù>, accoraendosl che la richieste. Pazientasse un mo- stessa che non esisteva più va Il lamento di Aldo dalla elna. era u la siringa bolli- sua veste da camera aveva mento, le dl.s5e, e si passò scampo oramai - era stato altra camera, doveva essere ta con II batuffolo di ovatta una tasca scucita gridò a Ro· una mano sul volto a rtflet- atroce da qualche mese Il de- qua.si un grido perché: le ancora freddo d1spirito per la aaria che doveva sbrigarsi in tere, si diresse verso la atan- st.ino per quel raaaizo che atunge sse fln Il. La dor.,a se. Iniezione ch'era state. ratta un atUmo, se Il professore za da letto arrestandosi quln- lei riaenUva più che mal 11uogulva con 11 piatto di vetro alle dodici. Anna Stucler arrivasse rii avrebbe fatto di alla soglia e poiché:la don- carnalmente da quando aveva e con le posate, passando In guardava le sembianze del n- apri1-e dall'Infermiera. PINO STAMPINI: Fliura (dls.) na era rimasta ad attendere capito di perderlo; I prepa- sala da pranzo Anna Stucler allo come scomparse già In lui In cuclnft si mise a pian- ---------------------------– ferma le soggiunse che la se. ratlvt l'avevano quasi dlstnt• le raccomandò di apparec- e non pensava più al pranzo. aere lmprovvtsamente, era co. &ulase. Poteva ftdarsl di lei. la ed era un pranzo norma• chiare con la tovaalla di le pareva solo lmJ)OS61blle che me se un crollo fosse avvenu- nella ,tanza in sllenzlo e sedè plto, Anna Stucler reaaeva sptea:ato a Junio animandosi meditava, e se aveva riposto le per cui scealleva le mas- Fiandra più grande ed Il cam· egli mort.sse, dovevan? esser• to dentro di lei. Reaolb le sul bordo del letto, auardava sul braccio Il lenzuolo e non ed Anna lnalsteva adesso: - l'araento con gli altri valori aerlzle ma Il pensiero delle panello suonò, non poteva an- si tutti sbagliati cd II turno· flammelle del gu e cominciò le spalle di lei che lo scollo osava più muoversi; non Lo salvi - polchè aveva In· era solo a causa delle Inter- infermiere l'aveva condotta cora trattarsi del professore, re era certo benigno e si po. a disporre la acciuihe per lo non appuntato lasciava In avrebbe voluto svegliarlo ma tulto dall'espressione che non mlere che si davano Il tur- di nuovo alla conoscenu bcnsl di Erne,ito con la bot- teva quindi operare: quel suo antipasto, poi s'Interruppe parte scoperte svelandole lm- sul risvolto scorgeva una c"era iptrania, l\tssuna. IO no mattina e sera: qualcosa brutale slcchè volle andare tlalla di panna, lo avevn pre- ragazzo aveva sempre goduto perchè dalla tasca scucita provvlse curve paUt-e. Essa macchia rossa.stra, doveva es. sapeva ili. prima, da sem. si era trovato a mancare al dal flallo per controllare se gato di andarla a comprare di una salute Invidiabile ed U5Clva un trlana:olo di car- lo vide e sorrise. stava per dlr- sere stata la medicina Ieri pre e tuttavia ripeteva ade&· principio e aveva ritenut o op- avessero dato le medicine co- lui stesso POiche Rosaria non era un assurdo che .se ne an- ta glalllna. 11 telearamma con ali che si cambiasse Il col- sera e ce n'era un'altra di la- so: - Lo salvl. - Vogliamo portuno sopprimere le t.en • me prescritto. quanto più di• avéva temPO per quella mat- das.seproprio ora dopo la lau- cul 11 professore aveva fls- letto ma hll fl.Ssava asseote to, più piccola ma ben vi.si · vedere Il malllto - ea:11dls– taztonl . sperava del ri.sultato si acca- Una. rta per cui aveva riportato la sato per quel giorno II suo nel vuoto e con le mani tor- bile anch'esn. Aldo ap ri ali ..se, e lo Introdussero In ca- - Sarà a minuti per nlva nella .scrupoioslt.l delle Nella penombra del letto lode e la pubblicazione della arrivo. Anna Stucler lo lesse mentava I risvolti della co- occhi e riprese a aemere tor- mera subito, una treplda.zlo– alunaere - disse tra sè sot- cure . Aldo planaeva come un bam· sua tesi, sarebbe diventato un di nuovo e piangeva, avrebbe perta di seta, pensandolo vi- te J'lntermlera udl che bi- ne aveva preso Anna ed Il ma· tovoce e auardò l'orolorilo, le - Il servizio d'artt!nto, ml bino ed aveva gli occhi an- medico Illustre anche lui e POtuto recitarlo a memoria vace ed attivo coin'era sem- &einava cambiare n leruuolo rito C'era odore di spirito dodici e un quarto tra poco scual - chiese la donna non nebblall, l'infermiera sedeva non poteva dunque morire. oramai, lo ripose curando di pre Anna St.ucler provò una e operarono entrambe In si- neu& penombra e Aldo sem. Erneato si aff'acclò alla so non macchiarlo e st chiese se pena bruciante e le si empi· lenzlo mentre Il malato pian- brava 'di nuovo usoplto· l'ln e-Ilae le dLo:..se ch'era desidera~ 11 loro med!,;:o sarebbe ve-- rono ali occhi di lacrime. 81 geva 'con un ritmo molle e rermlera salutò Il proressorè ta In cucina, aveva compra- nuto puntuale per l1 con.sul- era seduta allo specchio e rav- afl'annoso, Aldo a:rldò ed An• che le rivolse qualche doman• to la panna e l'Infermiera to, ali avevano detto alle qutn. vlava i capeUJ un pò arial. na lnvocb l'arrivo del profes- da, parlarono brevemente tra auardò Anna St.ucler ed Il dici ~a bi.sognava anticipar- avevano riflessi di argento al. sore, non sapeva neppure, loro. Anna :,ensava eh.e era marito con una espressione ili I orario, aveva pberometasso, la luce e U marlto vedeva U sperava ma desiderava che n una crudeltà sve1llarlo, se al. stupita, poi si ricordò del con- comunque, che sareb s. to volto ora Intento che nel cri- professore arrivasse. si era- meno nel sonno trovava una sulto ma le rimaneva sem• preciso. Disponeva In beli or- sta110 acqulSlava come una no tutti sbagliati e suo fta'llo pausa al sotrrtre, ma se 11 pro– pre lnspleg:ablle quella preoc- ~m.~ l~efc;t~f~e(Ull v:~c~: !1$~~~e~!~~le seu:fam~llect~ non poteva certo morire. fessore sperava non avrebbe cupulone della signora per- aveva estratto dalla credenza come a cercare qualcosa e L'autista apri lo sportello e certo lndualato per visitarlo. chè rlll5Cl.sse un bel pranzo. PoC'anzl e plana:eva. suo fl. pol si chiudevano dietro la pensò che ili sarebbe toccato Non lo svegUamo per ora. sa- ELIO MAllCUCCJ: Rapuo: (dli,) ~~o Ufe r~:~on~~igtl: ~~~! :~001::r: r~rs!et:a =~~Il~~ ~:~:· s~Ì:~bl~ '::~~- <fiP~c:,- ::m~~~dd:;;~ 1t1~:c,~~e o~t ~:~l:~~: =. e:~~l~:w~ no - diceva ad Aldo mentre un mese sarebbe morto, non Anna Btucle r si a bbottonav& scese dall'automoblle e s'ln- attendere prima 11 colle1a. - tentava frenarau la testa con le Importava nulla del pran- lo scollo aiù 1.ra le scapole e formo dal portiere a che pia- Possiamo allora pranure - la sinistra eh~ gli premeva zo e del profesEOreche stava lui si alzb a d aiu tarla, rlllet.- no dovesse salire e se non cl ella disse. ~ In lei tu come aopra la fronte, peccato quel· per arrivare da Roma. ma di- teva come la moa:lte si con· rosse ascensore. Incammlnan· la notte, d un i.ratto. una la cicatrice sull Indice altri- sponeva In bell'ordtne I 50 t- aervava nobile sempre nella dosi per le scale _ blsoana- flamma di sangue e POIbuio, !~~~t~ae~r~~:a)~~~n ~r~i ;I~ ~~clVd! ri~:uc~~a~ 1 ~=~~ ~~:~s=aer~e~1~~lt;tea ~urt ::ce~~~t:rr: g~:t~~~~e ~1!~ ~~l~tas~~v:1!\~:n6~r~~:: dotto cosi non avrebbe certo auatclU, quello superiore si vart di cosi fermo dominio,_ mine! - ricordò un'lnseana panello due volte e ordinò di pensato di offrire un pranzo l'iarebbedovuto cambiare e suo E' tutt<>In ordine vedi _ el• pubblicitaria che aveva visto servire. anche se un medico fosse ve- marito aveva la camicia di la disse tndlc and'oau Ja aala sull'autostrada, una ragazza Anna Stucler sedeva di nuto apposta dall'altra parte Ieri.. Il piatto di vetro con lo da prallzo In atte.sa ed ea:11 In costume da baano succinto fronte al marito. manctava- ~:~e:;i~n!~i ~a~t!1~pe:~~t!~ =~t!f8t~~n~f1~=n~l~raec~o;; :~~~~~a~atit~~{~~~~f1~ti;, !1a 60 ;;~~· s 1 1!:C~ ee:~ :: ~~{~~:b~~~a!~en:;~~d~ Guardava la cicatrice dcli In. li brodo sbordasse, lo achlu- e POI Quella barba. mio Dio avuto l'età di auo ftallo non epi.sodl della sua e fatlcoga > dice e ricordava quando II mò col copplno e l'orologio -. Anna Stucler non aveva si SArebbe la.sciato srugglre carriera e caal dlfflcill che soldato l'aveva morsa nello del duomo batteva le dodici saputo più contenersi ma nel nessuna occasione per diver- In e6Sa aveva afl'rontato - spasimo dell'operazione. 11 e trenta. Il protea.aore sareb- suo cuore non le Un.portava tirsi. Anna Stucler plaOJ"eva Un ottimo pranzo, si sonOco· alomo aeauente era morto, et be arrivato a momenti e Ro• di niente oramai, solo che al e non le Importava più niente a.i Incomodali - dloeva di vedeva ancora 11 segno del sarla non &i decideva a tor- letto del nruo venissf! cam- del pranzo ma corse in cuci- tanto In tanto rivolto ad An– duecaninl sul dito. altrimenti nare. SI doveva ancora vost\. blato Il lenzuolo, quello di te. na perchè Il portiere aveva na che sorvegliava con ali oc– era una bella mano la aua: re <l'abito nero, sicuro. era la d'Olanda occorreva, col avvertito che Il professore sta- chi Rosaria perchè si svolges– qucgll anni di campo che vita. come rosse alà In lutto), rl- punto a giorno a due flle. va salendo le scale, constata- se perfettamente orni cosa._ 11commendatore sedette pres- prese a piangere forte e pen- C'era ,mcora odore di epl- va se rosse In ordine tulto e Uno splendido pranzo sicuro 5o la finestra e spiegò .U glor· sava ohe avrebbe scelto per rito e le Imposte socchiuse Ro3arla si appuntava Il arem. _ rlpetè Il professore è si ac. nale. lei pure sedette e se non Aldo un lenzuolo di tela di per la penomb1-a. Aldo pian- blule aprendo la porta In at-- corseva anche Anna che la co– avease conosciuto l'angoscia Olanda col punto a alomo a geva come un bambino. l'ln- tesa. Il professore ostentava !azione era riuscita tnappun– da cui la stanora era Invasa due flle, avrebbe dovuto prov. rermlera auardò Anna Stucler l'arranno tra qualche sorriso tablle In tutto non le Impor– nell'animo avrebbe biasimato vedervi prima e correva ora e ammirandone la stanorlll- di rassegnazione bonaria, fu tava più niente e avrebbe vo. aspramente tra sè quel suo Il rischio che 11 prof~ré tà nella veste semplice ed au- accompagnato in salotto e ll Juto iridare. Le partva di co– preoccuparsl del pranzo. ora trovuse il letto aualclto. Ro• stera non voleva più bla.sl• commendatore Ernesto lo ac. mlnclare a morire anche lei capiva che nel croUare di aarla tornò con l'aceto e lei marne l'Impegno che andava colse con una commossa effu- poiché: Aldo era condannato ogni speranza l'unica cosa che andò aublto dentro. si fermò ponendo nel pranzo. Era ades- s!one. strlnaendogll forte la senta più scampo; avrebbe vo. g~~ll'~app~ra::,ra d~~~~~~ ~~!~r:u1:i1!'v~l:~~i ~a~:o~;~l~~i:• s~i~a~ ::~o~ trap::r~~~ ~-r:c~l~Ò :~ f~ti~i: 1~f.:1a~'"t"a;:~; fi8 d~f::en~~• !(~~:ai;:;!~ ~: ~~:::;I ~ton:;:i"~a P~~~~n:~ ~n{:_-<>~~~~~n;lvv~~;urnec~: e:::~~ c~~~~a~:~a 1 :11~~~ :::I~ °i!~a ~i:~f~~1cl- me a un appiglio fino a quel c·erano li di cristallo e Ro- tava .all'lntermlera appariva l'ammarato e a11davaannotan. nava a Jet cJ.,. la parina ed ~ranntoP1:~~o :irirec:,~~:~:a~~ ~~r1:01~~nln~~s:i;~e~~u~~ ~tr~t~:'à'i~rri°o" ~ nb~:: ~~ ~!~~~te~~~~~!: s~~e~vs::a taf; Indicò Il profesgore. - v'era• re aveva pooato n giornale suJ- va ragione Marc~lla di non I lineamenti del volto alleo- radtog-rafle e si faceva scuro ~i~te ~~,!~ti 0~ e~?~~ t:J~~~i;:a av~:a t~~t;> I~~~ to~e;:r!nl:a se;t~~~r lndosaa• ~~~\ ~ ~~for!. 1t, c:~1~t!o~: ~~- v~:l~orl~~~8d ;;/~f~: Più' ~ parole e avrebbe voluto era certa), piangeva In sllen- va l'abito nero come rosse qualche momento taceva e quenza. a.utomatlca. "rldart. zio aulla POitrona e lcl si sen- ah\ l.n lutto, Il marito entrò sembrava ad un tratto asso- Annn e il marito avevano --· LANFRANCOORSINI UOMO E DONN Gatto bia1~00 ib 1ot ca Gino Bianco

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