Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 32 - 9 agosto1953
Domenica 9 agosto 1953 su'rrezione. paS!lona:.O delusioni e . La domenica. giorno di vacanza. era attesa con ansia da tutti gli i:colarl. eccetto una bambina. alla quale non recava altuna gioia. Grazia. che pt:re avrebbe \'0luto ri– manere In paese a d1vai:tarsl, dove;·a andare in campa– gna a badare la capra: e la ~rK. al ritorno. a,·e,•a ttp– pe.na Il tempo di vedere le compt.gne. udire il raccon– to del loro giochi e rodersi. Avevu soppllcato, pian~o. persino rllfotato Il latte, una mattina, per non essere 1n <,bbllgo di governare la betla: une vicina. lDOS60a conipassone, le era, venuta In aiu<O. S05tenendo le iue ragioni: non aveva ottenuto altre che bus.,e. Poi e.veva provai.o a meuere In opere. gli artifici. UnP. voltn. stando In meu.o al campo. all'hnprovvtso. si ml!"ea gr!dRre e Invocare soccorso: e alla gente rhe R<'• corrt:va raceont.ò tutta tremante di aver veduto del '"~!– fl rlmpattatl dietro gli alberi, I quali aspettavano il momento !avore\•ole per rubarle ia capra. 011 uom!ni. armati di accette e di ronwle. cercarono per ~Utl->. ma del ladri nessuna trncclR. Allora le donne r-o:isl– gllarono la bambina di andare subito a casa: e sicco– me questa p\A.ngeva e temeva d'Incontrare I ladri 11~r ,·Ja. una cli e.s:sesi offri di accompagnarla e fare le r!• moHranzt ·alla ma1re. Ma 111 madre non credet'..e riUe !rottole de!IR ,bamblr.a: e Orazia scnmò le bus.,;c. soik• mente perchè la capra era sazia e lei aveva RVUtol'aceor., te?.za. d! portare ·un !ast-etlo d'erbn. Un'llltra voll~1 .!-1 buttò tn una !>Oµa e tornò a CMa tutta frlldlcla e smo– tfltn. plf1ngendo: dl&.;e alla madre che la caprJI. pareva Impazzata. e non le riusciva più dl reggerla. La ht>~tl>t. arrlvatn poco prima di lei. era ferma dnvantl al!'UfC!(' d1 cFHiae Mveva della broda In lltla peutola: di -t1a\.to In lrRtto nlzava li muu .. e guardav:1 hl bru.nblna. lnam– E8pf,·ole delle colpe che quella le attribuiva. - M1r>1t~ la - diceva la madre - Si !)Otrcbbe trovare ur.a be.– &Ua più 'mansuci.a? - E con uno scu!acclone mandò i1t figliR 9. cflmblaNil. Graz:& era d!speratn. Tutte le compagne credevan'1 frollesue b11gle.c! crede,•a qualche volta anche la ma.e– stra ... PerC'h~ non credeva sua madre? Non c·ern _.nn– que modo dl Uberar.sl da, quella besUaccla cornuta? Quel. la tortura sarebbe durata tutta :a vltai' E abba.tt11:.'\. piangendo a calde lacrime. n!!llo sttsEo at.teggiam-~·vo in cui aveva visto più volt.e sui\ madre, levò gli occhi ad un·JmmAglne i.aera attaccati\ a: muro e la im!N.1r.J che facesse crepare quella beatiaccla che le !ac:eva dan• nare l'anima. Sentl subito Il bltogno di scù.Sll.FI della Gr&ZiRche chiedeva. - Ad un'altra be&1,laoon :;es,titre– rel del male: il gattino lo lascio dormire nel mlo letto, e se 10 battono. piango - disse. - Ma quelhl n. che Eerve? A fare quellll materia che si manda giù contro &tomaco ... E mangia. mangia, mangi.a. c oon si Mzia mal. - E mandò tanti accidenti alla povera capra, che se LA FIERA LETTERARIA La e.apra di FORTUNATO SEMJJ'v.ARA si !OMe:o potuti mut&re in tafani. a lettal""c!~ :1dd06W. l'avr;!~fu t}:f :,~~~ !ftln~;aggrnmento e non ,·e• dencto seguire l'effetto sperato alin sua preghlern. rl• cominciò a stillarsi Il cervello. Una iera di sabuto &I apri con un·r,.mlca. - Come tbrtgarmi di quella besLlaccia? - Je r.hi -:– sc - Sono ttlsperat.a. L'amica si fece ierla, parve rl !iette.re un momtnto: poi prese un<• spillo. che a,·e\ 1 a ti.;>puntato Al peL' >. e gllelò porst. • - Bucale gli occhi - le disse - Quando sarà dlve:1- tata cicca. non potrH plu manipare e dovrà morire. Grazia accettò Il consiglio e prorr:iae di mtandarlo ad effetto Il giorno dopo. Que)Ja sera. per la prima vo~ta. 1:911 -'rimpianse la vacante. slcura che presto 1:arebbc leveto l'OSlftC(_lO e 'potrebbe goder.sei a 1tnche lei Append . si mise a letto e si addormentò. La rna!t.lna Orazia Fi alza piano. e non vista da alcuno scer!.de nella stanza terrena. La capra è sdraia. ta a tern, e rumina t-ranqutlln: ar;>ena la scorge. si al• ta e voi~<' Il capo. - Le porto l'erba. crede - ;,en~ Oraz!a, iogaht– gnando. s·acC06ta. tenendo lo spll;c.. stretto fra le dita: la bestia la ~uaràa scnw wspettc. e quando è vicina. mira all'orchio destro ... Ma la capra abbassa la te&ta. da una zucc.,~a· nel ventre e 18.!"Oilcvasulle corna. E scappa fuori.' Corri per le strade del paese, tra la mera• vlglln e k, sbigottimento di tutti. e nes&uno ha Il "'l- 1agglo di affrontarla. Oraz!a vorrebbe gridare. ma la ,·o• cc le i;tmane roffocHta neila gola: -.::aspettando che qu11l• cuno accorra In suo aiuto, al tiene forte aggrappaU. ~ns~~':!~nJ ~~(;~~ ~rioc8f:1~~ ~{ie~nc~~c:r~·ll~"f: mano. o "' tr1'colla.. lindi e rHvvlHti. i maschi si fermano a suardRrla e s,rhlgnazzano. l?\\'ece le bambine si ro• prono gll occhi con le mlllll e Jct.ppano via. Perchè-? ' Intanto che Oratia cerca d'l.nC:ovluare la ragione di ciò c-he :tccade Intorno a sé. sente l{rldurc: e Eh. Il mappa– mondo! Et-. Il mappamondo! ~"'h! Eh:». SI ,·olta• e ,·e• t: ~~= ~~~1icf! 1 :ru:~ 1 1~~: l~~~~d~losc!~e:rio p:::?~ che I ragazz.! a scuola chiamano ,e U mappamondo, -Sl =~~'\ R~~<;~~e ru:1° vi!:, ;:~e d~~~~r:ill v6r:>:Ja s;:~: !ondRrsl :-,t"lla terra. « Mamma mJa. ml pento; non lo !a1ò plù ... VI ubbidiro sempre. An(!1ò a badare In cam• pagna. la bazlcrò !;!'erba, non la batterò. Non lo !arò p 1 ù, r:on lo fllrò pJù. lo giuro. Perdono' <SOno le parole. che ha dette o.Ila mamma una ,·olta che questa. perEa la pazltnUl. l'ha picchiata a do,·ere) In tanto la capra è lngrandh ..a, è diventata alta. quanto un asir.o a va avanti a. passi lenti. come ln una pr()('ess.!one· e dietro I rftfl'azzl che berciano. fiEchlano e strepltano. Al passagg.!o dello st.rnnc r.orteo la gente si fermano !', guardare e ridono. - Mamma mia! - sospira Orazia - Fate,ce~are ou~ta vergogna. o che ùn fulmln~ m·fncenerisca! - E lo whlamazzo cresce. SI soorge la 6':uola di lontano. Un brivido le corre per tutto Il corpo. pra la maest-ra ~ ne accorgerà e la punirà: dleel l)teçpate nel palmo della mano. La capra si ferma proprio davanti alla scuoln. Vede ui:r.lrt la mae~tra rldùamattl :lu quel frastuono. si ferma Aulla aoalia e_ gm1rda con viso accigliato. po! fissa Jtll ()('Chisu lei. Tutti tacd0n" a un tratto. Le pl\!'C di rentlrlf' dire: e Pnra la mano,)I. lnYece 11' maestra tcende neiJa tifrada. si avvlcint\., e senza proferire una parola. la battè sul e mapp\lniond:; ,. Scoppia un tuon,1 d1 rii=a. Grazi·, accetta il castigo con r8$SCgnazlone. con. \'Inta che P meritato; Il bruciore li\ fa spasimare. ma nemmeno un lamento eEce dalla ~.ia hocca. Ricevuta la ultima steccata. crede che le sue sofferente siano ter– mlnKte. S'lngimnR.. All'lmpro\'\'ISO, la capra rcuote la testh.. si solleva 1.ulle zamoe. mettendo un belato ac11- tl... slmo. e si slancia In corsa: corre, corre verso Il tor• rente. la but~erl\ nel torrente? On,zla vede con terrore uvvlc!car.:51 11 preclplt.lo : non c·P u=ù dubb!o la butu-rà .. Cacciò un grido e si destò. SI levò a sedere sul letto e g!rò RII occhi Intorno per la stanza: tra giorno. la lu• ce entrava oer lo 8Curo aperto: e le csmpRne suonavano n festa. U~I li\ voce della madre ntlla stanze. terrena. - '1razla. levRtl, su. che è tardi. - Quelle parole. n– chl.G.mando1e nlla mente la Clllflone della sua 11mflr.-•.111. fecero traboccare l'~ngoscla dal suo cuore. e scoppiò In plfmto. Poi oomlnclo a .vesllrsl lcnlamcnte. t.osolranc!o: e se ~1 ricordò (1eJ co1,sig!lo de!J'a,.,tC'a. fu per dire a sè steMA che non l'avrebbe mal ,.-lfU!to. FORTUNATO SEl\ONARA I 1. I I 1- Pag. 3 SI!UO~"ETTA BARDI: Fl1ura Per quanto tempo rimarrà In e Implacabile, cl riporta al suo l?OI l'ultima sua voce, il filo duro suggerimento: essere ::o– delJa voce caldo delle sue vi- me Lui ci ha valuU, salvare I scere e delle sue menzogne d_lg:ornl dell'obbedienza, e33.ltan– donna? Come pott"emo srad:· do contro le avversità la nostra cario ,dalla nostra memor:a sostanza ar:gel!ca_. Chi potreb. mentre lei continua o. vivere be aiutarci, In questo? Che eo– ne! m.'..lndo, ed è pefflo che se sa una donna poteva fare per fosse morta? Non sapremo nul- noi? Nell'attimo stes.$0 In cui la del suo nuovo cammino: e :-:cominciamo a lav,;irare e sor– di tutte le pene che !anno se• !rlre. abbracciando Il dovere gulto alla sua scomparsa. que• come una croce. Il rancore si sta Ignoranza è la più grave. purifica In pietà, l'Immagine di ~~iuJ~n1~Ja1d~Jf 11 fei" c~!~~~ :~f1i::1)o~i~~':5~;!5° O:t' ~~~; Dolore .:>scu;o, lacerante, vera e deiuslone. e la passione si iclsslone dell'essere. che pro- sublima senza dimenticarsi, per lunghlamo Il più possibile per• cui nt resta In una piega ctel– chè la sua presento vi palpita l'anima Il calmo e puro se11:l– ancora. Attratti e ~spinti dal rr.ento. In t.al modo non po– luOJthl tn cui abbiamo vissuto tremo pii! rinnegarla. Essa v1,·e insieme. vi rinnoviamo l'amaro In noi. con tutto Il nostro pu• pellegrinaggio con l'animo di sato, assorbita In un "more che chi fruga tra le m'lcerte della non fa nessun conto della p:-a· propria ca.sa. E quandl cl sa• senza ., della lontananza. Forlie remo abituati a pensarla fuori abb!amo Imparato ad amare di noi con tutti I nost,1 anni le creatura In Dio, ed è Il che porta con se. la nostro ml. frutto più iorprendente di una seria e la nostra confidenza, vita che si logora nel commiato saremo del sopravvissuti. Q\•re• e nella separazione. gli Inevitabili colpi del mondo esterno. costretti a riedificare noi s~sl di\ tanti crolli, sco– priamo che l'azione è sofferen– za. e tro,•andocl flS!Btl nel suo stampa risolviamo In un at.to della volontà l'antico Impulso a coltivare la nostra natura. E' Inutile nascondercelo. sismo co– me bloccati In un impegno. Pri– gionieri delll\ personalità, quale 61 è venuta f.'..lrmando In una serie di atti che hanno contri– buito sempre plù u determl• narla, e di un dovere che si present.a come l'unico modo di vita e l'unica condizione della nostra salvezza. In questa fase che cl chiede una continua pa• zlente vittoria sulla tristezza. la pigrizia, Il tedio. e una quo· t!dlana riconquista di noi s;tessl, !n;;lstc più grave l'esigenza di:_ ______ ..._ _______________________________________ _,_ _______ _, mo conosciuto una vlrcnda ve- LINO CURCI Giornale Una mattina al principio delffnuerno dello .rcorso an– no, la nave • Santa Maria» .ri fermò nel porto di S., di rltqrno dalla ,1taglone della puco. I ,1uoi uomini, di.scesi a terra, dichiararono al ca- 1:ft!r~og1! 1 uf:':n~ 0 a11:e;;J;:..ri:$~ .ri erario .ttatJ costretti a uc• cidere li loro capitano, im– prot.-i;Uamente lmpaulto. La polizia del porto. salita a bor– do, troi:ò infatti Il corpo del cap!tano, e sul tai;olo alcuri: fogli. I maririal. che erano ,1tatl fermati, vennero rilO.scia– ti non apperia quei Jor;li fu• rono letti. Interrogati. eul racc.ontarono eo.tl I fatti: nel vfar,gio di rltorrio Il capitano era appar.ro ,1tranamente mu– ta'o. Pas$egglava lungamentl! 8ul ponte mormorando tra sè. 1n rJlena notte lo d vedeva U$CIÌ'e dalla cabina per con. templare il mare, e una uol– ta fu reduto fare un guto. di minaccia o di imprecazione, rerso di euo. ç>t.iando gli si parlava, non rf.tpondeva e ra, ramente dar:a segno di avere udito. Il suo comportamento ncn aveva stupito .subito. per• chè egli era stato C011.riderato sempre solitario e stravagan• te: tuttada, quando fl vlag. gio L'Olger.:aal suo termine, alcuni suoi gesti e parole /UO· ri dell'ordinario ar.;et"ano lm• pressionato e impaurito l'equf. paggio che cominciò ad 03ser- 1·arlo. La notte in cui avvenne la tragedia. ai;et·a dato ordf– ne a tutti di ritirarsi a dor– mire, poicht egli. conoscendo perfettamerite la costa, a– t·rebbe da solo condotto In pOrto la nave. I marinai are– rano finto di obbedire allo strano ordine. ma a,:ernno J1uato un turno di guardia. per cui due uomini dovevano .sempre vegliare. Tutti coloro che durante la notte averano spiato Il capi– tano, lo avevano scorto im• mobile al timone. Al principio dell'alba. uno dei due uomini che 1:egliat:ano .!i accors~ che. continuando nella rotta che in quel momento .seguira, la nat'e arrebbe pre.ttl..ssinw ur– tato contro una creda di SCO· lioteca gli cl:e gfd ufcino alla terra. formava IJ .solo e terribile pe. rlcolo di quel mare. 'Svegliati gli altri e cor.ti .!Opra coper– ta per avvertire il capitano, lo tror.:arono con cupetto fero– ce e /olle, inte_nto a dirigersi verso gli scogl•. Gettatisi $U lui gli trapparono di maho Il timone e tentarono di immo• billuarlo; ma egli; sfuggito loro cor,e alla .rua cabina do• ve afferrò la rhioltella. Nella ~~:tauo~1nraa~~~'f:!li ~~::i~: aveva sparato uccidendolo. Copiamo qui la drammatlco con/e.ssione dei capitano: « Seduto a questo tat'olo, Il tat'Olo d1 comando di una na- 1:e, di Jro-nte a un r.:etro 8PC.t· ,o e opaco, difeso dal quale ho immaginato talvolta di dominare il mare che .tenui ;~;r:.a mÌ 1 .s~":r~~ ,;!t!:: re con una ,tlda e con una uendetta la condanna della mia vita. Voglio far t:adere come un·ancora dllaniatrice Il mfo rancore .sulle va$te .su– perfici indi/ferenti e verdastre, sulla .reonfinata pianura che mi ignora e da cui può ~m– pre venlr.:11, .senza che io .rap– pia quar➔o e d0t·e. CO.tique– sto llere dondolamento com~ la df.rtruzlone della riai;e. debo/14.simo riparo, e di me steuo, Un'intera l'ila consa• crata a un solo sentimento furibondo a una ste.ssa PQI· rione. con.turnata dall'attesa dei ,womento che medicherà le sue profondiuime /trite. con/euo che mi sembra ben ~~~·re,c~~,;~/t'°:Ji·e~~~e!~ se non quello di farne la pa– ziente preparazione di un ge– tto grandioso, di una sconvol– gente sorpre&a? E' questo il .solo sen,o che essa possa a- 1·ere. e la rola gloria per l'uo– mo, altrimenti un fantoccio tra mani pQtentiuime: 1tupi– re. sconurtare il dettino. elu• dtrlo con uno .ttratagemma. sfuggirli irreparabilmente a/. lorcht esso. credendoci in fUO 6ominlo, confida di potersi per un /$tante dimenticare E' questo che lo farò d::lla mia vita; e come ?odrò al grido dt!la 1orpre.sa al .tuoni dell'ira, quando chi ha volu• ~~g:f::Ofb:'1~~rf~t~~t11~:d s!'i: vato dalla mia fuga. Non com– piangetemi per la mia follia. per i miei disegni colpevoli. pel modo violento col quale strapperò la liberazione. il neppure per le mie passate rol/eren~: abbaJtanza mi .rono compianto io .stesso, prf• ma di maturare questa deci– sione. di crescere all'alteua della mia vendetta, 0&curo Ja'ntasma che,· fissandomi Im– pazientemente. attendeva che fo lo raggiunge.s&i. Ora ~utto .ti compie: una lunghfs.tlma attesa ha fine. .simile a · un gfgantest(? albero che grandi estensioni di radici. di tempo, di acque congiurarono a ele– va(e nel cielo: dal .srio cui• mine fo scorgo la maua di anni. df disperazione. di .scon– forto e di febbrile speranza che l'ha fatta crescere. Se non mi .sapessi protetto da tutta la mia vita. una verti– gine mi prenderebbe al pen- 1fero delrlmbara.uo in cui metro li caso, dcll'oDua che faccio alla natura. f1 cui do– lore ri.suonera terribfln,.ente. Ma nulla mi tratterd: neppu• re la compas.tione per quutf uomini ignari che questa not– te dovranno tutti morire. L'lmmagfrie e il &entimento del mare ml hanno dominato da quando ho cominciato a vi~re: J,n da bambino ho ,a. puro di troi:armi di fronte a un nemico. Ricordo ancx>ra Il tra&allmento e il timore c:10! dira~pò in me, di COipo. una mattina nella quale, mentre r,uardavo incon,1apet'Olmente. come d'ab!tudinc, l'e.rtensione delle acque. mi caddero le bende dagli occhi. e intuii CO· sa fosse il mare. e Insieme qua/f siano I veri rapporti tra euo e glf uomini. Preda. da quel giorno. di una costante lnfeliclta. cominciai a vivere all'ln.sostenlblle pre.renza di quello che · non ce.r.sò t>iii: di apparirmi un mostro immane, una t'lt:ente st'ent1.1ra df c1.11 la forza 1ml,1urata faceva il piil crudele nc,nlco dell'uomo. L'est.stenta di tutti, anche del Bianco di UII eopitono di ,.,..,e ')I. di FRANCESCO TENTORI plil lontani, c11e viuevano a centinala dl migliaia dent:o terra. in cltta elevate sull'al– to di colline, al riparo anche dei venti del mare, mi paroe precaria, quasi lmpo.sslbile, polche era a01data al capric– cio di quel g,igante. Mi &embra. t:a che una continua minaccia e un'Irreparabile inftlicitd. le– vando.ff dal mare, volas.sero a dldondcrsl &u tu(ta la terra. Immerso In quel .tentlmento. ml .stupiva grandemente la ce. cita degli altri, e la 8icureua con la quale essi credevano di poter ,1tringere rapporti con quel/'usere senza ml.sura: ncn -'!~:rni:n::vlp:n~~oju~~tim~ pietoso delirio, di cono.,cerlo e di e.uerne ricon0&cluti. tanto da avere con es.so uno scambio df sentimenti, di amore e di indignazione. reciproche tene– reue e abbtzndonf: dove non c'era che notte. paura e mi– stero. Atterito dallo •pettacolo di quella follia. neppure per un istante fui travolto nella allucfnaziane: ma raccolto nel– la mia solitudine, la difendevo dalla febbre d'llU81one che -mi brucc!at'a intorno. e da quella rocca contemplavo, .,,. mlle al suptr.!tite di una tre– menda battaglia, la moltltu,Jf. ne che dtva9ava: i vecchi. che timlll a ciechi. predicevano gli umori del grande nemico, le donne con le loro ire e i loro pianti per una incrinatura nel– la sua voce, gli uomini che finpendosl esperti dell'impre• vedibile parabola delle sue va– riazioni, ,11 dir.:ertfvano com~ fanciulli a fare calcoli in fa• r.:ore dei loro lnteru.ri . lo mf volgevo da foro ver,o l'inces• ,ante presenm che lt contene• va tuttt, e il .suo rumore come il suo ttlenzio crucevano in un Istante davanti a me. di– struggendoli. Li guardavo con timore ,1uperstfzio.so , credendo di vederli ,n;arifre: erano iri suo potere, e non cessavano di rir;olgergli familiarmente, lodandolo o rimbrottandolo, scherzando con esso, chfaman- dolo per nome: quando dove• vano ,1uppllcarlo, oOrendo voti come gli antichi, e umflfar.rf di fronte alla sua va.,.titd, alla $Ua pro/ondita e lontananza. lo supplipo alla loro manoan– za &o.Jtenendo da ,o/o quella sovrumana fioura, riempiendo.. ne la mia medito:zione. popo– lando con essa il mio 10- gno, i mief pe,uleri, il mio restar muto al co.rpetto delle acque. DI notte, aDaceiato alla finestra. $Crutavo ansio.samen• te l'lmmoblllta del gran corpo seppellito nella valle che ..rl scavar.:a al di ,otto di tutti quel dormienti: e.sti giacevano dimentichi, ignorando la mf.. noccia che quell'altro &anno brandivo. sfnza fine contro d1 toro. Incerto tra la pletd e flra. confrontai:o quel due ri• posi, e .se rion potevo provare amore per gli uomini, colpevoli del loro accecamento, ml ere• scevo:no nell'animo il terrore e l'odio impotente contro Il ne– mico co~.lnt. Educatomi in quella certez– za. nell'amareua della .solitu– dine .. 1lttlla crudeltà di quelle meditazioni, io /uf il 1010 a non meravigliar-ml, a non pro– vare dolore. quando lo: mia piccola clttà di uomini di ma– re fu colpita da qu.ella che tutti chiamarono una grande tragedta: uno scherzc delle ae– q1.1e, che forse non la cidero. Vicino alla terra, ma qua.ti lri perpetuo na.soo.rta da una te– nace bruma, &orge nel preui del no.rtro porto una oo:teria di scogli acuminati. pericolo– ~l.ssimi alla navigazione: ma polche e.ui .sono notJ alla gen– te del luogo ccme gli odacoli sparsi nel corridoio della pro– pria casa. è pru.socchi impo.,. ,tblle che qualcuno vi urti. Ac• cadde però che un t:eUero che tornava #Ull'alba da una gran– de .stagione di pe&ca in mari lontani, vi rimaneS.fe sfractl• lato e che tutti gli uomini .ri perde.ssero nel naufragio. Bi• ,osino dire irt/attl che ai pie– di di quegli .soogll si apre un uortice pr0Jondi.ss1mo, al quale è lmJ)OS.!ibile&fuggire. Lo 1tu– f)Ore. l'Indignazione, il dolore della clttd non ebbero limiti: per giorni e giorrii una folla luttuo,a lnvcue la riva del tna– re, .sflélarido con i 1uol lamCAtl e col suo tumulto Il gigante incon.rapevole. Io mi sottra.ss1 : efu~~ll~~::e: 1 i!n~nJ~~i~ zlone. di r.:anaprotuta: sape– t.'O che nÌ.dla poteva unire il mare agli uomini. &e non la di.struztone e la morte. Rlcor• do che raccolto sulla sabbia un frammento di vetro. mi al/on· tanal della riva con lenteua. tenendolo nella palma aperta, e ml voltaoo ogni tanto a guar– dare quella battaglia. Tra i morti era mio padre, capitano della nave. Tuttavia. pii.i. che l'fnimiei• zia dei mare, ml colpiva la sua l'(Jdllferenza. il .suo perfetto cblio della n0&tra vita. Avevo gtd ouervato l'indiffere,~za dello: natura, la sua dlmentl. canza. la ,ua integritd e a.J,W– lutezza nel n0&tri confronti. Quando .saliva la sera (a me &embrar.:a che 1all.sse da estre– me pro/onditd delta terra). ,e mi trovavo in uno spazio .soli– tario. ero smarrito dalla grtzn• de pre.tenza che mi ,ommerge. va e annullava. &opral/atto dalla va.ttita di un effltere nel quale non ero che un ca.so.e a cui non doveuo neppure nppa– rire. Che la mia persona, ~i cui provavo la realtd percuo• tendola, che tentaoo di affer– mare gettando grida, spart,,e in grembo all'enorme natura, era una .tentazione da cui na. sceva 1.1n acutl'..uimo scon/o,to. F'ermo in meuo alla campa. gna, udh:o atterrito la pianu– ra senza dì me ru-pirare. e credevo di es.sere .sollevato dal– le oscillazioni di quel re.1P1ro. Altre volte, al precipitar~ dd– le ombre, fui afferrato e rtS() irnmobile dal repentino &ilenzìo della montagna: e.sangue, col cuore in di.sordine. ascol!m·o quella oosa ln1.1mana. e rag. giungevo la rer,ione degli uo– mini con Il &entlmerito e lo a;rpetto di chi ha &ublto una q,.lla riva di un altro mare, dii/atta. Ma nulla di quanto lntentç, a .tplare tl mlo eterno già conosce~-o era paragonabl- avversarlo. Esso ml è divenuto le a quello che il mare -mf fece così nece.ssario, che nono,tan . provare e comprendere. Il suo te la stancheua e la crudelta ntrmtnato deserto, nel quale di una lotta che finirà soltan. io mi sentit'O perduto JnU di to con la vita. e bencht lo non un uccello, la sua onnipre&en• ne abbia ricevuto che umllla– za. il .suo Clamore ~ il ,uo ti- zione e dolore, mi ba,1ta CO· lenzlo. le ,1u,e pianure e le ,ue mlnclare a udtrlo e a odorarlo montar;ne, plil inaccu.tlblll e pe.rcht. con una fatale gioia, I straniere di quelle della terra. miei sensi e il mio cuore n rf. fcccvano di me qualcosa in conoscano nuovamente perduti. balla dei venti e delle onde. U Vivere 1ul mare. tuttavia. Jram,nento di un organl.smo. era U mio destino: quando ho l'Incerta contraffazione di un dovuto realmente ,cegllere, euere vivente, alla quale f pen- non ho fatto un solo guto per &Ieri, i sentimenti, - la .rtessa evitarlo. Meditai anche che memoria fossero stati rifiuta- era mer;lio vkere COl nemico. ti. C0&tretto al confronto con ml.turarsi con e.s:,o ogni r,ior• quella ul.suinza, prigioniero no, morire schiacciato nell'ur. della pianura dal cui verde e to contro il ,1uo cuore. che non ~ldf!n!e~on .s~:;:s!m;a~;: :udau;;: ;~~te;zaun~ ~~~e:r;~ te richiamo, lo mi sentivo 1>09- caccia. nella quale chi .,., al- ~~U:1 ~:c:otio 1::,~1,,il: 1 1'0";:I: ~it'~!fea e ";:n~er;r;ia i:$;r: sull'aria che cl tocca: sorretto ~lpre.so e trai:OltQ. Da dJ~cf pcrchc ignorato, libero perchè annf vh.:o su que&ta imbarca.– non è .scorto. Quante volte il zione, ptscando e facendo com– tra1colorare del cielo, quaudo merclo di pe&ee. ingannando il giorno e la notte sl abbrac- tutti, mo: non me stesso e Il ciano e ti confondono, ml ha mare: per tutto il tempo nol visto. chino sul bordo di una non abbiamo mal cessato di 11ave,spingere lo &guardo do- sorvegliarci. senza pfetd e stn• /oro.to nelle onde buie, o pro- za pace. Ormai la no,tra /e• tenderlo t.'tr&o di.itanu che rocta è dir;enuta uguale: ma non mi promettevano se non la mia forse, sapendosi lmpo- 6,r,usfone e .tVentura. tente. è. più Implacabile. Temo Ma fl mare e.sercito su me ancora Il mare. e comincio a anche una potente attro:zfone. dlspreuarlo per la enormltd un fascino, di natura lpnoti- .ste&1adella .tua forza, tale che, ca e magica. Non ho' mal ,a. euendo ogni re.rl, 1ten.z,a im?().!– puto reli.rterg/1: non ho potrito &lbtle, è come priva di sen.so : vir.:erne divùo. Ogni volta eh~ a volte aneora. 11uardandolo me ne .son o allontanato, nella notte quando lo credo ~~::rc~ 1 ':u~~~!~i;:::1i:x ::~: :1=:~~t~~,~f!'::1ied~~~ mava, comlnclar.;a un sottile net>re, il timore scompare e accoramento, 1.1nmale del luo. una ualtazlone bener,-ola ml 90 dove mi trovavo: e un'in/e• invade. Vittima di queste emo– licita che non capivo prendeva zlonf contra$tanti e vlolentl.s• a tormentarmi. .rpingendom.l sime. soffro. indietro verso dt esso fino a Que,1ta era la mia CO'ndizlo– re.stitulrmi al mio padrone. ne, quando l'Idea che .sto per Quando ho t-oluto oppormi. mettere In atto venne a cam.· quel nuovo maleuere .allean,. biarla radicalmente. tra1Jor– do&iall'antica trl ,1te.uo . mi ha mandola in una nuova, ina– reso a tal purito lmPo,S.ffbfle spettata, mentre tutte /e &e/– ogni volere che, all'affidarmi ferenze tra.teorse, tutte le glor– nel muovt:nnf al caso. ml sono nate di oscuro tormento, ne sempre ritrovato nella mia clt- dlr.:enivano la necusarla pre– td, ,1ulla $pfaggia ove la mia parazlone e l'in.sostitulblle pro– condanna ha avuto inizio, ò logo. In balla del caso, al ter- • mine di altri cinque dieci o quindici anni ,o di un glçwno, io avrei dovuto Infrangermi contro una roccia, o in altro mcdo e.s.sere Inghiottito dalle onde: oppure per una benl– gnitd ,1uprema, confinato nel– la 1tretta stanza di una casa del POrto ,avrei dovuto finire la mia vecchiaia con negli oc– chi e nel cuore quell'lne.rtln• guibfle pruenza. Ma se ro ,or. prendo 11 ca.so . la12clandoml contro,una roccia nella calma del mare e naufragando al di /1.1orfdf tutti i suol progetti. chf p6trd mal comr,eri,arlo di qu.uta inaudita aconfltta, di Questa umillazlorie che un uo– mo gli Infligge? Inutilmente urlera di dolore, er,11non mi avrei avuto: quando già forse. chiudeva la mano .tulla mia vita e.ssa q/l è s/u.qqlta come un agile uc~llo. Io so/o cono.reo bene Il puc– to dove 81 trova la catena de– gU ,cogli, urtare nei qualf si– gnifica per qualunque nave una rapida fine: lo 1010 qiu:. .rta notte. di ritorno da un ~:f::. :~~YJ~·nf~ 0 in v~~ a~~~ mono. Un .solo colpo di timo– ne. e U primo ,coglio, aguuo come un coltello, entrera nt!I fianco della nave, che impaz. zita getterd Il lamento di un essere vivo: ma prima che tenti di fuggire. Il mare l'avrà invo:.,ae riempita fino all'orlo: l'avrd, senza volerlo. anrifen. tata. Senza volerlo e ùnza sa– perlo, sarà que.rta la mia vit• toria. Cosa mi tratterebbe? Da una vita dllnnlata e df.rtrut– ta... o. se qualcosa potrd avere. per un secondo, la forza di farmi esitare. sard un'immagi– ne cl!e da tanto ha ceuato di appartenermi. E' una donna ctte pensa all'autunno .sran– do sotto uri albero. come iri un racconto: che guardo: con ::. 11 u~:~;,.piac,e;:i 1 <;,:~:t'~: Ma aJJerrata anch.'eua dal turbine, mentre la mia cosclen. zo: vacma. come .ti annebbierà. come perderà colore, perdera vita cadendo 8UI cuor~ dello nbUso ,. FRANCESCO TENTOR,I I I
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