Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 27 - 5 luglio 1953

• Domenic.1 ~ luglio J95J I. l"tlASSll\lO FRANCIOSA Pion?va. La casa ern. a cento metri circa. in linea d'inia, dfll mare. Lo zio Arturo piw;ò davanti ai vetri della finestra, e guar– dò di fuori. Sfregò oon la parte Interna del polso contro w1a lastra. L'acqua sch'olan1 lungo I ,•etrl. pastoso. come grasso. - Non si \'ede quasi più nienle - disse • lo zio Arturo. - Là si vede nncora la pineta - disse li bambino. Infatti. nella parte sinistra della finestra, !"acqua cr06cla,•a oonlro lo stipite. dl traverso. e formava un·onda. In questa ansa scivola\'a meno acqua. La plogglR non si abbatte,,a su questo spRzlo del vetro, ma tornava a trasparire. Come li drfluire del mare sulla rena, n tal.punto ohe la traspe.– renza della snella ncqua evita Ja superficie acuminRta del sassi, e \'I scorre sul lati. In tale spazio del \'etro. li bambino rlconosce,•a la pineta. cinquanta metri lontan11., all'al– tezza del suo sgunrdo. Era vlsll:ll.le come un'opAca macchlA nera. con unn linea Idea– le che unl\'a tutte le fronde nlte contro lo or:lu.onte - una linea quasi retta e contl- ~~':ite-'p1~ro0m:~e :r~=~d~~ieàll~e~: dure dello chalet, del piazzale. dell"incroclo, del mammone e della piscina. Il bambino si chiamava Luigino, a,•e,·a sette anni, e quella era la sua stanza. Due pile di libri per ragauJ giacevano sul p!I.\ !– mento. un album a colori era neghittosa– mente abbandonato sul let.to ancora dl.sfat.to . In quel momento, l'orologio della sala da pranzo a,·e,•a battuto un colpo sofo. Era la una del dodici settembre. Ma pareva Inver– no. Lo zio Arturo -endò a sfogliare distratta• mente l'album a colori che giaceva fra le coperte. Luigino si ,·olse e lo guardò. Il bam. ti~:~:: à~1:c:i1i ~~t~~ic~!~Q ~61~:~ di spalle, e che borbottando continuava n .sf<>&llare figure n colori. La presenza dello ~~c::r~~. Ngn ae':b~ ~d~~Q~t'~1~ Aveva la testa piccola e spelacchiata.. a !or• ma di UO\'O: Il collo magro, oon dei fOSSldi pelle giallastra fra i gruppi del tendini e delle vene; spesso Portava Il cappotto anche in casa. Non che rosse !reddolooo. forse era spcrco. o pigro. Q~i:f~!1° o~fr~nJ~v~:~~~~v~a~~a~i cmbrelll. sulla pianura gialla, e senza segna– li. dell'acqua piovana e della m<.>tadi più gloml. Lo zio Arturo tomò anche lui alla linestra, 11.sclandoslner..-osamentc I baffi. - Non arriva nessuno. - disse. - Chi deve venire? - chiese Il bambino con apprcnsJone. - Il prete. - disse lo zio Arturo. Poi pre– se 11 , ,1.so i: 11 Lulglno tra le mani. non mutò espres.c.lone,vldc che era pieno di paura. la– sciò cadere quel vi.so senza parlare v:Jc:J':i1obl~~::re~U:S~~b~!r!~~ 1~ 1 gf~t no, 1'1wrebbe oreso per mnno. gllel'avrebbe baciata. Sareb6ero entrali tutti e due In ca. mera della mamma. Gli avrebbero dato ti permes..c,odi entrare. Cosl J'a,,rebbe rivi.sta. Il pretc-sA.rebbe stato docile come nel glomo ded1calo alle prime comunioni. Questo &a• rebbc accaduto se Jl prete !os..c:e arrh•ato. d1;lacfa\~ 0 '~1;~~~è ~~~l~i;a :e~~? S;>lovèva.Presto sarebbe tornato Il sereno. Se ne sooprlvn uno squarcio, grigio celeste. \'C· nato ,che i:;trlavn l'aria del lungomare. Lui- ~~~~n:tm~~t~s?~~~~ 1f~~ll~,d~!a~: perché erano profonde. Erano una ventina. no~ 1 cfi1 ~f c~fd:'oss~~sf}~:tJf~ 0 n ~~~ di una donna. se fosse un lamento di sua madre. Non aveva mal sentito nulla di si– mile. E particolarmente in quella casa. nes. 6uno mai a'reva gridato. Lo zio Arturo reec c11dereun libro. e corse \'erso la porta. Lui· glno fece per seguirlo. Sch·olò gtu dalla 6C– dla. Ma lo zio Arturo si ,-oltò. Era sulla rc– glla. Rimase di profilo, il suo ml~ sembrò lungo e magro, In quella luce. - Resta qua, tu - disse al bambino 5CilZ8 guardarlO. I Luigino si fermò per un attimo come 6e facesse fat.lca a comprendere. Poi accondl- 6CeSC. Tornò silenziosamente ,·erso la fine– stra. I ,·etrl non erano più appannati. Il mi\re, alto un centimetro sun·orlzzonte. si ~~'1 1 ~~&1!t~~s°a~";a~~~~-refe_v~ae~~:,~ a tentoni. sotto rombre!Jo ancora aperto. Dall'alto. si scorge,•a la cupola dell'ombrello. e un lembo di solt.tma. con scarpe grosse (I.a campagna. Quando fu agli ultimi pASS!.del suo cammino. Il prete s1 affrettò. Bussò alla porta. Luigino scese le scale per venire ad aprire. Passò in punta di piedi dav1Ult1alla camera di suB madre. Nessun rumore. Chi a'"eva sentito Il suono della campanella? Il prete entrò borbattando. Nemmeno salutò- Il bambino: si stropicciò a lungo I piedi sulla stuola: chiuse l'ombrello, in modo che tutta l'acqua crollò a terra. - Che acqua! - disse rabbiosamente. - E' di qua - disse il bambino. Acoom• pagnò 11 prete accanto ali& porta di sua madre. - Può entrare - disse con un Olo di \"OCe. ~~~~eaUe P~!e ;~~~;t~r~~~ '°fl::I: Per a<:coltare? Per aspettare che cosa? Senti che si scambiavano soffocati saluti. Nel cor– ric!olo era buio pesto. Soltanto Il lumicino dl una madonna macchiava di giallognolo la parete. - Padre, lei é arrivato troppo tardi. - disse lo zio ArLuro. - Requiem. - borbouò 11 prete - Ma ern un tempo da ~canl Luigino apri la porla, e intllò la test.a den– tro la camera. Intravide per un sok> lstante la linea Immobile di sua madre SClttole col– tri. Le Imposte erano semichiuse. Un altro lume di madonna. più grande di quello del corridoio, arde\'a nt,.I suo piattino. Vide an– che che suo padre ero seduto sulla poltrona. con le testa in aria e le gambe larghe, come gli accade,•a quando \"Ole\'ariposare. Sollan– to le mani. &\'eva abbandonate verso Il pR• vimento; pi\lUde qua.si quanto Il suo viso. BR• &tòun attimo di ossen·azlone. a Luigino, per 'J)Msare da quel vis.oa quelle manJ; e poi sul viso di sua madre, bianco come un cencio. - Che é sucef".sso? - chiese Lulgtno n "'0CC baSSfl.. Lo 7Jo Arturo gli si paro d.ln – ni\..'lZloon t.utto I! oorpo e lo oospinse di nuo. \'O ,·cr50 la porta. - Tu, ,•attene, non puoi restare qu1. Allora usci (\I casa. e cominciò R cammi– nare. Non a\"eva capito. O non aveva voluto capire. Avrebbe ,,oJuto a\'ere la 61curezza dcll·una COSA, o dclraltra. Che qualcuno glle– lo dicesse apertamente: sta male. ha per· duto conoscenza. è morta, non è morlA, Quando era morta la nonna, appena tre anni prima. nes.<.unogll aveva Impedito ~I sapere subito tutto. Ma adesso era un'nllra cosn. Pnreva che anche la morte non !o:-se uno spettacolo adatto per bambini. Se gli a..-essero detto: è sicuro. avrebbe potuto met– tersi a plangere liberamente. Sarebbe andato sulla rh•a del mare. ln un posto che lui co– nosce,,a da molti anni, adatto per piangerA, senza che ncs.suno lo vedesse. Dove le barchf' \'engono capowlte sull'arenile. Dietro Il ti• mone di una barca. seduto dentro la rena, avrtbbe potuto restarsene con tranqullll!À. Il sole s'era rl\'elato. ma piegn\'a con la sua cun•a gla obliqua. autunnale . ..-ersoocci– dente. Era un sole cauto, e tra\'Crs&to da ~~ld:g~1i~~~~!~u::t7:1n~h;u~fi~r~ finestre brillavano come specchi: o come 66 fossero di porcellana. I ,·etri ,·enl\'ano spa– lancau 6UImare. e le donne canta,,ano. ln– \'ando I piatti. Capitò sul piazzale. Il selclA• '" era &riglo metallico, le poz.zanghere qul\si b o ca LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 NARRATORI DELLA LE·TTERARIA" - Una chitarra 1n Paradiso t. Racconto di 1l1ASSlMO FRANClOSA azzurre, U man, fra. Il rit– mo dei lampioni, era ver– de chiaro e percorso in t.Ut· ti i .sensi dal flutti. Sul plazza,Je - sui fili di ferro che il comune aveva me.Mo a dlsposl7.ione delle mas• sale - s'erano a!frettflte a stendere I pannJ appena Il sole era tornato. C'era an• cora. una donna col bacile. In fondo alla quarta !Ila. SI curvava sul pannl strizzati, il sedere le diventava va– sto come quello di un ani– male. Poi si sollevava, e un capriccioso faz– zoletto rosso da. collo le compariva grazio– samente fr.t Il tor:,o e I ca.pelli: poi di nuo– \'O sl ourvava. per sollevare alt.re lenzuo– la di bucato. Se Luigino fosse $tAto sicuro che la mamma fosse glÀ morta, {di sarebbe stato facile confrontare la grande vita di quella donna con la gronde morte di sua madre. Ma se gli av~cro dcuo di scambiare una mamma vh•a qualsiasi con sua madre. Rvrebbe sempre preferito sua madre, anche morta. n qualslasl mamma viva. I panni di bucato del paese si riempivano di \"Cnto fino a I colmo. Le prime due file erano zeppe di corti pnnt'Klllni.La terza avc– ,,a. fra le lenzuola. un asclugi\mano turchi• no, una spugna rosa e verde. un altro asciu– gamano biRnco e rosa: alla quarta e alla quinta fila erano appuntate soltanto lentuo• la. e sl formava quindi \'Crso il mare unR profonda gallcr!a !m due pareti gonfie e bianche. Poi altre file, di lenzuola e di !at– zolettl. di mutande. di regglpctU grandi, a. datti per gente di paese, e di camicie. Lui– gino camminò a,•anU e indietro più mlle pe:- quesLe gallerie di st.otrlt. Il fumo dei ca– .mini tornava basso, e sflortwa il bucato co– spargcndolO òl fullglne. Il sole bordava le nm•ole del cielo. Quondo meno se raspetta,·a. Luigino cominciò a piangere. Ebbe la senSS\– zlone che tutlo fosse finito. Il pranzo c1a stato saltato, e qulncU sua madre non po teva che essere morta. Quando capitò con la nonna, non si mancò una \'Olla di \'enlrr tutti u ta\·ola. Luigino pensò a queste cose e decise di IUldarsenc sulla rh·a del mare Rimase fino a sera con I piedi nudi nellfl sabbia. GuArdandola con attenz!O!le. si scor gcva ancora l'acqua fra grano e ip-1lno.Lui glno era tutto pieno d.l brividi, oml. tante chludeva gli occhi e gli sembrava di svanire Era r1,•olto contro li sole. e aprendo gli oc chi non veden nitro che aghi di sole, e k sguardo JII bruclava. Avrebbe voluto morlrt f~~~e ,i sCa~t~ fcreci~i/ [e:,-~vuacs~C::t~ piedi nudi nella sabbia bagnata. no,·endo socgllcre, avrebbe preferito andar~ne con la Lo tlo Arturo borbottò qualche cosa. - Anche Il prete. e andato ,•la? - Naturalmente. - E che ha detto? - Troppo tardi - fece li padre. - E' nrrlvato tropl)O tardi - dlMe lo zio Arturo. - Troppo tardi per che cosa? - chiese LulgLQo con apprensione. AvJTbbe cercato con tutte le fon.e di non capire. Sarebbe ba– stata una fra.se , quella frase che tcmc,•a. da parte dcìlo zio Arturo, perché la ,•era spc– ranz.a che era in lui crollasse completamen- ~-;r1fl1.Prnr\t~~~~~C;~~1.cifi !:~:~~C i~=~~rt~ p!ù del silenzio. :zlo-;;e N:nt:na ~~t~mì~ ~'TiS.: l~a~/~5:i°~~ - • Er11.glA morta. Luigino lf\ScJO cadere Il cucchh1!0 nel plat.– to. Cominciò a tremare per tutto Il corpo. - E non cl si puo fare plù nulla? - chic. f:e, oon la disperazione in gola. - Che VUOI farci - dls6C lo zio Arturo. - Dio ha voluto co.st . * Lulgmo si nnacclò al!R finestra. e riconob- be l'uomo con la chitarra. Non do\'eva es– sere del paese. ma un girovago. cd era l'<'· nuto a suonare quasi 60tto la sua fipestr8. Un gruppo di gente glo,•ane s'era mcssA a cMntare. Era ootte. Non c·erR la luna, ma un chiarore mlster:loso sulla sinistra de!lo orlu.onte. Luigino si Inginocchiò, e sJ ml.se a pregare da\'anfl al quRdro della prima co– munione. Era un regalo dello zio Arturo. e si trattava di una grande fotografiA. In essa era raffigurato Luigino tutto vestito di bian– co. ~ con la piccola croce d'oro sulla fronte Era stata fatta qualche mese prima, e pre– ctsame·.ate la terza domenica di maggio. Lui· gino si rnJsc a pregare da,•antl a quell'imma– gine di se stes..c,o,che gli ricordava un mo– mento particolare della sua vita. - Mio Slg1'Klre. - disse. guardando la suR fotografia come se fosse Il tabernacolo della Madonna - tu che puoi tutto. fammi ritrovare la mamma. La chltnrra del mendicante striò più niti– damente Jl silen7.IO.Poi si ricomincio a can– tare. ,·oc~ando e ridendo. sotto la finestra r~~~~f 1 fi~·h~~~ :~:ie~r':~~~-niu~~l 1 m~: re. Luigino si Interruppe. Ascoltò, cercando di rlcon~cere nlcunc delle parole. Pensava che anche sua madre avrebbe cantato. ~m– mes.5Rmente, quella serR, se si rosse trovata alla fmestra. Avrebbe oscillato leggermente la testa. per Il tempo. Gli occhi le sarebbero d\\'entatl di nuo,·o luminosi. I c11.pcllilucidi e neri. La bocca gonfia d.lsuono, come quello E (1.. -~c ELIO MARCUCCI - « Ritratto di donnn • 1.D..'lmma che restare con papà e con lo ~o Arturo, E ln questo modo, facendosi \'enirc una !orte febbre, si preparava a partire. Ma poi, ,•crso sera. non ce la fece plù. ria~~~~:~: 1 r:~t~,e-e~h!r!~~om~~t!~~ ..A\'cva una ehitarra sulle spalle, e al poste di un occhio un cocuzzolo di cal'tone.. Par lAva R ,·occ alta, e pnrcva che cercasse qua! cuno. Luigino sJ miSe lungo disteso sotto la carena della barca. le mani e Il >·olto nellri snbbia. Prego Iddlo che quel pot·ero non s \'Oltasse: altrlmentl. forse avrebbe prctcto qualche oosa da lui. SRpere chi fosse e per– chè-stesse li: aiutarlo a camminare, a por– tare la chitarra; o qualche altra brutta COSh. Ma non succeSSt' niente. Quando fu certo di non essere visto. Luigino si .solle\'Ò, si rimise le scarpe e le calr.e. e tornò a CR6a, tremando di freddo. * Lo zio Arturo sta\"a mettendo a ta,-ola le StO\•lglle. - Dove sei stato? - chiese. - A mare - disse Luigino. - E' quasi pronto. Vatti a 1a, 1 are le mani. Quando tornò in sala da pranzo. anch~ suo padre era seduto a tat•ola. PRi'e\'a che non si fosse mal mosso di Il. Aveva l capelli soomplgllatl. lntricaU, sporchi. Era ferme, e con gli occhi b&MI,da,,nnti alla scodrlla di minestra, che fumn,•a. GuardBva dentro In minestra e stat•a z!Uo. Il fumo u11gc,•ale ;me guance, come se fosse sudore Era pleno di rughe. che gli parth•ano curiosamcnle dalle tempie g:-lgie, e gli ..-cnh-aao ,·crso I, centro del vi~. a ratt:glera. Quando sorr!dt VA,si r11in;rinzivAtutto. Parc,•a che n,·es.v lalue1~fn~tal~c;~1i direce:eq~~r::0 1 1c~u~~l1!~1~~ di minestra. - Chi ha cucinato? - chiese. - Io - disse lo zio Arturo st.lu.osamente - Perché, non è buono? - SI. si - fece Il padre, oscmando la testa come un automa. - La &gnora RooR e andata \'la? - chle• se anoora Il bambino. - Certo. Do\'C\'a tornarsene a casa. E' 6ll!I, ta qui anche tropl)O. - Non sen·e più? - chiese li bambino. con un lllo di \'OCe. - Certi) che non sen·e più. Ca domani faremo per nostro conto. O si prenderà une d.:mna n sen•ltlo. -,; Allora - disse Il bambino - la mamma l! morta. - Morta. morta - fece suo padre conti– nuando. con gli occhi abbassati. a mangiare. "e ~h~ 0 ~~~u~ufa':!d~ff1;.~i~n:ip~~~f~~f 9 fj bambino continuo a mani,"tare anche lui tranquillamente. preEC la molllca di pam. e la fece gonfiare dentro Il brodo. o Bianco d'\ma ragazza. Avrebbe preso Luigino per le mani. tenendogli le br11ccla tese verso di lei, ed a\'rebbe ripetuto con lui qualche mossa di danza. Poi anebbero rl.so, tutt.'e due, co– me se avessero la stessa etÀ. Poi Lu~!no Rvrebbe fmto che lei fOMCpiù bambina c:i lui; si ~arcbbe inchinato: e lei non a\'rebbe più ,-oluto bnlla:-e. « Perdonami. Signore mio, se rul dlslrll!Zllt.'– Io sono un peccatore gra\'e, Do\'rel piangere di dolore. e Invece ml distraggo». Si altò da terra. con ìe ginocchia roose. e le cavlglit che gli facevano mnle. Andò alla llbrerlR Scuoté tutti I libri di scuola che a\'cva, J)C'r ,·edere se nsclvn d11llc loro pagine qualche COSI\ che lo Interessava. Venne giù dalla grammatica una bustina oon dentro un edrJ. welss; e da un i:rosso quaderno. uno scor– pione morto. Fn da uno dei:11 ultimi libri della scansia. che usci Il catechismo. Il ll– brlclno delle preghiere non l'a\'eva più; lo a,·e,•a perduto nella sabbia. Anche per quct:to s.l senti\'~ non più ln grazia del ·Signore. Senta un llbrlcJno di preghiere nrlJo Fte~m anno della prima comunione. Come a\'rcbbe Potuto essere nella grazia? La brigata - ch'era sotto la sua fmei;.tra - taceva. Cosi II silenzio della morte riprese li sopra,·,·ento. Luil;;ino guardò dAIIR fendi• tura della persiana. L"uomo che a..-eva un bernoccolo al posto dell'occhio, era rimas~.., cun·o sulla chili\rm. In s1lentlo. Luigino cammino n,•antl e Indietro per la stanza Misurò lll successione del mattoni. Si fermo In quel preciso punto. Ri p!Rno di sotto. CTa sun mRdre morta Come se una terrif1canll– fol"Zft di dolore salisse da sotto. attrner:.rJ Il pa,•!mcnlo. SI spostò, tornò a pr('gare da– vanti al quadro. « Signore Iddio, fRnunl piangere l\ncora. Non !Anni CMere cosi ingralo ». Poi guardù nel catechismo, aJ!a pagina dell't'.samc di C!J scienza. Avc,·a scritto una dRtR sul mari:i:i• dellaa paginett.a.: tredici ma,ggio, rit.lro, pri• mo e.same di coscicnaa della mia rita. Sl cur..-o sulla paginetta. come se leggesse. e sl comprimesse un dolore. e si sfor..a~e pt'f rollcvarc un gl'OSlo peso: e Ho detto dellt • bugie... Ho r!sJ)06to male a mia madre. a mio pAdre e allo zio Arturo ... Non sono 6t&.to at.teoto. a Messa... Ho colpito con un ferro un mio compAgno di giochi...». La chltarrn attacco brusca~nte. La \'OCedi un sollstn dlJcttante 61 le,·o sulle allre ,·oc!. p!eghe,,:,k, solitaria. Luigino guardò fisso sulla p11.gl netta. Vide comparire I.e lmm3Glnl di quel– la canzone. Le vele bianche. azzurre e aranciate. Le stelle di mare con dieci occhi. Le meduse trasparenti come lampadari. Una. bambina che guarda ncll'ncqua verde, I com·oh·oll del mare quieto attorno al suol piedi. I I oole a mezza costa. ormeggiato a largo. fra le navi. L'anno prossimo, sarebbe tornato a correre sulla sabbia. Flnnlmcntc la stanza dov·e1a morta sua madre sarebbe stata ,·uota. Vi avrebbero mcs...<:o a stendere I costumi - in• crostat1 di mie - come ogni anno. Il cer– chlo e !l pallone di gomma In un canto, e le pale per lR cimoa. Anche I suoi .-.ompngnl di scuola sarebbero ,,enutl a spogliarsi Il. A,•rebbero gridato di gioia, si sarebbero sti– late per dispetto le mut.andlnc un<, con l'al– tro. Poi correrebbero per Il viottolo. bruciato e polvetoSO. Sulla sabbia ancbbero I piedi come quelli degli operai. Si mettcrebbern 11. gridare. per eccitarsi, cosi avrebbero .\vuto Il coraggio di i:ett11rsJ a mollo nell'acqutL Ma non oltre la boa. Tutto sarebbe stato presto dlmcnt!cat.o. E forse non OOnvenlva piangere ancora. S1a suo padre che lo zio Art.uro avevano ';Y."rduto IR mamma. Ma avevano continuato a vivere. E tutto sarebbe andato di nuo,·o per Il me– glio, come se sua madre non rosse morta. Le YOCI sparirono di nuo,·o. QualcuN rlE.e sgangheratamente. Un altro fece: e 5551 ». Si misero R borbottare. Luigino ando vicino alla finestra. e !u preso dall'orgaamo. 1-'cr– chè H avrebbe spiati? Apri plano pluno una delle Imposte. Aria ca'lda e rocl confu:;e t'n• trRro110inaspettatamente per quel breve sria z!o vuoto. e Dicono che sia morta•- - dlct,– \·a uha \'OCe- • Peccato: e una notizia cer– ta?» « Sembra dl sl ». e Ce l'ha detto rnon– .slgnore». « Era la sola persona per bene di . quella casa». e Gli alt.rl sono matti•- e Non sape\'O che cl fosse della pazzia. Matti no, plut.tosto antlpRtlcl •- . Luigino chiuse ancora più pia.no , ,p!!r evi– tare il minimo rumore della serranda. Poi 61 ste6C sul letto, col catechismo in mano. ~l I~~ 1 do~~ ~~~l~f ~~ ~r~~ t~~: te. c·era ancora la chitarra. sottovoce. An• che la luna doveva esserci. Raggi d1 luna entr11vano dalle feritole della persiana. Tut– to. Il soffitto cm traversato da quel ijp'OS,Sl 1\11 luminosi. Qualcuno doveva a\'er o11cnto la luce, senza metterlo a let.to. E oomlnclò a pensare con paura che sua ma.::ire - non a\'endo ricevuto ras.soluzione Jn tf'mpo - 6Rrebbe i\ndata certamente all'inferno. e Ho rubato la sagola e I sugheri a 1ina barca ... Ho avuto pensieri cattivi ... Quanti? ... Molti, moltissimi... Quali?.,. Ho sognato spc&– so 11 petto della signora, che ho visto al bngni... ho pens&to di uccidere la gente ... Ho ~~~ 0 atre~~ton~~ c:er:, c~e 0 ~rl~Jo.~i~ Sospirò. $.I fece un segno di croce, al bu!o. Ma che avrebbe potuto fare, per uscire da una 6ltuazlonc sfmlle? Era Indubbio che sua mRdre era oramRI all'ln!emo. Peccati non ne face\'a molt.isslml. ma alcuni peccati mor. tnll sua mRdre li aveva cert.amcntc commes– si e non Il aveva oonfcssnU. Lui ste...w ri• ~~t'i'\:r1c~6'rf1~t'!~n~.stl commettere alc11• Non .5ervh'a pregare O forse, poteva St'r– vlre, 601lanto se tutto quello a cui h;J• pen– Ea,·a non rosfe \'ero. Pote\'a pregare, e ch!e, dere n Dio che fosse tutto un i<0gno,Che Il monsignore rosse arrivato In tempo. Che iui si fosse sognato tutto dur11nte la notte. Quanto all11morte, non \'OIC\'acht fo:,.~ un (01;110anche la morte. In qur$tO 6Cn....«o, ~ era onnBi adattato all"idea che fosse orfano. Anzi, era quasi un p!Rcere. una r.ensazbne scontata. Se tutto tornl\SSC come orlm3. la paura che sua madre rlmor:ls.~ecì ~crcnbe minuto per minuto, senza requie. e Signore lddlo. è possibile? Se Il pre.te arrh·a,·a dice! minuti prima, mAmma era In ~arf~~: sf~~~!~e dfn:!l;in~er~~-ai~i ~~ che non è cosi ». SI addormentò di nuo,·o. Pòl roro:oi,:lo bli.t– tè tre colpi. EJ't\no le tre di not,t.::.Lulglno rontese t suoi sogni a quel :."JOll•l.Era in mare aperto, era piena estate. ~I centi– metro d'acqu~ possedeva w,a go..:cle.d! sole brillante. I raggi oscllla,•~no sulla superficie, oome se fossero macchie d! mercurio. Le barche a\'evano Lendine di Uno cMAro. Sulìa iabbia lontana. pi11ntatl come erondl gia– \"Cllottl gll ombrelloni a colori. LR mr.mma tornava dRll'h1f~mo. su quella spiaggetta: e prendevano l bagni assieme. Tutto s'era rl– so:to. Il responsRbile della mRncat-a assolu– zione era Il prete, e lul sarebbe anda..o al• l'Inferno al pos10 della mamma. Un rttardo Imperdonabile. La mamma sorrideva ~a già morta. sJ pote\'a stare tranqullll Non sJ 6Rrebbcro staccati, mal più. Eb~~f~ 0 J~~~e~~~- 1 ~!fi~~tie ft~r1~~ 1 q':c1~ . r~~c~1~C:S1 er,:r ul~ ::lf::e 0 iaj~l~:~ L~~vc~ò gn colava lungo Il cu~lno. SI rltnwava quel bRgnMtOsotto la guancia, e continuava a lamentarsi. Sarebbe st.ato difficile rltro\'are la mamma, e riunirsi a lel Ern ciò che a,·e,•a desiderato vh•amen:.e. da quRndo al ritiro ~f~i~ ~ìN~rlt~lur~r~e 1:0~l;gl~ f~a~~~ si sfilc le scarpe, si aliungò sotto le coltri. Fuori dalla 1inestra. li vento dava suono alla pinet11. E In lui. nn freddo per tutto Il oor- ~it!"'g1~e~~: ta'~itat~n~rl~n:~~~ ~l~~ morire adesso. 0o,·evn pr:lma risolvere Que– sto problt:mN, dell"lncontro con la m11mma. Chi avrebbe potuto dirgli con eerte1.ta. se sun madre era veramente all'Inferno? Il prc• te. soltanto Il prete. E senza dormire più, blsoitnava aspctt.are che fosse p;lomo. Un alone di luce clroondò Il vano della finestra. L'alba. 11 primo pe..~aLore pa.,cò per Il viottolo. gridando. «: Chi mangia odore di scppieJ Chi mangiR odore di seppie! ». Oo,·e\·ano n\'erlo chiamato con un fischio. da una cASS\,perchè si udi Il rumore della stadcrn, lascla 1 n cadere contro Il selciato. Addio, m,unma. addio! , Nonost11nte tutte le preghiere 1dl Luigino. !'=arebbestato Impossibile cambiare la •legi:e di Dio. Almeno finchè qualche altro mlrac-.o– lo non av\'enlsse. Per esempio. flnchè 010 era solo. p:11 uomini non avc\'ano alcuna po.<:- 61bllltà dl redenzione. Pol ,•enne Cristo, e c'erano Dio e Cristo. e lo Spirito Santo non c'era ancora .. 4t. una certo pun:o. arrh·ò il terzo nome del :-egno della croce. Dovrebbe avvenire un miracolo del generr, per libe– rare la mamma dalrin!erno. Luigino dovreb– be es.sere la quarta persona df'lla Trinità. Venuta per snlvare le anime che hitnno chlan;ato un prete In rlt11rdo. Ma per essert' que.c;to. dm•rcbbc es..c;ereun uomo pieno di miracolo. Salire in cielo e dlscenrtere senza precipitare. Buttarsi dalla finestra e non morire. Luigino senti solo gli ultimi colpi del per,~ d!>lo.Si rivesti faticosamente. Le scarpe, l cal– zoni. la mnglìa. Si fece avanti sul pianerot– tolo. Alcuni uomini col camice nero aspel– tswano davanti aUa camera di tma mndrc Erano di fianco. lungo Il muro. e seduti su i;II scalini. Qualcuno stava per uscire dalla porta Ern lo zie Arturo. Si ,·ol~e: - Lul~lno, vlenl qua. vieni I\ salular!t1 Il bamt:-lno scese le scale. lentsmiente, nc,n avr,·a ..-ogl!adl farsi guardare ln faccia da- ELIO ì\l.-\RCUCCI - «Figura. dlstnsa• gli uomini. "Entrò nella ,tanz.a. La m11.mma era sul letto. vestita dl nero. un !aU.Olf'ttO grlglo annodato attorno al collo. una spilla di strasse falsa che lega"ll le nocche çome quando si usciva sul"mare, la domenica. l,e gambe magre. coperte: da calze tr&parentl dl nyk)n, I p_ledlleggermente divaricati, ncllt scarpe lucide abbottonate all"antlca. un·ar:.a dl domenica entrava dalla fm.estra spalao– cata. Un odore di maccheroni saliva dalle terraue, le radlo suonavano ad altlsslma tonalità. Il l!iOle colpiva In pieno Il ,-olto di 6UOpadre e quello dello zio Arturo. Es.~I oocchlude,•ano Stil occhi ma non 61 &posta• vano da quell11fa.scia purulenta di luce. Al• cunl uccelli per cacciatori. abbastanza gros,, si, dlminul\'ano Il ,-olo e si abba~avano ver- ~~ul~~f~~;~~Ji1~~fglocf:°·u!o~~~c~\5;. nale vuoto.' &Spettando che ,1 d.lmeotlca,;se– ro d.l lui. Prteeduto dalle ultime nubi d 0 incell60, che I chlei:ichetli ~agllavaoo 1n aria. Il prete ~Il PllS6CI accanto velocemente Andò al!'ar– madlo della sagrestia.. si fece togliere la. 6to· IR. la piegò In due e la rlp06C.A questo pun– to. Luigino 6Civolònella .stanza. - Padre . ..._disse con voce tremante. Il mon.shtnore si \'O!tò. - Che c'e? Torca dal tuoL Ti staranno ,spettando. • - E' una 006a import.ante - dls&e Lui– gino. Il prete lo guudò. Anche LuJ!Pno i1,lardò ) ---- I -✓ ELIO MARCUCCI - « Ritratto d1 bambino• so la nnestra.. Poi andavano via. ln alto. Luigino andò a metter61 vicino al 6UOIpa– renti. ~- E' stato tuo padre a ,•estlrla - dl15,fe :a~~ ~t~~~rif:d~~-o~ses:nz~rrr~i;:. - L1ia fatto questa notte. - SI dc,·ono vestire sempre? - chiese Luigino. - Sl capisce. - Dovrò imparare anche lo. - Perché? - ribatté lo zio Arturo ..con una contrazione del viso. - Per ora non occorre. La gente del paese entrava ln casa. guar– da\'a dalla soglia sul cada,•ere. e se ne an– dava. Finche non IO misero nella cassa. e non lo chiusero dentro. Allora anche gli al– tr:I ~ ne andarono ed en~rarono I portatori. ~ulK~c~t~ a~~~1: 11 ~n~n~~\ 1:rl~er:~i del pesco. Oli uomini alU, sot.to li pesco. si do\'e\'nno cun•are. Molti bambini, ,ancora con le fior.dc e le mazze iu mano. a.,<:pett11vano che Il morto uscisse. Le donne avevano mes– so Il velo nero sul capo. come se fossero In chiesa. Appan·ero due ch1crlchctti fuori dal– la svolta. tutti gonfi a causa della tonaca rossa e della stola. Poi venne avsntl Il pre– te. con la fl\6CII'\porpora e nero del funerali al collo. A,·eva un'alta asta fra le mani. con l'aspersorio. Qucndo arri,·arono, al pesco, Il prete piegò l'asta della croce come se f06Se una lancia, per !aria passa.re sotto I rami Gli aiuUmti la ressero per le orecchiette. Nella gallerla di sooni format.a c!a quel cao• to collet.ti \'O la CASSR con la mamma fu por– tata via. Anu.chè seguire li feretro. Luigino fece la strada. più corta ,·erso la chiesa.. Sul lllR· re Al lati l'asfalto si era sbrecci8to. e si confonde~•a coi S8ssl minuti portati dalle onde delle temp~te e con Ja sabbia Il vento sofflava nel vuoto con un 6UOOO dl. gommri. I frangenti si lnfittl\'ano. a occidente. verso 1ft oost.a. L'in\'emo arrivava, le nuvole erano 1tonfle attorno alle montai[nc. Alle spalle di Luigino. si udh•ano l tt'Klni nelle golé. Appc– nn li prete a'"essc finito di dire messa. 11'1 sarebbe andato in sagrcstln, e si sarebbe ra!{~rl~~esil~l p~:\ quando 110nc'cr/ pili sole. Il paese finiva in quel punto; I cipressi del camposanto erano a meu.o ,chilometro da li; oltre. sl scorgevano le CAmpagne. b11~– sc e attonite sotto l'annu,·olata. con l'erba grlgla per l'inconsueto colore dell'arla. Luigino si mise a sedere sul gradini della chiesa. cinque o ~i grndlnl piO in alto del m;lrclaplede.. Vlde \'enirsl Il feretro Incontro. lentamente. al centro della strada. con I ceri e I cordoni ciondolanti. e un bre,·e accompa- fin~~r:tfu~!b~!~~fo t:~fa:~':~\~~e ~~~ curlosa\'a dnllc siepi, e poi SJ)llrlva: quadche Altra figura portavn a mano una bicicletta, a batteva le siepi col manubr!o. I..o tlo Arturo si dlstaceò dalla comltiva, t'Clllle \'Crso di lui. lo prese per l]lllnO con fermezza, e lo condusse in chle..q,_Appena entrarono. un chiassoso coro per I defunti - misto di lamenti· e gorgheggi - -li av,·olse. Lulglno andò a mettersi lungo la transennR, da do, e pole,·a scorgere Il grRndt orologio della sagrestl11. La funzione rf'llglosa durò un'ora e tre quarti. Luigino la segul per ln- in pleno la. 15,ua. !accia rotonda. Allora 11 pttte disse; - Beh. dimmi figliolo. Ma fa presto. Il mio turno delle oonfesslonl è finil.o. - Non \'aglio con!CM&rml E' .soltanto una domanda. - Ah, e allora? Luigino si guardò attorno. On altro pttte, col grembiale blanoo. stava lucidando le pa. tene. I chlcr:lchcttl s'erano rimboccate le ~C:!l. ~ J\ 11 To:tt.rtt f~:;~~ 0 e 8 r1:!_ncg~Ì altri Invece sJ fermarono oompuntl e si dis– sero qualche parola 60tto,·oce. Poi andarono ln un angolo più lontano. - Non qui, proprio. Sa. padre. è una rosa Importante. Il prete sbunò. Poi accarezzò l capelli al bambino: - E allora vieni •- dls.f:e. Andarono a mettersi sull'uscio della cu– cina. Stavano ~ffrlggendo le cll)Olle. La per– petua cantava una canzone d'amore. - Qua nessuno cl disturba - disse 11 prct~ • Luhrino guardò con disagio ,·erso 1a cucina. - Quella IÀnon Importa - disse Il prete. - Vole,·o farle una domanda. - mormorò Luigino, 1wvampando sulle gote - Le ~e– ~~f:re~~1carl J)0550no liberare un·an a - No certamente. Non ti ricordi più quel– lo che vi ho Insegnato? Le preghiere 60no per le anime del purgatorio. Poi guardò fl$..~Luigino. e si mise a rldt– re. carezzandole, ancora. - El)pol, non ti mettere !dee per la tC6ta. - Non è per me. Ml preoccupa la mamma. Il prete rise di nuo,·o: - Qurlla santa donna! Le madri ..-anno tutte ln paxadlm ·...:..Ma lei ·non• può saperlo ... · ..... rcpllcc\ Luigino. - lo :10. Solo Iddio può saperlo. E Dio è misorlcordl0$0. - Allora grazie - disse Luigino - Un momento - di6SC li Prt'le. Fn.1J:ò nelle sue lunghe tasche: - Un eloccol11Uno prr te:. e vedrai che tutto 61n1ettc a posto. LUig1no usci dalla parte dcllR cucina. Si senti addosso !"odore dcll'lncen."O. !"odore della cipolla !O!frittR.. e poi l'odore del pol– laio. Tutto mescolato assieme. Camminava ~~a s~r1af~1. ~~rl i~~il 1 et~;/)~o;f ~iftf!:'\n~ llce. Scarto la piccola cioccolata dalla sua carta d'arp;ento. Ne masticò la metà, e un acuto sal)Ore d.11 naftalina gli prese tutta la bocca. Allora sputò tutto: e continuò a spu– tnre, rabbiosamente, finché non arrh-'O Rl ~~~- f~ 1 l~~p~~,g~~e1: 1 ~~rsi1~ 10 i~! "~tilfilJ!i temporale Imminente: sotto Il ptso di que– ~to viola. una stri.scia di grigio. sfocata sul– l"orlzzonte; poi Il verde bottiglia del mare. a1t1tato alla superticle, In alcune zone Ml cielo, le nuvolr gonfie s'erano bucate; e la pl~;~;u~~l:;1;::n,~à ~1!'~~ ~r~a\1~~ ~~I~~~ mento sembra,·ano macerie. La sabbia smo~– sa dal ,·ento a,·,wa scoperto Il loro squallido e ba'S80letto dl"armature di ferro. Luigino s'era reso conto che li prete non Jote,·a compromettersi: che a,·rebbc ,,oJu:o anche dlrti:ll che sua madre era In pars-!!i;o. Ma questa - In rellglone - sarebbe st.ata una nienzogna; e se fosse stata una vnltl, sarebbe stato comunque un fatto fuori delle regole cristiane. Polchè. chi non viene asso!• to dal suol peccati, come potrÀ sal\'ar51? ?t'r questo li prete lo a,·e\'a accarezzato, e gli ~~t:·: 11 ~~~alato il cioccolatino che sapeva di In preda alla disperazione, Il ragauo prese a correre luni:o il mare. La sabbia 1rll avreb– be spezzato le gambe. se R\'es...~corso per molti chilometri cosi. Ad un tratto commciò A piovere. Era possibile vedere. sulla s :i.ht ,'~ come f~ero distanti Ira loro le prime "OC· ce. Forse dicci centimetri runa dali'al'tu, =~ibe~~c~e~Ì:iri~c~i!i~r~~arc~a~~~t:~è~ re. Poi la pioggia s !nfittl. Lufsino 61;;uard,':> at-tomo. ,•!de che la plneta era a pochi passl Allora corse Ira gli alberi, fino alla raduri, del mammone. La radura, In estate, era una

RkJQdWJsaXNoZXIy