Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 16 - 19 aprile 1953

!)omeni~. IÒ apriic j"!)53 ARTISTI §ll'R.A.NIE IH:JC 1f LA FIERA LETTERARIA JLN JlrJl'A.JLIA EvaFiscber * di CORRADO ALVARO JLA. R.A.DJCO * Pag. 7 Vna novità di Rosso ·ai San Secondo ALDO CALO' - e Bambino• ARTISTI IT ALJANI ALDOCALO' di GIAN LUIGI GIOVANOLA Aldo C:i.10 è, con Bert3g:nln. Cappello, Minguul, Oreco, it!~pr:n:ii:i~ 1~ 0 e~:! !rv\u e Frn1t;~~M~~f1 ~,:~ -::~~~zi~~; ch'è 1ul quarant'anni. Come per 111 altri, anche Aldo Calò ha trov ato In que- 1to ultimo decennio un 1uo llnru•nlo llbt.ro da orni rl• tuale riferimento ad esempio al noatrl tre e tm me • della acultura (Maru:ù, Marini, Martin!•. va ~~:en~~:.~~~ue~elo:io~O::d~r :I !~?~nà~,I~~~ "'• questa, che b~erà ttner preaente quando 1I dovrà fare un discorso manlormente ampio 1ulla nostra gio– vane scultun dopo Il 194Sl, In pochi anni Calò, parttndo da un mlaurato cl11-6Sl– cl1mo di forme e di attegglamentJ, li slunto, attraver&O ddormailonl di strutture e rapporti ad un ritmo e ad una cadenta. che hanno chiari legami col cervello, ma 11,nche- e questa è cou maggiormente consolante - col aentlmento. PI.non, lo KUlt.ore ha tenuto presente questa nrus– Wtà del sentimento, qucato percepire con emo,zione una propria realtà Indipendentemente da ogni plu o meno ortodosu tematica stlll.atlca. Olacché, a parer nostro. Calò è un intuitivo e un primitivo. Se f01$C lecito dunque 1unertre aleuneh6 Ol!rto noi non vorremmo che cl f01115e mal In Calò uno ataceo (e la cosa potrebbe anche essere probabile) da que&to1uo abbandono alla sensa.z.lone e all'emodone umana. come è ad esempio In e Figura di donna col· bimbo• pietra del t9SI upoata per l'appUnl-0 nell'e1tatt di quello 1teuo anno al e Ccntre d'Art Itallen • di Parlai e che fu poi acqulltata, se ben rlcordlamo, dal Muaeo Nai.lonale di Arte ?..1odernadella stCNa città. Lo pres<'ntava allora Osslp Zadklne Il quale t11evava come 1<'1uc pietre e I suol legni parlusero Il linguaggio puro delle forme e come le ombre e le luci. urtandosi e formando un ;loco J)'ltetico, obbllaaU<!ro lo spettatore n continuare la vita delle forme. e On sent - conclu– deva Zadklne - dans AtS marbrc1 et plcrres, !'artiste vlg~1r:%r:/~é~:i~tben conclusa; di quttti ultlinl anni, lo scultore è ~unto attraverao I eaupt'roz.loue di uc.a deform•Llonc ncn sempre con1tnuta e non aempre m equilibrio con altre p~rtl del corpo altruncntl espruse. LE ~O§'Jl'.RE D!>AR'Jl'E * A .ROl\è'\.A ero. questo, nun ,•·e dubbio, un pa.5SQilo neceuario per 10• avoli;!mcnto dell'opera dello acultoryi leccese. Le. misura di questo p11.sugglolo si ebbe per I appunto 11,lla Most.ra all'Annunciata a MIiano del '49 dove le braccia, Je spalle ciano in parte affondate, u&0rbltc dal tronco, iblioteca Gino Bianco dalFC:r'ic° ~;i:· anche In ciò Il desiderio dl colpire, di umiliare U nudo con ddormulonl ulmmetrlche, Im– provvise. e Adolescente• del '◄S, col buccio slniltro fu,.o nel corpo e l1 destro tornito a lutto tondo, era appunto un tipico esempio di questa tendenza dello scultore di aderire ad una asimmetria angolat.a do,·e parti In aln– tes.l venwero ad RCCO!tar1Iad altre che non lo erano •H;;!:fe esperienza conunua fino al '41, anno In cui Calò tende a l\'lluppare le membra dell'uomo, ni.cchluderle 1n ampie aupertlcl 1u cui la luce si spande formando ampie zone d"ombra nqll Incavi profondi. Gioco plastico dun• que di conca\'! e con\'CMI dove Il ritmo auume nuovt valori sottilmente astratti. e D~~~~l:: ~\:~: e• ~iu~ra a~cr~~~~~t'c~1 ti!n~g; del '51 sono tutti punti di arrivo, riaultatl di un ltnguai;– i:10 che s'è andato via \'la 1emprt maulormente allar– i;andogj e I cui sviluppi P.bblam vlst.o pritnll lilla Mostra <le-gli eArtisti d'Ital!a • al Pal11uo Reale di Milano nel– l'Inverno 'Sl e ln!lne allR Biennale '62 Certo è - a parer nostro - che Calò dovrebbe sem– pre percepire quel senso del sentimento e dell'umano dl cui andavamo dicendo e non soa:stacere a volte al gu– sto di superfici accarezzate con lnalau.nza e &\ 1 1luppante1I In volute, In aplnll pre$tlqlose. Olacehf - è fuor di dubbio - Il miglio~ Calò è proprio là do\'e queatl ae.n– tlmentl umani sono maggiormente espreasl G. L. GIO\'ANOL.\

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