Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 15 - 12 aprile 1953
Domenica, 12 aprile 1953 OHFJ'.O TAl\lBURl - « Ritratto di RenCe * C:t capita qualche volta dt ricevere lettere di andcl let– tori che st lame11tano di una nostra pretesa disattenzione od o&tilità net riouardi dei con1ponlmcnt1 poetici che cssl c'lnviallo. Noi saremmo. a sentire questi lettori ln1pa– zlent1, delle specie di dbappe– tentf e superclliost mi11ossi po.sti a ouardla di una soolla v(eiata a chi 110,1 abbia fl reoolare bloliett.o d'Invito. So– la e uguale accoglienza da parte no,tra sarebbe, at frutti di cosl lunohe cure e trepida. doni, Il oesto di rlftuto e di noia; untca e comu11e Jona di tanti sogni e di tante fa. tielle, Il cestino. Questi amici evidentemente non credon.o e non immagina– no che I loro lavori ve11oa,10 da noi autd11amente e atten– tamente letti e valutati, e che .se 110,1 ritpo11dlamo i11dl11l– dualme11te è .soltanto pcrchè ce lo vtctano la mole degli scritti e la rlstrctteua del te,npo. Dobbiamo Inoltre 100- alungerc che e COll esigua la schiera. nella Jttta pioggia di versi eh~ ino11da quotldlaita– me11te i ta,JOli della nostra re– dazfo11e, df quelli anche ap– J)ena passabili. che un discre– to silenzio è quasi sempre pre– Jtriblle a una esplicita ri– sposta. Tuttavfa qualche cosa ovnt tanto st trova che si toolle dal ve,icrale squallore e che fii qualche modo cl comJ) en.sa della nostra Jatrca. Sono per lo l'iù piccoli e modesti florf, non privi però di una loro, seppur talvolta i11certa, tinta, e di u11 loro, anche se noii sempre ben de/lutto. pro/fimo. Abbiamo coli pensato dl raccoglierne cii primo mazzet– to e d.f obrlrlo af lettori, rt– mcttendo alla loro attenzione, alla loro sc11slbilltd, al loro gusto quel giudizio che oli au– tori lmplicttamcnte ha11nosol– lecitato in11landocl da pubblf– eare i loro compo,1imc11ti. La sceHa che Gbbla,no fat– ta non si Ispira a nessun cri– terio di tendenza o di .scuola o di poetica. come potrà ben da sè co11statare Il le~tore, nè derh;a, per OPl.'01to. da nes. .suna preconcetta esclu,tonc. l comPOniucntl che abbiamo Inclusi In qi:esta piccola a11to– Iogla ha11no,per quello che ci J)are e che cl riouarda, u11a &ola qualitd In comu11e. cd è quella di una civfltd e di un dt>coro lett ..rario, di una compasteua e di una dlgnltd d'es1)reulo11e.che non esclu– dono PN' talu•1ì u11anota di oriotnalità e di personale fre– schezza o vigore, per talal– trf comprooono una rielabo– razione 110ndt>l tutto mecca– nica ni oratulta dei motivi e d~t modi della poesia contem– ponrnea. Cl resta appena da agolu,t– oere che nessuna preferenza, oll'l,,/uorl dd limiti delle sue– :i:poste ragioni. è ,tata accor– data agli lnclu.st In que.sto Jl?rllegio. E quelli che non cl sono e11trat1, non pen,lno di essere stati h1tenzlo1uilme,tte c,ctusi, se hanno cefta co– scienza elle cf potci;ano entra– , e. Consentendolo le circo– stanze e la df.sJ)o111bllitd dello spado, strano certi che ti turno t:trra anche per lOro. IL NOME Quando lo u.~ morto. mettiamo d settant:a.nnt - l& vlt.a mettta si allun,a. dicono - .:he resterà d! me? Non parlo del corpo, quello s.l !!A: • poco a poco d:..minu!rà. di peso, dLsfaUo In liquame. ~e~~l ~iùe ri~~J~glnl • ~o~~~eel~~f~-1!st~1~/ rfefifr~: ~•tr?Umbr!. Ma reswrà qualche alt.ra eo&a: Il nome. Non que!lo • ba :IA.to dalla g!or.a • oh no. fratelli. so:,,lplto alla base di un morJUmento poco som!gll1nte, o lnc!so nel doro0 di volumi suçchlatl anch'essi da lenta polvere. Parlo del nome che rt.:.terà sul re1!.!.tri, perchè sul regio•rl della vita a1nminit.tratlva li nome )).a pJU lunaa vlt.a che sulla bocça del superstiti <e non parliamo della memoria e del cuort). Pen&o al mio atto di nascita, ocoupa un grande foglio In un volume obbligatoriamente legato In pera-amena, in un.> scalfale ormai molto alto - neq-11archivi il nome sale ma..-,m:i..no che li tempo Lraacorre. nella. vita 1wv1ene l'oppo,;t.o per la gent.e senza 111.eranz.a - :n:e:i_ua 1 ~~fa \~~iafti~~:no le finestre e Il profumo delll' t.uberOl!ee di,! geLM>mlnt (con questi fanciullo acquistai sent0re oeUa lungh:.&5.mRrue:rafredda del sen.&t). La ml& morte vi ~r.\ poi annot..ata: a dbtanz.a di ch·m quante miglia - polch~ non crNo che mor .ro dove nacqui - oorrl~nJerà J'auo di morte, questo più p!oco!o. meno solenne, come si add.!ce a w1n pNl.1.lCA chiusa. Com.-;: ~ani fatto 1'11.rchlvlo dove giacerà 11 mio nome di deceduto, e Quale aria ent.:erà dalle flne&tre quando le apr.rnnno? Pub dar.;:! che Il mio nome resU ancora ne! regLstrl delle .s.mole elementari, e del glnnMlO, e ac! liceo: certo do\•rà ftgJra:-e nrl reg!Strl del Uoenl!J.atJ. eiell'anno 19..., · ma questi Onnli ~a.ranno staU pa.M,aU all'archivio morto, come &i dice in acrio. Ma l'Uruversllà: ecco. quJ 11mio r.ome pub coint.an 1,u una plù u,nQuUla. perma.nenz.a, attardarsi anche a rtcordlU'e. cUvcrtl:-sl n forrnuln.re epitalft a.lla maniera di Lee MMten: e Non frcqUUlU\I ba.lU e veglioni perchè non seppi mal ballàre, ma scrissi molte pocs!c e baciai molt.e fa.r.clulle - bac:al soltanto - sulle panchine dtl parco che s1 stende tulla riva del fiume, o nelle oolllne dlruupeuo dove i merli ftJChla\ano ne! ma~Uni di mar,lo •· Per quauro tuml p<,'.rà Il mio nome 6!Ggl!are carte che lo !"!guardano, molU e:>llmJ. e la lau:c:3, e anche qui un ~cnr.e reglst.ro . E la mia oella pergamena del diploma. dove andrà maì a t\nlre. col mio nome ;.n leuo-e gotiche accurl.t..'lmeutc miniato? Mn d::ive Ja,;e.;o I re11strl dJ leva dell'anno 19 ... ? f. quelli dell3. mia mlllz!a In tempo <!Ipacef Neila scuola m!Utart: dt Lucca Il mio ncm~ a.soolta ancJra le trombe Oclla casermA S. Romsno. SuU.! mura 810CEl\'M\O al soldati, Nl ci sdra.!o.v:imo s-: >t.to G li albtrl, ven!v :i.no 1 \'end~torl di off•Ue e le ragazze pis5a\ .a.no !n b:c:cleUa . La sc:-a andavo a \ffltre liaria <'he dorm:va n?I marmo: ma quest... è co.a o:1na! troppo let.t.erarla. ln ,·1a della Scsla a F.~~nie de\'e donnlu anche li m!o nome: anja.vo agh Utftz.. a \e:lere Wrenzo di Credi, pol d!Ct\'O aUe ra1azze che ft.H~\·ano U vho botUcel!iano, ma es.se r .dC'\·ano sc,1,ltre. La carta è preziosa nel 1lomall. P:"t.Sto I reg!st.r1 ,·onno al :nacero. Ft>rCiònulla tt:i:terà di me nel regl.st !"l d,:ll'amm~nhtrwone dal r!ornale X. Ma un momenio: ~r~~I deçll art,col\ e pUbbl.ca.1delle p()('i,..e. Ecco una cosa rhe non r:ccrd.avo. Rt"$tcrò dunque nelle eollez.ion1 degli anni 19 .... 19 ... e 19 ... perchè le collci1onl :10n .si dts:.ruuono. Bent. E ora 68.IUamo al Slnt.uar!o rii ... do\'e mi sPMal da.van~ all'altare. La mia nrmo. e la sua do!"mtranno e:,! nst.r1 nn.:i.; come nella \·lta oonrumroo Insieme cercandoci all'alba la mano &enza SVeitllart'L Kon cl dnrà futid!o l'odore dJ 6ELCttStla ciell'archl\·\o parrocchiale: rorsP ~I mescolerà a quello dell'lncens::i o del ti.ori cpoa.ssUI da\·antl alle orribili statu O fo"e l'archh·:o pt.!":-<'CChtale urà un mod:cilo d! modenùtà - Il &nt.uar;o è noch .;.slm1> - Eta.lette di aUumm!o e armadi di metallo? Che orefer:.i,c!. Mar:a? C.,,mur.aut ,empre le campane 6onennno p~r t~l!3. l'e:.crn:~à l!elltt terra e I noHr: n~m! le a~eolte:-anno \•rl~I per umpr~ r:ell'alto. dl mt.!r.mon:o. ."o; cè lU..t:t I!'. mia cnr:rr:-.. lioteca Gino Bianco LA l'IERA LETTERARIA Pag. 5 ANTOLOGIA Un concorso. un altro concorso. un terzo eonoor.so . Una volumJnosa cartella pt~n:ile - nrà (:cn.n!nnta per ili anni reio1-mtntarj , dopo che anttrò In pensione, neil'ARCHIVIO MORTO. Poi andr! al macero. Rester11.nno alcune Gazzel.t.e Utnclall: li mio nome sotto i decreti che ho rt&:l.stnto o pe.r gli IJ\ca:loh! che ho avuto t nell& • R!vlsui. giuridica • uer te sentenze che h::i stcs-:>. Che altro? Negli 11.rchlvldrlla car.cellerla di alcuni ordini cavalleroschl nrò se;nnto t~a. l cavalier! e I commenda~·,. Che altro 11.ncora?Nell'osp~11le di T .... dov~ fui m&lnto dl brcncopolmontte · sarò ancora In un 11.rchMo morto co;~~~lti":rt~m~~le J~ :1~~~lalle?) rma QUtst.l hanno ,·tta brevissima). qualche noi.a nélle Que.nure (&010 ptr n paSISA;>orto. fratelli!) molte firme nel re,Jlstrl dt:l visitato,-! ln IUOG"hlllwitrl. Poi Il flornale col mio ~roloa:Jo. Pol l real.stri del C~ltero. E Qui &an\ la. m!n ultima eternità: ptrch~ anche I r~lSt.rl del etmltrri non si dl.st.ninoho. mentrt cadono abbandonatp le lapidi e alla fine ven,:ono rlm~!~ h:,sleme al corpo già &comparso, dopo 11 tempo reao:amentare. C~l un nome ~'J trr rp;lstrl - nl.!clt<t. matrlmcnlo. mortt - dormirà nei aecoli dei se-coli: perchf: un uomo pa"lò 'tU questa. tena solo per essere annotato sul retistrl. stl'!U a.lt.ros!; nlflca.to che noi uppl1m1>. !\'ICOLA C.lS_\LJ~•t LEl TERA D'ADDIO E' venuta. presto J& m!a seta: Domani donò partire l'~r un mondo tc,i.e più buono. Sornal t.a.nte c'.se; Cerca! l'lmpos~lbile; t~a~u 1 ~\~r~llb~~neo d'tflstere. Quand'ero p:ccolo in faiOe MJ dl.sse:'Oche èro triste P!\1 di quanto sono ora. I blmbl della mia età. Ml funlrono sempre E le 1rasse monache 1'11 s. Cl'llva. i1l.c~r,:~~ol:'!.o b~~~! I eubonl E non p~nzevo allora P()lcM pensavo al topi che ml a.,•rebbèro morso. La rutrra. la ak>vlneua Il prlm.o e l'ultJmo a.m:>~e ~ J>USatl per a:empra. Poi 11 mare. li mare ml volle oon sé E ehilll pla.ngendo Che ml l~sclss.sero andlrt, l\.ta pre&k> !uJ stanco DI quell'Inutile andare C,ome Wl Cli)? ba.st.a.rdo Sos'rundo una caea e una donn,. Un amico ml é murto 1erl. O;fi vivo e no:l vivo. Doma.~! non letiurò più. LMCto le m1è tre Bibbie Al tre ciechi del mio pnH. La cappo~ta di culorino t;;t ~~~~lrf~!t.~, MlChtle Il ,e)f,tlQO. I dla:e;nl ed I lrancobolll Che per lunJhl anni r.iccow LI porterò domani Con la mia can::&Uft. Nt!l'uhlmo v11nlo. RODOLFO RUBJNÒ JDTLLIO ~.~~r.11\f ~~~!!~~~~e :~~nne di .,-anltA> eh, lievi i-ch-olavano nel c1e.ln o:.'me •Il di cornnceh~e. renu V"Jee R~i:va lmmobl!e la pace del vtrde nell'oochlo trlste del passero mu10 ~is~~J~a dle~i:~~nab::ara ~~n:.~:1., veceh~ J>!n& ma. indurita da.I tempo che impultntt l'•\·eva LOltoal rami con ,·tohmza Pietre forl!e i.ecche e pietre afhnnate fonnlcne un brulloar d'ut~U per llvlde tun,a.!e velenose. Ntlla v!lla Lra le bianche colonne dl 1ra.r.dlo non c'era vento e l'aria. ftrma. tra le oose lnl16t'.dite !!!allo sl\!11.nte canto derll uece!U. con palme di Uep!dt careu.a ml sua.:1ev11.. alla not.t.e. GIUSEPPE PICA!l/>1 SERA AL CAIRO Slamo in dicembre e ~mbra d'es.\er d'otto~re, ltrt fat::t\'a prlln11.vet'Ala nne pioggia è appa.ru, hà. lavato le rose, Il filo delle palme turch!ne. T\a'ch!no è $1 ciclo ii sera - quanto profumo In itro: ne\ g!a:-dlnt. nell'aria lunai: 5embr3. d'l!$1Scrdi maJ-;!o: o nLla patr!a, o It.c.Jla. è n tuo volto, lo r!ccnosco, è U rU,.O. e la mall~la. Qui voi. ancora. o gentili spiml delle terrar.ze. ~n~tie'°~~i. ~r==~~:,P~i-c~~~~h~ei~g~t:iuato rlf'Ol>I ~,d~.~~:,reu1, &Il co.,,e plu ftnullarl: t.eLto, • Slamo In dicembre e gulz.za.no le palme irrorate dJ frNCo dall'acqua del cielo, auluano al vento che selorlle le mob!U nuvole; e illluano a"lch'f.lfi,.'tl I barllo:-1 Mlrem! del sole - o inia terra, ti r1c01l0fco: dal tarllo del tuoi mon·1. dal 600Codtrupo delle tue rocce. da.I plano t dal ms.re , dal colore .sopratt.u~to che ti ammanta.. che tl d~tende, che ti fa. tenera e dolct pur t11l'.&t& nel mezzo dal t.uo v!rlle dolore. Quando dL"(:enderà la notte, suJ cuore lnddesso della cluà. non sula r.eppure Il ,·elo d\ ten!bre ftPt)Or~e:i. uni sosta che sia un momento, un respiro per lei .&0:a,e in11tllmente quc.:;L3. sera affl sclollo rrat1e e dcnl, patehè l'OC<:h!od.Jatratto e accecato non aua.rdera che il gorgo delle automobili In corsa. ANGELO NARDI fil:~ ·.,., . ... -~- - ~ ~i:- .t-1'~ ......... BENCHE' IO NON SAPPJA In un ereJ)WC()loauiia nne cammino s.antff!doml dire che la deUcaleu..a. delle torme, I oolOTI. rll occhi co~I differenti tra. loro, gli &:;uardl che cl amarono. le mAnl che cl aocareua.r..:r.o. li giorno. li vento, la ;!ola. non ehbero nesmm, Iotene:lone, e se ne può ECoprl:e J'c,r .g!ne In un ubinetto di ch!m!ca.. 8f-nche le ore s.&n.'.lp:i...~ate, vedo che Il glcrno ron nmcrt, t neppure na.sce. e nevolt si lamenta Il vento èorre.ndo t.r;i. gli a!btrl dHolail, ne \'I ,ono più nuvele. e t1cppure 11 scie. ne la. tlmlda luna. nulla è rimasto per l'uomo· solo i ~nl lat.ano. Mi domando Quale b~ino a.\•e,•.ad1 r.ftutartl lo ruu che visse gu Qnnta terra. Io ved1>ancora I lftro volti ln!crmt. le mani lnfol'ml, r.odo le parole L'Solutamente Informi dopo che ebbem studiato e appreso che non vi tra un'Il'lten;lont, ma tutto procedava otr cuo da una cellulil che &I Uben. Sul principio er.tno molto orsoJIIOI.I, erano bea.il di non avere padrf: nP madre, un P.1.8SaWnè un av\'en!re. w1a steri a .opra le loro t~le: e quando dk:evaM •morite•. 1:or. alludev1mo a li.Il\\ cosa mlsttTIMa, ma a un d!SQTer1mento dJ cllhùt, di cui era lnuwe parlare ri~·uar.:la:ido s">!nla chimica. Poi, la C-:>6Clenr,a che In segreto lavorava. di è!SS"ere ciuouno :.<'nza.dom&nJ (~rohè la st~a .weclt umina si E$tebbe tra tanti anni dJ,~;nut.f.l. li gp!sf: a cercare cose sempre p!ù orianlche. come Il sesso. Il pane, 1 placul fts'.cl che In breve non furono nemmeno plactrl. perchè la memo:-la e la speranza n'trano sttt.c el'mlnat.e. Pol vi furono le st.ragl ch'cssl ,wevano condi.nnau. ,1 furono J)erchè mn era t.more Ln loto, que.ll 'Mlore che na,ce dalla oontemplaz;IOM e dalla gentlleu.a del desM!erl. Ciò che rima.si" dell'uomo è qutsl.O che tu 1:ed!, lar,·t sul!e so,:rlle delle caverne. braccia nel fondo delle mlnie:-e. cen'alli sulle navi di cemento armatro che fonnaoo la nou.a delle eltlà.. Benché k> non 5'PPl.a. da n06Suno che t.u st! l'crl.g~ne doke delle cMe, e abbiano st.ra.ppato tutti i llbrt dove si oar:ava di te, e dh.t.rutto I canu do,•e, ccme aopra un mue in tempe&t.a t.u passavi: benché mu, madre sLa morta da mollJ anni. e mia sorella lmpau!ta. t In qu,nto alle do:inc e..«se non VOfllonoche la 1hilccla.i&. io credo che dlet.ro questa tenebra U mondo una volt.a rcisse verde, turch!nl I ma.rl . bianche le ntn•ole, e tuu.o Questi) fO'iot. ptl\.Sllto Oa te. lo e-redo pire che le generazioni de.solate che '°PPortarono quosU nuovi s1'teml, credendo di p!'rdere per sempre La. loro ma.Ulna. cadrndo. l'abbiano r!lrovata in te. lo c:edo in ~ perché ml ricordo ili animali timidi, le silenz!ose piante,, Il ritmo delle sta,s!onl, e lt mani un po' l'C :ttpoli.te di mia madre, roo mol~ lenUnlnl. e il bene che factvano l!OprA !ti. fronte. Io m, r!corrlo. e crMo che t.u, na..scl)5to,non Importa, lont.ano. a.neon iruardl QUMb povf'ra terra. Omtll!s.s.lma, cara O:l1lne! E debbo farmi fori.a per rtiplngere numi di lagrlme. che urtano alla .!Orgente dtl cuore, ,e LSColtonel s!len&io Il tuo nomt, e &<:aproCht la ratt!one ml conduce da u-. ma.la -rado wu.o. la mia stcs~I\ volontà, come un batt.cllo 11.tt.raveraola prlr!or.e dtllt liane s:::tnde nnc., alla bellez.u del mare, P1zlentementc. ogni attimo, :lU.raverso la ntb-.ta., att.ra.verso Il allenzio e la putredine dtlle eoH, lo cammino verso la realtà dove tutto ha or!glne. e nel moto r!J>(l6a · la prlmavera con le colline d'n.raenlo, i miei anni di raga,.zo, I pensieri d'amore. COltltADO A!\"DRL\ ORPJ..:0 TAMBlJJU - • La Selne• MARZO La parOlll che è J)O\'etl, la parola. che cade, 111. J>•ro:a di cana non ti dari. la pact, non IMCcrà l'ombra d'un !\lo t non uri che v~e. bra~clo calmalo ln un saluto fermo. per c.on1mlato. r,.:i.. i d! foglie crudeli, di anatre In vrrn!Ce. di ciani di me.t.al\ O. mtse di venti p:>lve:'051. d1 ba.mblna!e u~clte r,!l iole, d! ~tranl lnsettl dentro facci di luc• m™ di plOff'e ealdt e ru11el, di t.errA 5eUra. negli orti, di esili durn t;u\ muri, me•e dl fulmini lunghi e dl p1s.ll IL8COHat.l nell'ombra, me•t di donne r.uove e dl iaLù lnqu!et.l., mese as9urdo e spie..ato. p.età, p:età dtal! uomini che muòlc,no! AJt)tANDO POPESCtJ.JJANU CA~DELE ACCESE Nel'e ampie notti cOdo l'eco d'unCL \'OCt lontana. che solleva le \·a.111, ma non aHtrro la tua. frtva m•no nt tro\'o 'IUlla roccia la tua fcrr.te. L'anfora do\'e t.u bevevi l'acqua del n.:R"e!h m'ha p:m.ata I sapori della tua g'.o\'lneu.a, e Il too caldo 0-110:~ sentii battere nella ere~ bruciata. Nei mari aperti del tuoi occhi. d'un µ:-of:mdo c 1 elo, ao;cclt.11 \O schiuder.si de-lle tue lunghe dn11ta per un bac!o d'amore. ANGELO BAftfttSJ Ì'.ER MIA MADRE Vola Il tuo ple.de leg;:ero come un alito perso n!'I \'UOt.o. nuvola amtrrllll. nell'lnqu1eLud 1 ne che wia luci! rlllfftorl rlall'ombra: Il ~uo prodlrio e m11.lnoto. E frt.alle è ancora la tua Vt.'Ce, m, pure a non vederli. ml rich,am\ aJ WOI occhi, al caldo del tuoi capelli che s'alzano Uev~ l\d un sofft,, t.\ rn~o ft:ito. e tu vivi... Nel ,uono della tu.t voc, a.rmonlo.sa pure 1on111.nam, cosi ~ls, orni wa c~a a:\ 1occa: !n una P!ITOlnMta. la tua. r:~cl~~~~r r: ~ ònb~ • \~h \~lvi•. E ml recl11ma ti i,rruo della ~ua vita c:>sl 1an~t.1: Perchè non so renjermt conto quilnto tu vl\•a. quale dok:eua OQS\ ml reati 1,t.ranlera... fTu non se! ln fondo, che la i,nt.e della mia vita p!Ci O!CUra. ove ripara l'ALteota olù ambita. torae Il velle:o cors,ro, l'aperto ma.ref F..s.,, nel n(l'l;trl ouorl - fOr!e - li punto cui è sempre Inibito l'approdo). t"RANCO RIVA L'ANIMA DI IERC s,1e mattutino d'uni. m:a nabt.Sca vita di h.nolullo. 1>0\esenza tempo. as,',duo nelle stinte del n:>nril. ov• tl dava voce ed inr.1,nto 11 ritmç> d'una ne1lla, l'anima mia di Itri ancora ce:ç:1 li tuo rawlo. Voce di mia madre, di te certo ha 5et.e nt'll'a-n1clo d'ombra. ~fano t.re ,nante di fa:,cluJla, frln;iltilb µr!1!on!ero che <'11.nt.uU I ftlt.l dtlla primavera. pèrehé nc,n pcrt.astl" con vol di a dal tamr,o quula eh! planf(e llOla st.ran!era· a.I a1-::rn1 alle notti che nulla r! porta.no. s~-anltr.a a me dm'!lntlco? M'è r:.ma'tta sar.lta. In un ·at.te.sa ktie, In un suo sacro dolore suptt!t.ite. . ~o:ln1~~;::n~r~c!-'f,e 5~~1:i~~:o d'ombr., tornate, FERN.4.NDO SALSANO DATE:\'IPOLANEBHlA Da temPO la nebbli ear.ctlla vo:t1 't p,esl della atovlnezz.a.: l! memoria ,J volte ., rlntnC'clare r.cordl e c!el!: e le p;no'.e cadono 1ommeue. tlmor06e. Sombn anche ama!"o Il pane. come Il pla.nto dJ mamma EUlla sorua. Immobile. 1d attea.:1en U ft1llolo che più non torr.a. FRANCO SACCA' Amtr05e le tue tremanti ms.n\ prouse ad abbr1oc!annl. come quan:lo, r.alla sepolta lnh.nz ..la, corre\'O e trmJ~tavo per la cua. Alla tua \'OCC,da una f::>ltane~bll, tmtrs:e Il m!o pa~ato. nonm. che e<.mii I n~trl mc,?IU &eJ rusOiJ;a.. YRt.NCO 5ACC,\.' '-
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