Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 15 - 12 aprile 1953

Domenica. 12 aprile 1953 LA FIERA LETTERARIA 1-'ag. 3 UNQUADRO RADIOFONICO DI DIEGO FABBUI * ACCORDO PER ILCANTO (Il 1lnghlouo disperato di uno bambina e 1croscl di rba di molte ragazze. Jmrxuto). UNA RAGAZZA - Ha sorrl&o flnchè a'è pulato del tuo vl'.!stlto da spoga ... UN'ALTRA - ...del velo bianco, del fiori d'nr:mclo .•. UNA TERZA - ".del confctU .•• UNA QUARTA - . ..ma appena ha sentito che dopo le nozze partirai, andrai lontano, e non tornerai più_ L'ULTIMA - Mal più! IRENE (cerca di calmare la piccina) - E cht lo dice che non tornerò mal più, chi lo dice? Stella, Stellina, ptrchè pianaere cog1 ~ 1ù, da brava STELLA (Il cheta un po'; ma •ub1to rl– p,-endc ,1 11nghlo::zare più forte). UNA RAGAZZA - Ecco ché ricomincia, la sclocchtna ! L'ULTIMA - L.'l &elocchlna I IRENE - Un po' buone, \'Oli Perchè non capite? E taaclatcmela 1tare 111mia Stellina. E chi vi dice che non la porti vla con me? Via con mc. sicuro: lo. lei e Manfredo! Via per un vlagwlo lungo, lungo, lungo come nelle ravole, eh, Stelllnll? LE RAGAZZE ffndeme) - Ohi Irene. ecco Manfredo. MANFREDO (lontano) - Buona sera. Hravcl VI siete messe qua all'aperto! LE RAGAZZE - Buona aerai UNA RADAZZA - Se slamo ancora qua a dlsturblltt, la colpa è di Stella. UN'ALTRA - Dl Stellai STELLA f•ul pu11to di piangere) - No.no! IRENE - Vieni, Stella, ora parliamo a Manftedo del noatro vlasa:lo; v1enl. LA TERZA - Non vuol più laselare Irene da quando ha saputo che dopo le nozze, parti .... MANFREDO (ttcfno) - E ha pianto, la piccola? IRENE - No. no. che pianto! Però la con- durrtmo con noi, vero Manfredo? MANFREDO - Sicuro! IRENE - Vuol? MANFREDO - Ma sicuro, dico, alano: con noli l'L CORO DELLE RAGAZZE - Ah, ah, ah, ah, Ah-, UNA RAGAZZA - Hai sentito: ti condur– ranno con loro! UN'ALTRA - Sarai pur contenta! LA TERZA - E cl lasclcral andare a casa, ora. LA QUARTA - Andiamo. Vla. L'ULTIMA - Vieni via I Vieni via I MANFREDO - Non ve ne andrete percM sono Arrlvnto lo? UNA RAGAZZA - Pcrchè è ora, Mon– fr~o. l\tANFREDO - Come volete. Non c·e bl– aosno ch'io vi rinnovi l'Invito! Ittne avri. gtà fatto la aua parte. Cl sarete tutte. LE RAGAZZE - Ttlttcl Auguri! Buona 5t.ta .- MANFREOO - Buona aera. UNA RAGAZZA - Irene, tu rimani. IRENE - Oh, oh, Urtbbe bella! V'l ac- compagno. Devo dire ancora una parola a Stella: un Mftl'tlO- faoltotJOCe) · Stella. Stellina la notte ,-'avi:ICina_. LE RAGAZZE (hanno inidato, gl4 un po' lontane, un coro tra l'agreste t tl relloiwo che a paco a poco d ~rde). MANFREDO (chiamando) - Irene? IRENE (un Po' dista11le) - vengo. Flnal- menter Ml pareva tanto ... f1llenzioJ Manrredo. MANFREDO - Eh? IRENE - Che hat? Che penai? MANFREDO - Siedi. IRENE - Dopodomani ..• MANFREDO - Lo so. Dovrtmmo easfie soltanto contenti, lieti: Invece_, IRENE - Chi hai Incontrato? MANFREDO - Oagllantl. IRENE - Oagllardl t'ha addolorato, lo ndo. MANFREDO - No, lul no. Gagliardi ! un ;imlco llna:ro. IREi""E - Lo so, lo so. Slnet:rltà clt'Ca, la sua! oiu;I non do,·e,·a- MANFREDO - No, Ircme, no: non! questo. IRE.NE - Vuol dirmi? Pu~ la aofferen– ta non U dhentl più cruda. Allon1 puoi ta– cere e dimenticare, qui. con me. adC$$0.Dl– mtntlcare, se puoi.. {tm •tlen:::10) MANFREDO - Chi ha detto che I giovani aono generosi? Non e ,·eroi Tutto, ma non i;eneroal. A\'arl. Astuti. IRENE - Che t11anno fntto, Manfredo? MANFREDO - Unn coe.n dll niente a pen– sarci bene, da niente. I miei buoni amici 11mno complotto per mettermi alla porta. Tutto qui: roba dn ridere: oh, oh._ IRENE - I tuoi buoni :i.miei ... MANFREOO - Ma si: Arglert, Mogchettl, ViM:ardL • la redazione al completo. Sono tempre nato un po· dc.spola, per loro. Avevo una Caccia troppo durn: l:t grinta - dlce,·a– no ridendo -. mll lu fondo lo senth'Ano. Non ml ~nll\'o a tenert t piedi In molte ,u,,rre. n comodo, lo ao. 5Pttlalmentc aJ giovani. sai. A loro. per esempio, racc,•3 comodo. Ma Io ho sempre detto •no> anche a loro. Tanto a,·e,·o la grinta! M~llo ac:r.lracne. IRENE - Manfredo. MANFREDO - Pe:rò arri.va un momento.– li momento In cui si s ente- I l btsocno d'al– lcntart I freni con tutti. Unl\ spede di te– neruza unh·crsale. E" \'enuto :tnche per me quel momento. Quando noi abbiamo deciso di &posarci_Si comincia a sentire In •ltro modo. I'b sorrldc,·o più sl)CSM,per esempio. E gli altri allora $1 n1dummo. Dicono: ecco, ~ il momento. Glielo faremo capire che per lul ~ mt11ll0 lasclart la rlvlst:1. 011 costa so– lamente fatica. E Manfredo dice di si, che non ha più ,·0111:tdi logorarsi ranlmo ... IRENE - E' C&ttl\'Oquello che pensano. ;\tANFREDO - Cotth•o? SI fllnno sotto. Io lo aape,•o. Lo pre,.,cdc,·o. O prima o poi... Ep– pure 011:glquando O11gllantl ml ha lnfor– m•to. ml son sentito_. IRENE - .triste ... MAl\'PREOO - ..non proprio triste, ma_ ma am&ro: !mprcpan1to, fora.e: rolamente Im– preparato. PtrcM Il complotto l'hanno imb:1- s-t1to ln rt'datione do,·e ,·uano radunati per accodaraJ 1ul mio ttiralo di nouc. n re;alo di nozze! Oh, oh_ E' questo che m"ha fatto male, che ml fa male, dentro; 1e penso alle lioteca Gin Le voci: Irene - Manfredo - Cd- stina Jrario - Un frate eia cer<'a ~tella, bimha - RagazzP- - Fanriulli PAOLO l'ICASSO - • DiRrno • \1910) aue CCi6e lnalemc, al due regali Insieme ... 11 scrvltio da s crittolo In pelle rin•. lavorato " &balia, ti servii.lo da &erlttolo, e queata spinta. all11.s chlen11 p er mettermi fuori dc-lla porta. Che non cl slll niente di sacro - per loro - che ,•alga a mitigai\.• quell'C(l:olamo ... Non IO- Uno al Sl)05a - un amico: niente! Vedono solt.tmto uno srlmgllo per tani sotto. E ti fanno quel due ~1111 Insieme. H11nno la coscienza a posto_. 1A cosclental (r,aiua) Ma. dico lo: al pos'IOr\o nccctt11rc Insieme? Tuo fratello. al mio poe;to,direbbe .., IRENE - Lo IO che direbbe Ilario: la marca sale ... MANFREDO - ... cd lo non so nuotare - e In.accrebbe fare. LAmarea 51\lee lo non so nuotare. Strano mOdo di affogarci lo ln\'cce ao nuot.are: e saprò nuotare nnche sta,•olta. anche se In marca aalc e ml trov1t dlspoato nlht lndulgcnt.'\ Il \.Utll I costi. Alla pace Il tutti I costi. Pcrch~. lo sono un pacifista, In questi giorni: pacifista n oltranzn. Voler cre– dere che tutti siano buoni perchè c'è tanta gioia In mc. ln noi. eh, [rene: sperarlo. lllu– dersl. crederlo. quASI, per un momento: e non pe1uare Invece che i(II Altri cont1nu11.no ad cs..~re quello che tono e co ntlnuernnno ad werlo ... ffi.ENE - Fino a che•. MANFREDO - Ma sempre, sempre. IRENE - Fmo a che non rtunge anche per loro questa gioia. • MANFREDO - No. no. Blqna eMCre fatti In un certo modo. Non al cambla. IRENE - E allon1? MA NFREDO - Bbogna lotl-Att:, allora, sempre lou.a.re: anehe oggi, anche adC'Jl,50. a dispetto di quest a gioia. Amart'fflarl1tl O t"ab– bandoni. MA &e ti muovi, 1e pa.rll. ac vivi. ecco che ti nascono attorno I nemici. Anche se ami... anche se ami Irene per farla wa sposa: deV1calpestare tutti quclll che avreb– btto sognato di rare alt.rettanto. - .Anche se aml. E' un'armonia. sl, mll che ne &0ftoea tante: altre possibili .• IRENE - No, non possibili perchè quel– l'armonia - se e lot.Alc, plcn11- è l'Un!ca ntccaaArla. Quelle che tu chiami armonie po&iblll non suebbcro mal 11tlltcvere armo– nie: dissonanze: ~ allora e glu11toPR.Mare oltre. MANFREDO - o·nccordo: dlMOnanw; d'accordo: è giusto - come ,•uol; ma dCbbOno pur essere sorrocate quelle dissonanze, e ge– mono! Vedi: ml aon chiesto se c'è nel mondo una rorm11di vita, se c'è una forma d'amore che non faccia nemici, che formi &cmpre, QUATfRO POESIE di R. M. De Angelis Amore So che mal al ritorna al luo;:hl amati e Che mal la bclleua &Iritrova: In questo eterno scorrere. la vita si ricompone In ct>nto mctamorf051... Eppure sempre Il cuore U ricorda - a ,·olte come un'eco che rimbalzi da v111lea monte -: s'Incide ~11'1ttla Il tuo prortlo e una musica scende dlllla tua bocca che un ralfilO dischiude: simile ad acqu11c:i.sta di aor;ente quello che narri non stlnruc &etc, ma l'Acqua brilla, la muslcn tocca Il cuore che trnsnle. Nell'lmmulne di te. ferma alle soglie dell'lnfnntla, 11tempo si raccovlle· è dolce ruoco quel raggio nl vccehlo 1nngue che tt'abocca. E all'lmpro ..,•bo la morte cava.k:a InVl\no armi la ma .O1 della falce (e 11tuo rLsoslnL< .t.ro , Il tuo ron&!no. e ti wc m:mt.cllo u -,.gi co1: 1-.mm111rtne non $I crul«llll p,:ù dalrorlU.Onte; e ~ tu, rr.oru. :t.rrh't. haJ quel stmblante, la sua bocca che <».nttl, i suol bell:11 ccctu. Fonie per questo IM-anno. la memona. di te reskte: per vl -re morte; chè, C0."1~plando, chl t'an\a non muo:-c. Epigrafe Uetl1bergperk. Il lago ~ già sparito, e persino le cupole, gli acuti eampa.nUL Nel rumo della nebbia li.\ ,•lta è spenta, forse Incenerita 011 alberi fanno mesta compagnia Se non f05SC la fuga di un pR\•ldo SCt•lllltOIO, dn.gll occhi rotondi e dn.lla codA Interminabile, chi s..'\prcbbc.-~lstcrt al letargo delle foglie tarlate dalla nebbia, delle Ipocrite murre e dclln urrn Inerte e 1memornta? Non o!, che Inclino al sonno dell'm\'erno come a un oblio lunghlsslmo e segreto, non I co~I ammucchiati nelle loro oscure pc Me: lllCCnl la nebbia Il grido rauco di un batullo: chi risponderà al1'1n,·1toper Il ,-1aA:glo ,·erso un'antica terra? La plu antica terra; ma alcune farà mat ritorno né d• quel ,1agglo né da quella tcrTa. Quasi un ad<lio Ho perglno creduto che U tuo piede dleuo di me veni.Mecome un'ala. Erano fOitlle.Invece. tra5PO rtllte da raffiche di vento: ro.ue d·oro rrusclant!, opitche. r ogne b allerine sul acntlcrt del parco già autunnale. Porse l'lnc,rnta punta del tuo piede una ne ll\lCvaurtaU\, e. dietro l'tto del mio PI\MO,su quella calle nota, tutte l'1tltrc, per rar coro a11'1tddlo, si erano mosse In un tempo di fu:ia. Giovine. cri cosi giovine allom che nemmeno più tardi dubitasti che quello era un addio plu che un u.luto. Sparimmo al lati della lunga atra::ta: cl fu l'o mbra cala nte all'lmprovvl~o. e In quel sllcnz.lo neutro, all'orizzonte, spuntò l'a mata ste lla della SC"ra. Paese di mia madre Voglio tornare al paese di mia madrt, do,·e mia madre riposa ,ottcrTa, accanto agli ulh"I sempreverdi e alle ap:i;::heche aunbhmo rolore. Mia madre era di un 111tropaC5C, ma. spou, \Cnne al no5ll'0 e cl rea:tò: come edera Intorno al t.ro nco d i mio padre, amo:osa p&m"OTI, del forte a.lb! ro, qu11nte \"Olle fiori. tante r lspo& e alla ,•occ del sangue: undici figli, e lo trA loro. Invasero la casa: Il dispersero poi stnu un 511luto. Non è bello Il paese dl mlll madre non ha slatuc, non ponti. non emblemi. è un po,·ero paese dJ colline aull'arg1lla malarica: le capre ,·1 stanno a guardia. e di 11uardla e la luna lucida falce stanca di ta-:llare. Se cl amvo, nt>n trovo che li rk:Ordo dJ lei come un•~-.enLa In una t'la 1 a · e c!b ml bl'-ll per 1cmMe a vivere: un ooo~ d.! umo e ~p;:arirdo un• C!CCC:I. d! tt-nt'ri C3pelll, e quel S\1(1P3NIOlf"";lO, e au•I SU') '-'{Ua.rdo ~empre pl:1 doi« i;empre p1t1rrmot.o. ll. ~I. DE ,\,;GELIS La racoolra di Clfi /a"'/&o oarte qu,re p(H'Jte ac~ con le Edlnonf Fn-Mll4o Por/lri di R0!ft4 con tutti. con tutti), as.sonanza, armonia: sempre! Lo sai tu, Irene, che hai nel cuore J:i. chla\'e di tutti t c.nntl e di tutti 5:ll .nc– cordl? IRENE - Che cosa 11rnndeml credi; e non lo sono! MANPREDO - Dove guardi? IRENE - Non è Il solito frate, quello là. L'altro conosceva l'entrata. Gli lnscgncrò ... MANPREOO - Fermali ... fai /rate) Avan- U... a,·anll... . Il.. FRATE (di lonta,io) - SI.a lo::tato il no– me del S11nore e 53.n Francesco nMtro be– nedetto. IRENE - Sempre lodato sia, - D:11con– \'ento di Sant'Ella? IL PRATE (a,icora lontano) - 51. glanorl: di Sant'Ella fuori te mura. MANFREDO - Spingere. No... di là.... ecco! FO&Se cosi docile la porta del Paradiso! n.. FRATE - Piu docile è, signore, la poru. del P1trad!Jo. MANFREDO - CredCle? IL FRATE - Fr :i.te Agostino è andato a Momenovo. Lui co nosc eva l pii benefattori. Io son novello, e prego dunque I pii benefat– tori, che furono già buoni con lui. di perdo– nare la mia malcrcanza. E' Il primo giro che fo su qucsl(l &tradc. MANFREDO - E che vi pare, padre? IL FRATE - Fra. fra! Fra Alf0l\50, con– verso di Vnlmontana. - Che ml pare? Oli uonlinl aon buoni anche con mc. MANFREDO - Tutti? IL~F'RATE - Tutti, oh, al, lutti! Qualche ragauo ml a'attacca al cordone ... UuuhL Slamo coel buUI noi frati conver&l, che han• no ragione 1 r-agaul di divertirsi e di fare un po' I a•glloffl con noi... Uuuh!.~ MANFREDO - Sedete, fra Alfonso. IL FRATE - Oh, San Fran<:1'sco non ml Induca ln tentntionl. Camminare sempre bl– soa:na: di port.'\ In porta: fino alla sera quando al rltornA al convento. Allora cl al riposa un po• le ossa, e al canta vespero. SI AN~A SALVATORE - e Dlserno > (19~) LE TRE PECORE * di RICHARD HUGHES pens1t al naviganti nella tempesta, a chi e c·crano una volta trt pccure nno a quando liOrpa.~U t !it':ttt' ma. Uno ,tava facendo l'lrnma~ agli ultimi rcaplr! - che Il assbt.a la Vergine che ,•he\·ailO sopra un·nua ru continenti e I se:tte mari. glun gme di un uomo. e l'aluo d1 Maria •: al pensa a Chi nasce .• e cl si ad- pe. Un giorno una di loro dlMC s-<'ro nd una ,·ente collina. un dn1go. e uno di \lna pecora., dom1ent.a chè la i;lornata pe.s.a, ma al con- 1 Sorelle. 110n ml pince que e Vedo•· di.SseIR pecora. e che e l'Rllro di una croce:, e uno dl vento se:mbra tanto !~tra. La pace della sta rupe:. voeno andttre 111 qual• qui l'erba cresce ,·erde e gli un leone. e uno non facet'll ne,. gera. che luogo dm•e l'erba cre&Ce ,·cr- stagni sono pieni di "lno. Che sw1a Immagine ma una mfÌo• ffiENE - Ecco la nostra offerta, frate de e Q;ll atnRnl Mno pieni di cosa desldernte che IO fRCClll? •· chino da servire 1>eruna OOAA Alforuo. ,•!JlO •· « Al plrdl df"lln rolllnn c·4' un o l)C'rl'nllm. IL FRATE_ Dio ,,1 benedica e benedica • DrnlAAlmo», nff't'nnnmno le cMtcllo nrro». di~ In dnm\. • l\on ,·Ntoit. dls&c IB pecora. questn. casa e queste CO!le belle... (allonta- aue com1>ngnc f:IC'lln, • Vz\ dentro Il <'tlstello. e c nt' numi che pcrtnno mlèle, nandost) SIR iodato u nome del Slgnort... Cosl clln ,;ccl'(' glfl dnll'nltn e ln Ofirl\\ f!ttln7..A bl\ttl tre ,•oJte n~ pnne che creste sup:11 nlberl: IRENE - Sempre lodato sia. !~~=n~::c ~~~~n:i~>~1;:1*!: :n l:nl>~~l~t~ :'n In,·oce mnn• chi1~:~•o]!te~~~:!a~c~~: •j MANFREDO (dopo un silenzio) - Cammt- do come 11 ,•cnto. e dopo eh!" Allorn In peoom scese giù per fu ochi lnmbl8COnole rndlcl del. na verso IA aua pnce._ che è intera. furono pilssntl sclte ll'.lornle sc-t• In oolllnn e 1rovò Il ClL 'ilello.lt nlOlllRKUe, e Il c'era unii IRENE _ Non camminiamo anche noi te notti glun/4Cn un CMtC'llò t·ntrò tW"llnprlmn atnn7n e bat• jf rfln(lc cn1<.11,1n di ,·etro plenll verso la pace? :;:i;:rs~a;n ~.'i'in c~~~~r:r~~- ~~'u,:n s!r:'~~t~t:1. i:~I~~ ~j ~~m~\~~ 1 lC ru.l;o. ~ta sulle MANFREDO - Pcrdonn.ml, Irene. to d'nnnnturn bnUt• unn sr,conda volln e unn e Devi tmllare dentro quella IRF..NE - ~rch!. Mnn(redo? • Pecortlla •. dl5..~C Il en\'nllr. lt'l"'IJ\ E J>OI con IR \'OCemnndc'I Cllldnln •• dL'\.\C Il nnno. MANFR~ (pacato. COPl~C uno che si umi- re~ ;!o:;;~~~c~ 11~-h~ do,·e :~~~~n~in \!~~: ;:\:~~~ m;!,1: /~~~~l~:mpletl• U) - Io t ho pensatn, lo t ho tur.a~a troppo l'erbn crt11et, ,ente e f,l'li ,tngnl E 1mbUod<>1>0 In pecorn entrò e Non k> &nrnl•· dl~e Il na- :m:u:°:''=~~aft~::. l~t~in~~v°; :;;i: slnno pieni di vh>0•• rl'S>OSC In :u;:~~~n 1;~:: 1~1 ~:~~!~~:: ~~- i!t:::~:ul :1.~~t~ anche: In due Il lotUtrc. Lotta. loti..'\, lotta: ~~k>ro ,enlle con mt •. dl& po che In otJnUnl\ n,·e,·ll bnUU· dfllln qunle polCYllMltftrt dffl· fC"mprc.E ':11P,.'\revache tutta la vita. dovc;s,sc se II cn\'llllerc. E dn unn bO~ to oon I 1iledl tre ,·olle e con tro In cnldnln. e allora la pcoora El~1~1n:t}~~~~~ ~·~t½~}l:ff~~ t~:~1:i ~~~iit ~È:.f.i~ff ;gi] m.sRiungere con te lll P3CC ... oostrulre con te co; e lego I sette nnstrt Intorno di nuovo sulln rupe, dove te sue te un potente Ketto d'aoqua •.e la Pf'ct noatra e di qWllcuno che verrà dopo nl collo delln pecorn e In oon• Kirrlle stn\ 1 nno ~lcchlando Il la tetra 5I aprl 1101>r11 di le:I.e :~;r~ ~u:~~':!fr!~~ R~~~~~l~:e )~o~~: :~:e n?t':;~~~llOC(~~ÌIC'~~ JIC!l~~~e 1 !. 1 ~~::h~i. Cho BVU = f:~lt~e t~~Ò ~~ ~ IRENE - "'Manrrroo: a.neon questo ne~ trnrono lu un a nm ,mlone . do,·t"Ito n,•,·enture mollo stmne •· ,ano r061cchlando llt'htne e mu- cordo Ul)C'ttav'o tra Il mio cuore e Il tuo. Sono un re l<'de\'ll 8 banchrt.to . e II e Sorelln •· dlw:ro loro. • tu schlo. felice! L'n'ccordo: pieno, pieno! E domani suo trollO ern tutto di lcgz>Onon Imi mili lasciato questn e Sorelle», di.se, e ho a,•ul() potremo SCIORl!erc li canto: le nostre voci scarlntlo. rul)f"•· grRndl av\' C.nture• · canteranno unile e formeranno un'11rmonla; e Signor ne•· nnuuncl0 nd nl• Col<ItrMOOrso un nnno, e lll e Sorelln •· rl.Sl)08(!ro loro,• LU e qualcuno si fermerà n.d nscoltarc... tn \'OOC Il ciwnllcrc, e porto 0011 5e00ndn 1>e00rndL,~: 1101111111 nml 11!-SCll\lo ciueetà MANFREDO - Ad ascoltare... me: unu J>CCOrclln che cercn un e Sorelle, non ml pince que- rupe• , IRENE - ...J>erchèsentiranno che 1111051.rO !'~~t~~;i a::,:•;,l~~S: ,.~·~: ~1~~.:,u~~~./t~~n\'\~~~~~l0d~ 1fc~ e ~:e~~=r~indi:i;o anno, è II cauto della pnce... •Allora.anche lei deve nsa>et- le e nf'gll ntbt'rl crc.socIl pnnc • • Sono stuncn di qucstn rupe, MANFREDO - E avremo fnLlOdel bene ture» dll\.'i.C li rt f",eli1d ,un SCCH'Rh) dnl dlru1x1 \'ORUOnndare dove Rlf Ucct.lU come se Rvess.lmo lottato? In quel momento la i>eeora nno nlln plnnura. e 1>er sette N>Oeclnnocome non t Je stelle la~EC:!e-v!~vr~or~r:ht~.se avculmo lot- f! g~nt~,~ol:1~~1:'~e~~:, ~~~ f 1lo~:lt~ 7i~ ~ 10 ~\~/~~.~:~ ~a;:~ 1 ;: ~~t;~:~o:aJ dlrUIJO MANFREDO (ao"idendo) - Talora è giu- ~~f1 e uomini di ogni mt'-ll ~"~:t:: :;~:r~ :i~;n~l!e~ ~~~~ 1 " ~~n~[~'.c~t~!~o.~ 1to dire: la m1trea 51\le ed lo non SOnuo- ~f~e~. ~:!~:i:i'i'\R~~m. Cc\~~- R<'C11dutralla prfnm pceom, e In dlredone del Cil~llo d'Avo· tare... cnl e ,:pngnoll e clnu.l e plRmCI l_lre In fece F«lere r;ulla ~la z:<> come a,e,•fWO fatto le altrt IRENE - Se ti sentisse tlarlo! e tedeschi e lnate!tl; c·crnilO eh.• HIOtn per un 1tlomo e un mcs,, t. dos>0&e:ttegiorni e attle notti ILARIO (lontano} _ Zitti che vi sento. ranll t' ltonl. e uli lppopotruno e un nnno. _edue nnnl e dicci e glun",(' n un gnm llw1!e. molto 8 m e un cn,nno e un cento 1mnl. e poi unn grande rapido e molto nero. E nel IUJ· MANPREDO e IRENE (lnJ1eme) - 0o,··e1 f~~: unn dOIUlOla.un gnt- trombn SUODÒ ~ un nllllO e.n, me. t-plnll\ dalla oorreotc, Rlll• Do\'e &el? _ to. e un gl"Olloo rso bruno; c trò "~pl\.$IOdi mnrcln nel i_nJo. lt(Udn,·n una b11rennerR. e 1ul• ILARIO - Quasau! - {çonta, accompa- tutti ata\·nno &eduli uno plil ne Em molto plcoolO e a,evn In barca nera stava diritto lln gnandMI con una chitarra, una specie df qulelo dell'altro. unn "®bi\ sulln 5Chlena e tre ,ecchlo oon unn lu~a bfl.rbi morcia nudaleJ. Poi Il caval!erc. tenendo la :~a sulla tntn, ~ era tut.tu ~c':1::'e ~~c a!'::Z'~~'~!~n: CR1S'MNA flOttOVOCe) - Che è? J)CC'Onl per I 11Clle n~tr1. la.con, e Signor Re t, di'-~ ad altn IIOOff.C 11,·c-ccMo.stnU che do- MANPREDO - Sastl !1~ 17 :nng:-r: ~,':~~~!. I~ ':oce .• pennettete che uno del veva SC'l{Uirlo: al tunb nel f1U• IRENE {sottovoce) - Mamma: è Ilario - anno. nmn!'e Il due ,umi. rlma ~:~~ 8: 1 :li ~~~~;' ;n"°m!~ 1 ~~~[i ~u::fnt~~rn~ r~~~~ Guardalo, IAMU... ise li dlCC'I, e rhllll.(,CIl cento Al\· Allora Il\ J)CC'Ont si AIY.Ò e (LJl• r,t) &rm 111bfU'UI ,1 ltnnò lo CRIS'ITNA - Pazzo, quel figliol (il canlo nt e alln Ime del ccnlo anni do oon lul unn IJ\$C'natura pooo profond• termina. Battimani achtrzoMJ). una tromb,a imono e una bclln e Do,-e ml porta'te? •· chlCM-e 11\'CC:Chlo sbiucò. e Anche Ja VOCI - Brt11JOI Bene/ fanclull11 entrò nel cnslello. al m,no 1>COOra pre11e. tcrTn PoJ 11vec- . • Oh Re. chiedo un tn,·orc •· eTI porto ne:! centro della chlO si mlae tt H!dcr-eautla ifOP• lLARJO faununclandoJ - Canto d addJo dlMe nd altA ,·occ lerm •· risi~ Il nano. pa della pcoorA.. e la. pecora ~r la sorella che vn a noue. e Pnrtntt" pure. damli.:ella •· Aveni appeni\ lìnllo di dirlo dl&SC; IRENE - Ornzlc. Ilario. disse II Ile. che In terra &I spalancò e In• • Picchiatemi, 11tgnore1. CRISTINA - Volete salire, voi? nl~~:':.tc~~<cur~,t~~~ 1~e~:~ n ::~~l~ 'i;;~: ;~7c: 1 ~r! 8 ~~~ 1 l:;d c~II le diede un oolpo con IRENE - 51, mamma. - Andiamo Man- Allom la perora 111 n11.0,e In tJ lnilerl preclplti,rono nel buio. "~;~~· In pecora oornlnclb. 1 fredo. damli;::ella la prc,-e per 1 selte uncht giunsero ad una grnndl' galopp 11re con lui plfi ,·tloce del CRISTINA - E tu, lauu, pazzo: scendi. nRftrl e la co nd u.'8(!fuori nella cl\\'ema, do\C I fuochi che al ,·ento. e più ,·elooe dtlla luco ILARIO - Un momento, mamma! Veni;o- notte. . tro,•nno nel centro della terra del l!Ole;ma lld un tratto ditte. no gli 11po&I! Ecco gli spoai! Marcia nuziale! • Do,e ml portate?•· dormm lambl~no le radici delle, mon• e Sl({norc. plec.hlattml di nuo- (e ,uona a pltne corde). dò la pecora. _ ta~ne. E nella ca,erna c erant) ,-o a IRENE - Che c·t, Manfredo? «TI porto Atlm\el'M> sctlt tanti altri nani. e CllttlWlO&\'e• Ed Il ,ecol\10 le diede w1 al• MANPREDO - Guarda: la rolla. :~~l~:~:e:1!tte marl •· rihpo. ~~;e~l"~~an:~ 10 ~ ~-o~~~ ~::lpo con 1• palma della IRENE - Oh! I bambini.~ roocf e ri,a di C05l cortcro cotUe 11 ,·ent.o per dargli questa e quellll for• Dopo di cht In pecora c,omtn- bamblniJ cl0 i. galOppare e • ,·olare nel– ILARIO - t1·1ndugia In ltntl.utmt aq;:,ordl) MANFREDO - I.J ha chlamaU Ilario. con la sua mu1lca Irene, che hai? IRENE fCOnlmMiaJ - l b&mblnL Sono \'C– nutl I bambini. dentro Il glanllno ... MANFREDO - Piangi? IRENE - Scusami. M'ha preso alla sprov– \1l.!lta. Ml sono commosu_ MANFREDO - Irene. I.RENE - Andiamo. Manfredo, IU, &U Cl fermeremo aul terrauo ad aspettare che &I faccia 1Cra. là, dov'è Ilario. Sl \'ede la cam– pagna. attorno: e Il sole che cala_ MANFREDO - Sl vede, di lassù... fil muoolio e r,U accordi di Ilario dbsoloono). DIEGO FABBRI FIN E Quato •quadro> risale al 193& e non t mal ,raro nt traJmeuo n.t pubblicato. ''="-'"A SAL\'ATOnc - e Flruu. rarla, lnnalz.andcwt gcmprc più nel 1uo ,·eloce galoppo ftno a che. dopo a,•er attra.,·cmto Il clrlo. giunge dò\e KII uccelU !!:boccla,·anooomc Hor1.e le &tel• lt: daru.t1,•a1)0Il t,:lrotondo. Al• k>ra dl&c al ,eccMo; e Rlpo1damoc1 qui• l\111 Il \·,ccMo la oolpt per la tena ,·oltn. con la m11no.e al– lom ella perdette uvnl forza. e precipito attra\CrM> Il cielo oo– me un11istella lllante, e cadde n piombo &ulla terra, proprJo ropm la rupe do, e le 11ltredue pecore staono miastleondo 11. chcne e m~chlo. e Sortlle •· dWe lei Ad alta nx-r. e 110avuto anenture mol– to &trane •· AUora le i.llre due pcrore la s.:uarduono con sorprcM ed ira e for,lla 11,dilllcro, e tu non hai mal la&cllltOquesta rupe• HICIIARO IIUOHES ftradotro do.ll' lnolese a cura di B Te cchl e E MtdONJ

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