Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 8 - 22 febbraio 1953
l'ag. 1 p!O su c'è aocenn11.to. V edrete di nuovo tor– nare quella retorica che per tanto temJ)O fu bandita e ttmuta r.ella nostra clvlltà lette– raria del '900, per una misura e un rlgor? che un gusto preciso w.,·cva ratto diffusa– mente raiglungere. Oggi, pot.remo In qual– che racoonto. eppure scritto da chi non 1,. certo p:-lvo d"Ingegno, vedere Il pe.rsonag;p che prima d! morire, va a cercare li e Capi– tale• cU Carlo Marx, per spirare tenendulo fra le braccia. E sarà una troppo scoperta cont.tapJ)05Jzione DOlem!ca alla morte del boon crlsU11no che tiene Il Crocl.f\sso ed Il ~~~:• simbolo, nella morte, della sua Spe- Questo vale. per n.lcunl giovani. Vale p,>l ~g~e dfP~~:~u.':~"'t;~~n~~rP~~~ 0 Mt : to. o criticare d! fronte al veri esempi m assenza, o In auesa. che Qualche rlsulÌ.ato \'UliS a confortare auelle tesi. Ma saranno sempre .rlsult.at.l di egual na.tura. Il •salto• è tuttavia proprio di chi era nato In altro clima. si ora abituato ad altra. forma e1prusiva. ad altro stile, aveva gli\ I 1 suol contenuU - ed ora ha sentito eguale cslscenza di mutamento. Qui voleva.mo ftu rientrare Il caso di Pra– tollnl. per dire che è di tutti, in questa es1- genea. di mutamento. il più serio e moUvotu. e no:1 lucla dunque dubbi sul modo In cui si è compiuto. ma che ripropone (cl vorreb– be, per dlrla con gli autlchl, una ._sosper.– slone del gludtz:o •?) quella perplessità fl- ~~f3 ~e·p~~~~~:1e;aa1r: 1 ~~r~~~r~a~~I~ llare) era di qualità superiore a quello dt 0gRi <• Cl'Onaca del poveri amanti• o • Un eroe del nai.tro temJ)O •>. Ma vediamo I mo– t.1vl stlllstlc\ del suo nuovo lndlrl:tz0. Primo: i,entare Il romanzo, la oronaca <il nmplo recplro. un affresco sul nOISt.ro temPO, dall'altra guerra Mi ot:81, la nascita del fa– scismo. la resist-eni.a del partiti democratici, 1 ve!)(.! anni, la liberazione. ftno ad oa:gl. Secondo: Pratolini ha ben valutato (quel coraggio, si diceva. che forse è mancato a Bllenchl?) che g:lunto ad alto Jlvello. a pie– na maturità nel genere autob!ograftco. di memoria. di frammento, di adeslone affei..– tuosa, correva, a.vrebbe per Il fut.uro corso U rischio di ripetersi. non trovando nuove vie. nuovi sbocchi. La realtà mutata, viva. la sua esperienza politica. la sua adesione sociale. era ben nel romanzo che egll doveva prova..--sl. Ma due cOEe fanno ombra, cosLlt.ulscono forse zona malcert.3. nell'attuale lavoro cii Pratolini. per qtJel che poS6!amo giudicare. Da una parte Il pericolo di un continuo rl– gonftamento dall'Interno. quel procedlment.o, insomma che volgarmente potrebbe deftnlrs1 • a fisarmonica •. e che st potrebbe ti"adurre nel restare troppo schiavo del partlcohl.rc , del mlnuzlOEo, senza mal un t.entatlvo. uno stono per sfrondare. tattllar netto, i.solare I tempi ed I momenti e,;senzlall della vicenda. E di QUI una specie di flusso che prende e che avvince. ma che ootrebbe rischiare mo– notonia. Glacchè cl !embra che Pratolini non p()Sia dare moli.Odi più o di diverso da quel– lo chr g!à ln lui cl ha convlnoo e conoscia– mo. L'altro pericolo. nel p~ato recente e forse nel lavoro in corso. quello della man• cann di obbiettività: sospetoo. di nuovo, d! trop;>o netta scelta, t-ra Il gigante buor.o e l'uomo perftdo. Il suo rece-nte. e minore rac~ conto, • Le ra~azze cU San Frediano•. ad esempio. avvalora. almeno Jn un pUnto quClto wspetto. SI tratta di un bo'tzett<>. per sten– dere I ftll d! una beffa trGPPO studiata e macchinosa, ma con tipi e figure evidenti. In un tono lenero e divertito: ed anche qui. ecco. ll periodo della liberazione, I part!gJa– nl barricate cd epopea, con un9 scompemo tonale troppo evidente, una forzosa Inser– zione che non persuade. Pier Anton!o Q·1arantott.l Gambini farà a.ncora pàrlare e.I sè. A l'arte li suo stupen– do dlar!o della recente passione di Trieste, ~ri;t~~erif1a dl~~it~ 11 ! ~v: L~:~:u;;ll'fA~ croclatC1re•· Cl era arrivato da alcuni rac.– contl: quem dei • Nostri simili•: s'era pre– para-to a quel r!.sultato maggiore fin dalle paglne lievi e t.occantl, ariose eppure dram– matiche, di •Trincee• (un racconto che me• rlt.erebbe più ampia dln:uslone). Gambini, sulla scena narrativa di oggi, fa un po' scuola per se stesso: non sta alle mo– de. nè forse Influisce sugll Indirizzi delle at– t.Uall ricerche. ·rr1esuno. tR'll risente del– l'esempio e della preser.za di una tradlt.l.one lttt.erarla: c'è Svevo dietro <il lui. c'è la ler– nieua o• m.-.J ~ at.apfr. R!cerca Intimista. la su!l, analisi pslcolog!cR, ma nuda, netta di. contorni. plfina dl luce (e sia Po-r luce ta• allente. che. ra cmtro. come Il colore d'occhi delle belle donne di Trle,;te). Altrettanto netti I suol personaggi: balzano dalla pa– gina. liberi. evldentl. ed egli pare lanciarli al1'11vventura senza :iltrl con.!z-olll. senza al– tri ftnl, dls!nteressau,mente. E con quel ·,>et• sonasgt rivive. Intera. intatta, una città oel– llsslma. Il sco mare, le sue coll!ne, la sua gente, Ultimo di questa nostra arbitrarla (certo> gallerl:i, Ceure Pavese, e doveva essere li primo. nel r.ostro cuore e U primo. per Il suo Ingegno, per quello che cl ha Jasc:ato detto. per la sua !nfel!cltA. pe,r la sua morte disperata e Immaturi\. Pavese st trovò In pieno. durante Il ra– sclsmo e poi. In questi anni di vtta. democra– tica, a vivere le varle fasi e le esperienze de-lla ultima stagione narrativa. Sia pure con riSultatl di tar.-:.Om:nore felicità. Il suo• Pae– si tuoi• del 'U è senz'altro paragona.bile al- la e: Convusszlone • vlttorlnlana. per la nuo– va circolazione che po:t.ava di esperienze di letteratura straniera (amer!canR) per quei– l'Innesto di Interessi sociali e realistici. che determlnorono al due libri anche una pre- 11enza fort.t.mente POlemlca. Poi venne la ll– herailone ed Il lavoro di Pavese ,•olonta– rtamentc si lndlrltzò. nella ricerca narratl<'a. verso ttmt di vita poltt!ea, d! potemlca so– ciale. Coo\ nel • Comouno •· In c•rte psrt!: cosi In nor: ooche p:Htlne di alfr! libri: srm– nre. Ma tutta lit carriera letteraria di Pa– vese si s,•olse sotto Il slp:lllo di un oroceu;o cont.lnuo di chiarimento. di obb!ettlvltà mag- ~~~t'rt~r~~~~t~n;c%';~~ n:dae!ifoa/~ ..~e!.11!~: pleua e llb!!rtA la sua ,•ena noet•ca. d'<?vo– caz!one (~I ,·ed.Ano lt' perii n!ù felici - le tre sorelle - nell'ultimo• La lume I falò,). Non che le altre 02rtl m11ncassero. m11o sl R!toouavano oon11re rendevano scmorP p!u chiaro uno sau!l1brlo aorrtic:,imo rl,oetto a tutte le altre o•utlne. a tutti e-li altri inte– re-s,l spec 1 fic<1mente lett.etArl: ston'lvano, in– s ,om.ma . Ptirallelameix.e Pave<;e conduceva ouello che è. a mio O!lrere. Il t"ntatlvo &Uo p!ù aooa-s5!onant,e fd11vvem V"r<lhlano. ecco. ml avviene d\ dire. e ln lul q1<-c11vA una h1- tere.,;,,<:11,ta, Jet.tura di Scot-t Fitz11:PTald)della esof"rlenia narrativa d'o1url. e cioè mettere a cont.att(i. un MlOJ>Ortor'cercR.to trA d!vl'rs~ cl11ssl soctall. con un<\ lr..-Hnq,z'or.. ben prt:!• clsat.a. mR tuttav!P, Mn verità nell'esan:e dP\ pl'~nanl. Cominciò. tennam ..nte, cnn IA. • Splni.1tla •· si potrni:ò nr. 1 1'! ult'me Nove ed tn Sl)CC!enella • Brll11 estate• f'I sf'Cl'lndC1 ed ti tnw tAccor-to). Ou! qente del ncoolo. st,1• denti e arlstocr11tlc\ ('l'ente v1zlc,,,:a.qente rlccA.. prel'IOCut>Atadi fil•slnl'lre ~t11nze e tPmoo). ~ R<'CAntoc:entlm<>'lt\Ingenui e 6a– nl. e contati.I tra gente d\vPna P t;A q11cl dlvero;l ~entlmentl. ma a~ht lnfel'cllà rl– trn. ,11.UI.tr -na comune. e mAtn:i:l,.r•.fn~e. !n ouella oarte r:he st doveva con-sld•r11re nole– mtcamcnte. Non solrl: ma soonianeltà e-sprc.,– slva ma<utlore. e dunaue. 11ttra.don" o slm- 01t1a urr:ana. in 11uel coNrnntl. E t 0 ceva l'odio (!e mal cl fu), Il oreconc•tto. Che è 1mmmtn la vi:,, vera l'l'!lla narntlva rflaJI• sUca d'OCl'g!,runica. direi, In ~ .. nso cor11lc. e tale da c"lStllulr! un e1"nt1>lo. ma Iole anche da d'l""r essere !1°rv 1 t"'I. cn., ver 11A., gen1,a che ahblimo da prevalere a.Itri in~– re~I o oplnfonl. Ma si ootrà ora chled,.re· c-11. c'entu il Ve""a"l con nuestl narratori? Nostro .Y:ooo è quello di dlmO"<lrare che non ouò f 'li.te – re esr-mnlo veNhlawi (e quitlcuno p1ueva ritenerlo: Il oovrro Jnvlnr. a,t esemnlo' Jn ouanto Imitazione del mo-:iello. e. Inoltre, che non, è lecito richiamanti a IUI oer fnr. ,:ate accent.ua1 1 n-nl polem!ch.,. e di lotta. Nel nome del Venta i.I 1>Uòb"nsl co,t.1t,1lre una tradizione narrRt.!va Italiana. t.11t1ft• Cflnte ouando si mostri bene Informata e dlfl certezza di una giusta asslmllazlon'! fl"llo lr,r-.,,,.,, .. 11, .-·•:--.-1• ..-,., C""'•'"n". 01\ autori sui out\l! noi ;>11nt1am ... ,:nno I ulil vari. ~•è vl1,to: ca-si prrsonalls, 1 ml Alcnn! (che st.upor• fC to~se vero ouanto Gllrlda ebbe una volta occasione di dirmi: non avP– re e.i:11mal letto Il VeNa?). allr 1 \rwece In svl}nl)1)0 ed In cnnne-.slnne diretta cnn ouelre~iemolo, come lnte·~,1. cnmt' "'......,.,.-,l. mento narrativo. oome ii:fono di n-bbl•ttlvl. ti\. -:ome ampio fCOOO di lnd,l'llM sul r:11.– r-.ttt're e sul coroo della socl•IA A'O'l~I. S,,– no 'lii esemot che oo~~no fruttificare da!– l'lnterno o In altrui. Rappre:senta.nn Jr vfl– rle e vere prO'l'l('1te di ricerca nnratlva ~I valide, oe~chè tenctonn conto delle più dlvf'lrse eslcten1.e f' le rlsolvon(\. chi in un modo chi ln 1•n altro. ron vtrltà. Ed è c"r• U> che per Vlttorlnl. Pn)tolinl. Pavf'Se, Bl– lenchl se furono lmoorta:itt tante Altre le'– turt- e ores,. di oontatto con testi ant'chl e moderni. lt.<\llanl r stnnlerl. sorpr~"".n– te " m\·11bllt- cr.rto fu la scoperta del V.,r– g11. Il Vl'"°a delle novelle, Il Vef1"a del ._MalflVOS'lla ,. ma forse più di tuttt - lo !ileo - r.ebbene taJora inoon!chm:ente li Verga del e Mastro don Gesualdo>. Cosa at11t"Urare all'imcegno del pl\l zio· vani r meno ii:lo\'anl narratori d'ogii:t? Qua– li vorremmo fossero i vlvl aspetti che l'ope– ra del Verga cl ha consegnato? Aderenza allr cosr del nostro temPO. ma sagacia nel dl~tlmuere la cronaca solcclola e minuta dal fai.ti che hanno possJbllltà dl lncldere n.oralmente r umanamente: pas– sione al proprio lavoro ed alla proorla r:– cerca. aPOasslonan1e ricerca di verità. im– pevno a servire la verità: curiosità del pro- 1>rl simili. del loro cuore. delle loro diver– sità, delle loro varie Idee. della loro dlvcru strutt.ura umana e splrlt.uale; a.pprofond1- meDt-0 della vltn della socletà d'oggi: ma obblct.tlva considerazione di tutto quanto et circonda Una m&ta prefissa, certo. una ve– rità proprln da rivelare, ma da rlscontra;e, anche, sulla verità del PrOPrl slmlll. del proprl pe~onaggl. di sé medesimi. E nes• sun preconcetto. e nessuna polemica. Non polemica di generi contro generi, di ei>0- che contro epoche. di scuole contro scuole: anche In Verga t,utta questa parte, che pure ~lstk, risultò alla fine la olù vana, Ja più contraddetta dal rl.sultat.!. E tanto più: nes• suna propaganda! Servano finalmente anche a noi gli er- 1·orl degli altri! LEONE PICCIONI, Filosofia e Karl Ja.spers caposcuola fra i piu autorevoli dell'4tttUJle e&btenzfali&mo, giunse alla ft– losojfa partendo dalla psichia. lria, $clenza deUa psiche umo– na malata, e. prima di pren– der posMone in quanto ftloso. /o e di acquistar,ene fama, fu appunto grande p&ichiatra, anche In tal campo rìu,cen– do a proporre Qua/ah.e cosa di suo auai rilevante e origi– nale. Più di ogni altra CO$a, Jasper, cerc6 di individuare e deilmitare e dar fondamento a quella portico/are disciplina, tanto df//lclU. a bene inqua– drarsi, che va sotto il nome df psicopatologia; Il pauaggio doUa psichiatria alla ftl0$ofta aovenne in lui proprio attra– verso la p&leopatologìa e il fallo eh.e egli si impegna.ne In que.stlr dttte al ,uo pensiero ftlo&oftco quel tono che gli è oartùttrl.stico In quanto pen– siero non dell'essenza ma del. l'e.rf.stenza. A Ja&ptr&, per,onalitò: varia– mente valutaUJ ma comunque meritevole da parte df ognuno dJ grande considerazione, ,1 rifà tutta la p&lch.fatrla attua– le; e poicht Ja$pf!!r&ha In.se– gnalo in pori tempo una certa ftlosofta, eh.e è a,.roi di&cus,a ma nella quale pure molti si sono inoltrati, la sua attivita dJ fnd(J(lfne ha fornito e /or. ni,ce una pouibilità d'incon– tro tra filosofta e psichiatria, fa ci:,~~~~~o;i~; cf,"'1:':eti~/; tl()lume Filosofia e pslcopat.o– logla (&crlttl di Enrico ca,tel– ll, EU9tne Minkow.rkl, Karl Jasper,, AUD'UflO Guuo Lui– gi Ste/anlnl, Ena-:o Pacf, Rena- j~z~i. :r~P. !iftn~tft= appunto un atte,tato di que– &to Incontro, sentito come pro. ftcuo per ambedue le dlscfplf. ne. Per comprendere Il valore di questo incontro bisogna pe. -r6 anzitutto saper bene che cosa si ffle Intendere per psi– copatologia e, tanto più, qua– li implictUlonf e.ssa comporti ~ la ftlosofta che accetta e non ripudia la sua vicinanza. La pslcopa.to/ogfa è ,tata de– finita oo-me scienza di com– prensione: essa comporta dun– que, com,. suo s~iftco. un at– to di od-slone a/fettiva alla per.:.onaliti ,:on propriamente iblioteca Gino Bianco LA FIERA LETTERARIA * Domenica, 22 febbraio 1955 UNO STESSO IDEALE IN DUE GRANDI SPIRITI *· RIVERBER[ VI.RGILIA Non so/tani.o al cautor dell' «Em.eirle»Dante si i.spi.rò ,ma accan·to a quello e non meno di quello ebbe a suo maestro « il cantor dei bucolici canni », richiamanti alla bon .. t.tì e alla pace * di PASQUALE VANNUCCI Sotto ilsegno della disperazionri )f. '•Quaderno proibito,, di A!ba de Céspedes e "Tutti i nostri ieri,, di Natali Il Ginzburg hanno in comune lii ksi ddla disperazione e dolio squallore; però manca in ambedue i libri la dimostrazione della test
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy