Fiera Letteraria - Anno VIII - n. 1 - 4 gennaio 1953

Pag. 4 e E che? E' forse poco?». « Per un fucile?». « Certo. per un fucile •· « Due sacchi per un fucile? •· e Due sacchi mica ,•uoU - con l'Avena; e la troie. ,·e la siete scordata?•· e Sbaciucchiatevela, \'0I. la vostra troia: e re non vl garba 1baclucchl11.tevl 11 dia, \'010 1 lt, e Oh, ma <'On \'OI non si può proprio par– lare! Lo vedrete: la l!nguR vi bucheranno. In quell'nltro mondo, con gli aghi, per tali parole sacrileghe. Dopo aver discono ..:on YOIblsognA lavarsi la !accia e le manL e po! L~~i!t(i~rsà1: 1 1!tnu~1l~~;,1c: un fu. elle - C una cosa nobile. un trastullo ai. tnente: poi anche un grAzi:,.so omamento, che garba, a a,•crlo In una stanza. ..•· e Voi, Ivà.n Nik.\!orovlc. la fate più tunia, con quel vostro rucilt:, che non IO • Strullo dalla bfaaccia dipinta•• disse Ivàn IvAnovle spRzlentlto, poiehè In realtà comincia\ a a arrabbiarsi. e E voi, Ivàn Ivfl..no,·lc, siete un papero effeltivo •· Se IvAn Nlkl!orovlç: non avesse detto que– Ha parola. essi anebbero tatto un poco ba– rutru. e poi. come sempre. ti $arebber la– sclaU da nmtcl; ma ora r.vvenne qualcosa di ben diverso. A l\'8.n Nltllorovlc salirono al viso le vampe. e Che avete detto. 1,•An Nllj,Jorovlc11 chiese, elzendo IR voce. e Ho detto che ,·ol AMOmigllaLead un pa, pero, Ivàn Ivànovic/ "· e Come nete ardito, sia-nore. obliando Ja creanza e il riguardo per Il cassto ed Il gra, do di un uomo, lnfftmarlo con un eplleco talmenle o1Lrftgg1oso? 1. e E che c'è qui di ollr•Hioso; E percht poi \'I mettete a sbracciare a i:uel modo, l\'àn h•àno,·lc? •· e Come a\'ete ardito. lo ripeto, in dihpet– to d'ogni crearua, darmi di papero? 1. • Me ne stropiccio lo di voi. han Ivàno• ,ic! Ch andttte mal .!!tamauando a quel modo?». l\'iln Ivànovlc non era più padrone di sé: le !Rbbr&gli tremavano: I&bocca aveva mu– tato la consueta posizione di V tea eN dl– \"Cnuta simile a un O; searrucolf"'a gli oc– chi eosl da far p&ura. Ciò accadeva oltre– modo d.l rado a IvAn Ivànovtc; blsogna,a che lo !ace.!!Eero proprio lmbestlahre. .-Al– lora lo vi dichiaro 1, pro!eri Jvn.n 1v;mo– ,,Jc: « che non rngllo più avere a che rare con ,·ot». 11Gran dlsgrai.la davvero! Perdio che non cl rimetterò un bel nulla!• rispose Ivàn NJ.klforovlc. Mentiva, mentiva. J>erdfo .se mentiva! Era contrartatl.sslmo per questa """'· <1 Non rimetterò mai più piede 1n casn \'m,tra ». « Ehè, ehè! • dl.sae Ivàn Nlklforovlc, non &&pendoche fare per la contra1Lelà e riz– zandosi. contro ogni sua ftbltudlnc. In pledt "Eht donna, ragazzo!». Qui si atrt1cclaro– no. da dietro la porta, quella stessa \'ec• chln allampanata e un rageu.o di non grll.n• de statura, rinfagottato entro un ampio e lungo pastrano. « Piglia~ lviu1 Ivfl..novic per un brRccio e met.te }Ofuori della porta t ». e Cm&? a un nobile? 1 si mi&tl a grldRr, con sentimento di dignlt.A e di .sdegno Ivàn Ivl\novlc. ~ Provatevi solo\ !ate.vi avan, ti! Io ,,1 ridutTÒ In polvere a&Sh?meal vo, stro stol10 padrone. Neppure I corvi rltro• ,,eranno più I vostri pezzi! 1. (h-ii.n lvii.no , vie parlava con eccezionale vigore allorch~ l'an!rno,suc era &C'Onvolto). 'l"ntto 11gruppo fonnava un. quadro gran dl~o: Ivàn Nlkl!orovlc eretto In mezzo al• la stnnza nella sua lntera bellezza. sem.a ve– run ornamento! La vecchia, a bocca a.pcrt11, e l'espres,;lone plù .stolta .sul viso :,plrltl\!o! I,•An h•f\novlc col braccio in allo cvs1 come si raffigurano I t:ribunJ romani! Uu attlmt1 raro fu qi;ello. una scena ,randlrua. Eppur v·era uno .rpettatore soltanto: il u1g&zzlno rlall'incommensurablle paatraoo, che at.a,•a Il assai tranquillo, scaccolandosi Il nuo con un dito. * dJ~;v~ro~lf~~~• :Ca~ ~~ev~~: Agàrlja P'edosèevna non era parente, non era cognata, e neppure comllre di l\'2.n Nl– klrorovlc. SI sarebbe detto che non cl !O&Se ef'l'at!.O bLsogno che ella andasse da lu., e lui stesso non J'avevll gran che nelle gra– zie: :na essa cl andava - e cl reitava per settimane di ma. e talvolta anche più. Re• qulsiva allora le chiavi, e assumeva 11 CO· mando rii tutta la ca.sa . Ciò riusciva molto 5g:-adlto a Ivàn Nlkltorovlc; Il quale, però. cosn &ii&l sorprendente, Je· ubb1.d1v11" a1 pari d1 un bamblno: e anche se a volte ai az. tardava a d15cut-ere, era AgAfiJa PedO&Ce\'• na ad aver sempre la palma. Io non comprendo - concesso - perch!: le cose 11.bblancda casere !atte .n Lai modo che le donne ci ~nino l)t'i naao. e oon tanta destretta. come un bricco pel mani– co: o le loro manl seno In tal mOCocreate, o I no.stri na&Inon servono ad altro. E, abben– chè il naso di Ivàn NJtUorovlc somlglla5$e un te.nt. !no a una. pru,na, nonpertanto ei• Ea ben lo acchiappava per quel ~uo DaèO. e se lo portava appresso alla par di un ca– gnuolo. Senza volerlo, allorche c'era lei, egli cambla\•a perlmo li tenore u,uale d( vita: non se ne sta,•a sdraiato per tanto t-empo al !-Ole:e. se ci stava - non In nat.ura; mo. indossiwa sempre candela e braconl, ben– e-hè Agàftja Fed05eevna non lo prec.,ende..st per nulla. Non cl teneva. lei. alle cerimonie e. come Ivàn Niklforovlc aveva I• !ebbre. gli tace\'a di mano propria le fregegiònl, dal capo al piedi. con trementina ed aoeto. AgA– flja Fec'lo.sèevna aveva una acuffl~ aul ca, po. tre verruche sul nllSO, e una vestngll3. color caffè a 110rl giallL La aua vlt.e, parei" un mastello. e perciò ritrovarne la clnta J.a– rebbe 6tllt0 a1duo altrettanto come veder,, n naso senza lo specchio: le gambe le :,ve• ,•a assai corte. e fatte a foggia di due <'llld– nl. Spet.tegola,•a e mangiava barbabietole lesse al mattino. e aveva l'art-e di Jetlcare in modo perfetto; e nel COr80di t11tte que– ste molteplici cure mai un solo momento li suo vi&o mutava espressione: co,:.a di cu,. per solito. son capaci ,S(.lllanto le donne. ro~e~~io~PrTiJ~ :~~ fJ1kl~~!i/~~~ ~~~t~a cc ccn lui: medita la tua perditione: è tiPt> di tarlo! Non lo cono.sci ancora 1. E 10ffln oggi negli orecchi, roffia domani. quella ma– ledetta befana riusci a !ar al che l\'An NI kHorovJc. di Ivàn IvAnovlc. non \'Olle piu nemmeno sentirne parlare. Tutto prese un altro a'odamenl-0. Se acca– deva che un cane del \'lclno entrasse nell11 aia lo rendellavano con quel che capltO.\'u prima sotto le mani: I ragazzini che &eon• rinavano oltre la siepe. 1ornavano bercian– do, con la camicia alzata di dletro e 1 f.C– gnl della trust.a sul g·roppone. Perllno la veccMa. scn•a, allorchi hàn Ivànovic volle chiederle non 60 che cosa, gli fece una ~::on– \'enlenza siffatta che h-àn 1vll.nov1c.da quel. l'uomo 6traordlnarlamen~ educato che eg11 :~ir!fu;!~g!, dc'!r s:1t;::à~n:~e \·ecchl:i Infine, a coronamento di tanLI ollragg l'astioso , lcino gli eres!e proprio dt fronitc laddove era l'u.sato valioo Kttl'aveno la 1;.e pe, WlOstabbiolo per paperi. quaill con nn tento preciso dl ribadire J'off~aH. ... Co&lpaasò la gk>muta. So&JrR.V\'Cllne I:, noue ... Oh, se lo !ossi piltote, r:,mgurere. in modo stupendo tutto 11 soave lncamo della notte 1 Raffigurerei come Mlrgoroo donne: come. estatiche. la ,:,onteruplino h. IMumerl stelle: come Il idlenzlo - quagl palpabile - risuoni - delJ'abbruar vfolno t lontano de1 cani; come. igu.!!Clando tuitlvo ecco.sto a quesU ultimi. corm via ratto Il c11mpanalo Innamorato e oon l'ardire di un palad!no scavalchi una .siepe: come i hhlll• chi mun delle case. fasciati di luce luna1e dJvent.lno ancorn più bianchi: gli nlberi che Il adombrano ancora più cupi; i'ombNi Le• gl! alberi :mcora più nera: I liorl e l'terba &I• lente ancor più profumati: ed I ~rllll. in!n, tlcebtu cavaller della not.te , a.n·unlsono. Un c,gnl cantuccio. vadan !rlnendo Je loro can, :a~. Rba:~~;r~~a';rN!, lna:if:J~rur.~le ~fi: tarle coltri. una ranclulle dRlle 1-0prncci• glia nere. dal gio,•anl acni !rem,:mt.1.501,;nl i ~::16 t~~:01!~1dlv~1io.~~;g~r~er:.iid~~~ ~pra la &trRda bianca gul~I l'ombra 1:t·rn di un pipistrello che si ~Il sul lnunchl r.o• r;.1f~oll;in~:ic ~he 'ri1 S:~~e~lO~~!fift~1.~~~ fuori annat.o di uga. Quante dls;>11re~ pos– sionl et:11a.veva lmprelìSe nel \'01to? QuMto. quatto egli &\'anza. !urt-lvo. e ,;guscla .wtto lo stabbiolo del paperi. I cani di Nlklloro• \'I<'non sapevano Ancora nullA dell1. Jile in• tercorsa, e perclo gli permisero. come 11.dun ,·ecchlo smtco, di acC06tarsl a. quello ~t•b· ~~~;s~ 1 Q~~!:;o ~ti.di q~:re~ttg~!e1~1: LA FIERA LETTERARI,' "0I RINCORSA, CON AMBL>LE MANI E D'UN COLPO GHERMI' LA LUNA ' . '' DIAVOLERIE !\'OZDRAF.V L'ultlnto 9/orno prima di Natale era pa,. .5ato. Era ace.5auna 11otte chiara, d'fnt'erno: .5i erano affacciate le .5telle: la ltma mae,10- 1arnen1e li era innalzata nel cielo a far lu– me alla brai;a gente e al mondo intero, a/• /fnc 1 1e tutti cantas,ero le KolJML.1 e lodais sero Crf,ro tn letizia. Gelava piit. intensa• mente elle non al nuittfno: In compcn ..o vi era un .tllenzio che lo scrlccllfolll) del glliac. clo M>ttO i passi .,, udiva a distanza di nic.:– w 11ersta ... 111quella dal camino :il una ea– panna li le1iò un gran pennacchio di /unw e sali come una nuvoU.1su ver.,o Il cielo; e Insieme col fumo. &I Innalzò una .streuo a cara/lo df una granata. Se In quello momento Joue pa.ssato l'ai• ,essor df SorOClncy ~,,,a la ,ua tròlka di cavalli padro11all. col su'> berretto all'ulana dal rl.srolti d'agnello. co11 la .sua pelliccia az. zurra foderata dl nera calmucca, con la fru– tta ll1treccfata alla cttavota, con la quale u,a /r1Lttare Il coccllfere, egli certo ra,webbe no– tata: pofehè all'a.ueuore di Sorocincy ncm 3/ugge una $Ola strega al 111ondo.Egli sa fl· 110 alla minuzia di quanti porcelli al ,ta $gra1:ata la troia di og11lmMsa a: di quanta tela tia .sth:ato il rcntre di 09ni /orztc,e; e qual parte esatta,~nte di 09111 Indumento proprio. o del proprio a11erc, abbia impegna, to alla bettola 09111buon uomo nel 91or110 di futa. Ma l'assc$sore di Soròci11c1111011 va,$a1•a di là In quel momento. E c,11• gli Importa, poi dell'aHrul? Egli ha la sua pro• pria giuri$dldone. In quanto ulla strega. /ratta,1to e.s.sasi era let·ata a ,,na tale al– tezza che appena la ti scor9e11a. /ass,i. CO· me un puntfno nero. Ma dove que,to punti– no non apparisse. 1a scomparlva110 l'Id u,w ad ,ma le stelle. Ben pruto la streaa ne ebbe tutta u11a manica colma. Tre o quattro bril– lavano ancora. lmpror•vlsamente dalla par– te oppo.sta comporre un altro puntino: crcb~. allungò, e non era ormai pilt 101 puntino. Un miope • .se pur atie,.se in/Meato tul naso In luogo di occhiali le ruote della carro?.."a commi.fsarfale, n,mme110 allora a• 11rebbe potuto discernere di elle .tf tratta.,,e. DI Jrontè - un t•ero Tede,co: u11 grl/uccio MJtttle. mal /ermo, sempre li a liutacchiare tutto quel che trouara per strada. e che terminata, al par di quello del 11ostri $Uinl. in una 1110neth1arotonda: le gambe talmen– te eslllne che .se /e ai:eue avute Il sindaco di Jarhko,·o gli .sarebbero andate in pezzi al primo giro di ballo. !tfa di dietro. in compen,o, era una tera paglietta di provin– cia ht uni/orme. chC gli penwlat·a una co– da /unga e puntuta come le falde delle no- 1tre presenti uni/or-mi: ,al che. /or,e, dalla barba caprina che ave.a ,otto U nltl.$0, da'le piccole corna che 911 .spuntcu1ano /uor dalla accanto al piolo più vicino. egli vi presentò !a sega e si mlac a segare ... ,,. testa, e dal fatto che egli non era a/jatto p/(J bianco d'uno .rpazzacamino. .si potctta ar– guire che non f~e un 1'edesco. ,ie un pa- • lietta qual.sia.si di 7,rouincia. m,1 soltanto ,. demonio: al Qllale appena un'ultima noH~ e. a rimasta per poter ,corazzare h1d1sturba– tc. nel mondo a insegnare maga"ne al brari Cl ttla11I. Il giorno dopo. ai primi rlntocc11i de mat.tutlno. con la coda fra le gambe sa- ~~ •~u~~~f1~~d7::~ ..."'a tana, 1cnza neppu- r atta11to Il dlarolo al era accostatCJ fur– tltc. ,ente alla luna. e gia ateLa atlu,,gato una ,nano per acchiopvarta. quahtlO la ri– trasse di colpo come scollato. prete a .sue• chiarsi le dita, a balbettare 1u u11 pfede, e à1 CO,$tl pa.uò dal lato OJ)J)08tO, C di nUOl,'O salto ratio a/l'indietro e rllrat.,;e la 111aJ10. Ciò nonostante. malgrado que.sli m.vuct:U.d, non rh1unclò Il de111.onio all'impresa bricco• na. Di rincoria. con ambo le mani e d'un oolpo ollcrm! la luna: 1111.orfiando e ,og1an– do, la pal/egglò cosi come un rill,;wo eh~ Ila preso un tizzo ,ui palmi 11udl per la $Ua pi– pa; in/lnc la cacclO bravamente m s11ccoc, eia, e co11th1uò oltre come nfe11te fos::;r.. A Dikli11ka neuu,10 1e11tl come il drauou, wene rubato la lu11a, Vero ,~ che fl ugre . tarlo comunale. uscendo a quattro !}ambe dall'otteria, si era accorto che a u11 halfo. e ,enza alcu11a ragione, la tu11a at.c1a pre,o • ballare pe'I cielo; e lo af/ennò. giurandu dinanzi a tutto Il villaggio; ma i paesa11i •cosur la tuta; e perfino lo pre..ero m Qiro. Allorchè il diavolo .ti fu cacciata t,, ,,ac, coccia la luna. per il mondo i11!.ero st le~ a un fratto una tenebra tale clie non sa– rebbe Italo da tutti, non dico arrfrarc da! diacono. ma 11eppur trovare la .ttrada della o,terfa. La 3trcga. nel rcdcrsi sprofo11dare di colJ)O in quel buio. cacciò u,io ,trillo. Al• /ora il diauol:,, acco.stat.o,I a lei con l'aria a- 1tuta di un demonietto, la cinse .sotto Il braccio e h1comi11ciò a sussurrarle nell'orec– chio ciò elle di salito .si suuurra a tutto Il bel ,e.s.,o. li gelo tra divenuto più lntens.~. e su. ,,, alto .ri era fatto talmente freddo che li dl!l• t:olo anda1·a saltellando sugli zoccoli, e .so/• j/ando nel pug,10 per scaldar,I un poco le ma11I apgranchite. Non è diOlcile. del re.Jto ,apgricdare per chi se la batte du mattina a sera glit per l'ln/cn,o. dove, cmn'C 11oto. non fa CO.ii freddo come da noi nella ,taglo• ne inrernale: e dare. in/ìlatasl 1n caJ)O la papalina, e asst?tratosl davanti 11i Jooo/are come un vero capocuoco. egli arrostisce I peccatori col medesimo gusto col quale a Na– tale. le massaie fan ro.solare i salami. c11: 11 /~'!e 1 !.t!~tet~nS: 11 ~1~ia~r~atf~d:t/~:i ,ollerate le braccia, ~italo un piede allo Indietro nell'atto df uno che corm su! uat. :;;,:ie s~~ 24 u:~uo:,~~a0:,~~ ~:t~hratc1:rr rr:~~ M dritta nel fumaiolo. Il dfm,o/o partì nell'istessa maniera die– tro a lei. Ma polche quella bt:btta e a.,.tai piii destra di un damerino con tanto di cal– ze. non t' poi da stupire che giunto proprio alla bocca del fumaiolo &altasse i11 grOPJJfl alla druda. E tutti e due li rltrotaronfl den– tro un forno capa~. fra una mo,itagna di 1>e11tOle. 1.11 .,oue ,u N11t11l,• Da,arrlilk era gid ad (UJ)ettarlo, Una t~– nebra da inferno. Reggendo.si per mano. a– rantarono per dei padulf melmo.n. impi– pliandosl nel fitto primato e. fncesDica11do quasi ad ogni pauo. Ed ecco un luflgo :-f. plano. Petrò ri guardò attMno: non c'era mal capffato lì. prtma di allora. In quella ri fermò anche Ba,avr/ùk ... • Vedi quei tre monlfce/ll davanti a te? te. imbiancate: una é la 5ala d'altesa. per ! querelant.l: nell'altrR c'è un tavulo deco– rato di macchie d'lnch!ostro: sul i.n·olo - uno specchio: cl sono quat.tN rcra.nne di quettio da.gli nit! schienali: l\t'.Canto a.I mu– ri - del bnull cerchiati di !erro. d'.ntro cui si oonserv&no monti di platl ~rll.1unallzt. VI era. quel glomo. ~u uno di quest.l bauli, uno tith·ale lusLrBto n cera. Città stupenda Mlrgorod! Qual! edifici ,,, sono! E col tetto di paglia, e col tetto d1 canne: peruno col teli.o di Jegnu. A destra uua 1;traoo, a sinistra unn hr-uoa; dovun– que pallu.ate belllsslme: at.tomo ad esse M llllrCOCl:l il lupPOI0; su di Cl.se sono .nnltt.t.e pignatte di cocclO: att.ravel'$0 ad esse Il gl ~~~~ra~l~~p':ve~U\ fll~lifi~!~~O 0 !u:.i;, ,·enume ... Unu siarto! Le pallzzote son aem. pre adorne di un qunlche glnglllo che le rende ancor pl\l pittoresche: o una sot.tt1n:1 allntFata. o una camlc1u, o un pa10 di brn– conl. A Mìrgorod non U\'Yengono !urtl. n~ h11cconate, e perciò clnscwio liClùrmn sulle palizzate dl sua proprietà ciò che gli 60.h& alla testa. Se voi la.rete Il \'Q.St.romgte.;.so dal lato :Jella plau.n, vi sorfelT.ierete certo a am– mlrnme la vista: v•è une pozzaugl:ere. unn superba ))()'aangheral unica, quale mai non ue vedesi.e di sunlli! Occupa qunsi tut.u, li\ pmzza. Stuper:da pozznngheia\ Cli.se e cn– :.erte. che da lontono si passono scambmre µer biche di lieno, In clrconuuno. e stupi• ..cono delle sua venustà. r l.eggete, Tar:\s 'Jlchonovlc! » dl!!S~Ilglu• dice n,olgenci0$1 al ugretarlo. • l'aras 1.1chonovlc Ptebe l'lstanv.n, e dopo zs1lCre..sl scaricato Il na.,<;o siccome ha usa O· ._,nl segretario di tribunale :11,hreLtualc. e ..:loè con due d!La. Iniziò la !eLt11ra. Ma lo 90110delroplnlone che non vi abblu etllliclo migliore ùel tribunale dist..Iettonle. Che sia di quercio o betulla - n me non imporut un bel niente. ma esso. rhpettablll 3lgnort miei, ha otto llnesne! ot:o finestre In 111a,che danno propria sulle ;,lazza, e i,,u quella di3:tesn equorea di cui lo v·ho gh\ Int.- ~~! ~laè ~Iaso~~l 1à ~~nc3lp~~t6o:ro: 1 g~ 1lito: tutti gli altri edllìcl di l\,hrgorod oono soltanto imblnncatL Hu, soprn, un tetto che t: tulto di legno. e che sarebbe isrnto perll.110 "erniciato di rOS&O, se l'olio che dovern ser– vire a quella bisogna non !os.~ stato man– giato. ben arou1t1t.l1.zatocon IR ci1>01la.dagll lmJ)IC((at.l: Il che nvvenne. neanche a farlo a.ppo.;;t.e. In perlOdo ,di Quaresima - e Il tetto rimnse sem>.n vernice. Sulla plazw sporge una penslllnn rotto Jn qunle, tipe.so . passegglfmo I polli. polchè rotto ul es.su v·l sempre spnrpngllato del becchime o alcun, ché di commestibile: Il che ll\'\'leae. del re Ho. 11011 perchc I queretou1i lo focclnno ap, po6LI\, JI\R per sb11dntngglne loro. L'edlfic;ll• è dh•lso ln due parti: nell'una ,•J e Il trib11- na/e, nell 'nlt.ra \'I è la prlgion.c. Nella parte dov·è Il tribunnle ci sono due ,tnnze. pull• KUK.Rl'NlKSl' - e CltlCO\' I e Da pnrte dl Ivl\n, llgllo di Ivan. Pe1"erc• penko, nobile del distretto •11 Mh;o1·9d e ,>roprletarlo. lstanzn: e all'oggetto di cui 111 .-omml s~uent.l: • l) Il nobile Ivàn, figlio di Nikl!cr, Dov– .,occhùn. unl\'e~almeme notorio per I ~uol empi. Rlla ripugnanu inducenti. ')itrepas– ~antl ogni m~ura. crlmtnosl.s.slml 11ttl. fr.d• dl 7 luglio di quellto 1810 ln!er5e•n me on·esA mortale, la qua.le ha attinenza r.osl alr<mor mlo pel'l!Onnle. come perimenti alln d11nlnu• zlone e confusione del _mio g-rad'J e ca11ato. Il prelato nob!le, che di per 1è è. per giun– ta, èi nauseabonde semoll\nze, hu. nawra. rl!!osn e repleta d'ogni verbo comumello~ • Qairitt~fé'it~re si so!Terr.tò un poco, c,nde ..caricare di nuovo Il suo naso: e ti gluo ce con rapimento, congiunse le mam; e non faceva che ripeter tra sè: e Signore Iddlo! ::i,ualepenna gagliarda. Come scrive Qut'Sto uomo! 1. Iviln I\'ànovlc prego di continunr la let.– ura. e Tnrlu, 'Ilchonovlc continuò: « Il prelato nobile Ivàn, figlio .di N!kl!or. Dovgocchun. come che lo ml tc.:!AIda lui oon protrerle amica.li, ebbe pubbl!cu.mcnte a ch!amannl ron nome obbrobrioso C•\'lt.u• perevole per l'onor mio. e prec1snmente c:pa– pero,. nv\•egnachè sia a tutto Il 1 \btret.to di Mlrgorod noto che lo mnl non ebbi A t.hla– m11m1I.nè d'orn innnnzl chlamanu{ Intenda. ::cl nome di cotal nt\uscabondo nnimnle. Conclosslt\COSR,attestazione liell'orig111e mia noblllnre è Il tatto che nel regL!tN parroc, chlale giacente pres,:-o In chiesa <!e, Tre Ar• clvescov1 wno Iscritti oosl Il •nlfl 1Clomodi nascltn come. del pari. li giorno del mio battesimo. Conclo&slacosR, "Pnl}l!ro ». si co– me è noto A chiunque sia ·1e1-s:uo,mche In mln 1 mn parte nella sclenzn. no:1 roò es.~ere iscritto nel re;:!strl di veruni\ parrocchia, !mperocché qinpero• non è uomo ma uccel· !o: ciò che è 11utentlc1unente r.oto e chiun– que: nnche n chi non tu mnl ln &m'11:1rlo. Ma Il prelato. slnJstro nobile, pos:ir:lcu1o di ciò r.mpln e pieni\ nO?"Jo:1e. ,1·,1: rer alt.ro . fuor che allo scopo di inferire nn·orresn mor– tale al mio grndo e ni mio 11tflto.ml cltrag. 3lò con sJ1fat1n nau5eabonda rmroln. 11'2) Dello medesimo spudora 1 0, lnderen– tlsslmo nobile. nuentò Inoltre al 1,ntr:imonlo mio 1wlto. dn me eredltl\lO tlal )Jf\dre mio di condizione eccleslnstlca. Ivùn. 11gllorll Q. nlslJ. Perereprnko di santn rut"morln, con l'avere, In dispetto di tutte le lccg!, trasr.or – tnto cs11,ttnmc11tedi fronte al mio ing,rsso di casa. 1.mos!nbblolo di pnf)t';i: Il che non per nitro fu compiuto che per ribndlre la offe.so nrrecntoml. lmperocchè. per rhmnn- 1.I, lo slf\bblolo ern sito in !uosi:oIJcn confa– cente. ed era nncorn RS~al "Ol!cio.Ma rab• brn1!nevcle m!ra. del summen,to,•tlto nob!le un!camente In ciò conslst.e\·a: che egli vole• ,·a cre:t:-ml testimone di a11dlrlvlenl scabrosi: J>o!ch'è noto che n~un Individuo mal nM si reca In un qualche stnbb!olo. soprat.lut.to di pap~ri, se non per scopi Indecenti. ln SO· prtomm!sura di tale nLto !l !cgo.le. I due p1oll ant.c.rlor! del Cctto si sono lm1X1SSe:--sntl d! una mia terra. di µro1>rletà personale, a,•uta ciunmio crn ancor vh·o mi::, pn:lre lvhn, fi– :;11<> di Onlslj. Percrep~nt,;..-:,di .rnntn mt-mo– rla, lnlziunte,;l dal mn:tazim.l e glungu1te In linea dlretta nuo n dove le serve rlgo,•er– nnno le p!gnnue. « 3) Il 50\'rndescrltto nobll~. il cui mede– ,:;imonome e li casato Incutono <>u:ni sorta di nausee. nut.re In onimo Il ribaldo dl'Jcgno d. incenerirmi nello mia &tessn dimorn. Del che lndubltnblll Indizi rl.!!ultnno du qua:ido ~7[:\/~~~ 1 !;~~ Jl ~:!!~:::11~lnJ!\f~ ~'~~ ;;tanze, Il che non Intraprendeva mn1, per l'lnnRnzl. a moih·o della sua polHonerfa e dellA schifou obe.sitA del suo corpo: m ,;e. condo luogo. nella stanUt della i,u,1 &ervlt\l, ndlA<'.cnlc alla mia siepe dcllmllAnte Il ter, reno di mia proprietft. da me ereditato dal padre mio h'ii.n. flglio di Onlslj. Pererepènko Ci troverai ogni sorta di fiori Id :,op,a; ma che la pade,ta non terrena ti aah I dal CO· gliernc anche une. solo. Non apJ)(..na int,eu .5boct"erà li fior della /elce, impadroniscite– ne .l'Ubilo; e non ti 110ltare, qualu,iquc CO$a ti 1cmbri di udire all,. .spalle•· Petrò roleva chiedergli... gira 9/I oc.chi - t l'altro nor. c·P 1Jil't, Si accostò a1 tre mon– ticelli: dou'erano i fiori? Non si t.cdeva :rn bel nulla Un'erbaccia selvatica 11erc9giavu tutto all'inrorno, roOocando dentro al flt• tume ogni altra cooa. Ma ecco che nel cic• lo /am7>e99il>un bate,10 caldo, ed egli sCOr$e dlnaflzi a se tutta un'aiuola di fiori: tutti mera1~9llo.Ji. tutti non mal prima uedulf; e li /rammeuo - a11che le comuni foglie di felu. PetrO fu pre.!O dal dubbio, e ri•letle perp/caro Il innanzi, con ambe due le 11urnf sul j/anc11l. « Che c·e poi di tanto straordmano? Cen– to volte al giorno ti capit-a ,otto gli occhi quuta crbelta: dou·e Il portento? Ch~ non biti venuu, t'Idea di prcndenni /11 giro a quel ce(lo diabolico? ». Quand'eccoti - Bi invenniglla un picc:olo t10ec1010; e qua.si fo,,e vivo comincia ad aai– tar1i. I:." veramente un prodigio/ Si ag(ta, e dlvenra piri grande. piu grande, e ,·tnl't'r· mfpila wce,ite u11 duo ardente. A un tratto sboccia luu11te una .!tellina - 11 è udito come un crepitar Jegg~ro - e 1m fwre u11a piccola jlammtlla. ,i disclllu,e dinanzi ai .,uoi occhi, rischiarando gli altri /lori d'at– torno. 11: Questo è Il momento» pen,ò Petrò, e stese la mano. Guarda - e r,ec!e cento e ce11to mani rlllose .sbucargli da dietro le spalle. e protenderai verro il 1,orc/lino: e dietro di .Jé ode uno scalpiccio 1·t!.loet: da qua e là. Chiude gli occllf. dd uno strappo allo stelo. li flore gli rimase nella mano. Tutto ti riazzltti. Su, un ceppo. ,eduto. llvldt1 come 1111 morto. companie Ba,avrjulc Non muo– t·ei;a ciglio. Gli occhi ji&ti $U di un qualcwa che lui .solo 1·ede1•a: la bocca di&chiusa; e non u,1a mezza parola. Tutt'attorno neppure urt fruscio. U(I! da far venire i brit)ldl! ... Ma ecCO' un 1/bilo Chi! a Petrò /a gelare i precordi: e gli acmbrò che l'erba prendeue a blablgliarc. e I /fori a parlare fra loro con certe 1-oce,,e .10ttill. come eampanelllnl d'argento: gli a/berl acro– scfaro110 in un crepitio di be.stemmie • E il rl&O di Basa,,,-Jilk '1 rianimò all'hnl)ro11viso, ri~oOC: 1 ~i~ ~1~ 0 q~/J:1e".,~C,:!J'» ~~tr;t ,:~ I d~ntl. « Sta' attento, Petrò, ad'!M"O ti com– parirà dinanti una bellezza: /à tutto quello che ti ordina. se no set spacciai•.> per sem• pre/ •· Qui. 1ert'end0.5l di un bastone nodo:iO. trco.ttò le frasche di una macchia di ro1I, e apparve una piccola capanna, ,ttta, come H c/lt'e, su di rm fli,.,je po/11110. Ba1avr1Uk Cl t/errl> sopra u11 pugno. e le pareli tremaro– no. Sbucò fuori un pro,so cagnaécio n,ro, e tramutato$(' in gatto, ,tridcndo, .'1 atmf:ntd 10.-(J •r·••lloc~llf. «Non iml>estialirti. no11 u11bc• stialirti, recchia diavola!• e1cla111ò Dcua– vrjrìk. aggiungedocl per condimento una tal parolina che a11rcbbc fatto tappare gli o– recchi alla 9e11te per bene. Ed ecco che, in– re~ del gatto. c'i li da11anti una vecchia dal 1•lso rugoso come 11na mela colla. gobba al 1>0ridi un arco: nOIO e ba.z:a - 1111a di quel• le pinu da schiaccfartil le noci. ·ti: Belleua In gamba!» pen,ò Petrò, e li senti correre i brividi giù per l'l s.chlena. La #frega gli ,trap– pÒ rifa f/ /iMe di mano. ci ri fncurtiò ,opra, e vi bia.K:icò a lunr,o qualcosa • .rpruuandort una cert'acqua. Ffata,,a 1cintille fUM dalla bocca: le comparve una ,c11iuma alle labbra. e Gertalo 11la! • dtue. ridandoglielo. Petrò lo pettò e - qua/e prodigio! - Il /fMC non cadde: prue a namgare per l'aria comr. una barchet.ta , e pareva una pallina di '"n<"t1 '' lmlfl: infine lncomincid lrntamen• e PeUerolenl :io te a di.fccndere. e cadde co,i lontano che la stellina appena appena poteva i,eder,i: 110n era p1u pra,1ae di ~n )eme al papavero. ,La,., ra,itolò .sordamente la vecchia; e Bruavriuk. mettendogli in mano una t:anga, ,ogglu11se: "Scava qui, Petrò: ci vedrai tont·oro quanto né tu n,· Bi,cotto non ve lo liete mai nean– che sognato». Petrò, .putato.rt nelle mani, impugno la vauga. cl preme /orte col piede, e rfrolW una zolla, due, tre ... Ecco qualcota di duro! ... La 11a11ga rlauonp e non penetra. 111 quella i suOi occht comi11ciarorto a dutin- 9uere un CO/ano di non gra11ae mi.tura, ('er• chiato df /erro. Pror::Oa soller;arlo. ma U CO· /ano incominciò a .sprofondare dentro la ter– ra, e sempre più dentro, e pfit dentro; e dfe• tra si udiva uno 1g1li9nazzio che pareva plut– to.tto un .tlbilare di serpi. cHo, non ti ,ara concc,so di reder l'oro flnchC non 11prOC11re• rai del $lingue umano! » disse la .strega, e gli porto un bambine/lo di circa bei anni, rk'o– perto da un bianco sudario. facendo .segno, coi guti. che areva da recidergli Il capo Jr. reti Petrò. Bazzecole, tagliare cosi a un trat• 10, .senw un perclitf né un per come. la testa a un cristlano. e per 9tun1a a un bambino innocente! lndig11ato, &trappa 11fa il sudarlo che ne celava la te.tta - e che vide? Jt;à.f gli stava dinanzi. E le manine. fl bambinello. a. v~wa Incrociate sul petto, e la lutuccfa re• clt,ia ... Come un oue,,o. brandendo Il coitel– lo. Petrò .ti scagliò addo.s.soalla strega. e .sta– ca per 80/let•are la mano ... « t· che avevi promc.sso. in cambio della ra– ua.:..a?> tuo11òBa.savrjilk; e fu come lo aveue co/plro alla ,chtcna. La strega battt• un piede per terra: Bi 'rJ)ri– plonò un baullore auurrcistro: re tnscere del ,uolo 1I Illuminarono. e s1 fecero o,."01fle di• cri– stallo, e tutto quel cl1e v'era dentro la terra dl11cnne visfbtlc, come se lo si /O&e avuto 1ft palmo di mano. Ducati, gemme, dentro 1cri– gni, pipnattc, itai:ano a mucchi s<.,tto i loro ,,1edf. Gli occhi gli :rt accesero ... 9/1 al Intor– bido la mente •.• Come pazzo, atJcrrl> fl coltd· lo, e il .sangue i11noccnte gli spruZOO/in .suoli occhi •. 'tutt'intorno si lerò u110 y9l1lgnauo infernale. Torme di orrfdf mottri pre.sero a riddargli di~anzi. La strtga adun9l11ato il ca• da11ere decapitato, ne lappeggfata ti .sanvue come una )upa ... I.a testa gli inrumlncio a turbinare! Raccot$t: le ultime /or-u.. e fuggi a rotfa di collo. Tutto .ri ricoperse di luce ro,. .t'C. Gli alberi, grondando .sangue. parecan bruciare ed emettere gemiti. li cielo arro1·cn• tato, o.sctllai·a .. • Chiazze Infuocate . .simili a baglturl, gli ramparano agli occhi. Stremato, irruppe nel suo tugurio e atramauò per ter• ra. F•i colto da un .sonno d.t morte. • :'lo'ICOLA \'ASJLE\'JC GOGOL Al ballo: • Una dama profuma,-a di ro5e, t""..alavaun'alln odor di primavera e di m:immolc una IC1"1.a en. in1bevuta di rueda :i, ' di santa memoria. quotidianamente. ed in Insolita pennanenui.. llrde un lume - Il che è MSOlutamente chiara riplOl'& del de:.– to. stando che prima d'orR. per Ju.rii mJ l'iPI• lorcl11,a,•nrlz!a, non In cancela di St:G:0,ma 1,nanco Il lumh10 era spento. e Lnondc chiedo che 11 prcrnto nobile 1- dm. llglio di Nlkl!or. Oovgocchun. quale reo di Incendio. oltrngglo nl mio gra•lo. nou:e t casato, e usurp1w.Jone rnl)nce al prapr.e.i\. ma precipunmeme di vlle e pregludl1.le \'ole aggiunta dell'ep!teto "papero» :il m!o ca, ,;ato. sin condanna10 olla lnog11zicnc di uni\ ommendn. al rl:iarclmcnto cle! da11m e delle ;pe11c.e che egli .stesco. quale pe1uubRt.ore. ;;In me~ In catene, e. copo avergllc!e rl– 'ondlle. sin scortato In seg.c1a: e che, In ba– e alla presente mia 1.sttmza, si rl!a sentcnz..'l Jronm e lnunedlata. Scritto e 1eo1Hto da tvAn. flgllo di IvRn. Perercpènl.o, noblk. proprletnrlo In Mlrgorod ». * h•an Nlklloro,·lc non era \'h'0 nè mori.O, po!chè s'era lnca..,t.rato demro In 1),'.)rta e non rh'-'<:l\'a a far più un .solo passo in n– l'anti. nè lndletro. Invano li giudice gridò che QUAicuno.ne\J'11ntlcnmera. spingesse da! dietro h•àn Nikl!orovlc per Cario e.i.rftre In GAiad'udlcn1.n. In Ant!c11.mera.non c·era l'he ima ,·ecchinn. una p06tulentc, la qoale mnl– gr11dotutti I conati delle sue braccia scurne nnn r!u,el a comblns.re un be-I nulla AJV'l– ra uno degli ~crh,anl. dalle labbra carnose. le 5pellc quartate, un naso badiale, gli ùC· e.hl d'aspetto .!!ghlmbcsclo e briaco. I gomiti strapanRtl. 31 avvicinò t1lla metà antenore di IvAn Nlkl!orovlc: ln1octò a cotr,tUi le braccia sul pe~to. carne a un bambino, e fe– ce un cenno all'Invalido: li qua:e 11µpogg1ò un ginocchio &ul ventre di Jvl\n Nlk1loro\•lc. e nonostante I mlserc\'Oll lagni di lul lo rle– spu!i\e nell'nntlcnmem. Allora turvn rimossi i paletti, e !u aperto 1'11ltrobattente: atto duraD:e Il quale Jo S<:rlvano e Il suo a.u10 J'lm•alldo. causa Il vlcende\•olo -;!orzo. emi\.' narono de.Un bocca, col flato, un lr,igo u.n– to n1bcsto che ptr alquanta tempo 1a sala d'ud!~nzn !u t.ramutatn In la\'crna. "Lietissimo di vedervi I profeti 11g1udtce: « ma non riesco 11.ncoraA lnoo\'ma1e cam abbia ~lnto a incomodar ,·ol. e onurar nol, di un accidente tanto lmpre,·lsto 1. • Un'!stanzn ..."· potè profer:.re soltanto l\':Ìll Nlkl!oro,•ic. e Un·1s1anzn? Quale?». • Una querela ... • (qul l'ansimo C81.JSÒ una ;>ausa assai lunga) e oh. una querela c-Jn• tro un mMnadlere .., Ivàn Ivà1l0vlc Perere• pènko ». e Santo Iddk>! Anche voi! Degll arnie! oo– sl ecct-zlonf\11 1 UnA querela contro un uomo cos\ virtuoso! ... ,. • Lui, è satana In persona!• disse con ,•o• ce rottn h•l\n Nlklforovlc. Il ;:luC!ce s! feec un ieg:110di croce. « Prendet.e l'Istanza e legp:eteln 1. Nor. ,·I era nulla da fare. Ambedue le l- 5tanze furono acoolte, e l'aft'are &lB\'l per hoteca Gino Bianco Domenica, 4 gennaio I955 prendere una piega a.&Sailnteres&ante. al– lOrchè una clroostanZII. Imprevista venne a conferirgli una attrattiva a1:-ccra plu i;rra.n• de. Come 11 giudice usciva dalla snla di u– dlenr.a in compagnia del cancelhcre e del ugretarlo, e gli acrivanl in.sacca,ano dcr.tro ur:a ba.Ila, le uova, I poUI, le tette d! p :i.ie . I pa.stlccl. Je roco.cce e le altre cosucce f)Ot• 1ate dal postulanti, una troia d1 color nero fece Irruzione dentro la staru.a. e tra lo &ba• \ordimento di tutti gli a.stanti 1t.ddenlo non un pa.atlccio o una scorza di pkne. m.t. l'!– &tanza di IvAn Nlli:llorovlc. poggiata sull'or– lo del tavolo. col !og:11pende:itl 1111'\n:;lu. Addentato l'Incartamento. la porcellona ne- 1 a. g,eappò vi& CO$l In !retta che neppur uno deirll lrnp!egatt fu buor,o a ra«i;i:lun1tttla ~o– nogtante I righelli e 1 calamai tiratile dietro. Questo mirifico avvenimento r.aueo enor– me subbugUo. poiché dell'latam.a non erA Ancor stata !atta la coplA. Il ~ludlce, c1oe li suo se:gretarlo. e Il cancelliere, confabula– rono " lungo su tale accidente Inaudito. m– flne venne deciso di vergarne rapporto al ,,ndaco. stante che le Indagini del caso e• r11no pluttoato di pertinenza della poll:r.ln clttadJna. Il rapporto n. 389 fu ad e680 tn– vlat.o quel giorno mede.simo, e su t&le argo• mento si addivenne a un'lllU&traztone circa la QW1le I lett.orl Potranno Informarsi nel seguente capitolo. Aveva appena adJblto elle !accende domc– nlche. ed era al sollto uscito Iv.1n lv,mo– vlc sulla ,•eranda per mettersi a \[;lacere'. che a lndeserivlblle sua mera•11glla esh 800r&equaloosa che rouegg1ava al cancello. Era Ja manopola ro&Sadel .slndKCO:la quale cosl come li bavero. aveva pret,0 un lustro di l&cca, e s'era eonvertJta al bordi m cuv1J t1.I coppale. Pen.sò fra 6è Ivàn 1vArwv!c: e Non e male che Pi!:tr Pfdorov1c ,1a \'enuto t1. rar quattro chiacchiere»: ma molto ,;tu– ,.,, nel ,•edere che li sindaco a,·1u1Z&\'aa gran pa.asl e agitava le braccia. ciò che mol– tn di rado soleva accaderglL Sull'uniforme rteJ sindaco erAno piazzati ot-to bottoni; Il nono, da che saltò via, or sono due anni. alla processione. allorché: fu con.•acrate 1a chle!a, I dieci gendarmi non 60n capaci ti! ritrovarlo: benchè Il alndsco a vgnl quoti• diane, rapporto che gli vien presentato dal commissari domaodl se.mpre se si e ritrova– to Il bottone. Questi otto bottoru eran di• sposti al modo con cui vengon sem,na~ le Cave dalle noatre vllla.ne: uno a oestra, un Rlt.ro a alnl&trs. La gamba sinistra gll era 1Lata ferita nell'ultima guerra, e percio, claudicando. egli la scaraventai'& ou&l lon– tano. di ftanro, da distruggere m tal modo quasi tutto Il 1a,·oro che comph a la destra. Quanto più velocemente Il sindaco manovra– va la sua lnfanterla. tanto più lentnmente essa Andava gund&gnnndo terreno. e perciò durante Il tempo che 1l sindaco un.piego per ,thmgere alla pensilina, Ivàn IvAn:h,c t.ll · be tutto l'agio di perdersi In congetture fiUI perché !I slndaoo aa:lt.asse con quella gran !urla le braccia. Tanto più questu ~" lo interessava. In quanto gli parve trat.tars1 di un affare ecce?.ionalment.e impon .. ante, che H sindaco -,.1era me&SOperlìno IK ,ciRbola nuova. e Salute. P~tr Pi!dorovlc! • grido IvAn I• ,•ànovlc. 11quale. come ali\ si dl&se..era mol- 10 curlo&o. e non poteva più frenare m pro– pria Impazienza alla vista del ,;indaco che prendeva d'assalto le scale. ma non a1w,•a anoora lo sguardo, e ,1 azzuffa,·a con l'ln• fanteria che in nes.sun modo n,.,n era ca– pace dJ oltrepassare un gradino ,ti un ba~ solo. e Buon giorno 111cariS.!!imo amloo e bene.– fattore Ivàn IvànovlcJ ~ rUipose Il sindaco. e: Io son venuto quest'oggi da ,ol per un affare ll88tll grave». Qui la !accia e tut.to l'Mpetto del sindaco tlS&unsert.. la st.e.)s& espressione allarmata con la. quale e,11 ave– \'!L preso d'assalto 18 scala. Ivàn Ivànovlc non Po6C temPO In me220 a rivolgere, come al .!!U0solito, una domanda: • E perché dun– que grave? Proprio grave c!awe:-o? "· 1 Ecco: abbiate la bontà di CJlU.lde1an, \'0I stesso: lnnanzltutto tnl permetto di e– i-porn, e:1ro amico e benefattore Ivàn Ivl– i.ovlc. che \'O!. 10 da pace.e mia. abb ate !A bonlà di considerare voi r;tesro. lo non cl baderel. ma le ,·L&ualldel governo. le \'ts\14• U del governo lo esigono: ,·ol avete turtiato l'ordine pubblico! 1. « Che dite. Pft r Pi!dorovlc? Non capisco un bel nulla ». e Scusate, Ivltn Iviinovlc! Come non ca– pite un bel nulla? Una bestia ili \'06tra ap. partenenza ha· !IOttratto un incartamento amministrativo lmpon.ante, e dopo ciò voi dite di non capire un bel nulla!». « Che bestia? 1. e Con licenza parlando, In troia nera. di vostra appartenenza•- « E lo che colpa ne ho? Perche ru.scere del tribunale lascia spalancata la Porta?». « Ma, h•àn IvAnoVlc, l'animale è di vootrn appartenenza: quindi aiete colpe\'0lc ,·ol •· e VI ringrazio umilmente, che ml par~i> nate a un maiale». e Ecco. questo lo non l'ho detto! Degna. t.evi di giudicare ,·ol stesso, 1n 006Clenl.8. VQI, non c'è dubbio, sapete che in oouror• miti\ con le visuali del go,·cmo. è !1lt.to di• vieto agli animali Immondi di ::lrcolare m cltt.A. e ln pecullar modo nelle princlpo.11 vie cittadine. Riconoscetelo \'0l stesso che é COSA vietata ... ». e Sa Dk> Quel che andate dicendo. Gran coga che una troia sia 1.11Clta ti paMeag1o per st.rada! ». e Permettete che lo vi dica, pennet.tete. permett.ete. IvAn Ivàno,•lc. questa e una co– lìa a5SOtutamente non lecita. (:he farci? Le superiori autorltA 006! ,·ogllono, noi dobbia– mo ottemperare. Non discuto: a volt.e scap. pano per la strAdA. e perfino &ullll.plazza. polli e paperi. notatelo: polll e ;,aperl: ma Jin dall'anno decorso lo feci ordlnwtza di non lasciar entrare sulle pubbliche piAzze becchi e m11.lell: la quale ordinanu dispo6l a quel tempo ste.soo. che vcn16re letta oral– mente in pubblica ass15e. dlne.ni.l a tUtttl Ja popolazione ». e No. Phr PMorovlc. in questa cosa lo non vedo altro se non che voi cercate con ogni mezzo dJ offendermi». « Ecco. questo non lo potele dire. carls- 1lmo amico e benctat.tore. che 10 abbia cer– cato di offendervi. Rlcorda~lo bene auche ,·ol: l'Rnno scorso lo non vi dl.ss1 neppure una parola 9.uando ,·ol costruiste quel tetto un metro plu alto della misura preSC?itta. Al contrario: Ceci mostra di non essermi Re– corto a.&fiOlutamenledi nulla. Credeleml. a– mico cariJ:&lmo.che anche adesso X>. assolu– tAmente. per cosl dire ... ma Il mJo do\'ere. ln una parola, le mie mansioni. ml obbli– gano e \'lg1lare. sulla nettezza. Giudicate ,·01 sttsso: se. a un tratto, per una 6trAda del centro ... 1. e Belle. le vostre strade del centro! Non c·e donna che non ,,ada a scaricarvi quel che più non le occorre». « Permettete <'he lo vi dica. Ivàn l\'ànovlc. che siete voi ad offendere me. Si questo é \'ero. questo suc<'ede alle volte. ma per lo più a rid0650 di qualche palizzata, deposito, mageuJno: ma che ln una strada del ccn– tm. in una piazza. venga a int:-lldurai una troia che e pregna. via. è un affare ...•· e Che c'è di .stra.no . Pi!tr Pfòoro,·Jc\ Una troia è pur una. creatura di Dio!» . • D'accordo. E' C068 risaputa JK. tutti che voi siete persona colta, conoscete le scienze e \'arie altre diEclpllne. Certo lo. di 6Clenze. non ne ho 6tudJate Rlcuna; a 11Cri\·ere ho cominciato a lmparRrc che a\•evo t.rent'an– nl lo. certo, come 6Apete, ,·engo dalla ga. \'Clta I. •Hm!» disse h·An lvànovlc. « GIA», continuò Il sindaco: 1 nel 1801 e1'b tenente al 42. reggimento !ucllleri. 4. com• pngnla.. Comandtmte della compagnia. 6e ,·o– lete saperlo, era Il caplt-ano Ercmcev ». Qul Il sindaco affondò le dita nella tabacchiera che lvé.n Ivfl..novlc teneva aperta, e conlin, ciò a triturare Il tabacco. h'àn h•AnO\'IC rispose: « Hm! I. « Ma Il do,·er mlo •· continuò 11slnda.co: ~ :~~~~~n:~~ari'và~~~-l~·~Ii~;A~~li ,r;~~~ !Olt.rae Incartamenti al tribunale è WG:get• to, del pari come per ogni allro deJltto. n procedimento pennie? 1. • Lo so tanto bene che. se ,·olete, ,e lo posso Insegna.re. Cosi è detto per le pet!o• ne; ad esempio: se ,·01 rubate un Incarta• mento; mn una t.rola è una bestla, una creatura di Dio». • Tutto bene: ma nel codice è detto: "Reo di .!!OtLra1.lone .,". VI prego di a!coltare at– tentamente: reo! Qui non .!!Ipreel.!!a ne rAv za. nè tC.!!SO. nè professione: qumdl anche una bt~la può essere reo. Come volete: ma quella bestl11, prima che .!!.lafatta sentenza di condanna. do,•rA es.:.ere 001uegm1ta alla polizia come perturbatrice dell'online• «No. Pélr Fedorovic», replico imptU"tur-

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