Fiera Letteraria - Anno VII - n. 48 - 30 novembre 1952

!.r A LETTERARIA ANNO VII • N. 48 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE·SCIENZE DOMENICA 30 NOVEMBRE 1952 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE ROMA, VIA D'ARACOELI n. 3 • Telefoni n. 684.097 e 684.098 - Pubblicità: Amministrazione • LA FIERA LETTERARIA> - vla. d'Aracoell, n. 3 - Roma - Tarl!!e: Commerciali lire 60 - Edltorlall lire 40 al mllllmetro * ABBONA.MENTI: Annuo L. 2.700 _ Semestre 1.400 - Trimestre L. 750 • Estero: Annuo L. 4.000 - Abbonamento speciale (Insegnanti e studenti): rata menslle L. 225 Copta arretrata L. 100 - Spedizione In c.c.p. <Gruppa II) _ Conto corrente pastaie n. 1131426 SPEHA~ZA alla ienerazione "di m zzo" •• di MASSIMO FRANCIOSA (Continua a pagina Z) Carlo Bernarl con Umberto Saba CHE lOSA FANNO GLl SCRITTORI ITALIANI * BERNARI INVITA PULCINELLA A TOGLIERSI LAMASCHERA "E' orrieoto U 111011u.>•dt1elae Puleiraello spe1190 le luci deUo ribalta, e come uomo 8' 111etto ira nae::o o noi,, di G. A. C1BOTTO cl • che di amici, d! gente cioè che a.vesse 11 temp0 e la pa.– z!enza d! kl&clannl dispiegare schia di civettare sempre oon se. stesso: sarà romantico ne fr.s. i romantici, riformatore fra I populisti: ma se saprà essere ~ir:r~:;~~asl~.~°J'n~ qUe la risposta al e pe rchè • si sentirà ugualmente ronza.re , come una zanzara d i notte, fra le risposte al e come > e al e quando>, rovina ,: sicchè un giorno un a. mto piacere: e giacchè non tema occupa.va un intero grog- riuscivo mai a dlspiegann.1 so q uaderno. e ora esageria.- tutto, chè sempre trovavo qual– mo mi disse il brav•uomo eh cuno o più svelto dl mani o sl che esageriamo! ... Ma dove olù lesto di parole, presi l'a– sono stl' lettori? Un solo di- bltud!ne di r!mandere ad a.1- sgr,az!ato lettore c'è qu; ed è tra volta quel che m'era rl– questo p0vero fesso che è co- ma.sto !n gola. E comincia! co– stretto a leggerti! >. E' chiaro: sl a e parlar da solo>. Mestie- avevo cominciato ad appelle.r- ~f. ~= &:::f; ~ ~i~n~~~ Vidi la prima. volta Vladi– miro Aranglo Rulz, giunto da poco a. Pisa come Direttore e docente alla Scuola Normale Superiore, Ira ! giudici del mio esame di laurea. e ricordo di allora Il suo volto pall!do, molto spesso sorridente e iro– nico, talvolta distratto. L'ho incontrato di nuovo a Firenze nel 1944, In alcune riunioni del Partito Liberale. Divenuto suo assistente olla cat.tedra di Storia della !llosorta nella Fa– coltà dl Magistero, da a!lora, per otto anni, gll sono stato molto vicino. Perchè, se un incarico di tal genere può far pensare a rapporti del tutto tecnici e professionali, !e cir– costanze e la natura dell'uomo dovevan disporre le cose al– trimenti. Fin dat primi tempi 11centro della no.stra consue– tudine si spostò dalla scuota, nel veochlo convento vallom– brosano di via Partone, alla ridente casa sul Lungarno alle Grazie, di fronte a San Mi– niato, dawr!ma ,per la distru– zione recente del Ponte ridot– ta a pache stanzette, ma pre– sto restituita al decoro di casa patrizia dalle sapienti cure di donna Gabrl. Qui avevano luogo conversazioni e letture, critiche e dlSCUS61onl;qui !I professore si svelò anche ami– co e maestro. Po! I prtmt at– tacchi del male lo costrinsero In casa a periodi sempre plù frequenti. La sua. camera, 11 suo letto (roleva scherzosa– mente paragonarsi a Mossa- ~:•~~~~ ! Y:r~a f~=ri. Qui riceveva. 1 suol a.miei e 1 suoi scolari, qui lavorava ad una. produzione varia ed ab- ~~tla;:: gf~~.:\f~n~\~i i~; La personalit.à speculativa d! Aranglo (cosi accadeva di chiamarlo fra amici) nasce da un humus fortemente senti– mentale. direi quasi da una atmosfera di poesia. C'è. come è noto, un episodio della sua giovinezza che è una nota fon• da.mentale della 6ua esperien– za: l'amicizia con Carlo Ml– chaelstaedter. l'amico suicida. certo che questi fu scrittore e filosofo, voglio dire autore di scritti filosofici. Ma eh! legga quanto Arangio ha scritto solo pochi mesi or sono sul compa– gno di studi e d! glovlneua, s! convlncerà che parlando di lui aveva present.e soprattutto la le assoluta.mente, perché non c'è nulla, assolutamente nulla da comprendere, ma da viverla soltanto, da so!!rlrla e da go– derla. La verità, amico (s! ri– volgeva ad Augusto Gu1.ZO) è che alla nostra domanda nè tu nè lo né altri mal potrà dare rlspasta... Questa nostra ansia non avverrà mai che .sta appagata; questo problema non avrà mai Soluzione. Im• medicabile è questo dolore: Inevitabile questa ma!lncon!a. E6sa è !n fondo a.d oJ!DInostra gioia, essa si mescola in varia misura a ogni moto de! nostro essere, a ogni godimento ad ogni sentire; si accompagna E comtnclamo proprio dAl e quando >: assai presto, avrò o.rvuto tredici anni. Espul!o da tutte le scuole andai a lavorare presso un picco!o art1g1ano e col mio salario mJ oagavo 011- chc una lezione serate. Il mio maestro veniva puntua)mente tutti ! giorni dispari appena dopo c ena, per oiutarm.1 a su– pera.re I n palud e degli studi tecnici al qua.li m'ero a,vviato, e darmi modo d i passare a! cla..sslci. Era bra.vo , forse an– che lntelllge nte. m a J>!'rdeva buona parte delle 'due ore che mJ al lettore, per ottenerne li di follia è In ogni soliloquio, consenso. Una volt.a per legge- bi.sogna ammettel'e che è pro– re lo svo1,1mento di un tema prlo nel e parlar da. solo> la Il rnlo 1w,estro impiegò tre radlce di ogn! narMtore. DI facevan corona a lavori sclen– tlrtc! come la nuova edizione del Sofi,ta e lo studio su d! esso (1950) e la Umanità del– l'arte (1951). LI o accanto nel– lo studio (bras!erlto6! In una casa !uort del ce,ntro. alta da avere attorno le torri, le cu– pole e 1 colli llorentlnl) ha te– nuto In quest'anno 1951-'52 !I suo ultimo co'r6o universitario sull'Attualismo e Carlo M!– chelstaedter (un vero testa– mento spirituale; niente, me– glio d! questo SOl!l!etto, stava ad Indicare l a S pannung del suo pensiero t.ra . l'Ideale della piena imman enza del valore nell"opera. dello spirito e Ja Sua e,;!genza di assolutezza) e in queste ultime vacanze esti– ve, di nuovo in letto. ne ha re– datto le dispense. LI lo abbia– mo visto negli ultimi giorni della vita, sofferente, debole, Ira l'altro per I& fatica dl tre giorni di esami da cui non si era voluto in alcun modo ecso– nerare, oon una forte, insi– stente emicrania. Ma eh! po– teva .pensare? Quante volte era stato male, ptù male che \IUDBUBO ARANGIO-BUIZ iblioteca 7 o f:n~v~h;~g i:v: ~~~o~ seppe richiamg,rml a1h mlsura, ed io ~li presi la mano: i miei temi diventavano sempre più lunghi e li mio maestro per leggerli e correggerli era co– stretto a portarseli .a, casa per rlstltulnncll alla lezione se– guente lardellnU d! s~nl ros– si e blu. Ma. gH SJ)iaceva: e Non badarci. ml dlcev.a. lo devo se– gnarteli questi errori. ma qui c't !an~as1a e giudizio,>, Que– st'incoraggiamento fu la sua. ~an~S. q':J nd 1~~~ i~:~~~ che e parlavo> in queste con– Quando II Juned! li mite pro- fes$!ont al cuscino? Natural– fessore riapparve alla. mia Por- mente di loro. del miei e oom– t.a er3. cambiato: non volle oa.gnl-compllci >, Ol)el'8.t e non neppure entrare: ml consegnò Ol)crai, scrivevo ad essi come 11fascicolo (era una commedia. e.vrei vohlto parlare davvero. In 5 atti) e ml disse: < Io non ed essi ml rispondevano solo sono 11 maestro adatto per te ... quando avevo finito. Scoprii M! costi troppa fatlèa. a cor- cosi la dialettica del perso– rertl dietro! Ne sai tante e nagglo: ! mie! • compagni– tante più di me che m! spa- compile!• !aoevano ormai quel venti ~ leggerti... Tu non hai che io volevo, ed to volev_osol– bisogno di regole. tu hai bl- t<lnto paz!enda da loro. pa– ~no solo di leggere poeti e zlenm per ascol~armi tino. in scrittori ... Frequenta un corso fondo. In fondo e i1 ~ugo d1 o– all'unlvers!tà ... •· gnl storia.. Quando plu t<lrdt ml Segui! 11 suo con•lgllo ma misi a trndurre sulla carta ciò avvenne solo più tardi, In quel. soliloqui, Illudendomi di età matura: !n qu~ll anni di scrl\ere una, storia del. mov!– adolescenza invece frequenta- mento operaio a Napoli, sbu– vo anCora l'università. della cn.rono fuori 1 miei. e compa– stra'da alla. ricerca di e com- gnt-oompllci > per d1vorn,rsi la plici > 'tra compagni di lavoro nott,. 011el oo' di fllolovl<>"l'le e compagni di mattana Ch!a- di storno !o riuscivo a salcare. mo mattana la frenesia !nte!- G. A. CIBOTTO 'cttuale, nella quale. awunm, avevo più bisogno d! e compli- (Continua a pagina Z) ~~·~~\iu:J 0 !. r~rv:~ faa:~; vita, ridotta. da.vvero, e non se ne doleva, ad asce6i e con– tel1ll)lazlone! Coslcchè quando è giunta la. morte, cl ha colti di sorpr esa. Non Lui, ohe alla morte pensa.va. e in questo pensiero da tem p0 a.t!tn1wli li suo oplr!to. !!gura e la sua. vita e che ne! suol scritti andava ricercando le parole che meglio espr!mes- f:~c~~ ~~~~~~e c:~~: geva tn esso, oltre che lo scrit– tore di cose flloso!iche, Il fllo– sofo, più che una serie d! !l!o– so!eml, una vita, a suo modo e davvero. nel senso originarlo platonJco. erou:a. Non tanto dunque la lettura d! altri !ilosort, ma questo dramma e la vita tutta nella sua immediatezza e nella me– diazione eternante dell'arte. lo hanno condotto alla sua mo– sorta. Filosofia. che nasce dal– la vita la sua, problema !l!o– sofico che nasce da. uno stato d'animo sincero e profondo: quello stato d'animo che !n una delle sue più significative e prose morali > nella medita– zione Questa incom.pre,istbile vita egli chiamò e mallnco– nJ11 ,: • 51, proprio 1ncompr11n– stb!le la vita ... lncomprens!bl- ~ANARA VALGJlA,IGLI •• JP ROSATO RE I rieordi nel naontello di Cebete (Conti7'ua a pagina Z) ad ogni atto della nootra vlt&.. Quella malinconia che cl dà quel d.lstacco dal nostri attt. per cui non cl Immergiamo del tutto In essi e In qualche mo– do cl è d<1to di restar &Ili>&' rlor! a!la nos!ra vita... (Sci !orse tu, Malinconia, la radi– ce - oro lo scopro - anche di quella leggerezta., che altra volta ho cantat& come la. ma– dre dl ognJ cosa bella, di ogni gent!leua. e leggiadria?) • Ma 11motivo poetico dl que- !\Yate:-,,se.,g~::,e rf~J=an~! versi Malinconia d<>lciJ&ima cita fida vieni a invisibile [~:,: [fianco ... si esprime Jn parole che s&– ra1mo, che sono già. neUo stes– so scritto concetti. Malinconia è 11 sentimento esistenziale di un pensiero che affronta !I problema fllosortoo fondamen– tale del rapporlo di !deele e reale, assoluto e relativo, eUco ed economico, sopramondano (Otherworldnes•J e mondano: li problema delJ'c idealismo storicistico •: formula che già dl per sè stessa è In certo sen• so antinomica, perché !'!dea è pur sempre, per quanto !m– ma.nente, un ideale e un as– soluto. Ed allora come si con– nette d!alettlcamente CO!l la storia? (Chè. contentandoci d! una semplice ldentlflcszlo– ne, si è davvero mlrablli per sicumera e semplicità.) Que– sto era pr oblema c he la e m&– llnoonla. > corta.va in sè accen– nando in sieme alle. ri soo6t& che è suonata sempre chia.ra e decisa nel pensiero del! 'An-an· glo Ru!z. L'Idea non è la si.o– rla: 11 razionale. Il razionalo che preme agli uomini che e pensano a. sè >, che sentono la malinconia (segno la consl• derava nobiltà 11Leopardi, di nobiltà, di umanità vera) non è U reale: la formula. hegel!a– na (anche se sarà di un Hegel orma! manualistico, schema ... tlzzato) e ogn! reale è razio– nate ed ogni razionale è rea.– le• è ripudiata; ln luogo di ~:~! d~fl d~?fu~f ~e~~~; livellatore e morttrfcatore, co- ~e •. 1~e~~ ii 1 &8'1J~ P1:lo~~v~~j Sofista em pu,-e Incorso) di spirali, d! progresso senza. fi– ne, d1 contro a tutto ciò ecco ripresa. l'ammonizione dello Antico che noi saplentlsslml · abbiamo le tante volte •cher- · nito, essere necessario fer– marsi ananke itenai, esse.rvi cioè un assoluto, ua valore che non è !I divenire e non· il neanche, sempllcisUcaruente,' la legge tmmutahlle del dive• · n!re. Ma voler determlnaro meglio questo assoluto sarebbe voler capire questa vita clfe' è invece e incomprensibile,. (chissà se qualcosa dl .imlle non dicesse PJatone parlando di arrhetò1t, alludendo alla lne!fabllltà dell'Idea del bene!) E questo ananke slenei gli s! coloriva (e quJ !I pensiero dell'amico scomparso gli era presente), assumeva un si- F.)~~a~o 1'~~~ 1 .~~..1:0 fo~~~ valore. E se questo solo è va• !ore, tu~to 11rimanente è non valore, non essere. E parlava deila mirabile Intransigenza d! Pa.rmcnlde: e scandiva quella parola in-t.ran-st-~en-za, con un.a faccia ed uno sguardo oncrfticamcnte fennl, con una. sor1.ctà che non aveva nulla. di Ieratico e di e retorico• ma DARIO FAUCCI · (Continua a pagtna ZJ

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