Fiera Letteraria - Anno VII - n. 33-35 - 31 ago. 1952

DOMENICA 31AGOSTO 1952 Daniele era arrivato una notte d'autun– no. dal direttissimo gli avevano scaricato 1 bauli t.ra I b1narl e i sassi. Poi ti treno era. ripartito. eFacchino, facchino! - s·cra. messo a gridare nella stazione de– serta e diroccata - che città è questa? » Mise due dita m bocca e cavò un lungo fischio. Da un casolt.lno a vetri fra le macerie uscl una testa col berretto rosso; poi, dal fondo del marciapiede, venne avnntt 11 capostazione agitando la palet.ta verde. • Eh, che diavolo !ate? - disse - fuori cl deve essere una macchina. Chiamate Rocco>. Daniele disse grazie, scavalcò le pietre e usci dal recinto. Sul piccolo piazzale c'era un grosso veicolo nero e lucente; ma in quel caos di macerie, non si orientava, t suoi occhi stupefatti cercavano d'erftrare nel buio, riconoscere Il profilo della. città con le colline sul fondo. Camminò fino al– la. m:tcchtna Incespicando. battè con le nocchie sui vetri del finestrino. e Ohi, autista. - disse - che eo.o:'èsuc– cesso da quest-e parti? Tutte queste case <!!roccate. Sembra li terremoto>. Non gli rispose nessuno. e Siete Rocco?> - domandò Daniele picchiando con forza sul vetro. Un grugnito rispose alle sue parole. e Ohi, <!lco. vengo dall'Africa, ho un carro di bauli al binari - disse Daniele - volete aiutarmi? > E con uno stra t.tone aperse lo sportello. e Vengo dal Congo> - disse DanJele. e Dal Congo?> - disse una voce rauca dentro l'automobile. e Dal Congo dell'Africa - disse Danie– le mettendo la test.a dentro la macchina - uscite fuori. che cosa avete fumato n <!entro per Care tanto puzzo?> e Toscani - disse Rocco uscendo - che cosa volete: non sono più come prima del– la guerra>. Daniele s'era avviato. Dlsse che aveva bauli e valige. che Rocco avrebbe dovuto aiutarlo, portarlo a casa. Era stanco. viag– giava da venti ore. Rocco cammlriava col c3.po basso, saltando l sassi e le buche. Poi, alla luce che usciva dalla baracca del copostazione, si fermò a guardare il viag. glatore. e In principio. quando avete c!etto che venivate dall'Africa - disse - pensavo di vedervi moro. vestilo diverso. Credevo che foste In viaggio di piacere>. e Ritorno a casa per vedere 1 miei> - disse Daniele. e Ah, sei <!i qui? Chissà che belle cose avrete portato di laggiù. Forse una picco– la scimmia. Ml piacciono, sapaete, e non ne vedo da tanti anni>. e Che scimmia volete che ml tlr~l die– tro?> e Non avete portato nemmeno due ser– pentelli?> e Nè scimmia, nè sera:,entelll; che cosa. vi salta?> e Me ne dispiace>. Saltarono I binari e tentarono dt solle– vare 11 baule più grosso. e Metalli preziosi, eh?> - disse Rocco ammiccando. e Carte scritte, libri di mec!lclna. Via, sollevate>. • Arrivarono alla macchina grondanti di sudore. UnepoesiediGlorolo Soavi * Cannes pron1enadè Due ragrm:i flue gioL'ilni 11irnti in rwtomobile corsuo per il bo,_,Je~ard con uttesa una 1111cc111 uno Jloppino di fuochi ani/ictali S"l Porto li as11et1ai;a una fanfara di mare un dirigibile di Pari,1 Soir e il bianco yacht di re Faruk. Si udirono due sp(ll'i: fu /ella incominciava •. Lo promenade eo&Ciù appkrusi ai giot'Oni pir<11i cl1e per ,ma piccola mancNI ... GIORGIO SOAVI Marzo 1952 e L'avete passata bella. eh? - disse Da– niele indicando In giro - è stata Ja guer– ra?> e La guerra > - disse Rocco. Tornarono a prendere l'altra roba. e E' una bella notte> - disse Rocco fer– mandosi vicino al binari e accendendo un motzlcone di sigaro .. e Che stellalo - con– tinuò - una bellezza. L"autunno comin– cia sempre con quesU cieli>. Si caricò di valigie e Daniele lo seguiva carico anche lui. Rocco 1500le cose pesnntl sul tetto della macchina, .sistemò le valigie e le cassette, poi. asciugandosi il sudore con la manica della giacca. tentò c!I riaccendere 11 moz– zicone di sigaro. Daniele girava attorno al !anali semtaccesi tentando di leggere In alcune carte che aveva tolto di tasca. e Potreste darmi un'Informazione? > - domandò alzando la testa e strizzando gli occhi. e Sapete, manco da dodici anni e, ml pare, sia successa qui una confusio– ne... >. Rocco s'era avvicinato a lui. eDite pure>. e Non so con precisione do\;e abitano i miei. Quando sono partito. la casa era a Santa Maria In Borgo, al numero clvl. co t.rentatre. Poi ricevetti lettere dRlla campagna. poi da un altro sito>. e Come vi chiamate, se è lecito?> - do– mandò Rocco. e Dnnlele Porpora>. Rocco sofflò In fretta una boccata di fumo. eSant-0 Dio - dl~e - "Sieteforse 11 figlio del vecchio Fe<!erlcoPorpora?> e E' mio padre. per l'appunto>. e Immaginate se non so dove abita. Sto nella città da sessant'anni e la conosco In tutti l menndrl. Su, montate>. Daniele afJondò nel cuscini d'Incerato e mnetre quello a.vvlava la. macchina. chiuse gli occhi. li telaio d'acciaio e la carrozzeria scricchiolarono, si mos."Sero (':O,n un sussulto. Rotolarono per Il viale del platani lun– go II fiume oscuro e Daniele guardava dal finestrino passare le ombre e gli sembra– va di riconoscere a uno Il uno I ,rand! al– beri stroncati a meno. Vide alt.a sulla riva la casetta col frontespizio neoclassico. le colonne blnnche, e nella piazzetta la fontana di pietra. I due cedri &frangiati e i bossi selvatlcl. Senth'n Il cuore Intenerito. La macchina correva scoppiando. Montarono sul ponte di pietra blanca, Infilarono un vicolo fumoso. e Dove ml conducete?> - g-ric!òDaniele. L':\Uro ~e Il capo nisslcurante. Con una frenata improv.vlsa e un &US· sulto cU ,,auge e di bauli, la m11.cehlnasi L~~• FIERA LETTERARIA' Racconto di NERl POZZA fermò davanti a un cancello, di là dal Quello aperse gli occhi cisposi. e Raccontami di te, come si vive qui, quale si vedeva un 1\ardlnetto scuro, sten- e Guar<!a che bellezza> - òlsse Dnnlel com·è stata la guerra> - disse Da_nlele. tato, con una palma· nel mezzo. allungando 11 braccio verso la campagna e Oh. una cosa grande - disse Rocco - ~~fefe 1 e:!r~:t!~e~ s~~e a~~~to al ~°:~oe ti~r~!~-'~~n~~i!n~~v;:~s 1 ~!~r;e; \ pc~~~;~d~~~f~~~e <!!o~o:maggio?>, ;~:~g%od:tr~;=.anellq al Quale dette un quattro passi nt.ti -averso la strada. e H~ \ e Una cosa grande vi dico, una cosa • E' una gran bella nott~"> - disse con fa:~\. a nd a nd0 verso Rocco disse: ot~a~~ 0 J~tr~:rin: ;~ 1 ~e~~r~e?1:Wbe~ 1 t~ voce emozionata voltandosi a Rocco. Il vecchio lo gunrdò sorridendo e allar- B~~nalmente c'è Ja repubblica. Io sono fin~~! f 1 ~;mi;;a~:~andò una voce a una ~~r~\ ~cJi':-S·e.•Non ~vete che <!acoman- ~:~~!~:i~~· n~m so se otre0do t vostri e Sono Daniele, aprite! > e Voglio !are colazione lassù> - disse e 1,:arla franco, non offendi nulla> - e DI chi Daniele parlate?> Daniele Indicando le colline. disse \J:)aniele mastlcanc!o' lentamente l'ln- cMa di Daniele Porpora. Quantl Da- e Tra quegli alberi, al fresco?> - do- salata,. e assaporandola. nl:l; ~o~r 0 a t~:n~~l\;aslocato da anni> m:"s~~v~l~o.mangiare e bere tutte le CO· _ ~~:rneJie~n~~r~.fet.tlna di prosciutto?> ~[e~pose Irata la voce sbattendo le lm: se/~~~~ ~~~t ;~~r~ t.tl, formaggio, rl- vu~;~tho, detto di prendere quello Che Uanlele alzò la Caccia a Rocco e rimase cotta> - disse Rocco. e &ne }.0 n )a guerra cl sono stati tanti lm:~~ezz:~~m~i rlspo~l!ere. a· quest'ora, e Tutto quello che c'è> morti, ~a' ora, grazie a\ cielo, dormono demonio di un Inquilino disse Rocc ~:antr:o;~~;l~~to;~e~\,er una dolce lton p:c~:l.~\l~aon;;:;f~ cii~~ s~d~;e·i~ar; con i disastri che sono s~ces31, a ullo 0 ci;; stra~a fiancheJi,lata. di pioppi trasparenti, mia cinquece'ntouno, Caccio qualche sei-- torna dall'Africa>. , correndo su un tappet,o. di Coglle;secehe; vizio. Ma &Qnc.\ stati anni l!url. Tra poco, e Eh? che vt pare? > - disse Daniele al- e la camp~a scivolava, alle loro spalle quando si rimetteranno a correre regolar- terato. E attaccandosi al tirante", dette un accarezzata dalle nebbie del mattino come mente I treni, sarà un'altra cosa. Che. ne secondo· strappo. , • da grandi a\l. Le case bianche apparivano dlte? > , L'Imposta si riaperse subito. sul campi arati o verdl~lmi. E le ma.e- D~nÌele mastlcòva beatamente. Non ri• la e v~: ~~~al~~ete. seccatore? > - disse c_h!ec~! ~o1doe:g~v~y~~ Dant,le. s~s;Cr fort'unn la inia m~chlna è una dl iE1 1 :r~1~ri~,~t~e.~r.:fiio o:~r~ bll:i; ,: ,;i~~~:::~::::• ::. •:::o~ ;~~t!:t,;r;J.1t'.~7.~{1:::;J~:~~ - disse a bassa voce - doveVoricordar- murtccloll, dal. sommo del quali uscivRno senza difetti, va sempTe, non ha' bisogno mene che hanno cambiato casa >. cespugli di bacche · e alberi da frutto. di meccanico, di peu.li di ricambio. Io Daniele rimontò In ·carrozza contrarla- , grandi maanoli~ col fiori chtusl -e lppo- sono perfettamente tra..°'1qu!llo.E qùanto : 0 j~;~;1;:~"";i'.~,~~~P~u:~~~~~ :1Jf'.~~;~:l 1 '°i:·~~ ;:,~:~~t~i,t: ;~;r~:~~~:·1~frJ~~~~~q:i1;:; La .macchina rotolò ancora sul sassi e corrère: ma corse poca stradn pc1·chè. bla. E' b<lllovmggfarc. Io n,,n starei fermo uscl subito in una bella strada d'a.s!alto strombettando, Rocco frenò brtL'!tenmcnte un minuto. mal>. flancbegglata dl ville, di giardinetti e al- e rattn una bella curva entrò In un vasto Il sole, alto n~l clelo.,ave"..a ragtòun.to =~hlr~ior:~nds:lt~~ r:1~n:C~entil~~~~t" " tf~!~l:~a~~r gtf d~f:~:~tt~r~t~e~: 11 cortile. e l'olmo gettava «QU>rno.una Non passava anima viva. Insegna una decina di g:tbble di uccelli, ~f\~n~-:n~a Q~~~~eun~r;I~~~~~- ~~;~ Al margine <!i Piazza Garibaldi Rocoo cbe cànt-avano a voce spianata. Venne sul- \ non fermò, ma anda~o avanlt llc:uro: ra~ ~ÌQ~Ù; glovéh don~a con le brac~ l!'~c:fl · • · traversò tutta arreat.ando.'Stda~if, • yq i ~~d~ ·. ~Jso :~:~:er~ 1 ::;~~hlu."SO ella lune d~V ra frn~!f~ :!-se ~~nl~1:~~~· ~1f~f ;i'f'-~e;:~~ù nulla. EP!:~ie~ a:1~~;.;f~ Danlele era già sceso, cei;;cavnsul plla- era acccmOdato a un tavolo, sotto l'olmo. ve :~~e1\!. ~~~t~.e~ 1 =~1ltt)!/a;:.-_ •'liit!ro 0 ~ire~~ 1 :!i ~spolfeefn'e~iovar\e •. se ·~~~~l~no_r~~tr~JJ't~~a "-;~i~ n\ele gli fermò 11 braccio in aria. _ desiderate vino Non cl vtvono,.che le belve>. i\ e Che fai? sei sicuro? ,NOli\•edf':di(l(nan •f'9lilo bÌiìÌco - poi, ., v1t. sla~\6u6no. paflat'eJril 'lit QUe.'tta c'è nè Il nome nè Il cognon\e? > ·j vlS~-0 che avete 1 ,m I- Afrlce. - dllse Rocco. - Com~é? 'l\!l.'tO =~~e::ct ::r ~:}cir:i_iiJi~'t>aniete'...! ~~T':re~~-=oi. Sono anni che sogn°~ d~~r:t:':~n~~1te•f::este, ;tbel-' no~~~~ n:~~~ ~~~~o~~ facc.la \warla~ •cU :~:?ftli~> 1 ben\~ An~ti'e\ta, 11 :ervll:io !e ;1A~h~ial~~::~e? bruciai:· d~l ;9le, scrutava il palazzo, sembrava contasse le come uno di casa - <!lsseRocco - viene 1mmasilno,. _. finestre. e Bo set.e> - disse. dall'Africa. e non sa li gusto deita nostra e Poreste lmpe_netrabiU - disse Da~le- c Che cosa c'entra? - disse Daniele - · roba..d'a tanto temP<>.Portategli da assag. le _ e di notte sctacallt, lene che ulu- è questa o non è questa?> giare quel vostri careloflni sott'oUo >. !ano>. e: E' un peccato che non sia aperto ~In e Porterò tutto>. e Diavolo. chissà come s'J)arerete -J d14- nessun posto - disse Rocco - In una bel- e Non avete. per cpso. della pancetta se Rocco _ chissà che cacce'>. .., :ar~~~l.c~;;e~~e!~rlv~~I s:ic~~~~~~~r~~~ m~c!(!~~~c:;~~:O ~i dr 0 /'{;~:!ed~ ~~~~;è e Niente caoce, soltanto, fuochi ,per. te- essere sicuro; poi ffl.1 sono. messp a guar- che non si sa~lava di guardarsi attorno. nerle lontane. Poi la mosca tse-tse >. •. dare 1 poggioli. Suo padre Cece In questo Disse: e Che pac~. che frescura dopo tan- , e Che mosca dite?> pala::t.0 un'llluminarJone rantasUca. Era ta Africa> . e La mosca del sonno. Se vi pu~e. vi la 1e5ta del venticinque IUIJIIO. Venne elet- e Credo che facesse caldo In quel deser- Inocula la malattia del sonno">. to sindaco ma durò appena quaràll~- to di sole - disse Rocco - a proposito: La tratlora venne a sparecchiare. qu: J1~J~~;; non me ne ha mal ICSl'ttto av;~uil:~~~ran~lla laggiù?. dòc ~~o ,s~tll\°•<!:t.~U:~ier~rss~o dr:.,a:~ nulla>. , ,e Non Import.a. Tornandqcl, siete desU- paeso dove cl sono mosche che pun,ren- • Sindaco. cittadino esemplare 11 - dia- nato a cose grandi. Ve lo st legge In viso>, dovi vi !anno dormire>. ·, •' se Rocco. e Tre o quattro anni !a abitò e Non to so: e quanto a tornarci, cl pen- Daniele s'era alzato. camminava pel por- qui. Ma. come possiamo essere alcurl, se serò a lungo l'. ttle lrn ombra e luce: poi si splt\Se.,nno non volete suonare? Non sapete ancora e Chissà che posti, che abbondar,.za cU al gioco delle bocce. sull"orlo della colllna, come si cambia casa, con quale facilità? tllttp. che magnifiche bestie>. , dal quale si vedeva la pJanura. Grandi Un giorno le donne dicono:• 11 riscalda• e Era un Inferno. Basta parlare dell'A· nuvole si nmmassavp.no nel cielo. ma la mento costa tanto, la servitù tanto. la !rlca ,. linea delle montagne, apparse nel sereno, :~~~t.~~t~t~~todl~~v~i~. ~~d~::~n: ciJ:~~o/t~v~~t:r:ttl~a 1 r::~~P:dcien~~=:: era netta e azzurra. fiiJ•:: c~::~:~!)E,:~~i~'f:ffJ,~~ :~~:~r;:.:f f::~;n~~r:~t:i:~1; jE; ~'~ =:·~·:~Ti"v;;:2l}i1.~~i l!io; o crolJa Il tetto. Sono succe.s.setante vino e l'altra roba. La ricotto fresca nel fare un gtro per que~te collloe: un Biro· cc: n!1:t~I c~I~~~:;!;~ Daniele ~ bassa piatto era ancora umida di siero. ~{t~~e;_Poi, plano plano. scendiamo In voce. : 1r:~r~le::~.n~/ 0 be~c~~/ c-;l~lss.= Daniele rifletteva. < Bls6:increbbe - e Questa del cambi di casa è un·even- disse Daniele. dls.,e - cercare (\nche que.-:tn elisa>.' - tualltà ohe non si può seg-ulre caso per Rocco versava. Il vino e Daniele aveva e Cl. pcn~ da stanotte - disse Rocco ca.so > - disse Rocco. · atrondato la forchetta hella coppa dell'ln- - è da stnnot.t.e che ml strologo. · Ma nl;l~o capito, ho enpito, - disse Da- salata. Corse m'è v·enuta un'l<!ea>. .., Un uomo attraveraava la piazza, aQdav~ ,il .. , verso l'automobile. A Rocco parve rlcono- sc!r:;IO~~r:::~!/ ~ :r::tQUtll(!_ enendo ;r!~.,..-=::,-,-:".!:~=--:==-===::,;'-;-'?':'-----:-....--~:---, av=~~ve, Oruio> - dltke ~ c:P cato. con una sera come questa. che non r' !~,e~:e~ve 1 ~e~=n 1~W~~\ te• e Cerchiamo unl\ casa> :......c!lsseDanJe. le avvicinandosi. e E' n t\gllo di Federico Porpora,> disse Rocco - viene ora dall'Africa. :ktcordl, Oratlo. dove abitarono l Porpora nègll ul- timi tempi? > ~ e Porpora. li vecchio sindaco? - dlSS(' quello - aspetta un po'. Prima <!Isfollare, ricordo, abitava dalle parti di Pontefuro. Poi venne l'Inondazione. là Il terreno è basso e dovettero andArsene. Che Inonda– zione fu quella! da rlcodarscnt> per tutta Ja vtta. Nessuno poteva c!lre d'aver visto in città racqua tanto alta. Poi la cosa si complicò col bombarda.menu. Ern tutto un traslocare. un fui:t"glre.unn baraonda ija non capirci più nulla. Però Il cambio di casa drl ve.::chìosindaco fece eooca: carri di roba a non finire: una flla lunga come la processione del Pre7Joso sangue. E con tutta l'acqua che c'era In giro. gtù bombe dagli aeroplani. Allora. mt sembra che I Porpora an<!assero a stare In casa PoU- dori. Te ne ricordi. Rocco?, Costui aveva spalancato gli occhi. e Ma certo. ma sicuro: n Pala1.zo Polldorl. Su. signor Daniele, andiamo,. e: Buona notte, Orazio.>. L'automoblle parti con un sussulto, e il baule più grosso scricchiolava sulla teata del viaggiatore. Onnlele chiuse gli ocèhl. Quando li riaperse erano In aperta cam– pagna. Sentiva le gambe Intirizzite. le spalle dolenti. la testa piena di sabbia. Vide <!I là dal vetri del finestrino, nlln , prima Incerta luce dell"alba, un rudere di casa. muri affumicati e pericolanti tra ferraglie: e tutt'intorno alberi spelacchia– ti e aiole devastate. e Hanno bruciato questa bellezza di vii– In - grldnva Rocco aggrappato al can- cello - che vandali, che bruti>. • Daniele non pronunciava slllaba. si sen– tiva morire dal sonno. Cosi che quando Rocco tornò a montare neu·automoblle e cercò di mettere in mot-0 Il motore, .Oa– nlele, ritrovando d·un trtltt:o glÌ spiriti dls.se con \"OCechiara: e Rocco, fèrnall >. Quello sl volse. c·Mèttltl da una parte della strada, e stn fermo. Voglio dormire>. Con mano Incerta Daniele tirò le tendi– ne: ma prima d'abbassare l'ultima sl fer– mò a guar<!nre la campagna: e Dio. che magnifico paese - sussurrò - non me lo ricordavo tanto bello>. e Ho!, Rocco, svègllatl > - disse Denlele stirando le braccia e rovesciandosi sul se- dile. Aperse lo sportello e saltò giù dal- Stamp:i d:i é L'Apoc:llypse li;urée • di Je:an Du,•et 1·automobllt'- Roceo non :i.veva risposto. (Lione - 1551) eOhi. Rocco. salt.a fuori ti dico> - gri- dò Danll!le gpa:lancando lo spòrtello. Biblioteca ·Gino Bianr.o · eDi giorno vengono tante Idee - disse Daniele - sicuro, Ho quruslpaura di rive– dere mio padre e mln sorella Nina. Sono passati tanti anni. Il bello non era rive• derll, ade;w lo capisco, ma pensarlo lun– go 11 viaggio>. e Sarete contento di rivedere U vostro vecchio>. e Mah - disse Daniele - se ripenso perché sono partito, perchè me ne sono . an<!ato a fare Il medico nel Congo, ml vien vorua di tornarci. Ad ogni modo. già. • che son qui. andiamo a casa. Va plano, non correre>. e Vado a passo d'uomo. se volete,. e E cerca di evitare le strade col sassi>. e Allora giriamo per le colline,. e Gira per dove vuoi, ma portami sul velluto. Ho voglia di dormire>. e Sì.ate .tranquillo. Chiudete gli occhi e vi porterò a casa >. · . Daniele pagò la trattora, entrò In au– tomobile e chiuse gli occhi. La macchina andava dolcemente per la strada fra P: alberi, e le colline calde si susseguivano Ondulando In piena luce. Daniele socchiu– deva gU occhi per vedere Il paesaggio mu– tato. n nume sembtava scenl!ere dall'alto. E gli al'>crl allungarsi nel cielo. Le nuvole, sempre più ammassate, macchiavano di ombre l&.pianura. Tra Veglia e sonno Daniele vide 1 vetri riiarsl. di gocce, poi \,Idi n tuono. La mac– china. andava -in, dl&cesa. ~ e Niente paura - disse Rocco - è una acquata autunnale di passaggio>. ·Ora andavano In mezzo alla pioggia. e la macchina era piena· di un ~olce fruscio. Forse Daniele s'era addormentato, per– chè Il grido di Rocco l'aveva colto di 59rpresa. ·e Sia.mo arrivati - lo sentl dire. E pr0:vò una stretta. Ma non aperse lo sporte)IÒ. Stette a vedere l'autista. che scendeva , che guardava la targhetta e pol,11 portico davant.1 alla casa. la scaletta sbrecciata che saliva alla porta d'Ingresso. e Slamo arrivati - disse Rocco di là dal veti-i. ç c<Sllona li campa.nello> - disse Daniele. Quello premette Il bottone e Daniele chiuse gli occhi. Quando li riaperse. vide alta. nnes~a una raanzzR bionda e subito rf~:~ ;:.:r:~ti~r~lornl dall'arrl- ?O · Cl Danléle, e , gtà.un domestico caricava sul tetto dell'automobile di Rocco, bauli e ·valige. e Cinque _colll soltahto? > - domandò l"aÌJtlStamenÌÌ'e li legava con una co1-dl– ce1Ia. · e_ VI _pa~ che non bastino?> - rispose quello di malanazla. ~ norl r1Spose, ftnl di legare e si ri– tirò al suo posto; poi s'appoggiò al volante della ·1- macchina: e aspettò a l~ngo. Era \ già: avaMaW li crepuscolo, s'era accesa nella casa qualche luce, passavano di con– tinuo davanti alle nnestre lunghe ombre t{estleolo.nti e si udivano voc! confuse. Pol h'' trambusto crebbe. una finestra si spa– la ucò di colpo e• apparve nel vano una !1!'1" b~~::i!v~:~~~~::iia;:.1vo che agita- . Pr~i~1ja n:ni~~~d~s:~vfa s:ara,rt~cga e i-!~ gaìzà !:)lond·alo raggiunse alle spalle e lo abbraC(?Jt). e Add-.\o,Nina, ti scriverò>. · ~a. QU(llla· non lo l ~hi.va , e pareva sln- R"hlozzassJ. . e Clao, Nina - disse Daniele - non piangere, QL'" ~rve a nulln...._ 1 ~1 rlmaae\fltta sulla soglia. menlre,lul scendeva e si 'flrnva Il cancello alle.spalle. c. Alla stazlo1,e?.> - domandò Rocco. iA·Jla station e, presto>. . I La macchtna e.ra , patita cqt isollto 1ua– sutto, acoppl&I\COe tasclnndo dietro di sè una ntf'YDIIdi tuo·,o. Sul viso dL Danl~le era stampnto non sf sapeva che dlSpet.t'o deluso e amaro, ml– sto dl'corrimool6ne e· di' sollievo. Con gli occhl spiava le Case cl'\e lasciava alle spal– le, 'le piauette.- la. stra.ola, ma si capiva che aveva 1 pensieri lnch104\at1a quello. ~r,eclc ?~r:~. (!: J~a~:;~:r~~~;~c~ ~\!:e~ non ho CreU.a U treno pa.d.e alle ventuno e =~lc~~e~ò l'aQdaf,ura> e Io vorrei che tu rlusclsst a spl~garml ......:. dLsse I:>anieie - che cosi, e successo QIJi,èon la l{Uerra; perchè siet~ cosl cam– blaLI, cosl· Insofferenti, cosi mwro.stenlc1: perchè. insomma. sia lmposslb\!le vlvtre co'n voi~- j. Cl .vlloi..pazienza :. - rispose ~. e abbordò dolcemente' una .curva el\trando nel gran viale del aiardlnl. .e-Aspetta un mòmento, non ho l'retta. ecco. fermati. Spiegami: non ho 51\~to Testare a ca.sa c!ue settimane. Non sop, r– tavo più nemmeno mia• sorelll\ Nina .• .fa · nbn è possibile, ho detto; non si può , - vere lu~eontln\JO allnnne, temendo di dl'– &Piacervl.dr Irritarvi, di darvi .ombra, fn• cendosl 1nse1nare ogni mlriuto come si de– ve vivere. Insomma, come devo parlare?>. e~- .st.ata una cosa grande, I'.>anlele- dtSS~Rocco - che guerra diversa da quel– la mondiale,! > 'e Questo l'ho capito da me che è stata diversa. ma non posso credere che sia riu– scita a cambiare le teste flno a questo se– gno; e che una casa perduta. del beni ru– bati e qualche morto per le strade abbia voltato, alla gente, le Idee. la testa. Il co– stume, Insomma tutto>. e Forse non le avranno cambiate solo per questo .: - dlS&eRocco con flemma. e E perchè, allora? > e Cl vuol pazienza - disse Rocco - I vecchi diventano vecchi, e I glovànJ cam– biano. SI capisce che. ad uno che arriva al1'1mprovvtso, son cose che danno noia. Quanto alla guerra. credete: nessuno se l'aspettava. Voi[llo dire: era scritta sul KlornaU. l'av~vano dichiarata. !orse anda– va avanti, e l nostri soldati sembrava vin– cessero, su tutti I rrontl. Noi, qui a ca.sa, si e no che si sapesse di qualche vicino ferito In combattimento. o di un conoscen– te morto. Noi la guerra la facevamo man– rtando del fagioli col verml1 del pane cat– tl"o, della carne fllacclosa di cane; o col buio, la notte, quando ia .città diventava. nera come un Pozzo d'Inferno. Era proi– bito accenl!er~ persino l namml!eri. per la strada. La guerra. per quel che ne sape– va.mo noi, non era QUf:$ta'.è cannonate. fucilate>.. e ih. già> - disse Daniele. e Cl avcvllno dato - continuò Rocco - certe tessere comunali che servivano a compefare tanta roba da saziarsi appena un dente. E ogni volta che 11.ndavldal beccalo o dal !ornalo, tagliavi via un nu– mero di quest~ tessere. E dal tabaccalo lo stesso. Questa era la guert"a. E si sarebbe morti dl fame se qualcuno, in barba nlle leggi, non avesse pensato dJ !are un po' di commercio. procurare roba da mettere sotto al denti portandola dalla campagna. In breve tempo 11commercio prosperò. ar– rivava ogni ben di Dio e bastava aver de– narq per comperare. Intanto, di cannonate e Cucllnle,"nemmeno si parlava. Si vede– va scritto sul giornali. Senonchè. talvolta, arrivava a casa <!alla guerra un giovane senza un braccio: o un giorno. Jn giro per la contrada. vedevi esposta un·epigrafe con la rot.onafla. E veniva 1n·mente la guerra: "Toh - dicevi - quel bel ragazzo. Avreb- Pag.3 Due poesie di Raffaele larrierì ..... Benevolenza, Signore Un poco di 1flenilo Dalla mia parte. Un poco d1 pace. Un poco df cenere Sul gran~ fuoco Che ancora s'attarda. Un poco di chiaro Sulla mia strada, Un poco dJ ,pazto Al tuo ftanco. Un poco d{ dubbio Nel cuore dell'uomo un poco di dubbio Nella ragione. Benevolenza, Signore: , poco di grazia Nel tuo perdono ~tancaunamano Non c'è un angolo fraterno Non c'è in' tutta la terra Una pietra all'lmpiedi Una pietra in tutta la terra Che ricono.sca Il cuore dell'uomo. Non c'è in tutta la terra Una pietra da stringere Come si stringe un amico Una pietra .su cui poggtare Il ,onno o la morte. Non c'è in tutta la terra Non c'è un .solo ftume Che vada per la sua strada. Non c'è In tutta. la terra Una rondine incolume. Non c'è In tutta la terra U.na mano aperta Una mano senza sdegno Che .separi il ,angue dall'acqua E gu.a.ri.sca i ruscelli. Non c'è in tutte la terra Un.a sola mano fraterna Che unisca le pietre ferite E seppellf.lca nella steua urra· Amici nemici e foglie. Manca una mcino In tutta la terra. RAFl-'AELE CARRIERI be potuto prosperare per altri cinquanta anni". Eppure, sono certo, nessuno crede– va ancora alla guerra. Dicevano che per le steppe, nelle pianure. su certe monta– gne. sparavano alla disperata. E persino sul mare, con le nav~·e I sottomarini. Ma. un posto preciso, un J)OstoIndividuato. non c'era. E se gll aeroplani buttllvano bombe, le but.t.avano lontano da qui. Leggevi sul giornale che intere città erano andate In frantumi come vasi di coccio. Era una co– ~a da vedersi con I propri occhi. E aspet– tando di vedere passarono 1 mesi; et mesi diventarono nnnl >, Rocco aveva tolto dal taschino del pan– ciotto una cicca di toscano e l'aveva ac– cesa. e Anni - disse - ma ancora, di questn. .maledetta guerra non si capiva nulla. Poi, un certo giorno, cl precipitò addosso e ru come svegliarsi di soprassalto mentre la cnso. brucia. Anche Il re sl svegliò, e come fu sveglio cominciò a dare ordini. Ma nes• suno lo ascolt.ava. Tutti dicevano: questn. casa Infetta e pidocchiosa, questo cesso: che bruci, e ne faremo una nuova. Era. una confusione indescrlvtblle. Fu allora.· che nominarono sindaco suo padre. E durò tanto poco, che sembrò qualche giorno, perchè arrivarono I tedeschi, i nostl"I al– leati, e cl misero a stecchetto. E' qul ohe comincia 11 bello. Quelli. appena arrivati, attaccano certi avvisi sul muri Cove è scrit– to che qui. In Italia, da oggi In POI. le leggi sono quelle tedesche. e se non cl pia– cerà, cl lnflleranno come fringuelli al pas– so. Che cosa avreste fatto? Era gente che cl scherza.va poco. Che modi son· questi?, dicevano attorno. E qualcuno di loro: "Non VI piace? VI Jnflleremo senza darvi altri avvisi''. Che cosa avreste fatto. voi? Col prepotenti, acqua In bocca. Intanto arri– vano una notte gU aeroplani, e giù unn. pioggia di bombe. Allora la gente, tra 11 terrore e la premura di salvare la pelle, getta sµI carri un po' di masserizie, di ro– ba varla. Si va In campagna, si sfolla, cl si accampa come si può; si !a vita ru– stica, In certe stamberthe che non vi <!e– scrivo. E Intanto. in città, gli aeroplani, continuavano a buttare bombe. Io avevo portato via la mia cinquecento e uno, l'a– vevo nascosta. Insommn nnl. ma passam– mo certi spaventi, tali ahgosele che voi. In Africa, non potevate nemmeno lmmuglna– re. Eravamo tra l'Incudine e Il martello: americani sopra, e tedeschi sotto>'. Daniele era rlmnsto ad ascoltare con gli occhi fissi alle plnnte che si rlempiv;mo d'ombre e le versavano sul prati e sul ce– t,pugll. Disse lentamente: e Quante volt.e, R'Qcco, in quindici giorni ho sentito rac– COì'ltarequeste cose>. ~ Olà, tante volt.e.lo Immagino - rispo– se q_\!ello- ma non abbastanza, sapet.e? Perel.\è: a che serve raccontare una st.-Oria. cosl s,')aventosa? Vi ha fatto Impressione, forse? .l31sogna,•aviverla, perchè lo facesse veramente. e voi, beato voi, siete stato In Africa. l'avete passata laggiù. Le cose. per capirle qa't.111 sono, bisogna vederle col pro– pri occhi >'. Mise In rnoto In macchina e parti. Gui– dava con sfeurezza ma aveva 11 volto ai:t– grondato e come oppresso da un pensiero grave. Giunto nel pressi della stazione ml– se la macchina' al pn.sso e con una brusca frenata J'arrestt.'t e Non vi ho offeso. spero > - disse Rocco. e No no> - di&'SeDaniele. e Ho piacere, perchè. a dirvi la verità, le cose sono andate molto peggio. e se do– vessi ricominciare da,-:capo,·adesso che ml sono orientato ... >- e Ne ho abbastanza, .Rocco>. La macchina rotolò p-er ·aitrl cinquanta. ~~tr)u~g~v~e~'::òs:~:::.1,anfc baraccheLta. e Siete tornato troppo ,westo - disse Rocco - ahi ahi. saremmo andati In giro a fare belle gite. per i pae~·t !!ove non si vedono tutte queste rovine. A ,;t ogni modo, è stato molto peggio di qut\Jlo che ho detl-0>. Era. venuto vicino alla macchlua un fac– chino con la giacca dt rigatino .blu. eBi– narlo per Genova> - disse D~nl~. e Ce n'è uno solo> - rispose quello ca– ricandosi. e Addio Rocco) - disse Daniele met.– tendogU In mano del danaro. e Arrivederci. tornate presto - rlsp')Se quello - e ricordate di portare qualche Tl– cordlno dell'Africa. un'altra volta. Fa sem– pre piacere ve<!erne>. eEh, si ricordini, te li raccomando,. e Tornate presto>. Quello se ne andava senza voltarsi, un po' curvo, Il capo ciondoloni. e Che malinconia. poveretto - disse l'au– tista - non ha visto proprio nulla>. Nt:Rt POZZA

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