Fiera Letteraria - Anno VII - n. 6 - 10 febbraio 1952

Domenica f01è6br. 1952 LA FIERA LETTERARIA UN NARRATORE ITALIANO ALL'ESTERO 1(-. I~ f/4.~ DUE INTERMEZZI * S I FA troppo I.Udi per upet– tare ancora. Adesso andiamo. Wc!amo dietro di noi i bastioni del grandi quartier! del sobbo rghi e cl Inoltriamo ln !rot.ta verso I palazzi della città nuo va con le rC65e tor– rctt.e a guglia che dopo ques'-0 ploig.-a che dura da giorni sono luc~e come I r.!le,sl che SI abbandonano bianchi e ne~I .wlle larghe ~u.anghere. Per Raccuuto diGIACO~IO REGLL\ i' t~ )J.,\\) ·~ M. J~ vJ f. F4 ;.... - 117 J-. PERICLE FAZZISI - e FIJW'P ~a1zu:if~~r:d;r~dfa:lt11~~ I.Ori disegnano ombre e J 60I· dal!. silenziosi e lmmob!!I. sembrano assorti a COll~re ie voci che a t.ratU le ultim, soolte su:.surrano abbandonan– do I tuelli sulle cataste. Slam o in quauro che ab– bia.mo deciso di andare a casa sua qu esta ~ra. Abbiamo del vecchi conti da reaolarc e ora ,·ogUamo trattare con lui. I numeri di questa st.uda gocci olano bavosi sulle ta,·o– let.te e l\tltdma chiesa che fn. contr lamo a stnl.stra del fiume che tra.,•crsa la città ha le vetrate ro~sc come li fuoco. Più a.vanti, nel quartiere di Tradekmdesgalden. una pro– oe~lonc di lncappucc!atl por• tanu sulle spalle delle gr06Se croci dl legno viene vcrw di no!. Cerchiamo di allontanar– Cl per U vicolo di fianco. mA butta.te le croci quegli uomini cl corro no Incontro -alzando li cappuccio e irrldandoci addos– so: , Insekralner Krlstusl >. - Krlstus! - ml ripete ur– lando uno di loro prend-:.ndo– ml per I capeHl e t\.."Sandoml con degli occhi c he fPrlz:tano quel fuoco del.le vetrat.e. - Krlst us! K r'.stus! - ri- pet.c ancora, e ml a-tt ,t.aa ter– ra. Il clclo. sopra d i m e, è apon.o come un cratere. Ora. fug;:ono. C1 artrcttJa– mo. GII ucccm delllL nou..e islbUano in alto. in alto, Slamo !Ountl al palazzo. Clr- ~f;~u·:,t b~~! ,~li~~~~~ e lo s01tpln;e. Attraversiamo Il cortile. Le luci del p!a~rot.tolo &0- no già state spente dal auar– dlano che ad una certa ora, lo abbiamo calcolato. chlude lo Interruttore e dopo un quart.o Il portone. Per le $Cale ml appoggio alla bala.u.5trata e Incontro le mani di qualcuno. Ma quelle mani ml abbandonano subito. Ora' che ho $UOnato penso che noi quattro cl oonoscJa.– mo molt.o poco e ml fit.uplaco ehe a~mo cosl d'aecordo per questa storia. I.Ali et ha rubato delle carte molto Importanti td ora sla– mo deebi a riaverle: solo per questo slamo cosi leaat.l tra di not questi Jloml. E' i;IR PMSato un po' di tempo: pure adesso ml pare di 1mttrc un rumore qullsl dal di sotto del– la porta come qualcuno che la. rosicchia, Quello Che ml sta vicino cerca con il palmo del.llLmano U campanello. ma non lo trova: suono ancora lo. Viene aperto di colpo e una vampata di luce ml prende agli ocehl. Porto subito I,, mano alla ta5ea dtl glaecotto. Cl vuole 11Cmprequalehe se- ------------------------- IL RECENSORE * Q %!fr~.'°.,~;••t::.'; ~; Racconto di. BENIAMINO DEL FABBRO ,,,.,,._ Q•••"" ,, ammalh, ,ono, cglJ ,t occupata per qualche 1etttmana le .rue un.toa.mente dt letteratura, plt. a poco egli li abituava alla 11.,cia da bambino tra Il col- recen..t0re non era un uomo vi rece11,1fonf conUn.uarono a u. tura. mu.tfca ed equ,ta:Jone. mia compagnfa, al miei di- letto• e una coroné di /ragli( vo che ge>Mpatl.tce pa.sseggi; ,ere pubblicate dai giornali, Era un giooo_ne allo, riservato, ,corsi; entrando ogn/ sera i" capelli. a,,;a dubita mangia donne in- come ..J'egll /o,se ,ta.to una VO• con mo/ti giornali ,ottobrac- trattoria: lo vedevo a1 nostro Non nppcna nella .tua .ttanza vecchia; ,; mio amfco non vi• ce fn.sop-prfmfbll e e c onUnua, cfo, e ml cl. vol(e un tempo al- tavolo, m fondo, w~ra le te- il m./o amico li ,cdett,; dauan- ueva, ma .sempre e unlcamcntç u11a11gelo111,Jormaumana che me110 doppio d1 quello nece.t- ste degli actn clienti; per or- tl al baule /rugandout dentro re e e n s Iv a la propria vita c01ithiua.,se a setacciare I Jat- 1arfo , a rompere . la barrJer~ dinare la mine,tra, ml a~pet- alla ricerca. dc' ma,ioscrlttl' Il numdo li cibo lt donne la ti i libri le at111e11turcf de.tf · che divide, in 0'1r&t trattoria d_1 tava; talVOlta . ci .tcamb,ava- Su.l tavolo, ap~glalo alla pa~ .ttrada il paesaggio. Il suo era derl degli uomllll. Mi d f.uero una ~~anf hcutà, 1 due f": 11;0 i tovaglioli ch e fl camc- rete oppo,ta, VI tra un gran un CO..."O e1tremo d'abitudine che al medici egli rtce,t1lva mtn.,a , ne e pr ma c e O r ere Ci aveva m_e .t.to d avanti, pacco di giorn ali; acca nto al pro/tu/on.alt, una .tituazione hu:ldame11te, a parole, la pro– !~C:::e t, e..J:.~u 11;!~:u: ~!~ 1 dcn~~i non gli , nar u:avano, /oglf bianchi numero.ti qua- a,.so luta e in umana. Mi levai prfa malattia, come ,e /o.t.te mc di cvtr.tf > ocome ti legge fcr~::"cr~ ~~~:'";~a i,t'~!· dernJ a.z1:urr1 .t i accumu lavano all'i ~provvl.so , trovandomi da• .ttata la malattia d'un a ltro· nelle biogro/ 1; degli icrittorl. Cf"n.rore .sapez,a 10 ;..,i .tcrvlrt f l'uno .tull'a ltro, M i auvlch1ai e ;: g~ 1 tt:l ~~ng :'~e etc 11~::;::,~anche la confe.s,ione, re1a ~ Venuto dalla. provincia, 1 .tuoi Cibi migliori. la.,ciava sempre $Ubl~o ;,n' I acrr.sl che quello leritto dei .tUOiver.t· e me lo Un prete chiamato llt'lle Ultl- ;i;:::~l:,:to:;!:~l f:::ativar,~ ~°e.s7:t~ncf:/;;7u,:,er~~ane1;:::;: ~~iJfto~r noe ;,, :,.e;('~'t~~:;: Indicava ~n un dito~ ~ guar- ~e, °:'~t:: ; ~~=~~v!I ; ; fondo al baule che racc~fu- molt~ abttf c~e .ti dl.tlingue~~ ::~: ~~: :n, l~,en~t ~~ 1 ,T,!J:;~ ~C:: !~lt=hio"'t!,' 0 e, 0' 1 ,,!~ ~ .su.s.tcguir.ti degli aroometttl deva t~ta la 1ua roba, nellan• no l_uno ~llaltro per mlnim! /u qu,::.sta,prt:u'a poco: cll /etto come sempre, era l'Idea per cul fl mlo amico nou .tJ r:~o ,,::::~;e~: ::u:ft:,~:: =~~'::f~~j = : /e"r"r::u:i; febbraio. Stamattina Il 10le .ttu.ta del recen.,ore, dell'uo-- a.ti; ,ettaua na.suna vita Jut~ra condo prima che ml riprenda d.l scoppi di luoe coi.i !orti. Credo che lul abb!a. fatto un cenno, pcrchC ora asservo che gtl altri sono già entrati. Mi sta guardando, adc~so. e forse pensa al mio dK~ del– la vl6ta: certo lui se ne ricor– da, puche abbiamo lavorato mslemc. PIS5lamo nel suo &tud.lo . Non ho mai dim entica to quest.e finestre cosl a~; co• nosco e{à questo studio. per– ohè prima, quando rimaneva In casa a leggere e a dlscu~– rc, ml invitava spcs50 a pren– dere il thè. Oramai !iono trat.e0r.s1deilt anni ma. sono pure sicuro chf' queste riproduzioni di qu.ariri non c'erano. sa sempre tutto que?lo che si decide attorno a lui e i:er!a.– mente é a conoscenza della nogtra. dcdslonc. E lnutUc pensare che avremmo pot,uto sorprenderlo. Ma almeno que- 1ta 15crabisogna A55olut.amcn– tc che non cl facclarno pren– dere da qu,::sta timidezza che afferra tuu1 quando si parla con lui. Ma è anche rkl'eolo che 10ora pensi alla t.!mldez– za proprio nel momento che .sfamo decisi a farci ridare le carte, queste carte cosi lm– port.antl per noi. Con la mano et invita a sedere. Non Porta più anelli e ora sta prendendo I J!Quori che come una volta tiene sempre nell'armadietto vicino al libri C'è 6Cmprc un'afa di chktso qua dentro. Abbiamo ooncor– da-to che .sarei stato lo a par– larrll per primo. e per difen– derci dal suol tentat ivi di ne- 11:aredi essere In pO ,SSH.SO del· le carte abbiamo an che de ciso di lntlmldlrlo r;ublto. E ora ml pento d i uere accettato d! ~re lo a parla.re per primo mA sento c he deve veramente toccare a me far questo. pcr– chè dopo che ha prc-parato oon molta c11.lma 1 bk:chlerl ml guard11 fisso. Cl sta già !'padronegrianrlo. Ci slamo prepar ati m ale noi qua.ttro. Era ch !a.ro che con gente come lui non bisognA mal lascla?'l!ilsorprendere, al– trimenti si rimane giocati. Lui ant!c!pa. troppo sul modo oo– me .si svolgerà il colloquio e sta certamente lntreechm.:lo un plAno per .stroncare tutto quello che i,:11 dlrrmo. Che gli dirò. Adesso anche I tre ml guar– dano perchè lncomtnel a par– lare. tn questo etudlo blY:>gne– rebbe aprire tutte le finestre cosi alte e dare aria. Molt.A aria. Ora porge ti 1trande a.stuc– clo delle !IA:Arette e gll altri acoet.tano. Io no. Cosl sono pili solo, più tndlv!duato. &tino n~tro. un destino che forse noi Incoscienti, per es- ~:;e ~~rtl~v~~- :m~e~~ dt ,t.a.ncheua. per questa vita che segna sempre la solitudi– ne vf"rso di noi che abbiamo paura di camminare per le strade del porto vicino lih altri ccmpaQ:nJohe vi paue;– glano la sera e parlano a vooe alta. Queste carte lul le terrà ancora nclla sua casa, lui le conserverà, queste carte pre– zioge, non per farci citi male, lui non può fare li male a! ilovanl ohe hanno raocolt.o suo flaUo sulla stra da.. N o. Lui non può farei del ma.le . E poi ancora, perchè I nost ri ~~tf~~~i~a'?n~f~e;erà le cart.c. ancora. Cosl noi cer– cheremo la compa;n!a di que!U che .se a\'Casero le ci.rw cl punirebbero. U&Clruno , al– lora, andremo nel capannoni del porto, lag;lil, a ballare nelle cantJnc tra I festoni di cartone anche noi con t ber– retti d1 velluto verde a vi.&Jera fllottatl di bianco,. .Non ride, e I geni calmi delle mani vO(;'llonoconvince• re. Ma ei:;11 mente, mente &em– pre e la wa voce 11! fa più ca.rè' Z::zevoleancora. Ora &.C• ccnde anche lui la Sliaret.ta. e parla, parla ancora, I tre stanno ptt cadere nella. aua uapl.)Ola. Sono tdlotl. Idioti e e plu v4lllacch1 dJ me. L'aria di questo studio con quest'aroma. di siga rette tur– che è troppo llfo.sa. Ml prende la testa. ml s tanca. Ora bl.&o– ima che gli ti.sponda &Ublto. Prlma che it:11 Altri credano completamente alle sue paro• le. E si oonvlncano. E se ne vadano senu lmpor;:11di ton• segnarci le carte. Ora bo parJat.o. In fretta, pcrehè ili altri sono intimo. riti e nelle ,ue mani oramai, e Ha capito. Ha comprcao. A me non Importa nulla ~I lui. delle aue parole. M.a ~11 .si ricorda di mc e 1nt vuol bene•. SI allontana. un lstant.e dal– la porta foderata di .stoffa e ritorna con le n0&t.rccarte. t tre li respingono ma le loro mani sono lndec.lse e gelose delle mie che le afferrano. Uscia.mo .subito. La aua. porta .s1chiude senza rumore. Forziamo ln,leme l' uscio de l cortile e fuori, nella stra.da. non ml sono difeso. t tre ml hanno sparAto al ventre e sono fugglt.t tra le pouanghcrc oon le mie carte. Lontano I rUlettorl 81ocAno ancora sui <:Annoni e llluml– nano I soldati. Non cl .sono plù scolte. Ora SO(.to questa hma CO!l bianca (l'tmo come un cane Come auo flit:lk> due anni fa.. n:fr~e~C:u;i[!, su quelle ft. LA MORTE DI BENOT • STOCCOLMA - FINE DI UNA GUERRA - SAN 010° VANNI. L'appuntamento è Alle die- Pag. 3 W. ll, AUDEN GUARDA ORA A QUEST'ISOLA 11-- di IV. Il. AlJDE,\T (Veroiooe di Leone Traverao) * Guardaoro a que.,t'fao/,a,,tr11Z11if'rn, che lo luc:ebal:.ando11:elaper tua deli:ia. lnunobile rimani iri 1ile11:.io, che pei meandri dell'orecchio dit'fl,hi tùme un fiume l'om/oso mormorio del more. Q11i fior• U piccolo campo ncll'ultin10 pawa vien merw, • il muro di cn?to declina allo tchWmo • prolcnd• ili (lfti ri.'fJlti contro fo ropino • il cn::o della riMcca e il grf'to ,'a,&roppa al /ran1en1c c:orau 11 il gal,biano pa:,it un altimo sr, quf!l puro /ionco, lontano, come .-mi Jlutt~ti le not., inarl:ano dit.'tta a occulle mire; pure fmtt.ra .10ena ,wnetra e oscillo nella memoria come ora le nut.ole che nrreono lo ,pcediio della r/UUJ e urgano l'intera utate in acqua. fnaomma non era .t/uggllo al- alle manlch-e Inutilmente bat- non at.t:va gra11forza, ma col- mo eh ,- legge guarda alCOlta ~ olt ~ la tomba. Non re,pin– la sorte COmune e al/e traotr- tevo la tuta ·contro 10 .sua ma- pivn I tettJ net.w 1 f con colore di quel<o eh,:: ho l~Uo g~arda• .te 11 crocf/f.tSo; 1olta,ito. o.s– ale usuali del me..Jtltre: a.vet.>U niera uni/onne di e.uere al ba,1tante per fa~ gocofol.4re to a.icoltato n/m.tee a, 1uo1 1ervò che le co,tole del .tfmu– Jatto molte e lunghl.trlme 411 _ mondo; egh tra un uomo, tut- 1ull a atrad a. La città tr-a /red- .tfmflf per meno dt:U~ parole. lacro era110 tropJ)O Incavate. tfccmcre, aveva corretto le tavla, aveva ambizioni e pa.s- da, utru.ta , piena di volti ml- Per- u n rnonu:nto m1 ,embrò a co11/rontarle con la mu.tco– boue per un editore, 11 era ag• .tlonf, ma come ri/leue, d.i ,e- .tter fo,f e n emfd. Ho co,np~ato qua.ti un eroe: ma la un,a- lo.tura delle braccia e delle girato nelle redazioni dei 9for- conda mano, guardate in uno un giornale. le1X1ndoml prima ZtOne ,che . .tub1to provai, di t.t- gambe. Dopo la .rua morte e nalf e per interi pomeriggi era ,pecchio. . ~nn t~~~=t~e pe,:; 0 :/; :j:/f!:! =;- ~~~:!:.; ;° 0 ~ !c.i.sa ~o ':~en;;':::: li nt0 Ju1 1erale, Juf p regato Ma orami.J non me ne Im– porta. Parlerò lo. gli canterò k> quello che da mesi .-.o di lui. Tutto quello che ho sco– perto ddla sua attività. Ecco. In qUNto studio bi.sognerebbe veramcnt.e cantare a. voce alta In m oltd, urla~l! le oo:se .,ul vl.so ed aprh,tll tutte le flne– s,re d e llo stu dio. Che pos.sa sentire tutta la ck.t.l e anche quelle scoli.e che certamente continuano anco– ra. Ad abbAndonare I !fucili a quel soldati cosi Immobili e stlcnilosl. ci. Appena arrivo a Klara O.stn, sot-to I portici dell'ala sinistra. d~ll' albèr go 11 fischio\'--------------------' di Ervard ml a.ss! cura ohe non dovrò a.spe <.tare . Ml fanno pa.ssare 1mblto e prlmA che po51a apl~are Il mio rlta.rdo una donnA ml precede facen– domi .s-egnocon la mano di rlmtUto .su qud dltiani aua~ La ,era c?ic m 1 venne Jat~ l'impaginazione, troppo lunga to,amente. con un s aluto che di 1crlverne qualco.ta, per rf- ~;ifti d!v!~tru~~ ~=~!ccc>J: ~u~u::,ia d:lu:c::i!~ 1:, 1 ::tc e::~ la cronaca del. delitto di ler- ml .ti fumò In gola. . c:':,.f ;l~: / ~:o: 0~:l":!~lal:!: ~:ar;o~ en~nu:e czt;:t~/~ 1:e~olou~~~e:O ~'~~io~~i~ ~~:,, ~~~v,~ '~1!:!'::o":: tor~:. ~~el::ate;:: =~'!! !;.f~= va fatto Omaggio della pro- co~tl cÙ lui O che u': critico e ,;eJ dol ce cre fu,r;o1.o d'e.ttate che mi porse il /Ofilia, a_vcvacontrore Il rccen:,tore. Tuttaula ,wfa vita; 11a11_mo co11osceoo avei.te trovato net .tuoi utr.tl 10 guidai ver.to la peri/eria do• la camicia sporca e una giacca non potei Impedirmi di .tcguirc Il mio arnfco pfu di me, i .tuoi :::~ ~= q~:".ttnf:,~1co 00 ~0: :0e: ~: J 1 v; f~: 1~[ 0 :Zf! J:[';;i::~: ',;a~~~f!~d: 0 :::p;: t;::~e,'~~~ r1;e~it';.;;t~" z~1:!r':s 1 ~~~n:ti, ~~ft:i~~:~na~:~ u:., :i~~~~ ,tan.za nvovo, ma la ,ua dlli- sore 1111 appariva iniolltamente .ttrfdore delle rotale alla .tvol- mio amico non aveva lfmftf: suol .scrUtf e all'accettazione gen.:a d f lettore e la tua pro- animato· .ti era tolto gli oc- ta non /u adatto alla maU/na. oltre alle arti e alle 1cic11zc, del 1uoi compe111f. Il n,::cro– ,a pacata e prtci,a nel riferire eh/ali e• vidi che 1 ,uo1 occltf In cui ,tanno bene gli .ttrepfti ogni materia poteva cuere logfo da me e.ttcao comt11cla- 1u1 libri gli auevano procurato erano vivi e pro/ondl, .tebbenc ~ltlrrl, brillanti, come~ co!orl oggetto d,el .tUO .ttudfo: una va In que1to modo: e Dava11tl ~7t:hi,,:~:?';ere;t:,r::~~ua~ :~~:1e a:c~::::ii:bf~:.a ;~~i~~ ~ti~~;:itE~~:~:~1:I 1 r~ ~I~~:~ d~:i:::~~ 0 ~": ~=~:i~i ~tt!,':i° f '~°!7i:a,,:~';;at~t~; dcUe rlvl&tt. Era pu~tuale agr provvtso egli ai fermò davanti li cielo d'l~ucrno ,. Nello ste,- cronaca come 1t11'htdaglnc1ta. nero e d'argento palaava110 Impegni alluntJ, allora itab • a una cosetta con le ptr.tiane ,o Ja.tclcolo phi avanti lcut· tl..Jtica una. rivoluzione comr un't,iquletudlne non propria lita lo vedeV$lno capitare ne• auurre e mi dr.sie, con la ,ua t Oggi vi e~a poco ,or~ nell~ un tdremoto. Usava di m.olti o un tra.tporto mortuorfo; le ~'. ~ll~~n:n :une%/u;~ta~h~ !~! :e.el :~n.:c!r:.' . 1!~g!:ft~':~ mfne.ttra, il rapporto col ,apo• p1eudonimi. ma io riconoscevo bambine ~eU'or/anotrof!o b1 numero di righe e per,fno di un a ra gaua che ~ amato. 11 re 11eutro della pa.,ta non era Infallibilmente la 8110.pro1a due /Ile, luna, ri:,ua r l ~ltrrz parole che glf era ,toto tmpo- CO tt di o.s1er11ato. In que.sto ca.,o, non elaborata e plana, e quel tra. auurra ... >. Dalfronde, telo– .sto vf era un rnidfconto molto ;!;\ co':nf 0 ! 1 fa ~fE!.ua- ;;- ba..Jto. aggiungere .tale. come ha gico di,tacco tra 1é e il moli- glo Ju1u:bred,tl mia amico non tq~/librato, cauto e anche pia- ca, ma le sue linee erano pu: ~~~ ~~a ~!r:"~~ d!,!:: do eh~ gli pe~n:cttcva di lan- POtcva. es,cre che una recen- :e:: :,~~::1~o:e 1:":~:C :eia ng,n ~~~!e ::, u~=i~ :!cftr!r~~~c~e .,~-:;a~ 0 1~ 1~~! fe "::!i~• J!t~',~! f: ~ ,to~e~~•1,uu~·o DAL FABBRO /ra..rl, un qualunque lettor• conforto nel VOi.tclnettamente at•via rn Jacda del ca.mtr'if"Te: chr hn co,nproto Il foglio al- con/onnato c nella .rcioltn sembrava pfulto,to un. gartont' J'et!ICO:.ae lo .rplcga daoantl a oamm .in.atu ro: che dtrtribu•vo di droght:rla alla pettinatura ,i fn /errorfa, per la strada. il ,uo pc.io 1ul tureno. ,Il $110 e .ropraauttO al no,o, un n.a– o a ca,a 1ua. per f.tolarli con amore per me t:ra d I ndole .to appuntito, /atto appo,ia ptr quello ,ottUe poretc dal /ami• .s-ccondaria. o.s.tia. tn me u.sa acuiril ,~Il acfdf odori dt'lle llar/ e dalle note domt:.tUche. redeva non altro che un c om- aringhe e de l ,otta cctl cht per e sono un re~n.tare >, ml pletamcnto di .te ,taso; la ~bitriaral al gra.ul e//luw del– disse la ,econda volta che ml madre, dJ fa"':fgila bQrghe,e, le cucine di tratto ria,. Dopo lntrattennJ co,i lui. con lo non approvò le ~ncllno.:lonl~l- quc.tte /ra..tf e altre ,unilmen– #t.sso Jono che altri adoncra la ragazza a nuo favore. ,\fin, tt .tbalordltivt. vergate con per dire: e Sorw un avvocato, contraoo con lcf. di n.a,costo, mlnuzio,o ordrn"' colllora/ico e ,ono un medico, .tono un mae- nel glard_lnetto dietro Ja ca,a: con dlrte precfllulme, non ,cp– .ttro di ,cuoia>. Parlava ormai un giardinetto ben Lanuto, cui pi ,taccannl dal diario del re– in un certo modo Inamidato, •~tanto sf poteva r!mprOVC1'are centore,· mf auguravo eh,; la del tutto privo d'ognf cadenza I abu10 di cer-tl /lori violetti rleerca del ma.noscrftU andas• dialettale; parl ava lentamente, nelle aiole e. ra ghiaia trrippo 10 ancora per-le lunghe, ,i che con voce bai.fa t 1orda..Jacen- bianca e. wttdc, simile O qi,er- lo potes,f continuare tl n1fora– do qua1I .tent lre f punU, le la che 11 adopera nel cfmltt.rf . pldo e JurUuo Jlorlleoto. Dle– vlr-gole e I 71u11t1 e virgola, Il (I/Orno che la lru cfal per tro le ,palle 1enllvo un trame– rvltando ogni concc.t.slont alla .tempre, avev~ . una veste ne- ,tlo di carte ,tpo.ttate. una ,c– ll«nzl<i abbrevlatlva, cllfttlCXI,ra con guarn1.:1on1 bianche al- dla che !Crfcchiolava al movl– dd linguaggio parlato, a qutl- la cintura; a.veva /e manJ ar- m"'ntl dd mio amico tu/lato lo .ttritolame11to di .t fllabe cuf ro,.tale, e un aneUfno, che le nel baule con le braccfa e col tutti Il riducon o ncll '1t.to qu.o- avevo regalato. le .ttringeva il bu.tto. Le.sii Jlnalmente: e Z? tldlano. Quand o le1.t l un a rti- dlto determinando. da una -agosto Credo di non amare colo ,u.o. ml p er.tua.t i che il parte e dall'altra, due 10/ace- Eiter. · Avvicinandomi oggf a mlo amico par lava e.sa ttamen- t'Oli rigonfiamenti blutUtrt... "· ca.sa sut1 le ml(' mani 110n te come 1crlveva Do.quel mo• Al 1uo racconto daoa un st'n- erano né fredde nt' calde. ,n-ento fn t>Of decisf di farlo ,o fnaprimfbile la voce dlatac- come dovevano dopo la pro• f:4!';.: 0 !,'!J~/~:I ,;~~!'!;;~ 7:':;,;=~~~1'':V::~::,.:gn~':: ~usa che ml fece una aet- lo n,a vtmlu lctttraria, che 1umctiano un rfllevo tagliente t1mana fa e che ~1 prcpa• gli .strappa,sero una e1Clama- e "/rcdd-0, come ,e i:fa r;ia 11 rava a mant~nt:rc. 1 on pcn– zfone fn.con,ulfa, un anaCOlU• depone,sero In una pagina a ,avo a nulla, non a ltt. non ::~,f~~l~e bi~t;~~ 0 1e!~,ca~:.:;a:::a ~:a~:i ~~r:t1:r; :,z't/~~l~av~~1 ;:,v~f~i' a~/•:~ In uno di quel l abirint i da CUIcwa contra..Jtat·a .straordina- lei. Daoanti alla 1ua ra.sa Il 1i e.tee con un ,orrl.so che fn- rfamente con un di1cor'O si ~arclapi~dJ t df/cltoso, Vf cre. .Jc~ terrompe la fra. te agg rot.lglla- e.tteriore, tutto di particolari l erba. .tlncfa111pa ie non t, ta au ,e ,te. s.ta, c on u,i qe1to veduti a.,coltati o pen.satl. hanno le ,carpe di gomma. della man o che fa nell'aria ti Certo che il mio amico .ti tro• Nori t per que.tto che 110n amo movimento immaginario, dal- t:ò, quena ICTO, in uno ,tato E,ter; ma ,e l'ama111 non. c1 l'alto In ba.,.so, di taglwrl' properL.tOcome non mai allo avrei f\adato. Anche le per.t1a– qualcoaa. Gli parlai della mor- con/e ,.tzone, al de,lderfo di ne azzurre 1011011110 cosa .tba• te, dell'amore, glf parlai df mt. rit.tr ,•are .tu qua;cuno la p,u- g/lata, e anche la 1uo. camera, di ,e .tte.s,o, degli .scrittori cht prla ,torlo. Volle clic lo ac• e a11chc /el, e a_ncl1 lo, Non amavo e di qutlll che detesta- compagna,.si a cosa sua, 1,cr 01110 E,tcr: se 1>01 E,tcr ama tio. gli parlai di Dio e del Dia- ~ottoporml alcune poesie che mc, non ha 1tile nell'amarmi, volo del denaro e delle don- avet:a comµosto molli 011111 la .tua vestaglia era targa e ne delle ultime ,coperte della prima, Dal v;al1 della ptrl/tna le unghfe 110n ,ono /atte per acl~n:a e delle ultime follie c'Inoltrammo ht un c:cccllio es.ter conficcate 11el braccio di della po/Wca. Ogni t:olta egli quartiere della città, i11tcr.ttCfJ· qualcuno ..•· A quc.tto punto ml rin,o,c con garbo, sorriden- to da strade lirette, Jortementl' chltul lt quaderno, non ,arei do dimo,trando cultura t 1llu11ilr.att'; ve~ le ,cale della rlu,clto a pr~c9uire ,en:a di• bUOn.sen~o. ,::quiJ/brloe a.uolu - caaa m cui ~b llat:a, ,ott o une ,gu.tto; ormai, del mio amico ta dl.screzfont. Mcrai:tv:lato .tul lampada mo.lo lxu1a e chlu.ta tutto tra chla~o, 1 miei .to– ptlnclpio drl mio fnternsa- Jn una rete d l /IIdl/err o z;td .~ptW 11 a11nuUarono tl'atant m..e,u 0 a .tuo riguardo. a poco che la nuca dtl recensore era alla certe:;:,a. fl mio amico, il .. ~ I iblioteca Gino Bianco ruacu: rAzz1s1 - r..11,.-110 a Sono Alte Qut>Ste finestre: b~ncrebbe ridurle di misu– ra. Sono troppo Alte per un uomo basso e grasso come k.11. Il I.umo delle sigarette ml fa mAic airlt occhi e mc 11Irrita molto. Lo dovrebbe ga.pere e non cercare di offr!rmene An– cora. PToprto ora ch1?sto per pa.rlara-11. MA lui è più aetuto di noi D'improvviso Inizia lui si.i– bit.o a pulare per primo. Ed ora .si r!vol-:tc.sempre e rol– tanto ull Altri. .sempre gli a.I– tri accarezza con la sua voce Fls~a soltanto it:11 altrl, m11. lo tto benissimo che ,·uol,- colpire me. ~)tanto lo lo lnteresiso questa sera: lt'li altrt Il punirà pl(t Lardi. !orl!ie fra qualche mc:sc. !o~c fra qualche anno. E In una sera come questa. con Il vento e U freddo fuori e le ~nl!'hcrc Pf'r ~ strade. Il andrà lui a trovare per de– riderli nelle loro ca~. uno do– po l'altro, tutti e tre. Ma. non calcolerà sugli In• t.ervam tra gli interruttori spenti e te porte cMu.se. Lui SA che lo non ho CAsa e che .sono lo che In qu~tl g!oml ho diretto gli altri. E ora di Interessa di cololre me, 601- t.anto mc. per ora. ~ Ricordatevi dt d!stru~crc. sempre, prima di tutto, Il cen– tro e poi colpire. attaccando a. breve Intermittenza. cli cle– menti periferici per s-faldArll t. tn q ueli'ooculone parlava 11. ,cat.tl alzandosi sul tacchi e ;-est!c olando con le mani: p-uardava diritto a sè come se fOS!C .solo e si tpccchlas.se recitando. Due. ann i fa. ml ?I• oordo bene. il giomo prima che Il quartiere. venl~c !n– cendlato e Anche suo ftgilo con l'lmpcnncabllc nero era al centro del grande salone mal rl.scRldato con quelle pan– che da oontadlnl che t.rabal4 lavano t.UU.1?. Ma il domo dopo suo rt– ;llo lo abb!&.moracoolto sulla ~trAda, sporco di '<ani\lC, ln meu.o Al !ani:o. Del fango Come o;:I. Era blondo qutl ra:;&Uo. Ho pianto per la sua morte. Per l ncmk1 dl suo P.a– drc era un elemento penfe• rlco anche lut da sfaldare. E hanno cta~etato un po' trop– pa. Da finirlo. Ora sono cat.tlvo e vigliac– co. Ml voglio l'end!carc del padre 1?I mlct occhi vogliono dirgli ohe penso a suo figl!o. Era i;eneroso quel rAg: u:zo.Ed crA alto e be-Uoe non ave.va casa come mc. Era bcH o, mol– to bello. Io llono brutto come MIO padre. Lui piaceva .ille donne. Suo padre ora alza U tono della voce, E' come sempre si– curo di se. Ma perchè alza Il tono della voce? Non porta plu anelli, ma le sue dita cosi •ras,c m1 disgustano l!iemprc. e Il taso avrà. da rubare a lui prima quelle carte per far– cl del male e lui le mantiene !C;tCU per ora anche al de- 8 1J1~ 1 a.è molto giovane. ma non ho pensiero questa sera per l'età di chi Incontro. Nella camera dove ml ILSCla osservo ohe già tutti m1 11tan– no a.spettando. Bevono dello snaps, e appena ml .siedo .scorgo che Anche Erv&.rd si trova già al auo posto. E' rl• sa'.lto prlmA di mc. Non è buon segno. Un uomo alto. dal v!50 M:ar– no e ili occhi lnfouatl, an• z.lano, che lo non conOSco. prende per primo la parola e dkhlan aperta la seduta. Fac.cio subito presente, e tutti ml 5Crulano meravtaJlaU, che r tfluto dt ascoltare qual– .sia.si accenno aUa mort.c di Bcngt . - La morte di Ben~ è un fatto tradco e doloroso ma che questa &era non cl ri– guarda. - Vot non conoscete le mie abitudini - risponde quel vecchio dal viso SCArno-: k, aoc:etto, nelle .sedute che diri– go, di trattar e sempre ogni cuo succcs.so tra di nol. anche quc ut più bru cianti e più do• lorosl. - SI, signore. ma certamen– te voi permetterete eh.. An– ch'Io Nlp0'1\Q:a. la mh, opinione sulle nostre 6edute. Perciò In– sisto dichiarando che me ne andrò IJUblto.se verrà fatto tda pure Il minimo accenno alla mort.e di Bcnat, · - Come voi volt~: ma do– vremmo J)llr anche 113eolhre 11parere del nostri amici. Che ne dite amici? Tutti .si alzano o ad uno 11duno rl.spondono accettando ti parere di quell'uomo. Kul poi ml !!I fa vicino prtgando• mi di non Insistere e, ad alta voce, ml avverte ohe Il pre!!J. dente della tcdut.a. viene dal ~o~hee :aell~n n,':~~1't r!g-ent.e. - Pe rmettetemi a lmfflo al– lora di domanda.re chi sia ~fj~~ ln~~:e 8 i1 =~pc__: ri.,pondo ,gcecato Anch'Io a VO• oc a:Jta -. In o,;nl caso però trovo.,assurdo di Invitarmi ad una seduta di un gruppo di cui faccio attlnmcnte pArtc f:accndoml trovare all'lmorov: viso e di sorpresa un signore che lo non oonosco e che ad– dirittura ml si vien presentato come uno del dlr 1 ntntl cen– trali - lnsl~to oon un'Ironia un po' a!Crettata. Ml porto alla nnestn. pcr– chè ,gento che nelle lltrade stanno già Iniziando ~li ultl– ml tentativi per fWare la di– namite che fra qualche or.t farà scoppiare tutto l'Impian– tito del deposito. Apro r le ,oct degli operai ml giun~r10 ,ome .sferiat.e. Parlano be– temmlando e ora c:omprffl– do che quasto deposito ha per loro un valort non soltanto organizzativo. I capi delle squadre stanno splrsando per

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