Fiera Letteraria - Anno VII - n. 2 - 13 gennaio 1952
Pag. 6 LA FIERA.LETTERARIA aa:11 occhi. Agtt.a IJ ca~ nel buio e schlua oltre ci>n lll lingua a travet'!O, In pena, Ha i,là superato Il primo plt.– no e corre veno Il secondo. su un aJt.ro giro. L'altro ha concluso Il primo giro ed è giunto a metà. del stcondo, aflch'egll furioso. af– fannato. pronto & difenderti nel buio da un ferro che non , edt e che sin te di colpo sul cranio. SI cun•a e PASS A st.rl– r;c\ando da \'sn,1 alla st anu del secondo pia.no: che pure è vuot.a. 'deserta. L"altro - pen– l!a - R~ò e.ssrrsl Armato al primo plano, - di uno ncsso ganclO 'come Il suo. E Intanto l'altro hA. tos.slto e ha dato segno di sè al tt'r– zo guo della spirale, colpito, aorrocato d&I fumo che e3ee da· una .stanu. dove continua a bruciare della biancheria da letto. Nella torre Il fumo &Or– ge e st avvita a spin.le nno alla lanterna: fu mo denso ed acuto nel quale ora ha tossito Il RCOndo guArcilano: rbUI• tando lnftne gli unici suoni. questi colpi di tosse. che t due uomini ,1 sono scambiati da quahdo è lnlt.lata la loro lotta mortale. .r ' -.,,../r_t.~ . _.,.,.,....,.. -", So!Tocano. ora. 15trettl Jn go. la, ma non tos:l!:-cono più: e la torre è lmm..rsa di nuovo In ùn silenzio teso come prl• mt1 li Irto di male.dizioni che ne.sltlno del due guardiani pro. nurféla. E più 11ono saliti. e plll n fumo li stroua; è den– so. fn alto: ora ti guardlAno armato dJ gancio è pugalO danntl alla porta della te.:u r;taha, va In cerchio e sale chinandosi mentre compie do. po ·un po' Il quarto giro della CARLO ~F,\"1- cGrur,111 di conladlol lucani {U'\'I ha \1nto U mngglor premio d<ila MOll,U, di -pittura.del c~IQ.Ulo di Bari•) torte, scivolando orma.I da mo:ltl gradini sull'ollo che co. l'oceano, mes.se In cerchio n. la 'dal ripostiglio de! viveri. no & qu t$ to punto, al culmi- E ì'altro. confuso, ha alt. ne dell& terra; ecco che cosa rallt,i}tato, 11tremato, preso in volevamo fare. E invece Il bat• go?J dg. un fumo lrre5l5tlblle tello non arriva. e li fnro è chf: npn trova uno 5fog: o In sp ento. Sono cattivi segni, clm, alla torre: ed egli al, CS.SG questi; Dio vuole un uomo fra cht. on. &aie su non avrà vie noi. E sia: venga scelto li pec. d'uscita come Il fumo. come cntorc! >, gridavano. E poi al prfnclplo. Ma ancorA .5C.aP• tornavano al dubbio: e E se p& .~ _ora seme. s'inerpica_ AMI· un segno ,·enlsse? - si do• dlnQ per a:radlno; Il cuore gli mandavano -. Se ora glun• fruii"- nelle orecchie. e gli fil ges-:e Il battello o si Rcccn• perCf!:plrt la presenza di un dCMC Il faro?• a:ancl.Q.acuto. t.a5Cllente.che in Erano Incerti, infelici: ti lo-– realtà non c'è: lo ha sosplnlO ro pro,;::etto. vivo e necessario oltit la Quinta stanz..l della In tutti come in un solo cuo• torre. l suol piedi sono l"OSU re, mancava d1 Inizio: era es• di minio, la alani.a mescola al so un punto di arrivo senza furoa un odore di stoppa e di pcnllmenU e dal quale non vernice. stracci. sarebbe più .stato J)('GSlbllere- e•~ Jorse. un'arma. qua dcn• trocederc. Vedevano gli l.soln.• tro? li secondo guardiano ge• nl la loro costruz:lone bene Al· me. anch'esso e si accanisce, ta, spinta ,·erse l1 ciclo, mn sale su a bocca spahmcat.a: Intrisa di sangue che poteva ora ha pensato che un'am1a attirare o Il perdono o l'Ira non c'è, al quinto plano, ma di O!o. E a questa seconda c'è al sesto, e l'altro può CS· alternntlva non vedevano al• 5'rci Rrrlvato ed ess.ersl rer- cun rimedio. ma,o Il ln attesa, confuso nel • Affonacremo Il battello con bul9 e nel l!ller\Uo di tutta la tutto 11 suo carico•· dk:evano. torte e del fumo. E compie ~1 e Ma il bro? Chi non ere.– quinto giro di spirale; e se• de alla stia luce? Abbiamo In• IJ'Ue, •con -lo stesso passo ar- te.rpretato come un brutto se• rannoso del primo, l'ascesa ano di Dio Ja sua o--curltà: e premente e gonna del fumo, se poi ,il ncccnda<.e? E poi. In cerchio. tn alto: pa~& chi• se t noslrl compagni non tro– no davanti alla porta del St"· vnno più la \'la per \'enlre 111- sto plano, ma nessun ferro lo l'bola. pctrcbbcro salvarsi, ~ ha colpito; ,niente dell'altro, è Il mare ~I Rccende. E In que• scomp,,rso. ~fO ca~ Pio- cl farebbe per• Et· rannicchiato In un an- dcrr Jl )>att,çllo costTalto con a:olo·della )oro slama comune , le n05tre rap[ne.,_ma cl rc.,U– aotto la lanterna: ti fumo lO · tulrebbe I comp11gnl. Se 11ac• aV\0la:e e lo prende In gola, 1I cendcMe? • 1uo petto e Il dorso ne sono e Potrt'bbe--accendtral. Come pieni all'intern'l: è Il. muto: potremmo resuscitare un U(I• ha A.nt.lte l'a.fTanno dell'Rltro . .mo. allora? Una volta atz.at.a Fiuta cpme un cane e gronda una costruzione come la no• dJ goçce <;he. gli s1rai11!,no $11 stra no~ è plù po..<ò3lbllr farla occhi e le guance. 61 compri- caderei• E bl.sogna,•a 1U1pct• me con le mani tremanti la tare. allora. Ma che co~a? Vo- 1ola. 11 j)etto: dalla saliti\ ve• lc\'ano mellersl In at~a per• loce di olWc cento\'entl gradi• ehè erano Incerti e Ignoranti nl gli· è 10rto un affanno ehe di Dio. ora 111 morde le IRbbra e le e AspettlRmo! Potremmo an• apre~·~ l'altro ha drlt cora liberarci d1Udubbio•· ortceh!e ·nel bulo e perceplsc.e e EbbeM - dissero 1nnne -. questo r~lro strotzRLo. D fu- sia cosi: ma non sappiamo per mo non ha emesso un rumore, quanto tempo•. e già po.r;aHI.• ~r. 1 f::~:.e l~eff!rin~uo~~~ ~ret~ ~~n:o~I :i:;th~ ~ind:~ da &Otto una branda, quf'lla 1ponevano ad attendere quel• dell'uomo che egli ha lrue• lo che sarebbe succc'SSO.Ma ~~:1~ t!"re;d~ rrN~fo r.a:~~ :nd1:::~~ d:?'-fo~mmto, e Uto: in otnl caso resp'ra. e se ne.Mun 5f'11:l\O ,·erri. - E' un uomo che vive. Il san• dlasero tutti -- cominceremo cue.· aumenta ancora le aue 1a nostra CO!Strutlone con lf' carni: I suol occhi po55ono plttre e Il sangue dell'uomo• ancora \'edere, palpita la sua Attorno l'acqua Jambivll le :,;o. cola; f1 suo cuore batte e le ttlle cd era \'IVA dl rOSAIrl• 1ue m1lnl sono ancora com• fleMI, lmmobllt't 1mmutabllf' plete"dl ctnqu.e dita; e sonc, davanti all'angosc!a degli uo– calde. le gue ,'lscere. unite e mini. li mare. In sf'. non ml• sanS le ossa. .sura,·a li 6UOtempo con I mo- • Eppure dev'essere seppe.lii• mtntl delle loro anime lnqule• to! •: urlarono adesso In una te. o rom era propr1o que• Isola quasi sommeru dal mare. 1to. li ~uo tempo. Jl,fa l'acqua • Lo schlacceremo. lo di· tacevi\, ,tru;g-eremo: Il 11uo 11anque ~ Sia! Fln!amoia! urlarono impa11erà la no.stra costruzlo. tutti. ne C,fpl'etre,"le sue ~a 1&ttr• e Aspettiamo o dobbiamo In• ~n~,t~~ta:e~ta~~~rape~uC:~ f~:~~f1~~~\~ ~~ni:au"'~c:>:S~ per&re I• paura di un 5Cc.,to :mpazlentl dal dubbio. Di nuo• che ~\J~ era g à accettato e \'O le loro mani ~I nllun1nw&• preso. pc:r, buono da tutU. Il OQ e tendevano dita lunithf' t" rlcordQ <l_elbattello e del suol .Q!ll!Utr ,·,r~o le plctrf". L.'\ loro uomJnl fone In pericolo. tWt"• declslont era già ,•enut.a dn ,·a arrestalo I&mf\nO che ~Il tempo: QUC!:tO rlt"rdo 11 trn• 11 tc!:odev&e affcrra,•a lR ole- VRgllrw&. e Dobbiamo scaitllRre tra E chi. ora. nel terrore di un& pietra clascuno . dl!\.'iero un'Impresa che poteva l\ltln• 1nnnc. re J1ra di Olo, 11.vrebbeavuto E tutt&,·!a rltn-'5ero anco• Il corueto di cogliere per prl- ra Jic mani: e AncorR un po', mo .un.a pietra e t.eaa:Jlula aspe\.Ul\mo: •J>OI cominceremo , eno. le ca.ml di un uomo? tutU Insieme e lo .schlRcccre~ Era dun q~ ne ce..,'llrlo \'Cnlre mo"· Erano dl nuQ\'O caduti ad una conclwslone. e in pace: nel terrore di comp'ere un ,:e• procedere. poi secondo U pro• .,to drnnltt\'o: !'-&rebbebuta– a:etto stablllto. to che uno di loro. Il plu au• Ma 11 discorso che doveva dRce, a,·e~e preso un& pietra con...tnoere non veniva. Chi e l'a\'esse scagliata come J)('r av~ potuto asserire che le gloco. Ma non c'era: erano pietre ammucchlR~ sul corpo tutti ·ugu&ll e tutti In pena di un--peccatore potessero at• alln !'iles.sRmrmlera. tirate il perdono di Dio per e E Intanto?.., grldl\tOnO. tutU 8'11 altrl peccalOrl? esasperati. e Epputt non abblnmo avu• e Cantate!,. to un segno o un i;est.o per Muti. &ttorno, \'ol5ero gli oc- la no6tra pace. per la nostra chi. N~uno rimise una do• pe.<.eL Dio non ha mostrato manda o par!b: sf guardava• di IOCt)l;llere la nostra buona no. A ncora una \'olta Il isl· volontà: c06trutre con le pie• lenz.to era compatto e as~luto tre po.tate su dal fondo del• nel m are e suU"Lsola.Allibiti gli uomlnl ,•olge,,ano nttorno f'Ot'l:cnro cai-bonalo. e cl vedrtl). le braccia, chini, paurosi. btro. plf1 vicino, lo stalunnto EtA &ecaduto un fatto ln11• vlngglo di un b:1..tteJJodi Je- apeltato. E adesso? R"n0. E non è cosi, perchè orn e E ndC$SOcantate!•· strll· 11 qu&drnntc si presenta , 1 uo• lb. MR gli uomini, senin un-. to e nero come lfl notte. parola o uno sguardo di più, e Quanto alla macchina - tesero le mani e afTerrnrono telefona qualcuno dal suo ap– ognuno una pietra. part:uncnlO -, è tn prrteu.c ROSM. e nera l'isola, dun• condl7Jonl •. e stabilisce un quc. e nero Il piroscafo carbo• convegno Importante per J"ln• nnlo. ro5SO Il battello. li tran• dom&nl. Dirige da bordo, g1l satla.ntlco, bianco: né dall'lso- da stasera. una serie di lm• IR posoono vederlo sul mart, pre.~ che attende\'ano appun. perché la dlstan:r.a -è gn.nde.. to Il suo arrivo. Un cameriere e bl&nca e nera è la torre del gli sta preparanoo due pan– faro: Il transatlantico et pUn• tofole dalle nappe blu. con ta sopra. cieco. rigido s«ondo due ancore rfcamat.e. In ora. la linearità del suol strumenti di pluma•terra•del•fuoco. di guida. Da quando h& di· e Inteso - rispondono dn retto la pru& !-UIraro. li giro- lt'rra -. Dobb!nmo scendere pllota lo ha messo su un bi• RI porto?• narlo fisso, tracclnto sulla car- e Non sin, non occorre: lo tn. nautica e quindi sulln. SU· 11teMO sallrò con la macchina!• perncle del mare. Tanti grRdl e Os..,equl, ossequi•• comln• ha col più vicino meridl,r,no la clAno a dire. E lul: e SI. &do• ret ta ch e Pll35I\ tra Il fnro e m&nl mattina"· e po6a li te– la n.we, e ta}ltl ne rL,ultano lefono sul marmo del corno• su lla b usrola glro5COJ)1ca,che dlno: azzurro. come I tRppctl ne Impone. automaticamente, del pavimento. O dipinto cost, la rlo;ultanu. al limone, non lo sa.: lui non s1nttrcss:i e Ma dov'è e com'è. qu~to di marmi o legni. E" un uomo fAro? •. domandll Il coman- che si addormenta appe'la dante. Quindi consultano )11,scocca la meu..'\nottc. gulrta del Jarl e famtll. e non Quindi Cm poco. • Sccndla• ~, ncconlcntano: hnnno tele• mo?•• domandi\ una signora ronRto ali& cnpltnnerla plfl vi• che aveva trovato Il nJm un clna. e Torre lsolatn - rl,pon• po' monotono. E lui: e Ml\ dc -. e lampada II raggi: fR- no. gioia di vivere: dobblnmo ~. qu:1ttro per tre. quattro a.spettare In fine della restn •· periodi oscuri di quattro gccon• Che si nnnuncla, In nddio ni– di, e quattro luminosi di tre la nR\'C, clamoro;a e brUlant.e ,::tcondl. Con tempo favorevole. di luci . Oala meu..,notte sul Il !Aro è vl.slbile da 30 mlg:1111: m11.re. IR torre, nl vertice, è alta ◄O e Sl v "'!de?• metri - ora 33. data l'altena E li primo ufficiale, dal ra- della mArea -. Non cl sono dar: e No, comandante•· E al– bu,I fondi nei pres.,t: ~olo a lora corre una telefonata. \'t"r• 12 mli;lla ad ovest e·~ una Sf'C· 110 le profondlf:à del tran11&tlan• ra. che però p~cntll tutte le llco: • Sforute 1e to'rblne e condlz:lonl di slcute7.z.'\. Non mettete a velocità di prova la rlaulta che stasera 11 taro nb• nave: non possiamo Imporre bla subito avarie: si pub esclu• al pas5cggerl tutto questo ri– dere che ~so sia spento, per- tardol 1-, e ringhia. li COmllU• C'hènel caso di avule esistono dante. A terra l o aspet h,no due appare-echi di fortunl\ oer con l'orologio allR ma.n o. f11r fum.:lonRre ta l&mpRd&. E Il ruo aspctt& IA nave n Inoltre I guardiani sono tenu• meno di un miglio: a filo di Il a lnnclare 11egn&llJumlnosl prun, centrRto, ultimo e Indir• n rar2.I, In caso di guasto " !Ntnte come una pietra e un 1 1 uttl e Ire gli apparecchi•· uomo cht cl cade sopra. e C'è un telefono o un ap• A!Janno di uomini e calm a parecchio radio, al raro?• del mare da quando era r.ce"a e No. Al Comando si studia IA notte: cosi potremmo pen• un proq:etto per lmpl11.n1art &a.re.Non isl era levata IR ml• un11.,laT.lone radio l!Uun'lM>la nlma Increspatura che modi• cht" ,il trova a 19 miglia a sud ncR..'Sela stabilità delle acque dt"I f11ro.Da qui. un cavo ~t• o le anlma..'-Sedi un colore nuo– •omnrlno per Il f&ro. e un fa- vo liOtto li bagliore dellf' st.clle ro di &eeond'orcilne sull'Isola Un cenno di ,•ento, uu l!C\ 1 C l'ite,,&•· E si dllunga.vRno rRc- pas&\gglo di nuvole In cielo o f"(lntando che qu~to proV\'C· di correnti sott'acqua, ecco. dlmt'nto era stl\to messo In non c'era: non ,·olav11,un uc• pmgmmma da qutmdo una celio marino, non sora:eva nel~ n:we era naufragata sbatten• lo specchio del mare l&plnnn do nell'l~ola. • Non si seppe o II muso di un pesce: non l)f"rchè - contfnua,·ano -: si c'era un rottame cho turbns– parlb di fuochi accesi dRgll hlo- se li suo liquido lett-0con mos• !Ani R gul"-1\di fnro, e arri'l':'I· u orride e nere: ne un suona. rono qui due marin ai con una né un palpito as.o;ortoe miste• ~elAlupPfl.di re.no• . ecc. ecc riD.'tocome Invece succede ,ul• e SI, ma st a sera?• la terra, di notte. Era dunque e Niente da segnalare. n Il mare una Immensa e lndl• tempo è. chiaro e stazton&rlo. ,·In orlu.ontalltà sen:r.a un re• Se navigate sulla rotta giusta, spiro o un'eco pe.r quello cht vedrete u faro>. Ed è tutto. accadeva ln un punto o nel• Il trRnsat.lAntlco ftla dritto. l'<ro dell&superncle. o In cle- 1\bbrlvalO da una velocità che lo. 0 In terra.: muto, li mue Il comandante ha fatt.o aumcn• 11pent<> e 1clldo come un as~ro tnrc pensando di trovarsi ln aperdut.o e isenza luce propria, rlt:trdo di circa tre quarti unica ombra In un nrmamento ~:~\ 1 8 ~~:~;~z'!!'rtcai~ ru~~-~;rCnt.Amento de5CIIastri precisione 1tnche I quarti d'ora: si tra volto Il comandante di e Pub daT'!'-1 - come dlcono _ un piroscafo carbonaJo. e ne che cl sia qualche lcigcra de- traeva calcoli agitati, lnctrtl, vlazlone e che stiamo per 11lcché~I poneva nel rischio di itlung.e.re ora nel raggio del perdere la giusta direzione, f•ro. Lo scopriremo fu poco, quelli\ che nno ad orA guldA\'3 Stt\UI. dubbio•· I~ nave. Il comandante cer• Hanno messo In ulone lo cavi\ una rotta diversa e vera, !-tandagllo ultrasonoro e isl ao- ma calcolR\8 con &nlmo tur• no accorti che II fondo è pl&t• bnto: Inoltre mancgglavA le to, regolare. slcchè si con,ln• carte e gli attrezzi In un am• cono che debbono arn::ora pas- blenu- cll,c non gli era abitua. sare sopra una 151 ~cca, che le, cssen:lo disteso sul tavolo ln\'ece e già scors1t Indietro dtlla l>'\lctta nautlc& un uomo di dh'erse mlril!a Jnsistono già prossimo alla morte; e ave• dunque ~servando la notte va anche rlnunclRto al com• con l'occhio cieco del r&dRr: P:\.'50, la.sciandolo nelle mani questo se vedesse potrebbe , del primo ufficiale che lo &do• penetrÌtre anche la rÌebblR. Può perava per un'altra ra.ccendA ~:~r;::e ~~t1!: ~l"f ~ C::~ ,.e'::' ;: ~~~Il: un~o ro:~ :~; drebbero spuntare ne.Isuo ce.r. seguita.. e 11 comandante st pre• chlo nero la u.goma di un pi• ~~~~tl !u ~~tul~t/& nd~m~ vag:n& davanti &Ila ruota del timone. Nt poteva o ,·ol•va controllare quale delle duf' rotte fosge giusta. polche la prima cr:1 stata presa da mol• to ttmpo. dalla p,,rtenu: e questa - pensava -. era statR calcol&ta con esat tezza ali!\ luce di un ra.uo presente· quello che il raro . che purf' avrebbe dovuto apparire ise• condo la prima direz.lone, non era appano. Il l'nalàto ser't'ava I denti e cc.real'& di muovere 11 do~. apriva tm·ano la bocca, di nuo,·o la chiudeva e race\'& tona sui denti: non a,•rebbe resistito più di tre ore. come aveva comunicato il medico. t un'ora era già PaM&la; altre due ore cl SArebbero volute per giungere al faro con una velocità di dieci nod i, la mas• sima sul plroscn.fo. Inoltre JJ medico. ad un secondo rlchlR· mo, 11\'eVRraccomandato di ;!ungere In tempo al faro, lr• revocabllmente. In modo AS• go)uto. E lnflne era giunto dal tran5&tlantlco un mes.sag-~o: e .-.-. •. nne di trasmisllone.. Il medico dove\'a preparnrsl a Juc\are la nave. E Il malato, In uletta nautica. ·a,·eva rl• l'IXCENZO ClARDO.., e OIM di :1~f!~ lr'i>rr;~ •~an:rt~J\f;:rdo ha Vinto D Premio per w, prgopl~~:isotea~=e·era solo, B .J lioteca Gino Bianco 1 gtnoc&to e lwlato nel mRrc buio, ienta. più un mcs.sagglo e isenia l'orienta.mento del faro. Se l\\'C!l..,tpro.,,cgulto sulln IIIU• sta rolta ,arcbbc giunto 11,lln torre verso le due di notLO,e nonost-anle lutto Il mnlato urebbc potuto vivere e guarl• re. Sicché In na,·e stnva per deviare e correre altrove 'nell:i. superficie. in corsa lnullle. In cerea di un faro che non avrebbe visto mal; e tutto ciò per 11alvare un uomo che ·lai mome:,to In cui la ruota del timone avesse girato In un senso o nell'altro. sarebbe sta• lo perduto prima ancorn di morire. Er!l un plroscnfo nero; 1chlumegglava la prul\ nelle ncque non sollcva.ndo tutti\\ l:i. G"tandl onde. data. la ·scarsa vtlocltà: lungo l fianchi la ,u. pcrnclc l!I 11,prlva,faceva spec• chlo alll\ luce dcgll oblò, e o.n• dava, si trasrcrlva In due !un• ghWlme rette anch'esse dc• atlnnte 111 nulla e a perdersi prima di giungere a qualche riva. Scarico Il piro6ca!o alza,•a un vaporoso schlamaEZOdi ac– que verso poppa, con l'ellc:,, fuori n metà dalla supcrflcle. e tuttavia procedeva nella 1tlll• sin direzione. Almeno nntan10 che !01>rn.ani ponte di coman• do, non 1'11 ro<1.. 0 .C g·r:\11\ la ruo• vinto dallo scntto di un oro• predare una nave: continuo• loglo. E cl gono ancora molte no n dirlo ogni voltai• ore. all'alba. li battello non Dunque va, Il battello, ma potrà glunsere In nessun luo• non C'è speranza. se ,•a In que• go st- proseguirà su questo rai.:- ,to senso; l'acqua subdola, l'nc• RIOdi mare: RI nuovo giorno, qun flu!dn, Qhlottn, continua 11 !:r~~[! r~~~~:\ v~!U!r1~~ l: 1 ~~%~~ella~~~gv~~laè ~!1~ zontc anche la torre del faro, diminuito. mn su qucsL'\ roUfl e come Il malato di un' piro• Il battello non andrà lonttmo. scafo anche 11 bllttello sarebbe N6 " bOrdo J)OS."lonorlentnrsl già ptrduto prima aneora di In qul\lche modo. se non ve• llfTondare. dendo la J ncc di un faro e di- e E che facciamo. ora? •• urla rtgcndo.sl da quella p.'lrtc. nl centro II motorista.. Ma n e.'5uno è tanto all'MCU· e L'acqua è arrh·ata al pari ro sul mare quando I due uo• della copcrt.'I. Blso(l:na toccare mini cho d0\Tebbcro far chla– un npprodo prima che salga ro n tutti ;IL allrl, La boa eia nlle mastre, o.ltrlmcntl si ro• nebbfn ha Jevnto nell'aria Il ,•~la nella stiva e noi non settimo a\'vertimento, e or:1.. 11bbl11mo che da seguire Il bat• tutto è fhtllo: In boa tace, non tcllo, I\ fondo! • Con Il flusso cl 11nran110 ))lù gridi sul mnre che hn, l'acqua peserà nel bat• Immobile e nero: adesso la tcllo e 11allrà nllc mMtre en• marca t'! ghmtr1 al suo mM– tro un'ora. E' tutto. Il battei• .elmo, e la superficie non ha lo è distante 18 mlgll:1.. dnl raro. ,più neppure li suo moto ver– e 11 suo motore non può isvllup• tlcalc .. Il mar, .stagna nel suo pare una ,•elocltà superiore :t momento supremo di luunobl• M!I nodi. lltt\: Il tempo l!tesw ne è re.r- e Mn ~ possiamo lnvcn- mo e In attesa. tare. :1..Uora? •· e d'nccordo cer- · Ln boa ululn,•a In baS50 e cnno nella loro mente un rl- 1ntnnl0 I due uomini non a,•e• medio. Infine non hnnno che vnno In mente altro suono che da strappare la vela e tampo- Quello dl una lotta furibonda nare la falla di prua con la ~ dennltlva: e attimi di so• ~~~· 1~1';au~o~l~l:e1! 11 ~~:u\ tf:i":~~ee'u ~~~~ 1 • :o~r:~~i1'i!',80~ una tela dura. cotonlnn, e l'IIC• d:ll quall usclrn Il r~ptro di CARLO 1,El'J •. e Donna pucllcsc con b:.tmblno • ta del Umone: e n Il comao• dante 51 apprestava a ordinar– lo al 11uotimoniere. già vt po– neva. mano egli 1te550. Ma direzioni, suoni, luci e vocl. si perdono vani nel ma– re. E l'acqua ordisce le sue tra– me con la calma, con la tem– pest.a: o R4Slstcalle trame nt,. tta\'Ct'SO le quali \'lvono o si perdono uomini nelle sue dl- ~~~is~:~i~~n ~or~t 1 :::: dc, l'acqua: ora pou. In un sonno forse chlaro,·cggente come J'oçchlo di Dio. o buio come quello delle pietre. ?.ti· gra un battello per Ignote zone di mare. e piu avanza e più è difficile che l)(l6SI tro– va.re un approdo. La sua prua è alà bal;sa, li ,1;uo fasc!&me è Indebolito e prcmlmo ad aprir– si: si alluga e cede alla pres• slone del carico. LA 1ua chiglia rossa a:alleg• g!a Intinta In un'acqua che es..,& atei.sa ha colorito di b!Rn• co; e n ulla gl vede. da poppa, nulla !Il sente in risposta al lum;:hl rlch!aml del corno da nebbia. e La notte è ancora lunga e Il battello non gallenera fino all'alba I •• grida Il timoolere In gnnde aa:lta~lone. E U mc• toriStR è RI centro e non rie• sce a vincere l'acqua che en– tra In maggiore quantità ri– spetto a quella che si conti• nua A vuotare con la pompa di bordo. E' a:rande e liquido, !I mare! Dunque una notte è giunta al suo buio più fttt.o. e rra po• co Inizierà sul calendari un nuovo atorno: ma non qui, non qui sul battello che avrebbe bl$ogno di un a:iorno ,•ero. coJ 10Je., quello che comincia da oriente e non da una riga stampata sul forllo di un ct.– ltndarlo, e non da. quello av- qua IAresp inge; e d unque non uno del due, e l'altro, a:u Quel c'è altro rlmcd.lo che porre respiro. che si gettava e ro• ~~~~a te~aq~lnJr~?e~ptr~~~ t~at~~a?t~a c~!'~:e,d~~b~~; !Ìe&~.n1:PP~ln~~lc:~~i.: {~~~ ~rii!~~~rl~:~~a s(c~::t.oPI'.!~~~ uomini hanno sentito dire che nel fumo, l'nsta implgUatn nel• molti vecchi batte.lii ,·engono la corda t.e.!-a n. trnvtrso come resi stagni dal muratori, col un diametro della st.'\n1.n.Ave. cemento: ma essi adoperano va cr;;llsollevato l'arnese 11.pln– ll mnttrtalc che hanno. Calce Erendolo•Indietro con tutte e e cotonina. In poco tempo Il dut' le m0,nl, e poi, In dire• batttllo è pieno da basso a zlonc del respiro affannoso che prua: l'acqua che cntrà. è di· &VC\'apcreeplt.o nel buio. lo mlnult.a. r.cagJla,•n, come un arpione da e Resisterà, dunqut? •· si do- SQuall. Ma ceco l'~lto sflnl• mandano. E Infatti l'acqua si va su un rimbalzo di corda è-fermala - o sembra - al 11- cht' re.spingeva l'uomo serran. mite della coperta. e ·sclabor• dolo gou.o. le ascelle, ostinato, da e rlesct dagli ombrinali. Jr eliu.tlco e lnvulncrnblle come bAttello potrà continuare Il suo un fanta.<1ma nemico. Unn cammino per altro tempo, st"r.pllce cordn J>Crtendere I fol'~ 1tnchc giungere al Hmlto panni. uUJe di tre ore: come li ma- Nessuno del due Poteva ave. IMo. ancora, ma questo ha re In cons:1..pcvoleu.adi ncccn– gL\ consumato un tei;zo delle dcrc la lanterna, Intenti co- 3uc ))05Slbllltà di vita. m'erano n cercn.rsl nel fumo. • Forse resisterà: la calce ha con le mani. e prendersi nel g'là bollito e pub darsi che ·.:,r.,, punto del corpo col quale en• si gpenga. Ormai c'è troppa trnmbl si tradivano resplrnn• acqua nella stl,·a. Brucla\'a di do, la p;ola. n meu.cHnarlnn!o meno•. d!ce li timoniere. E era sfilato via dalle mani dtl tutta, 1 fa hanno entrambi le :;uardlano. e l'altro non se ne mani rosse e sptllate. dal ca• era accorto, Incastrato sotto In lore .della CAice. Hanno ado• branda. e subito. per dlfrsa, perato di tutt.o per cavarne ritto e agile In cerchio lunito una parte dalla stiva e gettar• le pareti. Né tra più 11.tato la d&basso a prua: Il bugUol?. 1)0:J,Slbllc ritrovarlo, questo gan• un remo. la stessa cotonina CIO, e allora nnche U primo della \'eia. e E questo - ha 11:unrdtano s1 nffnnnava a di· detto Il timoniere - perché fendersi con le mani. e i;lrnvn quell'asino di continentale ha ln cerchio. quindi saltava al voluto lndlelro le pale app,~- centro ogni volta che unùv11 na abbiamo nnlto di caricare npprcssanl l'affanno dell'Rl– la ga,bbla I,. tro. le 1ue mani tese. SI 15arcb• e E ro~e sapeva che 1a s.ab· bero presi: uno del due. strnn• bla cl a,•rebbe tnumfd.lto e fat• g0IAt0, sarebbe rimasto sul to bolllre la calce. Ma noi PM- pavimento, O tutti e due. Que• slamo per gente sciagurata e !ltA era !'ultima rase del loro neuuno cJ consiglia, nessuno lunghlulmo e atroce duello. cl tende una mano, Dicono tul Poi si rendevano conto en• continente che abbiamo acce- trambl di essere a mani nude, go del fuochi per attirare e de. cl&scuno Incontrando nel \'UO• Domenica 13 Gfflnaio 1952 ;,f: --- -• ·• -. . -,..,,.. . ' -- .... ;;. - ~– . . - to le mnnl dell'altro, e allora si RCttavano verso la branda. dove pen.,a\'ano 111 trovuse 11· bcro Il mczzo•marlnalo: Invi– sibili, stro1.1.at1dnl fumo e RV• volt!, nrtlgllavrmo dita adun• che fra le coperte, sotto IA branda, ed ecco sl avvltlcchhi• VRllOl'uno con l'altro tentan• do di 11torcet11le braccia o le dita, 81 toccl\vano d av\'ero ~r la prlm11 volta dall' lnl t.lo, da qu&ndo era calato Il M> le.E subito uno del due isl svlnco,. ~1•~ ~l\lh~g':.'1fn~1K.red~d~~~v~ lungo la scala della torre. FNl I due era runlto quello che si era convinto di non poter p:-cndere l'arma: ne l'altro l'avevn pre&a: ma l'uno fuggi. \I\ e l'altro Inseguiva. Irrompevano entrambi ne). la discesa gonna più che mal di fumo, Incerti\ e curva, e ri– prendevano a grandi balzi la 11plrnle che lnnne sarebbe sboccllla In fon do al la torre. E qui c'era Il ma.rt. Un mare colmo nell'attimo di attesa, :il nrtlce del auo unico e ormai concluso mo,•lmento,. pronto. Le acque avevano sommerso Il bas11.mento della torre e a:et– tavano oltre la s0&lla 11 loro !\lito amaro, culminanti, alte e In a:rado dl nascondere orni fatica o pas.,lone de.ali uoml• nl nellR loro profonda 05CU· r!tt\. Non c'erano ~I. non c er11.nouccelli: 11 .sonno delle acque era Immen so e totale. corrle se Il mare a,• es.se l nghlot• tlto una città e tncesse ne). l'ornbro per non darne segno o sospetto. Mare pauroso e gremito di Insidie nascoste, colmo e piatto, 11\ZIO di molti fun~tl destini che nel auo ,scnQ erl\,n0 diventa~ ml!t.c.rl. , L.'l St1Ptrnc1e Hcoprtva uno spst.10. e la mente degli uo• mini lo aveva popolato di n. gure soprnnMturall ptrch6 non vi erR mal penetrata dtl.V• vero e non era mal glunt11 a aplrgarscne In ragione: come per l'nl di Il\, dove gli uomini vanno nel loro unico Wmpo ,enM a:lornl, anch'CMO P01>0· taco di ml'lterl. Qucst-0 mare lambiva IA porta d ell11, torre. stranamente ure.no. E uno del guardiani ro• \'lnt1v a dall'alto delle scale e scavalcò di salto l a porta, e vi r.compnrve. preso, lnclu .so co– me un"altra lcg(l:e.ndao un ml• 11.tero.L'al tro ne isen tl Il tuffo prima di giunge.re sulla 50. ri:~~On~~dÒ~!l 1~ 11 ~ ~~1 1: s~: deva davnntl all'uomo e al mnrc, con lento rumore di chiavi, e un sogghigno, non si sa come. che rlmanev11. nel• l'aria. Era dunque venuta lA mn• Mnottt. Qui culmlnRva la ma– rca e l'Intreccio di tutta la etorltt, come ·se l'unk:o moto del mare fM,e gtato, nel!&aua r-Mtnnte completa. Immobilità.. un prc.,upposto lndtspensab1le e run11lonnle. Con li guo PM50 vertlcnle Il mue aveva con• clu!W> una situazione altrlmen. t! lrre.,oJublle, e poteva venir• ne l'accentrnme.nto di tutta la trRmR come se esso 11tel\!W> l'nveS!le ordita e presieduta: esso privo di l\ltrl movimenti, 11 mare, scm.a 11petLacolo o sfoggio di Rllre 111.1e qualllà, ron le Quall avrebbe ugualmente Potuto presiedere alla .sorte ae– parnta del suol elementi di Intreccio. Dnl che si doveva concludere che tutto fogse prestabilito con algebriche e mctlcol05e mlsure. e 01111 ,In• ,::olo elemento facesse pnrte di un unico dffltlno. Or!l 1111 plroscaro carbonnlo RI poneva sulrorlo di up er• rorc SCll7.I\ pos.,lblllrb. di ri– medio. e aveva provocato m111. dcvln11loncdi rotta l\d un trnn• antl1mtlco, che fllnvn con la 11un.maMlmn ror1.averM1un'"I• tra conclu.~lone fatale e lrrc• vocnblle.. E n difetto di QUC$Ln nl\VCgl tra trlll!mtsso n dlstan– r.n, nel matt, e un 00.ttello l\f– fondavn la prua su Uni\ dln-• t:lonc dalln qunle non sarebbe pii) tornnto Indietro, perchè– VI\Rav11 In r.one remote e chiu– se alla vL,L'\dt(l'II uomini, sen• 7J\ poo.'llbllltt\ di m~aggl o di me.morii\. Il battello avevn C<ll'II mancato Il suo nrrlvo, ed avevi\ Inciso nelln Colle trlbo– lnlllone di uomini supe rstlr.lo• si e Infedeli, ma essi 11Les..,1 1 0• mini, più solldnll del pas.s~• rcerl del trnnsntlnntlco, ed eul come tutti meritevoli di per• dono: che tutta\'! & si p one• vano con la loro stes.sn follla nel pe,ccato di un ge.5l0 fon.e ln11..'-'!0lvlblle e Quindi sen7.a ph1 perdono. E lnnne tutta questA CAtena di riferimenti si 11.cctn• trnva 11uun faro che ne.Muno rtu.,clva a vedere, che con un 11:olomgglo di luce potevi\ Cer– ml\re tutto 11 sistema e rl• condurlo ad un banl\le Inci– dente di mare, dimenticabile, privo di ogni prevedibile tra• gcdln. E In questo secondo caso si doveva concludere che Il mare nvesse soll~nto R&Sla:tlto, e che tutto, riferito ad esso. rosse \In volubile a:toco di CMI or• diti R loro Insaputa dagli UO• mini ate.Ml. Ma blsot;nava supporre che Il raro 1111&rebbe acceso. Il lavoto e l'ansia del pl– r05Ca.t:0carbonalo, la 1a1eu.a e lo splendore del t.ra.nsatla.n– tlco, 111 trovavRno collegate con altre vite particolari: queu., delle dlrflcoltA di navlgaz:lone o di abltl\11lone isul battello di lesrno o sull'Isola, e quell'altra dell'eJltre.mo sacrificio nel raro, e tutte erano collegate In una unica vita pli1 grande e roue tendente ad un fine unico. non SI sapeva quale, non si sape– va perch~. Un& linea &egnata o dAIcMOo da una prevtalone a:ottlle ~rava tut.t! gli ele• mtntl di Intreccio su un limite del mare. Non c'era un-. na\'e, ad e.t, non c'era un'isola o un tnro; e per andare dJ là. blsot1nt1.vasuperare questa 1n– vl5\blle dl5tlnzlone, E che con potcvn. rappresentare, tutto ciò? Non molto. agli occhi dcgll uomlrll; se CMInon avrebbero neppure capito la prima ori– gine della loro percilzlone o df'lla loro Nl1VC728. Non poteva es.sere chiaro: non poteva no Rii u omini u– ,..arda re un gludlz.lo che r1.aul– tas.se pii) uldo delle loro co– muni arbitrarietà. E si u.reb– be dovuto ringraziare o lncol• pare Il mare, di tutto ciò? O altrimenti. se Il mare 1teuo non era che un elemento di lntrtt:clo, a chi SI sarebbe do. vuto trlbutnre un ringra.z:la– mtnto o un'Accusa? Lo stes.,o guardiano che era alato t11elm10 dalla tor re, aveva or& Ullll pm.,lb!lltà di salve.tu perché nuotavA cercando pe -r mare la boli d& nebbia; e non tro,•andola, si manteneva Il a:alla t" gelava. a.spettava; si, In attecu.; ma non sapeva per quanto o di che cosa. E ge I.I faro 11 re&e acceso In t.em.po, ecco. la a:ua speranza. non avrebbe soltllnto concluso In Uni\ ge.lldA I\IOnla. Ma In ttmpo per chi? - Era come un" verità, Il raro. come quella che forse gli uomtnJ &)>prendono In punto di mor– te, sulla Jnvlslblle linea. dl se– l)flr11,.lone. E forse poteva giungere In tempo per alcunJ e J>er altri no; non st poteva. sapere. L'altro ruardlano. ora. sa.Jlva la scaletta di f erro non sa• pendo che fa.re. IO!o; cont.rol– l&va col dito le calz.ette dJ amianto. E lldcsso? Che C06&. al do– veva concludere? Che li mare fOMel'artefice di tut.to, è ver.:,: op pure c he. fOMe ess o stesso un ca.so, un luog:o di vicenda co me l'arena di un gioco. Potevano aver tutti giocato. dunqut". Ma I\II0rl\, chi stabi– lisce le regole? No: Questo neMuno lo ha detto. Dunque non st doveva fare altro che credere ad una. verità. che c'è. che a volte o una sola volta si ,·ed.e. ma che torse non stunge In tempo per tutti. Perchè Rnche quella vera, quella unica, non sembra ua:uale neppure a sè stessa; o UllJale è, Corse, ma non per tuttl ua:ualmente utile e s:al– vatrlce. Vanno le no.,tre navi, e a volte Incontrano CAimao tem– pesta. dl rnare. Chi ha rea:olato Il gioco e perché? Le no.stra navi debbono andare. E ne vtll la pena? Olungono lnl\ne al loro port.o di arrivo ed è l'ul• timo: la loro espcrlenu non servirà per altri viaggi o per altre navi. LI aanno u ne va– leva la pena o no: ma non J)OM()nopiù \ornare Indietro. Altri equlpaa:gl p:irt.on o ora per la ste.Ma meta. con al t.re nAvl: Il loro viaggio 11aràutile. garl\ Inutile: ma non lo poa– .!lono plf1 ripetere alla luce di questa verità. Per alcunt 11. forse; J>er nitri no. Altre • ~:;~e (;:r:n:t:":n: ~~:::; rotta. Lft lftmpada del faro è In• latta. Il guardiano ha preso 1n mano un nammlfero acceso, lo flua. pensa Improvvisamente u Il\ luce non tomi In van– tagglo dell'altro c he è st ù nel mare, Sa che cgll ste:s.so a vnb– be ctrcalO di rlfuglaral sulla bot\ da nebbia e a:a«bbe riu– aclto a trovRrla con Il mare Illuminato dal raggio della lan– terna.; u. che ae Il raro è 1pen. to l'altro non troverà la. boa ~rche essa non emette pl\l neppure un 1uono, In bonac– cia, In alta marea. Egli at.euo avrebbe nuotato e atteso; e lnLRnlO g111ebbegeJ&to - rl· dacchla -, e nessuno &I ••· rcbbe accorto di lui: cosl aoa- 1hlgn1. Il a:uardlano. Il comandante del plt06Ca• fo cubonalo ha già cancellat.o la prima rotta.; ormat volse la niot.a per IR seconda. devta dal fAro: IIC Questo non 1t ac• ccrlde In tempo, domani cl url un morto QUIa bordo. E ln• tanlO ata per volare la prima pletl'l\ itulle carni di un uomo nudo nel cimitero dell'Isola Acmi.sommersa. Le torce di al– ghe, 11ttorno. spandono rune• brl colori e tengono chiaro Il be.ruglio: e basta. la luce del faro. a trattenere le mani rii rre.vl di pietre. MR Ja notte è profondL • Ma non arriveremo maJ? "• hllnno a:rldato I due uomlnJ del bnttello. E no; cosl, maJ: Ja. pn1a del bfl.ttello Lcnde alla rotta. opposta. Ma 11e Il raro ~~n a::o;C:!~dJen~eerS:;,1!~ J:: auno SOl'lpettaun cozzo treme'n– do, ge Il faro non fa luce: 18 due eliche del transatlantico 1111.nno dietro In poppa un mu– linello di ncque ischlumose. e 111, nllve supera la sua stessa velocità abituale. Scorrono guluJ e riflessi lungo I can– didi nnnchl della nave. e 11 mare Il acoocllc, calmlsaimo. pieno; 111apre e In fondo si richiude. La prua punta 1uJ f11.ropii) "li.a della metà della torre, con la violenza di ml– lJIIAladi tonnellate di acciaio JanclAte R mlgllala dJ cavallt e11 ror7.a. • La punta della prua isfonde– rà nel deposito di st.raccl e :1~ff~ocJ;;, \~,n~\n~~!~t.o i 1 ~'i~ nlo. E sarà la concluslOlle, e del trRnsatlnntlco. e del ,uar– dlano che adesso non vede Ja mwe perche si tra.stulla col flammtrero In mano. nel fumo. Dunque c'è anche I&sua di• strut.lone, compresa nell" lnevt– tablle: o 11CIl nne è un alt.re. cl pub essere la aua salvezza e pernno quella del auo com• pagno che ora è tn ptfKIIsul bMIUnento della lOrre, In acqua. Ma eg)f non pensa che al suo caso: e Se accendo - ISOl– ahla:na -. potrò dire che 11 raro hll funzionAto e che l'al• tro ai è ucciso da &e. Neuuno si accora:en\ di lui, già; e an– neaherà nel a;elo del mare •· E Il faro al è acceso. O è per tutU, la. ulvcul.: ma. In qucato ca.o bl&orne• rebbe con.eludere che la n• rità non ì tnuUle o varia. aA.n.U.:Ll.,o UIGN'E2TI
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