Fiera Letteraria - Anno VI - n. 39 - 14 ottobre 1951

Pag. 6 ;" ~,.,11; •••· .... t.,:;;. ~~- V'\. ~-· .. 1'.· •.... .f'; ' '. :\IASSt:MO CAMPIGLI • « La torre e la ruota • UN UBRO ALLA SETTIMANA PRESENTATO DA CARLO BO P lGINE DILEON BLOY * (Edizione ~J:eroure de Frane-e) ioteca G'no Bianco LA FIERA LETTERARIA u~o DEGLI SCHITTORI PIO'RAPPRESE~TATIVI DELLAFRANCIA La.1noralità incarnata nel romanzo Domenica 7 Ottobre 1951 DI/E P0'1JSIE di Robert Lowell * Iltimitero dei qnattheri aNantntket (Per IP'cnffl IVin.,low, Pf!Tlto in mo.r•J L'uomo 11bbio il dominio ,ui puci Jd. mar, • fli uccelli delftuic. e Z. bf!.tti1 e ,u tutta quanto lG terra, • 1u 01nl creatura cM 1i muove ,u-i,ciondo ,ull(a terra. Un'amara Jinsu, di buio fondale al !arso di Mad1cke1 il mare •i rt1mpeva ancor, violetUo e la notte en e,i:itral.1 rapida 11eU. noatu flolla del Nord Atlantico, quando il marinaio ,nruo.pto afferri, b rete. La luu b•h:nò dal 100 capo ,urruffato I dai piedi di marmo; •sii 1i •nraJ>PO alla rete con i mujcoli ck-lle cotcie ri1idi • attorti: il udnere era etangue, a driaue ro, .. e bianche. 1li occhi apeni e fiui erano opache luci morte, 'oblo di una 1iiva incagUala grau di 1Jbbia. Noi ,olk-Tiamo il corpo, sii chiudiamo gli occhi e lo rendiamo al mare donde nane, li do,e lo 1qualo dal muto di ucco .i 1pella il HIO nel ,'Uolo di Ahab e nella fronte; • il noma è u·rìtlo in maiuecoleuo col 1euo 1i•Uo. Marinai eh.-. alule qu!.lto portento al mu-. dove le cornute lutimoniennno b 1ua divinili infernale, quando nulla pGtete a rinu.ldare qu-etlo bahurdo dell'Atlantico, da,..•nti • cui r,1 er1e lo 1cuolilor della terra, ,·erde, inttancabile. culo nell.-. tue 1ca1lie d'acciaio: non chiedete liuto d'Orfeo per rlalferrare col tuono la vila. I cannoni della flollt 1 (d'acciaio b,b.ano indietro • poi ripetona Il rancG uluto. li Allorchè i venti ti muovono • il loro 1offio preme tui baluardi tiretti a queato molo, le rondini del mare e i 1abbi1ni tremano alla tua morte in quut.-. aC'que cualinghe. Ma.rinaio, le tenti le aJi marine del e Pequod > che battono ,·erto terra, C'he • (ricadono a capGfillo e ti infrangono aulla noflra mura,lla 1tlan1ic1 1I largo di 'Scone.-.t, do,·e i cultff inclinati CGn ili 1pinnakn- rigonfi. copron di 1pruz;zi la boa, mentre la corda auro,..igliua, 1tridendo. libera le carTUcole: 11 largo di Mad•cket, do,e l marinai d'acqua [dolce tferuno li den!a ri ...cra e g-ettano le lunihe esC'he di [piombo per i pe1ci auurri, Gabbiani 10cchiudono Je loro sra,'1 (palpebre , erto il mare. Le ali dei ,enti percuo1ono le p~re, cu1ino, e iridano per te e ,:li ani sii ti av, enano alla 10!1 del mare e la tottono nella fan1bi1lia di queHo antico cimitero quacchero dG\C le oua ti lamentano nella luna;• DOlle per la butit ferila eh• riaffiora preuo le baleniere di Ahab ad oriente. Il fratello morto U Leene di S. Marco 1ullo •cudo di ,·elro alla mia fine•tra di,·enta rouo, ~nlre la n&lle incanta le 01c.lllanti 1cialuppe al 1uoi lerrori e 0Uu1ca i 1uoi occhi lontani bruciati dal ,·enlo; ahimè, il lu11 ritratto, in un anello di canapi d'1r1ento tedc1ro, i) Ìramon10 1 forma di dr.i,:o. AtNi luce (rifleue rimane per vederti allra,eno la tua vernice. L'offena della tua ,·ha t'ha poMalo più vicino ai tuoi amici: ti, t'ha portato a cau. Tullo è bene quel che finhce: Achille morto è più 1r1nde del vivo; la mia n1en1e ti tiene come io nrei ,oluto che tu vi•oai un dra10 nernanle, Fu 1roppo brne !'ettate, • quando andnamo a far merenda coi lelucopi e i libri copeni di C'ttoio contunlo uno quel forte ao~ra l'etile Sbeepuot abitato d'aironi, dove le cicute 1tr1n,:ono da preuo le ,ue pendici - a 1piare sii uccelli. quell'idillio, fratell~. Fu di pili? [Ti rlcbiam& Ricordi le ca,·alc11.-..quando Jaccruti con lo iperone quella 1erpe di quallro piedi in un cupo di sinepri? Il babbo la tpalm0 di lacca ,ulla porta della sbiacciaia, Poi tu eri 1rande; li luciai per luo corllo, Oimmtic-he.remo quel ,e.ntilrè d'a1otto, quando la mamma and0 in auto con le domeniche I S1owe e le pallide tendine furot1G abbauate - co•ì baue che neuuno ci pote\•• ledere; ne.uuno, nè afh:rrtre Ja . (tua parola tibll■nte, falu come .Cremda! Che le noure morti upiino: le dita tulh 1ua dragona tono ,·ive, e 11 Spennza. che offutca h • mia Jucenlezza cGn la ,ua ti ancoreri nesli 1treui del tuo ,·i!o. (srula, La P•C'k■rd di mio marito 1crlcchiola tu per Il •i■le. Il Il a:bi~ccio ti ,dal.da : h corrente della marea porta •I pei.z:1 ~~Ueu1 ~n11~ oniro le lance come ette ,i ormeui1no totto gli 1ncroc1~tor1de.Ila flotta di mio fratello. D 111, che ti o·olg:e dai beccucci dei fornello. annebbia ~ vioo sopra h ~oniglla de.Ila Strega d'Acqua, ~I canotto. che mi o. fnlello inca1liò e l•ttfo a mansiani 11 cuore la pre.uo il Faro di 801ton. Mio fnt~llo, ti bo .erbai o nella a;hiacciaia della mia mente - Il shiaccio 1i tfalda ... Le nostre dita 1'in1recciano dietro h barra. Filiamo inclinati nella nube a1 apruui, le uolilre ,ele, il fiocco e la randa, ripclono i colori dell'arcobaleno: m.- eue 1ba1tono, mentre il ,·euto cala, e non pouon r111iun1ere la campant [de.Ila boa– Il ,uo bu1ot1e pirchi• 1ulla toslla di pah di mulino. esli acr-ende un fiammHero. UDalt"' e un altro - li Sisnore è buio, e un10 è il Suo nome; per le mie mani, nelle Sue mani! I beccucci ca.ntano come una penlola, e il 1uo nickel riflette la tua 1quadrlgli1 preho il Pontile Stigio. Fratello, il porlo! Gli incroci11ori 1i)urati fiammesgiano, le J11ncecon i loro rifleuori ti rhuno ~n~;~7 :l1abb:•c:~\/:,;;r;~;:;~~• che impusna la 1pad11. [Si, il tuo filchio attrneno l'acqua cbe 1i 1p11cu: Pre.Jto, il 1hia~io 1i ,falda ... Muore il ,·ento nella no1tn vela; noi corre,·amo abbandonati da,·anti al l'ento, ma or• la nostra \'tla fa parte della morie, O fratello, una cilli del New England è morie e inc1110 - e io l'ho \'Ìlli pieni. Diui, la ,·ila è cou che io poueuo, fr11ello, il mio cuore corre in cerca di 1p11io marino - non abbiamo più fluo. (Traduz. cU -'Otando A~lottiJ ROB!:RT LOWELL

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