Fiera Letteraria - Anno VI - n. 34 - 9 settembre 1951

Domenica 9 Settembre 1951 LA FIERA LETTERARIA Pag. !S Per quanto paradossale possa parere l'affermazione, vive tuttora un Dante di maniera, foggiato dai critici, che copre in tutto o quasi quello reale , LUCA SIGNORELLI - e Dante e scene della "Dh'lna Commedia"• (Orvieto) JLTIMORE DELLADISCIPLINA. MORALE :Ji "ILVATE E'NELI/OM-BRA La nostm civiltà non solo è incapace di accettare, e mwhe intendere i valori dell'animo dantesco, um non ha nemmeno la forza cli atfrontarli o respingQrli * ,Il CAUILLO PELLIZZI lettei;Rt.ure straniere possono aver tro- Dobbiamo buttarci alla spiegazione facile, T UTI'I COLORO che frequentano le eCome la mcttlRmo questa faccenda?•· vato rccemcmente due fiori da an- grossohma: alla spiegazione dcll'opportunl– t-OloglaIn due scrittori per nitro verso smo politico? Queste spiegazioni troppo fa– notevoll. e che vnnno per la maggiore. Uno clll wno sempre le meno sicure. Nel cnso à tn un volume di , Vite del Vnn Loon •• di Kocstlcr e di Vnn Loon, la spiegazione dove, in sede dl prcscntnzlonc alquanto ro- non quadra In nessun!\ maniera; c'è della manza.la dalla figura di Dante. si dice che frctt..'\ nell'uno. della supcrflclaHtà neJl'nltro; 1n lt1:IIl temperamc11to nnturnle,' In sfortu- cl può C-5Sercuna formn Involontaria dl ma– nata vicenda pollt!ca e le miserie dell'esilio fa.fede Intellettuale; ma un calcolo gfosso e contribuirono a generare uno stato d'nnlmo volgare, no. talmente Ipocondriaco. che flnl per mettere • Dobbiamo concludere che Il male, In qunn– tuttl all'Inferno. compreso lo spirito di un to male sin, è molto più profondo e più suo antenato del quale egli fnecva gran conto, vnst.o. Come l'Ilnlla. q!\ sccoll om1al. è ta– per nome caccingu!da! Né questa è unn gllata fuori In parte notevole dalle grnndl svista. occnsfonale. poiché lo stesso autore, correnti della poten:r,a e del denaro. analo– su questa r'acccnda di caccio.guida, si dilunga gamontc e reciprocamente la cultura che no– a fare un commento di mezza pagina, trncn- rlscc entro quel paralleli tra I quali ormai do deduzioni sullo spirito dogmatico e tetro si dibattono le grandi contese della forta di quel tempi non lllumlnatl, e cosl via e e del denaro (os.,ln. ancora, della forza) scm– cosl via. Povero Van Loon! Era un ottimo pre- pili. si allontana dal grande apporto ila– uomo e talvolta anche un uomo d'ingegno: !Inno. Non lo disconoscono; ogni volta che e auguriamogli dunque che I suol mani ab- lo Incontrano sulla loro strada gli fanno un blano la sorte che Dante assegnò, nella Inchino di pura formalità. Mn ttr"ano drltt-0. grande ,•Istone, a Cacclagulda: cosl avn\ E questo è tanto pili. vero quanto più. l'ap– modo. al tempo stesso, di rctllncare una can. porto Italiano è veramente e Italiano•· ra– tonata e di godere le beatitudini eterne. dlcalmente e anche u11lversalmente Italiano, L'altro caso si rl!crlsce ad Arthur Koestlcr, come nel caso di Dante. questo ancor giovane scrittore che dal glor- Dà fastidio! E' dawero una cosa che di\ nallsmo è nrrivato a vele spiegate nl ro- fastidio. Come poesia, non si sa dove met– manzo. per ,•lrtù. di uno spirito chiaro o tcrla negli schemi e nelle scatole (e, quasi coraggioso. accomp:i.gnato dn un carattere sempre, nel gusti) .della poesia e della cri– sinceramente appnsslonnto per Il bene degli tlca del tempi nostri. Come pensiero, 11se- ~~r:;l~~ll;n n':~~t!:~~ 0 e;if 1 ~::~a r:c:::1:sa" ~~~: ~~~ /rc~il~~nq~m~~e u: ~~u:~~roc~ltom~~ nla dei tre mesi da lui tiascorsl nelle pri- sofla che va. per lo meno. dal Neoplatonici glonl del generale Frnnco, sotto l'nccusa di a San Tommaso cd oltre; e di tale fllo– essere un , rosso•• e In continuo pericolo •sofla ci si libera dicendo che è morta, che di venir giustiziato. Egli racconta che a un è vecchia, che • non soddisfa le esigenze certo momento. di !ronte al disagi della prl- moderne•· o altre consimili plateali genc– g!one, gli tornò In mente che Dante era rnlilA. Infine, come testlmonlnnza umana, rlmRSto per ben qunttro nnnl chiuso In una come romanoo di Idee e di passioni e di segreta lncatennto a un giaciglio di pietra costumi, come testnmento di fede e Insegna– che non g1I consentiva di stare né sdraiato ~ncnto morale, la •Commedia•• e 11 resto né ben seduto, e che tuttavia, dopo quelli\ , che Dante ha lasciato, sono, per molli, 1>er pr'ova, usci, cd era ancora Dante... troppi nost.rl oontem1>0rancl, una vera e pc- Meno gra\'e la colpa dello scrittore anglo- nosa e disciplina•, nel senso monastico della magiaro, perché di Dante non s'Impanca a parola, un .salo irto: cd anche una frusla. parlare , cx-professo•: e perché nella prl- un •pungolo che stimola In una direziono glone di Siviglia. questo e lnpsus memorlae • .strana. verso mètc che la gente non ha ha tutte le attenuanti possibili. Ma l'uno e menomamcnle l'intenzione di perseguire. raltro scrittore non sono uomini da buttar Non è nffatt.o nuovo nella storia, questo via• !ra tutti e duè rnppre:1entano sci pncsl , fenomeno; e come alt.re volte. dopo queste al~eno, tra grandi e piccoli: Van Loon era parziali eclissi. c'è sempre stato un ritorno, un olandese amerlc:miz:,,ato e aveva studiato non è dlffleilc la pro!e-.tla che anche la fai.e storia. nientemeno, In Germania; Jl Kocstler, presente sia appunto una fase, destinata prc– maglaro di origine, hn studiato a Vienna, e sto o tardi a passare. Occorre una forte otmal da anni si è naturnllzznto inglese. En- riserva di globull rossi nel sangue per av– trambi hanno una cultura che, se non si vlcinarsi a DanW con qualche costrutl.O. E' può dire In alcun punto profonda, ha J>erò un accosto.mento arduo. pericoloso, esigente. il dono certo della vastità. della varietà. TI prende per 1 capelli, e devi a\'ere le Entrambi rappresentano. In diversissimo radici forti. La nostra civlltl\, Invece, è spos– modo aspetti e forme'dlffuse e Importanti sala; non dalle guerre, o non solo da quelle; dello ~plrlt-0 contemporaneo. cd en1..rt1.n1bl dl- è spossato. dalla fatica Immane di adeguarsi mostrano una assai profonda Ignoranza In alle condizioni che essa stessa ha creato: e m·aterla Dantesca. proprio Ili. dove sembra più glov1me e rl\'O- Anehe In Italia. cl \'lene fntto di osscr- luzlonarla, proprio li\, e~a è spirlt.ualmente vare, abbiamo, s1. I tre o quattro o t dicci più dcl>Ole.e ha bisogno di omcopatlcl. Dante, speclaHstl che mantengono•vlva • la namma in ogni cnso. non è omco1>Rtlco. degli studi Danteschi>: e abbiamo senzA Inoltre, In nostra cl\'iltà è • funzlon!lle •· dubbio un numero non lndlfTerente di per- Ogni cosa che vi si fa •tende> a qualco– sone di alta cultura. da pnrte delle quali s'altro. L'ansiosa ricerca delle soluzioni In– errori sul tipo di quelU cltnt! non sarebbero termedle ha oscurato e confuso I grnndl In– nemmeno lontannmente pensnblll. Abbiamo terrogatlvi , nnall • dell'essere c della ,•lta. alcuni letterati In nttMt.'\ di servizio (non Ora, tutlo Dante, e tutta la ~ult.ura di cui tutti) che 11 loro Dante se lo sono letto e egli è fo~c Il massimo fastigio, hanno per · anche studiato. E tuuavla - sarà un'lm• a~e e perno, per alfa ed omega, un pre– presslonc - di Dante non si sente parlare clso Intendimento delle supreme ragioni e quasi mal, specialmente rrn letterati. Per delle fina~itll. ultime. SI direbbe che In no– alcuni di loro è materia giudicata, esaurita, stra presente civiltà, non solo sia Incapace pa.55ata agli archh•I, assimilata In modo tale, di accett.'\re, o anche intendere, I massimi che anche solo una citazione diretta sarebbe VAiori dell'animo Dantesco, ma non abbia una stonaturn. GU altri. lo sospetto che ab- nemmeno lf coraggio e la forza di affrontarli biano Dante In sospetto. E' un • reazlo- e respingerli. Perciò gira al largo, Umltan– narlo •: con la scusa che gli dava fastidio dosi volta a volta n prendere QUAicuno del la gente nuova, In tondo faceva del con- suol caduchi e occasionali feticci per meL– ser\'atorlsmo smaccato; non lesinava nel lerli al centro di un Empireo di cartapest.a. mettere I papi all'Inferno. però metteva la fede 1n Paradiso: •quella• fede ... CAl\tlLLO PELLlZZl lioteca Gino Bianco Dante .miseonoseinto Bisogna avere certe volte il coraggio di muovere delle critic~e proprio ai commentatori tradizionali, spesso ancorati a una interpretazione esteriore P ER quanto paradossale pog– u p,.rere l'lffermnlone, vive tuttora un Dante di m11.nlera.foggla.to dal cr1· tic!, ohe copre In tutto quello realt!. Pt!r !Al m11:lonemolto c'è da dire sullR concezione dRntt!• SCI\ della ftU:IOllt! ln rapporto Rll& ram!gllR e RllR patria; tr&Ylsa.lR la Quale concezione. è Intuibile quanlO nocUmenlo dcr1vl aJl·azlo– ne fonnRtrlce e di 1tulda' e al– l'lnf\Us.50che pur omanR dal no– stro maggiore genio nazlonale. Nt!ll'oplsodlo dl Fal11U1.ta è vano tentar di decantare la poasJa e l'arte, qualora non si Illumini QUdla che è anzitutto una cost.ruz!one di l)t!Mlero, una lmJ)03tazlonc e soluglont! di pro– blemi SPlrituall e umani. Lo St!ntl Il Fo$colo. Ea:11 rltennt! che In Fsrln11.ta Il POet.a aveva lnt.cso rnppresentnre la i::rnndezza mo– rale • :!I chi, sentendo le afflizio– ni da uomo. le dissimula da cltl.'\dlno >. Ma SQgKlungcm cht! "l'lm)XI.S.!llbllltà di Farinata a tanto lutto del suo compagno (Cavnloontc CnvalcanU), parreb• be anzi Rftt!Uazlone stolcn, che forlcun. d't!rOt!>. Al oht! gll pa– r-cva di trovare una l'IOrt.a di l!PICRnzlonenel ratto che , Parl– nRta, udendo la morte di Guido. UdlV"aIR morte dt!l m11rlto della ftglia >. Ma anzi, proprio quest.a condltl.Ol)C,evldt!nlt!mentc, RCUI• sce Il problema. di Pieti. 1 0 Con. te nloeoro ,. Accettò 111. ftl0110ft11. • come ili veniva d11.llasouolR•· • DlmOfltra tutto. anche quello ohe non è oontJ"oveno; dà par1 lmport.anz.R 11.tutte le qulstlonl. Ammae.sa arwmt!nU di ottnl qua– lità, anchl'l I più PUt!r111 ; .spe.uo non VOOc la sostanza dt!llA Qul– stlone t! si J)t!rde In mtnult!Me e sotU11:lle:r::r:.1 >. Orbent!. è \'ero che nl'llla Dfci- 11a Commedia e nellt! Rltre ooere di Dant.e si addensa.no allt!rma– zlonl e dlmostNlrtonl cht'l non hanno alcun rondamento 8Clt!ntl– nco: si pensi t.ra le lnnumcrt!\'Oll altre tOfllC alla supposi.a e,;13t.ensn e natura dcll'lnvnrlabllc venticel– lo del PRradlso t.errestn, o Rlla coslddcLta splcimtlonl'l delle mac– chie lunari. E por nondimeno, solo chi non abbia Intelletto J)t!r I problemi sclcntlflcl può !OrVO– lare su quella che è una. lumi– nosa riprova della cnl):'lcilà sclen– tlflon di D1rnt.e: l'esigenza e lo sforzo di racCQfCllert! In una ltt!· nlAll'lt! POderosa slnl.efllunllt\rla. dl'lrl.vandola dn principi di ordine as.,oluto, In oosUtu•lone e strut– tura dell'Unlvt!n;o, E' semplice• mente da dir questo: cht! nel– l'ambito &elenUnco e nl'llo studio dt!lln reAltA naturale progreMI se ne sono raul e dovt!vnno far– sene d:i.llt!mpl di Dante al nostri. ~era ~ !11.tt ..ll'llh,,> mentre che • l'un 1'11.ltro 31 rode di aul'll ohl'l un muro l'Jd un11.. !ONa ~rra •· , l'l un Marce! dh•enta Oll:nl v11111.n ohe partt!Jt11:l11..ndo viene~. Pu va– no aVt!r mOl\t.rato l'ldt!all'l dl'llla vita POlltlca. nellA , PlorenZR. dl'lntro dal!11,.Ct!rchln antlc., •· qunndo CMII. "51 SL'lVAIn J)llCl'l, l'IObna e pudlCA>. Fu vii.no aver dato l'esempio di AMOIUt.a lm– parr.lalltA, soU.oscrh•t!ll.dO la COll– dRnna di un amico l'l di QUAie amlool Non 11ervl a nulla In M:– RUllo 11.borrlre • la compa«nla malvagia e acempl11. > e proda– mare a sè quale ragione di ma.s– slmR RIOrlR• avert.l fnltR partt! oer te sle!ieO >. Oli uomini, In Incredibile peri,uaslone, conti– nueranno-, i,ar,lare di un Dant.e rul060. Ma si RonrnO anche i doeu– ment.l dell 'ope:r11.to pallUco di DRnte, si 11.vr11.nno cento rlPl'OVt! dt!l suo animo alleno dalla fil.• 51osltà. non l'lrrlamo, è un rra.nde lPf'O· poslto: • L'ln/enio ~ l'uomo compiutamente rell.llz:uto come lndMduo, nella. p\eneu.a e li– bertà delle sUp tori, •· Non è. In \'t!rlti\, dR negnre che l'uomo Il QUaleoosclontemcntl'l attun nel– la t.rl \lll[resslone Alla ltt:Ke le ulù etrerntc passioni, Quali Ml· no qut!lle del drl!lnl\U danl03Chl. e~rclta la , liberti, drllt! ,mc fone >, Ma non so\9.ment.e nt!l– J'operare Il male l'uomo eserc!l:i IA sua libertà: la e.<;erclta purl', è credlblle, nell'Operare Il bene, In un11. ml11uro almeno ui;tunlc. Non In d6 dunque la dt!~rlzlo– nr dt!lle pas.,lonl cattive o ln– fMnall snrà su un p\Ano poten- lo mal,i al.,rnltlca. nel concreto presentare anehe Il bene, non ha vklore In qUanto li prevalere nel d11.nn, .to del male aul bene lncludt'l b. coetltutlv1t.à di una lnsurttclenu. t!he non è 110111.– mente dell11.\'OlontA e non è 110IRmentedell'lnlt!llt!tto, ma rl– scuarda l'uniti\ l01tlco-rulon11.le • morale. Colui che auua il mil– le, In QUAntoattua Il male non è r non può ,..-..~rl'l,J)t!rt11.nto. nf'lla piencua. delle 11.ueroru. 5l'l 11.Imnle 11 1 dli.un M!n\O nt!jl:I• th•o. In ple,ner,~'lconduce al be· ne t! non 11.\mnle. In connt"~IOAe col pre.~uppo- 11U tt!Orlcl. per li Dfo SAllCtb la ret1.ltù erteUlva. dcll.1. Dirlna mf" indlvldualltà lnconfcndlblle. Euo è li t11.ntasma vero del– l'arte ohe lo, lettore, debbo at- 1Jn11:erl'l. E per contro, le p1Wo– nl. besc.111.II o oelelltJ&II.gono l• mAnlrHt«.:,;l.,nl eACr1or\ e fram– mt!nt.arle, le membra o plutto• •to 11:II ,.rii di Quella profonda lntrlnsee• unltA. Vedere OPt!rue un br11.cclo. t certo l'eder ope– r11.re un uomo; m11.10· nulla comprendo 11e non vado, colla. mi,. lnterpret.aslone, ben al di h\ del buccio: ,1 slanlflcato de.J aesto, 11.ll 'lntendone. au·,rum. di chi 11.rJ,-cc,, P~ auesf4\ radone ne11uno ered,. d'Aver ,e11tita. l'arte: di D~nte, 11.f' pl'CM: 'lnded11.ll '11.llego,– rl,._ IRnOr11.rlll. è ~mlnulre e 1m• pover1re 1mmen,11.mente l'ouet..– to dell11. contt!m-pla11lone. la con– ~Ml:uente em<nlnne t!stetlca l'l U aludillo iiul v11.loredi aut'll'arte. L't!Dlsodlo di Ctstll11., oer fare un e~mplo, ootrll Ant!ht tnu– reMarml ,. t>lll.t!trmt Fenu nes– ~una ln«-rpretulone 11.1\e:i:ortca., rivivendo cioè In auelbl. flaura– T-torte Il ttmpllce ~bb11.ndonoa.1- l'tbbrf'n-~, dellA mlmCll ,. del canto. Ma Que~'4lemMIOn" non ~I 11,ttenu11. ~rfallo ~ lo. p,rr vtr– lÌI drll'ln~rutone 11.ll «:orlca.. vedo lnpltre Qt1ellt!Anime In un1, IIIC4' PlrUCOIArC:Quella. che mi li De &inctls si sdt!frnl\ per le e miserie@· commentntorl >. che cercnno , perchè Dante nbbla lnlt!rrotto il rncconto di Farlna– t.'\> con un t!Pisodlo • cht! non et hn nulla a rare>. Ma. lmme– dlat...'\mente dopo. lo Stt!SSODe Sanctis non può esimersi dal rloorsl la domanda, sia purt! In forma aggirante: , Perchè - egli sor1ve - Farinata. Il mngn:mlmo, rimane Immobile come una sta– tua? Perchè eg:11 non vede e non ode: la sua anima è t.uttn In un pensiero unico, l'arte male a.p– pre.,a. n dolore mornle gli fn obbllarc la l)Cna materiale>. Al contrnrlo di Caoonco. , Fllrlnatn non hn nulla dn nascondt!re: niente è nelle sue parole elle non sia dt!ntro nell'nnlma: e !nnnn:r:l a D:i.ntc che a:ll h:1 lnftsso lo strnlt-. esprime ht g'l'tlndeu~'l Infi– nita del suo dolort!. Ma QUt!llo stra.le ti flrro uomo lo rli::-ctt:i. là ond'è p.utllo •• preannunciando a Dante Il fatale <'Slllo. E aunn– do Poi li poctn , gli gitta sul viso Il sangue cltt:'tdlno e gli mostra J'Arbln colornt.a In ~. Il nero uomo sospira, non soffre ora di re,gger sulle spalle ~Il solo U peso di quel rlmprovero e va cer– c:rndo comm1.a:nt: ma rileva t051.o li enpo trovnndo nrlla s11nvltn la pili bclln dt!llt! sue 11'1'Jonl. dJ cul la gloria è tutta M.la, di lui solo: la sct!nn ili rlschl:i.rR e si nbbclln: al cruento vincitore di Arb!a succ«le Il snlvntore di Fi– renze. ulUnm 1mma11:lneChe è 111 purUlcn:r:lonee Il\ LmsflKUrulont! Ma ben più errata è l' alt.rn o– pinione: non CMCreDante un n– Josoro. A tal rl1ttmrdo non baste– ranno qui oocbe p:trole, ma Mrà nc,ccssnrlo un ap~to s.1ggloper m0111trare come Il slstemn J,:naseo– loglco e splrltualisUoo di Dant,. si rCJtRatuttora, In unn sun pie– na attuallt1\. Alla bMt!. tutt'al– tro ohe un realismo ingenuo. c'è oome problema primo lo StCllSO spirito nella sua renomenol<,ft1a l'l nella sua e,s.<;enw., Dante pa:rtl da un \'Cro problcmn critico del– la conoscen:r:n t!aLl.raverso Il pla– no logico t! non cronolqrlco lt!– gul una metodolOJ:l:l organica e non unn sL,tcmAl.lcnstnitturalc, coml'l altra \'olt.n.mostrcrt!mo. E la sun oonchL~lone ru la più. pcr– sp!owt concreter.1..a e unità <k'l– l'nttlvlllì SJ)lrltullle. 11u1:1trnndo gli asLmttlsml medievali ln vir– tù della divinazione del 1ten10. NeKal&a I>Rnte, col De Sanc– tls, un'alta e Otjfanlca oonce– zlone mosotlca. rlcon05CluUlgll un'lncapacltA politica net con~ rrontl degll uomini e deg:l e\'entl, rldoU11.li\ sua dottrina, sla pur proclamll,U\ \'a!lll'Shnn, A una fl\rrl\glnt! di noalonl più minuziose e Puerili t!he t!Sfttlt! e vive, noi doRU1.ndhlmo:che re– st'a della 3U11. s-plrltunlltà, della. sua grandt!lltl, del suo mondo? Il Dc &lnctL, ri,ponde: Hai li J)C)(!l..'l, SI. certo. Mn poeta cAn– tore di che oosn? Ed t!,:tliCl di– ce: cantore dt una favola. , 1A fn\'oln, ciò ch'e1t-11 chiama bella mt!11zog11a, lo ecald!l, lo sover– chia. e vt 111 lMCln lr dlet.ro co– me lnnamomto, né sa ereiut' a met:\, arroot..ust a me1.za via> (St. dc/la LeU. it., VTI). Egli aveva bt!nsl h1. sua poetkll, ml ti suo reale mondo poetico fu altra 00/t:L. , Nt-llR commedia. come In 'tutu I bvorl d'arle. Al hn n dbl.ln11:uerp n mondo lnten- 1.lonnle t! Il n1ondo AUt!ttlvo, ciò che Il port.., ha ,•oluto t! ciò che ha !fitto>. E questn• , rnvoln >, dom!lndlnmo ancorn, di che si nutre? Chp ha ensa per Ofi:lt!l– to? Al oht! Il De S.\nCU!Irl!lpon– dP: Il monrlo p:i.Mlonall'ldi ]Ili. Mn ancht'l que~ll'l pns~lonl deb· bono pur A\'l'.!rt!una loro genr• nl: una loro loglcn acRturlglne. E ~ nl>bl!•modt!tto che Il mon– do lnlelletLh·o. ra:r:lonnle e fl– lOl'IOrteo di Onnle CO!ltitUL'<:p un:i ooneff.k)ne tarrn11:lnoM f" pue– rllt!, di 1t1,1L,;n che ln~mm11. tn lui c'è Il PoCtn m.'l non Il vero J)('fl!\11.tore, quelle pnsslonl non ~no certo <lll!Cendt!re da prlnch>I di ordlnt! lo,tlco Oltl!:t!l– tl\'o o A"-~luto. LA dlnamlCA di oue-.te l)C'lSlllOnl re8ta 11bb111do– nala All'lmpul~. 11.l .,,prlcclo, Al ~n!IO. Perciò ti De Sl\nct1.• può lMChH~I11.ndllrti a auello Chl'l,lit LUCA SIGNOltELLJ - • Chlant11b. dl'lfll F.leltl » (Or\'lcto) del p.'\rllglano >. Tra I più. recenl.l c nnt0ttvoll commenta.tori, Il Momlgllano rl• leva "Oht! Il Mlggto, famoso. del Dc SanctL'I non co11:lle l'unità del canto. vede_l'cplsodlo di Farlnsta e di Ca\•nlcante :l.\ 'UJ.so dalla cor– nice, e non cogllt! Wttl 11:II t!n:ettl di chiaroscuro che nascono d11.lla vlclnnnt.n di due oo.,l diverse n:z-ure•· B~na \-edert! invece. egli pcnsn, un'lntcgmzlont! psico• loglea nel due episodi e nt!l due pen;onaggl. e Fnr1nata e CRVal• canlt! sono due risorti, F11.rln11.ta :i.duna vlt.a plcnn. Cavalet1.nt.ead una par\'t!llM effimera e pletoM. di \'lln. Cav11.lcnnt.era sembrar più eroica la flgum di F'Rrlnnta: Farlnat11.pl\l elegl11.cat! sparente la flRUra di ca,•alcante >, Ora, tutto ciò per noi, se non cl lngnnnlamo, è ancora mAl"jti· n11leed esteriore rispetto al pro– blt!ma centrale. Ma un altro preconcetto è '!'Il• dlcato nelle menu, t!<I è II più Insulso e dlrfam11torlo: quello di un Dnntl'l JarJoso. E' lilAIPl'!nctn– te Il conll!Atare come quel poemn ehc. fu concepito e re<!Attosoprn– tutto per cond!lnn:n·t! con p.uole di fuoco e IIUJX'tarcla fa~ par– tlginnn t! sett.nrla delln \'lta poli– tica, sin p:usato e p.'lSSIruttorn per un documento di rnatoolt1\. Donde I mali di Plrt!m.e? Dnlle fa•looltà, Clacco rlsoo1)de,·anche 11C POI11gglun~eche qut'l5ten loro \'Olta sono mosse da e 1mpcrbla, ln1'1dli:.e R\'Rr1ifa,. Fu Inutile R,/er JanclAlOquel lRctrant.l'l irri– do: periscano le fulonl! e tu lnutHe aver mostralo , com'es\11. r.lnle ,.rtlsUc.am'tnlt! superlort! rl• spetto alb dc~crhi.lonc del lit!l\– tlmrnll retti o crlt!<òtlnll.Sarà nllol"A. , oomplut.1n1cnlc reallu.'l– to > CO~ Individuo l'uomo d"l– l'ln/t!rno, perché colto nella , ptencu~ > delle :me forze? Mn anche qucgto è lnnnunlMJbllt!, se non 11010 l'Istinto e la mnll:r:IR. Non è vero dunQue che l'arll– stn che prende II Mprodurre Je OOMlonleh" POlrèmmo chlamn– re lnrcrnAII dlsoon~ di un11.ta– \'Ol01.&A. l)t!r CO!ll dire, più rlccA e arUSticAmente plì1 Idonea._ E' vf'ro Il contrarlo. E l'oblezton,. che pub Mille\'Af!Jlda.I dl11.leUlcl. che descrivere Il male tn qufln• Commedia ! 11011.onto 111111. vssb trnma di p~A.~lonl, orn noblli or.t netnndt!; o anche una lmmenM gnllerla di quadM do\'e l'uomo è collo negli Altt!l,!gi,lmetlll più svariati. C'è QUAicosache 11ta11.l di là? SI, c'è • li mondo !ntt!l– letWAle>, , un11.serie di concd- 11 Mtrnttl >, , Il mondo lntl'ln– zlonalt! •; ma questo, per forlu• na del poetn e no,trR. dlcl'l Il De SAnctis. • st è Ilo come neb– bia dlssloondo dlnRnz\ all11.luc',. del mondo re,.le, solo rimasto vivo,. Al contnrto. e~ ~ 1~. ore– stnll'l e t )ll.lp \111.nte. come tntl– m11. \11.a. di quelle pa_gglon!,e eo• DAN'l'E COME PROFETA ALLA LUCE DELL'ERA MODERNA .*. .A.spettarsi il TerzoReg'no li11rl Darti, cf1lnnu1 l'uon10 tt1odPrno •' colui che rson h .. più lmperotm•e., E l,~oo lll<ty ••ecloma 1 "1100 po••u concepire U Paradiso •e11.t:a il nalo Imperatore,. dl * VALERIA LU.PO Comprendla1no come pds.,_',<l 1111• A cora app.ulre segno d'lncompren- slone totnlc della natura dell'arte L DISOPRA dtlla porta maggiore della Caf)ptl. la dtgll Scaligtrl ,cor– giamo - oacurata dalla i~,:p~ 6 ~ •ffl:v:'::i/~fJ~a~~~ Qui vidt rgregiamente fl Fo– scolo q11a11do acoriie, in Dante, • la conaocratione a un mini– stero apostolico,; poiché que't sto /i"e ultimo sarebbe italo la prena e perfetta rea/i.uatio– ne del Reo110 di Dio ntl mon– do - • Stat Cr11% dum volvl– t11r orbls, - attuato tuttavia, è importante rilevarlo, 11011 Tempi t la ,convolgente te– nuta dtllo Spirito Sa,iio. Lo conferma pie11amente U pro. /eta a11tlco: quel misterioso monaco , di spirito profetico dotato> comt lo d/ase Dante clit - aorto poco dop0 il fati. dico a1u10 mille - dalle om– brt della Sila aple11de11tc,pre– diasc. i11 termi11i d'enigma e di delirio, questo sorprendente .4vvento dello Spirito, l'in– ataUrazione del Terzo Reg,10. no, a tuo tetn.1)0, come Suo suprtma Potenza. Il che &'l')te. ga. come Dante faccio della giuatlZla - integrando Pla– tone poiché la rictrca del giu– ato $enza quella del Santo 11011 gli e piri posafbl/el- la diret– ta 11u111ifcstazio11edtll'Amort divh10. - e spiega ancora per– ché l'Aq11ila e la Croce - ap– po.rentemente disgiunte f,i t.er- anche solo Il oorre u1.lequestione, ritenuto estranea nlla 11:encsle alla vamtn:r:loue di CMI\ sul plano Nletlco• che è l'unico cht! conti. Ma noi domandiamo nnzltutto se l)O $Snp:1.rlart 1\di lntcrprctn– :r:lone.meno ancora che di giu– dizio. dell'nrte li dove cl sin uu rrnlntendlmentO del oenslcro del poetn o una Insufficiente pene– trazione di e,SIIO. OrA, c<>ml'l OJ;nl parte vitale di opern aTtlsllcn, l'episodio· di Farlnat.a Include rondamenfalmentc I mou,1 es– senziali e dominanti dt!I pcnslt!– ro di D.'lntt!. alcuni del suol m:\SStmlproblt!ml. Il penetrare In quellA pocslA ptf!fiuppone come condlrJone Il ))()&,l'l !I.SO di cultura e dottrlnA: e nondtmt!no proprio l'uomo colto e dotto spesso si trae dietro tali Incrostazioni di preconcetti l'lpregiudizi che pre– cludono la \1A a un chl11.ro lnlendtmento di QUt!I mondo Poetico. Al rlinra.rdo, l'l'lsame critico più complicai.O e sconcertAnte della njlUta e dt!ll'OJ)t!l"RRrtlstl<:a di Danlt! risulta per l'a.ppunto quel– lo del Dl'l S:i.nctis. ~I. da una p11,rte,è li più &OttileKOPrltore di tante rlpaste bellezze: mA, da un'altra PArt.e, blsognn dire che con lui Il lavoro di dlslnlt!IU'.A· zlone del pensiero l'ldell'ute dcl· I l'Allghteri rR~iunge Il suo sma– itllAnte e dell'llCrlO capolavoro. SI scoccano. In part!coiart!, I CR– pltoll VI e VII dellA sua Storia. dt!lla Letteratura ita/ia11a.. AnTI– lutto, oer Il De Sanctls, DAnlt! , non era uomo politico>. Non riusci In ne!.Sun11. delle sue lntra– pre.st !,l'lsi -:h.lUSl'l POIIn un \'RllO e utoplst\oo 50Rno di stai.O uni– versate. Ora, In via preglud!t!Rlc, SI ootrcbbe obiettare andtutto: Me– rita dunaue Il nome dl uomo oolitico solo chi riesca a c~ti– tulrl'l un ordine oolitico Imme– diato? E se per consettulrlo sa.rii. nl'lCCs.~rlo eMere men1,oi;:-nero. spergiuro e sanirulnAr1o. &Hil. dunQUe autentico uomo politico solamentl'l chi si sarn rr~IAto di au~U t! di Rltrl dt!Uttl, ma non merita tal nome chi si lasccn\ soprnn:nrt! per non mcltert! In opera arti Infami? Eppure, per quanto rlgu9.rda Il ~udlzto sull'attlvltà politica di Dante. le cose sono ormai molw più semplici; p:ulano da sole, e pog,;:lano su documenti lnoppu- 1,tnablll. Dantl'l fu tutt'altro che un ln,::enuo. un Inetto o un vls!o– n11rio.SI sesrua la suR operR nel ~lt!nr.1060 e ACUlO ill.\'Oro, :i.des., dello Zingarelli, e spe ,clalmen.te nel capitoli XVI t! seguente. In 1econdo 1u020, afferma U De S&ncti&.Dante e non era. un l')Oivere della atrada e del se– coli - la figura, addormentata nella morte, dt!l nobile signo· re di Vcron~ che Dante aue– ua amato, La sua spada gli giace a fianco: caduta per sempre come cadde, o parue dileguare, il profetieo s111110 imperiale del poeta nostro. Ma guardiamo piit. in alto: in cima al pinnacolo che ao· vrasta il baldacchino, lo ritro~ veremo wivente, l'er~ a11ti– eo -, cretto sul suo cavallo di battaglia, il casco dalle ali di drago avente per cimiero una tesla di cane, Vedere per immagini: rfcer– cart, 111 esse, l'impronta di una vita eo11ce11trata nel simbolo di ciò ch 'es.aa avrebbe dovuto esprimere. Domar,dare a que– sto scg,10 misterioso (c11c è rapporto tra due ordt,li dcl– l'caacrc) il dgnificato ultimo - 11pirituale - che il poeta ispirato sep11evedere ed in– fo11dcrgli. Se cl domandiamo quale 11egreto rinchiude q11e– sta tomba dobbiamo 'aprire la Divina Commedia di Da11te. Quel poema osaia che a11cor non fu definito nel 110!01110. do atto ad esprimerlo: un poc. ma epico contenente, prima di tutto, sul piano storico. l'al– lusione simbolica - • Li fat– ti... salveranno questo e11ig. ma /orte> (Purgatorio Ca.rito XXXlil) -•a t11lla 1m'ozionc politica, fora'anche g11erricra, di clii Can Grande app1111to (il Veltro del I Ca,ito dell'In– ferno, il Du.%del XXXIII del Purgatorio), dopo la caduta di Arrigo VII di Lu&1emb11rgo, avrebbe dovuto e.uere l'epico e italico realizzatore. Ch1q11e– ce11to a1111i prima di Napoleone allora - secondo il sog110 di Dante - tUli avrebbe dovuto strappare l'uccel dì Dio. el1e fu l'aquila di Roma, ai ghibellini imperatori teutonici per ripor– tarlo In mani latine? E' tanto smia11rato che è difficile e~at. tamtnlc affermarlo. ubbenc tulio hiduca a crederlo. Una cosa aola rimane certa: queata gesta eroica. cfrcoa1a,1. ziata nel tempo, di.cui scorgia– mo nella parte allegorica della D. C. tutta una·trama segreta, - • un ma11ì/cMo - proclama il Cascio/a - /orae destinato a l')Ochi '11/ziatl • - aarebbe ala– ta preordinata tuttavia al fine eterno, spirituale che Il Poeta lnteJo come Proftta - porta. !f~~ac 11 ~°ccl'c~1or~;1r:1a~t:,:g a~ 1 ;!: uerao tutta una nuova comm– pevolc7.i,a pontica, la quale avrebbe dato l'abbrivo a que– sta gesta o azio11e c11e Dantt riteneva, - date le contin– gc11ze storiche dei tempi - il mezzo pfit. idoneo a co,1-1cgulr– lo. Queato cl rivela in parti. colar modo fl libro , L'E1llm-– ma dante,co • di Brizio Ca– scfola, da mc gid aegnalato 11cl primo di questi articoli. Ma per bc11 capire Dante occorre am:i tutto JH!11etrore 11 senso di queato profetiamo cristia110: come ma11ifealaz.lo- 11e oaalo di u11diaegno di Dio nell'ampio movimento della atoria, di ciii egli - il poeta come Profeta o veggente - si fa il rivelatore in quel dato mome11to della vita dt:l mondo onde diviliamcnte orientare I compiti di quegli istituti (per Dantt Chiesa e Impero) da Dio preposti ai fini dell'uma. nild. E st, come inseg,ia So11 Tommaao. ,1clla C11iesa catto– lica esiste questo carisma di Profezia. come non affermorc allora che Da11le - dop0 San Gioacchino da Flore, precor– rendo S. Caterina e 1111Saoo. narola - /11. esattamente. prima della Riforma e Co11tro– ri/orma della Chiesa, imo dei grandi spiriti medioe,,au i11vc. stili di que1to particolare ca– risma, il quale - ahi dagli a,1. tichi tempi,- ai 11cde apcsso concordare con la stessa voca - zlo11e poetica? Sarebbe ap– paHl011anlt studiarnt I carat– teri: ci basti sondare in qual modo eaM si differenzia dal– l'arilico 1>ro/etismo d'bracle di ciii cor1ti1111ala f1111zionc nel piano provvide11ziale della storia, aebberie in termini to. taltne11te mutati dopo l'Incar– nazione del Cristo l'l il dram– ma della Redenzione, Perché, se /'antico profttismo gwdal. co concenuva esscnziahncntc qutsia venuta e qutsto dram– ma. Il nuovo profetiamo crz- 11tiano, aecondo Blot1, concer– M .roltanto p(ù la Fine dei Quali si /onero i brividi, le eco, le suggcat/011/ a1111citate dalla predicazione gioacchimi. ta nella voata compagine della società medldtvalt: è quanto noi moderni - caduti 11elno. stro cieco porltivismo - non aapniamo pili valutore. Rlma- 11e tuttavia fuori dubbio ·che il sorgere (• 11acq11cal mo,1do 11n sole ... • ca:11ta • Dante} di San Francesco e dei suoi Mi– nori, di San Domenico e dei .~1101 Predicatori parve per zw momcr1to co11,,c,1tlre a queste sublimi .tpera11zc. Ma st do- 1,0 questo fortu11ato, 6 fora<' unico momrnto, nella tlorfa del mondo. quella lntegralt rf. forma drlla Cflicsa - che gra 1m San Bernardo ritcneoo ne– cessaria - non si rcaliz::ò ciò /11 dovuto alla coalizi011e. e te11ace reaistcnza. di quelle oscure /oru del malt clic Dante i11divid11alitM nella mala C11tJidigia (slmbOlcgr,lata nella lupa} della p0litica tem– porale della Curia romana, nel potere Illegittimo (simbo– lf'pgialo nel leone) del g11elfi– S1no in /la/la, con a cal')O /a Casa di Francia, nonche nei– l'infida e frodolenta politica (aimboleggiata 11ella lonza) di alC1Jnl comuni italiani, tra cui Firenze, eh.e ad essa tenevano mano. Constatato d11111111tcome queste /orze iller,lttim<' t pcr– i,crae imr,edlvano l'avvento l11mlnoso del Re9110da Gioac– chino profetato t d11 San Fran– ceaco già esemplificato Dante - 1,olendo guarire le piaglic della Chiesa e del mondo - oppone ad esse, ne/l'acerbità del suo adccmo. la solo forza legittima che avrebbe avuto il potere di combatttrlc: quel sacrosa,ito Impero, osaia, da Dio voluto i11 terra no11 aolo come braccio aecolare della llllJI giustizia, ma ar1cl1e come for::.a preflguratrlct di q11tl– l'altra 1orza - solo Sua· e tut. ta Sua - dello Spirito Santo cM ,1 ma.ntJestffà u,i glor- :~,;i:~eg~~: {!:":/~n~ol ::,,~:6 hl Dio; mentre la /orta hnpe– r/ale t coata11te111entt simbo– leggiata, nella Dluina Com– media, i11quel e uento • cht t, secondo le Scrill11re. Il segno gagliardo e apcc/fico dello Spi– rito Santo. Confondtnle a.!lro– lopia dei simboli! Per cui traducendo ora, nel ir11so a,rnlogico ch'eqli cl ad– dita, /'ac11tfa,h1111dcfl11ftio11t di Karl Bartl1 dell'11omo mo– derno come • delruomo cht 11011Piapiù Imperatore• ciac– corgiamo essere io sle,,ao che dire di colui ormai prirm!o del– In 7>0te11zadello Spirito. E h!'-n m•coa ra11lone, allora, Lt'on B1011.di 11011 concenirt il Pn– radfao ,enza di t"s•o! Perché si rimane dav11tro $lupe/atti e PtllSMi - a1)rt11dn quel s110 ~h111olarlsMmo libro , L'dmt de Naf)Olion ~ - di ve– dere com'egll free di Napoleo– ne, - , il prandoso t maona,1/- 1110 imprrcltorr Ialino, cht, .dramxrndn agli A•h11rgo l'aqm. la im1,erlalt, umbrò per 1111 !.,tante rt"alfz:mre il sor,no 1>ro– fetìco di Danlt - il ,dmbolo. o In finura prrffa11ratrice di Cn– I11i che • dovrà 1111 aiorno rln– novorc la faccia drlla trrra •: auel ml.!terfo.,o Pararlito, o.,. .da, c11t è - n rominciare tlal– /'Apoec,llssr di Srm Gfoi,a,rni - il tema ro.tfantr. attra,,er.,o t11lte le cpoc11t. del pili ,co11- vo/oe,1le pro/clim10 cristiano. E sr. comt ancora a,,crin" Lt'on Blo11, il conte-nulo di opni J>rOft.tia.non cl sard r,._,o d<'l tutto lnlelliQibilt che dopo f1 suo compimento, come 11011 aeorr,cre allorn ir1 q11egli a,me. 11hnenfi da Da11t,. 011.,picntl - e cfle si dimostrarono stori– eamcnt,- lrrtali::.znbill - ,ma JJ>ecie di , consiste11ta proft"-ti– ca •· - un , prrsentimentn c,taliro - dirrbbe 8/011 - d, ciò ch'era t'\pre.,ao orr metto di cui•? Cfor a dire le più alte intr,fzionl dif1h1atrlci - 1- que,to il polt"r,. dl1>orant,: dei rfmbolf - dt'all 11/tlmi sublf– mf ml3terf crlatlanl. VALERIA LUPO è data dal saperle aanle, ~1. ma. ltllCOr.1. tro1>00 scn~lblll alle alate, anche pure. del mondo di qua ,. In un iOl>Orentgllgente • s1,anoo. Sl'l IO Vl\'O Il ..enumento di D11.ntenella aua comp;e;;.;.1tà. e to1alitil, avro un'emOZJooe t!5let1ca e un etrelto di arte beo altrimenti JntellM>e alto. E a. ciò lo pervenao vedendo e in– tendendo Il tutto: lettera e al– ll'f{orb1. La rl('()llQUlstadi QUt.Sl~vera lntearRlltJ\ e conC'l'l!tezta aMO– lutR dt!I canto dentesco ha. 1u un 11.ltroplAno, un effetto di non minore Importanza P necewt.a.: cl restlt.ulsce Il vero uomo-Dao• te. n De Sanct.Js \lede In 10- st~1u due uomini, e net,,uno di CMI è Dante: da unR par– li> l'uomo • offeso da BonUa• K\o, sbandito da Firenze. er– r11.nteper Il mondo tra .swao– u e Umori, fl"!\ gli aHt!ttl 01ù contrsrl. odio e amort!, vendetta e tent!rtua, lnd!;rnnlont e ammlra.rtone, UC'n \'OCChlO 1tmi»·e \'Cllto allR patria che non dovea -più Vt!dere: In ouel– la catutrofe Italiana c'era 11, 1u11.catMtrofe, le ,u,. opinioni contr11.ddette. la 1111a \'Ila t,ttr.1.n- 1a nel flore dtll'etA, orfl'JSII ,uol sentimenti di uomo ,., di cltta– dlM •. Da mt'l'ltra parte c'è uu altro Dante: quello che ,:uardav.1. al mondo ehe li Dt Sanctla chia– ma e dtillll r11.~one a.stratta>, c1M' Il D,ntt" con la 11uart1oso– r1,., la IUI\ conCl"ZIOnl'J politica.. l11.1111a ·teolo11la, 1,. 1111a pott:lca. Il 1uo b"Jtnllo tn11 :ombr11.nt ! di cuhun, medle,•a\t, Ora, è ben vtro rhe Il mon– do del\11.~d11.. è li mondo del– la concrettUR e df'I 11tntlmen• to: ma aue,ta concrtln.:r:a è ap– punto la renllu111\ont n"I pro– orlo M>ntlmt-ntodi tutt-n li mon– do IOE!co,ru\01111..!e morRle. n ~ S1rnctl~ è per J'appunlO In Quelle 111tr11.1lonl cht VUOIde– urrc11.re.Abb\,.mo co,1 due om– bre di Dante, plutWlo eh,. due t11mredi lui. E' menom11.10 l'n– tl\111.. li cui mondo è conYertlto In un,. l'Uect!.q,lone di nu,alool alle nu11.IImRnca l'Intima vtra 11:111~1rnculonee eon&t,tenzi: n111,nc11 c1M 111.riulonAlllà dt autl mondo ooettco, e manca. pcrt11,nto ti ,entlmento di adr– l'IC)nee dl t!,AHntone eh• da. QUt"I rironO:M:lmtnto dtr1\·er•b– hl'l nt'I lettort: mPnlre. lnvtce. ~ t11.ntomA11:11:lore l''tff,.tto arti– !lllco au~nto nlù t!\flvalo. ora:1- nlco e rulonRlt ~ Il mondr, rror• rtsrnr,.11>.clM l'oi.::citttfldell'irte. ~b oltre ,. ciò è menomato o ,oppre~'O l'uomo: ~-'"nu,ano il D{'n~tort. li flloi,.ofn, 11 ooliti– co:. vAnltlcRl11.. 111m•nte, nel'a i1.111 vlvt"nlt! concr,-1>r7;11 t" Attua.– liti\. ~ rlm11.. o.to ~l o 11v1e-lonarlo, 1'11top\,t.t1, Il dottQ •m11rrlto die– tro 11..•trRll'ff.7.t ,. d1ttro ll'l Inu– tili rn•m11r.\,- mr<ll"v"II\ Oa.ll'Ppl"-Odlodi Clacco a quel– lo di F 'f.rln11.ta, d11ll'lncon1ro con Sotdt!llo ,.n·,,•11.lta1lont di Giu– stiniano l'l di Romei'\ di VU!o– nov11.,,,. c,,nceaton• politica d1 Da.nte vlt!ne progrM,,lv11,mente Ampl\11.ndo l'l determinando I ,.uo\ confini, I 11110\prt"Suppo– ~tl, le a.ue flndltil., L'episodio di Clacco. prlm,. ed f"ll,mtiale lllOP", è b r1vendlculon,- della lnellmln!\bllitA di un!\ bP,SPmo– rall'l 11.ll11. vita politica. Flr'tn:r:e f ridotta. In 111,1\1el11.cruratl'l con– dldonl, d!l potl'lr e-..,ert ruu– dRlA con comrn!Aerag!one an– che d11un dR.onato che st tl'O• '.'I\ nelb. !lltu11•lone di Clacco. Pe-rchè? • Oh, non &I p,-n&l a semplici crl!I\ di t::overno e a iiconqua-"I tconomtcl: , r.uper– bl11,, ln\'ldllL e 11,varir;l.11, • IOllO b. C:\USII. di tutto. Nell'eplsodlo di Clacco lo sillto è 11.ncor11. contenuto nel– l'a.mblto rlMrt~to della città; l'incontro con Sordello cl 101- leva. au 1111plano superiore: ~lste qual~a di molto più vasto, profondo e \'ero, da cui l'uomo 11.ttln1,tefon.a, pena.Ieri, , 11.ffettl. e d11.eul pure gli de• rlvimo compiti e dO\'erl: la n11.11one. M,. neppure qui è tutto: l'e· 11h:enz,. splrltu11.le, la connes- 11\one • lnlerdlpenden.za de!la Ì~~ d~l,g>~~tlb!~f~nc~o J~ PIETRO CONTE (Ccmtfaua. 4 pa.g. 6)

RkJQdWJsaXNoZXIy