Fiera Letteraria - Anno VI - n. 32 - 12 agosto 1951
Domenica 12 Agosto 1951 P ARLIAMO per un po' del tradurre e delle traduzioni, anche se intorno a tale argomento si è già detto molto e si è giostrato a proposito e a van– vera. E dici.amo -tubito elle un discorso sul tradurre non può i,tt:darsi in un tono a.stratta e di pura teoria, trovandosi esso dlscor8o necessariamente condizionato dal– l'esbtenza di più traduzioni, dt fronte alle quali non. si può non prendere una posi– z~one di giudizio, o meglio, un peculia– rusimo atteggiamento di gusto. Purtrop– po og,ii diatrib11 a carattere ge11eralesulla vexata quae5tio non è mal approdata ad a.lcu,~ risultato: 110,i si esagera q11ando si dfce che il Croce ha sistemato la question.e in sede teorica, ed egregiamente. E' inu– tile quindi illudersi di poter trarre da si/– fatt• oirandole di retorica. e di argomen– ùuio,i.i soltilntente tecniche, una. qualsiasi conclusione che possa darci il canone per cui ricono,cere Il valore di un testo tra– dotto, nel co11fro11tocon l'originale. Per la qual cosa ci si deve esclusivamente affi– dare al proprio gusto, tene11dosem.pre ben presente che si è di fro11te ad ima cosa oom.pletamcnte diversa dall'origi11ale, e che al massimo la. versiori.e potril Jliù o me110 bt11e arieggiare i motivi del testo stra– niero. 11urntenendosi iii 1m equilibr;o ài to– n.o tale da. assicurare ad essa uii minimo di validità. La traduzione nasce nella stessa lettura del testo stra11iero: e a11zituttu da imo stato di tensione Interiore rivolto nl canto. che può trarre i motivi da occa.sio,ti '11/atto estranee, i11 cui la facoltà poetica si re– gistra fi110 a raggiu11gere ,m certo to110 di voce. tutto 111terlore e Urico, c11edura anche dopo la lettura, 1,rolfmgandosi nel tempo, desideroso di una qualche risolu– zione formale. Il testo straniero attrae cosi nella .sua orbita la meteora. cio6 il tra– duttore, e per un po' di tempo la trattie– ne nel suo giro. fuori dai vi11coli del tem– PO, in un suggestivo gioco di luce data e ricevuta, fino a lasciarla libera di pro- 11eguireil suo autonomo cammino, quando cioè sarti entrato ormai a far µarte della sua 11toria. vivo, inserito profo11da1nente nel moudo della memoria, quale elemento co11titutioo del suo spirito, 11el quale rt– marrti come traccia i11delebile d'una espe– rie11za che dil/icilme11te potrti cadere 11el– l'obllo. Ora si tratta di co,tsiderare non un tipo di traduzio11e fdeale, m.a tante traduzioni dai caratteri disparatissimi. Q11estele ws– slamo raggruppare in due grandi catego– rie: le traduzioni che appartengo,w a quel– la che il Croce chiama e letteratura>, e le'tra<tuZiont che appartengono alla e voe– llfa >, Restf fin d'ora ben chiaro che in ogni caso valgono due criteri ben d!stinU di giudizio ~ d-i gu.sto Consideriamo il primo ca110.Quello cioè di un· letterato, si badi bene che 1to11 si parla di un artista, il quale abbia tradotto tutta l'opera, o parte di essa. di wi de– termi11ato autore straniero. Nata nella stes– sa lettura, questa traduzione 1ton è ia re- 11ulta11tedi u11a vibrazione dell'anima qua– le .si da nell'inco11tro tra una felice ten– denza al ca11toe la sfera delle suggestioni del tesi.o straniero, ma è, vorrei ilire, una forma di giudizio, cui concorrono ;,repara– zione Jf1ologica. cultura profonda. fi11is– slmo gudo, mestiere, equilibrio, tutti quel requisiti illsomma che sono caratteristici dell'1L0mo di lettere. E questa è la tradu– zione propria,ne11te detta: quella cioè eh~, che, se da una parte non soddisfa la ,w– stra insopprimibile esigenza, di poesia, dal– l'altra garantisce un'esatta trasposizione di 11ig11ificatf, un'accuratezza di lavoro sulla Parola e sulla frase, una chiarezza d'btdagi11e che senz'atlro ce la fanno pre– ferire a certi impossibili e i11gl11stificabill r,411tfcci elle 110n rispettano né le sacre esigenze della Bellezza. 11è le altretta11t-o sacre leggi della Filologia. Torniamo a ri– petere che una tradw:lone di tal genere è sentr,re valldis11ima: limitata certamente, come e necessario che sia una tradu2io11e: co11dotta co,i gusto e adeguata prepara– zlotte, senza però fondarsi su delle illtt– sioni, sorte sempre il .,uo effetto. Natural– mente il suo mezzo d'espressione è neces– sariamente la prosa, anche nel caso di u11a traduzione da utt testo dt poesia. E' infatti più facile trovar la poesia nello slllpore di un'esclamazione popolaresca che nei ben costrutti metri di 1m letterato. Ma il secondo caso è assai più tnteres– saute. Sf tratta infatti di considerare la traduzione di Wl poeta, o in genere di un artista, osservare com.e 11asce. la pretesa da cui prende le mosse, il valore i1t/i1te della realizzazione. Parlammo in princi– pio di stnto di tensione Interiore rivolto al canto, cioè di quello 11tato di particolare grazia hi cui viene a trovarsi l'artista quan– do tutta la sua anima vibra nell'attesa di un'occasio,te, df una scintilla clte accenda il fuoco dell'ispirazio,1e e lo conduca al– l'upressione, alla precllla proiezio,te della sua storia frtteriore in termi11i di or,gt>ttf– va bellezza. La scintilla nasce sempre nel– l'inco,1tro di questa potenzialità della fa– coltà:poctica con la Natura, nella sua piti larga accezione. L'operazione, cioè l'azione e ON pregnante espressio– ne Il F~olo diceva , llngun.gg !o Itinerario> quello pratico, di scam– bio, quasi Il sincopato linguag– gio della poesia, che parla anzi canta per sè, oome la S1- renett,n del D'Annun:tio, e per cantare solamente>, Ne 11o stesso modo, anche alla mag– gior parte delle traduz.lonl si addircbbe Il nome di e ltlne– rarle >, mosse come sono dal– l'intcnt.0 pratioo di aiutare al– tri ad avvicinarsi al testi poe– tici di una lingua straniera; traduzione, a cul mòdulo est.re – mo sono le venlonl interli– neari del classici greci e lati- del sogg°ctto sulla realtcì effettiva. si esau– risce ne/l'opem, che da quel momento è autonoma e vive di vita sua protiria, com– pletam.ente avulsa dal soyg.:tto elle l'ha creata. Per quel che riguarda i1 traduttore, femw resta.lido lo stato di pot.cnz!alltà di canto. il sovgetto viene i11 contatto, ca– sualme11t~ o deliberatame,i~e. 1101tcon la Nat11ra ma con w1'Oµera tota&mente rea– lizzata fil testt, straniero). cttt: verrebbe quindi a disporsi tulio stesso piano della Natura. Questo incontro è apparentemen– te analogo a quello che avviene tra il poe– ta e l'occasione alla poesia; ma in quest'ultimo il soggetto esplica 1rn'at– tivitlL sulla realtà effettiva, ed è il solo ad avire. Nell'altro caso i11vece il sog– getto ha i1111a112i a sè 11nqualoosa di estre– mamente com.pi11to che, sì, subisce la .ma azio,te, ma che a sua volta in più d'zm se,tso ricambia, con la Jl1'0J]Tiaattività di organismo auto11omo, l'azio,,e del soggetto. Non si traUa qui11di pili. di lln'opernzione m della materia inanimata. ma di un'ope– ra2ione su dl una forma operante, e h1 quosto gioco di relazio11i il poeta è engagé, mentre parrebbe libero. La risoluzioue di tlltto questo processo è i,i una ,mova for– ma originale, quella che si è soliti chia– mare e una tradw:lone poetica>. Siamo dunque tonUJti alle premesse? Nb davvero. Se avessimo fatto il cammi110 11elsenso ,wrmale saremmo giunti, attra– verso la tradtuione letterale. e poi attra– verso la trad11:done di gusto, alla co11eh.t– sio11e che /a traduzione di tot arti.sta è assolutamente u1t.'opera ori9l11ale. una ,iuo– va espressio11eche nel testo straniero ha colto l'occasione ai motivi del canto, e il discorso sarebbe filtito qui. Ma 11oi siamo partiti afferma11do che il testo tradOtto è 1m'opera origi11ale, per giungere alla co11clusio1teche la trad112!one•è poésie en– ga.gée. Poesia. dtrnque: ma poesia che 110,! può prescindere dalla trasposizlè'me dei significati, traspo11izio11e_ri_cercat~ c~m la maggiore precislone possibile. Qu111d1, an– che nel caso del poeta-traduttore, la 7?re– para2ione filologica è requisito e~se,1z1ale. L'1mico. anzi. per il quale è possibile olu– stì /ica.re 1m'attivitil così importante come quella del traduttore. La traduzione è, poi, sempre ,ma form_a di interpretazione del tel!Lo stra11ier_o. L:1- mitati.ssima nel caso del filologo, hbens– sima ,iel caso del weta. ora, l'operare ~el traduttore nasce da 1m azzardo, spess1s– s11no da un equivoco poiché ogni poesia porta co1i sè un dato i11co11oscibile, un mi– stero (lasciamo da porte Il problema: se la poesia abbia o non abbia una realtUJ • E il mistero è il più d~lle volte (sempre. ose– rei dire) 110,iriferibile alla parola nel suo . sig11ificallo razionale, ma al suo!io, al co– lore, all'odore fil buon 1'fagalott1 godrebbe certamente sentendoci parlare coslJ, alla qualità della parola. No11 è facile inte11der~. 11ella lettura, la qualità della parola: im– maginiamoci pat quando si te,tta di rivro– parre i1' divena lingua ogni sfumatura qualitativa. Percllè questa Qualità è la Poesia. Al mistero della poesia stra11iera si aggiunge il mister-o della poésie engagé1::, cioè della traduzione. Due dati inco11oscf– bili, l'i11co11tro di due per11onalità paetic11,e che rimangono necessarfamente e sos_tan– zialmente pure da ogni contaminaz1one, pur respirando per un attfmo nella /ltessa ahnosfera. Aggiungo ancora qualcosa a questi brcv~ cen11ì. 1-Jo atteso ht que.sti ultimi due an111 ad un lavoro sulle traduzioni i1t italiano delle 1>0t!Siedi Baudelafre, Verlaine. Rim– baud, Mallarme e Valérv. Ho tet\tato du11- q11e di far la riprova delle mie 11ozioni teoriclle siti problema del tradurre con un'indagine, certo non esa11rie11te, por– ttlta ad un intero gruppo di tradu:ifonl. i11teressa11tissh11e percllé riferentisi ad un.a splc11dida corona di poeti legati fra l?r.:, da un filo dorato elle allaccia Ba1utel01re, attraverso il Simboli.nno, a Valérv. A loro volta queste traduzioni italiane sono di– sposte s11 di 1m pfa110 di sviluppo del no– stro gusto letterario, il quale ultim,o (per quel che riguarda i cinqi,e citati poeti I prende le mosse dallo stato d'animo degli e scapigliati lombardi> e giunge fino al gusto degli e ermetici>. Durante questo la-, voro più d'una idea che ml aveva fi11'al– lora guidato è 11aufragata al co,1tat_to co1~ la realtà, e i1t questo senso la fatica m1 è stata utUissima. In quell'occasione riu– scii a raccooliere del prezioso materiale che ora. Qui rendo quasi interame11te di pubblica ra11ione. Si t.rat,ta di due Inter– viste che a suo tempo 1ni concessero Giu- 11eppe U11garetti e Antonio Baldini, per le quali ho avuto gentfhnente Il Loro con– se11soalla pubblicazione: a ciò va11110ag– giunte una terza intervista concessami re– ce11temente da quello squisito cultore di poesia simbolista c11'é Renato Mucci. e u11a breve lettera di Vincenzo Errante la cui cortesia é giunta a farmi pervenire perfino da 1'fila110 1rn parere ed un plauso. A corredo quindl di questa rapida oc– chiata alle principali questioni inerenti al e tradurre>, presento la seguente appen– dice, e cedo subito la par,ola a: LUIGI DE NARDI$ ibliotecaGino Bian·co LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 LE OPJNIO.NI DEI TRADUTTORIDIFFERISCONO SOLTANTO .NElPARTICOLARI INCHIESTA SIJLLE TRADIJZJONJ , GIUSEPPE UNGARETTI * La traduzione ~- semp1e una poesia inferiore ANTONIOBALDINI RENATO MUCCI I!,' un attn di mndestia e d'alt, uismn .
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