Fiera Letteraria - Anno VI - n. 30 - 29 luglio 1951
IN CERCADI NON S~FFOCANTI PHEMURE * LADEMOCRAZIA E L'ARTE * Le democrazie non ·ha1100 migliori proba- bilità di resistere e di Lrio11tare se non dedicando all',irte ogni possibile attenzione di FOR1 UNA1 O BELLONZI ibliotecaGino Bianco LA. FIERA LETTERARIA CRONACHlE-MllLANlE§ll * PICASSO in coda di stagione )f.. li piu' famoso e il piu' estroso dei mae– stri moderni ha sentito in questo modo attraverso le ceramiche l'imperativo di un ritorno alla bottega artigiana Domenica 29 Luglio 1951 .Jll'l.'IS'.l'l 1'.l'ALIAI\11 * RACHELE FABBRI I Teba11i pu11ioo110 i cattivi pittori con la baJtc– natura e cou l'esilio: l11 phì non era permesso dani alle arti prima d'aver partecipato ai atochf olhnvici, il che coincideva co,i la m.aggiore età. dal vc11t1mesimo al ve11tlch1q1u:.simo anno. I Tebani erano ,m popolo saggio cd è ,m peccato che certe leggi 110,i cl siano state tramandate dalla co1i.mct:tdine. 1,crchè,_eccezion fatta dei veccllf tromboni. non c'6 nulla ,u plti. fastidioso, 1>ericoloso e inutile degli ,- c11/a11ts procligcs ,. lo di/lido delle voca.::lo11f vreoocf. Per la mag– gior ,,arte del casi f111isco110 vcr alimentare il sotto– bosco delle amb1.:io11i sbagliate. I 1,recoci. vez:!l'(lgiati, l1tstrati e portati per csem– 'pio ai cugi11i " ai t,Jmpay11i di scuola ftn.iscono per essere delle crcatrire i11accostabili. gocciolanti di µrc- 1nrnzio11e. col 1,araocchi e la faccia da schia/ft. E quasi scmv·re produco110 sciocchezze cosi trascura• bili clic soltcwto la cicca i11dulgc1tza degli aUettl può co,1siderare. cosi che og11i volta clic 111'i11co11tro In 1w caso di voca::l011c precoce m'irrigidisco e vado a rmarclarci 111fondo co11 gli scrupoli d'rm i11qulsltorc e 1111 vcssimfsmo se11::a tr11cre::::c che se 11110 riesce a pc1ssarlo bi.~01111a chr • vrovrto la vocazio11e abbia .~111,crato il vrstibolo di potcu::ialltcì. elci dilettanti• .~110 s11ss1tltorio e sia e11trata 11el 11rimo stadio pro– /csslo11alc. drlla rcllgio11e confermata e stabile. In questo st"dio /lo irico11oscf11to llllll pittrice giovanissima. Rachele Fabbri, la cui vrod11zionc, n1t- 111crlcamc11tccm1pic11a,di 1m cc11ti11aio di quadri fe di questi almtmo quaranta validi a t.utti gli cOcttfJ ril,cla bc,i 1,i,ì di 1111a. ,tempi/cc tendenza o d'una aspf– razio11c pre110ee alla pittura. E' il ca.to di 1wa vcrso- 11alitiL ht aut.icipo, ma uici robusta c dc/i11itu, alla (J11ale S(lrà fmvossibilr tor.11are indietro. I11d1tbbia– mc11te Il senso del colore r della eompostzio11e sori.o qualità 11atlve 1>cr la Fabbri. cd il JJcr/ctto equt– iibrio to11ale di ecrtt paesaggi, l'intuito del taglio e del 111ar11i11e so11,0trotmo 1,rcclsi vcrchè vos.,a averli «visti, dn fuori. 11è d'altra parte so110 rico11osclbU. oompiacc11::e cd apparc11tamcnll. Se dovesse essere 1,cr forza 11i1>0tc di q11alc11no si potrebbe attri– buire alla dlsce11dc1i::a di CarrU, di Carni 110,i 111cta– {tsico degli mrni ci"t1l30 cri 40. delle barche e dei porti e delle spiagoc, dei tramo111/ titola sui cipressi bruni, Ma c'è mm /reschc:::a pili vibra11tc, u110 stuparc di glova11c i11 questi quadri. La rlsoo1,erta immediata della poesia. e q11alcl1c 1101fasi potrebbe dire che 11011 ha fatto a tcm1io a vedcrr e/le subito Ila dipinto. Cosi certi squarci di bosco frementi, e certi torrc11t1 ruvidi 11dla delicatezza d'1m a11trw110 giallo, certe /range 11rcziosc di 11eo11llera la Fabbri le lia viste 1ma volta sola e le ha mrsse sulla tela a pc,mclfatc rapide, rnttMiaste e sc11za peccato. L1111ohee dorate uedute cli Roma /la11110sostato di ,,rn nella srla se11sibllità, e 11hi.lc11tamc11te si so110 tradotte, ma 110,i c'è dlsso- 11an.::atra queste' e q1trllr d'impnlso. Ai /lori Ila dc.– clicato il suo amore d'adolescc11te, e li Ila fatti mi– steriosi dal corpo 0011/IO,folti d'fmJ)aSti curati, mor– bidi. E 0 1101agli albrri, gir,a11li teneri e melanconici nel sospiro del c,c1mJcolo. 11crdi d'eternità, prigionieri d'1m nrnro o d/.çpcratamc11te /11ggc11ti sull'erta d'u11a costa per a11dar dietro al wle. Basta di dirle brava. E vcrchè ancora 1101L biso– gna dirlo, e pere/1è sa da 3è (perciò Il 1ireaml.l0lo, e perciò l'eecr::io11c) di 110n esserlo, clit tra le co1i.sl – derazio11i JJhi. consola11ti a discarico di Questa 11io- 11i11e.;;w te11ace e deci3a a di11h1gere, c'C una serena modestia. -una coscienza obiettlua clic la Porta a rive– dere da 3ola le lac1111ee gli 1,ievltablli errori. Che i la spera11::a d'un Iuufl() cam111h10da fare, la slcu– re::.::a di poterlo comh1ciarc domanf. . UGO MOltETTI
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