Fiera letteraria - anno VI - n. 25 - 24 giugno 1951

LA FIERA LETTERA- ANNO vt - lf .• SETTIMANAT,E nF.U.,_E l,ETTERE DELLE ARTI E DELT.,E SCIF.N7E AOMA H GIUGNO 1951 SI PUBBLICA LA DOMENICA Dire11ore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 50 OllU ..~IONE, AMMlNlSTKAZIONI!. H: OM A, VIA I) AHA...:Ul!.W o S • l't!lduul lL 6H◄ UY1 e 6X4 UYtJ · l-'t,NJl1c1ta Amm1111.str1wu11e ·• L,' fo'ltoH.A·Ll:.'rfERAHJA • O PUliLII'AL. vta.dellaConc1Uaz.lone I~. - Roma, nR.I.PPE: Comm.L.60 - Edit. L.40al m,m ARRONAMENTt: Annno L. 2 2()() S,Pm L. 1 1SO • TMm. L. 600 · e.~v-rn· Anm10 L. 4 000 · Ahhom1.mPnto ~r>"Clfll" '111:-0~W:Ultl ,. ~t11dPntP· r11.t.11m•n~1,,. L. 1-t.">• Copi" urPlrHl~ L. lffl • Sp;:>d11.1nn,. In e r. r, 1Cìruopo 111 • e c. po,djl/ .. n ,,~142..; "LE lHABLE 1T LE HONDlEU,, A PARWl * L'ultinto Sartre di HEXRI DANIEL-ROPS S I PARLAVA d'una vera bomb■, l'una commedia• din11mi1c, d'una manife1ll· zioM 1lf'g.n1 ddle bat11glle •J1UIW0J che... E, n1ll1 n1ede•ima dhi1ha dtl Te11ro An1oine ci ,·a~11tt1ava di \tde J. P. Sartre ■Ile pre!e con il problema d,i problemi, pro• prio a tu ~r 1u ton Dio. Uc,o ri,·onouue che ton rimuto delu•o. Per tulla la durala cki tre lun,:hi 11lli di te Di11blf' et le Bon Dieu - ah, tcrriliilmente lnnghi - non ho nui a\ uto, Jltr dir cosi, la ~,nutdone che l'au\ore di qne~li wroloq11j. di quelle (or, n1ule f1111ein tcric, 1i foue imnteduin1alo come iÌ deH, nrl 1110;1,·oro, l'a,cue 1rrit10 col ,angue. Vi •ono ,i, alcuni brani con1mo• ,enti. e frui che ridutano eco profonde dtn• tro di noi; m1 -" •i do\eht, con una puola, definire qutoto lavoro co,i immtn1111menle pretcnzio10, la 1ola che mi parN!bbe 1itula: rrowi,ff. Non •pelta I me fare lii r.ritica dramnllltiu di qut•t'opera, ma chiam1lo a dire le re:uioni the ha pro,ocalo in me. uomo e cri&1ia110.ton co!lrello a dir,e tuhi10 che gli auunti dell'open tono • 111 punto limit1ti dal tuo poro ulorfl letterario, che • mio "'·ho eua diHnla qua!i nulla. Dopo un pri• mo allo lirillantenienle condono ti 1tirarchi1 in qu11rlri troppo numero1i i qu111i altirano !cmpre meno l'auen1ionoe: arriu1i al pcnul· limo, il pubblico non H neanche 11ii1tr dfJH! rular tcduto oppure and11nene. te. la comme.• dia t rinita o no. Nono!lante il pN'!iti1io•o talento di Pierre. Bru•eur, e l'udore. vcr11• mente ammire,ol, ch11h11po,10 nflll'incarnue il •U0 per..anaggio, nor. 1i rie•tt a crcdcrt a Coetz, non fi ,·hc in•icme a lui, non ,i •offre iniÌtme a lui. La e credibiliti :t di cui parl:n•a Paul Bourget t crudclmtnlfl auenl" in quuti IN' ani. Be•temmiar" è una cMa i;ra\t, mollo Jr11\e; 11erci0 bi5oJna, 11ortan• dola •ullia uen1, eoere per;u,ai che è a fin di bene. Tut1nh1 Sarlre IVC\a - come •c11111rc. del re•lo, e in ri0 ;i,iMe il tuo merilo rccuio• nalc -, 1\t\l mir:lllo allo e aliliuccialo un 1ou:e110 ,:nndi"imo. E' \ tro t"hc 111di•puh, In l~n,. t male è ano dr~li uf)tlli 11iì1dr.1mma1id t'he pre• unta i• problen11t di Dio: d'•ltrondr JJ•rrt"• di.io tempo fa l'aveu 11fi drtto NW;t•wh'\. S arlrt, 1110•1nndoci un eone il quale pun•• tullo •ul Mne e rie•ee •olH,nl<1 • f,llire, •f• fronta ,cn1'11hro uno dei l'iÌI Jlrofonrli mi•1tri dell'uon10; td è C'Omple111nien1e ,ero the. •e Dio. pt'r prourl" la •UI e1i,ienu, a\f'ue hi, •01no rhl" ,ull111lrrn trionf:ii~•rm l'amorfl e la , irtD, d'11hro cani') non i,,, rclibe hi,01,11n che ri fo~•ern n1olti u-ctlrnti. M:1: • partfl il fallo rht il problema. co,i enuntfaio. non ai pone per nulln al rristi1rno: per farci 1crclh1rc I;., te,i urrbhc •l:ito ncceH11rÌo fiirci o.entirc, nel fallin1cnlo di quell'uomo, lulta la ,tra• tiantfl ,:nmde,u dell'um1n1 mhcri■, 1u111 l'abiezione dell'indhpcn•abilfl •ou;ura e~ h11 nome pcrt'II0, hn-ere di qut•lo, , tdi■mo 1.n per•on:a111io il q11ale te tfu111e allo 1tilc Chitclt!t, cadt peri> nel p.tho• p1icoloii:ico, e col qu11le in quattr'ore ri Ji •ente in comu• nione per non più di quallrn minuli. Dieci frui dell'Am/,.,o bulano • 1profondarcì nel cuore 1teuo del mhtero mclafiiico che Sar– tre'! h, ,011110con,idtrarc. La fond1mtn1111le,ra1uj1i di que•l'opera •i mo•ln ancht u•11i bene ntll',~pttuione. data dall'au1orfJ al •uo pcn1iero. La•cilindo•i an• dare ■I ,u,10 ,ii \etthio delle formule a ef. fetto, e,:li nt ha t'0!p■r10 il •110 tetto con un11 prodi11ili11 inquictanle. Alcunt aono belle, ma la m■~Jior pi,.itt 1onn perenlnrit e facili al tempo •teno. e L'11om<1 è nn'illu• •ione ottica :t non h111 nulla d'origin11le. come e for•e il niale è di1pcrant, >. Auohando hui rome. que•tt: e non ti pu0 amare che cont.ro Dio>, oppure e 1e Dio uhtc, l'uomo non ctitle:, e 1e ui1te l'uomo. non ui!te IJio :t, do110 a, cr 11n1mir11lo il conio di 1111e· !le belle me,laglic, ci 1i df'\'fl confe,ure. che il ,uono t'he u•e. dinno è laho, poiche 1i 1rn0 ri, olt,.rle. 1onosopr1 11■rob per parola. e rc•iennno ahrct1an10 helle, allrl!'ll:anto 1111· gt,1i,e ... e ahrct1an10 indimo,trahili. E purlu!'ta\ia for!e in qnuto c·e il 1010 Hro renlro d'interctte dcll'o11tra: nelle for• m11le che affern111noun 11ei,1 110mili t1111e non e; diffirilc rirono!!rere un11 ape.de di fede, un n1e1Hli6ico e a 11riori :t. Si1r1r,e crede alla ieriti delle 1ue formule come uo crit1iano potrcl,hc credere al loro fOnlrario. E quulo ~1,alanca tirane - e in rom11lcoo conm10• ,enlÌ - pro~11etthc, 111> 1esre10 d'un'1nim1 che rifiula iC ~tuu a Uio, d'uno 1pirito che lo neJa, con Iuli• la fon•, ma che fi 0•1c1•ionalo da lui, e- che fondame1111lmente proctdfl come 1e l\<t:Ue la fede - una fede in,cr1i1a, ro,·uch1t11 101101opra, nia ~emprt una feùc. Prob:1hiln1enlfl ecco quel rhe 11uò •piegar• come nei uri niomenli de.ll11 t'Ommedi11, un cri11i11no poua aentir1i I0t'cato da t'Crli al• ieuiamenti o d11 certo parole. C'è qualcou del vero cri•tiano nel mitcrabile prelc •P~· lato Heinrith. il quale, m■lsrarlo tutto, poru in te itc••o il oenJG del ptr-nlo di cui i: di• Hnulo eomplice; c'è dcll'aulen1iro (riuia, nuimo in Hilda, la mi~tira dhorala dal• \'1mor" rhe co~i nohilmenle è inrarnala da Mari• C1111ri:!;c't; perfino un porhino di ui• !liana nella compa.iione,ole Ca1hcrine. Sfln• 1eni:e: come e ~ulla ,i ama 1e non ti ama 111110 •· 0111111r( e un cl(IIO è un uomo rhc Dio melle. conlro il nmro >, un r1111olico Jlo– trebhe ripN!ndtrle per contn 1110. E 11nt'he da quella cari1·a1ura di 1:11110 t'he è Coc:11 un rri1tiMno potN!hbc 1nrrt v11lirle lf'Zioni ,ull'ilhuione dell'orgo,:lio, 1ulle •bernzioni 11t'Ui l'unmo pu0 eHeN! portato 1lall';;11mbizio• ne ,pirilu■le., ml vero 1isnifira10 dell"an1ore. Fa t'■polini,, •tnu \Olere., l'ex cri•tlano che fu Su1N' da ,:ioune. Co•i I." ,li,,/,/,. "' le flon Oif'II è un'op(rll rhtl11rlre per ri0 rhr fa ,ccirJC!>rl", e ingan nei ole per ri0 fhr afkrm:1. Affollala di re– mini•('f'll7.t' leueraril", tpedalmrnte rli Nietz.. ~che rl,e Of•f'•1ion11. e di Claudel (p<1i• rhè. ,~r un •tr•o, 1i111u•r Ja form11 che per il ronlenulo ti 1r11111 più o mrno d'11n anti Souli,.r di Jfltin). nn'op,.ra rome quuta, 11rr lii 11o•hrione •tetla rhe 01"rnp11, ruieri inerte. For•e t"he il primo mtrilo d'un'optta • te•i non i quello di per111adrrr? Perciò, rhi potri rnnver1ire 1111'111ci1n10? Si 11rn1ialle ~rirla, ai ~•li di rib ellion e t'nntrn Dio rhe •i 1rov11no in Do,1oe•1lr.ij: 11 pen!i •opr■Uut• lo 11~liunmini ('!ie ~111 terio h11nno 111110 fron• lr a Dio, un Rimliaud, un \'\1illi11m Dlake: e allora il Ja,oro di S1u1re 111p1rirì rome ve• r1mcn1e i: 11n,:ioco u·olaitico e non un'open f:1111t'OI •an~ue e: eon le laCTime: 11.llafine una perfena produzione di q11tl tipo rfum11• niti rhe in più parti e••• rond11nn1. un tAtmpio di ronfort intelle.11uale. La tera ddla rapprucntniont, dia fin-e del ,econdo 11110,qm111do quel volpone m11I con,•Mtho di Co1:tz fa fint11 di ricc,·crc le atimm11, di Criuo per carpire: la fiducia del !no popnlo, un timpatico r11,:n1:o, lrupor11110 dilla •ana indignazione della Jio, 1inuu. li• •rhi0 p■rl"tthie ,ohe. Subilo - ,econdo Il" nn0\fl uun1c dcll11 libera fnnria - ,:li an, ,eli t'uH odi in di\'i.,.1 rhe ume tpar•i nti rorridoi rf.el teatro lo mi,cro in mc:110, e ti poi~ \"dcrr quel JÌO\lne Poliuto condottn \er,o l'u,ri111 ... L'■tci•mo an11.r(hico pro1e110 da 11111 Juardi1t municipale: ,e foui Jlllto ,1 pouo di Sarlre., ci l\rei penuln •opra. HENRI OA.NIEL - ROPS (Trad11:fonp di \f11rio f'icchi) .GORGIAMINORE (f1•11m1nenfn) * di CAMILLU PELLIZZI U AL E sarebbe ,, Q italo 1/ mio de- ••• dlno nell'eterno, o Socrate, se laggiù fn Atene non avessi prestato qualche a..,COlto ol– le tue strane orgommto.tioni io veramlnle non so. I mor• tali credono tah;olta che ba- 1ti trapassare oltre il velo dtl mondo, t dtl tempo, perchi tuttf ,opp{ono le verità. Mo nessuno p11ò conosc,-re, pur nell'eterno, altre veriUt se non quelle di cui sia. degno e ca– pace. E' quindi uano che lo chieda di cfò Il tuo giudizio, che /or,e non l'Intenderei .... e ... La nobiltà e lo giu .stf– ~10 in natura - 10 ti d.is, i in Atene, o Socrate, - ,ton no veramente in questo, che un uomo il quale voglia vivere gtu.stamcnte dovrebbe consen– tire al suol desideri di cresce– re al ma.s,imo, e non tempe– rarli colla dl1clpllno; e quan– do e.s&I 1iano cosi cresciuti, deve e,sere in grado di ser– virli col suo coraggio e lo 1ua 1awczza. e soddl.sjare 09ni lnclinazfone che ,orgo in lui. E questo e impossibile per lo /olla; la quale pertanto na- 1conderd lo sua /mpote11za dietro il biasimo di quei po– chi. e dfrd disonorevole la. loro Intemperanza. cosi ten– tando di ridurre a schiavitù le nature umane meglio do– tate... Ma supponi che un uom o sfo nato /iglio di re, o sia capa.ce per natura sua di innalzarli a re, o a tiranno, o a governante; che cosa mai, nel nome della verila, sarebbe piu dl.1onoreoole per un uomo simile dall'~ercfaio della tem– pe111r1.:a e della giu&titia? Per ~iblioteca Gh o Bianc· LA GLORIA Vi:EN.E PER L'A.RCHlTETTO * l TETTI DEL CIELO di F. L. Wright a Firenze )f. Il cielo come il paesa!?gio ha, secondo Wright, una grande impor• tanza .nel costruire l'edrficio che gli uomini abitano ed amano l L primo impiego ehe Frank Lloyd Wright. glovcnf.W- 1110 ingegnere ancora /resco di studi, riu1ci a trovare qua,1do .ri tras/erl a Chicago ,sell'a,ino di graala 11?1, /u quello di disegnatore, con la modelta paga di otto dollari alla settimana: il clie era un po' me110 di quanto poteuc percepire, a q11cltl'lrlpo, un buon capoma&tro. Tut– tavia Frank Wright era 10ddl1/ntto. percl1i quella .t11a 11uovacondizi one ero pre/eriblle. in fin dei conti, alla vita di ste,1ti che ave.va douuto co,1durre ntl Wisconsin pc, oltre tre anni: tre a11nldura,ste i quali, per J?OlV Jreq~.'!-– tare i cor,i di i11gegneria d1 quella univerflta, s·era doouto accor1tentare dei modesti guadagni occas'ionali tratti daUe più di11er,e OCCupa.zio,1i, Come ,1 vetle la vita non ,arrideva troppo a questo giot10nc. che da pochis.,imo tempo aveoo laseialo la /at• toria dello zio. o Madi&on per lanciarsi, tutto SOio,nella 'W,f,i~~~R1~~!![ccar:i w~,1~~!r:!, 1 ;,:sfo~c;~~bf!:~a:d;:, New England, aveva moitrato di possedere un it1gegno pili che brillante e che si era in/atti occupato delle 00.1e plu d/1P4rate, dalla cura delle anime all'ln1egnamento della mu1ica. dallo 1tudlo della medicina a quello dd .scrn1cnto: ma. dl1groziata111ente, non gli avcUCt141,ciato bll111 di /ortuna. La madfe. Anna Lloyd-Jonu-Wright, era ,empre presente al ,uo 19irlto, con la 1ua dolce amorevole ftg11.ra intenta a. raccomandargli di non dlsc~t.arsl mal dalla se mplicità di cuore, dote tanto necessaria a chiun• que, sia garzone o ministro, /attore o architetto ... Archi– tetto: ecco Il grande miraggio di Frank ij'right! Dloen– tare un architetto bra110 e rinomato; co1truire, con /cr• ,,ore di mente e sempllcitd di cuore, i più bei palazzi che la ,ua giovanile immagit1atlone potesse mai raDtgurar,1._ :a a~ir~~~~e:n:n dfj;7,~r~';;"t'v'3':::t~~':. :~icJ':,e'uq 4 ue~"::; orini di vita divisa /ra 1tudlo e lavoro aveoa dot1uto /re– quentare I cor,i di Ingegneria in luogo di quelli di archi– tdtura. che a q~l tempo non c'erano: pero li avevo /re– Quentati con ottimo profttto, e Qtiesta cfrcostant.a non avrebbe mancato. in 1eguito. di uercilare Il ,ua Pf!IO nel corto della .ttu1 vita, come uedremo. Metile creativa ed ottima. preparazione pro/c&1fo11ale; ecco le doti di cui dispcru:oo \Vri,-ht, qua,i;do cominciò, a. Chicago, la .sua atuv,ta df df.1cgnat.ore oUc dfpend.tnze di un costruttore edile: ma avevo anche un'tdtra quallta: decf,o a lasciare il Wl.scon.sln J)f!r Chicago - atta lm'• mensa. e per lui ,cono.reiuto - con JOli sette doflari , mezzo in ta1~. come ovt:va /atto. ED ,,:::af 7:/"ig;;;; ~::;, 1 i~t~~an: 0 J:i~~=n~: :CCV:: nuto a Chicago, troviamo Il giovane Wrlght e pfouato > nello ,tudio archllt:tto,tfco e Adler e SulJiuan >, che è 1/ pir, rinomato di Chicago ed uno dri migliori po.su d.tt 111ot1doper poter imparare , cosa sla veramente l'arc h1- . tettura. •· Siamo verso la /fnc del diciannOtJUim_o- ,ecolo t in America impenierS4 lo stile ncoclauico, che t u1t'lmt– tazlo11e dt mode europu che ri,algono al ,:,eriodo r0111<11t• t1co. Louls Sullivan, architetto di grande. volore, e invece uno def pochi.s&imi che vada110 contro corrente; odia tl'l– /otti /o stile neoclaurco e. tutti gli altri stili inutl~mente pretenziost. bado11do a costrllire edi/lCi comodi e m.oder-- 11amente. Ju,rzfonali come, per e,emplo, I grattaclel1, eh~ &ono la stta 1pecfalitd, e le Jamose e cose della prater(a •: le quali, Iniziate da /u1. 1aranno poi compiute dat nta dl1cepolo Wright. Sull1va11, In una parola, t l'uomo che ci vuole per mct~e il giovone Wright sulla buoM strcd4; dopo di che, i suoi inug,1amentl. trapiantati nella mente fervida dct discepolo. /ruttiftcheranno al cento per uno Lavorando con sumvo,1, Wright conl,pul anche 1u1 altro ber1e/fcio: Imparò a conoscere le .s-uepos,lbllita. che erano veramente notevoli; ed ecco percht. dopo qualcM tempo - sia,110 ormai al 119' - lo trovfa.mO eh.e lavora gld da 1010, In un e suo 1 .1t11dio di archllctto, alle prese. GIA.COMO MANZU' - e 8am bl"a ,ulla !ledi• • (bronzo - 'O) Il coraggio. Se non oveue a11utocoraggio, non si .sarebbe LIIIElt'l'A' e ITEII l'l!A' UN UIJIW ALLA :,t,1'1 /MANA PlitStN1'A1U DA CARLU BO * L'osteria del Gatto Parlante di FRANCESCO SERANTINI • FRANK LLOl'D WRIGHT con il problema dt/ /or,I una clientela, Ul'l nome. una poliziane. • 1 ,uol primi lavori sono, a pre/erefUO, delle C03t ,ul tlJ)() delle Ja.mose ca,e de.Ila. prateria, che sotlO diventate r=;i:;~ ::ne 1:tro~,:'°a,r:;!ibrcrc~~:c~~,~ ~~~,:"~ :t rt. {:~nb';~;t~u~~:a:,~~~: ':: ef.un, :!• ~!~:f;,o/: 1 ~dal~en~:~ • HO ere.azione precedente; Il di rebbe in/atti che Il maul– mo Impegno sia posto, do lul, nel rinnovarsi sempre, 1 materiali che adopera per costruire - aceiato, ceme.nta, legno, vetro - 110n diDcrlscono gran elle. da quelff che adoperano gli altri: ma c'i uri tipo di e-pietra artiftcfale •• che è ,toto inventata do lui, e c'c un certo tipo di pfla.ftri d'acciaio (e a /ungo>) che sono 11110 sua genuina crectfo• ne, e costftutscono un4 innovazio11e ardita e 1lupe/ocen– te, vero prodigio d'Ingegneria oltre che e19ediente arch.t• tettonico di grande e.D~to estetico. Qua11do co1truisce la 1ua prima cllie.sa, i suol critttt [~ics'!a s~i:1!'JC:,~=:~e~l~on:~;~o:,;~ eu:}!r;~t~: rectntato intorno da .serf1ire per·i/ parcheggio dclte--rncc– ch1ne1 Gia: percht Wright, che e un uomo vera,runte 111odcr110e proteso verso l'ar,ve,iire, non concepisce eh~ si pos,a costruire 1111 c.dlft.cio dt3tinato od accogliere lt r:b~!~b,::~tdf :;~1~::cf':~d,,::~·:::;,i!,e t:o d!'iieol~,,o,~:l~ cuore e il criterio della /ur1donolfU1, ossia della perfetta rispondenza dell"edlftclo,11po .scopo particolare per cui' e. destinato; ciò che 11011 glf sta a.lJatto a cuore, Invece., ,t. la moda archite.ttoniea. lo stile inte.,o nel 1e1tJO pura– mente esteriore e /armale. Con~ttf riooluzto11arl, que.,u. e come tali dutinatl a procurargli critfche aspre, a 1u.seitare polemiche accese; ma Wrighl uon bada alle critiche e prosegue pt.r la .rua , ,trada, .sicuro Che Il tempo si incarlcheni df dargli ro.– gfone. Il tempo, In/atti, se 11'h1carica:· cominciano a chia– marlo un po· qua utt po' là h, tutti gli Stati Uniti; co– mi 11cla a d ive,1tare celebre co11 lo costruzione. dt Fal· 1-. ngswat.er, la C4.!0 co.strulta 111 una ·ca1cata e di Tallestn ch e i un h1.J1eme di basse costriuioni perfettamente tn-' tonato a/l'ambic11te compe,tre che lo circonda, e dove larch1tetto, ormai /amoso. /fsserd la 1ua re.slde.nza: un 11ogglornoraccolto e comodissrn10, /atto appo,ta pe.r lat.o– ran>i e J)f!r in&eg11arc.\Vright, 111/atti, ha gl{J de.i di.1ce– polf, ed altri ne avrà In tutto Il mondo quando le ,ue id« 1ull"arch{tettura si sara,1110 dfD1ue un po· dovunque: gra– zie 01 trattati e.he a11dra .scrive11do tra il J928 e il 1930. Que,te opere ro110 vn vero e proprio me/1.SAgg~o di modèr– nltà. e 10110 111/atti dtsth1ate a 1111citare,)larticolarmente m Europa, dcllP n11ove corre11tj architettoniche eh.e por– tera,rno poi alle estreme co11upue11ze le idee di Wrlg'h.t. U11adi qu.e,te - u1fidea verame11le Jondame11t.ale '"'"'.""' par– te dal !uo amor~ pe.r la natura: tglt vuole in/atti che le co,tn iz,onl. spec1ah11c11tequcll, di compagna, .1i 11.rmonlz– r.no sempre al paesaggio che le circonda: vuole tanta doviz ia di role e di orla per gli abitatori dctle ccse mo– derne (da cui il_ largo uro di 1ietrate, elle arrioono tal– volta o coprire 1nt_ere pareti) e vuole, illi411e, clttd .fpa~ zfo&e e rare/atte, rite11endo che la densìtd ecceufvo dello popolazio11e - quale si vtrlfte.a in q11esta epaca di 11rba.- 11eslmo a~centuato - tia 1rn vero e proprio delitto contro I~ socf~ta. A qu~sto. punto, e11ldcnt.c111e11tc. la conce.tiont Cli Wr,gl1t 110 11 e p111 puramente ar'chitettomca. ma di– venta totale: e.ua 1pazla 11ei campi de/l'urbane&imo ~eien.:a e,ninente_mente avvenlri,tico, e itl quelli d.tll'Or– gan1uazione SOC1ale. Carlo Francesco Fourier, che uisse nella prima parte del diclannove:limo secolo, voleva costrlt1gere. l'umantta 11d falansteri. che erano enormi ediftci con centinala di L. T, (Continua a pag. l>

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