Fiera Letteraria - Anno VI - n. 21 - 27 maggio 1951
Dome11ica 2i ~ra~~io 1951 LA FI ERA LETTERARIA Pag. 5 11 ELIO FILIPPO ~ ACCROCCA NOVEGIOVANI POETIITAl,IANI E uorrò ,entire fo ,tagionl ----1 variare J111ln ~oìalle e Jljlle mie iambe nude I co1Jiendo iJ /iore di mauio e la Jo1lio Ld'autunno , E tonti Jì1li 01.'TÒquanti ne ll'O&lio: Nato a Cori (IA t!• na) 11 11 aprile 19:33. Laureato In lettere nel 1947, ra. attu •lm en-..e l1nsegnante . Ha pub • bllcato • Portonacc!o ,., pre$50 Sche.lwlller, nel 1949. In preparuione : c~n-mc e I.e po,e,ta delle re,Utcn:a (cori un'antolo1la ). IJ1111.orno racconta E' come ,m fuoco di po&lori, un uomo meconio a.torio di ,o/doli: Era l'aprile del quarantadue. AUorno ascollano i compasni nomi ignoti di citt(J che ripcl•• non ,a11no. Erano come quelle le montagne di li. erano bianche. Dorme un oone 1ro le 1inmchia del padrone. Era l'aprile del quarantadue quand o ,en tii l'ultima luna dentro gli occhi. 19.U. Tor• Cera,a .ra Ecco la # rado che corJÒuce ol f•'ume, la oa.«t canttmfera, il ponte, l'uomo che conta all'ombro delle ,;rotte il 1lro dd comion1 eh. trasporkmo le _PiUre. Colgo una ro1a al giorno alla tua cHa che diita dalla mia dieci chilometri. Ecco lo torre del CGJtello rri1ia n~l vt:rde, la terrona, ecco la l011lo dov. al rMttino c'illtrattene&ia,rn, d1non::i al sioco dei ra10:::i in cerdi io. Colgo una r<111 al giorno 1!11 tua cua, per queMo a sera la tua cu a è qui. Il Bl!Jtod'una mano oltre il cancello. Lo fuia delle imm.a1ini rn'i~IM• spietato come l'occhio di quel pan o che nel duemila • qllOtro andrà allo luna. 1948. ELIO FILIPPO ACCROCCA r*: GIANNINA A GIOLETTI Nata n 17 apto 1928 a Milano. Ha ptJbbllcato: Na.ccmmo fgnari dt tutto {COD pre!arJone dl Olarulro Ftrrata). Ed. Lula.rio, 1944. Ha coliaborato a Botteghe 01c1.1re: Ca1rt• PI Eln; La. Strada; L4 ,Fiera Letteraria; Al/a• beto. Una acelta di aue liriche flaur a nella Prima AntOlogfc df Poett Nuout, Bdlllonl della Meridiana, 1'151. Queste Edb.tonl put>,. bllcheranno prl!llto il auo ,·olumetto Pouia. L,,. f'esl,,. La luna co me u11 lampione •i obba.uo ,uU.o futa, incosciente e ft1l.saolle,ria di 1ente a cui pe10 la tuta. Sono i poi:erl /elic i diapreun tl, · /e comparse della tragedia, che piangono • ballano la conio ron la vita pl!TM in uno ,edio. .U"1ico sioio di obiti çiola, flrMuo!Ji fa,cl di luci .atanche. Il mondo ride del .uo cuore nel carnei:ale di ombre bianche. /,'anima mi11 vuole una /eJ111 /J('r 1111/or!Ji nella Jollio amara, mascherare di velfutl il dolore, ,ilen ::ioso • cupo ,otto lo fanfftr'G. Lo df111::n1trlee Si fo1•cnla e ,i ,nod o da una !Jlran11 terra ine.rfa.tente: 1.-orrr-bbe sali,,., appende r!JiaU.aluM, ma rie.ode come una dolente caxata, ae,o//lra ,ala dell'unii:nu,, con/onde il mondo con le 1telle, !Ji muoi-. amante della pol1:ere ,. Mcare::a con le dita il Cielo. Nr~li ocel,i ,ilcn:fo,i ed eJh'ffl tl e ca.Inta una !uprema belle::a, ed il corpo di,e1nando8i nel tempo ai 11iui e ai morti d regala. GIANNINA ANGIO LETTI ·* OLUA BEVACQUA .Nata n 3 a101to 1924 a Catanzaro. Ha pub– blicato un racconto In• IJ!Olato • Vita dura,. au Lo Selva di Bene· vento; due poesie au Il foglietto di Bari ; e alcune re,eerulonJ 1ul Mond.o BIITOJ)eO di P'!.· ...... J l ca11,eello glro sul glardlnl Il can.ctllo gira aui cardini; , 'apre la vita ,ullo ,ran de ribalto .renu quinte. N•l punto dove più non reu• te.,o il filo delki corrente; nel punto doue o,c;Ulò e oodde lo ,calo appoi,fota allo veranda di cartone, lì pouerai per il corridoio ope,to nella mio )mpozit n:a 1a1liaMo lo luce, • imboccata rautoMrada dai bordi fioriti ,perirai sotto l'acqua elle ,ronda pe,onte ,ul parofonao. 'l'lv.ral aueora la nota Tieni ancora la nota alto , uUa ta.atiera, finchi il aomonto /uo,i dello /ine ttra abbia ripre.)(I fcquillbrlo tra i ilicini s~mpre lontani a Jiorire e i no5'ri 1,omtnll to,nati infantili . Cwrco quel tasto ,quil lonte che ,ap rO .ciogliere lo nostro muti:lo ,erale. OLGA BEVACQU& .... ROBERTO FASOLA N~to a Torino nal l&U. Pittore. La.urtato In chimica. Ha pub• bllcato Aalmt (Ed itore Guancia, 1949). DI prouima pubbllca1lo· ne: Euere; e Uno SJ)0011 Rfoer Romano del XVII HC , (l:p) ~f· ti laùnl del '800 t.ra– dottl). La :,oe1la W Afpf 6 del 1914 , scrit– ta ln prlg:1.on, a. Le .Jlpl l't/ie Alpi. Chiaro avi:ento Ira nerj lLbrl dì latino •Jo1lioti a strappi. con urto • lo vendemm ia 1ià preso1a di ,c;uole. Yette, mia 1enle (eol babbo denso in tlGOlnso) • la comune civiltò: 0 1.'8 la voc. ,i ,perde, zitto. a cJu rri.da. In voi. ri placa quel bi101no di origine e la Jiniio ,olitudine non ,embra oliere ouuto pure iniz io. Semplice nic,ue obboJ.SOre Io ,pardo • eon1emplare le alte:ze, Com• vuto dal ,eme L'albero che t.urO. Qui moll e cou non imporlano. La Noire, il DOme, Col del Lys, nomi di magie e di rifu1i pieni dJ df1U• • di J0tldllf a11i ,imp ianti; rl/u1i tloi;e un /rommenlo mio mi espeHa, mi oi,re la porta, sono con Giusta • CtJOTe, lnconlro con #i ultinii abeti, i più alti, i primi ol ritorno, eh. viuona soli la pena eJlrema di un popolo. Una brezza fresco lambiJce il Jan1ue in/iammato di ,ramonto a noi cha SG,:ndiomo con ,eia di mo,c oni. Il pen.siero e,alo con a1ile •pln111 di mongol/i,.,a come a chi il bene i un o.spi111i,uolito, HÌKente. Lo scuro ri empie la valle dal fondo. Gli abeti in popolo Jolto hnnno la L'ira più facile, Certo pe.rchi 3li avi loro hanno 1of/er10 a"°ì, Solfi' inalilali ,ono nell'aria moua daili ucuti 1cstl dei campani sbandati che ,i sperdono e •i ritrOt.'l'lnO, misurano un colmo. !tlt1nJ11ete le oocclwt ci vo1llono bene e 1t1nliomo il sentiero nel buio alfodore di buone mammelle, e«o lrOL'CIO è quel«I, I 1hi,u:ciai ritentano ili occhi a dolerna e il cuore n dolerne detta1lia. Salire i poi come non ,cende re più. Eccitato il rit:.ordo ,cluola e orrampko ancoro, ma non si può dire a chi cliiede e ci credono ,tonch i. Alp i, p,ivile,io . RÒBERTO FA.SOLA (Dalle Poetie dal Campo • 19,&.\). * ROHEO LUCCHESE Nato a Trevlao il 10 manto Hl16. Ha pub • bUcato P0zfe11zt1e fm • J)O:ztenza CEdlaionl de.I. la Meridiana, 1949). volume ae,nalato al Premio Roma, 1950. Ha collaborat a Florl• del (Napoli); Plrt/U {Milano): Petct Ro.u l (Milano); Lo Gauet• ta di Lugano. Ha vtn. to Il 1. Concorao Per• mane.nte di Poesia de Lei Fkra Leturar111 (1945), Lt Olimpiadi Letterarie di Pouta (1948), li Premio N• • zlonale di traduzione poetica c SpirlUnl,. {1950). Contenrpla:ione Qua11do ~l caos ch'è in me 8C.erJÒe la calma, - oh, fermarvi , metèore, momenti - più io non do oome ai itota ,alma; e rendo ìl tono fiu,to ai miei accenti. Nel suo foMo il mio ,pirito riformo d'o111ieco dello vita una fontana. La n1io mente non i da lei lontana, M pare a lei CM qu-.slo cuore dormo, Cosl ora quei aallcci all'orii:o:-tte sono iJH. ron.ie in me /iorenli al sole. e que1li im berbi cicliMJ ,ul ponte. bs.cantoti alle scie delle yole, che roro fermano negli occhi loro in un diadema di dinmanti in coro. A. un #'011dlst,1. Corne que.sfe parole ,ullo pa1ìna bianca. tu corri, atleu,. sullo pi.sta roua • t'arde una ,ete d'ìnfini to.N Ricordo. Come te eo,i io correvo : ne1li occhi mi paret•a auer lo Sporto a.uurro e in petto il Tempo ,en:o tempo. ROMEO LUCCHESE 'f . LUCIANO LUISI Nato a L!YOmo Il 13 mano 192t. Vtve a Roma come g:1.ornaU• 1ta. Ha scrtt.:.o: Rac• conto e altri oerd (O u • n da, Modena), tradotto In tranceae da Francia Guex•O&• 1tamblde per l'editai:, Débresse con il U!Olo Aprt, • Guerre; Quo– deN10 ,egrcto e Poe. metti, In preJ:1-'rUione: e Pfaua Gronde o LI• vorno che ata per u1el. re In edizione di luaso co n acqu eforU di Ve• •P! rna.nl. "• "f!uaderno Ne9reto,, Non Ti chiedo chi ,e l, Ti domando chi ,ono, H opi giorno mi ~11a,do in uno ,peccllio ~" F.IN DOVE IL POLT,TNE CADE,.,. :i,:, Agonia d'amore di Nedda lioteca Gino Bianco e mi trot'o diuer,o. lo non ,o COM uoglio ni do11e voglio orKlare, e l'inqMitludine come un fiume impetuo,o ml Ira.scino, Mi hai chiuso fra due limiti che non pouo cornprtndere e tJOlue~ in 01ni ,egr.o ,copro lo Tua mano il Tuo diJe3no in cui non po.uo le11er•. Le domande angosciose non hanno neuuna eco ne.I foMo dello IJ'O.lle e in qur.,ta n.ebbia ~do i Tuoi riflusi vit:idi. !tla _, che olla .saplen:a nasi:eremo quando con le ali per/eite usciremo - per un tran,ilo d'om bra - do quHfa parve n.ia di luce. Mo quando mi chiamerai. sapd, ,eauirTi docile o di.sperala a iuorda re mi val1erò tutte le 11ie della rerroP Pro,~tltute a Pifl:r:a Ba,•berlnl Tutti ili uomini dormono. NU11Jno scende più nella pia:::.a a « rcar"i e 1.'0i &oJtOt• sui portoni, aili ongoU dello cJuO notturna, come i p,tl . & chiamate l'amore coi lamenti. Da un marciapiede all'altro lo chiamate. indifferenti al siro deUe ore: lo oostra ,oli tudin« non ,a che i rum ori dei poui nel ,i1- :do. Daalì albvi di Yia Vii.torio Veneto aala un'aria mile che vl levl,o come lo pidro nelle broccia .stGncAe. Oro i l'atele amico che fa dolce la nott e • v'aduna o schiere uus o il Pincio. (Cosa. importo u lo luna v i chio ma alla memo rkl oltre e,Ulf i do.sa- a?) • Mo ormai nnche il lampo deil i. occhi è un. inuzile fuoco eh. pà 1pen1ono le prime luci u,pra lo città. Neuun 1.-ento che rriài nelle strada potrò .col/ ire lo uou,a fermuio: uoi n0.teete dall'ombra dei poloni alberi umani al pauai,io, 1lete le fraiili CJJrlalidi d'un tempio eh.e ,i ,veiolo al sole. LUCIANO LOISI .... LAMBERTO SANTILLI N•!O & FrucaU n 24 magir,;o l!il17, Lau– reato In lettere. al de– dica al11nae,namento . Ha J)UbbUcato Moto Perpetuo (Ed. Aatrola. blo, Roma. lii!). Ha collaborato a Poc,ta: Lo Flero LetteraNa; Il Gtarnoic delle Sero. )Honofo90 di ehlU#ura Ecco, io .wno pronto o a :endere nal vuoto ,a que.ua è (immulat a nudo l~ne del foto. Forse un. dirupo d'trbe , m'acco1lierO un booio d'intrichi. 11e1etaU, ipoto è la ,natrk e. rultimo ,ede i1noto. Che non d coPovolia, allo luce ri,al.- lo 1poglia corporal,e e n.on. dcllcomen te nel nw,1n1a p r•i;it ale in C)IITM ,i , a.cc, ol1a di nua110 l' uu ndol-e, A,rotol a il , o.no lo fotko del ufoua. inld~lbU. lava le NlfÌOni del "i.,.,.., Carica dl sangue · Non. puoi volere, o Sipor e, elte intatta eonurui qu•sta corico dt ,an1ue. Con Il $110 pe.,o non i:01lio morire. Sollo un inutile roppruo cifllo, t._,o o ,coppia,. , en/i.Jto budello, Tu non l.a.scUITe que,.to mio corpo dop0 le marce. Quuta ai1en us o dilatar• fa cli.e dit~ n.li so,tanu infinita. ÀllWnlote vl alle mie dilo, lo linfa aucchlotene, lo «rosci o di i, ita, aprii• la .. cor.io d'o,ni mia ~a. o in._r:rlotorcete le forzo che a flotd l4npa •finita, SuU'IUlima rena d'w. flff ole ,_,., un. co,po uon,._.e pn troppo amore Tl chiedo , o Si1nare. LAMBERTO &ANTILLI ROCCO SCOTELLARO N a t o a. Tl1carteo (Matera) U 19 a.prua I92S. Z' eta~ 1ef11a• lato al e Premio Ro• ma• 1940, Ha pUbbll• \ cato &U Lo Ftero Ut• tnarla; BotUglu O· ,cure (Quaduno II e V): Il Ponte (apri le 1949): Rauegn« Nor– c.ltlgfona: ComunU4 CN. 9); La. St,l&.iero Uolfano (Locarno); • In TM NelD Ttmu !IO • r,a.ifne. mano 1949. Un ,uo volume di poe,la tal'& J)UbblJca:O proul• mamente dalla Cua Editrice Einaudi. • li 9luoco L'onda cl riprende le Jpo1Ue diuiae, l• nostre •po1lie di1:Ue e dimenlieate. Pn-clù. ,I speniono l soll def 1ior11f, i ,oli dti iio rni ,ono I nati e l morti, i nati e i morti. Perdi.è I fanciulU ,tupitl dd n1ondo hanno il uolto del sole e dello lUM eh. cn.scono ,oui. ,ullo collina. E i i;ecchl, anche, CJJdutl nel lenzuolo MnnO il pallido cielo del tramane!. Jll i vno /ro1lle onda al nollrl confinl, ci eoruepo, d ripr artde la fr• 1lle onda al no,tri confini, tutto code nell'onda. e lutto ,1 raut:illCI, o i fandulU ,t upili del mondo o l i.'8Celi oodwl 11el le11:uolo o l .aU • I• lune dei t iornl eh.e crucon.o iuli• coll&n.e. Domanda d'Impiego Sarò io la più fio1'0ne proc-acclo. eh.e t.Glalnlna I 11io1fi solitarl • proibilJ Geli• m«da ie fHl poe,• al nero caaofto dello c ... .rON. co«rilt i e oorceroti ancora n.asctranno. cui rimeuer e mandati e cartoline. E lettere nere. io porlo le lettere nere e le lcue re roso percfa. io sono la momma dì 111110 Il paese. ROCCO SCOTELLARO MARCO VISCONTI Nato a Milano U 5 apto 1020. Ha J)Ub· bl leato Sero ocm la. ro· r, a.uo. (Ed. Al.tzolablo, Roma, lHS): Ferra.go.. I ato (Ed. AaD'Olablo, Roma, 1950). Ht. colla. borato I L« Fùra Lct· Urorla, Pagine Nuaoe, Pucf Rom. l Piccolo requiem slncol;'ato Ricordi la pla:.:a di quello citt.a-? Ne.uuno di noi due lo ricorda. Neppure un fanale. La mtmorkl - cancro del tempo - ~ non ,i la,cìa /umore colfMt quello aetlantatre per cehto di ,i6Mella. QuaMo la ti,;re - morbùla ti,;,e del MIMO - ..,-nl in punta di pupille nell'umido corridoio deU'olber10 autunnale~ • quando .n,olta ili an1oli. lo '°"' ,bondo - frffltJto. da una lie&.'8 uudelti - come il dito di uno • ;, che fa ,egno di no. Uno che ,i addonMnla nel ba1n.o, Il dito •i addormenta ,ott'acque. Si ferma. Cade. No. No. No. E' un foNJle carbonizurfo. Lo ,i1aret1a 6rucio. Lo ,ipretta. L, coda d,.lla rive ,i i fermato. Firdiia. Riparte. Sba.MO in punta di pupille. BionchL- Lo morte, Serenata Lo mOrle r.il1oe &itra propon• il ,ua pert;M: in abito da ,era 1eende tra me • ,., Su ripide co~od• il 1,em dallo ciltò lei,ero olle ru1ioJ• ,ala dell'clJiliJ. Tra paltidi giardini i cobra e i pellicani ,•oue,siano ad arconl ,temmi •u due confini. Qui ,eni.a tempo 11onn.o 1U alb..,-1 lun10 l &iioli .otto le ani/che ali d'un amaroso af/anno. La morie dr'fJ e i.>ero propone il suo percU: in ab ito da ,ero. ae.ed e Ira me e te. MARCO VISCONTI cl'Le la /t1mc • io. ute te dt to5e, I cra.ndt &Iberi tl• Dam.mf tu 1pozfo allora per quute P8' ' hm,M Hntlffl Uf "'°"nf; lumlnatl dal 10le, le cime &P• rmarie: ;,_!:T !:~~o o.e !:;",.~quo. e pena acetnnantl, ml recltaase ~o n":n" ,.,:o ~=~u"'="-· r Il pa,u . all'o recchi o, coJ fuoco della • pa.saione: e JCnto !n m« 1to,mlr1 quut•oganf a df amo,e, blond4, contro la ~olla cli.e la 11,no,a.
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