Fiera Letteraria - Anno VI - n. 17 - 29 aprile 1951

Domenica 29 Aprile 1951 LA . FIERA LETT E RARIA Atnato.-i d'oniflle Pag. 5 Ilj VOLOD'ICARO ~ Racconto di Raffaello Brignetti l o ERO ATTRATI'O dalle le vetrlne di tcMutt: non perch é fo.ssl amblti oso o spendacci one. ma per I colorl, 1 toni, sotto la luce diffu sa , dl questi colori che sl contendevano lo spazio, op– pure se 11e mescola vano, ag– giun ti, contr appos tJ, fusi; sta– gnanti spettra li. serpent.inJ. stesi la.'5CIVI. maledetti : colori specchiati misti grondanti di luce: I colori. Ne succhiavo bene us aporando: la. carne ml balzava dentro , strisciava; nvverUvo fluidi nella carne come pare Il avvertano I gat. U: me ne avvinghia vo e alle volte chiud evo gli occhi, sve– nivo dentro di me, pos.seduto, slanguito, come quand o si è baciata a lungo una donna con t.utta la bocca e allora ai frana altrove, sconcerta t.1; non cl si fa più . Diventavo molle, d1 mente 15persa. andata via : 6ufci~ 0 J!!te~~f~. e~m~v~e~ !al() nelle mani di Dio, la Mor~ : Morte sttccou , densa Morte, da anne garcl.61dent.ro ,come ln un lago di miele ... n lampo, turgido flot.to di san – gue: rosso!, quello vero W – stent.e per tutto ciò che dice, sangue dl gente sgozzata, ve– ne aperte : un cuore; e donne, uomini bruc iati, urli , dann a– zione: Il Demonio tinto di sa.ngue, 11 fuoco, quegli uomini e donne tn catene , avvampati morti: rosso e nero . Vedevo spesso una moda che ml &tor– ceva 11 cerveùo : su sfondo ne– rp di gonne soprabiti stoff e, ~~~~~!~ra~at~~a E &eJ::J:. ll fondo del mare; azzurro co– me certi scioperati che fanno sogni a colori o quel matto di Walt Disney, il mago: azzur– ro da. far morlre di lussuria , essere n davanti e sentire che si è sbagliato, non deve e&ere cosi: tutto clb dovrebbe acca– dere con una donna, una. car– ne aderente; eppure la. carn e non c'è: è 11 colore. Giallo ! Sl è barcollato , ed ecco Im– provvisamente il giallo come uno 11pazio,un sole: ~ars i vin– ti aJ sole come uccelll che scor– gono nella notte JI lampo di un faro e sciagurati paul vi si fracaMano li cranio, po i nella schiuma del mar e, ann.e– galJ.: Jl bianco. E' Il colore del– l'assastno quando arrota Il de– litto nel suo cervello e et di– segna - una. lama - squarci vloletU; o colui che ronza nel– la st.rada macinando propo– siti di 11ulcldlo e allora il col– tello violetto gll va. su e giù per le congluntµre del diti. Mt dicano pittore. Noi Io rono più di loro; questi qui sl accon,tentano e 1 vivono nella bambagia: 11 ho colti di sor– presa, a sgambet to, balordi rl– dlcoll, che li Imballavo come una sventa gliata di mare sen – za argini, e quelli, U, davan ti a me: occhi rot.ondt. Cl sono andato. a parlar e col pittori: forse d& allora è cominciata la. mia dannaz ione. Volevo che ml facessero vedere altro, che saltass ero plù In là nel colori: le vetrine , Il mondo: non ml basi.avano più. Ecco. sono an– dato dal pittori, e fu In un giorno cbe pioveva. Che ml dissero? Bene: la. loro possi– bilità era Infinita, che pote– vano adoperare , man ipolare colori nuovi; insomma chi di loro era più art ista., più rag– giungeva. un colore suo, par• tlcola.rc, oltre quelll che si ve– dono qua e là. e Di più - dl11- sl lo - cl vogliono altri co– lori: non bastano quelli che si vedono • - e Ma sono lnrlnl– t.l ...• - Cosl credono, l pittori. &eardlnò la mente cqn Jm'altra verità : sono quat.tro, I colori, macché sette : dal lato sclcn– tiflco forse sl, ma dal lato t.ec• nlco sono qua ttro: quatt ro: rosso verde giallo e blu. Pote • va anctl c sbaglia.re, èh: ma tn– romma lui aveva sempre sa• puto che i colori fondam entall sotl() questi quat tro e li ado.– pera va. per macchine fotogra– fiche, arne!'l aga:eggt suol ecc.: quattro e ba.sta ; e In ogni ca– so gli altri si potevano otte• nere dalle loro combinazioni. Cane I Lo venne a dire propr io a me: vada a controllar e da. un vendi tore di vernici ta.vo– lozze t.lnte roba da pittori, ap – puntb, cosl ml dl.s&e. Non qua ttro, precl5ò codesto ser– pente: tre : ti verde al com– pone col giallo e li blu. non si trat t.a. di un colore fonda– menta le, è un derivato. SI, be– ne, un figlio, un Incrocio: ver– de avvelenato. Infame: se ne andò via, sottratto . F.cco: af– ferriam o. string iamo la. mano; c'è l 'unlve.no e l'Infinità del nostri colori : tre. L'infinità è tre - Tre! Tre! - blu giallo e rosso: ecco l'arcobaleno, l'I– ride . la ~Ila favola; ecco 1·1n– fln1to: tre l Ma qui c·è una svolta Im– provvisa: nell'infinito, è !nu– t.lle cercar e, desiderare ; nel llmltJ c'è Il desider io di uscir– ne: Insomma. se il desider io si avvera noi andiamo al di là, oltre Il limite: esiste un di là. Altro è 11 desider io di af – facciars i in un posto nuovo. al tro è la nota di es.sere nel TUtto e n fermi, senza più nuovo. Una cosa è il temp o, un'altra cosa l'eternità; me– gllo Il tempo : dev'easere nolo• ro fare U Dio. Una visita di leva No: niente affa tto. Vidi t loro qua.dr ! e poi altri. cen ti– nala, migliaia: tutt a l'in!ln ità del quadri . Non era come di– cevo lo. e Dell'altr o. Il colore nuovo a, dovevo ripetere: ma quelli. pure originali. strego– ni, si rimescolavano sempre in una Infinità di colori che ave– va llmlU circoscritti. COl!l li la&elal a ,dlscutere fra loro: I pittori dlscuto nQ.: non servo– no. per quanto riguarda I CO• lori. Sono Incoscienti che. se uno di es.si si accorgesse del limiti, sarebbe costretto ad uccidersi. UecldersJ. E con que&to ml gettai nel– la 11manla del quarto colore. Piombai a. casa di un ocull&ta.. quello che poi ml ha. finito, e gli chiesi come funzionasse l'occhio. Ebbene. tante 11plega– zlonl ecc eee.: la. retina ha tanti strati e quello del coni e del bastoncelli, Il nono, devo.– Iute giusto at color! : se et so– no delle lesioni, la gamma. dct colori s'Inceppa, allora q11esto o quel colore cl sfugge; I dnl• tonici, già. Lo strato del eo– ni e del ba.stoncctu è eentnto sulla scala dell'lrlde: dal rosso al violetto: sette colori; fon. damentall. tre. lioteca G·no Bia1 Il giorno dopo bussa-I alla porta e ml feci ascoltare da un tisico. Qui calpestai del tutto questo mondo come una gabbia nel quale viviamo. Pre– gai. ml gettai In ogni schllez– za di umlllazlonc, minac ciai il professore : nulla . Questo fisi– co maledetto aveva pooto il cappio di una cifra Intorno al llmltt del nostro Infinito, quel– lo di noi spregevoU, umani. I colori sono sette. Sfrenata, lrrlduc lblle follia del pittor i: la loro tnrlnltà crolla sotto un numero per Il quale due ma– ni sono dl troppo. Dal roMO a.I violetto lo spettro si com– pone di sette colori: gli altri rono miscugli, bastardi Incroci mct.lccl, cianfrusaglia senza dignità : infinite combinazi oni : ma colori? Quello vero, che vo– levo vedere lo, per Il quale non ml bastavatl() più le ve– trine, I campi , Il ciclo e Il mare , non c'era. Il nrofe.ssorc ml aveva. chlwo inve<:e di aprire: ml aveva stritolato nella gabbia: non volle più aprir e: lnuttle, aveva dctt.o la di Fnnoeseo Gnnclja cquet > verità e non volle Illudermi, co&tdiceva. rimangiarsi le pa~ role. S\, estste\ 1 11.no. f orse, al– tri colori: tutt.e le superfici produco no delle emanazion i; noi le· percepiamo secondo la loro frequenze e le distingu ia– mo: rosso verde giallo ecc., i colori: sette. Emanazioni In• termcd le?: Infinite, Infinit i colori: figli del numero selt.e. Nessuna emanazione?: allora percepi amo zero, come se la superfic ie non eslste55e: nero. Il nero: ebbene, spietato, in~ fcmale fisico: assenza di co– lore. nulla: e il bianco pre– _senza di tutte le frequenze fu. se Insieme ; grumo di tutte le emana.z.lonl:neppure 11 bianco era colore. Come un pezro di strada, il rosso e il violetto: da qui a qui: strada davvero Infinita a destra e sinistra, ma per noi, alfa omega: dol rosso al violetto. Sl, cl ab– bronziamo sotto Il sole, foto– graf iamo I nostri polmoni ccc., si tratt a delle emanar.Ioni al di qua del Primo nostro co– lore e al di là dell'ult imo, rag. gl lnfrar OS$I e ultrav ioletti; color! anc he auest1. colori! Ma non Il n dlamo . Cos\ ml persi. La misera . cadM•erlca nud ità delle vetr i• ne...Ho sbat.t.ut( I la testa per la città . infelice, costretto a non o.vere più nulla dal miei occhi. dalla mia carne, mente . Imma– ginazione. Un ottico . Dispera– to: entrai da un ottico. Ml e Ma allora facendo un'ope- l'tlzlone. modificando l'oc- chio? • gli chiesi. e Come: che ml viene a dire ...•. e Acutizzando Jt. facoltà del– le cellule al nono strato •· e Lei vedrebbe tempo ranea – ment.e I colori cçn maggiore Intensità: ma sempre gll stessi •· • E quando uno tngerl!ce troppo chinino non vede glal• lo? - SI può cambluc , l'oc– chio?• · e Vede giallo perché 11 suo organismo a caus.a.del chlnino è saturo di certe sostanze gial– le che penetrano anche nella retina a. e Ma allwa al potrebbe: iniettare un& sostanza. nella retin a : di un colore nuovo, U quarto ! •· e Quale? Ecco, ae lei lo aves– se già, ques·to nuovo colore...•· Ero forsennato: non ml fer– mavo più: e Allora si deve spostare Il campo visivo della retina. M& che fate vol ocu– listi : dormite? •. e Cioè? a. e ~co qui: l'arco va dal roe– so al violetto, con in mezzo tutti gli altri colori. Por 1la- :oc~ ~c1 1 v1~1~t~l ~~ri, t nuovo colore. C'è, esiste e lo voglio vedere i• - Matto: di• vcntavo matto. e Se sposta il campo visivo a slnlstra , lei rinuncerà al suo colore di destra, e viceversa . va bene? Allora le si presen– terà. diversa. tutta. la realtà, dalla comblnntl one di tre CO· • lori uno del quali non esiste nel campo degli uomini nor– ma1I che però hann o Il terzo Slgntrlca che la sua realtà colore al quale lei rtnunc !a. .sìrà aumentata di un teno nel campo vietato aell altri e diminu ita di un terzo nel cam– po agli altri permesso: lei po– trà vedere alcuni fatti che adcsro non vede ma un terio del fatti che adesso vede non li vedrà più•· e Non importa: quello che ho vlsto lo so già. Voglio ral • tro , dell'allro. Insomma. non c'è rimedio a - Matto. e E se l'altro colore non est. stesse ? Lei rimarrebbe con due color! e non avrebbe com. penso alla perdita •· e Ma. perdio: è possibile che l'un iverso sla finito , infimo n – no a tre numeri? Deve esiste– re Il quar to colore. il quin to, Il millesimo: un numero che non finisce mal , e tut ta la se. rie del colori Intermedi. Io ri– nun cio a un colore. sposto l'ar – co e prend o quello successivo dall'altr a par te : rin uncio al blu, mettiamo: sl)Ol!toa sin!. stra : ml affaccerò al Cl'llore che c·è prima del r06SO ,. Come fosse questo colore o lo do– vessi chiamare. non sapevo. Varca.vo a volo uno spazio: rl. maneVo qui sulla terra, ma diverso dagll uma ru, con una parte ln cielo o altrove: diver– so. E' come quando In un po– sto nQn cl si resiste più: biso– gna andar via, salv:irsl o mo– rire. Ml aarc l giocato li sole: ml sarei giocato il sole! Pazzo da legare facevo Il volo, in– sensato, o in cielo o morto come Icaro : folle Icaro anUco, sall e giù, distrutto, cacciato ln fondo al mare. E vedere il mare qui esl.!!tente come se fOMc di un altro mondo: che colore ha Il mare? Ebbene: non ha· colore: quello che ve. diamo non è come quello che vedono gli 1mgelt o I demoni, t i ;cabblo.n t. le bf>~Ue. Che co– lore? Le loro retine sono più a destra o a slnhtr a, ,•!clne distanti: che?: vedono altro . Aguua l la vanltà di· quel Dtda lo. l'oeull.&ta,ne resi J'ln. t.clllgenza a punta come una ~~~m:ge :~~~ 1tit!lri~\~fa~ ~ di ~t toporml volontarlamen• te alr at.to operatorio qui Indi– cato, consapevole di uscirne cieco o diverso ecc. eec. Ope– razione di certi coni e baston – celli che restan o al margin e esterno della retina. per att.1- vlzzarll. renderli utili al mio cap riccio: ché raccogliessero emana z.lonl d1 fr~ ucnza pre• l

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