Fiera Letteraria - Anno VI - n. 17 - 29 aprile 1951
Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA STUDIO di due vite parallele (Contfnua.z, eta. po.g. JJ cardano non solo per 1 carat– teri. del corpo,. ma anche per tamti carat.ten cne nauardano l uu.elllgenza, la memoria, lh 1ama:.1a e il comport.amento ::,~ud1 partlcolan cne riguar– dano i geme.ili crimmall e sw – c1dl e che .sono ampiamente ..::,tati dau A., sembrano con1er- 111are in questa tesi e, p1u an• ..::ora, servono a dunourare le 1..d1cl ereditane deue atuvita :.pmtuall de11uomo. Cl trovla• 1110 qul evidentemente ai mar– t;,nì ira scienza e filosofia. e proprio per la dellcatez.:ea e lo estremo int..eres.sedell'argomen• to cl piace di rilevare come il PrQf. Gedda attraverso un·acu · ta analisi del tenomeni e mc• d1ante l'apporto delle ricerche sue e del1a sua Scuola, abbia potuto dimostrare come al di lii. del settore ereditariamente condizionato, eslsa,a nel gemel– li un settore che permette d1 accertare l'lndJvlduallt -à della persona e, lndireitamente, la libertà dell'anima umana. PERICLE FAZZlNI - e Il catto > L POETA F,ORMATO Al "MOTIVl CON_LO ZUFOLO,, Composiper Curio Cenni un'edizione immaginaria Immortalità dell'Europa (Continua dal.Ja paglna 2) mu 1t dal loro antich i Imper i colontafl: Il ceri o delle co.se e çosl muta to che l'Europa att.3• sci 8i rl.svcglta ogni matti,aa col timore cht: le armat e di un Khan dell'Eurada ,tia no già per dilagare frre .ti.itlbihnent t: fi no alla Man ica. La ,tessa decadenza ,1 ma– ni/ctSta nella 1/t:ra della cult u– ra, L'Europa non domina pili in un mondo di prf, vfncia ll 11nsioai di scimmtottarla ,- ,em– prt: col cappello in mano. Quel provinciali hanno creato una propria ar te t: una propria cul– tura, Sebbene l'Europa c0ntlnu f ad avere importanti manÌ/t'· sta:t r.nf creativ e, nulla pu6 eguagliare Shakur,tare, Dant e e Goethe , per non parlare d1 Bach e Beethoven nella mu– tica e dei maestri del Rina– &cimcnto in pittura . Sempre di pfù è o ouute 1)41sate glo• rie della sua civiltà che l'Eu· ropa deve rifarsi; e coal anch.e lle pauate glorie militari, al passato ordine politfco e be• neutre economico. CG1l ranco- re, con senso di umori.tmo e con ironia. a seconda dd. cati, l'Europa sf sta rauegnando a diventare un muJ"eo ad uso e con.1umo degli ingenui turi&tl americani e d.ei barbari com– mfuarf aovleticl, co,I come Lo .studio del gemelli assu– me, nella mente del lettore, proporzioni vastissime che im• peinano settori non solo di scienza induttiva, ma anc ht dl scienza deduttiva ed 11.nche I settori dell'arte. Un capitolo, e non certo il meno Interessante, v!eue dedicato dal Gedda ai gemelli nel mito e nell'arte. La mitologia classica e quella, an• che contemporanea, delle po– pola.zlont primitive viene am– pla.ment.e cltata ed utlllzzata. Le opere letterarie che tratta• no l'argomento gemellare, dai e Menecml > di Plauto al e Pon• t.e di San Luls Rey > di Thom• ton Wllder, dalla novella di Boccaccio al romanzo .. Perpe• tua> di Wllhelm von Scholz, vengono anaJizzatl e l'.\. con– clude osservando che spesso l'lntulz:!one dell'artista precede o accompagna t rlsultati della ricerca scientifica Raffaello Franch, cl e garettl, in Montale , In Bettl, r,~:ti~o~;ecia lo Ju per l'an• aempre preaente, come uomo di RAFFA tLLO FRA N l 'H / U punto di raccordo 6Ulla via Ancora oggi l'America viene ~a~mg~I a:;::::netn/ d~~~ar~ ~m:to: a~~a~~o~~:eor:.g~~~ : !;:er=~~~t:a 9 t!:at!~Ta~te!rr,., ;! ~~uJTa~~~a P:, udìrm':.~~~~: ~~tà t~~ ~e~~vb,le of~~~ ~a~:ra1roodie c~~nuÌ~~ =~~ ~~fabe~oi_ltudlne, per chi ci !~!~e:~~~~,: o;;;:~t~~~~ quanto sveglia fosse la sua dore? Da codesto stato d'ant . poetico. Costretto a operarsi nell'ln• agli anni · Intorno al 1920 :;~e~~:.neoc~h;m~e%/~r~;g,ui~; ~ochece~ 1 c~~ud~a~u~n ~ue:i!~ sp~:defeert~~P~ e~~~~o ni~ ~: :~~~ 19 ~~1!1' 0 ~~~·ai1~n~~n~ j ~f,:bo'o/eg~ 0 1!:eriCPdalr,rgn:~:fa"1~ gene~a21oni p1u giovani, tra- una chiara con!ldenza. Non sposi mai. Nel frat tempo, Il gennaio del '41. per.tonaggio di Slnclair Lewl• 1cegltamo, fra le sue cart e, potei assumermi di <presenta• libro, Motivi con lo zufolo, E tornò l'amico suo da me il vanaglorioao e a//arfitica• :r:~~e ~ pr!':nt~~~~:. acurl: r: ~~=ie 1: ~ :g:;:,~:· ~;l~~p~~~et~:i:r:~1:àv~noco; ~~n~!t~ e:!~a:le n~~i ~~~ti~; ~:nt~ abg~or~ec,l~~~eJ!bb l~~ Cenni, morl_o prin_ia di farai maglnario che Idealmente rlof- dormire nella casa. del paeta: cattlva volontà avevo taciuto compiuto progressi straordl– lu1e, le cui J)Ol!Sle, apparse tersi: alcune erano state sa- nel frattempo 11 poeta moriva . nella Ignoranza del tristisslmÒ nari, evolvendosi da nazione i!fol':l~r;:t;o ,rr:~ol C:·~e l~ crlficate .. le altre risultarono Era nato a Sesto Fiorenti • fatto: ml chiesero di leggeri appena 1bouata, dedita alla .,e) già Ja nFranchi :ra:o subito plu significative nel mo· no nel 1903. Fin da piccolo altre poesie Inedit e, di vedere difesa. e all'e,pan.,lone dellt ~i:t~e s~~:::::,e e aa;:io;~vr~; ~;:~o ~l1~~;a:oenr: ~~s;:r~ :.eq~~;;~~~n:1i~ adi.::;tf~~'t :. n~~ s~e p~~~~n ra~~l~r ~u:1: t;~fu::, e rnc~t:-er;,tc; ~i Que&te dieci J>Oesf: andan: di grazia, e fu per me un dono tro anni da un'incipiente c1m- stampa . Troppo poche vedono proble_mi 1~aterfali, in /c,rza :~r~a::onlr~:~le :,~;e,~':: !r:!};:°· lndfabUmente mat- ;:rJ: !\ ~r~ c~w~~t~ra1/~~~ :oi i~;e ::,~1 l~ot':'~to~~l~ ee r~ ~~o,::::,a1:e1ft: :: ~1iv:~ad~u.::! chi tl e Ì,iccolo monumento ~ Pochi giorni dopo ebbi una rito e la mente, dopo le prt • spedlt.o a qualche Innamorato te, della miulca, ~ella poe,la :lJ:rn~. :c,;:~~jn~h epe,~; ~lt~~~vodl o~r~~ 0 te. ,:i ~~: ~Ìt~et:ur; o~h1 f::t1. n~~~ 1~i :: ~ri:~ 1 nin~d~\ •~~~~a.P~;! e t:~~t; :t~ : :::~g~~ta;,':.ito og 11 i un'ombra a pre 3entarci sarebbero st.ate stampate, a. Leopardi era diventato un ve· sono destinate a costruire, di vcder1, in ju1f!a s~11t~ 4:ic;• ~;:~t~ ,:: ~=· vfi~~:oq~ : ~:ss~~1e~:ld~~~riti1~:0~;: ~rgj°Ìt~ é~!~!°a ~~ce~: p:: ~~~~n~~nnl, U piccolo mo- f.~,::rl~ c,~o il 1 ~~:ultat~ d:l: L'argomento per Il suo lnle• resse l.ntrlnseco e per le sue varie rifrangenze 1n sfere cui• iurall diversissim e. merlt.ereb• ,to doppi~ mt&$D'1glo che ci pena pronto ; ml rlngra?Java l,a d'oggi e lndlcargll 1n On• RAFFAELLO FRANCHI ~3zt:ca,~e~tt!cllp7:rt:J::ò ~ v:::s::.:~~l P~~ RO~CRl ,----------------------~----- .1~= ii~~l e~m :::floc:~~:,url; be una volgarizzazione minuta, u NA MATnNA di parec• alla manier a di un Jean Ro• chi anni or sono due stand. Ma anche rimanendo giovani a me slno ad nel termini generici di una re• allora sconosciuti venne. censlone cl se,mbra di poter f~es~atr~~ri\~i~v~~;I :~~~= giudicare que.stopera come un nel ricordo ml commuove. Uno contributo scientifico di prl- era II poeta Cur io Cenni. ma m'ardine che onora l'Autore e Il suo nome ml ru dichiarato tanto più In quant.o tutU san• dal compairno che. !il capiva . no come la i;ua attività si i;vol• era Il a sorreg,:erlo In uM. aa anche in altri Importanti ~~l~~O:~te::i~~e~~~lc!~~~~r t~~ settori della vita Italiana. lnUmldltl· che co,a difatti. Per quest'ope ra auguriamo Il poteva va.lerci quella 'reciproca grande successo che si merita sogitezlone? Se non forse. nel e che. del resto, è prevedibile poeta, Il natural e tremore di perchè, oltre al mondo scienti• presentare a chiunque si fosse fico, vt .sono fortemente Jnt.e- l propril fiori più segreti, di rusatl tutti I gemelli I quali, ~:ri[! 1 • la~ce~~eln!ir:toic~:,rn; cl 61a lecito di concludere con nrl comnagnn la respnn M1.bl– quest'ultlma notizia, nella sola lltà di' una critica In fieri, di Italia sl aggirano i;ulla bella affettuoso allevatore, giunta clfra dJ circa un mlllone. anch'essa al confronto elcmen · RIPPOCRATICUS ~1;.!b~. ~en•~~~~!ili~rier~~een~e~ UI Gclfd4. Luigi. Studio dtl affermata fa consistenza. al\. Gcmem. Ror111,Orluonle Mi!dleo. mentata. la speranza lsplratri• !9'1. L. 15.000. ce, e. In me Il peso dl un'au• BIBLIOTECA La. tnsposl:tlone propria delle favole, dlfcehè eSlSe so– no nate alla. letteratura. , di dare alle bestie gli atteggia.– menti degli uomini.• ed alle loro associazioni l pregi e l difetti di ogni società uma– na, non è ma i un assunto facile per lo scrittore. 't an– to più dare alle · bei;tle, ol– tre le qualità umane. altre forze moraU - forse più vi– gorose e più sa.ggle delle stesse caratteristiche splrl – tuall dell'uomo -. In modo che la parola e Il pensie ro dell'animale possa.n s~mpre risolversi In una lucid ezza quasi oltreumana di gludlzlo. In Questi casi, l'animale della. favola è uno schermo per lo i;crlttore: che dietro questo schermo, come un osservat-Ore freddo e fuori del tempo rispetto al suol personaggi, può impunemen– te giudicare e morale ggiare e ironizzar e di cose che, na– te dalla sua stessa fantasia, i:11 sono estranee. e nel con– temPo di esse può rivelare sempre 11 ftanco più vul• nerablle. na - e questa. è cosa degna di t'Ulevo, con ritmo uguale e ~nu. alcun apparente i;compt:'nso - un vecchio ca– ne eh~ si ricorda di una quantità di cose. fra le quali una gro~ battaglia di WR– terloo, un gi.ra :nondo, e mol– ti altri richiami brillanti. Nella. prefazione. l'autore i;pera che lo spunto sociale non gravi di nulla i;ulln. be– nevo lenza del ll!ttore. A me pare che la tesi non è cer ~ tamente la cosa. più Impor– tante di questa favola. Quel che di più Importa, è !Iivece Io stlle svelto, evidente. cto• vane, e In qualche punto con lnftesslonl dolc i come certe Inflessioni di Voce. Questo stile non è solo uno stile onesto: esso ha va. rletà nel limiti di un certo tono comune, cd è brillante quanto basta per essere let– to d'un flato. E non Impor– ta se l'occasione - una. fa– vola, e uno scherzo - può sembrare un fotft:lo lencro per questo stile. Quello che lmparta. della prima prova di Salvatore Carrubba, è tale rluscltlsslma scrit tura . Inutile dire che gli editori affer mati non avrebbero da– to nè un soldo di ftd.ucta nè un'occhiata a un simile Poesie di Curio lenni IL CANCELLO La. lancia acuminata di un cancello fu U vertice pii,.' alto che raggimwf e fl JJUnto più profondo in un rtucello in aecca, dove la serpe guata • il JJe&ce· moribondo. CACCIA La fucilata • stacca una Ueoe JJluma al ciel dt ptombo eh.e cala a /I.I di ragno 1 sull'ombra d'una frasca, capovolta, nell'acqua. putrefatta dello stagno. ANCH'IO Anch'Io conobbi la Jelfc.it(L quando la mamma m'lngra3&ava le ,carpe con la. sugna e mf cuciva, con i panni invecchiati del mfo babbo, la giacca per la festa.. Oggi, iulla. mia testa, l'ala df corvo si fa grigia in punta. OFFERTA Sta.sera, U citlo s'i adagiato sul tetti delle case . con umiltd chiedendo alle finestre ancora in veglia un fil di luce. Con tremanti mani ho 'l'Orlato Il\ mlo lume al davanzale, tanto era fioco. Eppur .t'i accu11 e colorita un'omb ra. RITORJ.\'ERAI ? Fini la primavera e tu parti.stf come la rondinella dalla. i,rondll del tetto mio per altri lidi. Eua ritornerd , gioconda., col mandorio /forito, rl3trapperà alle 7Jrode i /fll d 'er ba per la sua ca111nuova e l'emptera di grù:Lt. E tu ritornerai? Lo spero. Ma intanto in alto pau a fl falco obllquv, a gara. con le nubi, per tingere di nero il cftlo. Ora, 3ento il mto cuore empir.si come una vela, tn alto mare, al vento. RiJtorlrà. fl pfardino e l'ualgnolo ricanterà. sul tiglio? E" taciturno anche il balcone che mt riscaldava l'anima come un. &ole. Dt bianche mani io rtccrco nel vento la carezza che ancora sento e l'armonlo ao suono d'una voce che gareggiò con tutte le campane in Je&ta, ammutolito d'lmprovvl .so sul vlllai,glo sgome,tto; e qui ricerco in mezzo a giro tondo di Jancttùlt schlamauanti fn coro due perl e ed una ro&a e ,u, nel 3ole, tanti /Jll d'oro. PRESAGIO Un dito rosato di bimbo di.segna sul vetro appannato dtll'11,npla fine.stra l'ln.seg11.a. stampata $Ul muro d~ faccia. ~:/:~ ~U:Sz:a~san';z'1a.b'1l,~tfa d~::~ra. Ma. ora che il olorno ,•t 1pento Il piccolo ctJto s't .stinto &ul vetro che sembra una la.&tra d.'acctalo brunito calato a .slparlo au quello. che U bimbo a~va dlJJinto. RICORDI D'INFANZIA Come per una futa trepidante atte .d il carro tutto /tori dove un uomo, ml dl3sero dormiva: era attaccato a due cavalli neri i;egulto lentamente con. f lumi accesi. · da tanta gente Un orto dove c'entra appena la coperta dtl letto a. asctugare. un cfu/Jo dL preazemolo e la conca; ma per pUolare ba.sta al gattino un eml:rlce sul mv.re ., e a me una pietra /JJ3,1 iotto U Ileo che nel clt:lo si perde a vederlo di 3otto, e ,cmbra Poi ricalar come un o·nbrello verde. Non Importa dove , 1 ,cavi la mia Joua tanto giù in profondo che non vt giunga mal ne,nmeno un eco del mondo. Sia SJJoglta. Sempre. Ch'è pieno d'astrl il Cl'\lo e &punterà da it uno stelo. Soltanto vi 3'lncida: rn uomo !~:e.:~t ro che la dati. ' ciel giorno santo che ),t'addormerta.i. cultura americana non fu aol; htl.?I che un ramo dt quello tu ronca. Gli ideali americani di Jlbcrld e di crtatfvltà in• telleUuale cd artfatica $0no fd.eolf europei che rfaal11ono ad– dlritt11ra all'etd. di Pericle. Ptr quut l fdtall, ,,cr t11tte le ntt viù profonde radici l'America è legata all'Europa da un de• blto tplrituale che migliaia di Piani Marshall mater/al-: men te non sarebbe 1u/Jtcie1~t1 a pagare. e Il ftOIILroStato si chiama democrotfa, pcrchè è nelle mani non dei poch.l ma Mi molti. Chè le nostre leg!]faHi• curano 9lu11tl2ia eguale per tutti i cittadini nelle loro eh· traversie private e il nostro p0polo applaude e onora il ta· lento in ogni campo di atti– vità., non già per ragioni fa• zic.,e. ma unicamente In base aU'eccellerua 1t14.~ Tuttavia la noatra non è soltanto una città lal>Orioaa. Ne31un'altra o/Ire altrettanti godimenti al• lo tpirlto: gare e sacriJ1cilun– r,o tutto il corso dell'anno e belle.?Za net nc,1trf edljlcf pub· blici che ogni giorno confor– ta il cuore e alUeta la vlata... Noi amiamo la bellezza senza 1trava9anza e la 1a11r,eua. chr non ala prloa di umanità. La rlccheua non i per not ra11lo• ne di vanagloria, ma ,timolo a bene operare, e non rltcnlamo :~~~,:o~~à. r,:,i:=:en! ! ~~r~~,;;:rr!~ .. "tr a!!'cur't:~~ glf amici non accettandone favori, ma facendogliene. Ptr• tanto ,tam.o naturalmente più stabili nef ne-atri affetti, poi· chè $1amo an.110,1come credi• tori di cementare con buoni u/Jtcl I noatrl rapportt con nll 11micl. E ,e es,f non rl&pondo– no con lo 1tea8' calore è per· chè gfud.lccno che t loro ,cr– vid non verranno prutat -i :j,ontan.ea.mcnte,ma solo come J)agamento df un debito. Noi slamo I ,oli in tutto il mondo a far bene 01111 • uomini non per calcolo di eoolsmo. ma nella Intrepida fiducia delle, 1fbertà. tn breve lo affermo che la no1tra città. nel .titt:J comples,o è di e,em7Jfo allrr Grecia e che I citta dini di r,sa non cedono. pr~ll 1ln90• Iar11Mnte, a ne$&unoper indi• nendenui di snfrfto. m.oltl"nlf· cftir. di rl•ultcit-1 rorir-l111 tl I!. fiducia nella forza delle pro– orfe membra e del proprio in– telletto•· manoscri tto. CURIO Cl:::XNI Quc, te pa.role di Pericle. H· bcramente tletto ca:JX) demo• erotico df A.tene, cl ,<,no , tate tramandate da Tucidide, ,uo contempora neo. E3$e furono pronunciate nel 431 a. C., men– tre Atene lottava J)Cr &oprav– vivert contro la dlt.tatura dt ( Sparta. In questa steua tra• dizione europea ai intcri&conc. M. F. I\...._______________________ oucate belle parole di Winston -------- - ----------------- - --------------- - --= ==== ;:1~[:~~l, J~~~at~i ; trfot~~:; Questo è 11 caso di Salva– tore Carrubba, un giovane scrittore, che in Memorie di ooi povero cane (e Arte gra– fica romana > >. è riuscito a far parlare in prima. ~rso • contro la dittatura della Ger- P h . II per la sua 1le&$a e3lsten:a ro e All'esterno, la' bufera dcll1 a" e e ~la e Sangue ne manla nazlata: ' i uerra può Infuriare - e le terTe . ' ~~· ~~'.fil•-~:i!,!;.~fJii (Contfnuaz. da pag. l) zlo~e che !1 romanzler! ha vale di una cronaca e di tma che non significa che alla fine raggiuni,a un livello più alta. na - ~ pace. - Le n05tre mani ~=rn~.i immediate del JU):;tro ;c;;;t~ PJ:bb~o'l:~o p~~:Osjl~~::1~ :?e: ~~ ~~ f,b~~~~1n:~~:.c: ~~ ~:,:~~~ :o::e,"~=U~f:te~~ :td~Z:u'!'t~':, ~~;:!t~~p;:: 1::~: ::o c!~:~:t~~o In mJ~~ Il libro che e3ce oggi n-.l!a dol>bl'?11l0 leggerla insie~e per è un libr(! Inizialmente poleml- tazlone si rl&olva in ciò che Il di meglio interpretato, Inter• - 1o... - Cl dJmNt reremo cara rl ~!!d:S;S:J:~ : 1 i:~:n~h: ~!~!; !~~gi~;i~;e,~:t!~o~~e~~~;i ;: f:,'1e!~g;a p/:rundb/: : t!~r~n~ ~t/r i~g;lifa c:/g::'a~a ~t~~::; ~ ~~!~;gd d/~fer~~ L~anrt!~~ !~ ~ar!'i'!~n~c11 do~ u :~!""b u;:r ! già colpito iubfto dÒJJO la d!'le- Ull 'optra, ma l7Jtclal11:ent-: per versale: e non Incitare all'odio parziale, è sempre polemica, , e 31 &c!Ui di ripetere que&t cou dell11. u'ue::i~·a- 1 e ~I 1: P~:a"~~t ~C:.:t~ 0 /~ 0 fr~:;en~~de~~~!~ ~ f:/ft~~~e iel~~ c~; ~:,.~;r~iia;;f; ;e:!a atie~!i:f!·actf:i 1!~":,fa~ :i11a1f.! 1 Ta 1~!~i1~0 ~1!t~e~ :~i; ;: f~::f!;::,~. :;~:. as::r:: :e::; ~. ~:~ ~l~c~ rt~~~ o~n:~,.;. glfo a proposito: è un et!mp!ri che potremmo ch1am1i-·e lll i;o- In modo che il ra_~ apri~! O tia tro equilibrio e di una cono- un'fntcrprctaz,one del ca.so , hl• remo e non deOci.teremo _ an· :!t!:7et! :~,~:'Jt:'t~~;r J:, dtee1! ~ ;~~,w~$~lrape1s~na~~~ ~';~~ ~~:,e~a:: ::ie::,:,:~~~;e l/:1r:: ~~~nzia ~~gg!!;roa~es~os~ott~~~ ~e:aufr~ ::1Jt,~ ~~ 01 d1 u~ ta~ 0 ~r ~ 1:: r:~ 0 ir~~~l~do~- ~=~t ~~~o'::. t'i:c;e';;;~au:1~°ni:~~ ~~~~~c 0 :/ e::: !!u~:a:~ "~: . ~g::,:• ~f P~~e ~:~~i~~fOr;ori 1!~:o ~~~ : m:znz;;~ i./o 1 a dc;,1; :~~s!~e~t~; orza1: ~ ~:,n :'1l~d.~~ : :ta :~ 1re~~rte!n·g~r:C! ~':;· ii: ziall, la guerra agli ebrei h· ma'!zo; tuttav i? non cl mera.• cielo di un mondo &ulla via di /anta$la •· ~ intende de Angtlfl , et lo /or- ducla e con crescenle potenza ~:t:::~1ca~ ~ ~o ife~ui11?oev~::~~~e~1;r:: 0 a '::io1~r!~'i:[!1 t:~ b~~mr,~s~i!: ~~~:~v:'m~~l~!~i; $lt'j1:r~~~f°1~ 0 p:::~~o; n ~:: : ~~1ce,ib~~~;rak"!~~ ~eDeE A~,;~~ ~i~·a~~ia:-a ~~!~~~~~~ ~~e:!~ parten..a 7Jer il suo lavorc,_r.he t viventi, col loro carloo ~1 trl Parole da meditar e, e lo dico tos: testimoni%!za dl u': mt• (questo libro doppio, legnto a _ combatrercmo sulle splai;e . :\!~~:!~ ~;:::~ib~ 1 Qdi{: ~~e;~,ftz~~~Jin~t:~~n:I! ~~;,?;~ : ;Jftanr~~~~,i~ ~'::~~"fn"~i/:, dico ebreo ungherese sul cam~ !:'np~~icgrc'f:it:i et;::;1,!f ~n~~ ;r ~m~~; em~ :Oe~b:~: ::m ! ~i~:~Vt~n , Jn!:n::a~ :~~:!~ :tr!; t" /,,{~:::i e~i ,;g~v: r~a.. ? fo~/.,.!f :: ri~!~t~e~ita~i Jf7~t ~ 1 u&:;, ~:1r::ie ~ opoi~:gi ~, ,:~ !~:!ee ziop~~t'it~z~e ~~e~~~~~ ~~ c:1~l~e: :_ non et arre nd e· :,:c:,e:;, 0c~;tl:la~s(t <-:a!g(~, ~~!~;: J.1~i~n: 010 ;Jùplup!~f; ~~~: rg;i~a;: d' u~~~~pt~~•~:~~for~f : :g!71':z'i1:eul~ ll!i ,fliu/:a,~I:; ~r:.fva 1 m/'1q~!Zt~r1:~'8ai~'.leNo'~all~og~1::~cC:i!:e~~~~llf!rt 0 :~~ aJ"$Olutumente di.Jperato rr..i crudel e, che fa a meno di veder ri7Jctizione. La cronaca può 3U· che si rc, tt con deHe /mpresslo-:. s~7Jref lode 1nigliore, una lode riletica, può attingere /or::,a concen·rato nell'ambito d: m::1 ,correr e Il sangue perchè spera &citare, può commuovere, può ni partt_calarl, con u,i 3e~o dt d~ço che PO:teue 1oddi&/are di a questa antica tradizione In• fam iglia umana partlcol1tr~1 a di gelarlo col terrore: un 74<'· &pinoere lo scrittore all'inven- non-finito: eppure tutto e rl- p1u uno scrittore cM ha scelto ctivfdualista che va da Periclt: un gluoco più largo, da u,1 ,,1.,. conto umano, b1 cui l'odio e .?ionema quc,t'invtntione deve gorosamentc baJ"atosulla realtd la $lrada ~1//lcllt, una &trada a Churchill. porto fisico a una lezione ct·or- l'amore avranno il loro peso avvenire in una &Cdl! superiore, ma ciò non basta, ptrchè l'im• da suggt$Lionl comuni. PETER VJERECK dine $piritua.le . La breve rJtc/a• naturale, una 3torla che il at•• 1opratutto deve cuc re libera. Il 7JrculoM della testimonianza CARLO BO (Trad uz. di P. Morenti ) ibliote ca o Bianco Domenica 29 Aprile 1951 PERICLE FAZ.ZINI - e: Bron1dto • Antol~gln QUESTI NOST RI AUTUNNI Anche 11a1era, .amor mio, c'è 11 luna e quella vel:i forte è ancora alla riva. !la ;:~i !~~apte ;f,:gr~:o;n~i fr:ie~.e~! a~~~ora. Tornano iin·l!ce que11i troppi _,bagliori e I■ luna puu ap11ena 1ui palaszi, na'ahra aera aucora e non li guarda più. Tornano I -b11r, 1ulle ,•etrine laltri fiati, e le uhime edizioni per le 11rade. Una guerra, c'è un• guerra, amor mio. E chi di noi laggiù peo1an ad una guerra ~olm: ::~0~1:"';forf!~e o~h~g!Jfe, lampare col 1110pae,e lindo aJJe ,coglih e che 1pia,·a, nuc:osto un po' per 1loeo 1 arrivi immaginari di pirati, e la tua cau in n1euo agli oleandri con le 1ue reti antiche alla linutn. Chi di noi laggiù... 1 1e but;na una ,·eia 1enu idee e al largo il mondo era un ppco di iole ncll'inno cenu delle belle 1pume, Ma non ha 1ie1ii la 1erra 1 nè orti, e il gallo già 1i 1corda del mattioo, Anche il noto 1i aveglia e quella vela foue è ancora 8',la riva. Ma il ,•ento ooo ri,, ·eglia quei giorni 1epolti fra le ancore del porto nè fiichi11no I battl!lli d'11hri golfi 1uJ cuore delle tHe addormentate; ora 1euote di brividi i neri lfildirame, 101Je,,a per l'■ria un higlietto di tram. E' ormai questo il ,·ento che ,i •nalia ,. il" vcnlo ehe ha paura di bandierl!, del ir ido di tromba fra i mari d'un cortile che non è fluo per bimbi di ,cnola. Una tromha che 1quilla è rhala .di morie e la morte non è il teicbio dei teatri. , Non 1vren10 11iì1nu1re, amor mio, nè lungoriva cre&c:eri l'aurora te l'uJh·o non terve .1lla colomb;i. Teng1111rello la madre Il 1110bambino, niuconda il regno del •uoi primi pauh • Gubbio il lupo non ,•noie tornare. Ma il ciclo non h, vo;;lia di bandiere, nè gli alberi banno aroma per eroci • li111pro•vhati,, lo 10 che a luglio il gnno è sii mataro e la bclleu1 ...-uole!pigbe nei capelli. An.-::he il iole è lorn1to • e quella ,•eia foue è ancora alla riva. Ma nuceva da cime gentili il giorno che brilla,•■ 1ugli .cogli tutto 1moroto della luce ouo,•a lncon1ro al barcaiolo che lento remava. Qneilo di oggi ti l'altro e tutti gli allri pu11no lenii alla dcrin di un nulla nel di1tnt10 fru1cio di carie d'ufficio. 1 1iorni di eitti, 1ono lutti quadrati, 1tabiliti, come i noalri autunni. File attenzione a questi no11rl autunni c"hedomandano 1010un lamento di foalie; buia una rou per tutti gli Spiclbl!ra, M■ il iole 110nmuore ~i>pra I tel11 fin che cre1eono campi 1tminati I arano e l'alluminio ri&plende nelle ca1e; il iole è per tulle le yaJ11 fin che ,i leu una cometa di giornale1 forM!. il mondo più nulla duldera H: non piccole glorie di bimbo. E' quuto il giorno ch"io e te nel ,ilensl. e in che miti 1ileni;i. porllamo nel cuorai quuta l'aurora degli orti promeul 1e la noue 11 ferma ai melograni e non ,a do,·e 11iano le tende del ..oldad. FRANCO COSTA!'ILE DI SPAZIO E DI GELO Di ,~io e di ll!lo vorrei nutrire il mio carpa terrestre, ,cir;ofore do11e tace il iole, in liquide mo.ssed'o:uurro, re}rigerio o quCMamio arwra. ForH uorrei euer nato pl!&catore di perle, per 1entirmi Jelice d'un elemento più amiuo, ,fter~al:: ::,:r;r::::•~f:~ d'obUque correnti pr•fond• do11 ili erbosi fond4li fingono vnsche d'oblio. Se,1to il mio corpo odoro,o d'aeri ,al.sedlnc,ormai .schiu1C>1 (l ' ,m rupiro d'abUsl all'ombra di chiari diluvi. ALBERTO FBATTU..'1 I MANOVALI Tu vieni, o manovale, fra i binari, dal 1urno gelido del veglialo tuo 1ilcnt io notturno, e dorano, 1ui monll miiterioai, amn1uundo i canili impenn11li della temf)l!U• quando l'alba H placa. Un dio ha il piede al limitare dt-1 mondo, e tu ritorni col pe!o del gnatdare le tenebre ove i fari traean vertiginO!e ' ruote iUuse nel breve miraggio delle co~e 1,·elale. Non ,·edrai ahbrividir le foglie ,,irginl!e mentre varca quut o 1po10 le !oglll! d'auu a. Dormiremo noi in malinconia dolce d'" ·er tcrbalo altrui la fru ca via. BRUNO FATTORI NON C'E MOMENTO l\'a11 c'è momento, per felice ,ia, che ina.111ettata pace men e:ofcnu'eri l!ccoglierai di come, per dct~rminato 11roposi:ionc, cercata sorte rosgiun,e" i, Tanto 1iusto pre.a&lo è n.fUa ifola di lutto; I! qui, l'ingiuata .speronUJ di re.11un:io11e. Con "on divcrMJ ,so.stanza, per luce., 1i color4 l'indi/ll!t"enza mia · di infinite cocenti a.spirazionl: e in uno fiamma freddo la rinuncia bruci.o.: - d.elu.u e lnappaJa.t•brame. .l. H. LIGI QUELLA IMMAGINE Qaella immaain.e mia di ana volta non me la chiedete : è rimula talla ealcina dei muri, tra ali ,pini di!lle ,iepi come un panno dimenticato, come una 1indone; e qualche .-oha, 1orn1rdo alla ftera d'«lale del mio paue, ai tiri la nglio e.porre come un benaglio, appu.nlo di fiera, dei giovinotti. al ri10 delle donne che ora~- ma dow1 1ono i 1lo•inottl, i monelli miei coelanel? - Ti ricordo, ragauo, non più ritorn alo al mio balcone di fronte - E dunque a me 1'im.ma1ine mia di quel 1empo non me la chiedete: fone I miei coelanel alocbeninno con quella. FBANCE&CO CllCD.Dl PER TE M'ILLUDO Là, .sull'arrine , in Ull ·acqua ter• ti 1,-ecAl: Hi pap. Primavera - che ancora robbri~ - into~no a queU'ond.e 1'intepida e ,splende. s,, come piccola ,tatua dl e:arMt /trmft ,otto il pfJ/1 cielo; ed hal lieve Il ,orri.,o: epp1're di te .si colora U auto; irro.dileti:ia; in invùibi'Ii aloni, .sei mi.sterio,a /orUJ a cui il tutto convcr,- . GARIBALDO .U.ZHAND&DU PREGHIERA Lo.sdoci pref'Ol'e Sipore noi cha non li conosciomo • non ,appUJmoquello eh.a uo1llamo. La,ciaci pre1are Si,nore perch_è non obbiomo parole per i. no.stri u•..._ • l no.stri cuori 10110 ,pa1ll COffle lo.pùli • l ,. ui cre,cono wu 'ouorno alle noatr• {JinoccAta. Abbiamo veduto morire ,torno pv ,'omo i. [noJtro: alt.e noi CM non ,oppiamo quando morremo l4xiaci preJare Signor• - pvchi le no.s.trepalme .sono nude e la terra non ha /rutti per noi per U no1tr1 {boechl perchi le no.Jtrt:notti .sono Wll1M • .salii.ari.e noi clie non cono,ciamo lampade • non ,sappiamola mi.rura del umpo. Ltisciaci prepre Si1nor• noi che non ti conosciamo e non .sapiamo quello eh.a i,-01li4mo, FRA.'llriCAMARIA C.&UI SILA Odi qucwù la 1in/onia di!l vento Non ti cw-ar di quello ch'i finito: rodi di que.stalibtrtò cM tl!mpra, l ,'orni qui..sondolci come il IOf.110 • e !e notti ricordano lenenda q1uui viuut e. lnconalo i penaieri fn questa pura acqu0; di fiume e .scio1liti i capelli, Domani ti parròd'~ re .wita unn .silfide bianccr in quelle /orl i terre vot4tt: o grande /ed elt«. ERMELINDA OLIVA DA PAESI STRANIERI (Dalle· Scene fanciulle.che di R, Schum.at11t) La 1erra gira Portando con 1C,nel 100 moto eterno Tuui i bimbi del mondo. • Un ,olo linguau io eui eono1coao Una 1ola voce. E questa voce è nella terra verde Ntl mi,terioto cammino delle ,telle Nei 1ogni che pauano Eauali per 1u11i. MARCELLA ALTlZ&l L'ISOLA . L'idolo 1reco ,i pieaò di 1c.hianto •~ u uo marmo allo au.lla eollina Ira grida l!bbre d'odio fanatico. Ma salvo il ri10 arcaico delle labbra neali occhi orientali, 1ema •su•rdo, rimue un 1ren e11rico,filtralo di ricordi. Òui ·è q~i con i millenni leggu i come un'aureola intorno al diadema dei capelli Jioune di 10110 il dolore che non conobbe, cbl! noa ,•ideo invano Jacerato, aen:u amore. GLORIA DE POLI •
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